costruire e valutare i progetti nel sociale PDF

Title costruire e valutare i progetti nel sociale
Author martina valentini
Course Laboratorio di progettazione ii
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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costruire e valutare i progetti nel sociale...


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COSTRUIRE E VALUTARE I PROGETTI NEL SOCIALE Manuale operativo per chi lavora su progetti in campo sanitario, sociale, educativo e culturale - Liliana Leone e Miretta Prezza Con il termine “progetti nel sociale” ci si riferisce a tutte quelle esperienze di progettazione, che nascono nell’ambito delle politiche sociali, e che sono realizzate dai servizi pubblici, privati e del privato sociale nelle seguenti aree: sociale, psicologica, educativa, sanitario, culturale, del tempo libero, dell’occupazione e dello viluppo di comunità. La progettazione nel sociale merita una riflessione specifica per almeno due ragioni: 1. Nel “sociale” sempre più si lavora “per progetti”; la qualità dei servizi e l’innovazione sono sempre più connessi alla capacità di gestire complessi processi di progettazione e valutazione; 2. Nel “sociale” la progettazione assume delle caratteristiche peculiari ed è influenzata da fattori ambientali, strutturali, culturali e valoriali proprio del settore. Saper scrivere progetti non coincide con saper attivare e gestire buoni progetti, tuttavia in diversi casi è utile saper scrivere “buoni” progetti. CAPITOLO 1: CARATTERISTICHE DELLA PROGETTAZIONE NEL SOCIALE 1.Il processo di progettazione: quando pensiamo alla progettazione ci riferiamo ad un processo cognitivo e ad un’attività che si esprime in innumerevoli modi e che è presente in molteplici ambiti. Pur nella diversità dei campi di applicazione, la progettazione è tuttavia un’attività fondamentalmente unitaria, orientata all’innovazione e realizzazione di artefatti anche complessi. ogni attore che si ponga il problema dell’innovazione, o semplicemente dell’intervento in una situazione per modificarla, ha di fronte a sé un problema di progettazione. 1.2 La progettazione nel sociale: esistono alcuni fattori che conferiscono caratteristiche peculiari all’attività di progettazione nel “sociale” che riguardano la tipologia di offerta dei servizi, le caratteristiche del personale, la dimensione valoriale, il tipo di cliente-destinatario ed il tipo di relazioni all’interno della rete dei servizi e all’interno del contesto-comunità in cui si colloca. Il settore in senso lato “sociale” è generalmente caratterizzato dai seguenti fattori: 1. Si producono servizi alle persone, 2. Gli operatori sono dei professional o para professional, 3. Molteplicità degli attori coinvolti e frammentazione competenze istituzionali, 4. Molteplicità e pluralità delle tipologie organizzative, delle culture organizzative e professionali; 5. Complessità dei fenomeni oggetti di intervento; 6. Forte dipendenza da finanziamenti pubblici. Parallelamente osserviamo forti spinte, interne e esterne ai servizi, all’incremento del lavoro per “progetti”. Tre principali motivazioni spingono oggi gli operatori a elaborare dei progetti: 1. Motivazioni connesse alla scarsità di risorse finanziarie disponibili; 2. Necessità di produrre, a parità di risorse, servizi innovativi e maggiormente rispondenti alle esigenze ed ai bisogni degli utenti/clienti di personalizzare e rendere più flessibile l’offerta; 3. Spinata alla “organizzazione a rete dei servizi” data dalla necessita di sviluppare strategie concertate tra diverse organizzazioni pubbliche e private nella gestione dei reciproci servizi. Tipologia dell’offerta dei servizi: nei servizi si parla di funzioni di front office e di back office, letteralmente di un servizio frontale o di retro, sottolineando il fatto che parte del servizio si realizza frontalmente nel rapporto con il cliente e che vi sono altre funzioni di supporto, di back, che garantiscono e permettono l’offerta del servizio stesso. Nel mondo dei servizi front-office, il soggetto che il rapporto diretto con il cliente-utente, svolge un ruolo fondamentale nella determinazione della qualità del servizio e nel garantire che venga offerto e utilizzato un servizio. È attraverso la relazione tra operatore e cliente-utente che si realizza un sevizio: il coinvolgimento di queste due persone ed il loro reciproco impegno sono elementi determinanti. Queste sono le ragioni per cui quando il servizio offerto è per sua natura poco standardizzabile, pena la burocratizzazione, l’inefficacia, bisogna coinvolgere anche “l’ultimo anello” nella progettazione degli interventi. Come la chiarezza delle procedure è il requisito di un’organizzazione rigida basata sulla ripetitiva dei compiti, così il progetto, inteso come mezzo per connettere le attività agli obiettivi e ad una verifica, rappresenta lo strumento privilegiato di un’organizzazione flessibile. La capacità di progettare e valutare 1

