Psicoclinica nodes etica PDF

Title Psicoclinica nodes etica
Course Laboratorio di Etica e Deontologia
Institution Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
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oratorio di etica e deontologia – Sofia Simoncini – su Instagram: Psicoclinica_nodes Etica e deontologia -

Argomento a scelta Codice deontologico

o Aristotele per indicare quella parte della filosofia che studia i criteri in base ai quali l’uomo valuta i propri comportamenti e le proprie scelte in funzione del proprio agire. Atto morale-> rapporto tra comportamento e valore morale che lo orienta. o Critiche da vari autori (hegel..): concezioni etiche legate a condizioni storiche. Comportamento come conseguenza condizionamenti sociali-> svilimento resp. Personale o Exp. Milgram e Zimbardo: legato a “consenso informato”. Milgram 1961: nazisti eseguivano “solo” ordini?? Zimbardo: exp. Stanford guardie-detenuti-> deindividuazione – effetto Lucifero o Prigione Abu Ghraib: torture su iracheni da statunitensi Etica della relazione tra esseri umani: ambito professionale (deontologia) o Crisi ideologie: ci si occupa del mezzo e non del fine. Primato tecnologico efficacia ed efficienza, ricerca di ottimizzazione. Importa più il PIL del Benessere. o Kennedy nel ’68 parlava appunto dell’inadeguatezza del PIL come indicatore di benessere. o Parliamo ora di “pseudo-etica del mezzo” o Spinanti: deontologia professionale -> professionalità (competenza no missionarietà), autonomia (su valori utente) o Studio Strupp e Handley: psicoterapeuti vs. prof uni. = risultati sovrapponibili x efficacia intervento aiuto. -> accettazione, benevolenza, cortesia, tolleranza, impegno efficace per capire, stimolare, collaborare. Dichiarazione Universale Diritti Umani da Assemblea Generale ONU del ’48. - Preambolo comma 3: diritti umani protetti da norme giuridiche - Articolo 1 comma 1: uomini nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. - Articolo 2 comma 1: no distinzioni - Articolo 12: no interferenze arbitrarie - Articolo 29: doveri verso comunità, libero e pieno sviluppo personalità Concetti chiave: ETICA E MORALE o Etica: parte di filosofia che cerca di comprendere e definire criteri base per valutare scelte e condotte individui/gruppi/dinamiche sociali o Morale: “costume” -> Bene/Male. Cambierebbe da popolazione a popolazione. Non definibile “a priori”. o Deontologia: l'insieme dei valori, dei principi, delle regole e delle buone consuetudini che diventano regole condivise da un gruppo professionale, alle quali ogni professionista dovrebbe ispirarsi al momento in cui esercita la professione. o Codice deontologico: strumento che stabilisce e definisce nome deontologiche: pubblicate e non solo trasmissione informale (TAR Bari del 95)-> principio di legalità

