Pedagogia generale unibas PDF

Title Pedagogia generale unibas
Author Cosima Damiana Sirago
Course pedagogia generale
Institution Università degli Studi della Basilicata
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Summary

riassunti di pedagogia generale unibas 2020/2021 prof...


Description

Educazione tra umanesimo e Rinascimento Il medioevo vede sorgere sostanzialmente due tipi di scuole: quelle Vesco viali e cattedrali: nella quale viene preparato il futuro clero; quelle parrocchiali, che accanto all' istruzione religiosa offrono una prima istruzione di grado elementare e non solo ai chierici . Nei monasteri medievali sono presenti scuole che impartiscono qualche forma di istruzione elementare insegnando a leggere, a scrivere e fare di conto. Ad esse accedono i figli del popolo, dei contadini e degli artigiani. ai figli della nobiltà sono riservati percorsi educativi domestici affidati a precettori privati. nel 300 il pensiero umanistico modifica la prospettiva antropologica e spinge verso la necessità di ricollocare l'attenzione filosofica e culturale dell’uomo su di sé, attraverso l'utilizzo delle arti liberali: la storia, la poesia, le lingue classiche. La formazione dei giovani da parte della chiesa sembra interrompersi nel 300, infatti ci viene testimoniata la presenza di scuole laiche e comunali che accanto a una formazione umanistica danno una formazione tecnica In modo da andare incontro alle esigenze degli artigiani che si pongono il problema di tramandare ai figli e agli apprendisti il loro mestiere. Alcune esperienze educative del 400 anticipano quanto si svilupperà nel secolo successivo: ovvero una polemica contro le caratteristiche di un educazione che imprigiona gli uomini ai libri piuttosto che renderlo capaci di dare il meglio di sé nei vari aspetti della vita punto il pensiero luterano oltre ai cambiamenti religiosi, sociali e antropologici, determina un capovolgimento nei confronti dell’educazione e dell’istruzione. Istruzione che non può essere popolare è offerta a tutti senza distinzione di classe sociale di sesso e virgola che si avvia a diventare dove religioso e diritto politico. Lutero, il Concilio di Trento e il problema dell’educazione Se ogni credente deve potersi accostare alla lettura delle sacre scritture, la necessità di un’educazione disponibile per tutti, di base, è un tema ricorrente nel pensiero di Lutero. Per Lutero diventa un’ esigenza istituire scuole popolari in cui venga fornita un’istruzione elementare grazie alla quale tutti, donne comprese, possano leggere direttamente e nella lingua madre le sacre scritture e che accanto all’insegnamento di strumenti basi per leggere, scrivere far conto vengono insegnate anche la musica e il canto. Si tratta di una scuola elementare in cui c'è consapevolezza della necessità di un rapporto educativo tra maestro e allievo fondato sull'amore e sul rispetto. Il Concilio di Trento Uno dei problemi centrali che il Concilio di Trento(1545-1563) deve affrontare è lo stato di impreparazione culturale e teologica in cui si è ridotta molta parte di quest'ultimo. A partire dal Concilio di Trento, viene affermata la necessità che nessuno possa ricevere gli ordini sacri senza aver seguito studi teologici regolari. L’arcivescovo Carlo Borromeo presidia i seminari per la formazione del clero e si prefigge di preparare adeguatamente i sacerdoti e, predispone interventi di formazione nei confronti dei giovani laici, attraverso la fondazione di istituti come il Collegio dei nobili o il Collegio di Pavia, dove giovani di famiglia nobile ma anche di origini umili possono seguire corsi universitari. Le problematiche affrontate dal Concilio di Trento evidenziano, come l'educazione del popolo rappresenti la vera e propria sfida necessaria per fronteggiare l’eresia aperta da Lutero. Fornire gli strumenti di base fondamentale è utile affinché i credenti adulti, ma anche i bambini e giovani, possono orientare in modo corretto la loro fede. Vi è l’esigenza per il periodo della fanciullezza attraverso la scuola, di sottrarre i più giovani alle influenze negative degli ambienti familiari. Nel 600 si radica l’esperienza della petite ecole: non si insegna a gruppi di allievi della stessa età e dello stesso livello, ma il maestro si occupa di un allievo per volta perché si trova davanti studenti che non solo hanno età diverse e diversi livelli di conoscenze, ma che si trovano a scuola con obiettivi differenti. Dal XVII secolo in poi si estende alle petite ecole un tipo di organizzazione che permette di rendere più funzionali l’insegnamento del maestro ed ottimizzare il suo compito di insegnare a leggere e scrivere; si prevede, infatti, il raggruppamento di allievi dello stesso livello e la realizzazione di gradi successivi ogni anno. A partire da questo periodo, si attivano nei confronti dell'educazione alcune congregazioni religiose intenzionate ad assumere il compito di educare in modo corretto, sistematico ed istituzionale i laici.

