Riassunto Manuale Psicologia Sociale + Appunti PDF

Title Riassunto Manuale Psicologia Sociale + Appunti
Course Psicologia sociale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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PSICOLOGIA SOCIALE 1 = Disciplina che si pone come articolazione tra processi psichici e quelli sociali. Punto di contatto tra sociologia e psicologia Questo avviene attraverso lo studio scientifico di come le persone e i gruppi percepiscono e pensano gli altri, influenzano e si pongono in relazione...


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PSICOLOGIA SOCIALE = Disciplina che si pone come articolazione tra processi psichici e quelli sociali. Punto di contatto tra sociologia e psicologia Questo avviene attraverso lo studio scientifico di come le persone e i gruppi percepiscono e pensano gli altri, influenzano e si pongono in relazione con loro.

DEFINIZIONE DELLA PSICOLOGIA SOCIALE CAPISALDI: - Noi costruiamo la nostra realtà esiste una realtà oggettiva al di fuori di noi, ma la vediamo sempre attraverso le lenti delle nostre credenze e dei nostri valori. - Le nostre intuizioni sono spesso potenti ma talvolta pericolose  non sempre i processi che noi mettiamo in atto di fronte ad un evento (intuizione) sono corretti. Possono portare a un pensiero collettivo sbagliato (es. pensiero di gruppo). In molte situazioni sarebbe meglio controllare l’intuizione attraverso il pensiero critico. - Le influenze sociali plasmano i nostri comportamenti  il potere della situazione sociale porta ad agire in modo diverso, indipendentemente che questi siano buoni o cattivi. Le persone si adattano al contesto sociale in cui si trovano. - I nostri atteggiamenti e le nostre disposizioni plasmano i nostri comportamenti. - Sentimenti e azioni verso persone e gruppi possono essere positivi o negativi  possono esserci pregiudizi e pensieri riguardo persona o gruppi che ci fanno dare un’opinione positiva o negativa senza neanche conoscere in particolare il soggetto o il gruppo

SVILUPPO STORICO DELLA PSICOLOGIA SOCIALE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA SOCIALE IN EUROPA  1800 = la costruzione della conoscenza da parte dei soggetti affonda le radici nel contesto sociale organizzato nei sistemi simbolici e reali cui le persone appartengono. Focalizzazione sui fenomeni collettivi.  Psicologia dei Popoli (Volkerpsychologie) : è in realtà una psicologia sociale e storica che si occupa dei prodotti della cultura che derivano dall’interazione sociale. La sua evoluzione ha portato alla PSICOLOGIA CULTURALE. Partendo dal paragone tra prodotti ottenuti dai diversi contesti sociali in periodi storici differenti. Si sviluppa in un contesto storico-sociale che ambisce a costituirsi come un popolo. Studio di come il vivere insieme in un determinato contesto porta a sviluppare un ideale, delle tradizioni, dei costumi che sono comuni; possono essere solo compresi all’interno di un contesto sociale mettendo a relazione soggetti provenienti da contesti differenti. 1. Wilhelm WUNDT (1879): la psicologia sociale si occupa di fenomeni collettivi non indagabili sperimentalmente ma studiando le origini e le trasformazioni del pensiero nelle società. Tre punti di base della Volkerpsychologie: - Rapporto tra persona e comunità - Psicologia sociale quale disciplina storica - Studio del rapporto tra gli individui e i prodotti della loro interazione.  Psicologia delle Folle 1. Gustave LE BON (1895) : parte dicendo che in una situazione di disorganizzazione si esprime un senso personale del sé che mette in dubbio il principio di autorità. “Le folle si lasciano sedurre dalle impressioni che qualcuno è riuscito a far sorgere nel loro spirito”. Il comportamento umano è sorretto da motivi inconsci comuni che portano le persone a rinunciare a pensare con la propria testa e a creare una MENTE COLLETTIVA/ANIMA COLLETTIVA che va a controllare le azioni, i pensieri e le emozioni delle persone che compongono il gruppo. La mente collettiva è regressiva e irrazionale; le fa tornare a uno

