MIEI Appunti Psicologia sociale e ambientale PDF

Title MIEI Appunti Psicologia sociale e ambientale
Course Psicologia sociale e ambientale
Institution Università degli Studi di Milano
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Psicologia sociale e ambientaleLezione del 3/03:La psicologia non è una scienza esatta, abbiamo degli approcci diversi per cercare di comprendere la mente. Ci sono vari ambiti della psicologia: psicologia generale (studia il meccanismo di base del comportamento e le funzioni della nostra mente, in g...


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Psicologia sociale e ambientale Lezione del 3/03: La psicologia non è una scienza esatta, abbiamo degli approcci diversi per cercare di comprendere la mente. Ci sono vari ambiti della psicologia: psicologia generale (studia il meccanismo di base del comportamento e le funzioni della nostra mente, in genere legati al lato biologico umano, che tutti gli uomini sapiens hanno) e psicologia dello sviluppo (vede come cambiano i processi psicologici in funzione della crescita, come si forma la personalità). Ci sono altre due grandi aree: psicologia sociale (studia i processi psicologici e mentali che danno vita al nostro comportamento, quindi come ci sviluppiamo in quanto appartenenti ad un gruppo sociale/cultura/famiglia) e psicologia clinica (trova le sue teorie e tecniche di intervento per curare le persone quando c’è stato disturbo che nasce per svariati motivi). Psicologia sociale: studia come i meccanismi della nostra mente, che si basa sulla struttura celebrale (base biologica), siano influenzati dai gruppi ai quali apparteniamo e anche alle varie relazioni tra e nei gruppi (ci mettiamo in relazioni di differenza nei conforti di membri di altri gruppi e ci avviciniamo tendenzialmente a chi fa parte nel nostro gruppo). Le nostre appartenenze ci influenza molto. Influenze sono molte e sovrapponibili, però di volta in volta le mente è riempita da forze di appartenenza alla società. “L’individuo non è mai solo” è idea di base della psicologia sociale. La nostra mente funziona quindi con un principio ordinatore e cerca di organizzare il tutto. Lezione del 4/03: Ognuno di noi in ogni momento della propria vita ha diversi livelli di funzionamento psichico, che sono 4: 1) Processi di base con funzioni neurofisiologiche. I cinque sensi. Processi di attenzione (o attentivi), a che cosa sto attento? Lo decido io o altri elementi dell’ambiente attirano la mia attenzione? Attenzione è processo di base. Altro esempio di processo di base è la memoria (collegare eventi quotidiani a qualcosa di passato, il depositare le informazioni, etc.). La psicologia studia questi processi di base e i vari disturbi che ne conseguono (disturbi dell’attenzione, perdita della memoria negli anziani). Tutti questi processi di base sono legati ad un secondo livello: 2) Il livello individuale. Da quando nasce a quando muore chiunque è una persona unica, a sé stante e irripetibile (a livello genetico e psicologico). Attraverso i processi di base la persona si costruisce un’identità. 3) Livello die piccoli gruppi: famiglia, amici, scuola, lavoro. Gruppi che hanno le proprie regole condivisi, che si riconoscono come appartenenti allo stesso gruppo, si possono creare gerarchie, ci sono tendenze di aggregazione e contrapposizione con gruppi esterni. Quindi ciascuno di noi ha un se (secondo livello) ma appartiene a dei gruppi (terzo livello). Chiunque è dentro dei piccoli gruppi, più o meno numerosi o stabili, e siamo sempre in relazione con i membri del nostro e di altri gruppi. Appartenere a questi gruppi è azione cosciente. 4) Il livello dell’appartenenza, dei grandi gruppi. Qui appartenenza alle sottoculture può essere inconscia o inconsapevole (a differenza dei piccoli gruppi). Grandi gruppi sono quelli della nazionalità o cultura di appartenenza. La percezione della realtà l’abbiamo grazie ai quattro livelli (che interagiscono tra loro), se uno di questi manca si ha una patologia (es: perdo la memoria e non ricordo chi sono, perdo i gruppi perché migro forzatamente). I vari livelli hanno tutti eguale importanza. Continuamente c’è causalità reciproca tra individuo e società: cultura e società influenzano e sono influenzate dal singolo. Gli elementi della cultura non si trasferiscono da soli ma attraverso gli individui e grazie ai loro comportamenti e alle loro scelte (a loro volta influenzati dalla società). La