Rivolgono grande attenzione alla necessità di educazione popolare organizzata in istituzioni e sempre più aperta a coloro che da secoli si vedevano bloccato qualsiasi rapporto con l’istruzione e alle nuove classi sociali. L’educazione per la vita terrena dell’uomo Grande tema che si intreccia, nel corso del 1600, ai cambiamenti culturali innescati dalla riforma dell’utero e dal Concilio di Trento e la rivoluzione scientifica: e sapone al centro della sua riflessione le modalità di conoscenza da parte dell'uomo rispetto alla natura e a ciò che lo circonda e circoscrive la natura del rapporto tra soggetto e oggetto, tra anima e corpo, tra ragione e fede. Il dualismo cartesiano sarà lo sbocco culturale in cui sfocia questa riflessione ed è proprio il dualismo cartesiano a favorire la definizione di: empirismo che attribuisce l'origine gnoseologica all' esperienza e al metodo induttivo, inizialmente attraverso le opere di bacone e Galilei, e successivamente attraverso gli esponenti dell'empirismo Inglese; e di nazionalismo che trova nell'innatismo di Cartesio la sua massima espressione. Il dualismo Cartesiano Nel suo discorso sul metodo, Cartesio fonda l’esistenza ontologica delle conoscenze umane individua nel metodo deduttivo lo strumento gnoseologico per eccellenza. Per Cartesio il metodo che guida la conoscenza umana deve essere un processo di indagine ordinato e regolato alcuni principi che consentono di evitare l'errore e raggiungere risultati certi. Per cartesio il metodo che guida la conoscenza umana deve essere un processo di indagine ordinato e regolato da alcuni principi che consentono di evitare l’errore e raggiungere risultati certi. Per legittimare l’applicazione di questi principi occorre riportare il metodo stesso all'uomo come soggetto pensante, come ragione appunto ed è proprio l'uomo a dover esercitare quel dubbio metodico che lo conduce all’ unica certezza possibile ovvero l'esistenza di un essere che, in quanto dubita, pensa. L’influenza di Cartesio sul pensiero pedagogico non è diretta, i principi che li pone in campo gnoseologico determinano una prospettiva pedagogica che spinge il maestro a procedere verso una sottomissione della volontà alla ragione e, a fare emergere l’autonomia della ragione che può portare alla coscienza dell'allievo la verità e nate in esse poste da Dio. Il pensiero cartesiano unito la riflessione di Pascal, trova espressione in campo educativo nell’esperienza di Port Royal e nelle sue riflessioni sull’insegnamento della lingua. Nel monastero cistercense di Port Royal, verso la metà del 1600, si mettono la prova la logica e linguistica elaborate nel monastero stesso. Drammatica generale e ragionata testo fondamentale dell’esperienza scolastica di Port Royal, sviluppa un metodo didattico per l'insegnamento linguistico. Viene inaugurato il metodo fonico facendo prevalere la funzione uditiva della lettura. La rivoluzione scientifica Tra il 1543 e 1687 si realizza in Europa quel potente cambiamento culturale che da una nuova visione del mondo e dell’uomo, della relazione e dei rapporti tra sapere scientifico e conoscenza e tra questi e la fede religiosa. Il cambiamento che si realizza non si ferma al campo scientifico ma, modifica l’idea fondativa dell’uomo, del suo sapere, del suo rapporto con le cose, il mondo e Dio. Si modifica anche il modo con cui l’uomo osserva, descrive e si rapporta con il mondo, poiché la scienza, intesa come indagine procede in base all’ esperienza e la dimostrazione, all’esperimento e alla verifica. È una conoscenza che utilizza un linguaggio rigoroso e verificabile, che adotta un metodo pubblico, controllabile e autonomo. L’educazione nella rivoluzione scientifica L'educazione cominciò a porsi come strumento della trasformazione che l’uomo, attraverso la scienza, può indurre nella propria vita e nel mondo che lo circonda. È fenomeno del 600 la nascita delle prime società e accademie scientifiche a cui spetta l’assunzione di un metodo scientifico che permette la presentazione pubblica dei risultati delle loro ricerche. L'altro grande cambiamento che la rivoluzione scientifica del 600 introduce nel campo dell’educazione e dell’organizzazione dell’istruzione riguarda l’attenzione alla scuola

