Pietre che affiorano - A. Canevaro PDF

Title Pietre che affiorano - A. Canevaro
Author Martina Losa
Course Pedagogia sociale 2
Institution Università degli Studi di Bergamo
Pages 46
File Size 792.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 10
Total Views 119

Summary

Download Pietre che affiorano - A. Canevaro PDF


Description

PIETRE CHE AFFIORANO I MEDIATORI EFFICACI IN EDUCAZIONE CON LA “LOGICA DEL DOMINO” INTRODUZIONE Cosa Intendiamo per Mediatori -

-

Sono coloro che forniscono sostegno e unisco due “sponde di un fiume” Un mediatore deve avere le seguenti caratteristiche: 1. Deve avere la possibilità di aprire e rinviare alla pluralità di mediatori, sia per sostituire, che per accompagnare ed evolvere il mediatore utilizzato in un certo periodo della vita 2. Deve costituire un punto di convergenza di sguardi diversi, essendo un oggetto esterno al soggetto e visibile da altri con un significato in parte condiviso e in parte non condiviso. Deve poter permettere di far convivere diversità e unità 3. Può rappresentare il soggetto senza comprometterlo: ▪ Può saggiare un terreno insicuro, esplorare un ambiente, anche relazionale, senza che eventuali insuccessi deprimano o feriscano il soggetto. 4. Deve essere malleabile, per poter riflette l’impronta che il soggetto vi pone senza che questa sia definitiva ma sempre perfettibile. Può permettere di esercitare l’impronta soggettiva, sperimentando gli aspetti creativi ma anche distruttivi, essendo nello stesso tempo attore e spettatore 5. Deve poter condurre e guidare una sperimentazione di sé da parte del soggetto, senza che questi si senta giudicato in maniera tale da compromettere altre esperienze.

Pietre che Affiorano

Pag. 1

Cap.1 MEDIATORI EFFICACI Inserimento, Integrazione, Inclusione INSERIMENTO: -

Indica una presenza fisica ed evidenzia il fatto che si è superata una prima esclusione fatta di separazione fisica.

INTEGRAZIONE -

L’inserimento apre una dinamica che non si ferma e che avvia processi d’integrazione. Che riguarda un miglioramento delle dinamiche di adattamento fra il singolo soggetto e il contesto prossimale

INCLUSIONE: -

-

-

-

Esistono 2 tipi di Inclusione: o Quella dei Valori: ▪ Tende all’assoluto e all’imposizione o Quella dei Principi ▪ che opera orientando per convinzioni diffuse e non imposte Tra i principi possiamo ricordare: o Principio di responsabilità ( Hans Jonas ): ▪ Si basa su una prospettiva sistemica che permette di connettere punti fra loro lontani: • la decisione, può avere ricadute lontane nel tempo e nello spazio, ed esige un'assunzione di responsabilità capace di collocarsi in un tempo e spazio ampi. ▪ Secondo Jonas Hans, deve cambiare l'assunzione di responsabilità: • La responsabilità non può limitarsi al dato prevedibile, ma deve comprendere anche numerose situazioni impreviste. Inclusione è avere una prospettiva ecosistemica ampia: o Che permette di collegare “spazzatura” e disabilità. o Nella prospettiva inclusiva si trova il collegamento fra disabilità e legalità, ma anche quello fra qualità della vita per tutti, fra le violenze delle contrapposizioni etniche e i diritti delle persone disabili con bisogni speciali. Nella prospettiva inclusiva vi è il problema di liberare chi ha bisogni speciali dalla prigionia del ruolo di vittima, e questo comporta l’analoga liberazione dal ruolo di carnefice. Si può capire che la prospettiva inclusiva comporti l'abbandono delle visioni stereotipate che criminalizzano e vittimizzano

-

La visione inclusiva provoca la capacità di contaminarsi, di generare ovvero di svolgere la stessa funzione e produrre uno stesso risultato ma con elementi strutturalmente diversi.