moda o la musica si basano sulle scelte delle persone che sostengono determinati generi/artisti/stili. Esperienza soggettiva è momento centrale nella trasmissione della cultura e anche della formazione del se. Abbiamo quindi due macro-processi: evoluzione culturale e selezione psicologica. - Evoluzione sociale è processo storico che avviene tra le generazioni (col passare del tempo) di accumulo di informazioni in sede extra individuale. La società è frutto di questo processo. - Selezione psicologica, processo legato a quello precedente, riguarda il singolo individuo e ha a che fare col fatto che costruiamo la nostra personalità basandoci su una parte della cultura esterna che abbiamo grazie al processo precedente. È l’interiorizzazione della cultura e dura quanto l’arco vitale. (Es: in base a dove nasco e a cosa ascolto mi creo dei gusti musicali e una conoscenza della storia del mio paese). La cultura e la società non si trasportano da sole. Anche la biologia non si trasmette da sola. Sono tutte scelte (come riproduzione in caso della biologia) che portano avanti queste cose. Scelte basate sul vissuto ed esperienze passate. Se l’esperienza è positiva (non nel senso che da gioia ma che abbia un senso) introiettiamo aspetti della cultura esterna nella selezione psicologica. Lezione del 5/03: Teoria importante nella storia della psicologia e per la cura die disturbi della mente: la psicoanalisi. Noi abbiamo attività consce e inconsce, le dinamiche inconsce spiegano il comportamento quotidiano. Metafora dell’iceberg per comprendere a mente: la parte superficiale (conscio) è molto più piccola della parte nascosta dall’acqua (che rappresenta l’inconscio). Inconscio può essere compreso perché ha delle regole e dei modi di comportamento che possono essere studiati, inconscio ha la sua specificità ed intenzionalità. Possiamo comprende inconscio attraverso sogni, atti mancati e sintomi (in caso di patologia psichica). Questo meccanismo inconscio ricorda esperienze precoci che riguardano la sessualità infantile (intesa come energia che vuole esprimersi, non sessualità in senso adulto). Freud nella prima fase definisce tre luoghi della mente: prima topica (preconscio, subconscio e inconscio) e poi una seconda topica che viene considerata oggi dagli psicoanalisti. I tre luoghi della seconda topica sono Es, Super io e Io. Es è substrato psichico inconscio comune, è nucleo iniziale a cui sovrappongono i contenuti psichici rimossi dell’individuo. A questo segue il pensiero primario, ovvero il sogno (che non segue la logica della causalità lineare). Se ho rapporto non sano con qualcuno non ne parlo ma esso si esprime attraverso sintomi fisici e non attraverso al canale della coscienza. Super-Io è l’interiorizzazione in parte conscia e in parte inconscia delle norme sociali e culturali. Durante la crescita il bambino interiorizza delle regole che partono dal cibo e dalla defecazione. Il bambino ha la tendenza a voler soddisfare subito le sue pulsioni (come mangiare o defecare) e col tempo impara a controllarle e regolarle. Io è nucleo della personalità che si costruisce attraverso il contatto con la realtà. Segue il pensiero razionale e conscio (chiamato pensiero secondario). Nel 1927 (fase finale della sua opera) Freud scrive il disagio della civiltà, opera che parla della psicologia sociale. Il sapiens cede una parte dei suoi aspetti (pulsioni, desideri, etc.) in cambio della sicurezza sociale e protezione sociale. Questa sopravvivenza va dall’accudimento dei genitori, alla scuola etc. Questo è controllo sociale e suscita aggressività (sebbene ci siano vantaggi c’è anche reazione). Si rinuncia ad una parte del se (inconsciamente) per sicurezza sociale. Questa aggressività viene anche indirizzata verso sé stessi, esiste tendenza distruttiva e aggressiva che è costituzionale dell’essere umano proprio come energia sessuale (dualismo pulsione di vita e pulsione di morte). Influenzano questa teoria i fatti delle guerre mondiali e i totalitarismi.

