Il padre e la legge riassunto PDF

Title Il padre e la legge riassunto
Author Ilaria Maddalozzo
Course Psicologia clinica
Institution Università degli Studi Roma Tre
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CAP.1 LA BILDUNG E IL MOTTO DI SPIRITO PIU’ RIUSCITO “Bildung” è un termine tedesco dell’Illuminismo che significa “ costruzione” e “formazione”. Nel Dopoguerra era ovvio associare l’an?semi?smo alle destre e ai movimen? reazionari. In realtà l’odio verso l’ ebreo emancipato è sempre stato più forte di quello verso l’ebreo che “ sa stare al suo posto dentro le mura”. L’ebreo emancipato fa paura perché è segno tangibile del crollo del vecchio ordine feudale. In realtà , in un momento storico, l ‘an?semi?smo è stato usato come arma d’aHacco da parte delle sinistre e del proletariato, ma solo perché funzionale alla propaganda e ai propri interessi. L’ebraismo per Freud è come una “religione della ragione” perché è in contrapposizione alle idee utopis?che irrazionali della Germania ariana. Freud trasforma in rivendicazione aperta e posi?va ciò che il mondo germanico rifiutava dell’ebreo. Freud aveva faHo della sua marginalità un elemento dichiarato per studiare la psiche. Freud e KaMa sanno che la loro scriHura era un luogo di sublimazione delle ansie di un’intera generazione. KAFKA: •

ScriHura gnos?ca e crip?ca



Elimina dai suoi raccon? la vicenda personale



Si era posto fuori dalla storia per vedere più a fondo



I suoi romanzi sono la metafora di uomini in situazioni limite



Per lui la scriHura e l’ebraismo coincidono con la perdita del senso delle radici



Parla ad una generazione fuori dai gheS, ma che ha conosciuto le “mura spirituali”



Rifiuta le teorie freudiane: per lui la psicanalisi è come una animale che con le zampe posteriori non aderisce al terreno dei padri e che, con quelle anteriori, non arriva al terreno della società



Ri?ene che ci sia una mancanza di chiarezza nella trasmissione dei padri: con il “ complesso di Edipo” si è risolto il problema dei figli ma non quello dei padri



Ebraismo è come il rapporto di un figlio emancipato con il padre ebreo

FREUD: •

Con una proposta teorico-scien?fica, fa di tuHo per creare il dubbio nel leHore circa la complessità



I suoi scriS sono operan? in ogni uomo e ogni luogo



Gli ebrei emancipa? e rifiuta? condividono lo stesso des?no delle scoperte di Freud



Come l’ebraismo che sembra fuggire ad ogni condizione, la psicanalisi sembra una scienza priva di oggeHo che ha bisogno di aSngere ad altri saperi per gius?ficarsi



Per lui l’ebraismo è come il rapporto di ogni figlio con il padre e la legge



Accusato di deicidio, con Feud l’ebreo si prende una rivincita ( la pulsione omicida con Freud è alla base dell’e?ca )

Sia per Freud che per KaMa la conversione non è la soluzione

CAP.2 UNIVERSALISMO E PARTICOLARISMO L’elemento ebraico nell’opera di Freud è studiato da diverse angolature, con riferimento al contesto familiare e alle prime amicizie giovanili. Sembra che Freud conosca l’ebraismo più di quanto appare dalle sue dichiarazioni e puntualizza il suo ateismo, rammaricandosi di non avere un’adeguata conoscenza della lingua ebraica. Nutre solo un for?ssimo interesse scien?fico e un forte senso di appartenenza al popolo ebraico. In Freud l’elemento ebraico viene studiato soHo il profilo socio psicologico e considerato in termini di marginalità e mentalità. Una corrente bisognosa di proteggere Freud da accuse di par?colarismo ( cioè di far valere solo i propri interessi ) o da insinuazioni razziste e an?semite, fa del suo maestro un pensatore universale ( assunto indiscu?bile ), precludendo una comprensione dall’interno. Jones riduce la componente ebraica di Freud ad un elemento esterno alla sua opera e non la ri?ene un elemento cos?tu?vo del suo pensiero. Per difendersi dal pregiudizio, si è fini? anche per nascondere il messaggio posi?vo dell’ebraismo. Freud sposò la nipote di una famiglia di rabbini e subito dopo vietò alla moglie qualsiasi festa religiosa perché ritenuta da lui supers?ziosa. Freud percepì con dolore la richiesta faHa agli ebrei per entrare in società: svalutazione delle origini, odio e rifiuto di una parte di sé o assunzione posi?va della marginalità. Chi faceva sfoggio di un’appartenenza che non gli era riconosciuta, idealizzando una cultura che lo rifiutava mostrandosi più tedesco dei tedeschi, era un uomo aHanagliato dall’angoscia di guardare realis?camente il mondo, di riconoscere la più terribile delle perdite e di elaborare il luHo. Il luHo è la perdita della persona amata e tuHa la libido si ri?ra da ciò che è connesso con tale oggeHo. Le pagine sul luHo e sulla guerra negli scriS di Freud sono illuminan?. Qui c’è la visione che aveva Freud circa l’ebraismo in quanto religione della ragione e la sua iden?ficazione con la problema?ca ebraica dell’emancipazione e della trasmissione. Per Freud l’elaborazione delle perdite è l ‘unico modo per non soccombere alla disperazione. Per parlare di an?semi?smo, Freud s’inventa un interlocutore al quale meHere in bocca parole che lo stesso Freud avrebbe voluto sen?re ( un interlocutore an?semita ).

