9. il pregiudizio - Riassunto Psicologia sociale PDF

Title 9. il pregiudizio - Riassunto Psicologia sociale
Course Psicologia sociale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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riassunto del capitolo 9 riguardante il pregiudizio del libro di psicologia sociale adottato dall'università cattolica del sacro cuore di Milano...


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NATURA E POTERE DEL PREGIUDIZIO Definizione di pregiudizio Pregiudizio è un giudizio preconcetto negativo di un gruppo e dei suoi singoli membri. Allport lo definisce come un’antipatia basata su una generalizzazione sbagliata e inflessibile. Il pregiudizio è un atteggiamento, una combinazione distinta di sentimenti, inclinazione all’azione e credenze. Ha tre componenti differenti: una persona può provare antipatia per chi è diverso da lei e comportarsi in modo discriminatorio, credendolo ignorante e pericoloso. Le valutazioni negative che contraddistinguono il pregiudizio spesso sono sostenute da credenze negative, chiamate stereotipi, cioè delle credenze sugli attributi personali di un gruppo di individui. Gli stereotipi sono talvolta sovrageneralizzati, imprecisi e resistenti alle nuove informazioni. Jussim, McCauley e Lee affermano che gli stereotipi possono essere positivi, negativi, accurati o imprecisi. Uno stereotipo accurato può anche essere desiderabile, in quel caso parliamo di sensibilità alla diversità o consapevolezza culturale in un mondo multiculturale. Il problema diventa consistente quando gli stereotipi sono sovrageneralizzati o chiaramente sbagliati. Il pregiudizio è un atteggiamento negativo; è una valutazione negativa, la discriminazione è un comportamento negativo. Il comportamento discriminatorio spesso ha la sua origine negli atteggiamenti pregiudiziali. Gli atteggiamenti pregiudiziali non alimentano necessariamente gli atti ostili e nemmeno tutte le oppressioni scaturiscono dal pregiudizio. Razzismo e sessismo sono pratiche istituzionali che sono messe in atto anche quando non ci sono comportamenti discriminatori e pregiudiziali. Pregiudizio: implicito e esplicito Si possono avere atteggiamenti espliciti (consapevoli) e atteggiamenti espliciti (inconsci) diversi verso lo stesso oggetto come dimostrato dal test di associazione implicita che misura ciò che le persone conoscono senza esserne consapevoli. Gli atteggiamenti espliciti possono cambiare radicalmente con l’educazione, gli atteggiamenti impliciti possono perdurare, cambiano solo con la formazione di nuove abitudini attraverso la pratica. Esistono due forme comuni di pregiudizio: quello razziale e quello di genere. Pregiudizio razziale In riferimento al mondo intero, ogni razza rappresenta una minoranza. Il pregiudizio razziale sta scomparendo? Gli atteggiamenti razziali possono cambiare molto rapidamente. I bianchi tendono a comparare il presente con il passato e a percepire rapidi e radicali progressi, mentre le persone di colore tendono a confrontare il presente con il loro mondo ideale, che non è stato ancora realizzato e a percepire un progresso alquanto più lento. Le forme sottili di pregiudizio Il pregiudizio nelle sue forme sottili o latenti è ancora più diffuso. Molteplici sono le definizioni che sono state date: pregiudizio di avversione, moderno, simbolico, riluttante e latente. Anche il pregiudizio di genere sembra muoversi nella medesima direzione: anche per quest’ultimo infatti cominciano ad essere teorizzate forme di ambivalenza. L’elemento comune di tutte queste etichette

