Il diritto di Antigone e la legge di Creonte PDF

Title Il diritto di Antigone e la legge di Creonte
Author Roberta Rocco
Course Giurisprudenza
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Sunto del saggio - Diritto penale romano...


Description

IL DIRITTO DI ANTIGONE E LA LEGGE DI CREONTE (Zagrebelski)! Il saggio prende ad esame l’Antigone di Sofocle, una tragedia greca avente ad oggetto la sepoltura di Polinice, fratello di Antigone, che si era macchiato di tradimento della patria.! Scoppia una guerra civile a Tebe, dopo la morte di Edipo, per la conquista del potere. Eteocle e Polinice (figli di Edipo e fratelli di Antigone) combattono e muoiono l’uno per mano dell’altro alle porte della città; però mentre Eteocle muore da vincitore e patriota, Polinice muore da traditore, essendosi precedentemente alleato con l’esercito avversario. ! Dopo la loro morte il nuovo re Creonte (zio di Antigone e dei due fratelli defunti) ordina la sepoltura di Eteocle, ma per Polinice non prevede lo stesso destino: infatti, essendo morto da traditore, dovrà essere lasciato insepolto fuori dalle mura della città.! A ribellarsi a tutto ciò è Antigone, sorella di Polinice e protagonista della tragedia. Nell’Antigone si mette in scenda la vicenda della coscienza pura che si ribella alla prepotenza del despota, della disobbedienza morale che finisce inevitabilmente per sindacare la legittimità del potere che pretende obbedienza. ! Al centro dello scontro fra Antigone e Creonte c’è un corpo conteso fra pietà familiare (Antigone) e ragion di Stato (Creonte): la prima fa valere la legge del sangue, il secondo la legge della città. Fino ad allora nulla diceva che Antigone fosse una ribelle; la sua inaspettata intransigenza emerge fin dall’inizio, nel dialogo iniziale con la sorella Ismene: quest’ultima pregava Antigone di desistere dal suo intento, ma con fierezza lei risponderà che morire per lei sarà un onore.! Succede così che Antigone disobbedisce al decreto di Creonte, e rende gli onori funebri al corpo del fratello. Tale violazione costituisce delitto capitale.! Di qui si dipartono 2500 anni di interpretazioni politico-giuridiche. Gli orientamenti sembrano riconducibili a questi tre:! - Creonte è l’arbitrio, Antigone è la resistenza all’arbitrio: il primo rappresenta il male della forza cieca, la seconda il bene della legge morale;! - Creonte sostiene le buone ragioni del governo della città e Antigone le buone ragioni della pietà familiare: entrambi, per la loro parte, hanno ragione;! - Creonte e Antigone, nonostante le loro buone ragioni, sono entrambi nel torto in quanto procedono verso il loro fine, ignorando completamente le rispettive ragioni.! 1) L’interpretazione ortodossa si basa su una dicotomia: Antigone ha pienamente ragione, Creonte è pienamente nel torto. In questa visione, Antigone è considerata la protagonista della tragedia, eroina della virtù. Entrambi sono figure cristalline nel proprio ruolo (di tiranno e di ribelle). Nessuno dei due vive una contraddizione interiore poiché sono su piani completamente diversi. Antigone non segue i propri impulsi morali, ma obbedisce ad un’altra legge che la vincola più della legge di Creonte. Antigone non è lo scontro fra legge e libertà morale, ma lo scontro fra due tipi di leggi: la legge positiva (quella di Creonte) e la legge di natura (quella di Antigone) = giuspositivismo entro giusnaturalismo. Agli occhi di Antigone la hybris (trascotanza) di Creonte è grande poiché egli pretende di disporre addirittura del regno dei morti. Antigone è fedele alla legge della tradizione: adempie al suo dovere, rimettendosi al proprio destino. Contesta infatti duramente il divieto di sepoltura, ma non si ribella alla condanna a morte. Verrà infatti murata viva, ma non volendo morire per mano di Creonte, finirà per impiccarsi;! 2) L’interpretazione classica sostiene che la colpa di cui si macchia l’interpretazione ortodossa sta nella sicurezza con cui individua torto e ragione. Entrambi hanno ragione in quanto adempiono fedelmente la missione loro affidata: presi dalla loro vocazione e non possono essere rimproverati per questo in quanto seguono rigorosamente la propria legge. La differenza fra le due leggi è immediata e naturalistica, cioè legata al sesso: il nomos è donna, la legge è uomo. E

l’adempimento della propria legge comporta sempre lacerazione dell’altra. Qui sta il senso della tragedia;! 3) Il dialogo carente. Entrambi, pur avendo ragione, sono colpevoli di hybris, di orgoglio smisurato, che porta all’incomunicabiltà fra i due personaggi. Il senso del testo Sofocle si trasforma: dalla prospettiva tragica di un destino che distrugge le due figure si passa ad una prospettiva drammatica, dove si rende indispensabile la ricerca di una scelta che consente il vivere insieme. Naturalmente tutto ciò non è sviluppato, ma forse è l’ammonimento che Sofocle voleva rivolgere alla sua città. $ Il Coro che nell’Antigone non ha il ruolo di motore ma di commentatore dell’azione, aderisce all’evolversi del dramma e lo interpreta per trovare un senso. Ed è così che termina l’Antigone, con l’esaltazione ad opera del Coro della phronesis, della saggezza pratica sconosciuta ai due protagonisti. Così la tragedia diventa un vero e proprio percorso di apprendimento che riguarda Creonte, Antigone e soprattutto il Coro....


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