2 stato d’infanzia, anomia, senza regole e valori di riferimento (es. per questo motivo la folla è andata a prendere la Bastiglia). Basati su tre meccanismi fondamentali: - Contagio Mentale = porta a confondersi con l’anima collettiva attraverso la diffusione di atti e sentimenti; spiegazione dell’intensa emotività e dell’anomia (messa in discussione/misconoscimento/rifiuto delle norme) presenti nelle folle. - Senso Di Potenza = si genera del riunirsi e ha come conseguenza la riduzione del senso di responsabilità e del corretto rapporto con la realtà. - Suggestionabilità = annulla la volontà personale trasformando la persona in automa facendola regredire fino a un livello primitivo. Le persone si lasciano suggestionare dai CAPI, anche se i singoli della folla non credono che ci sia un capo effettivo  inganno. Il prestigio dei capi sono “la vera molla alla base di ogni potere”. Devono avere la capacità di: - formulare delle AFFERMAZIONI precise e chiare; - RIPETERE l’idea affinché la massa apprenda qual è l’ideale corretto; - rilasciare il CONTAGIO in grado di coinvolgere la massa. Sociale = generica condizione delle vite umane, non un contesto organizzato. 2. Gabriel TARDE (1898) : dietro ogni fatto sociale vi è la singola persona e il suo contesto di vita. Afferma che “i proletari non hanno delle idee proprie ma seguono e imitano ciò che altri hanno deciso per loro”. Studio dell’effetto della presenza di molte persone sul comportamento del singolo. In tutti i gruppi c’è sempre una persona più capace degli altri nell’inventare idee  i capi. I singoli seguono due principi: - Tendenza all’invenzione: capacità di proporre nuove forme di pensiero e azione che provoca differenza sociale. - Tendenza all’imitazione: spinge l’individuo a comportarsi come i suoi simili e diffonde la novità, amplificata dall’influenza dell’opinione pubblica. “Essa è il vero motore del mondo”. SONNO DELLA RAGIONE: stato di “sonnambulismo ipnotico che porta i soggetti a imitare i comportamenti del CAPO. Come gruppo cercano di seguire tre cause di ordine psicologico: - Desiderio: molla che spinge ad agire verso ciò che si crede desiderabile - Invenzione: costruzione di nuove idee - Relazione interpsicologica: intersezione tra D e I + luogo di nuovi sviluppi e creazioni ORIGINI DELLA PSICOLOGIA SOCIALE NEGLI STATI UNITI  1800 - Max RINGELMANN (1880) = quando dobbiamo compiere un compito in presenza di altri o con altri, talvolta, ci impegniamo meno rispetto a quando si è soli ( Inerzia sociale). - Norman TRIPLETT (1895) = prima ricerca sociale (com’è la performance di una persona quando sono presenti altre persone? Osservazione di ciclisti); aumento della prestazione in presenza di altri ( Facilitazione sociale).  1900 - William McDOUGALL(1908): “Introduction of Social Psychology”. Parte dall’idea che abbiamo degli istinti (= disposizione innata; alcuni tipicamente sociali/motivazioni alla base della vita sociale) che ci portano verso la vita sociale. Per capire la vita sociale delle persone vanno studiare i suoi processi interni e mentali. - Edward ROSS (1908): “Social Psychology”. Le persone sono intrinsecamente soggetti sociali. Quello che noi pensiamo e facciamo partano da comportamenti collettivi che vengono poi assimilati e adattati dai pensieri soggettivi che il soggetto ha a riguardo. - Floyd H. ALLPORT (1924) : ritorno allo studio dell’individuo singolo. Concezione INDIVIDUALISTA: scienza sperimentale e del comportamento. - Psicologia delle Razze (1885-1934) : ci sono razze inferiori ad altre e si possono identificare attraverso test d’intelligenza. Politica avversa ad alcuni gruppi perché arrivano sul territorio in gruppi familiari, singoli e/o numerosi che fossero; si credeva andassero fermati perché una volta