oratorio di etica e deontologia – Sofia Simoncini – su Instagram: Psicoclinica_nodes Norme giuridiche che regolamentano esercizio: d’indirizzo (2*: istituiscono l’Ordine p. e conferiscono funzione di produrre e far applicare specifiche norme) o precettive (1*: obblghi, proibizioni, permessi) (Anche per il Codice Civile es. Art 2229 obbligo iscrizione albo + controllo requisiti) Professione fonda regole deont. Su: - Diritto (rispetto leggi) - Etica (coscienza e morale) - Prassi (comportamenti ripetuti e costanti nella pratica) Quindi parliamo a tutti gli effetti di norme giuridiche -> se violate abbiamo sanzione disciplinare: 1. Avvertimento: diffida 2. Censura: dichiarazione biasimo 3. Sospensione: non > 1 anno 4. Radiazione: cancellazione ad albo a tempo indet. No esercizio. Frati: norme precettive (divieti), imperative (obblighi), permissive. -> “norma giuridica che regola un’attività professionale nei suoi aspetti etici”. Codice Deontologico Psicologi Italiani: sia norme imperative che permissive. 42 articoli riuniti in 5 capi: (info nei siti dell’Ordine) 1. Capo I : “Principi generali”: è costituito dai primi 21 articoli; 2. Capo II : “Rapporti con l’utenza e con la committenza”(dal n.22 al n.32); 3. Capo III : “Rapporti con i Colleghi”: è composto da 6 articoli (dal n.33 al n.38) 4. Capo IV : “Rapporti con la società”: è costituito da 2 articoli (il n. 39 ed il n. 40) 5. Capo V : “Norme di attuazione”: comprende altri 2 articoli (il n. 41 ed il n. 42) Calvi ci parla di 4 finalità ispiratrici: “ a macchia di leopardo”-> Tutela del cliente (4,9,11,17,27,28), tutela professionista (35, 36), tutela gruppo professionale (6, 8), responsabilità nei confronti della societa (3, 34). In piu Calvi inserisce: •Meritare la fiducia del cliente: operare solo a vantaggio del cliente •Possedere una competenza adeguata a rispondere alla domanda del cliente: formazione/autovalutazione/limiti •Usare con giustizia il proprio potere: favorire e rispettare cap. decisionali pz. •Difendere l’autonomia professionale: rifiuto ogni ingerenza esterna al corpus professionle Dimensione intrecciata e longitudinale. I 4 principi vengono successivamente definiti come “Imperativi deontologici degli Psicologi italiani” Nel documento dal titolo di "Linee guida di deontologia professionale nei percorsi di selezione e valutazione del personale" approvato dal Consiglio Regionale dell’Ordine degli Psicologi del Lazio in data 19/7/2001, vengono evidenziati sei valori e principi professionali: Integrità, Competenza, Rispetto dell’altro, Autonomia, Responsabilità, Cura dell’altro. Diversi Autori, tra i quali Frati F. (2002), propongono sei e non quattro imperativi deontologici:

oratorio di etica e deontologia – Sofia Simoncini – su Instagram: Psicoclinica_nodes • Rispetto della Persona Umana (ascolto, collaborazione, servizio all’altro). • Responsabilità (individuale, professionale e sociale). • Integrità (onestà, probità professionale e personale). • Autonomia professionale. • Competenza (possesso di adeguate conoscenze, impegno, flessibilità, conoscenza di sé e dei propri limiti). • Promozione del benessere individuale e sociale. Ai Professionisti psicologi, secondo lo stesso Autore, vengono richieste le seguenti conoscenze e capacità: • Conoscenza delle regole deontologiche di comportamento professionale, sia nei rapporti fra Colleghi che con i Clienti. • Conoscenza delle normative più comuni relative alla Privacy. • Conoscenza delle normative più comuni relative al Copyright. • Conoscenza delle normative più comuni relative alla Qualità. • Disponibilità ad aggiornare periodicamente la propria formazione, relativamente agli specifici settori di attività, alle esperienze professionali ed all’evoluzione delle conoscenze scientifiche in tali ambiti. • Capacità di risposta ai bisogni dei Clienti ed alla soluzione delle loro richieste di assistenza secondo correttezza, etica e deontologia professionale. Gli specifici argomenti sui quali ogni professionista deve acquisire sufficiente competenza appaiono quindi essere almeno i seguenti (Frati F.): • Etica professionale e Codice Deontologico (principi generali; rapporti con i clienti; rapporti con i colleghi). • Privacy (legge 675/96 e sue successive ulteriori modificazioni ed integrazioni). • Copyright (legislazione e suoi principi generali). • Conoscenza almeno generale delle norme Nazionali e Regionali (limitatamente alla propria Regione di appartenenza) che possono avere attinenza con la professione. • Conoscenza almeno generale delle norme sulla qualità e dei principi che ne sono alla base. • Normative Comunitarie (Comunità Europea per i cittadini italiani) e qualità delle prestazioni dei professionisti (utilizzabilità ed idoneità). • Possedere ed utilizzare un proprio e personale account ad Internet ed indirizzo di posta elettronica per un rapido ed efficace scambio di informazioni con i Colleghi ed i Clienti. • Possedere ed utilizzare un proprio indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata) per comunicare con la Pubblica Amministrazione. • Disponibilità a consultare la posta elettronica con una certa frequenza in relazione anche al numero di incarichi.

