Plauto, Anfitrione: analisi grammaticale, sintassi, sintesi PDF

Title Plauto, Anfitrione: analisi grammaticale, sintassi, sintesi
Course Lingua latina
Institution Università di Bologna
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Summary

Analisi grammaticale e sintattica di Amphitruo: vs. 1-262; 403-462; 499-550; 882-943; 1035-52
Sintesi su Plauto, palliata, Amphitruo
Bibliografia: Amphitruo, edito da Christensen; Letteratura latina, Conte...


Description

Plauto; Conte Alle radici del teatro comico europeo La palliata di Plauto e Terenzio: palliata, commedia romana di ambientazione greca, ebbe enorme successo – sensibile ai problemi della tradizione artistica e della creazione di un teatro romano dotato di caratteri originali secondo tradizione ateniese. Plauto e Terenzio unici di cui si hanno commedie integre. Entrambi della tradizione della Commedia Nuova, iniziata con Menandro, nel IV secolo, giunsero indipendenti e differenziati. Plauto: successo immediato; commedie plautine piacevano al pubblico per inventiva verbale, trovate comiche, varietà registri metrico-stilistici. Teatro di Terenzio si rivolgeva invece prima all’élite aristocratica (circolo degli Scipioni) di cui metteva in scena ideali di rinnovamento culturale: commedia seria destinata a pubblico colto. Escluso da autori delle scuole tardo-antiche, ignorato anche da Dante nel Medioevo, Plauto fu riscoperto da Umanisti. Luogo di nascita è Sarsina; non di origine romana: diversamente da Livio Andronico e da Ennio, non apparteneva ad area culturale già grecizzata. Era cittadino libero: notizia che svolgesse lavori servili è infenzione biografica, basata su assimilazione tra Plauto e servi bricconi delle sue commedie, minacciati di questa destinazione. Data di morte, 184 a.c. è sicura; data di nascita da notizia di Cicerone, secondo cui Plauto scrisse da senex la commedie Pseudolus: rappresentata nel 191 e la senectus per Romani cominciava a 60 anni, probabile nascita fra 255 e 250 a.c. Fioritura letteraria intorno al 200: attività letteraria fra periodo seconda guerra punica (218-201) e ultimi anni di vita del poeta: Casina allude a repressioni dei Baccanali nel 186. Il nome figura tra dati biografici incerti. Antichi lo citano come Plautus, forma romanizzata di cognome umbro Plotos (“dalle grandi orecchie” o “dai piedi piatti”), elemento sicuro. Compare nelle edizioni moderne ottocentesce nome completo Marcus Accius Plautus: sospetta; i tria nomina – cioè identificazione di una persona per prenome (Marco, per es.), nome gentilizio (per es. Tullio) e cognome (per es. Cicerone) – si usano per chi è dotato di cittadinanza romana, e non si sa se l’abbia mai avuta. Il Palinsesto Ambrosiano: antichissimo codice di Plauto, rinvenuto primi dell’Ottocento dal cardinale Angelo Mai, chiarì questione. Nome completo si presenta nella versione come Titus Maccius Plautus; da Maccius, per errore di divisione, tradizionale M. Plautus. Il nome Maccius non è nome gentilizio; ma derivazione da Maccus, nome di un personaggio tipico della farsa popolare italica, l’atellana. Derivazione deve avere legame con personalità e attività di Plauto: influssi dell’atellana in Plauto notati sin da Orazio. Verosibile che poeta teatrale Titus Plotos o Plautus si fosse dotato, a Roma, di un nome di battaglia che alludeva al mondo della

