psicologia - Il padre materno PDF

Title psicologia - Il padre materno
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Trieste
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appunti relativi all'analisi del libro "il padre materno" di simona argentieri e qualche accenno generale sulla psicologia dello sviluppo...


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PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO A.A. 2016/2017

PSICOLOGIA  si occupa dello sviluppo di una persona durante l’intero arco di vita e quindi anche della genitorialità, un aspetto che viene approfondito da essa. Una volta la psicologia dello sviluppo veniva chiamata psicologia dell’età evolutiva e studiava lo sviluppo complessivo dell’individuo da 0 a 18 anni. Alcune ricerche hanno affermato che l’uomo cresce durante l’intero arco di vita. Vi sono infatti delle tappe che un individuo attraversa dalla nascita fino alla morte.

1. IL PADRE MATERNO Genitorialità = un individuo diventa genitore in modo effettivo o attraverso la fantasia se per vari motivi non lo può diventare. La genitorialità trattata da Simona Argentieri non è di tipo biologico ma bensì è quello che è il costituirsi della genitorialità psicologica  ciò che avviene psicologicamente all’individuo nel momento in cui si decide di diventare genitori. Simona Argentieri: -

È un medico, psichiatra e psicoanalista; Si è formata alla scuola psicoanalista italiana; La sua è una formazione psicoanalitica classica ovvero quest’ultima fa riferimento alla concezione freudiana della psicoanalisi.

Quando parliamo di psicoanalisi facciamo riferimento a: -

Psicoanalisi CLASSICA ovvero quella legata al lavoro di Sigmund Freud; Psicoanalisi legata ad altre scuole/concezioni di altri psicoanalisti come ad esempio: Jung, Winnicott o altre scuole come quella kleiniana (si occupava maggiormente di adolescenti e bambini). Quindi se si pensa alla psicoanalisi non si fa riferimento solo a Freud ma anche ad altri psicoanalisti.

Il pensiero di Freud fa si riferimento alle figure genitoriali, al complesso edipico ecc ma in realtà il suo lavoro psicoanalitico ha sempre previsto la scena dove si vede il cliente disteso sul lettino e l’analista accanto. Questo avviene per far i che il cliente cerchi di superare le proprie difficoltà assumendo così un assetto differente. Con il caso di Hans (elaborato nel 1903), che ha esordito nel campo della psicoanalisi, Freud si è occupato indirettamente del piccolo Hans indirettamente ovvero ha studiato il caso attraverso ciò che il padre, che era in analisi da Freud, gli raccontava. Come già detto 1

il caso di Hans e della sua fobia nei confronti dei cavalli è stato molto importante per la psicoanalisi, soprattutto per quanto riguarda il complesso edipico. La presa in carico, la presa in considerazione, della famiglia in psicoanalisi è un fenomeno molto recente. È quindi un fatto curioso, come dice Simona Argentieri che iniziò infatti ad attuare degli studi su ciò. Simona stessa afferma che qualsiasi intervento, a qualsiasi livello sia, è un intervento in partenza fallimentare se non si tiene in considerazione la famiglia. Risulta quindi importante considerare anche la famiglia quando si parla di un dato individuo. Oggi giorno la funzione paterna tende ad essere vacillante, carente. È importante tenere in considerazione sia: -

I cambiamenti avvenuti nella società civile, rispetto al passato;

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La nuova configurazione della famiglia.

