Psicologia Sociale PDF

Title Psicologia Sociale
Author Federico Mirengo
Course Psicologia sociale e della famiglia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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riassunto psicologia sociale ...


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PSICOLOGIA SOCIALE Effetto Spotlight convinzione che gli altri prestino più attenzione al nostro aspetto e al nostro comportamento di quanto non facciamo in realtà. Illusione di trasparenza che porta le persone a ritenere che le loro emozioni nascoste affiorino e possano essere lette dagli altri. Infatti si tende sempre a sopravvalutare le gaffe e i lapsus in pubblico, le ricerche mostrano come tutto ciò di cui ci si preoccupa a dismisura viene a stento notato dagli altri e in breve dimenticato. Il senso che si ha del proprio sé, organizza i pensieri, le emozioni e le azioni. Gli schemi di sé sono le considerazioni sul sé che strutturano e guidano l’elaborazione di informazioni importanti per il sé. (se il compleanno del tuo amico è più vicino al tuo, è più probabile che tu riesca a ricordarlo). PROCESSI AUTOREFERENZIALI Effetto autorefenziale è la tendenza ad elaborare in modo efficace e a ricordarsi bene le informazioni riguardanti se stessi. Due giorni dopo la conversazione con una persona, tenderò a ricordare meglio ciò che è stato detto di noi. Se possibili si riferisce a ciò che si desidera o che si teme di diventare in futuro. Lo sviluppo del sé sociale Tra i principali fattori: 1- Ruolo: insieme di norme che definiscono come comportarsi in una data situazione, quando si assume un nuovo ruolo, viene gradualmente assorbito all’interno della percezione del sé. (assumendo un ruolo è possibile che inizi a sostenere opinioni su cui prima non si aveva mai riflettuto). La complessità del sé deriva dal numero degli aspetti; pochi aspetti equivalgono ad una scarsa complessità, invece tanti aspetti equivalgono ad un’alta complessità. 2- Identità sociali: la definizione sociale di ciò che si è implica anche una definizione di ciò che non si è. 3- Confronto sociale: quando le persone sono incerte in merito alle loro abilità o opinioni. Coloro che ci circondano ci aiutano a definire gli standard. I confronti sociali avvengono quando si ci trova in condizioni di incertezza, infatti quando si tende a paragonarsi con chi è meno fortunato si effettuano i confronti al ribasso e proteggono l’autostima. 4- Successi e fallimenti: fare del proprio meglio e riscuotere successo si traduce in una sensazione di maggiore fiducia in sé stessi e in un senso di capacità e potere. 5- Giudizi degli altri: il fatto che gli altri abbiano una buona opinione di noi aiuta a pensare bene di noi stessi. Il concetto di rispecchiamento è il modo in cui le persone pensano di essere percepite dagli altri viene utilizzato come una sorta di specchio per percepire se stessi. 6- Cultura dominante: le culture individualiste considerano l’individuo come unità base della società e prestano di conseguenza molta attenzione alle differenze individuali. Mentre per quanto riguarda quelle collettiviste, considerano il gruppo come unità base della società e tendono ad annullare le differenze dei suoi membri. LA CONOSCENZA DI SE’ Talvolta ci si conosce attraverso l’osservazione dei comportamenti Esperimento Prima dell’esperimento alcuni studenti erano stati informati che, assumendo una finta pillola, avrebbero avvertito palpitazioni, farfalle nello stomaco. Ipotizzarono che i soggetti avrebbero attribuito i sintomi dello

shock alla pillola e avrebbero perciò tollerato somministrazioni di corrente elettrica più intense rispetto a coloro che non l’avevano assunta. Ma il risultato fu che coloro che avevano preso la finta pillola sopportarono uno shock elettrico quattro volte superiore rispetto al resto dei soggetti. Le persone che ci conoscono sono probabilmente in grado di prevedere il nostro comportamento in una serie di situazioni in modo migliore di quanto facciamo noi. Sappiamo ciò che ci rende euforici e ciò che ci rende ansiosi o annoiati: -

Chi va a fare la spesa ed è affamato tende allo shopping compulsivo in misura maggiore rispetto a chi fa spesa dopo essersi gustato una bella fetta di torta. Solo uno su sette fumatori occasionali prevede di fumare ancora tra 5 anni ma sottovaluta il potere del desiderio di nicotina, dal momento che circa la metà continuerà a fumare.

