Regia cinematografica - riassunti dei libri PDF

Title Regia cinematografica - riassunti dei libri
Course Regia cinematografica
Institution Università degli Studi di Torino
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Riassunti dei libri per l'esame di regia cinematografica: Il secolo della regia di L. Albano e Due o tre cose che so di me di Godard....


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Il secolo della regia - L. Albano *L* REGISTA cinema; (3) quando si farà arte consapevolmente e si creerà un nuovo linguaggio. Nel cinema, prima di ciò, non si parla di regista ma di tecnico\operatore. La tecnica e la creatività sono due caratteristiche del regista che non sempre sono presenti, infatti è un dettaglio che cambia nel corso del cinema, all’origine del cinema e nel cinema classico era importante la padronanza della tecnica per l’evoluzione del linguaggio cinematografico ma anche dello stile del regista, mentre durante la Nouvelle Vogue e i 60s la tecnica era sottovalutata.

l* regista cinematografico è una figura complessa la cui definizione (negli anni Venti era vist* come tuttofare) e i compiti (per Capra, ad esempio, il regista controlla e determina la continuità drammaturgica della narrazione filmica e della verosimiglianza del decoupage, mentre per L’Hebrier pone l’accento sulle scelte dell’inquadratura, della luce e della recitazione) sono cambiati nel corso del tempo. La figura del regista arriverà solo dopo che (1) si useranno gli attori e non dei semplici figuranti e si avranno dei veri personaggi da interpretare; (2) da fotografia animata e riproduzione della realtà si passerà alla concezione di una narrazione attraverso il

L’AUTORE La Francia è il centro del discorso sull’autorialità cinematografica, qui infatti nascono diversi giornali di analisi critica (come I Cahiers du Cinéma e Arts (entrambe si concentrano sulla creazione di una cultura cinematografica, all’ingresso del cinema nella storia delle arti, etc.), grazie anche all’appoggio di Bazin, il più importante e indipendente critico cinematografico) e la nascita e il successo della Nouvelle Vogue (50s), che hanno messo in risalto il precedente lavoro critico dei nuovi registi promossi dalla politique des auteurs (ideali simili erano stati ripresi già da Canudo che parlava della centralità del regista nella realizzazione dei film e della sua autorialità). L’Italia In ITALIA, anche se in maniera più elitaria rispetto alla Francia, si cerca di delineare la figura del metteur en scene, generalmente identificata con “direttore cinematografico”, queste riflessioni però saranno disorganiche e frammentarie e si chiuderà negli anni 50. In Italia, fino agli anni 30, non si può parlare di veri registi-autori. Dal punto di vista dell’autorialità comunque esistono 3 visioni: (1) il regista è l’unico autore; (2) il film è un’opera collettiva però il ruolo centrale è del* regista; (3) il film è un’opera artistica e deve avere un autore, che generalmente viene collegato al* sceneggiatore\sceneggiatrice\*.

L’idea e la nozione di autore sono un dato storico e teorico che è stato soggetto a notevoli cambiamenti che presentano (ancora oggi) quattro concezioni: (1) la più diffusa, ossia l’identificazione dell’autore rispetto a un film è un problema storico, critico e teorico che necessita, ogni volta, una chiave di lettura diversa, a seconda di diversi fattori; (2) l’autorialità ha un carattere collettivo; (3) la concezione della politiques des auteurs (e portata avanti principalmente da Truffaut) che vede il regista sempre come autore del film; (4) è un’idea legata al postrutturalismo e decostruzionismo che vede l’autore non più considerat* come la fonte unica e unitaria della creazione, ma come un soggetto debole condizionato da diversi fattori (linguaggio, dinamiche produttive, etc.). Le ragioni per negare la presenza di un autore (o un solo autore) nel processo di creazione cinematografica sono uno statuto debole, non facilmente definibile e comprensibile della figura del regista e resa debole da l’idea dell’autorialità del regista dei Cahiers du Cinema e della Nouvelle Vague, perché si sono esaltate la soggettività e la personalità al posto della competenza e della preparazione, autorizzando così chiunque a diventare regista. La Francia

LE ORIGINI, 1896-1914 LA FIGURA DEL REGISTA

per registi, dove avrebbe diffuso le sue teorie sulla regia ai registi principianti (es.: Fleming, von Stroheim, Ford, etc.).