3 sul posto tendevano a ricreare l’ambiente da cui provenivano. Gli psicologi sociali avevano il compito di identificare gli individui che potevano essere ammessi al paese e altri no semplicemente seguendo determinati parametri. Questo col fine di dimostrare scientificamente la differenza tra le razze. Metà ’30 viene riassorbita e scompare perché un gruppo di psicologi americani mette in dubbio le metodologie e tecniche usate per questa selezione. Questo perché gli americani si trovano in un profondo stato di crisi che li porta a sentirsi allo stesso livello dei migranti: studi sulla povertà, come si generano i conflitti e come cercare la pace ( ’40) FESTINGER, MARROW e HEIDER (1935-1945) si occupano di psicologia sociale, prima in Europa, poi migrano in America per sfuggire al nazismo. Studio del REAL WORLD delle persone (Es. insegnare ai soldati a lavarsi i denti perché non possono essere “sporchi” quando soccorrono gli altri; Es. Insegnare alle massaie a cucinare le frattaglie); per modificare davvero il comportamento bisogna usare un gruppo di pari. Ricerca di strategie per minare il morale delle truppe nemiche. Kurt LEWIN (1890 – 1947): interesse per problemi sia concreti sia matematici sia epistemologici. - Teoria del campo (1951): C = f (P, A) il comportamento (C) di un individuo è una funzione regolata da fattori interdipendenti costituiti dalla sua personalità (P) e dall'ambiente (A) che lo circonda. - Gruppo: è una totalità dinamica connotata dall’interdipendenza dei membri, in grado di esprimere comportamenti e valori diversi da quelli dei singoli individui. - Ricerca – Azione La rapida espansione (1946-1969) : anni dei grandi esperimenti e della formulazione delle più famose teorie. - Theodor ADORNO (1950): studio della personalità autoritaria (su Hitler) - Leon FESTINGER (1957): teoria della dissonanza cognitiva, le persone sono portate a mantenere una coerenza cognitiva tra comportamenti e atteggiamenti - Stanley MILGRAM (1963): studio di come le persone reagiscono in presenza di un’autorità che impartisce loro di compiere atti atroci. Crisi e Rinascita (1970 – 1984): - Scontro sul metodo: tra coloro che sostengono il metodo sperimentale di laboratorio e chi invece sosteneva che fosse non etica, influenzata dalle aspettative e culturalmente storicamente limitate. Questo dibattito portò all’utilizzo di altri e nuovi metodi. - Rivoluzione cognitivista durante la quale gli psicologi assunsero due diverse prospettive: - Calda = focalizzata su emozioni e motivazioni come determinanti del pensiero e azione - Fredda = focalizzata sull’influenza delle cognizioni sul modo in cui le persone percepiscono, sentono e desiderano. Dal 1985 a OGGI: - Pluralismo teorico, purché la teoria sia fondata. - Prospettiva di ricerca metodologica, ciascun metodo può essere utilizzato seppur in modo diverso - Approccio multiculturale: prima era controllata interamente dalla cultura americana (logica individualista – non adattabile ad altre culture), successivamente la psicologia sociale viene aperto alle altre culture e vengono sviluppati strumenti di misura e test adatto a culture diverse. - Sviluppo delle neuroscienze sociali: un utilizzo adeguato può aiutare la psicologia sociale a capire meglio il funzionamento della collettività. EVOLUZIONE DELLA PSICOLOGIA SOCIALE IN EUROPA = 1963: 1° conferenza europea di Psicologia Sociale Sperimentale a Sorrento (EAESP) Si differenzia da quella americana per tre fattori principali:

4 L’assunzione di una prospettiva internazionalista del soggetto: la società viene continuamente modificata dall’interazione tra le persone  La concezione del sociale: organizzato, stratificato in gruppi e sottogruppi in base alle relazioni di potere  La scelta metodologica: persone considerate come cittadini in un contesto e struttura sociale, quando analizzati è fondamentale tenere in conto questi elementi I maggiori esponenti sono:  Hanri TAJFEL: la società ha una struttura propria che non può essere definita in base alle peculiarità delle singole persone. S’inserisce nel dibattito sul metodo e scuote la psicologia sociale affermando che “la psicologia sociale si è dimenticata che si sta studiando dei soggetti in grado di pensare, agire e comportarsi in modi diversi”. La psicologia sociale deve occuparsi di rapporti faccia a faccia, occupandosi di relazioni in un contesto culturale e concreto. Propone la teoria dell’IDENTITÀ SOCIALE che va a studiare il mondo reale.  Serge MOSCOVICI (1925-2014, ebreo e di genitori separati): Ci sono due possibilità di vita: - Universo Rettificato: relazionarmi all’altro come se fosse una cosa, senza sogni, desideri etc.; non c’è conflitto - Universo Consensuale: ciascuno entra in relazione con l’altro, rendendosi conto che vuol dire riconoscere, condividere e far convivere i desideri tra i due; Confronto aperto che porta a un universo in cui si può coesistere senza conflitti:  Conflitto tra persona e società (teoria della conoscenza che viene costruita nel contesto sociale – es. diffusione dell’AIDS): oggetto di studio della psicologia sociale. “Se una minoranza ha alcune caratteristiche, questa ha la capacità di imporre un cambiamento inatteso sulla maggioranza.” ( minoranze attive)  Studio della comunicazione: analizzando la genesi, la struttura e il funzionamento dei fenomeni simbolici ( rappresentazioni sociali)  Sguardo Psicosociale: esiste un modo particolare di guardare i fenomeni sociali, guidata da teorie e da osservazione precise dei rapporti tra le persone e i gruppi di un certo contesto sociale determinato. Sapendo che quando ci relazioniamo con un fatto esterno c’è sempre una terza caratteristica che è il nostro gruppo di appartenenza.  Visione Ternaria dei Fatti e delle Relazioni: Io – Altro – Oggetto. L’”altro” è il sociale che fa da mediatore tra il soggetto e l’oggetto.  Willem DOISE: Articolazione psicosociale dei livelli di analisi (1976) - LIVELLO INTRA-PERSONALE: comprendere come le persone elaborano le informazioni del mondo sociale e il comportamento che lo segue. (Es. formazione delle prime impressioni). - LIVELLO INTER-PERSONALE: comprensione delle dinamiche tra le persone senza tener conto delle posizioni sociali. (Es. primo incontro con una persona su internet.) - LIVELLO POSIZIONALE: impatto che lo status e il ruolo hanno sui processi psicosociali. - LIVELLO IDEOLOGICO: impatto che le credenze sociali generali e delle relazioni sociali tra gruppi hanno sui processi psicosociali Si possono prendere 1-2 livelli come base per uno studio di psicologia sociale. Va preso in considerazione il fatto che questi livelli non sono materiali o presenti nella realtà perciò lo psicologo sociale ha il compito d’indentificarli. 

CENNI METODOLOGICI IL CICLO DELLA RICERCA Il metodo utilizzato dagli psicologi sociali è il Metodo Scientifico. La ricerca da loro compiuta parte dalla Curiosità e Desidero dello studioso di comprendere il perché di quello che accade intorno a lui. Controlla se la letteratura può rispondere al suo quesito, se qualcuno già si è era posto quella domanda e se ne avessero trovato risposte; se non trova risposte organizzerà ed eseguirà una ricerca a riguardo.

5  Partendo da una teoria (= insieme di principi che spiegano o predicono gli eventi osservati) possiamo andare ad estrapolare una serie di domande che ci permettono di andare a modificare alcune condizioni e costrutti (= concetti astratti resi osservabili dalle variabili (= qualsiasi caratteristica fisica o psicologica del soggetto che può assumere valori diversi in un dato intervallo e che varia da persona a persona)).  Vengono così formulate delle ipotesi (= proposizione testabile che descrive una relazione che potrebbe esistere tra gli eventi) verificabili, anche se però questa non può prescindere da una teoria. Essa serve per: - Verificare la teoria - Indicare la direzione della ricerca, mostrando dati che sarebbero non stati presi in considerazione - Dare indicazioni applicative  Scegliere il metodo (= come rileviamo ed organizziamo le informazioni verso un obiettivo che determina/modula la finalità della ricerca) – ex. osservazione, intervista e questionario. Una teoria viene scartata nel momento in cui si trova un metodo migliore per rispondere alla domanda. LE FINALITA' DELLA RICERCA  Identificare e descrivere la realtà  Ricerca descrittiva o osservazionale > Fornisce un'immagine quanto più esaustiva e chiara del fenomeno.  Verificare l'associazione tra due o più variabili  Ricerca correlazionale > All'apparire di una, se vi è correlazione, ci sarà anche l'altra. La correlazione può essere positiva o negativa.  Identificare dei nessi causali  Ricerca sperimentale > Relazione causa-effetto: è una relazione tra due variabili nella quale si può dire con certezza quale sia quella delle due che causa l'altra. ESEMPIO RICERCA SPERIMENTALE: Esperimento della prigione di Stanford di ZIMBARDO (1971) Vedere come assumendo un ruolo in una determinata situazione, le persone potessero ricoprirlo. Per rendere ancora più valido l’esperimento i 24 ragazzi vengono vestiti in modo diverso:  Guardie: divisa e occhiali a specchio per evitare contatto visivo  Prigionieri: vestiti con casacca senza biancheria intima, sulla testa una calza di nylon per annullare qualsiasi identità e una catena alla caviglia destra. Arrivano alla prigione perché “arrestati” dalla polizia locale di Stanford a causa di scasso per rapina a mano armata  mix tra realtà e finzione Le guardie rappresentano lo stereotipo che loro hanno di guardie influenzandosi e seguendo la regola “mantenere l’ordine” senza però evitare maltrattamento fisico o psicologico. Per le guardie: Persone comuni in situazioni estreme sono portati a cambiare il loro comportamento e ad annullare la loro personalità precedente a causa di: - Potere della situazione - Potere del ruolo (es. posizione con status sociale elevato, identità sociale positiva condivisa e sperimentazione di controllo di ogni cosa) Per i prigionieri: Sotto stress, vengono messi in atto dei processi psicologici che portano al crollo psicologico: - Perdita dell’identità personale  ricerca di un altro ruolo rinforzato dall’ambiente che ti circonda. - Percezione di essere in un mondo incontrollabile (solo violenze o situazioni incontrollabili)  “non ho nessun controllo sull’andamento di questa situazione”. - Condizione psicologica di effeminatezza  “sono in questa situazione perché ho degli atteggiamenti effeminati e quindi devo essere punito”.