Wilson e Gilbert definiscono gli impact bias ovvero il sopravvalutare l’intensità e la durata delle proprie reazioni emotive agli eventi futuri. Si è maggiormente suscettibili a seguito di eventi negativi, concentrandosi sull’evento negativo, si ignora l’importanza di qualsiasi altra cosa in grado di contribuire alla felicità e si tende quindi a caricare eccessivamente la previsione della futura disperazione. Immune neglect è la tendenza delle persone a trascurare la forza del proprio sistema immunitario psicologico, che consente di ristabilirsi emotivamente dopo eventi negativi. Sicurezza e illusioni dell’autoanalisi Quando le cause di un comportamento sono ovvie agli occhi di un osservatore, risultano ovvie anche per noi. Siamo inconsapevoli di buona parte dei processi che avvengono nella nostra mente. Il livello di felicità di una coppia di fidanzati nei confronti della propria relazione offriva un’accurata previsione del fatto che svariati mesi dopo sarebbero stati ancora fidanzati. Se prima però altri partecipanti elencavano tutti i motivi per cui il loro rapporto funzionava e non funzionava, tali valutazioni risultavano inutili per prevedere il futuro. Wilson afferma che a volte siamo sconosciuti ed estranei a noi stessi, le persone hanno un sistema di duplici atteggiamenti ; diverso atteggiamento implicito ed esplicito nei confronti dello stesso oggetto: gli atteggiamenti espliciti tendono a cambiare con più facilità mentre gli atteggiamenti impliciti sono molto più difficili da cambiare. Autostima: giudizio complessivo che una persona dà di sé stessa. Esperimento: venivano dati agli studenti un insieme di tre parole (gatto-cacciare-coda) e poi chiedevano di trovare un vocabolo che potesse collegarle tutte e tre. E veniva poi chiesto di valutare la loro performance. Di fronte ad un fallimento, le persone dotate di una solida autostima sostengono il valore del proprio se percependo gli altri come falliti ed esagerando la propria superiorità. Tendono a proteggere e salvaguardare la propria autostima. Le persone con poca autostima tendono invece a biasimare se stessi e a rinunciare. Higgins fa fare un esperimento: scrivete su un foglio di carta dieci tratti che descrivono il tipo di persona che pensate di essere realmente. Ora scrivete, dieci tratti che descrivono chi voi pensiate di dover essere. Ora dieci tratti che descrivono la persona che vorreste essere seguendo i vostri sogni. Il primo elenco rappresenta in un concetto del sé, gli altri due sono le guide del sé, ovvero i canoni personali a cui tendete a confrontarvi. Autoconsapevolezza lo stato di coscienza del se durante. Il quale ci si misura con i propri canoni interiori, che può essere; privata con l’introspezione e pubblica con l’immagine pubblica. Quando l’autostima viene minacciata, le persone reagiscono sfogandosi sugli altri anche con atteggiamenti di violenza (potenzialmente pericoloso). Esperimento 12 uomini venivano sottoposti a un’esperienza di fallimento ad un test attitudinale. In risposta al fallimento sono gli uomini con un’alta stima di sé avevano un atteggiamento più competitivo. Ma coloro