Ma non basta!! Richiesta nodale comma 1 art.3 -> dovere formazione x benessere. Atteggiamento tipo ATTIVO-> non sola “mera” non violazione delle norme ma anche azioni propositive. Maria Teresa Desiderio asserisce: “psicologo impegnato solo a non…” E non ad azioni propositive. (gli psicologi lo fanno personalmente, non come dovere professionale” -> ineludibile necessità di

oratorio di etica e deontologia – Sofia Simoncini – su Instagram: Psicoclinica_nodes distinguere tra etica passiva (non – violazione delle norme) ed etica attiva (dinamica, promozione della salute). -> valore della categoria, “in ottica di attivi doveri si delinea criterio omissione e carenza. Invece in ottica di E.A si fa propria esigenza di “contribuire al bene” -> dal non-fare al fare e parole. 3 condizioni x EA: (si identificano con 3 delle 4 finalità ispiratrici) •La tutela dell’utente e del committente. •La tutela del gruppo professionale. •La tutela del singolo professionista. Renato Di Giovanni, già Componente della “Commissione Deontologia” del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi che ha redatto il testo del vigente Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, ci ricorda che: “Sono numerose le direttrici sulle quali è stato costruito il codice deontologico: riferimenti etici, identità scientifica della psicologia, identità professionale dello psicologo, confronto con le esperienze deontologiche degli psicologi di altri paesi. Tuttavia, è il vertice etico che ha costituito il cardine intorno al quale hanno orbitato gli altri vertici: dall’etica del soggetto psicologo alla deontologia professionale degli psicologi. Il codice deontologico si può configurare anche come uno strumento, nel momento in cui ci aiuta ad orientarci” Come afferma al riguardo Giovanni Madonia, anch’egli già Componente della citata “Commissione Deontologia” redattrice del vigente Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, “occorre infatti molta tecnica, per essere etico” Vale anche il viceversa! Parmentola: “il prezzo umano da pagare per l’etica è la competenza.” “Quindi, come spesso accade, un rigore tecnico-professionale può già costituire anche una forma di salvaguardia deontologica. Un dottore tecnicamente bravo è, per ricaduta, un dottore corretto. Un dottore deontologicamente scorretto non potrà, per ricaduta, che fornire prestazioni tecnicamente scadenti”. Legame concetti di “deontologia” e “qualità”. I moderni “dottori d’anima” spesso criticati. Indagine Altroconsumo: grado soddisfazione sulle cure >75%. Ampiamente dimostrata efficacia ed efficienza trattamenti. Esiste inoltre un numero sempre più considerevole di studi sul confronto tra l'efficacia di più psicoterapie e della sinergia tra psicoterapia e psicofarmaci; a proposito del confronto d'efficacia tra trattamento psicoterapico e trattamento psicofarmacologico meritano particolare attenzione le ricerche svolte da Wexler e Nelson (1993) sulla depressione maggiore (efficacia psicoterapia dal solo intervento farmacologico. >psicoterapia, ma ancora meglio combinare entrambi) e da J Malgraf e S. Schneider (1995) sugli attacchi di panico (psicoterapia C-C. 80% curati con successo. I costi sono scesi rispetto alle cure mediche e farmacologiche. Altra obiezione rivolta agli psicologi: agiscono su “anima e mente” più che sulla salute oggettiva. (OGGI NON TROVA RISCONTRO QUESTA AFFERMAZIONE) -> studi di Linden. "...specialmente oggi che le istituzioni sociali e familiari lasciano un vuoto notevole per quanto riguarda l'educazione etica: se è vero infatti che l'individuo ha bisogno, per vivere bene, di valori di riferimento, è davvero grave che tanto poco aiuto egli riceva nel corso della formazione di una

oratorio di etica e deontologia – Sofia Simoncini – su Instagram: Psicoclinica_nodes propia scala di valori..." (Urso, 1990) e non sia per nulla portato, come sostengono Steiwwinger, Newell e Garcia (1988), a "... capire queste differenze (tra i vari atteggiamenti possibili), a cercare ed agire sulla base di conclusioni condivise (da lui medesimo) e mantenere una posizione critica verso tutte le visioni del mondo, comprese le proprie" Ad oggi è più importante la tecnica che la buona coscienza -> rischiamo di considerare l’uomo come strumento, senza bisogni propri. Ma se non l’uomo non impara a comprendersi avrà bisogno di qualcuno che lo gestisca -> San Tommaso: "Come una nave è affidata alla direzione di un pilota, così l'uomo è affidato alla direzione della sua volontà e della ragione"