elementare e trova nell’opera di Comenio la prima grande riflessione: l’esigenza della definizione di un metodo che diventerà cruciale anche per la scuola. Per accompagnare il fanciullo ad apprendere occorre utilizzare un metodo che muova dall’esperienza del fanciullo stesso. La lingua materna, in quanto tra le prime esperienze infantili, diventa elemento centrale per l'insegnamento e per l'apprendimento. Da questo momento in poi, il ruolo della lingua materna si sposta man mano dalla posizione di lingua veicolare a quello di strumento linguistico centrale per l’azione educativa. Comenio Della riforma protestante Comenio ricava la sua concezione di persona come centro dell’universo. Dall’esperienza di insegnante ricava una solida fiducia nella scuola che lo porta ad affrontare I problemi connessi alla necessità della retta educazione, affinché l'uomo possa raggiungere ordine e armonia e sviluppare la propria dignità di uomo, fondata sulle scritture e alimentata da una educazione universale, attenta alle diverse dimensioni della vita dell’uomo: Intellettuale che lo porta a interrogarsi sulla conoscenza di sé, del mondo e di Dio; Quella etica che lo indirizza a un comportamento secondo ragione; e quella religiosa che lo porta all’esercizio della pietà cristiana. Comenio trae l’esigenza della definizione del metodo. Anche la pedagogia e l’educazione richiedono criteri e linguaggi che permettono di organizzare la scuola e le attività che vi si svolgono in modo coerente allo scopo ultimo dell’azione educativa. La concezione di educazione L’educazione per Comenio deve fornire a ogni uomo gli strumenti per orientarsi nella vita, per divenire consapevoli del proprio compito e sentirsi impegnato nella realizzazione dell’immagine divina, dunque, educazione la vita, per un fine religioso: la salvezza. Per Comenio tutti devono essere destinata dell’educazione. L’universalità dell educazione e dell istruzione determina la necessità che la scuola si è diffuso nella città, come nei villaggi, ma determina anche il rifiuto di qualsiasi discriminazione. Da sottolineare la posizione anticipatrice di Comenio rispetto alla necessità di educare sia le donne poiché esse sono immagini di Dio, dotate di intelligenza acuta, adatte alla Sapienza, destinate anche ad incarichi importanti; sia le persone con scarsa capacità. Non esiste situazione che neghi la possibilità dell’educazione, così come non esiste oggetto di studio che presenta difficoltà di apprendimento tali da non poter essere superate se viene presentato con il metodo adeguato. Nell ideale educativo della pansophia, concepita come estensione di tutti gli ambiti del sapere, comenio vede il mezzo per perseguire questa tensione universalistica. Il modello di scuola Dell’opera didactica magna, Comenio sviluppa la tesi secondo la quale l’educazione deve ispirarsi la natura, ai suoi principi. Un limite della sua riflessione e quello di considerare ciò che accomuna tutti gli uomini piuttosto che esaltare le caratteristiche del singolo. Ispirandosi alla natura Comenio definisce preziose indicazioni pedagogiche, quali la necessità di seguire l’interesse dell’allievo, la valorizzazione del gioco e del suo fare come attività primaria del bambino, che può divenire artefice del proprio sapere. Nei capitoli della prima parte della didactica magna, illustra la natura dell’uomo e la necessità dell’educazione. In seguito passa ad argomentare sull’esigenza di una riforma della scuola che deve mostrarsi capace di promuovere un apprendimento che sia contemporaneamente semplice, solido e rapido. Dopo l'illustrazione di didattiche specifiche, quali quella dell’arte, della lingua, della morale, perviene alla presentazione dell’organizzazione dei diversi segmenti del percorso scolastico. Il piano delineato nell’ultima parte della didactica magna, si articola su quattro livelli, dalla scuola dell’nfanzia all’accademia, arrivando a tracciare un percorso scolastico e formativo che copre l’intero arco della vita della persona. È un'organizzazione che tiene in considerazione la concezione di sviluppo della persona secondo fasi di sei anni in sei anni, e che la scuola deve considerare. La formazione prenatale, articolata in fasi che vanno dalla preparazione al matrimonio, al periodo del concepimento, alla nascita, con l'attribuzione della responsabilità educativa a entrambi i genitori. La scuola infantiae, fino ai sei anni, finalizzata lo sviluppo dei sensi esterni, attenta l’apprendimento delle conoscenze