scrittore di piéces tetrali, prova a scrivere per il cinema e tra il 1908 e il 1914 lavorerà per la Biograph. Dopo il successo di Nascita di una nazione, Griffith apre una scuola informale

I FILM segna l’inizio della grande cinematografia, e Cabiria, con le sue innovazioni tecniche. In questo periodo (fino al 1905) si parla di Modo di Rappresentazione Primitivo (MRP). (2) I film dopo gli anni Dieci  In questi anni nasce la narrazione nel cinema per rinuncia e per separazione dalle origini fotografiche, documentaristiche e scientifiche del cinema. Per diventare arte autonoma in questi anni il cinema deve liberarsi dalle altre arti a cui è legata e ciò avverrà quando inizierà a usare “soggetti nobili” e attori famosi del teatro, e ciò, oltre ad attirare i borghesi, porterà anche alla nascita di diverse fondazioni: la Film d’Art (1908), la Film d’Art Italiana (1909) e la SCAGL (1908, Société Cinématographique des Artistes et Gens de Lettres). Anche se il cinema sfrutta il teatro per la nascita della sua autonomia e di un suo linguaggio, e si continuerà a parlare di “teatro filmato”, finalmente nelle produzioni cinematografiche viene aggiunta la psicologia. In questo periodo per aumentare la crescita del cinema si prendono due strane, una che si concentra sulla messa a punto di un linguaggio specifiamente cinematografico e un’altra che cerca di usare elememti “artistici” e “trucchi”, come usare grandi nomi di attori\attrici teatrali o famos* scrittori\scrittrici\* o l’uso di grandi libri\opere famose. In questo periodo si parla di Modo di Rappresentazione Istituzionale (MRI).

Basandoci sui film in questo periodo possiamo creare una distinzione tra: (1) I film fino agli anni Dieci  i film vengono visti come fotografie in movimento e mezzo per mostrare (per tal motivo il cinema era interesse solo del pubblico popolare e non della borghesia) e il cinematografo era semplicemente un macchinario e non ci si interessava realmente a ciò che si poteva produrre, ma solo alla risoluzione dei suoi problemi. In questo periodo sulle pellicole è presente solo il Brand Name (il cinema nei primi anni era privo di regole e di diritti), i primi nomi che appaiono legati ai film sono quelli di scrittori e drammaturghi e scrittori famosi che collaboravano al film o dalle cui opere era tratto il film, e attori e attrici. I film in questo periodo erano solo vedute in movimento o in un solo quadro, gli attori erano inquadrati in “campo lungo” o a “figura intera” e non erano previsti ne movimenti di macchina ne la possibilità di “zoomare”, la recitazione seguiva le regole di entrata e uscita del palcoscenico e il montaggio era di tipo quadro-didascalia-quadro. Prima del 1911 non vi erano sufficienti conoscenze del cinematografo, siamo lontani dal senso di ritmo, del movimento e dell’azione presente invece nel cinema americano (es.: The Great Train Robbery, 1903, E.S. Porter). In Europa si avranno grandi figure di sviluppo del linguaggio nei Paesi nordici, Svezia e Danimarca specialmente (es.: Sjostrom, Stiller, Gab), ma anche in Italia, ad esempio molto importanti sono i film Quo Vadis?, che

L’AFFERMAZIONE E L’INDIPENDENZA, 1915-1928 GLI STATI UNITI D’AMERICA passaggio dal director-unit system al central producer system (una produzione centralizzata e pianificata, in cui la divisione del lavoro sarà strutturata gerarchicamente in dipartimenti, la progettazione e la responsabilità del film saranno affidate al produttore e al regista saranno tolte alcune funzioni chiave – es.: realizzazione e

Tra il 1915 e il 19228 il cinema è ormai diventato un’arte e l’indipendenza e la libertà creativa del regista viene messa in discussione con la cresciuta dell’industria cinematografica e la nascita di un sistema di organizzazione integrato di produzione, distribuzione ed esercizio passando nelle mani del produttore, che controllerà tutte le fasi del film, si avrà un

affermazione della propria indipendenza produttiva, con la nascita di associazioni (la Triangle Film Corporation, la United Artists Corportaion – di Griffith, Chaplin, Pickford e Fairbanks) o acquistando teatri di posa. L’affermazione del sonoro e dello Studio System segna, però, una razionalizzazione e una pianificazione delle spese, delle risorse e del tempo a disposizione, piuttosto che una reale e uniforme diminuzione del potere complessivo e della responsabilità del regista nei confronti del film.