CODICE DEONTOLOGICO Un codice deontologico è lo strumento scritto e reso pubblico che stabilisce e definisce le concrete regole di condotta che devono essere rispettate nell’esercizio di un’attività professionale. Il codice deontologico degli psicologi è entrato in vigore il 16/02/1998. Con tale atto si sono trasformate delle regole deontologiche in norme giuridiche, la cui violazione comporta delle sanzioni. Il codice deontologico non va visto solo con un valore disciplinare, o un elenco di proibizioni, esso è la carta d’identità dello psicologo e una guida che orienta e rassicura. Quindi il codice deontologico ha due scopi: riconoscersi e farsi riconoscere. Il codice deontologico crea una coscienza collettiva tra i professionisti appartenenti all’ordine, però ha anche la funzione sociale di rinforzare l’immagine pubblica dello psicologo. Nell’elaborazione del codice deontologico sono stati individuate QUATTRO FINALITA’ ispiratrici:  La tutela del cliente (regole di correttezza professionale):  ARTT. 11 – 17  segreto professionale  ART. 28 non trarre vantaggi economici  ART. 9  obbligo della corretta informazione



La tutela del professionista nei confronti dei colleghi (regole di solidarietà e colleganza)  ART. 35  divieto di appropriarsi fraudolentemente dei prodotti del pensiero dei Colleghi  ART. 36 divieto di dare pubblicamente giudizi negativi a proposito della formazione e della competenza di altri psicologi



La tutela del gruppo professionale ( regole di decoro, dignità e autonomia)  ART. 6  decoro, dignità della professione, autonomia nei confronti di altre professioni  ART. 8  obbligo di denunciare i casi di abusivismo

La responsabilità nei confronti della società ( regole sul dovere di utilizzare le conoscenze sul comportamento umano per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità)

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ARTT. 3 – 34  dovere di utilizzare le conoscenze sul comportamento umano per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità

Queste finalità sono sembrate raggiungibili attraverso QUATTRO IMPERATIVI GUIDA che devono ispirare la condotta professionale: 1. meritare la fiducia del cliente ovvero professione come servizio (art 21) 2. possedere una competenza adeguata a rispondere alla domanda del cliente: questo implica la conoscenza dei propri limiti nel sapere e nel saper fare, cui conseguenza è il rifiuto a compiere atti professionali per i quali si ritiene di essere inadeguati (artt 5 – 22 – 37 ) 3. usare con giustizia il proprio potere: le conoscenze che appartengono allo psicologo lo pongono in una posizione di superiorità rispetto il cliente che ricorre a lui, tale asimmetricità va gestita dal professionista con giustizia senza averne benefici, ma sfruttarla per il raggiungimento del benessere del cliente (facilitare, accompagnare, sollecitare il cambiamento). Infatti il diritto ci ricorda:  neminem laedere: non provocare danno ( ART. 22)  suum cuique tribuere: rispettare l’autonomia e dignità del cliente non usando il potere del sapere a proprio vantaggio (ARTT. 4 – 18 )  honeste vivere: mantenere una condotta consona al decoro ed alla dignità della professione sia nei riguardi del cliente che dei Colleghi e della società nel suo complesso ( ARTT. 28 – 38 – 39 – 40 )

4.

difendere l’autonomia professionale: la propria, dei Colleghi nei confronti della pretesa di altre figure di compiere atti professionali che appartengono alla competenza esclusiva dello psicologo. ( ART. 6)

