Per carità, poveri e politiche assistenziali nell\'Italia moderna PDF

Title Per carità, poveri e politiche assistenziali nell\'Italia moderna
Course Storia moderna
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

Riassunto preciso di ogni parte del libro....


Description

PER CARITÀ!

Poveri e politiche assistenziali nell’Italia moderna!

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Marina Garbellotti!

introduzione!

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Povertà è carenza di beni materiali ma anche immateriali (relazioni sociali —> forestieri) e non risponde solo a dati oggettivi ma è una costruzione sociale soggetta a variabili temporali, territoriali e culturali. Per comprendere le logiche assistenziali occorre conoscere i valori della società. Dal ‘500 al ‘700 nel concreto non cambiano molto i provvedimenti, assistenza è al fine di conservare ordine sociale e tutelare le norme etiche e l’atteggiamento verso i poveri rimane identico, x questa continuità il libro sceglie una struttura tematica + che cronologica e prende solo il territorio It con accenni all’Oltralpe.!

! 1. Poveri furfanti: rappresentazione o realtà?! ! Immagini letterarie di falsi bisognosi! !

Prima del ‘400, nel Medioevo, il povero era raffigurazione terrena di Cristo, poi si iniziò a distinguere vero e falso povero. Il vero era quello che non poteva lavorare per difficoltà oggettive e meritava così aiuto, il finto mendicava x avversione al lavoro, x ozio e non meritava soccorso. Ragioni del mutamento legate ad aumento demografico non accompagnato da quello dei beni di 1^ necessità, + carestie ed epidemie che fecero crescere il pauperismo.!

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Nasce la letteratura furfantesca che descrive gli imbrogli:! - Speculum cerretanorum T. Pini, 1484-6 —> 39 tipi di falsi mendicanti, ripresi da:! - R. Frianoro 1621 che li classifica x tipo d’inganno: affrati (falsi frati), falsi bordoni (finti pellegrini), accapponi (fingono piaghe alle gambe) ecc.. ! Vi sono anche trattati sotto forma di dialogo dove i vagabondi spiegano in 1^ persona le tecniche degli inganni e le motivazioni della loro condizione:! - Erasmo da Rotterdam, Parlando agli accattoni, il mendicante Iride esalta il suo stile di vita che ha una libertà che nemmeno i re hanno, non vengono reclutati nell’esercito, non ricoprono cariche pubbliche, non pagano tasse ecc..! - F. Glissenti medico bresciano, Athanatophilia 1596 dialogo tra un filosofo e un medico, dove medico spiega tutti i risultati che si hanno usando date sostanze e come sembra che siano malati quando in realtà non lo sono. L’imbroglio è un arte che richiede destrezza e furbizia, truffano x il piacere di esercitare questo mestiere.! - T. Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo, individuo ozioso e privo di moralità che non versa imposte, non aiuta alla crescita della comunità, va con prostitute, gioco d’azzardo sperperando i soldi presi con l’inganno e insulta Dio.! Nel ‘400 c’è l’ASTUZIA legata al rifiuto del lavoro, nel ‘500 si aggiunge IMMORALITÀ e disconoscimento delle regole sociali ed etiche. Le politiche assistenziali sono influenzate da questa figura del falso mendicante costruita nella letteratura.!

! Dalla vita contemplativa alla vita attiva: l’ozio come problema! !

Tema ricorrente della letteratura furfantesca è l’OZIO, preferiscono imbroglio a lavoro perchè sono sfaticati. Cristianesimo ha sempre dato una visione positiva del lavoro, ammirazione vita contemplativa ma anche