utili ma anche la condotta morale; la scuola vernacola dai sei ai 12 anni, si esercitano i sensi interiori, l’immaginazione e la memoria. Le diverse discipline per comenio devono essere presentate secondo un andamento graduale ciclico: dalle conoscenze più semplici, generali, a quelle via via più difficili, specialistiche. Si prevede per ogni classe un unico libro di testo. Un ruolo fondamentale è attribuito da comenio all’insegnante che deve incarnare un modo di agire etico e assumere la responsabilità della scelta dell’organizzazione dell insieme delle conoscenze, affinché risultino adeguate sia l’età sia alle attitudini di ogni alunno. Ritiene opportuno fornire l’insegnante indicazioni analitiche, prevedendo un programma scandite in mesi, settimane e giornate. Sottolinea l’opportunità di suddividere la classe in gruppi di allievi e la necessità di un ambiente scolastico che all’interno deve essere luminoso, pulito e all’esterno deve esserci uno spazio per giocare e un giardino dove potersi sollevare con la vista della natura. L’educazione, statale e obbligatoria, per tutti gli uomini L’illuminismo è un movimento culturale che matura negli anni centrali del 700. Rappresenta una prospettiva filosofica e politica che coinvolge e unisce i ceti colti e la nuova borghesia dei paesi dell’europa occidentale nella convinzione che la ragione umana possa illuminare ogni aspetto della vita dell’uomo e del suo vivere sociale, che l’uguaglianza gli uomini sia il presupposto affinché ciascuno realizzi la propria felicità. Questo periodo è attraversato dalla convinzione che l’educazione sia strumento di formazione obbligatorio e accessibile a tutti ma con carattere civile: obbliga torio in quanto non può escludere nessuno uomo o donna che sià; e civile in quanto finalizzato alla formazione dell uomo che viene accompagnato a riconoscersi nelle manifestazioni di uno stato basato sul diritto naturale. Il rapporto sull’istruzione pubblica, redatto dal marchese di Condorcet testimonia la diffusione dell idea di un educazione popolare e aperta a tutti, uomini e donne, allo scopo di rendere effettivo il principio di uguaglianza tra gli uomini. In Italia, Gaetano Filangieri e Vincenzo cuoco esprimono le loro prospettive: Gaetano Filangieri accanto la necessità di un istruzione pubblica universale, sostiene la non uniformità dei percorsi educativi che devono corrisponde alle diverse occupazioni future: per coloro che svolgono lavori manuali e sufficiente un’istruzione facile e breve, per i futuri cittadini professionisti appartenenti alle classi con maggiore peso economico e politico, occorre un percorso più ampio e formativo. viene prevista una educazione domestica per le donne, corrispondente al loro ruolo e alla loro vocazione familiare.Di Vincenzo cuoco ricordiamo il ruolo di riflessione per le politiche scolastiche del Regno di Napoli punto per quanto riguarda la scuola elementare, desidera la presenza di scuole pubbliche in ogni comune. Manifesta attenzione alle scuole popolari di arti e mestieri e alle scuole agrarie. L’educazione femminile entra prima volta in un progetto educativo istituzionale. Rousseau, pedagogista fuori dal coro Il pensiero di Jean-Jacques Rousseau Rappresenta i temi, interessi ma anche i problemi e le tensioni che caratterizzano l’illuminismo punto anche se con labbra al progetto dell’Enciclopedia si scosta dalle posizioni classiche dell’illuminismo su molti aspetti, primo fra tutti quello pedagogico. Il suo pensiero attribuisce un significato decisivo alle passioni e alla dimensione religiosa. Rousseau sposta il problema dell’educazione dal piano sociale, istituzionale e, spesso, giuridico in cui lo collocano gli illuministi, per comprenderlo nella fondamentale dimensione antropologica che, accanto alla bontà naturale dell’uomo, indica il maggior ostacolo allo educativa. In questo senso l’Emilio fonda la possibilità dell educazione sul presupposto che si riconosca la vera natura dell’uomo e si connette correttamente con l’organizzazione sociale e lo Stato che la governa. Il rapporto uomo ( uomo naturale) e cittadino (uomo civile), Può essere esplicitato nel pensiero di Rousseau: l’educazione dell’uomo naturale e il fine dell’educazione e della pedagogia, la formazione dell’uomo civile é scopo della politica, e solo se l’uno diventa mezzo per l’altro si possono positivamente connettere. se accade questo e si mira all’educazione dell’uomo, possiamo avere un buon cittadino. le istituzioni religiose dell’epoca giudicano i testi di Rousseau in modo negativo perché contengono idee ritenute contrarie all’ortodossia cristiana, come ad esempio la negazione del peccato originale. L’educazione per l'infanzia