è che esse denotano espressioni latenti del pregiudizio e del razzismo che sostengono in maniera manifesta l’egualitarismo. Gli atteggiamenti prevenuti e il comportamento discriminatorio riaffiorano quando possono nascondersi dietro il paravento di qualche altro motivo. Si possono inoltre rilevare bias anche nel comportamento. Il pregiudizio moderno appare anche sotto forma di sensibilità razziale che porta a reazioni esagerate verso persone di una minoranza isolata, o tramite eccessive lodi per i buoni risultati o eccessive critiche per gli errori. Pregiudizio implicito Esiste una forma di pregiudizio la cui caratteristica è la mancanza di consapevolezza del soggetto. Questo pregiudizio viene attivato in maniera non intenzionale. Più il pregiudizio implicito è forte, più facilmente le persone dicono di percepire espressioni di rabbia sui volti delle persone di colore. Sembra che nella stereotipizzazione inconscia e in quella consapevolmente controllata siano coinvolte aree cerebrali. I pregiudizi impliciti coinvolgono aree primitive del cervello associate alla paura, come l’amigdala, mentre le elaborazioni controllate sono più strettamente associate alla corteccia frontale, che attiva il pensiero consapevole. Utilizziamo i lobi frontali quando riflettiamo su noi stessi o su gruppi con i quali ci identifichiamo, rispetto a quando parliamo di persone che percepiamo come diverse da noi. Pregiudizi di genere Gli stereotipi di genere Esistono forti stereotipi di genere e come i membri del gruppo stereotipato accettano gli stereotipi. Gli stereotipi di genere erano molto più forti degli stereotipi razziali. La persistenza degli onnipresenti stereotipi di genere porta alcuni psicologi evoluzionisti a ritenere che tali stereotipi riflettano un realtà stabile innata. Gli stereotipi, credenze, non sono pregiudizi, atteggiamenti, ma possono sostenere il pregiudizio. Il concetto di ambivalenza e la conseguenze che ne derivano Gli atteggiamenti verso le donne sono cambiati tanto rapidamente quanto quelli razziali. Glick e Fiske dicono che gli atteggiamenti di genere spesso sono ambivalenti: combinano un atteggiamento sessuale benevolo con un atteggiamento ostile. Anche gli stereotipi sugli uomini funzionano in modo simile. Chi approva la discriminazione sessuale benevola verso le donne, tende ad approvare anche quella verso gli uomini. Il sessismo Uno studio di Goldberg mostra che le donne discriminano le donne. Myers ha condotto una ricerca, le distorsioni attribuite al pregiudizio di genere che affioravano si presentavano per uomini e donne con pari frequenza. Il bias di genere si estinguerà presto nei paesi occidentali? Come per il pregiudizio razziale, il pregiudizio di genere manifesto sta scomparendo, ma ne sopravvive uno latente. Tale pregiudizio sembra apparire già negli annunci di nascita. Il pregiudizio esplicito contro le persone di colore e contro le donne è molto meno comune oggi di quanto lo era prima, le tecniche per studiare il pregiudizio implicito rivelano ancora la presenza di bias. COME SI FORMA E SI PERPETUA IL PREGIUDIZIO?

Il pregiudizio scaturisce da varie fonti. Può nascere dalle differenze di status sociale. Lo si può imparare da bambini, o dalle istituzioni sociali. Le fonti sociali Le disuguaglianze social. Lo status iniquo e il pregiudizio Un principio da ricordare è che 2uno status iniquo alimenta il pregiudizio2 una volta che queste disuguaglianze esistono, il pregiudizio aiuta a giustificare la superiorità economica e sociale di chi ha il benessere e potere. La distinzione di Glick e Fiske tra discriminazione sessuale ostile e benevola si estende ad altri pregiudizi. Noi valutiamo gli altri gruppi o come competenti o come simpatici, ma in genere non tutti e due. Alcune persone più di altre notano e giustificano le differenze di status. Le persone con orientamento al dominio sociale alto tendono a vedere gli altri in termini di gerarchia. Amano che i loro gruppi sociali abbiano uno status elevato, preferiscono essere in cima alla gerarchia. La teoria della giustificazione del sistema suggerisce che le persone sviluppano un’ideologia per interpretare il mondo sociale che supporta lo status quo. La socializzazione Il pregiudizio da uno status iniquo e da altre fonti sociali, inclusi i valori e gli atteggiamenti acquisiti. Il processo attraverso il quale le giovani generazioni acquisiscono dalle precedenti determinati modi di pensare è definito socializzazione che è il processo attraverso cui, mediante la trasmissione di conoscenze, capacità e atteggiamenti, viene consegnato alle nuove generazioni il patrimonio culturale accumulato fino a quel momento. La persone autoritaria Adorno scopri che l’ostilità verso gli ebrei spesso coesisteva con l’ostilità verso altre minoranze. Questi soggetti definiti etnocentrici condividevano alcune tendenze: un’intolleranza verso la debolezza, un atteggiamento punitivo e un rispetto remissivo per le autorità del loro gruppo. Adorno teorizzo una personalità autoritaria particolarmente incline al pregiudizio e allo stereotipo. Tali soggetti da bambini erano stati spesso sottoposti a una dura disciplina da parte dei genitori. L’insicurezza li predispone verso un’eccessiva preoccupazione per il potere e lo status e verso un modo inflessibile di suddivisione tra giusto e sbagliato. Le tendenze autoritarie, qualche volta riflesse nelle tensioni etniche, appaiono in tempi di minaccia di repressione economica o rivolta sociale. Sebbene l’autoritarismo e l’orientamento al dominio sociale possano coesistere, sembra che abbiano basi ideologiche diverse. La prima appare legata alla preoccupazione di sicurezza e controllo, la seconda è legata allo status del proprio gruppo. Religione e pregiudizio L’uso della ragione per sostenere l’ingiustizia aiuta a spiegare alcuni risultati. Le spiegazioni per la correlazione tra le variabili religione e pregiudizio possono essere tre: -