continuamente i propri interventi rientra tra le caratteristiche principali dei servizi più innovativi, di quei servizi capaci di adattarsi ai contesti che cambiano ed in senso pro-attivo di cambiare i contesti in cui operano Dimensione valoriale: il lavoro nel sociale è carico di valenze etiche, affettive ed emozionali, investe i valori e le credenze più profonde sia degli operatori sia dei clienti/destinatari. Nel sociale l’attività di progettazione può rappresentare il momento privilegiato in cui si esplicitano i propri valori, i modelli di riferimento, le teorie che implicitamente e talvolta inconsapevolmente si utilizzano per dare senso e spiegare dei fenomeni e si mettono a confronto i sistemi di valore: Le difficoltà maggiori sono insite nel fatto che la progettazione rappresenta un’attività che costringe a fare i conti con il limite, a rappresentare obiettivi, attese, propositi con orientamenti valoriali, scelte concrete e risorse. Articolare un progetto tra diversi soggetti, pensare alla coerenza tra le diverse parti (scopi, tempi, operatori...) significa problematizzare la prassi e fare i conti con il limite, con la parzialità e questo è proprio ciò che in alcuni contesti rende a essere rimosso. La presenza di professionisti: il lavoro puramente esecutivo, nei settori socio-sanitario, socioassistenziale e scolastico-educativo, è assai ridotto e molti operatori svolgono nel proprio ruolo lavorativo, anche se in modo non riconosciuto formalmente, una quota di attività progettuale. Il modo in cui si progetta nel sociale è influenzato dal fatto che operano molti professionisti, ciascun professionista tende a sviluppare una sorta microprogetto nella relazione duale con l’utente interpretandone il bisogno, ponendosi obiettivi di intervento, definendo tempi e modalità di modifica. L’appartenenza professionale rappresenta un forte collante, uno dei fattori importanti dell’integrazione tra i servizi; contemporaneamente rappresenta un fattore di differenziazione interna alle singole équipe dei servizi. In questi contesti il problema del conflitto e della negoziazione, dell’integrazione delle ipotesi dei diversi attori della progettazione diventa cruciale.

Progetti nel sociale e attivazione di finanziamenti: alcuni nodi critici: i servizi di tipo “sociale” nel nostro paese negli ultimi decenni si sono sviluppati prevalentemente nel settore della pubblica amministrazione e nel settore del privato sociale con sovvenzioni o in convenzione con il pubblico (comuni, ASL, regioni…). Questo dato di partenza ha caratterizzato ovviamente i modi in cui si elaborano e realizzano i progetti di intervento. Notoriamente i contenuti dei progetti si piegano alle forme di finanziamento offerte e utilizzate. La presenza di queste risorse finanziare rappresenta uno stimolo enorme: le organizzazioni tentano di raggiungere propri obiettivi preesistenti alla finalità indicate e previste dallo specifico finanziamento o viceversa, ampliano le proprie attività o creano strutture ad hoc per gestire progetti di intervento totalmente estranei alle loro precedenti esperienze. Il modo in cui si attiva un progetto influenzerà chiaramente la prosecuzione dello stesso e ciò dà delle indicazioni sulle possibilità di successo. Un altro nodo critico legato all’attivazione di progetti tramite finanziamenti è legato alla funzione di controllo: l’ente erogatore del finanziamento ha interesse a verificare che questo si realizza secondo quanto previsto e che le risorse economiche messe a disposizione si vengano davvero impegnate per il progetto, ma la verifica a distanza solitamente avviene e può avvenire solo su aspetti formali e sulla rendicontazione amministrativa. Inoltre le due logiche, quella amministrative-burocratica e quella operativa di progetto, sono indispensabili ma necessariamente confliggono: i tempi delle due logiche non si incontrano.

