Progettazione e Valutazione nel servizio sociale PDF

Title Progettazione e Valutazione nel servizio sociale
Course Progettazione e valutazione delle politiche sociali
Institution Università del Salento
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marsella...


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SELF MANAGEMENT è un “sistema di gestione partecipata, nel quale i singoli componenti di un'organizzazione gestiscono in proprio la definizione e il raggiungimento dei propri obiettivi e i metodi con i quali raggiungerli”. Questo viene fatto in norma non gerarchico seguendo i strumenti e tecniche buratiche bensì in forma orizzontale, dove tutti gli attori sono sullo stesso livello di pianificazione e organizzazione. Il termine è composto dall’insieme delle due parole: • Management ha a che fare con: motivazione, pianificazione, definizione degli obiettivi, calcolo delle risorse, controllo e monitoraggio, ecc. in base al compito assegnato. • Self ha un doppio significato: si riferisce ad un soggetto (manager) autonomo (che fa da sé, senza un intervento esterno), e allo stesso tempo si riferisce al destinatario stesso (il soggetto stesso è l’oggetto) del management .

Capitolo 1 Negli ultimi anni le forme organizzative tradizionali di tipo gerarchico non funziona più in quanto i dipendenti di un'organizzazione sono dei professionisti altamente qualificati e si preferisce utilizzare le proprie consocenze e competenze per svolgere al meglio le proprie mansioni e migliorare la qualità del lavoro. Il processo primario dell'organizzazione è il PRINCIPIO GUIDA dove il manager non controlla ma facilita e guida il personale. I dipendenti sono inseriti in dei TEAM dove i membri dello stesso sono responsabili dei risultati ottenuti in termini di prestazioni ed organizzazione del lavoro. La programmazione del lavoro si fa con i dipendenti e non più per i dipendenti. Nasce dunque il TEAM AUTOGESTITO o AUTORGANIZZATO. L'effetto positivo del self management è il controllo del budget. Infatti in quest'ottica, i membri del team si assumono le responsabilità di organizzare il proprio lavoro – i quanto sono autodiretti – e devono rispondere del proprio lavoro dall'inizio alla fine. Pertanto, il ruolo del supervisore operativo diventa superfluo e questo può generare risparmi considerevoli. Questo effetto positivo può avvenire solo se il dirigente di un'organizzazione si avvicina alla prospettiva del self management, quindi in una logica di risparmi, solo se adotta i principi di auto organizzazione eliminando il controllo dall'alto dei dipendenti. Il self management si sviluppa come conseguenza logica di un diverso modo di concepire il lavoro e il ruolo ricoperto dai dipendenti che lo portano avanti. Il self managemente è un mezzo tramite il quale il conenuto del lavoro assume un ruolo trainante dell'organizzazione. Come funziona? Le decisioni del team di prendono consensualmente in modo che ciascun membro possa assumersi la responsabilità individuale degli accordi. Il manager discute a cadenze periodiche col team la visione strategica, glischemi di riferimento entro cui viene svolto il lavoro e la politica organizzativa. I team sono assistiti da un coach che li supporta e li consiglia. I servizi di staff e di supporto di supporto consigliano e i team eseguono i compiti. Nel self management si utilizza spesso la parola FRAMEWORK: “schema di riferimento”. Questo schema di riferimento è importante per l'autorganizzazzione perchè fornisce dei confini entro i quali il team può esercitare le proprie funzioni indicando, inoltre, i requisiti necessari per mantenere in buona salute l'organizzazione. I framework vengono costruiti sempre dal management dell'organizzazione e quest'ultimo li discute e definisce attraverso un confronto dialogico insieme al team. I framework sono forumali in modo tale da lasciare lo spazio di azione sufficiente al team. Devono essere uno strumento di facilitazione e non un'ostacolo all'operatività, infatti, a questi possono essere introdotti dei cambiamenti o