-

Edelman parla di degenerazione del cervello in un senso molto positivo: o Della possibilità che il cervello non viva una specializzazione assoluta delle sue componenti ( le cellule ) ma si organizzi per “degenerare” rispetto ai compiti che non erano previsti

Pietre che Affiorano

Pag. 2

Agire immediatamente o costruire piano piano la pace -

Vi sono delle situazioni in cui crediamo che si possa fare affidamento solo sull'intervento diretto, ( es. delle guerre). Altre situazioni che incontriamo nella nostra vita, nella nostra realtà umana non hanno la possibilità di metterci in moto / di attivarci con un intervento diretto ma solo per logiche indirette

-

Noi non dobbiamo metterci nella trappola di pensare che se non posso fare qualcosa direttamente su quella situazione sono nell' impotenza. Noi abbiamo da fare altre cose, cioè dobbiamo fare quelle scelte che permettano di attivare o di collegarsi a delle dinamiche che arrivano anche all'intervento.

-

L'azione diretta è molto importante ma non è l'unica e la politica è quasi sempre azione indiretta, logica complessa, con scelte che devono permettere di vedere oltre ciò che si vede e di agire su ciò su cui non è possibile agire direttamente. E’ questo la politica, ma la politica è la pace, è l’accordo. E’ sull’accordo che bisogna lavorare. Il resto è uno schierarsi e lo schierarsi non è mai un elemento utile perché è ancora nella logica della guerra.

-

Chi lavora per l'educazione interculturale bisogna che ricordi come l'impegno interculturale significa riconoscimento di reciprocità e non unilateralità, l’impegno interculturale non è mai unilaterale. Lo schierarsi da una parte sola nell’ intercultura è tradire l’ intercultura stessa La nostra onestà intellettuale è quella di non gratificarci con l’idea di interventi ma con l’idea di scelte, di scelte da lontano

Ragioni di un Interesse -

-

"Cuore" dell'interesse nei confronti della pedagogia istituzionale è il rapporto istituito/istituente: o ISTITUTO: ▪ richiama e indica il già dato e forse consolidato nella storia o ISTITUENTE: ▪ è la dinamica che potrebbe svilupparsi, che genera novità, progetti e possibilità di crescita. Chi nasce, non può che trovarsi in un contesto già istituito, che comprende la struttura dell’ambiente, del tempo, degli oggetti e del linguaggio.

-

La Parola è mettere in relazione: o Con la parola una storia comincia, inizia il dialogo. o Parola e Dialogo esigono il riconoscimento della separazione, con la possibilità grazie ad un mediatore efficace, di produrla come di percorrerla e in qualche modo ridurla.

-

IL LINGUAGGIO: o Ci aiuta a capire l'importanza del rapporto istituito / istituente, e del dialogo, essendo una struttura istituita ma permettendo ed esigendo nel suo uso una dinamica di Intenzionalità istituente. o Es. il ruolo dell’Attore: ▪ Ripete una parte che è già scritta ( Istituita ) ▪ Ma la sua interpretazione, anche se non cambia nulla del testo, è sempre istituente. ▪ È un rapporto delicato e dinamico: Se l'attore rinuncia a ogni iniziativa interpretativa(istituente) si appiattisce sul testo (istituito). Ma se l'interpretazione (istituente) ha un'iniziativa esageratamente libera, rischia di non avere alcun rapporto con il testo (istituito).

Pietre che Affiorano

Pag. 3

Vygotskij -

Il compito educativo: o è il compito di mediazione dell'adulto per riorganizzare i processi e permettere un passaggio ad un funzionamento soggettivamente organizzato.

-

Formazione delle funzioni Mentali: o ha origine nell'interazione sociale: ▪ I dialoghi verbali con l'adulto fossero di importanza principale per lo sviluppo del pensiero del bambino. ▪ Ciò significa che il bambino si sviluppa intellettualmente perché la mediazione dell'adulto lo porta da un funzionamento "Eteroregolato" ad uno "Autoregolato"

-

Vi è quindi una dinamica nell'educarsi alla conoscenza che individua nell'educatore una guida metodologica capace di individuare gli strumenti, porgerli con cautela, di alimentare un'organizzazione del contatto con le conoscenze lontane e di riorganizzare tali conoscenze, una volta che siano acquisite, all'interno di un processo di integrazione.