CAP 3 LA MARGINALITA’ COME VALORE Freud parla della sua iden?tà ebraica usando il termine “ Heimlichkeit” ( = familiarità e in?mità ). L’opposto di questo termine ( Unheimliche ) rappresenta il delirio an?semi?sta perché appare più inquietante e sfuggente: più cercava di farsi acceHare e più si era rifiuta?. L’ebreo era ridoHo a puro simbolo nega?vo che ucciderlo era un faHo tecnico. Anche se estraniato dalla sua cultura del gruppo d’origine, l’ebreo era comunque iden?ficato come tale. Risulta importante il recupero della propria iden?tà come mezzo per non andare a pezzi. Freud afferma che la sua lingua, la sua cultura e i suoi risulta? sono tedeschi ma dalla crescita del pregiudizio an?semi?co in Germania preferisce definirsi ebreo. Ciò che lo legava all’ebraismo non era né la fede né l’orgoglio nazionale ma la natura essenziale dell’ebraismo. Il progeHo psicoanali?co sembra il tenta?vo di creare una cornice di pensiero nuova entro cui collocare un sen?mento di isolamento e rifiuto , una via di uscita al sen?mento di disperazione, un mezzo per ridefinire la propria iden?tà e quella altrui. La società odia nell’ebreo ciò che rifiuta di sé. Si sviluppa un pensiero narcisis?co di sé in funzione all’avversione e alla ripugnanza per l’estraneo. Le tracce che Freud dissemina nelle sue opere sono espressione delle sue iden?ficazioni profonde e dell’i?nerario nella ricerca e creazione di un sapere nuovo. La psicanalisi pone un problema epistemologico con il suo metodo e la sua logica di ricerca a tuS gli altri saperi.

CAP 4 FREUD, JUNG E LA “FACCENDA NAZIONALE EBRAICA” Il problema per Freud era quello di coniugare il par?colare ( faccenda ebraica ) all’universale ( umanità intera ), l’unico che poteva garan?re l’uscita dal gheHo. Il problema era di trovare soluzioni valide per tuS e ovunque; il sapere scien?fico doveva essere universale, di faHo però il movimento psicanali?co era un’associazione ebraica. L’esclusiva ebraica della psicanalisi durò fino a quando aderì Jung ( 1907 ), rappresentando il primo riconoscimento internazionale. Jung rappresentava per Freud una forte aHrazione e la materializzazione di una promessa a lungo aHesa; dal suo canto Jung vedeva in questa collaborazione l’uscita dalla rou?ne e il mezzo per confermare le proprie ricerche, ma soHolineava la distanza da alcuni nodi fondamentali della psicanalisi ( quale la teoria sessuale ) Reso cieco dal desiderio di fondare un movimento, Freud non capì il reale significato dell’incontro con Jung e si trovò a corteggiare la mentalità pubblica coordinando un fedele manipolo di seguaci, fondò periodici e scrisse opere di divulgazione. Freud aveva creato dal nulla una nuova disciplina. Per procedere nella ricerca e nella pra?ca, Freud doveva creare un clima favorevole in contrasto con la visione dominante delle scienze mediche e psichiatriche del tempo. Nonostante Freud avesse messo in guardia contro i rischi di fare della psicanalisi il sos?tuto di una visione del mondo, si arrivò comunque ad organizzarsi in movimento. In questo Jung assumeva il ruolo di erede, colui che avrebbe dovuto tragheHare la psicanalisi verso la terra promessa della psichiatria. Jung non era an?semita in senso streHo, però aderì al clima culturale del tempo. Freud per Jung allo stesso tempo un padre idealizzato e un patrigno di cui diffidare perché nel profondo aveva legami con il suo ambiente di origine. Jung era per Freud sia un figlio salvifico apparso all’improvviso, sia un figliastro dall’evidente estraneità culturale psicologica. C’era pur sempre la necessità di tener conto che grazie all’entrata in scena di Jung la psicanalisi aveva potuto evitare di diventare una faccenda nazionale ebraica. Se Freud non fosse stato ebreo, l’opposizione avrebbe avuto minore intensità. Ma con la roHura fu proprio Jung a definire la psicanalisi come “ebraica” e indicare la necessità di una psicologia “cris?ana e ariana”.