Rousseau si occupa del processo educativo dell infanzia nel primo libro dell’Emile, colloca il fanciullo al centro del processo formativo e individua nell’infanzia un momento di crescita specifico che presenta modalità di apprendimento diversi da quelli successivi. Il processo educativo di Rousseau diviene un percorso di osservazione, di guida, di accompagnamento che il maestro deve saggiamente condurre, evitando di imporre norme, precetti e giudizi che il bambino non può ancora comprendere o che possono essere sbagliati. l’educazione deve essere negativa, preservare la bontà originaria del bambino, impedendo che la malvagità, le consuetudini e i cattivi dispositivi sociali corrompano la sua natura positiva. L'educazione negativa costituisce il modello pedagogico della proposta di Rousseau per l’infanzia e la fanciullezza. Roseau considera il fanciullo un essere sensoriale. Lo sviluppo dei sensi è l’obiettivo principale dell’educazione naturale durante l’infanzia. Gli anni infantili costituiscono un tempo significativo di apprendimento. L’educazione per la fanciullezza Secondo Rousseau la natura dell’uomo e buona, libera e relazionale. Ogni individuo è però limitato dai dispositivi biologici e sociali che lo condizionano. L’educazione naturale deve permettere a ogni fanciullo di riconoscere la propria essenza interiore e, una volta diventato adulto, di mostrarla attraverso azioni responsabili che generano conseguenze positive nella società all’interno della quale vive. Se l’essenza naturale dell’uomo è relazionale, ossia aperta positivamente agli altri, nessuna educazione può considerare la formazione come un processo spontaneo che non necessita di un rapporto con gli altri. Rousseau Non si limita a proporre un’educazione privata che sottrae all’ allievo ai contesti sociali punto per poter formare un uomo autonomo e responsabile che sappia equilibrare l’amor di sé e l'amor proprio, educazione negativa è indispensabile appunto la fanciullezza rappresenta il periodo di crescita più importante per prendere consapevolezza della perdita soggettiva, per fare esperienza positiva della realtà esterna e per costruire legami relazionali. Nel secondo libro dell'Emile, l’interesse del fanciullo e l’esperienza sono i principi pedagogici che orientano il maestro che intenzionalmente facilita ...


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