IL SÉ

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CONCETTO DI SÉ: si ottiene con la risposta a “chi sono io?” e rappresenta la totalità delle conoscenze che una persona ha riguardo alle proprie qualità/attributi personali.  Twenty Statements Test (TST) di KUHN e MCPARTLAND (1954): 20 domande a cui si risponde riguardo sé stessi; poiché il comportamento è socialmente influenzato e la definizione che abbiamo di noi stessi rispecchia quello che pensa il gruppo. INTERAZIONE TRA IL NOSTRO SENSO DEL SÉ E I MONDI SOCIALI IN CUI VIVIAMO  Effetto Spotlight : Convinzione che gli altri prestino più attenzione al nostro aspetto e al nostro comportamento di quanto non facciano in realtà.  Illusione di Trasparenza: Illusione che porta le persone a ritenere che le loro emozioni nascoste affiorino e possano essere facilmente lette dagli altri.  Ciò che ci circonda a livello sociale influenza l’Autoconsapevolezza: all’interno di un gruppo di una diversa cultura, razza o genere, notiamo più facilmente in che modo ci differenziamo e come gli altri reagiscono al nostro comportamento “diverso”.  L’interesse personale tinge di sfumature diverse il giudizio sociale: - Situazione negativa = attribuzione della causa a un fattore esterno - Situazione positiva = attribuzione di merito e responsabilità a sé stessi.  La preoccupazione per sé stessi motiva comportamenti sociali: per suscitare impressioni positive si tende a curare maggiormente l’aspetto fisico  I rapporti sociali aiutano a definire il sé: nelle varie relazioni che abbiamo tendiamo a far ricorso a diversi sé; il concetto che si ha di sé stessi varia in base alle persone con cui ci si relaziona.  LA PERCEZIONE DI SÉ: capacità che ognuno ha di riconoscere e comprendere sé stesso.  Schemi di Sé di Hazel Rose MARKUS (1977): - Chi siamo Qui e Ora - Convinzioni, sia positive che negative, in base a cui definiamo noi stessi; difficilmente modificabili. - Strutture affettivo-cognitive capaci di organizzare l’elaborazione d’informazioni riguardanti il sé e recuperare esperienze passate. - Ognuno sviluppa meglio uno schema che lo interessa di più; schemi sempre attivi a cercare conferme/smentite riguardo a chi siamo  Sé possibili di Hazel Rose MARKUS e Paula NURIUS (1986): chi possiamo diventare - Sé futuro probabile: ci guida ad agire in modo da diventare quello che si desidera di essere - Sé futuro desiderato: tutto ciò che si desidera diventare - Sé futuro temuto: ciò che ci auguriamo di non diventare  Effetto Autoreferenziale: tendenza ad elaborare efficacemente e a ricordare bene le informazioni relative ...


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