I Mediatori in un caso celebre: Il Ragazzo “selvaggio” dell’Aveyron ( Victor ) -

Il rapporto istituito / istituente ha bisogno di mediatori e la ricerca dei mediatori richiama una "famiglia" di studiosi che si sono messi all'opera partendo da posizioni molto diverse.

-

Es. : La vicenda del Sauvage, del bambino abbandonato, trovato dai contadini dell’Aveyron: o Il ragazzino selvaggio, trovato dai contadini dell'Aveyron nel freddissimo inverno del 1800, e poi seguito da Itard a cui il tribunale di Parigi lo aveva affidato. o Il “ragazzino selvaggio” aveva avuto una vita isolata, probabilmente più occupata dalle fughe e dalle lotte per sopravvivere che dalle relazioni di aiuto. o La sua identità si era sviluppata al di fuori dell'appartenenza, esso non aveva linguaggio.

-

Lo sviluppo dell'identità nell'appartenenza ha bisogno di avere dei punti di riferimento: o Vitali: ▪ capaci di flessibilità e di estensione variabile e aperta o Simbolici: ▪ con una strutturazione non fugace e non facilmente deperibile

-

Victor fu accolto dal commissario di governo e poi seguito dal prof. di storia naturale della scuola centrale dell'Aveyron, Bonnaterre, il quale fece un'operazione interessante: o lo mise in una condizione per cui, in una serata molto fredda, avendo la porta della stanza aperta sull'esterno e avendo un fuoco acceso, poteva essere osservato. o Il suo comportamento era importante per cercare di capire le sue potenzialità.

-

Victor si era avvicinato al fuoco, con questo indicando già una certa capacità di scelta. o Gli era presentano un grande piatto con sopra diversi cibi, crudi e cotti, per osservare il suo comportamento: ▪ Egli aveva preso una o due patate crude, le aveva buttate nel fuoco, aspettato un tempo adeguato e poi le avevo ritirate senza utilizzare strumenti, usò le mani e le aveva poi mangiate.

-

Victor, il nome che gli è stato dato da Itard, ama molto l'acqua e il latte. Per questo: o In poco tempo, il bicchiere d'acqua ottenuto dopo un'attività ben riuscita diventa il

Pietre che Affiorano

Pag. 4

modo per dirgli come sia stato bravo, e l'armadio-dispensa dove viene conservato i latte diventa un punto di riferimento che permette di orientare e strutturare spazio e tempo. -

-

I piccoli rituali quotidiani diventano il contesto "sicuro" che permette lo sviluppo. Un giorno accadde che : o Victor, andando con Itard da un vicino, si porta in tasca la propria tazza per il latte, strumento e simbolo per indicare / comunicare un bisogno. È la dimostrazione che: o Il ragazzo sa vivere attivamente i vincoli di appartenenza, sviluppando un suo progetto di vita.

-

Un piccolo esperimento fatto da Itard a Victor: o Victor ha ricevuto una richiesta scritta: ▪ un foglio su cui è scritta la parola "libro" che conosce ma che riferisce unicamente a un certo libro, che è in camera sua. Itard ha provveduto nel chiudere a chiave la camera. Victor è in una stanza con molti libri, ma sembra non trovare un libro. Si rallegra quando trova un libro del tutto simile a quello della camera.

-

Questo spinge altri studiosi a utilizzare non materiali del contesto quotidiano ma con forme astratte e a ideare materiali strutturati come mediatori della strutturazione di pensiero. La storia di Victor è indicatrice di una ricerca sui mediatori: o sulle capacità di creare un collegamento tra quello che un soggetto ha già e quello che l'altro gli porta. E la ricerca dei mediatori è continuata.

-

Mediatori per esplorare lo spazio potenziale di sviluppo -

La storia di Victor e Itard è indicatrice di una ricerca sui mediatori: o Sulla capacità di creare un collegamento tra quello che un soggetto ha già e quello che l’altro gli porta.

