IL Disimpegno Morale - Appunti Psicologia Sociale PDF

Title IL Disimpegno Morale - Appunti Psicologia Sociale
Author Stella Critelli
Course Psicologia Sociale
Institution Università telematica Universitas Mercatorum di Roma
Pages 6
File Size 241.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 88
Total Views 143

Summary

Appunti Psicologia Sociale...


Description

11 - IL DISIMPEGNO MORALE La presente lezione, partendo da un inquadramento teorico del concetto di disimpegno morale all’interno della Teoria del Determinismo Triadico Reciproco di Albert Bandura, la ricollega a concetti più generali inerenti lo sviluppo morale della persona.Successivamente vengono declinati dettagliatamente gli otto meccanismi di disimpegno morale identificati da Bandura.Infine, si procede ad un’analisi dei risvolti pratici e di ricerca di questo concetto chiave per la spiegazione della condotta deviante. Viene anche accennato lo strumento di valutazione messo a punto da Bandura. 1. Introduzione Nella teoria del Determinismo Triadico Reciproco elaborata da Albert Bandura (1997), la spiegazione della condotta può essere articolata tenendo in considerazione i seguenti elementi: • Human agency o agentività umana, • Perceived self-efficacy o autoefficacia percepita, • Moral disengagement o disimpegno morale. Nello specifico, le persone contribuiscono a determinare il loro funzionamento psicosociale attraverso i meccanismi di human agency o agentività umana. Le persone possono esercitare un’influenza su ciò che fanno. La maggior parte del comportamento umano è determinato da numerosi fattori che interagiscono tra loro, quindi le persone contribuiscono a causare ciò che accade loro piuttosto che determinarlo completamente. La capacità di fare accadere le cose dovrebbe essere distinta dai meccanismi attraverso cui le cose vengono fatte accadere (ad esempio nei meccanismi neurofisiologici). Nella valutazione del ruolo dell’intenzionalità della human agency o agentività umana occorre distinguere tra la produzione personale di un’azione, mirata al raggiungimento di un risultato, e gli effetti che l’esecuzione di tale corso d’azione produce effettivamente. La Human agency o agentività umana riguarda gli atti compiuti intenzionalmente. Gli effetti non sono le qualità caratteristiche degli atti mirati a produrre effetti, bensì le conseguenze di essi. Molte azioni vengono compiute nella convinzione che produrranno un certo esito desiderato, ma in realtà producono risultati che non sono né previsti né voluti. La caratteristica essenziale della human agency o agentività umana è la facoltà di generare azioni mirate a determinati scopi. In sintesi, la human agency costituisce un principio secondo il quale la mente umana reagisce a stimoli esterni e biologici e, al contempo, agisce attivamente nell’ambiente grazie alle sue capacità di: • simbolizzazione; • anticipazione delle conseguenze delle proprie e altrui azioni; • autoregolazione (automonitoraggio, autovalutazione, reazioni del sé); • autoriflessione; • apprendimento per imitazione. La perceived self-efficacy o autoefficacia percepita è stata ampiamente trattata nella lezione dedicata a questo tema. Di seguito, invece, chiariremo e approfondiremo il concetto di disimpegno morale o moral disengagement. 2. Il disimpegno morale: definizioni, sviluppo e funzioni Il disimpegno psicologico consiste in un meccanismo cognitivo attivato come difesa dell'autostima o come conseguenza della perdita e dell'abbassamento della stessa (Boekaertes, 1992; Pekrun, 1992). Bandura, invece, parla di disimpegno morale come insieme di strategie cognitive-sociali per svincolarsi dalle norme e dalla responsabilità. Secondo Bandura (1986,