CAP.5 L’IMPEGNO NEL MOVIMENTO EBRAICO DI EMANCIPAZIONE

1897: anno simbolico, Freud scopre il complesso di Edipo e aderisce al movimento B’Nal B’Irth , a Basilea c’è il primo congresso del movimento sionista dopo migliaia di anni, per ricercare una vita nazionale indipendente ebraica Erano gli anni dell’affare Dreyfus che aveva diviso e lacerato la Francia. Come per mol? ebrei, l’esitodi questo evento francese assunse i toni dell’ossessione. Gli anni di adesione al B’Nal B’Irth ( che vuol dire “figli dell’alleanza”) erano cariche di immagini di ebrei in fuga dall’impero zarista in cerca di luoghi più ospitali dove poter ricostruire un’esistenza frantumata. In Austria e Francia si discuteva allora di proposte di esclusione dagli uffici pubblici, confisca di beni ed espulsione in massa degli ebrei. Tra il 1904 e il 1915 mol? ebrei lasciarono per sempre l’Europa, salvandosi dall’immane tragedia. La fuga a cauda delle leggi restriSve americane. Il B’Nal B’Irth estese le sue aSvià sopraHuHo nei grandi centri europei. A Vienna Freud contava su un cen?naio di persone aderen? che erano per lo più medici la cui carriera era stata rallentata dal pregiudizio an?semita. Tra gli scopi dell’associazione c’era l’assistenza ai nuovi immigra?. Per Freud L’associazione era un luogo proteHo in cui poter perfezionare le proprie idee di fronte ad un pubblico che lo aveva aiutato a superare il luHo per il padre. Vi tenne qui 21 conferenze. 1902: cessa il coinvolgimento di Freud negli affari dell’associazione con l’avvio della Società Psicanali?ca di Vienna. Certe sue affermazioni ( fraintese ) secondo cui l’unico suo merito era di non aver rinnegato mai le proprie origini, vanno leHe alla luce di una sorta di strategia: l’ossessione con cui Freud in ogni occasione prende la distanza dalle tradizioni dei padri e il suo ateismo era mascherata da un desiderio di mantenere in aHeggiamento più riservato, ma che egli stesso non esitava a rompere con affermazioni provocatorie di segno opposto. Freud sostenne che la psicanalisi aveva due nemici: medici e pre?. Contro i primi era più facile difendersi. Mandò un caloroso messaggio alla nascente università ebraica di Gerusalemme, in quanto apprezzava il progeHo sionista. Per Freud l’università doveva essere un luogo in cui si insegna un sapere al di sopra di ogni differenza di religione e nazionalità. Freud aderì anche all’associazione Yiddischer Vissenschaplicher Ins?tut, creata a Berlino per diventare uno dei principali centri di ricerca sull’ebraismo. Sin dagli anni ’20 aderì a movimen? a sostegno dell’immigrazione giovanile in Pales?na ma, il ritrovamento di ricevute di versamento che Freud faceva regolarmente a questa associazione tramite la casa editrice psicanali?ca , furono u?lizza? dai nazis? come corpo di reato per la chiusura della biblioteca e della Società Psicanali?ca di Vienna. Freud si dimostrò sempre interessato al sionismo ma dubitò che la Pales?na potesse mai diventare uno stato ebraico e che il mondo cris?ano e quello islamico e quello islamico sarebbero mai dispos? a lasciare i luoghi sacri agli ebrei.