Vygotskij: -

-

-

Per zona di sviluppo prossimale: o significa disporsi e cercare di essere mediatore adeguato alle soglie sensoriali che l'altro può percorrere. Educazione "Attiva": o Il termine "attiva" vuol dire attivarsi proprio per accettare nuove sfide; o per cercare i mediatori efficaci all'interno di un orizzonte senza limiti precostituiti. I mediatori costituiscono un continuo ingresso per andare avanti. Non ci si può fermare, il rischio dell’Enfasi è di chiudere anziché aprire.

Comunicazione Facilitata nell’Autismo -

Tecnica specifica per riempire l’assenza di un linguaggio verbale. o Questo può creare un mediatore che non apre ad altri mediatori e alla metacognizione Il problema è dovuto: o Ad una specifica tecnica che rischia di eclissare la struttura complessa della comunicazione. o Il rischio si riconduce quindi ad un’assenza di pluralità da parte degli operatori

Pietre che Affiorano

Pag. 5

Caratteristiche irrinunciabili dei mediatori 1. Pluralità -

I mediatori entrano in scena appena inizia la vita individuale, che non può che essere in mezzo agli altri e in una realtà aperta. Attraverso i mediatori, organizziamo una struttura condivisa: o La condivisione è propria dei mediatori, che devono essere tanti quanto sono i contatti, e nello stesso tempo devono permettere al soggetto di conservare la propria identità. E’ qui che si gioca la partita fra Comunità Chiuse e Comunità Aperta: ▪ Se la pluralità si blocca l'individuo rischia di non riuscire a vivere in una realtà aperta e progressiva

2. Collegarsi a domino e costituire un contenimento elastico -

Il gioco del dominio permette collegamenti di forme, colori, numeri e di molti altri elementi percettivi. I vari pezzi si contengono vicendevolmente.

3. Sicurezza e invito a rischiare -

-

Riunire in sé il fatto di essere un punto: o sicuro e invito implicito ad andare oltre, a rischiare; o Di continuità e nello stesso tempo di rottura. Il nostro procedere è probabilmente secondo la logica del progetto

4. Un mediatore non fa paura -

-

-

Secondo Laborit: o una particolare inibizione può derivare dall'incapacità di classificare un avvenimento, e questo porta a non sapere agire in rapporto a una realtà che paralizza. Apprendimento è ogni fatica organizzata del fare: o Il soggetto che apprende riesce a organizzare la fatica immaginandone la sequenza in "movimenti" necessari, appoggiati a mediatori capaci di collegarsi in rete. Se un mediatore fa paura occorre sostituirlo; diversamente corriamo il rischio di sentirci bloccati.

5. La Multimodalità -

I molti modi per realizzare un unico disegno sono suggeriti da circostanze e da aspetti soggettivi.

6. La Multimedialità -

Potremmo credere, o illuderci, di vivere nel paradiso della multimedialità. In realtà rischiamo di esserne vittime, perché non siamo in grado di scegliere fra i "multi" e servirci della "medialità” più si adatta alle finalità, circostanze e possibilità del soggetto e contesto. La multimedialità si accompagna alla possibilità e capacità di scelta

7. Le funzioni organizzative riformulabili -

La capacità di ripensare un progetto collocandolo in un contesto mentale che ci risulta famigliare, è uno dei modi più presenti nella nostra vita per risolvere un problema.

Individuare “famiglie” di mediatori I mediatori si raggruppano in "famiglie" secondo compiti organizzativi: 1. Separazione e Connessione -

Ogni fase delle nostre vite ha qualche momento che può essere indicato come un rituale. Questi rituali ci permettono di connettere e, nello stesso tempo, di separare

2. Memoria -

I mediatori organizzati per la memoria sono innumerevoli

Pietre che Affiorano

Pag. 6

3. Esplorazione Ipotetica e Cognitiva -

-

-

Nella pedagogia si parla di invenzione di "dispositivi": o Un dispositivo è un insieme di condizioni che offrono a chi cresce la possibilità di apprendere e organizzare le proprie forze. o È una situazione elaborata per permettere all'altro di impegnarsi in una nuova attività. In un dispositivo educativo, i divieti garantiscono i diritti di ciascuno. Reda: o Per un educatore, inventare dispositivi è praticare l’anticipazione ragionata o questa espressione può essere collegata all’esplorazione ipotetica. André Parè: o Aveva suggerito un utilizzo di mediatori efficaci come "agenti di avviamento" di un percorso esplorativo-cognitivo