Per quanto riguarda la funzione genitoriale possiamo dire che oggi giorno sono presenti diverse configurazioni familiari, tra cui: a. FAMIGLIE TRADIZIONALI: nella famiglia sono presenti entrambi i genitori, che sono di sesso opposto, e con i figli. È una famiglia che dura sempre meno perché oggi giorno è sempre più alto il numero di separazioni e divorzi come è sempre più alto i numero di gruppi che si creano per affrontare la separazione e per imparare a come comportarsi con i propri figli. Questi sono detti Gruppi di auto mutuo aiuto. La separazione dei genitori in genere ricade e viene vissuta dai figli. Gli analisti quindi devono affrontare la separazione della coppia con la coppia stessa e lavorare sulle ripercussioni negative che ricadono sui figli (emozioni e sensi di colpa che venono trasmesse dai genitori). Fino al 2007 in merito alla separazione i figli venivano affidati alla madre. Oggi invece si parla di affidamento condiviso. Nei casi di separazione inoltre, molto spesso, i bambini specialmente se piccoli cercano di ripristinare il legame tra i due genitori. b. FAMIGLIE MONOFAMILIARI: sono sempre più le famiglie dove vi è un solo genitore e questo è favorito anche dalle nuove tecnologie che permettono, diversamente da come è normale fare, all’individuo di avere dei figli. c. FAMIGLIE FORMATE DA PRECEDENTI RELAZIONI: i membri della coppia escono da precedenti matrimoni. Spesso questi portano con se anche i propri figli e , specialmente se è una coppia giovane, questi tendono anche a riprodursi nuovamente. Uno dei membri della coppia quindi diventa genitore “precario” dei figli del partner, e viceversa, provenienti dal vecchio matrimonio. d. FAMIGLIE IN CUI I MEMBRI APPARTENGONO A CULTURE DIFFERENTI; e. FAMIGLIE/COPPIE DELLO STESSO SESSO (omosessuali).

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Della funzione genitoriale materna e paterna se ne è parlato molto nella letteratura. Melanie Klein, infatti ha parlato molto del ruolo della madre.

Melanie Klein: -

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Si appassionò alla psicoanalisi dopo essersi appassionata al lavoro svolto da Freud (padre della psicoanalisi); Viene definita la madre della psicoanalisi infantile: applicò ciò che Freud aveva elaborato per gli adulti negli adolescenti. Prima di lei ci provò anche Anna Freud ma invano. Anna Freud non avrà mai una relazione con un uomo ma con Dorothy Tiffany Burlington; Fu ripudiata dalla madre e il figlio si suicidò; Cercò di riprendere il discorso freudiano trattato sugli adolescenti e adulti, sui bambini e più precisamente sui bambini psicotici, affetti quindi da psicosi infantili come per esempio l’autismo.

La funzione genitoriale: ❖ MATERNA: ne parlano in molti tra cui Winnicott (che si occupa di osservare le relazioni tra madre e figlio soprattutto i legami precoci) e tanti altri psicoanalisti da Freud in poi, alcuni parlavano addirittura di quelli che sono i rapporti prenatali (già dal 4° mese di gravidanza); ❖ PATERNA: se ne è parlato ben poco. Il succo, il significato del libro di Simona Argentieri: con questa presenza di padri materni (in positivo chiaramente) rischiano di assumere una funzione simile a quella della madre che preclude al bambino di fare esperienze differenti rispetto alle relazioni simbiotiche con la madre. Due concetti importanti legati alla comprensione della funzione genitoriale materna e paterna riguardano: ➢ REVERIE MATERNA: concetto elaborato da un allievo di Melanie Klein, ovvero dallo psicoanalista Bion. La reverie materna ha a che fare con la capacità della madre di comprendere le angosce primitive del bambino e di restituirgliele digerite. Bion elabora il suo concetto interrogandosi sulle funzioni che ha lo psicoanalista durante la seduta psicoanalitica. Durante quest’ultima ciò che è veramente importante è l’interpretazione. Le interpretazioni che emergono dalla seduta psicoanalitica possono essere egregie per l’analista ma potrebbero non essere accolte dal paziente. Bion afferma anche che l’analista è un po’ come la madre ovvero per esempio quando il bambino piange lei cerca di interpretare il pianto di questo. Con il termine “restituire digerite” le angosce del bambino si intende che la 3