Non vi è connessione Il pregiudizio può guidare la religione La religione può guidare il pregiudizio

La conformità

Un volta instaurato, il pregiudizio sopravvive in larga parte per inerzia. Si muovono non tanto in base al bisogno di odiare ma a quello di essere amate e accettate. La conformità mantiene anche il pregiudizio di genere. Se il pregiudizio non è profondamente radicato nella personalità, quando le mode cambiano e le nuove norme evolvono, il pregiudizio può diminuire. Sistema istituzionale e il pregiudizio Le istituzioni sociali possono rafforzare il pregiudizio attraverso la segregazione, o con un rinforzo passivo dello status quo. Le scuole sono una delle istituzioni più inclini a rinforzare gli atteggiamenti culturali dominanti. Il sostegno istituzionale al pregiudizio spesso non è intenzionale e passa inosservato. Anche i film e i programmi televisivi rappresentano e rinforzano gli atteggiamenti culturali prevalenti. Le fonti motivazionale del pregiudizio Frustrazione e aggressività: la teoria del capro espiatorio Dolore e frustrazione spesso evocano ostilità, quando la causa delle frustrazione è minacciosa o sconosciuta, spesso l’ostilità è diretta da un’altra parte ovvero verso un capro espiatorio. I bersagli dell’aggressività cambiano. La competizione è un’importante fonte di frustrazione che può alimentare il pregiudizio. La teoria del conflitto realistico del gruppo sostiene che il pregiudizio nasce quando i gruppi competono per risorse insufficienti. Un analogo principio ecologico, la legge di Gause, afferma che la competizione massima è quella tra specie con identici bisogni. Secondo la teoria delle deprivazione relativa, anche quando le risorse non sono realmente insufficienti, i gruppi possono competere se percepiscono che gli altri si trovano in situazioni più vantaggiose o odono di privilegi maggiori. La teoria dell’identità sociale: sentirsi superiore agli altri Il concetto di sé non contiene solo un’identità personale ma anche un’identità sociale. Tajfel, Turner hanno proposto la teoria dell’identità sociale: 1) Noi categorizziamo: troviamo utile inserire le persone in categorie 2) Noi identifichiamo: associamo noi stessi a certi gruppi (ingroup). 3) Noi confrontiamo: mettiamo a confronto i nostri con altri gruppi (outgroup) Noi valutiamo noi stessi in parte attraverso la nostra appartenenza al gruppo. Cerchiamo rispetto per noi stessi ma anche l’orgoglio per il nostro gruppo. Senza un’identità personale positiva, le persone spesso cercano l’autostima identificandosi con un gruppo. Il bias del gruppo La definizione di chi siete voi che deriva dall’appartenenza a un gruppo implica la definizione di chi non siete. La semplice esperienza del venire raggruppati può promuovere il bias dell’ingroup. Il bias dell’ingroup è un ulteriore esempio della ricerca di un concetto di sé positivo. Il bias a favore del sé si attiva, permettendo alle persone di raggiungere un’identità sociale più positiva. Si è più inclini al bias dell’ingroup quando il nostro gruppo è piccolo e ha uno status inferiore dell’outgroup. Quando il nostro gruppo di successo, ci si può sentire meglio identificandoci molto con esso. Abbiamo stabilito che il bias dell’ingroup significa favoritismo verso il proprio gruppo. Potremmo allora chiederci se tale