Riorganizzazione : Riabilitazione e Rieducazione La storia di Sabadel -

Ha fatto storia nel campo della riabilitazione la storia di Sabadel: o disegnatore conosciuto in Francia che nel 1977, a 38 anni, per un tuffo sbagliato, è diventato afasico ed emiplegico.

-

Ricoverato a Parigi, viene incoraggiato a: o Disegnare con la mano sinistra, leggere i giornali, ascoltare la radio per poi poter commentare i suoi disegni. o Viene incoraggiato a disegnare quindi l'utilizzo di un espressione grafica. I riabilitatori scelgono e prediligono quest'ultima espressione per il suo caso.

-

Il punto interessante della vicenda di Sabadel, sta nel fatto che i riabilitatori: o NON scelgono una strada convenzionale, costruita a priori o MA scelgono una pista personalizzata, privilegiando i mediatori iscritti nella storia si Sabadel. Se il riabilitatore non avesse lasciato spazio al mediatore materiale efficace ( il disegno ) non vi sarebbe stata questa storia e la riabilitazione del soggetto, che tramite i suoi disegni ha raccontato la sua storia, la sua realtà, gli aiuti che riceve.

-

Mainardi e Lambert: -

-

-

Concentrano i loro studi, sul mediatore umano e il ruolo dell’adulto come mediatore per un bambino con insufficienza mentale. Adottano una concezione della variabile comportamentale: o vista come un processo di determinismo reciproco fra: ▪ il comportamento ▪ i fattori personali ▪ l’ambiente Un bambino è visto: o NON come un essere in cui è necessario installare dei comportamenti o MA come un attore privilegiato del dinamismo relazionale Un comportamento è considerato come un processo regolatore, fondamentale nella dinamica relazionale stessa.

Pietre che Affiorano

Pag. 7

Domande ai Mediatori -

-

Riferendoci a soggetti con bisogni specifici e speciali, gli interrogativi interessanti sono semplici e complessi. Quasi tutti i mediatori ( materiali riutilizzati, come scatole delle scarpe diventata porta ricordi ) scoprono di esserlo per caso. Questo ci porta ad una riflessione relativa all 'ambiguità come ricchezza: o L'ambiguità del mediatore è presente in alcune dimensioni. ▪ La riflessione può essere collocata nella coscienza come "attività trascendentale e costituente " ma, può essere mediatore e quindi vivere un'ambiguità che collega il soggetto al mondo I disturbi di un individuo possono: o Essere mediatori ambigui ma non solo negativi. o Possono intrecciarsi in dimensioni positive e grandi.

Alcuni mediatori/accompagnatori di mediatori Cortesia, come forma d’Intelligenza -

Giovanna Axia : Cortesia come forma di intelligenza ▪ Nella Cortesia c'è la ricerca di "far accadere le cose per mezzo delle parole” ▪ La Cortesia è la capacità di far star bene gli altri ▪ Insegnare alle persone che crescono ad essere cortesi e farlo con cortesia significa dare loro la possibilità di essere più capaci economicamente e mentalmente perché l'arroganza non premia

Paulo Freire -

I Nuclei concettuali di Paulo Freire: ▪ Siamo esseri condizionati, ma non predeterminati. 1. Riconoscere che la storia è un tempo di possibilità e non di determinismo 2. Che il futuro è problematico e non inesorabile ▪ INSEGNARE: 1. Esige: • Rigore Sistematico • Rispetto nei confronti dei Saperi degli educatori • La Coscienza dell’Incompiutezza • L’Assunzione cosciente di decisioni 2. Non è trasferire conoscenza

-

Il suo lavoro si basa su un assunto principale: ▪ L'educatore come tale è incompleto ed è anche educando; e l...


Similar Free PDFs