CAP.6 IMMAGINI DELL’EBRAISMO NELLA TRAUMDEUTUNG Nella Traumdeutung la nuova scienza non nega mai il problema storico in virtù di una più alta verità psicologica, ma i due piani sono reciproci.

IL SOGNO DELLO ZIO DALLA BARBA GIALLA: Il sogno fu in seguito a due even?. Prima del sogno due professori hanno chiesto a Freud la sua nomina a professore straordinario ( = gioia e ?more della delusione ). Una sera lo va a trovare un amico che era solito farsi vivo al ministero per accelerare la sua pra?ca e aveva chiesto al funzionario se dietro al ritardo ci fossero mo?vi confessionali. Sogno : l’amico assume le sembianze dello zio Josef, arrestato 30 anni prima per frode. Interpretazione : nella saga biblica Josef ha il potere di vedere il futuro, figlio di Jacob. Jacob è anche il nome del padre di Freud. Lo zio Josef è definito dal padre di Freud un deficiente e, poiché nel soggno l’amico è lo zio Josef, se ne deduce che l’amico è un deficiente. Qualche giorno prima Freud aveva avuto una conversazione con un altro collega, anche lui nominato ma accusato ingiustamente. Lo zio Josef stava per i due colleghi non nomina?, uno perché deficiente e l’altro perché colpevole. Non potendo vendicarsi nella realtà, Freud lo fa in sogno. Nel sogno Freud teme di essere accusato di falsità e di essere iden?ficato con lo zio imbroglione. Il mo?vo per cui i due non erano nomina? non era l’origine ebraica ma l’inadeguatezza a ricoprire il ruolo . In sogno Freud si immedesima nel ministro che non lo nominò professore. Problema?ca ebraica dell’emancipazione di non cadere viSma dell’iden?ficazione nell’ aggressore per cercare una via d’uscita semplice. Poi Freud verrà nominato anche se questo non fosse in realtà il suo più grande desiderio: il desiderio di un sogno è potentemente rafforzato dai ricordi che risalgono all’infanzia. Sogni di Roma : agli occhi di Freud Roma appare sia come una terra promessa che come una conquista che impedì ad Annibale di andare oltre il lago Trasimeno. Roma è un luogo amato per i suoi tesori, ma è anche tes?monianza della persecuzione ebraica cominciata da Tito. Nella prima edizione della Traumdeutung Freud commeHe un lapsus e scrive “ Asdrubale” al posto di “ Annibale”, confonde cioè il fratello con il padre. Il gioco di spostamen? meHe a nudo una complessa rete di iden?ficazioni e contro iden?ficazioni alle quali andò incontro Freud nell’infanzia ( suo padre poteva essere suo nonno, il suo fratellastro poteva essere suo padre ). Arrivato a Roma, Freud ammira la ciHà an?ca ma non può tollerare la “seconda ciHà” a causa dell’affare Dreyfus e alla campagna an?semita del movimento sociale. Basandosi sull’opera di Herzl, Freud fa dei sogni sull’infanzia: rendendo pubblico un aspeHo della sua vita privata, ci dice quali sono le preoccupazioni di un uomo ebreo, cioè il “far par?re i bambini” ( esodo ). CAP. 7 LA BALLERINA SULLA PUNTA DI UN PIEDE: FREUD E L’UOMO MOSE’ Davan? al tragico problema dell’an?semi?smo, Freud non voleva confondere le cause scatenan? con l’essenza, ma voleva andare all’origine. Solo così poteva darsi una spiegazione di qualcosa così orribile.

