Anfitrione pdf PDF

Title Anfitrione pdf
Course Drammaturgia antica A
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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Summary

Riassunto Anfitrione...


Description

ANFITRIONE L'Anfitrione (Amphitruo) è una commedia, in cinque atti e un prologo, scritta dall'autore latino Plauto presumibilmente verso la metà del III secolo a.C. e rappresentata, con molta probabilità, nel 206 a.C. L'opera è ambientata a Tebe e trae il titolo da uno dei protagonisti, il comandante dell'esercito tebano Anfitrione, mentre gli altri personaggi sono gli dei Giove e Mercurio, i mortali Alcmena e Sosia, rispettivamente moglie e servo di Anfitrione, oltre a due personaggi di contorno: il pilota Blefarone e la serva Bromia. Di solito le commedie rappresentavano fatti riguardanti personaggi popolari, non divinità o soggetti mitici, di cui si occupava invece la tragedia; per questo motivo lo stesso poeta definisce nel prologo, per bocca di Mercurio, la sua opera una TRAGICOMMEDIA. Amphitruo è un classico esempio di quella che viene chiamata commedia degli equivoci, basata sulla confusione, in questo caso creata tra i personaggi umani e le divinità che ne hanno assunto le sembianze. La somiglianza tra gli attori che dovevano rappresentare due personaggi, l'uno la copia dell'altro, era resa con delle parrucche e degli accessori e forse aiutata dalle maschere. Differenti sono, in questo caso, i pareri tra gli studiosi. Le maschere erano sicuramente utilizzate nel teatro greco, mentre forse non erano adatte al teatro plautino, che faceva grande affidamento sulla mimica facciale. La differenza tra il dio e l'uomo era ben visibile comunque allo spettatore: all'attore che impersonava Mercurio spuntavano due ali dal cappello, mentre Giove era munito di una treccia d'oro (il pubblico ne era stato avvertito nel prologo). Il testo a noi pervenuto presenta lacune nel IV atto, del quale ci rimangono una cinquantina di versi. L’opera si apre con due argomenti di mano non plautina, ma aggiunti all'opera successivamente alla morte dello stesso Plauto. Essi riassumono in breve il contenuto dell'intera rappresentazione evidenziandone gli antefatti, lo svolgimento e l'epilogo. Prologo= Mercurio narra la premessa dell’opera rivolgendosi direttamente agli spettatori (metateatro). Mercurio nei panni di Sosia sta sorvegliando la casa di Anfitrione, intanto Giove, nei panni di Anfitrione, consuma il suo amore per Alcmena, anche la notte viene allungata per permettere al dio di giacere di più con la donna. Intanto Anfitrione è appena sbarcato dopo la vittoriosa spedizione contro i barbari, Sosia sta correndo a raccontare ad Alcmena del comportamento valoroso del suo padrone.

I atto= Sosia giunge davanti al palazzo di Anfitrione, ma Mercurio, fingendosi Sosia, minaccioso gli impedisce di entrare, i due passano da elaborate minacce alle mani e il dio prevale nettamente sulla codardia del servo. Alla fine Mercurio convince Sosia, con l'aiuto della violenza, che lui è il vero Sosia ed il povero servo se ne torna confuso da Anfitrione. Giove esce e saluta Alcmena dicendo che deve tornare alla guida delle sue truppe. Tema del doppio —> scena del dialogo tra Mercurio e Sosia, incontro tra Sosia e il proprio ‘’doppio’’. Il processo si conclude con l’accettazione della perdita di sé, del proprio essere fisico e del suo conseguente sdoppiamento, da cui Sosia può solo sperare di trarre vantaggio. II atto= Anfitrione e Sosia si dirigono velocemente a palazzo e si stupiscono della fredda accoglienza di Alcmena, la quale sostiene di esser stata col marito fino a poco prima e difende la sua onestà. Il condottiero l'accusa di adulterio e invoca la presenza di Naucrate, cugino di sua moglie, a testimoniare come lui non si sia mosso dal suo accampamento per raggiungere la moglie fino a quella mattina. Quindi se ne va, seguito poco dopo da Sosia. III atto= Alcmena minaccia di andarsene, mentre sopraggiunge Giove a scusarsi per il trattamento che Anfitrione le ha rivolto poco prima. Arriva anche Sosia a constatare che la pace è fatta tra moglie e marito. Sul finire dell'atto, in un monologo, Mercurio si vanta dell'intrigo teso ai mortali e il discorso assume anche una funzione chiarificatrice dell'andamento dei fatti per il pubblico, visto che la situazione si era parecchio ingarbugliata (metateatro). IV atto= Anfitrione, che non è riuscito a trovare Naucrate, torna a palazzo, ma viene malamente accolto da Mercurio, nelle sembianze di Sosia, che finge di non riconoscerlo e lo accusa di essere un impostore: il vero Anfitrione, in quel momento, sarebbe in casa con Alcmena e qui il testo si interrompe. -Parte perduta- Blefarone parte lasciando uno scoraggiato Anfitrione. Giove rientra in casa: Alcmena sta quindi finalmente partorendo. V atto= Dalla casa esce Bromia che annuncia ad Anfitrione un prodigio: mentre Alcmena stava partorendo è scoppiato un tuono e la casa si è riempita di riflessi d'oro. La donna ha dato alla luce due gemelli: il figlio di Anfitrione e il più giovane (Ercole, figlio di Giove) che ha subito mostrato la sua forza strozzando due serpenti che (inviati da Giunone, gelosa per l'ennesima scappatella del marito) erano strisciati dal soffitto alla sua culla. Anfitrione si dice non disturbato di dover dividere i suoi beni con il padre degli dei che, alla fine, interviene come deus ex machina, chiedendo al tebano di perdonare sua moglie, la quale ha agito in perfetta buona fede, credendo di cedere alla corte del proprio marito. Anfitrione acconsente ed invita il pubblico all'applauso....


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