che possiedono una genuina autostima si ritrovano più spesso nelle vesti di difensori delle vittime di bullismo. L’autostima basata su un senso di sicurezza conduce ad un benessere a lungo termine. La percezione dell’autocontrollo Autoefficacia (Bandura) percezione della propria efficacia e competenza, distinta dall’autostima e dal proprio valore. “non ho alcuna vita sociale” si lamentava un single quarantenne, su sollecitazione del terapeuta, andò ad una serata e ballò con molte donne “è stata solo fortuna”, “non accadrà mai più”. Locus of control: le persone percepiscono i risultati ottenuti come internamente controllabili mediante il loro impegno e le loro azioni o estremamente governati dal caso e da forze esterne al sé. Impotenza appresa versus autodeterminazione Impotenza appresa impotenza e rassegnazione apprese quando una persona non percepisce alcun controllo su eventi negativi ripetuti. Esempi A- I detenuti a cui viene offerto un certo livello di controllo dell’ambiente in cui si trovano, sperimentano meno stress, mostrano meno problemi di salute e commentano meno atti vandalici B- I senza dimora che percepiscono il loro scarso potere decisionale in merito a quando mangiare e dormire, è più probabile che mostrino un atteggiamento passivo di fronte alla possibilità di trovare un alloggio o un impiego. Il costo di un numero eccessivo di scelte Troppe scelte possono portare alla paralisi. Un ampio ventaglio di scelte comporta un sovraccarico di informazioni e maggiori opportunità di rimpianto. Offrite un viaggio gratis alle Hawaii e a Parigi e saranno contenti, ma se gli chiedete di scegliere tra uno e l’altro, lo saranno meno. Self-serving bias gli errori al servizio del sé Tendenza a percepire sé stessi in modo eccessivamente positivo e favorevole per il sé. Stili attributivi a favore del sé, tendenza ad attribuire a sé stessi i risultati positivi e ad alcuni fattori quelli negativi. Self serving bias abcd-

Attribuire i successi alla propria capacità e impegno e gli insuccessi alla fortuna e a elementi esterni Confrontarsi con gli altri in modo favorevole per il proprio sé Ottimismo irrealistico Falso consenso e falsa unicità

Ottimismo irrealistico L’ottimismo illusorio non fa che aumentare la nostra vulnerabilità, se ci riteniamo immuni ai voltafaccia della malasorte, si finisce per non prendere le precauzioni ragionevoli. Ma il pessimismo difensivo può salvarci dalle insidie dell’ottimismo irrealistico. Il pessimismo difensivo è l’anticipazione di problemi e controllo dell’ansia da parte della persona motivata a compiere azioni efficaci. Falso consenso e falsa unicità Tendenza a sopravvalutare la diffusione delle proprie opinioni e dei propri comportamenti indesiderabili o fallimentari.

Falsa unicità è la tendenza a sottovalutare la diffusione delle proprie capacità e dei propri comportamenti desiderabili o di successo. Self- serving bias a carattere non adattivo Tendenza sistematica ad attribuire i fallimenti del proprio gruppo e i successi del gruppo estraneo a fattori esterni e viceversa. Autopresentazione Auto sabotaggio hanno uno scopo protettivo; “non sono proprio un fallimento totale, ce l’avrei fatta se non fosse per quel problema” Tendono a proteggere sia autostima sia immagine pubblica, consentendo di attribuire i fallimenti a qualcosa di esterno, piuttosto che ad una mancanza di talento. La gestione delle impressioni -

Autopresentazione: desiderio di offrire l’immagine desiderata sia ad un pubblico esterno sia ad un pubblico interno (noi). Autoespressione: motivazione a scegliere dei comportamenti che riflettono ed esprimono il concetto di sé. Automonitoraggio: regolare le proprie performance allo scopo di formare e creare l’impressione desiderata.