aggiustamenti. I framework si possono concordare in aree come area produttività, lavoro di squadra (utili per il buon clima sociale), customer satisfation, … Per avere un buon clima sociale all'interno del lavoro di squadra, bisogna lavorare co un minor numero di framework soltanto quelli considerati rilevanti. Assicurazione di qualità: uno dei pilastri del self managemente è di fidarsi dei professionisti perchè essi hanno ricevuto una formazione tale ad essere adeguata al lavoro da svolgere. Il management e i servizi di supporto, per assicurare la qualità, devono costruire dei framework e formati che garantiscono la buona riuscita del lavoro. Dunque, si sviluppa un sistema che diviene estremamente importanto per chi lavora: ad esempio possono essere delle check list da completare prima che il prodotto finito venga spedito al cliente; usare un sistema reporting efficace che descrive lo stato di salute del cliente, o introdurre un sistema di monitoraggio degli alunni... Le divergenze tra i team, per il self management, appaiono talvolta necessarie per rispondere efficacemente ai bisogni dei clienti e vengono ritenute POSITIVE. MANAGEMENT: in un contesto gerarchico, il compito del management è di monitoraggio dei risultati e della qualità. Ogni manager monitora i propri collaboratori diretti. In alcune gerarchie sono presenti ben 5 livelli di supervisione. Al contrario in un'organizzazione autogestita, i membri di del team si monitorano e controllano da soli. Il compito del manager è triplice: – fa in modo che la visione e la missione dell'organizzazione vengano realizzate sia all'interno che all'esterno; – facilita il lavoro del team attraverso le richieste dei bisogni e i schemi di framework; budegt, assistenza di esperti, opportunitò formative, ecc. – risponde in prija persona del servizio o della sua organizzazione. Delle volte, il manager prende delle decisioni delicate (es. quando il team non svolge adeguatamente il suo lavoro). Un organizzazione autogestita cambia approccio mentale rispetto al passato: non pensa più al posto dei dipendenti, ma deve pensare insieme ai collaboratori. Il manager non da più per scontato di sapere ciò che va bene per i dipendenti, ma chiede loro ciò di cui hanno bisogno. I SERVIZI DI SUPPORTO: nell'organizzazione autogestita, lo sviluppo delle regole e di procedure sarà meno frequente, perchè il conrtollo dei processi organizzativi è meno importante. I servizi di staff dovranno concentrarsi più sullo sviluppo di soluzioni diversificate per problemi che a prima vista appaiono identici. Gli addetti alle funzioni di staf devono avere un atteggiamento estremamente orientato verso i clienti, in modo da potersi immedesimare nelle soluzioni specifiche di cui hanno bisogno un team. MEMBRI DEL TEAM: in una gerarchia le dicisioni le prendeva il capo e i collaboratori avevano limitate responsabilità e doveva rispondere singolarmente agli incarichi che il titolare assegnava. In un'organizzazione autogestita i membri el team sono collettivamente responsabili del risultato del lavoro e impone, dunque, l'assunzione di un atteggiamento cooperativo. Biosgna utilizzare molto la comuinicazione orientata alla soluzione. Le decisoni si prendono consensualmente e sono condivise da tutti i membri del team in modo tale da responsabilizzarsi su di esse. Un punto di forza è la riunione. I membri del team si aiutano vicendevolmente e si cerca di sfruttare al meglio le qualità personali di ciascuno. Nell'eventualità in cui un collega non dovesse rispettare i suoi impegni, il collega dovrebbe rimproverarlo (questa routine ancora non è del tutto sviluppata ed applicata). COACH: in un'organizzazione autogestita il coach aiuta i membri di un team a migliorare il self management. Egli assiste il team nella sua totalità ed anche i singoli membri e cerca di trovare