favoritismo rifletta 1) la simpatia per l’ingroup 2) l’antipatia per l’outgroup o entrambi. Il bias dell’ingroup emerge tanto dalla percezione di bontà del proprio gruppo quanto dalla percezione dell’ostilità dell’altro. I forti sentimenti positivi che nutriamo per i nostri gruppi non abbiano bisogno di essere rispecchiati da sentimenti altrettanto negativi per l’outgroup. Il bisogno di status, considerazione di sé e appartenenza Lo status relativo: per percepire di avere uno status, si ha bisogno di persone che siano assoggettate a noi. Le persone il cui status è sicuro hanno meno bisogno di sentirsi superiori. Quando pensano alla morte, le persone si ritrovano a dover fare i conti con a gestione del terrore. Disprezzare l’outgroup può anche servire a rinforzare l’ingroup. La percezione di un nemico comune unifica il gruppo. Mikulincer e Shaver nel 2001 sostengono che quando il bisogno di appartenenza è soddisfatto, le persone accettano di più l’outgroup. La motivazione ad evitare il pregiudizio Le motivazioni non conducono le persone solo ad avere pregiudizi, ma anche a evitarli. I ricercatori che studiano lo stereotipo asseriscono che le relazioni di pregiudizio non sono inevitabili. La motivazione a evitare il pregiudizio può indurre le persone a modificare i pensieri e le azioni. Consapevoli della distanza tra ciò che dovrebbero sentire e ciò che in realtà sentono, le persone con un’alta autoconsapevolezza si sentiranno in colpa e cercheranno di inibire le loro risposte basate sul pregiudizio. I pregiudizi inconsci diminuiscono quando la motivazione è interna e non esterna. Le fonti cognitive del pregiudizio Un diverso modo di concettualizzare il pregiudizio è che le credenze stereotipate e gli atteggiamenti prevenuti esistono non solo a causa del condizionamento sociale e perché permettono alle persone alle persone di spostare le ostilità su alcuni gruppi sociali, ma anche come conseguenza dei normali processi di pensiero. Gli stereotipi possono essere la conseguenza di una semplificazione dei nostri mondi complessi. La categorizzazione sociale: classificare le persone in gruppi Uno dei modi che si utilizzano per semplificare l’ambiente è quello di categorizzare: organizzare il mondo racchiudendo gli oggetti in gruppi. La categorizzazione spontanea È facile ed efficiente affidarsi agli stereotipi quando si è:     

Pressati dal tempo Preoccupati Stanchi Emotivamente eccitati Troppo giovani

Gli esperimenti mostrano che si categorizzano spontaneamente le persone in base all’etnia. La categorizzazione non è un pregiudizio. La categorizzazione è necessaria al pregiudizio. La teoria