1991, 2000), i valori dei bambini e la loro attribuzione riflettono una mescolanza delle diverse fonti (genitori, fratelli, compagni, altri adulti, modelli simbolici diffusi dai media), più che un semplice retaggio familiare. Nel corso dello sviluppo sono state evidenziate anche delle differenze di genere significative nell'attivazione di tali meccanismi: i maschi tendono a mettere in atto, più delle femmine, i meccanismi di disimpegno morale (Bandura, 2000). Il pensiero morale, quindi, è un processo in cui norme o criteri multidimensonali sono usati per giudicare la condotta. Il giudizio morale implica dei processi separabili: • gli elementi che si ritiene abbiano una rilevanza morale sono estrapolati dall’insieme di informazioni disponibili in base a certe categorie; • gli elementi scelti vengono soppesati e coordinati sulla base di regole morali per giudicare una condotta; • l’impatto delle opinioni divergenti sembra dipendere più dalla loro capacità di persuasione che dal loro livello di conflittualità cognitiva. Una risposta sociale coerente può produrre mutamenti durevoli nelle regole usate per giudicare la moralità di azione. Nel tempo le persone modificano quello che pensano, osservando con l’esperienza gli effetti sociali delle proprie sanzioni. Il rapporto tra pensiero e condotta è mediato dall’esercizio dell’attività morale, così come i fattori affettivi giocano un ruolo regolatore vitale nella condotta morale. La condotta trasgressiva è regolata dalle sanzioni sociali e dalle sanzioni interiorizzate, che funzionano come meccanismi di controllo anticipatori. L’esercizio di autocontrollo ha alcune sottofunzioni: autocontrollo della condotta; giudizio sulla condotta in relazione a criteri personali e alle circostanze ambientali; relazione interna affettiva. Il giudizio morale, attraverso l’automonitoraggio e l’autosservazione, offre l’occasione per un’influenza autoreattiva: le reazioni interne affettive forniscono il meccanismo mediante il quale i criteri regolano la condotta e il rispetto di sé, mentre l’autocensura preventiva per azioni che concordano o violano i criteri personali ha una funzione regolatrice. La persona fa le cose che le procurano soddisfazione e che danno un senso di valore al proprio sé. Tanto più forte è l’efficacia autoregolatrice percepita, tanto più le persone perseverano nei loro sforzi di autocontrollo e tanto maggiore è la loro resistenza alle pressioni sociali a comportarsi violando i propri criteri. Un basso senso di efficacia autoregolatrice accresce la vulnerabilità alle pressioni sociali a favore di una condotta trasgressiva.

Figura - Influenza dell’efficacia autoregolatrice percepita sul disimpegno morale

Il disimpegno morale (moral disengagement) – pertanto - consiste in una serie di strategie cognitive-sociali che l’individuo attiva per svincolarsi dalle norme e dalla responsabilità. I meccanismi di disimpegno morale comportano una sostanziale ridefinizione della condotta e possono essere distinti tra: 1. processi di disimpegno che operano sulla definizione della condotta; 2. meccanismi che determinano una distorsione nella relazione causa – effetto; 3. processi che provocano una rivalutazione della vittima. Il disimpegno morale si concretizza in una ristrutturazione cognitiva del comportamento deviante in condotta corretta o comunque degna di giustificazione, attraverso un confronto vantaggioso. La ristrutturazione cognitiva della condotta deviante può essere dovuta anche ad un mancato riconoscimento della propria responsabilità, attraverso un dislocamento o una diffusione di responsabilità. La persona può auto-giustificare il proprio comportamento deviante anche attribuendo la colpa alla vittima o disumanizzandola. Inoltre può minimizzare o ignorare gli effetti nocivi delle sue azioni. Il cambiamento nel comportamento di una persona, non avviene in modo repentino, ma attraverso una diminuzione graduale delle sanzioni interne. Inizialmente l’individuo è sollecitato a compiere atti non del tutto corretti che è in grado di tollerare con poca autocensura. Una volta che il senso di disagio e le emozioni negative per l’azione compiuta diminuiscono volta per volta, le azioni considerate inizialmente ignobili e riprovevoli, vengono agite senza il consueto sentimento di angoscia.

Figura - Meccanismi di Disimpegno Morale (Bandura et al., 1996) Bandura ha individuato e descritto otto meccanismi di disimpegno morale che andiamo ad analizzare di seguito nello specifico. Giustificazione morale: in cui la condotta dannosa diviene personalmente e socialmente accettabile in virtù di scopi meritevoli e fini superiori. Pertanto opera sull’interpretazione del comportamento stesso. Le persone di solito non assumono una condotta reprensibile finché non hanno giustificato a se stesse la moralità delle loro azioni; ciò che è colpevole può essere reso giusto attraverso una reinterpretazione cognitiva. Etichettamento eufemistico: consiste nel dare un significato migliorativo o positivo tramite il linguaggio ad un’azione considerata deviante o reato. Offre pertanto un comodo strumento per

mascherare le attività reprensibili o addirittura per conferire loro uno status di rispettabilità. Confronto vantaggioso: si configura come uno stratagemma volto a sminuire la gravità delle proprie azioni attraverso il confronto con azioni altrui ancor più riprovevoli. Sfruttando il principio del contrasto, le azioni devianti possono essere fatte passare per giuste contrapponendole ad evidenti atti di barbarie. Tanto più oltraggioso è l’operato confrontato, tanto più probabile è che la condotta distruttiva appaia irrilevante o addirittura benefica. Diffusione della responsabilità: è osservabile soprattutto quando l’individuo, agendo in gruppo, diffonde la sua responsabilità al gruppo stesso, sentendosi così meno responsabile; se tutti sono responsabili nessuno lo è veramente. Dislocamento della responsabilità: riduce il coinvolgimento personale rinviando la responsabilità delle proprie azioni ad altri, in genere figure autorevoli. Anche all’interno del gruppo può avvenire che l’individuo subisca la pressione del leader, di chi ha più prestigio e più riconoscimento. Distorsione delle conseguenze: ha la finalità di svalutare totalmente la gravità dei danni provocati dalle proprie azioni. Quando l’individuo sceglie di esercitare attività nocive per conto di altri al fine di un vantaggio personale o perché indotto dalla società, questo meccanismo di distorsione morale evita di guardare in faccia il danno prodotto oppure lo minimizza.