Si riteneva che la “razza ebraica” era fruHo di secoli di isolamento ( pensiero an? razzista ). Freud riteneva che i traS culturali ebraici sopravvivevano allo sviluppo della società perché avevano delle forze os?li al progresso. Per argomentare le sue tesi, Freud procede per analogie fra storia individuale e storia colleSva, sovrapponendo le categorie di razza, nazione e lingua. SoHolinea la distanza del suo approccio da quello dell’ex allievo Jung dicendo che non è facile trasferire i conceS della psicologia del singolo alla psicologia delle masse. Freud fa un processo di vera e propria riscriHura del testo biblico di Mosè e affronta il problema delle origini del monoteismo ebraico sapendo di cacciarsi in un vicolo cieco. Schiller sviluppò l’idea che Mosè fosse figlio adoSvo di una principessa egizia e fosse stato avviato ad una religione monoteis?ca in seguito trasmessa agli ebrei. A sostegno della sua tesi, Freud si avvalse delle teorie dell’archeologo storico Sellin che affermava che il monoteismo era già formato al tempo di Mosè. Dopo l’assassinio di Mosè, l’insegnamento monoteis?co si era conservato dentro una cerchia ristreHa di seguaci che lo trasmisero come insegnamento esoterico di generazione in generazione sino all’avvento del cris?anesimo ( fine di un ciclo storico ). L’analisi di Freud si distaccava però dalle conclusioni di Sellin, affidando agli ebrei il ruolo di eredi dei valori del monoteismo. Trasponendo i problemi riscontra? nell’individuo su quelli propriamente sociali, Freud vede in questo il vero problema dell’umanità civilizzata , alle prese con un fardello di colpa crescente. Il traHo dis?n?vo dell’ebraismo rispeHo ad altre forme di civilizzazione è causa dell’os?lità. In “Mosè e il monoteismo” siamo dentro la storia: Freud doppia la figura di Mosè ( ebreo ed egizio ), come risposta disperata ad un’indagine antropologica sulla realtà storica ebraica ( Freud non ha gli strumen? per questa indagine ). SAGGI 1. “ Mosè egizio” : ipotesi, Mosè uomo umile salvato dalla figlia del faraone, salvatore del popolo schiavo e oppresso 2. “ Se Mosè era egizio” : Mosè egiziano salvatore del popolo rifiutando il regime presente, cercando una religione monoteista 3. “Mosè il suo popolo e la religione monoteista” : ammeHe che non ha nessuna ipotesi sul Mosè egizio Il materiale non è sicuro perché arriva da un’unica fonte e, così, la verità poteva risultare verosimile ( contraddizione cioè della realtà ). Al suo spirito cri?co l’intero lavoro appare come una ballerina sulle punte ( la faccenda dei due Mosè non sta in piedi ). Di fronte alla tragedia delle persecuzioni, Freud avrebbe potuto chiedersi perché i tedeschi erano diventa? tali, ma preferì chiedersi perché la viSma fosse diventata tale ( capendo quindi perché gli oppressori diventano tali )

➢ Rimpiangono di essere stranieri nel loro paese ➢ Vivono come minoranze ➢ Si sentono diversi dai popoli ospitan? ➢ Tengono testa ad ogni oppressione La gelosia per il popolo che si è spacciato per il figlio primogenito e preferito dal padre divino non è ancora stata superata. Freud confessa il suo disagio : stava per privare un popolo dell’uomo che celebra come il più grande dei figli. Eppure, pur essendo di questo popolo, Freud sos?ene che gli ebrei hanno ucciso Mosè e non Gesù. Con queste teorie Freud rischiava di diventare esce per l’an?semi?smo.

CAP. 8 UN ITINERARIO NEL MODERNO Il rammarico di non aver ricevuto un’adeguata formazione ebraica nell’infanzia è in parte sen?ta, ma l’uso di cer? vocaboli usa? nelle leHere e nel Traumdeutung fanno pensare che avesse una conoscenza ebraica più profonda di quanto non avesse lasciato intendere.

La sua infanzia è un paradigma: il figlio dotato di genitori estremamente tradizionalis? che sognano il riscaHo aHraverso il figlio. Yehuda vedeva nella rinascita dell’ebraismo la condizione di riscaHo degli ebrei dalla loro posizione di oppressi; Zamenof sperava di vedere ogni barriera tra i popoli superata. Nel 1997 nasce il movimento sionista che proponeva l’ebraico e il movimento Bundista che proponeva l’jddish come lingua nazionale ebraica. Il mul?linguismo e la mul? appartenenza è una delle sfide piu grandi dei nostri tempi. Gli ebrei sono simbolo di tuS i mali della modernità: l’odio an?semita oggi è tornato non per l’ebreo singolo ma per l’idea di uno stato ebraico, vivo nel confliHo arabo-israeliano e israeliano-pales?nese....


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