insieme ad essi delle soluzioni ai problemi. Possiamo dire che il coach fornisce supporto adeguato al team e deve garantire un ambiente sicuro in cui le persone si sentono sicure e libere di discutere gli errori e di fare qualche domanda. RAPPRESENTANZA SINDACALE: nelle org. Gerarchiche i dipendeti tengono bassissima se per niente infuenza decisionale all'interno dell'organizzazione. Pertanto, si formano rappresentanze sindacali e consigli di fabbrica dove i rappresentanti dei lavoratori discutono le decisioni organizzative insieme al management, oltre a rappresentare i problemi dei dipendenti. Molti autori, invece, hanno discusso se un'organizzazione autogestita abbia biosgno di rappresentanze sindacali e questi non le ritengono necessarie in quanto non vi è un controllo verticale del team e i mebri sono in grado di influenzare autonomamente le proprie condizioni di lavoro. EFFETTI POSITIVI DEL SELF MANAGEMENT sono: – fortissimo incremento della soddisfazione dei dipendenti quando questi hanno più controllo sul proprio lavoro e possono agiure in modo creativo nella ricerca di soluzioni per delle situazioni complicate. – Alta professionalità del team nell'assolvimento dei compiti – alto grado di soddisfazione dei clienti perchè c'è un alto ascolto dei bisogni individuali – sul piano organizzativo occorre meno tempo nel monitoraggio e attività manageriali e questo si traduce in una riduzione considerevole delle spese generali. 2 capitolo analizziamo il passaggio da un'organizzazione gerarchica ad un'organizzazione autogestita. Innanzitutto è indispensabile discutere il self management e le sue conseguenze con tutti i membri dell'organizzazione. Un processo efficace di introduzione del self management è la partecipazione di tutti i membri dell'organizzazione perchè questi dovranno essere formati al meglio. Si potrebbero presentare dei rifiuti da parte dei lavoratori, in quanto quest'ultimi non potrebbe piacere l0idea di cooperazione, la disponibilità nel dare un contributo ed infine l'assunzione di responsabilità. Se la maggiorparte dei lavoratori ha dei dubbi od negazioni, è importante chiarirle in modo tale che i dipendenti siano motivati a lavorare in un'organizzazione autogestita. I manager, che supervisionavano i dipendenti, non potrebbero presentare entusiasmo nel passaggio al self manager, perchè il proprio lavoro viene meno per l'assenza di controllo dei dipendenti. Essi potranno essere trasferini nel processo primario ed altri potrebbero vedere un ridimensionamento del proprio operato. Il cambiamento organizzativo può essere realizzato attraverso l'utilizzo di uno dei supporti che sono: – scheda formale. Dopo un'attenta analisi dell'organizzazione si deve definire i tempi e il piano d'azione da eseguire passo per passo. I membri dell'organizzazione si attivano per eseguirlo. Quando si lavora con un piano formalizzato, i dirigenti omettono spesso di tener conto dei desideri dei dipendenti in ordine alle varie azioni intraprese. Uno schema dettagliato lascia poco spazio per reagire alle situazioni che si determinano durante la fase di implementazione. Con l'autorganizzazzione si ha l'intenzione di avere un maggior dialogo tra le parti in modo tale di avere una buona base di successo per l'organizzazione. – Modello di sviluppo (considerato il migliore): i memnri di un organizzazione partecipano allo sviluppo del progetto e l'impatto di ogni fase viene tenuto in considerazione per tutta la durata del processo. Ciò concente a sua volta di tener conto della situazione attuale in tutte le fasi e il processo di cambiamento è interamente su misura. TEST PILOTA: potrebbe essere una buona soluzione isolare parte dell'organizzazione e metterla in