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Organizzazione a “rete” dei servizi: dal progetto sul “singolo caso” al progetto tra servizi: chi si occupa di progetti nel sociale deve confrontarsi con una difficoltà eccezionale: nel sociale i progetti vengono quasi sempre realizzati grazie all’interpretazione, alle intese e al coordinamento di una rete di organizzazioni pubbliche, privati e del privato sociale. Nei servizi accanto al lavoro sul singolo caso, si svolgono una serie di attività rivolte a gruppi, ad altre organizzazioni, a singoli quartieri o alla popolazione complessiva. In quest’ultimo tipo di attività il coordinamento tra i servizi richiede una sistematicità, una progettualità ed una continuità maggiore e non può essere attivato in funzione di singole emergenze o singoli accordi connessi alla gestione dei casi. L’elemento di difficoltà consiste nel fatto che le diverse organizzazioni del sociale sono spesso enormemente diverse tra loro per struttura organizzativa, fini, tipologia, dimensione, settore, logiche e culture organizzative. Bisogna cercare di superare tali difficoltà ed organizzare una rete di servizi integrata e ricca di scambi tra le diverse organizzazioni. CAPITOLO 2: APPROCCI E MODELLI DELLA PROGETTAZIONE 2.1 Tappe di un progetto di intervento: a prescindere dal tipo di progetto realizzato (prevenzione, formazione, sviluppo di comunità ecc..), dal contesto (comunità o gruppo classe), dalla durata, dai destinatari o da altri elementi, qualsiasi progetto per la sua realizzazione attraversa cinque tappe:  La prima tappa corrisponde all’ ideazione, al momento in cui una o più persone ipotizzano di realizzare un progetto, di fare o proporre qualcosa.  La seconda tappa corrisponde a quella dell ’attivazione, una volta avviata una propria ipotesi di progetto bisogna cercare di verificare quali sono le risorse sia umane che finanziarie disponibili, delineare il proprio e altrui ruolo in queste prime fasi, definire il problema le strategie di intervento, ottenere il consenso più o men allargato e analizzare la domanda della committenza.  La terza tappa è la progettazione, si elabora il progetto cartaceo, si identificano e programmano le diverse fasi dell’intervento.  La quarta tappa corrisponde alla realizzazione dell’intervento, nella quale si avviano le prime attività e si verificano le proprie ipotesi e se è necessario si attuano i cambiamenti necessari per sostenere il progetto, in pratica si sviluppano dei processi di confronto e verifica in itinere per produrre gli aggiustamenti necessari.  La quinta tappa corrisponde alla verifica, è la tappa di verifica conclusiva e della riformulazione, ridefinizione o conclusione del progetto stesso. Anche se la verifica è l’ultima tappa del processo di progettazione comunque processi di monitoraggio più o meno formalizzati ed espliciti si attivano lungo il percorso di ogni tappa. Esiste una logica sequenzialità tra le diverse tappe che tuttavia, si accavallano e talvolta sovrappongono. 2.2 Approcci della progettazione: in merito alla progettazione di interventi sociali si possono distinguere tre tipologie di approcci, in ciascun approccio, le cinque tappe logiche di intervento sono sempre presenta ma, assumono pesi e rilevanze diverse.  Approccio sinottico-razionale: è un approccio di tipo meccanicista che rimanda ad una casualità di tipo lineare: s’ipotizza che sia possibile individuare nessi di causalità lineare relativamente alle problematiche sociali e, in base a questi, programmare e prevedere il cambiamento sociale. L’approccio razionale è stato sviluppato nell’ambito del classico modello della scelta razionale elaborato principalmente dalle scienze economiche. Per tale approccio il problema della progettazione può essere così formulato: “in condizioni ambientali date trovare i mezzi migliori per raggiungere obiettivi dati giudicati desiderabili secondo criteri di valutazione stabiliti”. Queste formulazioni contengono una serie di presupposti: 1. L’ambiente è predeterminato, ed è descritto da vincoli e parametri che restano fissi nel corso della procedura;2. Il problema è chiaro e non ambiguo, gli obiettivi sono esplicitati e non soggetti a interpretazioni; essi non possono essere modificate o riuscissi nel corso della progettazione; 3. I mezzi alternativi per conseguire i fini e i criteri di valutazione della prestazione sono dati in modo 3