La civiltà implica la rinuncia ad una gestione felice delle pulsioni sessuali e aggressive dell’individuo, dominato da senso di colpa e rimozione del desiderio. Le mete dell’individuo e della società non coincidono (disagio della civiltà è dovuto al conflitto insanabile tra principio di piacere e principio di realtà). Società implica sorta di violenza strutturata in cambio di appartenenza. È inevitabile che ci sia oppressione nel rapporto tra soggetto e società, può però diventare grave in base all’intensità della violenza. Altra tecnica importante è cognitivismo, oggi molto seguito (più anche della psicoanalisi). Deriva da filone della psicologia chiamato comportamentismo. La mente è una scatola nera, allo psicologo non interessa comprendere i meccanismi interni con cui funziona la mente. I comportamenti si basano su apprendimenti basati su premi e punizioni. Ci sono i condizionamenti semplici (pavlol) e condizionamenti operanti (skinner). Semplice: se associo uno stimolo ad un altro che da una certa risposta dopo un po’ il secondo stimolo sa dare la risposta da solo (viene usato questo condizionamento anche per apprendimento). Differenza tra comportamentismo e cognitivismo: nel comportamentismo si studia stimolo e di conseguenza risposta, ma non si studia cosa succede nel mezzo, ovvero come funziona la mente, mentre nel cognitivismo sì (attenzione è sui processi mentali). Cognitivismo: la nostra mente è come un computer, grazie a certi input riesce a dare certi output. Ciò avviene perché piano piano nella costruzione del se interiorizzo degli schemi mentali (abbiamo dentro di noi rappresentazione della realtà che ci circonda attraverso mappe e schemi). Così si riesce ad agire immediatamente senza pensare e impegnarsi in qualsiasi situazione quotidiana (es.: non devo impegnare la mente per capire come accendere un computer perché già lo so, so come è la strada per tornare a casa e non la devo cercare sempre). Abbiamo difficoltà se il mondo è troppo nuovo (e quindi non abbiamo le mappe mentali necessarie a comprendere questa realtà). Ultimo approccio importante è quello della Gestalt, approccio fenomenologico, è il fenomeno che porta alla conoscenza. Fenomeno è fatto da elementi che combinati in un certo modo portano ad elemento più ampio (non è solo somma dei vari elementi ma tutto unitario). In base a come attuo la mia percezione posso percepire l’insieme in modo diverso (ambiguità). Il suo rappresentante per quanto riguarda la psicologia sociale è Kurt Lewin che per la prima volta parla di sistemi della complessità con teoria di campo (ottica di sistema). Qualsiasi sistema può essere compreso non in base a relazioni causali lineari ma come effetto di molteplici fattori interdipendenti che si influenzano a vicenda. È inevitabile essere all’interno di una serie di aggregazioni di elementi che si influenzano a vicenda. Riassumendo: la psiche ha funzionamento sia emozionale ed affettivo (come mostra la psicoanalisi) sia funzionamento cognitivo e logico-razionale (come nel cognitivismo). Psicologia sociale e psicologia ambientale hanno quadro olistico che mettono in relazione questi due aspetti dando luogo al nostro comportamento. Lezione del 10/3: Tema centrale: perché oggi stiamo male? I dati dell’OMS mostrano come 17 (quasi un terzo) milioni di italiani abbiano disturbi psichici (più o meno gravi). 10 percento dei ragazzi tra i 15 e 29 anni presente forme ansiose o depressive (e il suicidio in questa fascia d’età è la seconda causa di morte). Questi sono dati di qualche anno fa, con la situazione attuale della pandemia questi numeri hanno subito un peggioramento. La causa di questi disturbi può essere biologica o psicologica. L’ansia è un sentimento comune e normale, in alcuni casi però può essere molto intensa fino ad arrivare al panico (3 percento della popolazione in Europa soffre di attacchi di panico, 11 percento negli stati uniti, i numeri sono in aumento). Sono sensazioni molto forti, raggiungo il picco in circa 4 minuti e si verificano dei sintomi fisici e psicologici (tremori, formicolii, dolori al petto, nausea,