condizione di autogestirsi. Questa unità permetterebbe di capire cosa funziona e non; cosa devono sapere e cosa non possono fare; cosa è superfluo e cosa ignorare. Le esperienze positive e negative maturate possono essere utilizzate come base di partenza per sviluppare il self management in tutto il resto dell'organizzazione. A volte, i dipendenti sono più motivati dai colleghi che dal management il che potrebbe essere un ulteriore incentivo. Il test pilota può essere effettuato soltanto se è presente nell'organizzazione una perte rappresentativa, altrimenti sarebbe complicato applicare l'esperienza acquisita al resto dell'organizzazione. Se non è disponibile o non si può creare, allora si consiglia non effettuare il test pilota. Durante il test pilota i risultati che si registrano devono essere regolarmente esaminti e i requisiti dell'implementazione del self management nell'intera organizzazione sarebbero più chiari. Quando un dirigente decide di implementare il self management all'interno di un'organizzazione questo viene fatto seguendo delle fasi e soprattutto si deve capire come adattare progressivamente la stessa organizzazione. L'implentanzione scaglionata in fasi aiuta a salvaguardare l'efficacia operativa tale che i clienti e il processo produttivo non ne risenta del cambiamento organizzativo. Alcune organizzazioni fissano una data del passaggio strutturale dal modello gerarchico a quello autogestito. Questo passaggio può avere come supporto il piano di sviluppo all'interno del quale deve essere presente uno spazione sufficiente da consertire la visione dell'autorganizzazione e dell'implementazione nei diversi reparti. Il piano di sviluppo concerne azioni da intraprendere, la messa a disposizione di strutture da fornire e il contenuto della transizione. In molte organizzazioni, il lavoro preparatorio è svolto da un gruppo di lavoro composto da peersone le quali lavorano in team, personale di supporto e manager. Questo avviene in modo volotario. Il modo di lavorare autogestito può produrre dissenso. Al contrario, ci possono essere persone motivate e che credono moltissimo bel self management. Tra queste persone motivate si seleziona un gruppo eterogeneo in modo tale di creare un'organizzazione ben strutturata. All'inizio della transazione, le organizzazioni somministrano mini-sondaggi per capire i pareri dei dipendenti prima del passaggio al self management ed anche un parere successivo. Nella fase dell'implementazione, alcune organizzazioni lavora con i project manager che sono: – project manager interno: il quale coordina la transizione per il management. È importante consultare il team quando si struttura ulteriormente l'organizzazione e il project manager si occupa del lavoro preparatorio. È una figura neutrale e si limita nella raccolta di informazioni (la valutazione spetta al management); documentare le discussioni dei manager o altri; di seguire lo sviluppo del progetto; dare consigli per le successive fasi. – Project manager esterno: è una figura utilizzata quando si ha l'idee chiare degli obiettivi da perseguire. Esso è un esperto di organizzazione del self management e lavorerà insieme al management secondo il modello di sviluppo esaminando consigiuntamente le vari opzioni per tutte le successive attività. Inoltre, il management prende decisioni. Quando si decide di adottare il self management è importante fissare delle condizioni e creare delle strutture: accordi concreti sui risultati che dovrà raggiungere il team. Un team si autogestisce in base ai risultati in quanto se sa cosa deve ottenere diventa più facile indentificare le azioni da intraprendere per raggiungere l'obiettivo. I risultati attesi si possono trovare nel framework (schema di riferimento) come anche la visione o la missione dell'organizzazione. Il framework, nella fase di implementazione, è importante perchè determina i margini entro cui operare. Questi venono suggeriti dal capo e concordati con i team. Quest'ultimi poi possono specificare le informazioni che necessitano per capire i margini di azione, di ciò che hanno bisogno per il raggiungimento del risultato. I membri del team devono essere in grado di vedere l'impatto che hanno le loro azioni sui risultati del lavoro di gruppo: ciò permetter loro di fare aggiustamenti efficaci.