controllo della sceneggiatura e del montaggio. Una delle principali conseguenze del central producer system è la tendenza a girare nei teatri di posa). In questo periodo ci sono comunque dei tentativi di indipendenza, sia da parte di registi che andranno contro questo sistema e se ci riusciranno ciò durerà poco (es.: Tourneur), questa rivendicazione è attuata principalmente dai grandi comici (es.: Keaton) che si propongono come diretti eredi della prima generazione di registi degli anni Dieci che inventavano e improvvisavano il film direttamente sul set, sia da tentativi di

L’EUROPA seguita), (2) estesi al cinema termini già esistenti, specialmente del teatro, (3) usate perifrasi. La Francia Canudo parla di écraniste per riferirsi al nuovo artista cinematografico (*l* regista) Delluc crea il termine cinéaste per definire tutti quelli che hanno fatto qualcosa per l’industria artistica del cinema. In Francia alla fine viene usato metteur en scene (di origine teatrale). L’Italia In Italia nel 1932 verrà coniato il termine regista usato prima in cinema e poi in teatro.

In Europa tra gli anni Venti si impone la grande generazione di registi che per ragioni aristiche e\o politiche con l’arrivo dei totalitarismi e della guerra si trasferiranno a Hollywood. Le importanti innovazoni arrivate negli USA dagli europei, specialmente dopo il sonoro, servono a mettere a punto uno stile di riprese che contraddistingue la regia di questi anni: Murnau ha introdotto un tipo di riprese basato sul movimento della macchina da presa (specialmente grazie a “L’ultimo uomo”) e su un decoupage lirico e sintetico. In questo periodo vi è anche una ricerca di termini adatti per indicare il cinema, per fare ciò vengono (1) coniati nuovi termini (la più

LA RUSSIA di lavoro diventerà più “statunitense” nel 1936. Inoltre il regista sovietico di questo periodo non solo sperimenta sui film che realizza, ma teorizza anche sulle possibilità del cinema e il suo modo di farlo (Ejzenstejn e il montaggio intellettuale e il montaggio delle attrazioni, il cineocchio di Vertov, etc.).

In RUSSIA negli anni Venti il regista sovietico ha avuto per ragioni politiche e di distanza geografica e culturale poco eco sul resto del mondo. L’industria cinematografica sovietica era industrializzata e non aveva problemi commerciali, inoltre il regista non era sottoposto a nessun controllo fino al 1928, se non ideologico e di censura, questo modo

LO STUDIO SYSTEM: IL DECLINO E L’ASSERVIMENTO, 1929-1949 Il periodo 1929-1949 è un periodo di grande successo per il cinema che si conclude con la “morte di Hollywood” e la nascita del cinema. In questo periodo vi sono la delineazione di alcune regole del cinema classico, la nascita di nuove tecniche di realizzazione (nate con l’arrivo dei registi europei a Hollywood), la nascita del suono e la delineazione dell’importanza del regista anche nello Studio System.

IL SUONO moltissimi mutamenti delle riprese (Diminuzione autorità e potere del regista, non è più in grado di affrontare gli imprevisti e di improvvisare delle soluzioni direttamente

L’avvento del suono (il primo film sonoro fu The Jazz Singer) fu visto da molt* regist* come una “regressione” e “limitazione” del cinema. Con la sua introduzione ci furono

sonoro completamente girato in esterni è In Old Arizona di Wals e Cummings, etc.) che negarono però il continuo del lavoro a Hollywood di molt* regist* precedenti.

sul set, il regista dovrà coordinarsi con l’operatore, il fonico e lo scenografo; la sceneggiatura diventerà fondamentale; si preferisce lavorare con poch* attori\attrici\*; i preferisce girare in interni – il primo film