sensazione di asfissia, palpitazione, paura di morire, paura di perdere il controllo, sensazione di irrealtà). Attacco di panico è esternazione più acuta di ansia. Berry Schwartz è psicologo americano noto ha trattato l’argomento e ha dato la sua ipotesi sui mali di oggi (collegandoli alle scelte). La sua testi è che paradossalmente siamo in una società nella quale abbiamo un’esagerata quantità di scelte (di marche di vestiti, scelte di musica, intrattenimento, istruzione, etc.). Questa vastità di scelte comporta un rimpianto costante delle scelte prese, ciò diventa quindi fonte di ansia. Prima o dopo la scelta si pensa al fatto che si potrebbe/sarebbe dovuto scegliere diversamente. Tutto ciò porta a de sentimenti: essere in colpa per non aver fatto di meglio e una velata insoddisfazione (per alcune persone l’insoddisfazione è forte e porta alla rivalutazione di sé stessi). Il rimpianto può essere di due tipi in base a come reagisce la persona in base al proprio carattere; massimizzatori (pensano costantemente di aver sbagliato senza mai accontentarsi del good enough) e satisfier (si convincono che in fondo sono soddisfatti). I massimizzatori sono quelli che più facilmente avranno disturbi. Un’altra causa del malessere sociale di oggi è la solitudine esistenziale. Appadurai (grande antropologo contemporaneo, è indiano di formazione statunitense) cita il termine (nato da degli antropologi del primo 900) dividuo in contrapposizione al termine individuo. Dividuo = entità singola in quanto membro di una società. Siamo come siamo perché parte di una società. Possiamo prendere d’esempio la divisione in classi della società indiana. In india la divisione è molto sentita e la gerarchia è forte. Le persone si sentono persone e a posto solo perché stanno dentro questo sistema di stratificazione sociale e di norme e si adattano ad esse. È un concetto che riguarda molte società nel mondo. Lezione del 11/03: Termine dividui nasce in antropologia ma trova il suo corrispettivo anche in psicologia sociale, fa riferimento ad una distinzione che è partita alla fine del 900 da Hofstede. I suoi studi portano dimostrare il fatto che le società umane contemporanee sono divise in due: individualistiche e collettivistiche. Non si intende a livello economico ma di sistema di valori. Ci sono molte definizioni di valore, quella a noi più utile è valore come ciò che è desiderabile. Si parla di valori individuali e sociali/sistemici. Compara le diverse culture e i loro sistemi di valori (quindi cosa per loro è desiderabile). Come fanno le culture e le società a trasmettere i valori? Con l’educazione (attraverso famiglia e scuola), i media e sistemi di rituali. Individualismo è uno dei criteri di appartenenza, qui le scelte sono soggettive. Nel collettivismo le relazioni sono fisse, ascritte ed è importante adeguarsi ad esse. Differenza tra filiazione e affiliazione. Filiazione: legami che mi fanno sentire me stesso in quanto parte si una famiglia. Affiliazione: riguarda l’appartenenza a dei gruppi per decisione personale e soggettiva. Ci sono società dove il sé e definito dalla propria famiglia mentre altre dove il sé è definito dalle scelte del soggetto stesso. Ci sono quindi delle vie di mezzo tra individualismo e collettivismo (attraverso filiazione e affiliazione). Status = è qualcosa che ognuno di noi ha per condizioni oggettive (genere, età, professione, etc.) e ognuno di noi ha vari status (noi siamo complessi di status). Esistono però delle aspettative (consce e meno) che derivano dagli status. (ES: da un professore ci si aspetta un determinato comportamento e il prof in se si aspetta di essere rispettato). Aspettative derivano quindi sia dall’esterno (descritte dalle società, ruolo prescritto) che dall’interno (che noi abbiamo su noi stessi, ruolo soggettivo). C’è anche il ruolo svolto, ovvero il comportamento che assumiamo nel concreto. Queste due società (individualiste e collettiviste) danno luogo con i loro di sistemi a due tipo di sé: il sé indipendente e il sé interdipendente (il proprio sé è in relazione al gruppo di appartenenza). Questo esistere in quanto parte di una rete sociale è importante per il nostro benessere psicologico.