LA PERCEZIONE DEL MONDO SOCIALE CAPITOLO 4 La vita quotidiana è basata sull’interazione con le persone. L’insieme di processi che vengono usati dalle persone per formarsi una rappresentazione cognitiva degli altri e per capirli vengono denominati percezione sociale. Per rappresentazione cognitiva si intende un corpo di conoscenze che si accumulano nella memoria. L’aspetto fisico e il modo di agire degli altri sono i primi indizi su cui ci si basa per formarsi alcune impressioni. La formazione delle impressioni è il processo che si attua quando si integrano varie fonti informative in merito a una persona al fine di formare un giudizio sociale complessivo di quella persona. L’avvenenza di una persona o alcuni tratti somatici influenzano le impressioni altrui. Per esempio, la bellezza fisica, in particolar modo quella del viso, genera un’ampia gamma di aspettative positive. Ci si aspetta che ciò che è bello è anche buono. Le prime impressioni sono basate anche sulla comunicazione non verbale, ossia le informazioni inviate e ricevute attraverso i gesti, le espressioni, il tono di voce e i movimenti del corpo. Oltre al viso, anche il corpo e i suoi movimenti offrono molte informazioni. Il modo di camminare, salutare, sedersi manifestano emozioni e pensieri. Non solo: attraverso il corpo si danno informazioni agli altri sulla veridicità o meno delle parole che si pronunciano. I bugiardi spesso si tradiscono proprio con indizi non verbali, per esempio l’eccessiva sudorazione delle mani o i movimenti irrequieti di mani e piedi o l’acutezza del tono di voce. L’effetto di innescamento (priming) il nostro sistema di memoria è una rete di associazioni e il priming è il risveglio o l’attivazione di certe associazioni. Gli esperimenti sull’attivazione rivelano che un pensiero può influenzare un altro pensiero o un’azione, anche senza consapevolezza. In un esperimento chiedevano ai partecipanti di completare una frase contenente parole come “vecchio”, “saggio” e “pensionato”. Poco dopo hanno osservato i soggetti

coinvolti camminare più lentamente verso l’ascensore rispetto a chi non era stato influenzato da parole correlate all’età. L’effetto di attivazione è l’attivazione di particolari associazioni nella memoria. Uno stato d’animo depresso, attiva delle associazioni negative, mentre il buon umore fa sembrare il passato meraviglioso e il futuro luminoso. In molti studi si è visto che gli effetti di innescamento emergono anche quando gli stimoli sono presentati in maniera subliminale- troppo brevi per giungere alla coscienza. Anche le nostre sensazioni fisiche, grazie alle nostre cognizioni incorporate, attivano i nostri giudizi sociali e viceversa. Dopo avere tenuto in mano una bibita calda, le persone sono portate a considerare gli altri in maniera più caloroso e a comportarsi con loro in maniera più generosa ad essere più generose. LA PERCEZIONE E L’INTERPRETAZIONE DEGLI EVENTI Il processo iniziale di formazione delle impressioni richiede pochi sforzi cognitivi ed è basato su caratteristiche fisiche o sulla comunicazione non verbale. Nel modello configurazionale, si percepiscono le persone come unità psicologiche e che le diverse informazioni che si possiedono di loro vengono rapportate ad un nucleo unificante. Pertanto, non ci si limita a considerare le persone sommando tra loro i tratti che possiedono, ma si costruisce un’impressione complessa sulla base di alcuni tratti centrali, ossia di quei tratti che esercitano un’influenza sproporzionata sulle impressioni delle persone. A questo modello si contrappone quello algebrico, il quale, muovendo da una matrice psicofisica, ritiene che le impressioni complesse si formino sulla base di un’integrazione algebrica di singoli elementi: elementi positivi e negativi si sommano per ricavarne un’impressione positiva o negativa in relazione all’esito del meccanico calcolo algebrico. I due modelli sono stati per lungo tempo contrapposti, per la differente prospettiva da cui muovono e per la differenza nei processi supposti, anche se in realtà l’esisto di due processi è il medesimo. Nonostante alcuni sorprendenti e spesso radicati errori di logica e alcune distorsioni su percezione e comprensione, in genere siamo accurati. È più frequente che le prime impressioni siano esatte piuttosto che sbagliate e più conosciamo le persone, più siamo in grado di intuire che cosa pensano e che cosa provano. Ma talvolta i nostri pregiudizi sono sbagliati. Le percezioni sociali dipendono molto dall’occhio dell’osservatore, anche un singolo stimolo può colpire due persone in modo piuttosto diverso. Un esperimento dimostra quanto possono essere potenti i preconcetti. A studenti pro-israeliani e pro-arabi venivano mostrati sei segmenti di notizie televisive che descrivevano l’uccisione di rifugiati civili in due campi del Libano, ogni gruppo percepiva le emittenti ostili al proprio schieramento. Dappertutto le persone percepiscono gli uomini della comunicazione e i media prevenuti verso la propria posizione. Le nostre supposizioni possono, anche, far sembrare a favore una prova contradditoria. In un esperimento con due gruppi di studenti: il primo era a favore della pena capitale, il secondo contrario. Agli studenti veniva chiesto di valutare i risultati di due ricerche apparentemente nuove: uno confermava e l’altro confutava le opinioni degli studenti sull’effetto deterrente della pena di morte. Risultato: entrambi i gruppi accettavano subito le prove che confermavano la loro idea, ma erano decisamente critici verso le prove che la confutavano. Hanno chiesto agli studenti dell’università di valutare l’espressione facciale di un uomo. Quelli a cui era stato detto che era un leader della Gestapo, responsabile di barbari esperimenti medici sui detenuti di un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale, giudicavano intuitivamente la sua espressione crudele. Quelli a cui era stato comunicato che si trattava di un leader antinazista di un movimento clandestino, il cui coraggio aveva salvato migliaia di vite ebree, giudicavano la sua espressione facciale cordiale e mite.