funzione dell’analista, come la madre, è quella di cogliere ogni movimento emotivo del bambino, farsene carico, intuirne il significato e provare a dare una risposta che possa via via permettere al bambino di tollerare ciò che gli sta accadendo  da solo il bambino non sarebbe in grado di tollerare ciò che gli sta accadendo. ➢ REVERIE PATERNA: concetto elaborato per la prima volta da uno psicoanalista argentino ovvero Salomon Resnik. La reverie paterna ha una funzione che consiste nella capacità del padre di accogliere le angosce separative del figlio nei confronti della madre ovvero il padre dovrebbe aiutare il bambino a diventare autonomo. Il concetto recente elaborato da Resnik (argentino di formazione kleiniana-bioniana), afferma che se ammettiamo l’esistenza di una reverie materna allora si può considerare l’esistenza di una reverie paterna. Quest’ultima come abbiamo già accennato consiste nel accogliere le angosce che sopraggiungono quando ti separi dalla relazione funzionale e simbiotica che il bambino instaura con la madre, con la quale, sin dall’inizio ha una profonda familiarità, anche a livello fisico. Un altro aspetto importante da ricordare, e che fa riflettere, è che nel processo di separazione che un bambino compie nei confronti della madre, lo portano ad allontanarsi gradualmente dalla simbiosi con la madre e dalla familiarità con il suo corpo. Mentre la bambina nel gioco di identificazione con i genitori prima o poi ritorna dalla madre e dal corpo materno. Il maschio invece no poiché il corpo paterno inizialmente induce ad una situazione di persecutarietà (persecuzione). Molto spesso oggi incontriamo famiglie apparentemente tradizionali con de viraggi dei partner ovvero hanno delle relazioni parallele, segrete, che possono essere sia eterosessuali che omosessuali. Le scelte affettive parallele si possono intrecciare con gli elementi di una serie di esperienze. Le capacità dei padri di accogliere le angosce separative dei figli nel momento in cui questi si separano dalla madre ed entrano in una dimensione autonoma in grado di richiederla capacità di rimanere soli, di autoregolarsi e quindi di introiettare regole, condurci alla socialità e soprattutto, grazie all’autonomia siamo in grado di imparare a conoscere l’altro come qualcosa di diverso da noi stessi, ovvero che chi abbiamo di fronte non è chi vogliamo che noi sia e che è quindi un individuo diverso da noi stessi. La reverie paterna, in psicoanalisi, dovrebbe seguire questa direzione. Nel testo si fa riferimento anche alla genitorialità  punto carente della funzione paterna, è la crisi degli affetti e della coppia, coppia non in senso tradizionale ma sia senso psichico che simbolico ovvero come due soggetti che, nella relazione con un figlio, promuovono sia la funzione materna che quella paterna. Simona Argentieri considera la genitorialità nel senso psichico e non solo biologico. Importante è la capacità dei genitori di lasciare spazio ad entrambe le funzioni genitoriali. Non bisogna soffermarsi sugli aspetti descrittivi e fenomenici ma andare oltre. Ci stiamo avviando, pur riconoscendo entrambe le funzioni genitoriali, verso l’indifferenziazione:

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➢ Il padre  si rivolge al figlio con cura, tenerezza, affettività, e ciò si ripercuote nell’adolescenza del figlio; Altra questione, della Argentieri, è quella legata a Freud e a Lacan, se siano stati, oppure no, bravi genitori. ¿ Per essere genitori sufficientemente buoni è necessario avere una marcia in più come per esempio essere psicoanalisti oppure una genitorialità sufficientemente buona richiede altre caratteristiche ?  Si è visto che questi siano stati tutto meno che bravi genitori. Es. Anna Freud non si fece mai una famiglia e si innamorava dei mariti delle sorelle. Lacan invece, bloccherà qualsiasi rapporto con i figli avuti nel matrimonio precedente. Simona Argentieri, fa riferimenti ad una ricerca d’approfondimento ed approfondimenti portati avanti dalle neuroscienze e life resource (fa riferimento a Bowlby e a Stern  quest’ultimo si occupò dello studio degli scambi di sguardo tra mamma e figlio). La Argentieri, portò l’attenzione sugli scambi interattivi precoci su madre e sul feto  si parla di vita fetale e scambi affettivi già nelle prime settimane dopo il concepimento. Sono scambi molto minimali ma già in età precoce. Ognuno di noi è dotato di un patrimonio genetico, sin dalla nascita, ma ciò non significa nulla. Quello che potrebbe essere la linea di sviluppo dell’individuo può essere influenzata da sollecitazioni ambientali. L’individuo segue delle linee dettate dall’ambiente, che è una potenzialità per l’individuo (Es. “io sono disposto a ...”). L’ambiente può sollecitare o inibire queste potenzialità. ANALISI DEL LIBRO “IL PADRE MATERNO” Introduzione ➢ “Una mutazione epocale” Vale la pena, a distanza di 20 anni, interrogarci sul ruolo e sulla funzione dei nuovi padri della nuova generazione. I ruoli e le funzioni dei nuovi padri sono molto cambiate. Questi, infatti, entrano nel merito con naturalezza e facilità rispetto ai padri di una volta; ➢ Che cosa intendiamo per “identificazione”? Nel processo di crescita, individuiamo due aspetti: - Imitazione  significa copiare l’altro senza che vi sia nessuna introiezione dell’altro. Inizialmente il bambino imita ciò che vede e costruisce in questo modo delle relazioni con chi lo circonda. Successivamente ciò porta gradualmente ad un processo più maturo nel quale il bambino comincia ad apprendere ciò che sta facendo e lo fa proprio, elaborandolo (ciò porta all’identificazione); 5