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scena comica, e conservasse nei tre nomi canonici traccia libera e irregolare del suo mestiere di commediante. Le commedie Plauto fu autore di grande prolificità e di enorme successo. Nel corso del II sec. sembra circolassero 130 commedie legate al suo nome: verosimile che alcuni fossero apocrifi o rimaneggiati da altri. Le prime edizioni: verso metà II secolo, cominciò attività editoriale. Prodotte edizioni ispirate ai criteri della filologia. alessandrina (primi strumenti per analisi testo e critica letteraria di grammatici e letterati che lavorano nella Biblioteca di Alessandria istituita all’inizio III sec. a.C.). Benefici di questa attività fino a noi: commedie dotate di didascalie, sigle dei personaggi; versi scenici impaginati da curatori. Le 21 commedie scelte da Varrone: fase critica nella trasmissione seganta da intervento di Varrone: grande erudito d’età repubblicana: Amphitruo; Adinaria (Commedia degli Asini); Aulularia (Commedia della pentola); Captivi (I prigionieri); Curculio; Càsina; Cistellaria (Commedia della cassetta); Epidicus, Bacchides; Mostellaria (Commedia del fantasma); Menaechmi; Miles gloriosus (Il soldato vantone); Mercator (Il mercante); Pseudolus; Poenulus (L’uomo di Cartagine); Persa (Il persiano); Rudens (La gomena); Stichus; Trinummus (Le tre monete); Truculentus (Lo zotico); Vidularia (Commedia del bauletto). Nel De comoediis Plautinis, Varrone accettà solo queste come sicuramente autentiche. Tuttavia molte altre continuarono ad essere rappresentate e lette nella Roma antica. Difficile farsi idea di evoluzione nella poeticaplautina. Impressione è che commedie più ricche. di ritmi siano più tarde. La cronolgia ha punto fermo: lo Stichus (200 a.C.); lo Pseudolus (191); Casina (186). La struttura delle commedie plautine Le venti commedie hanno un complesso di più di 21.000 versi. La più lunga Miles gloriosus, la più breve Curculio. Osservazione complessiva: prevedibilità intrecci e tipi umani incarnati dai personaggi. Non vuole porre interrogativi problematici sul carattere personaggi, né particolare interesse per etica e psicologia. Tende anche a usare prologhi espositivi che forniscono informazioni essenziali sullo sviluppo della trama a spese di qualsiasi sorpresa o colpo di scena. I personaggi si possono ridurre a numero limitato di tipi: servo astuto, vecchio, giovane amatore, il lenone, il parassita, il soldato vantone. Tipi inquadrati dai prologhi. Mentre uso dei personaggi tipici è risorsa frequente nella dramamturgia antica, caratteristica peculiare di Plauto è previdibilità intrecci. Trame Amphitruo: Giove arriva a Tebe per conquistare bella Alcmena. Dio impersona Anfitrione, signore della città e marito della donna; aiutato da astuto Mercurio, Giove approfitta dell’assenza di Anf. che è in guerra per entrare nel letto della moglie ignara. Mercurio intanto impersona Sosia, servo di Anfitrione. Ma improvvisamene 2

tornano a casa i veri doppi: dopo serie di equivoci, Anfitrione si placa, onorato di aver avuto per rivale un dio. Unica commedia plautina con soggetto mitologico. Asinara: macchinazioni di un giovane per riscattare la sua bella, una cortigiana. L’impresa ha successo, grazie all’aiuto di furbi servitori e anche grazie a complicità del padre. Nasce rivalità. amorosa tra padre e figlio, che si risolve. con prevalere finale del giovane, Aulularia: vecchio avaro Euclione trova una pentola (Aulularia è commedia della “pentola”, aula o aulla/olla) piena d’oro sotterrata in mezzo al focolare. Nume tutelare della casa, il Lar familiaris in persona, a volerne ritrovamento perché figlia di Euclione, Fedria, abbia dote necessaria al matrimonio. Tra inutili ansie avaro, che ha terrore di essere derubato, pentola finisce per sparire; utilizzata da giovane innamorato, con aiuto schiavo, per ottenere nozze con amata, figlia di Euclione. Bacchides: plurale titolo designa due sorelle gemelle, cortigiane. Normale situazione di conquista della donna qui non solo raddoppiata (due giovani innamorati con duplice problema finanziario). ma anche perdurbata da equivoci sull’identità delle due donne. Captivi: un vecchio ha perduto due figli: uno rapito ancora bambino; altro, Filepolemo, fatto prigioniero in guerra dagli Elei. Vecchio si procura due schiavi di guerra elei, per tentare uno scambio: ottiene indietro Filepolemo e scopre che uno dei prigionieri elei è altro figlio perduto. Commedia si distingue da panorama plautino per assenzia di qualsiasi intrigo a sfondo erootico, oltre che per smorzatura toni comici. Casina: vecchio e suo figlio desiderano trovatella che hanno in casa; ognuno vuole farla sposare ad un proprio “uomo di paglia”. Vecchio immorale, sposato, raggirato e trova neel suo letto un maschio invece che agognata Càsina. Infine si scopre che Càsina è ragazza di nascita libera e può sposare giovane pretendente. Cistellaria: un givoane vorrebbe sposare fanciulla di nascita illegittima, mentre padre gliene destina un’altra di illegittimi natali. Caso vanifica ogni ostacolo, rivelando vera e regolare identità della fanciulla desiderata, permettendo giuste. nozze. Curculio, cioè “Gorgoglione” nome di un vocare insetto, parassita del grano: è parassita di un giovane innamorato di una cortigiana; per aiutarlo inscena raggiro a spese sia del lenone che detiene ragazza, sia di un soldato sbruffone, Terapontigono, che ha già messo in atto acquisto della ragazza. Si scopre che cortigiana in realtà di nascita libera e può sposare giovane. Lenone ci rimette i soldi; Terapontigono non ha lagnanze; la ragazza è addirittura sua sorella. Epidicus: serie di macchinazioni attuata da servo Edipico in moto da giovane padrone inquieto: si innamora di due differenti ragazze, con duplice stangata al vecchio padre e difficoltà. Quando Edipico sta ormai soffocando nelle sue reti, una delle due ragazze amate altri non è. che sua sorella. Rimane disponibile altra e finalmente si salda una stabile coppia di innamorati. Menaechmi: fortunato prototipo di tutte le “commedie degli equivoci”. Menecmo ha fratello gemello, Menecmo, identico a lui. I due non si conoscono perché separati dalla nascvita; ormai adulti, uno giunge nella città dell’altro e, ignaro della 3