Attribuzione di colpa alla vittima: consiste nell’attribuire la responsabilità dell’accaduto all’atteggiamento provocatorio della vittima o alle circostanze ambientali. In tale processo la persona vede sé stessa come vittima innocente e la propria condotta negativa come reazione obbligata ad una provocazione violenta. Scaricando la colpa sugli altri o sulla situazione, non solo scusiamo le nostre azioni, ma possiamo sentirci perfino più giusti e virtuosi degli altri. Deumanizzazione della vittima: depriva la vittima di dignità e rispetto e, riducendola ad un oggetto, fa sì che venga meno qualsiasi sentimento di identificazione, empatia e solidarietà. L’autoriprovazione a fronte di una condotta crudele può disattivarsi o attenuarsi se si spogliano le persone delle loro qualità umane. Una volta disumanizzate esse non vengono più considerate delle persone con sentimenti, speranze e interessi, ma come oggetti subumani. I suddetti meccanismi di disimpegno morale non trasformano immediatamente una persona per bene in un individuo spietato e senza principi. Il cambiamento avviene attraverso un allentamento graduale delle sanzioni interne; la persona può anche non rendersi conto pienamente della trasformazione in atto. Inizialmente la persona è sollecitata a compiere atti discutibili che è in grado di tollerare con poca autocensura. Una volta che il senso di disagio e l’autoriprovazione diminuiscono col ripetersi delle prestazioni, la soglia di reprensibilità aumenta progressivamente finché azioni considerate in origine abominevoli possono essere portate avanti senza troppa angoscia.

Figura - Azione graduale dei meccanismi di disimpegno morale sulle sanzioni interne della persona 3. Implicazioni pratiche, ricerche e valutazione Riassumendo, le influenze regolatrici sulla condotta umana sono strettamente collegate con i concetti di rispetto di sé, con l’autocensura preventiva per le azioni che concordano o che viceversa violano i criteri personali. Maggiore sarà l’efficacia autoregolatrice percepita, più le persone tendono a perseverare nei loro sforzi di autocontrollo e maggiore sarà la resistenza alle pressioni sociali. Parallelamente, il concetto di disimpegno morale, il quale consiste nell’insieme dei dispositivi cognitivi interni alla persona, socialmente appresi, che lo liberano dai sentimenti di autocolpevolizzazione, nel momento in cui non vengono rispettate le norme si innesta nella possibilità di disattivare i meccanismi di controllo e giudizio autoriferiti e di spiegare di conseguenza la condotta aggressiva. Ad esempio, gli autori di reato a sfondo sessuale mostrano specifiche distorsioni cognitive, meccanismi di disimpegno morale e di difesa che facilitano e giustificano i loro crimini (Bandura, 1999). Nel caso degli autori di reato a sfondo sessuale, nel meccanismo della disumanizzazione, le vittime sono private della dignità umana in modo da non suscitare alcun sentimento di identificazione e di empatia. Inoltre, nel meccanismo di attribuzione della colpa alla vittima, tutte le responsabilità per un determinato evento dannoso sono attribuite a un presunto atteggiamento provocatorio della vittima. Tuttavia, l'analisi della letteratura rivela la mancanza di studi specifici per quanto riguarda il confronto tra i meccanismi di disimpegno morale maggiormente utilizzati dagli autori di reato a sfondo sessuale con quelli utilizzati da criminali che hanno commesso altri tipi di reati. Bandura ha messo a punto la Scala del Disimpegno Morale (Caprara et al. 1996). Questa Scala è basata sugli 8 meccanismi proposti da Bandura ed è composta da 32 affermazioni, 4 per ogni meccanismo, alcune sviluppate ex novo ad altre opportunamente tradotte e adattate dalla versione inglese originale. Le affermazioni sono valutate su una scala likert a 5 punti, da 1 (Completamente in disaccordo) a 5 (Completamente d’accordo). Infine,

sebbene questa Scala sia un efficace strumento per descrivere le modalità con cui le persone rendono accettabile una condotta altrimenti riprovevole, applicata ad esempio a specifiche categorie di soggetti quali gli autori di reato contro la persona o i sex offender si mostra suscettibile a tentativi di falsificazione delle risposte al test (desiderabilità sociale)....


Similar Free PDFs