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Identificazione (si ascolta e si osserva tutto ciò che fa l’altro elaborandolo e facendolo proprio). Freud studiò tali meccanismi.

Melanie Klein  traduce le opere di Freud nell’ambito della psicoanalisi infantile. Margaret Mahler  psicoanalista che lavorò molto sul processo di individuazione e separazione: si chiese come fa il figlio a passare da uno stato di totale simbiosi con la madre ad uno di separazione che in psicoanalisi la si può definire autonomia (giovane adulto). Donald Winnicott  psicoanalista che si occupò delle relazioni precoci madre bambino ed è colui che, per certi versi, è stato un pochino escluso dal circolo psicoanalitico freudiano ed ha aperto il filone di psicoanalisti indipendenti. Elaborò il concetto di oggetto tradizionale, la cosiddetta, coperta di Linus che il bambino ha bisogno di portare con se (il bambino ha bisogno di portare con se qualcosa in asilo al fine di sentirsi al sicuro). L’oggetto transazionale, è un oggetto che funge da ponte tra la propria casa e l’ambiente esterno, tra le diverse relazioni. ➢ “C’è una relazione tra le nuove forme che assume la genitorialità e la crisi attuale della sessualità di coppia?” Nel momento della nascita del figlio la madre biologica ha un momento di regressione, sano: deve saper accudire il figlio ma deve anche tornare ad aspetti regressivi per poterlo ascoltare. Per un padre è un discorso puramente teorico in quanto non può concepire un figlio. C’è il bisogno di tornare un po’ piccoli per regredire al livello del bambino. Il padre dovrebbe accudire la coppia ma, spesso, anche loro regrediscono come il bambino. La padre, vivendo dei sentimenti come l’esclusione, l’invidia della relazione madre-figlio, gelosia verso il bambino, paura che gli possa essere tolto spazio, incapacità di riprendersi pian piano, il bambino occupa il suo posto nella coppia togliendo, in questo modo, spazio alla sessualità. Il rapporto della coppia adulta, viene minato, entra in crisi, in quanto per i giovani padri, soprattutto, è molto facile cercare, al di fuori della coppia, delle relazioni parallele, riempirsi di lavoro, essere meno presenti in casa ed occuparsi di interessi che riparino il senso di inferiorità. Il giovane padre è quindi incapace di tollerare tale frustrazione. I giovani di 20 anni fa, si scontravano con due importanti elementi: a. Madri possessive; b. Padri assenti. La funzione del padre è uno dei temi fondamentali, dal punto di vista giuridico.

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IMMAGINE DÌ COPERTINA DEL LIBRO  Simona Argentieri esordisce dicendo che la copertina del libro fa schifo in quanto fa pensare ad aspetti contradditori del tema illustrato nel libro. Non che la figura paterna presenti aspetti ambivalenti.