Il codice deontologico è formato da 5 parti: I° parte PRINCIPI GENERALI  art da 1 a 21 ART. 1  non è ammessa ignoranza . obbligatorietà esterna ed interna, in uno stretto collegamento tra deontologia e vincolo etico, che è l’imperativo interiore guida della professione. Aver approvato il codice deontologico ha fatto assumere responsabilità ad ogni iscritto che equivale a riconoscere come proprie le regole stesse perché corrispondono ad un sistema di valori di riferimento comune alla categoria di professionisti. Questo sistema di valori si delinea come coscienza professionale resa visibile anche alla comunità sociale nel suo complesso; ART. 2  stabilisce il principio per cui ogni condotta, attiva od omissiva che sia contraria al decoro, alla dignità e al corretto esercizio della professione costituisce infrazione disciplinare punibile. Si fonda sulla considerazione che la deontologia precede la formazione del codice deontologico, che infatti altro non è che la concretizzazione di tale comune sentire in forma scritta ed esplicita. Questo implica la constatazione che il codice non è esaustivo e che quindi si lascia all’apprezzamento dei singoli Consigli dell’Ordine uno spazio libero di valutazione della condotta professionale degli iscritti all’Ordine.

oratorio di etica e deontologia – Sofia Simoncini – su Instagram: Psicoclinica_nodes Le categorie di illecito deontologico sono tutti i casi in cui sono violati i criteri di decoro, di dignità e di correttezza nell’esercizio dell’attività professionale. Si deve intendere per DECORO e DIGNITA’ lo stile che nell’atteggiamento, nei modi e nella condotta è conveniente alla condizione professionale dello psicologo (vedi anche art. 38). La CORRETTEZZA PROFESSIONALE sta nell’aderenza ai principi informatori della deontologia nei rapporti con i clienti, con i pazienti, con i Colleghi: rispetto, onestà e lealtà. Le sanzioni vanno dalla diffida, all’avvertimento, alla censura (dichiarazione di biasimo), alla sospensione (inibizione temporanea), sino alla conseguenza drastica della radiazione (espulsione dall’Albo Professionale con il conseguente divieto di esercizio dell’attività professionale). ART.3  la missione dello psicologo consiste nell’accrescimento delle conoscenze sul comportamento umano e nell’utilizzazione di tali conoscenze per promuovere il benessere psichico del singolo individuo, del gruppo e dell’intera comunità umana. L’intervento dello psicologo è efficace se produttivo di effetti benefici ove generi una migliore capacità di comprensione di sé e del prossimo. In tale concetto è compresa la considerazione del valore positivo della “tolleranza” come frutto della capacità di comprensione dei bisogni e delle qualità dell’altro. Lo psicologo deve essere consapevole delle sue possibilità di incidere sulla vita altrui, quindi ha il dovere di non trascurare tutti quegli elementi che potrebbero condurlo ad un uso negativo delle proprie capacità di influenzare il prossimo e di non abusare della fiducia e della dipendenza nei suoi confronti del cliente. Nella relazione che intercorre tra quanti si rivolgono allo psicologo come portatori, non sempre consapevoli, del bisogno di aiuto psicologico, e chi possiede gli strumenti per analizzare e soddisfare tale bisogno, si instauri una situazione caratterizzata dalla fiducia nel professionista, e da una corrispondente forte dipendenza nei confronti di quest’ultimo. Il professionista è responsabile dei suoi atti personalmente. ( vedi anche art 28 –33 – 34 ) ART. 4 Questo articolo è il FONDAMENTO ETICO della struttura del codice deontologico. Esplicitando il valore dei principi fondamentali della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo all’interno dell’agire professionale, si è inteso raggiungere il doppio obiettivo di definire i principi etici della professione e la sua natura laica. Questo è il modo di “guardare il mondo” dello psicologo, la sua “laicità” intellettuale, e non possono non “ricadere” sul suo modo di accogliere una persona, prima ancora che uno specifico contratto possa descriverla come paziente o cliente o utente od altro. La psicologia è una materia laica, portatrice di valori antropologici imperniati sui concetti di individualità e soggettività. Lo psicologo si accerta che i metodi e le tecniche utilizzati siano coerenti con i principi della psicologia e non si mette in contraddizione...


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