I membri del team sono responsabili del risultato, perciò devono essere in grado di influenzarlo; ma possono farlo solo se ricevono dei feedback diretto sugli effetti della loro attività; se i membri del team mettono a punto un programma più efficiente per migliorare la produttività. Questi feedback aiuta a fare sempre meglio. Per tale motivo, bisogna sviluppare un sistema informativo che permetta ai team di avere a disposizone informazioni; dare accesso non solo ai dati della produttività ma anche ad altri come assenteismo, budget, monitoraggio della qualità, e così via. In un organizzazione autogestita, i membri del team svolgono anche dei compiti organizzativi che sono: programmazione di visite clienti, riunioni interne, discussioni di qualità del lavoro, soluzioni dei problemi pratici e la formulazione di piani per il futuro. Bisogna passare in rassegna i compiti da affidare al team stabilire il tempo che dovrebbe richiedere e capire cosa significa staff. I membri del team che lavorano in un'organizzazione autogestita devono essere in grado di comunicare tra loro in modo paritetico, di consultarsi l'uno con l'altro, di prendere decisioni consensulai e di responsabilizzarsi a vicenda su comportamenti scorretti sul mancato rispetto degli accordi. Le persone devono imparare a ragionare in termini di risultati e trovare la maniera di influenzarli. I responsabili del team autogestiti devono essere in grado di fare domande stimolanti, di responsabilizzare i membri sui compiti da svolgere e di facilitare il lavoro anz'chè decidere al posto loro. I servizi di supporto devono essere orientati al cliente e agevolare il processo primario. Nell'organizzazione autogestita i membri del team devono fare adeguatamente il proprio lavoro. Se si presenta mancaze nelle competenze professionali, si potrebbero organizzare degli incontri formativi. Anche se si preferisce l' osservazione partecipata, dove osservando l'altro si impara in maniera rapida. In organizzazione autogestita, i dipendenti devono soddisfare requisiti diversi da quelli tipici della gerarchica tradizionale. Dopo che il neoassunto firma il contratto ci si aspetta da lui che sia responsabile dei contenuti di lavoro, della produttività, delle pratiche operative, della qualità e della collaborazione; e che le decisione del tream si prendono su base consensuale. I membri del team lavoreranno utilizzando dei utilizzatori, ossia dei strumenti di lavoro che facilitano lo svolgimento dello stesso. Se non sono in grado di lavorare con quei strumenti, e non vendono alcun valore aggiunto nello svolgimento dei propri doveri, tenteranno semplicemente di eludere la struttura in questione. L'organizzazione è un'entità dinamica e le situazioni si modificano frequentemente. Vale a dire che la discussione tra il management e il team sulla performance e sulle caratteristiche è un dialogo continuativo. Se l'organizzazione primaria è in grado di lavorare come autogestita, si potrebbe creare un centro di servizio dove i membri del team possono indirizzare i loro quesiti e il centro fa in modo che la domanda arrivi alla persona giusta. Nel passaggio da un organizzazione gerarchica a quella autogestita, è necessario riorganizzare il team e la sua struttura ed elimando le regole non necessarie. Regole e protocolli sono utili per la corretta esecuzione del lavoro e nel frattempo si possono valutare quelle controproducenti ed inutili. La finalità dell'autorganizzazione è di raggiungere obiettivi e facilitarne il raggiungimento attraverso la minimizzazione delle regole che permette di concentrarsi sul compito principale. Lo scopo è avere meno regole possibili e averne solo quelle che facilitcao l'esecuzione del lavoro. Questo processo di eliminazione delle regole inutili continua ancora per molto tempo dopo l'introduzione del self management, perchè c'è sempre la tendenza a sciluppare nuove regole e nuove linee guida per soddisfare il bisogno di controllo. L'autorganizzazzione si sviluppa veramente solo quando la logica del controllo viene regolata in secondo piano. Le organizzazioni autogestionali convertono i team leader in team coach. Il coach assiste lo stesso

numero di team che prima dirigeva ed interviene solo quando vi è una necessità. Il passaggio da team leader a team coach, fa si che questa persona sia a conoscenza delle dinamiche di gruppo ed abbia la tendenza a gestirle, ad interferire più del necessario e dire espressamente al team come dovrebbe lavorare. Questa situazione si può evitare nominando il minor numero di coach e consentendo di ricoprire questa figura con un team diverso dal precendente. Le differenze tra team leader e team coach sono: – il team leader gestisce il team e ha un opinione precisa sul contenuto, risponde ai risultati e monitora il processo operativo; – team coach non ha nessuna ...


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