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operativa: Dio aveva lavorato creando il mondo e così la società era divisa in oratores, bellatores e laboratores, chi non pregava o non difendeva la società doveva lavorare x questa.! Nacquero diversi ordini mendicanti che esaltavano la povertà e le forme di questa si moltiplicarono, così Chiesa e autorità civili dovettero distinguere i poveri: ! - POVERTÀ VOLONTARIA: nasceva dal desiderio di migliorarsi e avere uno stile di vita santificante,! - POVERTÀ INVOLONTARIA: x cause di forza maggiore, meno tollerata perchè queste persone accettavano passivamente la propria sorte e non convertivano la loro condizione in atto di virtù. ! Nel ‘400 e ‘500 aumentarono moltissimo i poveri fino a divenire piaga sociale: non abbastanza risorse x coprire domanda, alti prezzi anche x argento/oro delle Americhe, ripercussioni su commerci/attività finanziarie + epidemie e guerre ed inasprimento delle tensioni sociali ed immiserimento —> abbandono zone rurali x città che non riuscivano ad assorbire l’affluenza. Le reazioni furono riforma delle modalità assistenziali x rimuovere la mendicità, dare risorse ai poveri meritevoli, lavoro ai bisognosi abili e cacciare oziosi. Anche intellettuali cercano rimedi (Erasmo, T. More e Vives).! Sottrarsi al lavoro era come contrastare ordine naturale/divino, era dell’individuo la responsabilità della sua condizione e l’accettazione/avversione al lavoro era il segno di riconoscimento dei veri poveri e segno di accettare o meno le norme sociali.!

! Unioni dissolute! !

Nel dialogo di Glissenti il falso povero dice che non ha né moglie né figli perchè vuole essere libero di cambiare donna quando vuole.! Nucleo famigliare è in miniatura l’organizzazione statale, ogni componente ha un compito preciso. Medioevo non si legalizzava unione con matrimonio, i ministri del matrimonio erano gli sposi che dichiaravano consenso alla consumazione. Per comunità un uomo e una donna che vivevano insieme erano un nucleo famigliare e non era semplice distinguere un matrimonio regolare da una semplice convivenza e di conseguenza i figli legittimi dagli illegittimi. Con il decreto Tametsi del 1563 vengono fissati i punti del matrimonio valido: pubblicazione nozze nella chiesa, sacerdote fa liturgia precisa, 2 testimoni, annotazione matrimonio sul registro parrocchiale —> trasferimento rituale da spazio privato a sacro. Pubblicazioni erano x annunciare il matrimonio alla comunità che poteva comunicare al sacerdote gli impedimenti: consanguineità, difetto d’età o bigamia. La bigamia era spesso attuata dai vagabondi, che non avendo fissa dimora sposavano varie donne nei vari luoghi in cui stavano. Il matrimonio tra indigenti era mal visto ed era un problema di carattere etico: non x il fatto che economicamente non si potevano mantenere (come in ING e GER) ma perchè i figli avrebbero avuto il cattivo esempio dei genitori, comportamenti diseducativi che finivano col farli diventare a prescindere mendicanti.!

! Comportamenti infami! !

Si diceva che i falsi poveri insultassero dio con bestemmie e lo rinnegassero come infedeli, non solo con bestemmie ordinarie, ma anche con ereticali che sono accompagnate da convinzioni eterodosse.! Per la Chiesa erano delitti di lesa maestà divina ma anche x il potere civile erano condannate, perchè accendevano ira divina portando guerre, pestilenze e carestie e perchè andavano contro obiettivo di educazione morale della società. Rispetto religione x conservare ordine pubblico. A Venezia il Consiglio dei 10 1537 fece una magistratura degli Esecutori contro bestemmia e gioco, legati perchè quando si perdeva si imprecava, inoltre il gioco d’azzardo era fonte di vizi e non dipendeva dall’intelligenza ma dalla fortuna, e così giocare significava sfidare i disegni divini. Nel ‘400 si avviò un processo di moralizzazione in quanto gioco con soldi portava anche rischio di perdita dei patrimoni e quindi ricadute sociali nell’impoverimento o indebitamento. Teologi e autorità civili cercarono di osteggiare questi giocatori ritenuti infami anche perchè frequentavano il luogo osteria dove c’erano tutti i peggiori individui e attività.!

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Narrazione e realtà si (con)fondono!

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La letteratura furfantesca è percepita come veritiera nella società del tempo, confermato da raffigurazioni del povero oziino su editti, carte processuali e norme su elemosine. In realtà il vero povero è il contadino, il lavoratore di giornata.! - Interrogatorio a un giovane mendicante Pompeo dallo Stato Pontificio 1595, arrestato perchè mendicava in una chiesa durante la messa, ma ciò che conta è il fatto che c’erano 19 compagnia di questuanti specializzate nei vari tipi di truffa e ognuna con un linguaggio in codice preciso utilizzato dai furfanti —> conoscenza letteratura furfantesca. La singolarità del documento sta nel tentativo di dargli autenticità creando personaggi reali.!