distinto dai fini; 4. Si può trovare una soluzione coincidere con il valore massimo dell’utilità (o col minimo costo), si presuppone che sia data una struttura ordinaria di preferenze relative alle conseguenze della scelta, che non viene modificata nel corso del processo stesso. All’interno delle cinque tappe di un intervento questo modello considera come cruciale ai fini della riuscita dell’intervento la tappa della progettazione. In tale approccio la centratura è sul prodotto da realizzare, inteso come risultati previsto a priori. È scarsa la presenza della seconda tappa, l’attivazione, quando è presente si riferisce alla ricerca di finanziamenti e risorse materiali necessarie all’approvazione del progetto e a creare una sufficiente alleanza con il committente. La tappa della realizzazione dovrebbe essere una conseguenza del progetto. Nel momento in cui il progetto è attivato non si sospetta che è proprio nell’incontro con i destinatari che si svilupperanno i giochi più significativi per l’efficacia di un progetto. In un approccio di tipo sinottico il progetto viene costruito a partire da una comprensione a priori dei bisogni e il processo di progettazione non viene allargato a diversi soggetti ma rimane una competenza specifica dell’esperto. La valutazione si riferisce essenzialmente ad un processo di confronto tra output previsti ed output ottenuti, in una logica di ricerca dello scarto e della mancanza. Difficilmente si andranno ad evidenziare i processi di apprendimento spontaneo realizzatisi tra gli attori in gioco o gli impatti imprevisti Quanto più il contesto in cui si realizza l’intervento ha caratteristiche di incertezza e imprevedibilità, tanto più quest’approccio risulta inadeguato perché non riesce ad accettare le variazioni provenienti dall’ambiente e quindi a modellarsi ai cambiamenti che insorgono. Questo tipo di approccio in qualche modo piace ed ha successo. Questo accade perché è rassicurante e tranquillizzante per i clienti, ma ha anche un successo commerciale perché rimanda all’idea di ordine e di cambiamento. Le distorsioni dell’approccio sinottico-razionale: gli assunti su cui si base l’approccio sinotticorelazionale sono alla base di una serie di distorsioni frequentemente rilevabili nei processi di progettazione. Analizziamoli in ordine a partire da quelle relative al ruolo del decisore ed alla definizione degli obiettivi. Tale modello assume che vi sia un ipotetico decisore in grado di individuare il problema, definire gli obiettivi e scegliere la soluzione più adatta. Ma nella realtà così non è: non esiste un unico decisore in grado di orientare e controllare un intervento senza processi di negoziazione, codecisione, corresponsabilità con altri soggetti. Inoltre, esiste sempre una distanza tra obiettivo dichiarato e obiettivo perseguito, perché man mano che intervengono attori diversi è probabile che gli obiettivi di partenza possono essere modificati. Un altro punto critico dell’approccio è l’assunto che sia possibile sempre effettuare una comparazione tra le diverse opzioni o strategie e scegliere in base ad un’ipotesi di massimizzazione dei benefici. L’approccio sinottico-razionale non aiuta a pensare il progetto come uno strumento flessibile capace di adattarsi lungo il processo di riorientare i processi decisionali, di definire a tappe successive altri elementi; ci si aspetta che il progettista-decisore debba in un certo senso predire il futuro e permanere nelle proprie scelte.  Approccio “concertativo o partecipato”: dall’approccio “concertativo” derivano modelli di progettazione partecipata. Questo approccio si muove da una critica dell’approccio sinotticorazionale, in quanto tale modello ha tralasciato proprio la dimensione processuale, il livello dell’interazione sociale ed il livello cognitivo ed emotivo. In questo secondo approccio si parte da un’ipotesi di cambiamento di una data realtà che è confrontata, negoziata, concertata con i destinatari. Infatti rispetto all’approccio precedente, viene data maggiore rilevanza alla tappa dell’attivazione. Tra tutte le diverse tappe di progettazione esiste una reciprocità. Alla base di questo approccio c’è la convinzione che: -i problemi sociali non sono caratterizzati da una causalità lineare; -esistono sempre più letture dei bisogni e più ipotesi interpretative; -il ruolo dei servizi e degli operatori non è quello di distribuire ricette e soluzioni ma di aiutare ad aiutarsi, quello di promuovere empowerment (processo attraverso il quale le persone diventano consapevoli delle cause della loro povertà e utilizzano le risorse collettive per modificare tali condizioni a livello di individui e di comunità; 4

- le persone hanno grandi potenzialità e sono in grado di auto organizzarsi, di attivare risorse e di impegnarsi in azioni e progetti delle/dei quali sentono l’utilità ed il significato Questo approccio rifiuta una lettura dei bisogni dell’utenza a priori, un’interpretazione tecnica non condivisa da parte dei destinatari. Scambiare e confrontare le reciproche percezioni del “problema”, confrontare i dati in possesso sulla cui base gli operatori esprimono dei giudizi e definire con chiarezza i ruoli e le funzioni di diversi soggetti coinvolti in un progetto, sono alcuni passaggi indispensabili che si collocano a monte di un progetto. Co-progettare significa attivare confronti e negoziazioni, ma anche allungare i tempi di una decisione ì, super...


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