dell’identità sociale sostiene che chi percepisce intensamente la propria identità sociale si preoccupa di categorizzare correttamente le persone come noi o loro. Somiglianza e differenze percepite Una volta assegniamo le persone a un gruppo tendiamo a esagerare le somiglianze all’interno dei gruppi e le differenze tra loro. La sola divisione in gruppi può creare un effetto omogeneità dell’outgroup: la sensazione che loro siano tutti uguali e diversi da noi e dal nostro gruppo. Quando il gruppo è il nostro, siamo più pronti a vedere la diversità. Più si ha familiarità con un gruppo sociale, più si vede la sua diversità; minore è la sua familiarità, maggiori sono gli stereotipi. Esiste il bias per la propria etnia: tendenza a riconoscere più accuratamente i visi appartenenti alla propria etnia. Quando si vede qualcuno del nostro gruppo, si ha meno consapevolezza dell’etnia e si presta più attenzione ai dettagli individuali. La salienza categoriale: la percezione delle persone che risaltano Le persone o gli avvenimenti salienti spesso catturano l’attenzione e distorcono i giudizi. Un aspetto importante nella formazione degli stereotipi e nel loro mantenimento è il livello di salienza della categoria oggetto di stereotipi. Le persone salienti L’attenzione in più che si presta alle persone salienti crea l’illusione che siano diverse dagli altri più di quanto lo siano in realtà. La salienza alimenta l’autoconsapevolezza. Le interazioni tra individui della maggioranza e della minoranza soggette a una elevata autoconsapevolezza, possono sembrare tese anche quando entrambi i gruppi sono ben intenzionati. I membri del gruppo di maggioranza spesso hanno credenze su come le minoranze li stereotipizzano. Le persone sono diverse in merito alla consapevolezza dello stigma, cioè per quel che riguarda la probabilità di sentirsi stereotipate dagli altri. Considerare se stesso come vittima del pregiudizio pervasivo ha aspetti positivi e negativi. L’aspetto negativo è che quelli che percepiscono se stessi come vittime vivono con lo stress della minaccia dello stereotipo e perciò sperimentano meno benessere. L’aspetto positivo è che le percezioni del pregiudizio proteggono l’autostima individuale. La percezione del pregiudizio e la discriminazione aumentano le percezioni d’identità sociale e inducono a partecipare ad azioni sociali collettive. Casi salienti La mente utilizza casi salienti come scorciatoie per giudicare i gruppi. Tale generalizzazione da un singolo caso può causare problemi. I casi salienti raramente sono rappresentativi del gruppo allargato. Chi è in minoranza numerica può essere numericamente sovrastimato dalla maggioranza. Il potere che hanno i casi particolari nel guidare l’attenzione aiuta a spiegare perché le persone appartenenti a un gruppo esagerano così tanto le differenze tra loro e le persone appartenenti a un altro gruppo. Eventi salienti Gli stereotipi suppongono una correlazione tra i membri di un gruppo e le presunte caratteristiche individuali. La presenza contemporanea di due di tali eventi si nota particolarmente, più di quanto

tali eventi insoliti non avvengono contemporaneamente. Questo fenomeno viene denominato correlazione illusoria. I mass media riflettono e alimentano questo fenomeno. Si hanno spesso pregiudizi preesistenti. Una ricerca di Hamilton e Rose nel 1980 rivela che gli stereotipi preesistenti possono indurre a vedere correlazioni dove non ce ne sono. Attribuzione: il mondo è giusto? Nello spiegare le azioni degli altri frequentemente si commetta l’errore fondamentale di attribuzione. L’errore avviene in parte perché l’attenzione si focalizza sulle persone e non sulla situazione. Più le persone presumono che i tratti umani siano caratteristiche fisse, più gli stereotipi sono forti. Group serving-bias Pettigrew ha mostrato come gli errori di attribuzione condizionano le spiegazioni dei comportamenti dei membri del gruppo. Il comportamento positivo dei membri dell’outgroup spesso viene poco considerato. I gruppi svantaggiati e quelli che attribuiscono molta importanza alla modestia esibiscono meno questo bias di tipo egocentrico a favore del gruppo. Il bias a favore del gruppo può colorare anche il nostro linguaggio. Il biasimo si manifesta quando le persone attribuiscono i fallimenti dell’outgroup alle disposizioni viziate dai suoi membri. Il fenomeno del mondo giusto Una serie di esperimenti hanno scoperto che la pura osservazione di una persona innocente vittimizzata è sufficiente a far sembrare la vittima meno rispettabile. Lerner nel 1980 affermava che la denigrazione delle sventurate vittime deriva dal bisogno umano di credere che io sono una persona giusta che vive in un mondo giusto, un mondo dove le persone hanno quello che si meritano. Studi hanno confermato la teoria del mondo giusto. Carli e colleghi sostengono che il fenomeno del mondo giusto colora le impressioni che si hanno delle vittime di abusi sessuali. Le persone sono indifferenti all’ingiustizia sociale non perché non si preoccupano della giustizia ma perché non vedono l’ingiustizia. Le persone detestano un perdente anche quando la sua sventura emerge con chiarezza sostanzialmente dalla sfortuna. CONSEGUENZE DLE PREGIUDIZIO Pregiudizi che si autoalimentano Il pregiudizio è un giudizio concepito in anticipo. I pregiudizi guidano la nostra attenzione e i nostri ricord...


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