- Trattato Il giudice criminalista di Cospi 1643, dice di aver assistito ad una scena a Chiusi in cui un furfante benedice bestie a una donna x non farle morire in cambio di un telaio di lino, il marito sospetta inganno e lo rincorre, lui gli lancia una maledizione e gli ridà il telaio che con una tecnica d’inganno prende fuoco, l’uomo chiede al furfante di tornare a benedire bestiame. Poi furfante arrestato, ma in realtà questa storia è presente nel Il vagabondo di Frianoro —> altro esempio dove realtà e finzione si sovrappongono.!

- Ordinanza sui poveri 1548 a Bologna: forestieri furfanti che con bugie rubano elemosina ai veri poveri.! - Proclama romano 1591 condannava vagabondi che con elemosine vanno x osterie. C’è un continuo rimando alla letteratura furfantesca x tt età moderna.! Questi testi letti tra le righe in realtà sono funzionali al fisserà i valori della società ideale, disprezzando ozio, inganno, immoralità esaltano il lavoro, l’onestà e rispetto x le norme sociali e morali, come principi irrinunciabili. È una strategia x educare la popolazione a valori giusti e all’ordine sociale.!

! 2. Misure contro le “bocche inutili”! ! Oziosi e vagabondi raccontano! !

Poveri oziosi/falsi non invenzione —> Consiglio dei 10 deposizioni utili: contadino friulano dichiara che x lui lavoro era occupazione saltuaria da svolgere a piacere nei momenti vuoti della giornata. Vero anche che alcuni poveri si travestivano da sacerdoti o pellegrini x imbrogliare.! Tutto però è da ridimensionare, infatti erano una minoranza i vagabondi, perchè ciò comportava perdere legami famigliari e sociali che tutelavano l’individuo e le ragioni dello spostarsi erano molteplici, non solo la povertà —> processi fonte ricca: 1590 i borri arrestarono un mendicante che aveva accoltellato una donna con cui vagabondava, i 4 viandanti poveri convocati x testimoniare si presentano, uno era famiglio di stalla e si spostava x cercare un’occupazione e stava all’ospedale x risparmiare quei pochi soldi che aveva, un altro era filatore delle Fiandre tornato in Italia con speranza di trovare lavoro. Il terzo un servitore che andava a Bologna x trovare un nuovo padrone e infine un venditore ambulante di santi e corone di rosario che viveva di questo commercio. ! Tutti hanno rapporto con il mondo del lavoro e gli spostamenti sono x poterlo consolidare. ! Inoltre mobilità non x forza rompeva famiglia: 1560 Giacomo viveva con moglie a Cremona e si spostava periodicamente x commerciare, quando non andavano gli affare faceva carità, quindi da uomo accettabile diveniva un indesiderato.!

! “Migliaia di poveri […] sparuti e magri”! !

Nei periodi in cui vi era calo demografico e si aveva bisogno di manodopera, alcune città concedevano privilegi (come non pagare tasse) ai forestieri disoccupati x farli lavorare, di fronte necessità non si stava a guardare l’onestà. ! Nelle città entravano tanti stranieri, x i mendicanti vi erano procedure precise però e un controllo + rigoroso:! - Venezia: forestieri si dovevano presentare agli Esecutori x avere permesso di soggiorno di alcuni giorni,!

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- Verona: guardie riportare su registri nome, generalità, giorno arrivo e durata soggiorno, data e luogo di rilascio licenza di mendicità, meta e luogo di pernottamento, la fede era licenza di mendicità.!

- Siena: bollettino dove c’era tempo di permanenza e compagni di viaggio.! 1527-9 guerre ed epidemie nell’It centro-settentrionale portarono mancanza di cibo e i contadini affamati si riversavano in massa nelle città x chiedere elemosina, a Bologna nel 1750 si accolse richiesta di cibo dalla provincia x forte neve che copriva raccolti x evitare che si riempisse la città. Preoccupazione none ra x condizioni dei mendicanti ma x il disagio dato agli abitanti e la diffidenza era alimentata dai proclami sulla pericolosità fissata nell’immaginario collettivo del vagabondo furfante.!