Capitolo 1: Famiglie sacre, famiglie laiche “La prima immagine a cui penso in relazione al padre materno non ha forse un grande pregio artistico, anche se riveste per me un significativo valore. È un quadro a olio proveniente dalla casa di campagna (ormai perduta) dei miei nonni, in provincia di Lucca, e rappresenta la Sacra Famiglia” Uno degli aspetti che l’ha portata a studiare la funzione paterna è un quadro che aveva ricevuto in eredità, di un autore anonimo, nel quale è rappresentata la sacra famiglia. Essa desiderava questo quadro in copertina. Sta di fatto che la sua preoccupazione è legata al fatto che, il quadro della sacra famiglia, riporta un immagine particolare del rapporto tra Giuseppe, Maria e Gesù, e questa copertina invece non le dice nulla. “Al centro della composizione vediamo Giuseppe: forte, virile, con una corta barba bruna, nella piena maturità, si prende teneramente cura di Gesù, un bambino nudo e paffuto di circa un anno, in un’armoniosa circolarità di abbracci e di sguardi. Maria, invece, seduta ai piedi del focolare, assorta dalla lettura, sembra psicologicamente assente. Relegata sullo sfondo, è resa dalle ragioni della prospettiva ancor più piccola e remota. Dunque, questo grande quadro del XVIII secolo, di autore ignoto, offre una rappresentazione inconsueta rispetto all’iconografia tradizionale, che vede la madonna e il bambino protagonisti assoluti, con Giuseppe vecchio e canuto, semplice figura di contorno, umile e gregario.” Il quadro ritrae una situazione abbastanza insolita di sacra famiglia, in quanto, in primo piano troviamo Giuseppe riprodotto come se fosse un uomo forte, con barba bruna, nella tarda maturità, che si prende cura di Gesù. Essa lo descrive come se Giuseppe e Gesù fossero impegnati in una sorta di circolarità di sguardi e abbracci. Sullo sfondo appare la madonna che è, relegata sullo sfondo, seduta a leggere ai piedi del focolare. Tutto il primo capitolo è legato alle raffigurazioni sacre e profane, attorno alla figure di Giuseppe, la madonna e Gesù bambino. La Argentieri, evidenzia il fatto, che anche la figura di Giuseppe nelle varie rappresentazioni sacre subisce delle variazioni con i secoli. Giuseppe, dal suo punto di vista, rappresenta molto bene il padre materno, e infatti, in tutto il primo capitolo la Argentieri motiva la sua definizione di Giuseppe come padre materno. Secondo l’autrice infatti, Giuseppe è l’immagine universale basilare del desiderio di tutti gli uomini di avere al proprio fianco una figura tenera e protettiva. Da un certo punto di vista l’autrice evidenzia che si tratta di un padre che è materno (aspetti della tenerezza) ma è tuttavia deficitario in quanto maschio e non suscita ne aggressività ne sessualità. 7

Proiettività e tenerezza possono stare insieme ma importante è che non sono presenti aspetti che suscitino sessualità ed aggressività. La argentieri sottolinea quest’ultimo aspetto perché sono elementi che connotano il sesso maschile, perché sessualità ed aggressività, non sono visti come un aspetto della perversione (sessualità) o come un aspetto distorto della creatività (aggressività): sessualità e aggressività, in psicoanalisi, sono aspetti tipici della figura maschile. Chi introduce il bambino alla sessualità, all’alterità, al conflitto, è il padre non la madre. Quindi, nell’immagine sacra, Giuseppe, secondo la Argentieri, non presenta né caratteristiche di aggressività né che suscitano sessualità, vede un padre tenero, dolce, protettivo. Quest’immagine di padre di Giuseppe si contrappone ad una figura altrettanto inquietante: MADRE FALLICA  donna, madre, che nella fantasia, è provvista di tutti gli attributi, pulsioni prettamente maschili. Ad esempio: coppie maschili e femminili che si strutturano intorno ad aspetti: di tenerezza e protezione, nell’uomo, e aspetti di sessualità, sensualità, aggressività nel femminile. Da qui madre, donna fallica, una donna quindi che presenta una serie di movimenti, nella relazione, tipicamente maschili. Tutto il discorso dei rapporti sadomasochistici gioca molto su aspetti della fallicità del femminile e sulla passività del maschile. Questo discorso della madre fallica deriva dagli studi che Melanie Klein fa come psicoanalista dell’infanzia. Tuttavia è interessante tutto ciò perché lo troviamo questi aspetti anche oggi giorno vediamo, di qui poi le fughe in quanto si può destituire una figura/funzione maschile, di una serie di aspetti istintuali pulsionali, aggressivi e sensuali. L’uomo se la gioca per un po’ ma successivamente, stancandosi, vanno alla ricerca di altro. Questo è un elemento molto presente elle coppie che, in larga misura, porta a alle separa...


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