Quando si dice qualcosa di buono o di cattivo su un’altra persona, la gente spontaneamente tende ad associare quella caratteristica con noi; un fenomeno definito deduzione spontanea di un tratto. Se definite una persona sciocca o insignificante, potrete poi sembrare voi sciocchi e insignificanti. In conclusione: noi vediamo i nostri mondi sociali attraverso le lenti delle nostre credenze, degli atteggiamenti e dei valori. La ragione per cui le nostre credenze sono così importanti è che esse forgiano la nostra interpretazione di ogni cosa. Immaginiamo che una donna decida, una sera che ha con sé un neonato che piange, che il biberon provoca le coliche ai bambini:” arrivi a pensare che il latte delle mucche sia ovviamente più adatto ai vitelli che ai neonati” se poi scopre che il bambino ha la febbre alta continuerà a credere che il biberon provochi coliche? Per scoprirlo, i colleghi hanno insinuato false credenze nei soggetti dei loro esperimenti e poi hanno provato a metterle in dubbio. Le loro ricerche mostrano che è sorprendentemente difficile demolire una falsa credenza una volta che la persona ricorda un fondamento logico che la sostiene. Questo fenomeno, chiamato persistenza della credenza, mostra che le credenze possono mantenersi ben solide e sopravvivere anche all’evidenza contraria che le ha introdotte. In un altro studio chiedevano ai partecipanti di decidere se individui spericolati potevano o meno diventare bravi pompieri. Un gruppo prendeva in considerazione una persona incline al rischio che era un ottimo pompiere e una persona prudente che come pompiere non aveva successo. L’altro gruppo considerava alcuni casi che portavano a conclusioni opposte. I vantaggi qualche volta comportano un costo: diventiamo prigionieri dei nostri stessi modelli di pensieri. C’è un rimedio per la persistenza della credenza? Si, spiegare il contrario, hanno ripetuto lo studio descritto precedentemente sulla pena capitale e hanno aggiunto due variazioni. La prima consisteva nel chiedere ad alcuni dei partecipanti di essere il più obiettivi e imparziali possibile nel valutare le prove. La seconda variazione prevedeva di chiedere a un terzo gruppo di individui di considerare il contrario. Dopo aver immaginato un risultato opposto, tali soggetti erano molto meno influenzati nelle loro valutazioni a favore e contro i propri punti di vista. Le nostre memorie non sono copie esatte delle esperienze che rimangono depositate nella banca della memoria. Se si chiede ad alcune persone di immaginare in maniera vivida un’esperienza dell’infanzia inventata in cui correvano, inciampavano, cadevano e sfondavano il vetro con una mano, o rovesciavano una coppa di vino a un matrimonio, circa un quarto di loro più tardi ricorderà l’evento inventato come qualcosa di realmente accaduto. Nella sua ricerca della verità, la mente qualche volta costruisce un’idea falsa. Il risultato che si ripete è l’effetto informazione fuorviante, tale effetto spiega la nostra tendenza ad incorporare nella memoria informazioni false o errate. Al riguardo, anche altre ricerche condotte con bambini hanno mostrato che l’esposizione post-evento a informazioni fuorvianti da parte dei genitori oppure veicolate dalla televisione o influenzate dai pari possono in...


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