! “Purgare la città”! !

Per ridurre presenza poveri si incominciò a bandirli dalle città x tt età moderna. L’espulsioni erano un esigenza di ordine pubblico in quanto i vagabondi erano associati a furfanti e ladri e appaiono come la causa di tutti i mali della società e devono così essere eliminati. Allontanamenti anche x necessità economiche in quanto i vagabondi si intensificavano nei periodi di crisi e le autorità sceglievano di aiutare chi contribuiva alla crescita economica e così le bocche inutili venivano estromesse o ridotte al lavoro e rese così produttive.! I bandi di allontanamento però spesso avevano effetto limitato, alcuni per soldi li facevano entrare furtivamente e anche se le pene erano severe non fermavano il fatto. I forestieri alloggiavano in locande, alberghi e case private, autorità cercavano collaborazione di chi faceva ospitalità inducendoli a denunciare presenza dei poveri e a tenerli poco tempo. Le misure da adottare erano legate alla situazione contingente e spesso in poco tempo passavano da tolleranza a completa chiusura.! Tra le pene inflitte c’era quella del remo, duro lavoro e rischi che spesso portavano a morte, ma l’indigenza continuava perchè non si applicavano con rigore le pene, spesso erano solo con funzione deterrente, le licenze inoltre non davano precise info ed erano facilmente falsificabili. Inoltre vi era insufficienza numerica degli ufficiali che oltretutto non possedevano ottime capacità di lettura x le licenze —> mezzi inadeguati e poche risorse.!

! Il lavoro salva dall’espulsione! !

Categoria di poveri che venivano banditi x mantenere ordine pubblico erano: vagabondi forestieri, abitando del contado e quelli della città, i + pericolosi perchè facevano elemosina pur essendo persone sane e in grado di lavorare, in quanto ognuno doveva costantemente dare prova di essere utile all’economia urbana e di rispettare l’ordine sociale, inadempienza portava l’allontanamento.! In altre realtà differenza di provvedimenti per le varie tipologie di poveri con + indulgenza per i forestieri integrati nella città da mesi (Cremona) e atteggiamento cambiava se necessitava manodopera —> chiave d’integrazione era esercizio di un’attività (Es. Bologna, 2 frustati e 3 lavoratori rilasciati). # Alcune misure prevedevano reclutamento forzato dei mendicanti abili, quelli inadatti al servizio militare erbai impiegati x costruzione edifici, manutenzione strade, che comportavano costi alti che l’assunzione dei poveri abbatteva. In + si passava un messaggio morale: chi svolgeva un’attività poteva restare in città ed aver aiuti economici. In realtà questi provvedimenti ebbero carattere discontinuo ed erano legati alla contingenza.!

! 3. Chi merita la carità?! ! Si aiuta chi appartiene alla comunità! !

1587 il consiglio della città di Brescia consultò il rettore del collegio dei Gesuiti x sapere quali poveri doveva aiutare la Casa di Dio, ospedale da poco fondato: solo i poveri cittadini escludendo gli stranieri, anche quelli delle zone limitrofe. In pratica si scelse di non negare elemosine a tt gli stranieri, accordarla a quelli che

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abitavano in città da almeno 3 anni, con una casa —> altro tratto x qualificare il vero indigente: APPARTENENZA ALLA COMUNITÀ.! 1543 Lucca, periodiche distribuzioni di elemosine agli abitanti bisognosi, i poveri del paese invece ricondotti alla comunità di provenienza che doveva occuparsene, se non poteva, messi nei ricoveri fuori città. Così se ogni centro si occupava dei propri poveri si sarebbe ridotto il problema dei vagabondi —> non funzionò.! C’era la cittadinanza x INCOLATO decennale (- prerogative e doveri di quella O), ORIGINARIA quando si era nati in quel luogo (benefici economici, giuridici, sociali) e PER PRIVILEGIO o COMUNE x grazia concessa ad abitando del contado.! Il titolo di cittadino “creato” portava promozione ed inserimento sociale, richiesto x ottenere incarichi pubblici o semi-pubblici. Tra le prerogative di chi aveva la cittadinanza c’era la carità, solo chi si era reso utile alla comunità poteva essere aiutato. Inoltre appartenenza alla comunità comportava relazioni tra governanti e governati che dovevano rispettare ordine sociale, autorità invece dovevano tutelare/soccorrere i + deboli.!