somiglianza, scatena confusione. Sviluppod egli scambi di persona, fino a finale riconoscimento reciproco. Mercator, simile a Càsina, si affronta in rivalità amorosa un giovane, il mercanto, e suo anziano padre. Giovane sconfiggerà mire del vecchio, che ha tra l’altro una moglie battagliera, e si terrà la cortigiana che ama. Miles gloriosus: commedia mette in scena servo arguto, Plaestrione, e comicissimo soldato fanfarone, Pirgopolinice. Schema è quello abituale ma esercuzione prevede variazioni. Mostellaria: c’è fantasma nella casa del vecchio Teopropide? Lo fa credere diabolico servo Tranione, per coprire gli amori del giovane padrone. Inganno è divertente ma non può reggere a lungo: grazie a intercessione di un amico, vicenda si chiude su perdono generale a giovane debosciato e al servo. Persa: ancora beffa ai danni di un lenone, soloo che innamorato è lui servo; non manca altro servo in funzione di aiutante. Inganno prevede buffa mascherata, in cui servo persona improbabile persiano. Poenulus: qui personaggio titolo è straniero, cartaginese. Vicende di una famiglia di origine cartaginese, con riconoscimento finale e riunione degli innamorati (cugini); il tutto a spese di un lenone. Pseudolus: insieme al Miles è tra culmini del teatro plautino. Schiavo del titolo è miniera di inganni, campione dei servi furbi di Plauto. Riesce a. spennare avversario Ballione – lenone – portandogli via ragazza amata dal padroncino e soldi in più: beeffa è ben riuscita che Ballione, senza sapere di aver già perso donna, si gioca bella somma. scommettendo che Pseudolonon potrà riuscire nel suo intento. Rudens: rudens è gomena, attrazzo naturale trovare in commedia ambientata in spiaggia. In curioso prologo la stella Arturo preannuncia naufragio di cattivo soggetto, il lenone Labrace. Labrace prota con sé una fanciulla di liberi natali. Il Caso vuole che tempesta scarichi i naufraghi su una spiaggia in cui si trovano e padre della fanciulla rapita e innamorato. Tutto si accomoda con danno del malvagio e cassetta risulta decisiva al momento del riconoscimento finale. Stichus: trama ha sviluppo modesto. Uomo ha due figlie, sposate con due giovani da tempo in viaggio per affari; vorrebbe spingerle al divorzio, ma arrivo dei mariti risolve la questione, tra prolungati festeggiamenti. Trinummus: giovane scialacquatore, che in assenza del padre si è quasi rovinato, salvato, tramite benevolo raggiro, da vecchio amico di suo padre. Intreccio e toni sono edificanti. Truculentus: cortigiana che non è elemento passivo e posta in pallio: Fronesio è creatrice di inganni che sfrutta e raggira i suoi tre amanti. Spostamento ruoli tradizionali comporta ipercaratterizzazione del personaggio negativo, Fronesio, tratteggiata in modo più fosco che media dei “cattivi” plautini. Forma dell’intreccio Lotta per possesso di un bene: intrecci delle commedie plautine si possono ridurre a medesimo schema: lotta fra due antagonisti per possesso di un bene, generalmente donna e/o somma di denaro necessaria per accaparrarsela; raramente 4