Il dividualismo può essere negativo. Spostare un individuo dalla sua società e non permetterli di mettersi in contatto con la propria cultura porta alla depressione e all’alienazione di sé (fenomeno tipico della migrazione). Possiamo sviluppare die disturbi se ci viene tolta una socialità importante per il nostro essere. La relazione con gli altri passa anche attraverso i luoghi. Lezione del 12/03: Rene Kaes, psicoanalista francese famoso per la sua idea sull’intersoggettività. Per lui la nostra mente nelle parti consce e inconsce si sviluppa solo perché siamo in relazione con gli altri. Questa relazione trova il suo centro nel rapporto tra il poter essere autodeterminanti/liberi e l’essere soggetti alle norme. Non si può avere troppa autonomia né essere troppo bloccati dalle regole, importante è l’equilibrio tra i due elementi, altrimenti si può arrivare a psicopatologie. Importante soprattutto nella fase della crescita, i genitori devono essere in grado di porre regole ma lasciando una parte di libertà. In termini più specifici Kaes chiama questi due processi soggettivazione e assoggettamento. Soggettivazione è la spinta verso la scelta ed esprimere sé stessi, è processo attivo. La soggettivazione si crea mediante un duplice processo psichico: scegliamo di essere noi stessi soggettivandoci ma siamo sempre in una relazione con gli altro. La soggettivazione parte sia da sé ma anche da uno spazio psichico intersoggettivo. Assoggettamento: Kaes sottolinea come la società e la cultura rappresentano un insieme di norme che da istruzioni al comportamento. Secondo lui questo aspetto strutturante permette l’espressione attiva della propria soggettività, attraverso uso autodeterminato degli artefatti. Processo di co-costruzione, c’è influenza reciproca, l’individuo influenza la società e la società influenza l’individuo. Kaes introduce due concetti connessi, quello di garanti metapsichici e di garanti metasociali: - Ognuno di noi ha a disposizione dentro di sé qualcosa che ci da garanzia di esistere al mondo, meccanismo inconscio. I garanti metapsichici sono miti, credenze, ideali comuni e valori della società e hanno la funzione di dare continuità della realtà psichica condivisa, che da senso al soggetto rendendogli possibile la realizzazione dei processi psichici individuali. Alleanze inconsce con genitori, nonni e membri del gruppo famigliare. Questi processi sono attivati perché parte di una comunità specifica. - Garanti metasociali, bisogna avere elementi della società per attivare i processi psichici connessi ai garanti psichici. Sono istituzioni sociali e culturali, politiche e religione che presiedono la vita quotidiana. Il loro buon funzionamento permette il funzionamento corretto dei garanti metapsichici e quindi lo sviluppo del sé. Kaes introduca grande novità nella psicoanalisi importante anche per psicologia sociale. Per Freud era importante strutturare i luoghi della mente (topos) e aveva formulato la prima (conscio, inconscio e preconscio) e seconda topica (io, es e super io). Kaes struttura una terza topica partendo dalla visione di Freud. Per lui l’inconscio e conscio sono sempre in relazione l’uno con l’altro e hanno anche una sede esterna nella società (e non solo nel mondo psichico). Come se la mente fosse depositata anche fuori dagli individui. Non è una novità nella psicologia, la psiche è in ciascuno di noi e nella società. Violenza strutturale: concetto che nasce nell’antropologia nord-americana ma importante anche per psicologia. Idea di questi antropologi è che ogni società ha queste norme e vincoli, ci sono precisi meccanismi sociali che regolano il vivere sociale e le opportunità. C’è precisa modalità di relazione tra soggetto e gruppo di appartenenza. La forza di queste regole può essere più o meno ampia ma c’è in qualsiasi società. Ogni società riproduce in questo modo specifiche configurazioni di linguaggi, desideri e proibizioni. Inevitabilmente noi siamo complici (anche inconsciamente) di

questa violenza strutturale (azione vincolante alla società), non si può evitare di non far parte della configurazione die vincoli sociali. Dovremmo elaborare che facciamo parte di questo vincolo sociale per l’altro, c’è però un margine di azione (che dipende dalla consapevolezza ...


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