! Individuare i veri poveri! !

Cifra necessaria x aiutare le persone povere era troppo elevata in relazione alle risorse disponibili, compito delle autorità di governo e rettori delle istituzioni assistenziali compiere un ulteriore scrematura: impo avere LICENZA DI MENDICITÀ —> interessato si presentava all’ufficio dei Poveri o di Sanità con dichiarazione d’indigenza scritta dal parroco x essere incluso nella lista delle persone bisognose. ! In altre città (Modena) erano gli amministratori dell’ospizio dei poveri a individuare i bisognosi e a consegnare le licenze di mendicità, dando poi i CONTRASSEGNI che riportavano immagine di un santo o stemma della città, notizie biografiche x identificare il soggetto, nome parrocchia e data di rilascio, nome del cancelliere —> dovevano essere appesi al collo (ES: Sanità di Verona).! Intenzione delle autorità era di arginare il n. dei bisognosi immeritevoli e indirizzare le risorse caritative ai veri indigenti —> sistema non efficace come appariva sulla carta: facile eludere controlli, avere licenze irregolari o essere iscritti negli elenchi senza avere davvero il diritto. Inoltre era difficile far accettare al popolo questi segni, perchè era abituato a scegliere i destinatari dell’elemosina —> carità funzione religiosa x ricattare peccati, prioritario compiere azione e non verificare a chi si dona.! Liste x assistiti a domicilio a cui erano periodicamente dati beni di 1^ necessità, gestite e attuate dagli ospedali, confraternite e Uffici dei poveri, prima di aggiungere un nome compievano un indagine diretta x evitare frodi. Se menomazioni fisiche, malattie croniche o anziani subito aggiunti, + complicato se i poveri erano laboriosi: comprendere se attività era adeguata x mantenimento ed eventualmente quali aiuti dare x raggiungere equilibrio economico. Accertata povertà materiale info sulla residenza e sulla bontà x stabilire se indigente meritava aiuto. Chi dimostrava di essere cittadino, residente, di aver contribuito con lavoro allo sviluppo economico urbano e di essere privo di lavoro x circostanze involontarie era giudicato vero povero.!

! Le prerogative dei bisognosi! !

Il dono + frequente che veniva distribuito era il PANE e il periodo di somministrazione degli aiuti dipendeva da situazione famigliare singola e non era mai continuativo ma temporaneo x evitare di portare all’ozio, la carità doveva essere uno stimolo a lavorare —> idea di povertà come circostanza temporanea dovuta a cause congiunturali.! Un altro aiuto che dava l’assistenza erano le cure mediche, ospedali ricoveravano gratuitamente le persone ma i posti erano inferiori alle richieste e non avevano strutture adeguate, personale specializzato e il contatto diretto con ammalarti (2 in 1 letto) aggravava le situazioni. Spesso si sceglieva di curarsi in casa, ma medico non x tutti aveva un costo accessibile così le autorità di governo stipendiavano medici e chirurghi che prestavano soccorso agli abitanti poveri. Spesso si accettavano solo i veri bisognosi che abitavano almeno da 10 anni contigui in città, quelli del contado a volte si accettavano con precedenza però ai residenti.! Norme particolari x i pellegrini che avevano statuto speciale x la missione che compivano —> Roma, ospedale della Santissima Trinità 1578 selezionava accesso all’ospizio accoglienti solo i pellegrini in

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possesso della FEDE rilasciata dall’autorità ecclesiastica del luogo di provenienza e consegnavano un bollettino con giorno d’ingresso e durata soggiorno.! 1767 ospedale di Vimercate cure mediche solo a chi abitava lì da almeno 5 anni, Mi in quel periodo era sotto dominio austriaco che faceva rispettare con severità il principio della territorialità: ogni città prendersi cura dei propri poveri x ridurre mobilità. ! Assistenza sanitaria a volte poteva essere concessa anche ai poveri stranier...


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