solo soldi. Lotta si decide con successo di una parte e danneggiamento altra. Buona norma che vincitore sia giovane, e perdente giustificazioni del suo essere perdente (vecchio, uomo sposato, lenone, ricco trafficante schiavi): vittoria finale trova rispondenza nei codici culturali che pubblico possiede. Adottando semplice schema generativo – dalle convenzioni della Commedia Nuova – Plauto libero di puntareprevalente interesse su particolari forme d’intreccio. La commedia del servo Il servo ingannatore: forma preferita – e più divertente. Azione di conquista del bene messo in gioco delegata dal giovane a servo ingegnoso; progressivamente servi crescono intellettualmente e di libertà fantastica: creano inganni. Nelle opere più mature, servo al centro azione come vero demiurgo, artista della frode: Edipico, Crìsalo nelle Bacchides, Palestrione nel Miles e Pseudolo, servo-poeta che si abbandona a narcisistico dialogo con pubblico o Tranione nella Mostellaria che si distingue per illusionismo e gusto dell’assurdo. Servo inventore dell’azione scenica: Pseudolo, per esempio, rivendica proprio ruolo creativo in colloquio con spettatori: “come il poeta, quando ha preso le sue tavolette, cerca qualcosa che non c’è in nessun luogo, eppure lui la trova, e fa che sia credibile ciò che è menzogna – io ora mi farò poeta: le venti mine, che ora non esistono in alcun luogo, pure io le troverò”. Variazioni sul tema: coppia giovane desiderante-servo raggiratore è costante tematica nel teatro di Plauto. Numerose varianti: raggiratore può essere parassita o servo può essere giovane innamorato. Definita è scansione temporale che prevede fasi distintive: servo medita inganno, agisce e infine trionfa. Fortuna, alleata o antagonista: forza onnipresente, Fortuna, Tyche, regina incontrastata nel teatro ellenistico. Presenza della Fortuna grande valore stabilizzante. Il servo ha bisogno di un alleato e di antagonista: altrimenti rischierebbe di dominare trama. Trama comica ha spesso bisogno di scatto irrazionale, di quoziente imprevedibile. La commedia del riconoscimento Identità ritrovate: accanto (e insieme) alla commedia del servo, Plauto afferma altra preferenza: commedie che ruotano su un riconoscimento, identità prima o nascosta e poi rivelata. Commedie possono passare per fase di errori e confusioni di persone – commedia degli equivoci come Menaechmi – o problema identità salta fuori nel finale: in comune scatto fortunoso dell’agnizione conclusiva. Cortigiane e schiave tornano donne libere; si scoprono figli, figlie, fratelli, sorelle; figli illegittimi diventano legittimi. Servo e Fortuna a confronto: in quasi tutte le commedie del riconoscimento c’è schiavo furbo al lavoro: lavoro immorale, ma a fini accettabili, destinato ad avere successo. Opera su realtà preesistente, lavoro è falsificare, confondere, cambiare contenuti. Contrasto tra messinscena e realtà non può durare per sempre: entra in gioco Fortuna: esiste realtà più autentica e sincera, quella per cui schiavo operava.

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Plauto e la commedia greca I modelli: a differenzia di autori successivi come Terenzio, si preoccupa poco di comunicare nome, paternità della commedia su cui si è orientato. Il suo teatro non presuppone pubblico ellenizzato per gustare riferimenti e modelli. Titoli non sono trasparenti. Uso nomi schiavi come titolo ha poco a che fare con prassi greca. Cistellaria, Stichus, Bacchides si basano su tre. commedie menandree; Rudens, Casina, Vidularia da Difilo; Poenulus da Alessi; Asinaria da Onagos di un certo Demofilo. Plauto, pur attingendo ai grandi maestri della commedia ellenistica, non ha preferenza. Differenze strutturali Dalla metrica ai nomi, trasformazioni dei modelli greci: Plauto non rivoluziona intreccio nelle linee generali, ma opera trasformazioni significative, a partire da ristrutturazione metrica (riscrittura in cantica polimetrici di brani recitati in trimetri giambici e tetrametri trocaici dell’originale greco) e cancellazione divisione in atti; completa trasformazione del sistema onomastico. Plauto non dà quasi mai a personaggio nome dell’originale, introduce nomi non attestati sulla scena greca. Voleva proporre autonomo “stato civile”: nomi greci, ma non stessi dei modelli; e nomi nuovi, non nomi fissi che portavano maschere della farsa italica. I meccanismi del comico: Plauto ha lavorato per assimilare singoli modelli attici e e il loro codice formativo: convenzioni, modi di pensare, personaggi tipici, drammaturgia, espressività. Ma ha lavorato anche per distruggere qualità fondamentali dei modelli: coerenza drammatica, sviluppo psicologico, realismo linguistico, motivazione, caratterizzazione, serietà di analisi, senso sfumatura e limite; cioè qualità che determinano originalità e valore della Commedia Nuova. Differenze stilistiche Originalità e coerenza di stile: stile di Plauto, vario e polifonico, cambia poco da commedia a commedia. Compattezza stilistica si spiegherebbe male se Plauto si lasciasse condizionare troppo da stile dei modelli ellenistici. Tratti costanti e dominanti dello stile plautino hanno poco di ellenistico. Costanti non riguardano intreccio singole commedie ma le attraversano tutte: giochi di parole, bisticci, metafore, similitudini, paragoni mitologici, doppi sensi, allusioni scherzose a istituzioni e al linguaggio militare di Roma – registro di stile è iniziativa originale di Plauto. Letteratura e pubblico: riflessi nella società romana nelle commedie plautine Risonanze storico-culturali degli intrecci plautini: intrecci delle commedie sono aspetto in cui Plauto è più legato a fonti: non subisce passivamente la tradizione: predilizione per certo schema narrativo corrisponde a intenzioni originali e determinate dell’autore, si rileva funzionale all’idea di teatro propria di Plauto. Struttura tipica intrecci, nella ripetizione modelli noti, è strumento con cui autore dialoga con suo pubblico, invitandolo implicitamente a riflettere su aspetti più significattivi della società romana contemporanea. 6

Il rovesciamento dei valori tradizionali: quasi sempre messa in gioco di un bene si tramita in fase critica dove possono vacillare valori sociali e familiari: persone libere trattate come schiave, padri insidiano donne desiderate dai figli, uomini sposati le pretendono da libertini a spese scapoli. Commedie minacciano sovversione di tutto ciò che pubblico reputa norma e naturale. Nella società romana è anche normale e naturale che figli siano vincolati all’autorità del capofamiglia. Nascere conflitti in cui si scontrano valori e aspettative legittime: quando un figlio trama contro autorità paterna mentre padre utilizza potere familiare ed economico per fine immorale. Commedia plautina tratta conflitti entro piano comico intreccio senza mai assumere direttamente valore di riflessione critica e rinnovamento delle mentalità tradizionali, come accade invece in Terenzio. Qualche volta crisi rimescola e confonde valori più generali e fondamentali, quali identità personale e distinzione fra uomini e dei. Il ritorno all’ordine: scoglimento tipico consiste in rimettere a posto le cose. Punizione del lenoone, sconfitta del vecchio libertino o del soldataccio, riunione della coppia di innamorati predestinata, scioglimento dell’equivoco, ricostruzione della giusta identità personale non sono altre che diverse esecuzioni di schema obbligato. Pubblico trova in questo movimento da disordine a ordine un particolare piacere; quadro sociale e materiale in gioco da commedia compatibile con esperienza vissuta da pubblico. Teatro privo di finalità didascalica Ambientazione greca: Greci sono nomi dei personaggi e luoghi, sfumature legali, istituzioni politiche o allusioni storiche: dettagli garantiscono che genere comico ha sede altrove. Al di là di dettagli esootici, che Plauto propone senza riadattare, corpo intreccio tocca problemi reali e quotidiani, quali disponibilità delle donne e uso denaro nella famiglia. Nessuna morale: primato del servo: pubblico romano partecipa. al precipitare delle crisi e al comporsi finale di un ordine più ragionevole e rassicurante. Nessuna pretesa didattica e moraleggiante. Primato e protagonismo dello schiavo furbo, motore della trama e del riordino finale. Personaggio centrale incompatibile con trasmiss...


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