I FILM possibilità universali dovuti all’enorme afflusso di pubblico e alle sempre più grande popolarità del cinema, che arriva al suo massimo nel 1946. Il regista Nel Febbraio del 1939 negli USA viene indotto uno sciopero dei registi per acquisire maggiore potere e libertà. Verso la fine degli anni 30 la figura del regista diventa più importante e si delinea. Questo cambiamento a favore della regia avviene anche da parte delle case di produzione che pubblicizzano il film come “film del* regista xy”. Ciò però cambia con l’arrivo della 2gm, per la smisurata ingerenza delle star nei 50s e perché il sistema economico e industriale su cui era basato il cinema americano non poteva permettersi nessun cambiamento. Importante in questo periodo è la realizzazione di Quarto Potere di Orson Welles che porta ad una limitazione della libertà de* regist*. A partire dalla fine degli anni Venti le nuove leve della regia vengono soprattutto dal teatro (sono coloro che hanno le competenze per andare contro i nuovi problemi del cinema sonoro, della dizione e della recitazione) e dai ranghi della sceneggiatura (es.: E. Kazan, O. Welles; è una generazione più preparata e consapevole del proprio ruolo creativo e autoriale). Nello Studio System il regista non aveva nessun diritto di parola ne sul montaggio ne – e specialmente – sul final cut (ultima forma del film). In alcuni casi (Hawk, Ford, Welles) questo problema viene arginato dalla ripresa solo delle inquadrature necessarie e da un unico punto di vista, così da diminuire le possibilità “creative” del montaggio.

In questo periodo continua a esistere (19311955) il producer-unit, il periodo più coerente e di maggiore prestigio della produzione hollywoodiana, e che rientra nello “Studio System”, ossia l’organizzazione integrata di produzione, distribuzione ed esercizio dominata da un oligopolio di case di produzione distinte tra Majors\Big Five e Minors\Little Three, dove *l* regista è un semplice ingranaggio della macchina produttiva, *l* regista non potrà più ottenere l’autorità completa che aveva prima perché questa derivava dalla semplicità di lavorazione sul set. Nella realizzazione dei film di questo periodo, le grandi case cercano di far imporre l’house aesthetic, ossia l’estetica dello Studio basato su una norma stilistica, narrativa e ideologica, scoraggiando quindi il talento creativo e l’autoritarismo individuale de* singol* regist*. Al centro della realizzazione dei film ora abbiamo il produttore o Executive Producer (raramente l’Executive Head) e sono loro che prendono tutte le decisioni riguardo al film (attori, attrici, soggetto, regista, etc.) concentrandosi su 3 caratteristiche: non scioccare nessuno, dare a tutt* la vogli di andare al cinema, organizzare il cinema come un’industria. In questo periodo si stabiliscono alcune precise regole dello stile del cinema classico americano (la trasparenza del linguaggio e della scrittura; le riprese e il montaggio devono rispettare l’asse dei piani e la sintassi degli sguardi per creare un universo naturale, continuo e omogeneo, etc.) che sono il risultato di un periodo di sicurezza e fiducia del nuovo mezzo di espressione e delle sue

LE CRISI Questo periodo è segnato da due crisi: una tra il 1932 e il 1936 dovuta al crollo di Wall Street e alla Grande Depressione e una verso la fine dei 30s, dovuta a ragioni interne, di inefficienza del sistema.

L’EUROPA E LA CONCEZIONE MODERNA DELLA REGIA, 1945-1969. In Europa tra il 1945 e il 1969 nasce una concezione moderna di regia, che riprende il suo ruolo creativo e autoriale, prima in Italia con il neorealismo, poi in Francia con il Neorealismo e infine a livello mondiale con i “Nuovi Cinema”.

L’ITALIA In questo periodo non possiamo parlare di uno stacco, ma piuttosto di una continuità con gli anni 30, alle esperienze antecedenti e alla formazione di quegli anni (collaborazione e apprendistati). Anni 60 In Italia nei 60s so profila una figura di regista-autore che ha (1) una propria concezione del cinema e (2) gioca in prima persona e propone in modo evidente ed esplicito la propria soggettività (teorizzato per la prima volta da P.P. Pasolini). Vi è uno stacco netto con gli anni precedenti. In questi anni avverrà un abbassamento della qualità del cinema italiano, non sarà importante la competenza tecnica e diventerà importante la soggettività e la voglia di esprimersi attraverso il cinema.

Il neorealismo Il neorealismo nasce durante il periodo del fascismo e si sviluppa durante la seconda guerra mondiale, concentra i suoi film sull’esperienza del fascismo, della guerra, della sconfitta, della lotta antifascista e resistenziale e del cambiamento culturale, riprendono quindi la realtà senza il bisogno della mediazione di una sceneggiatura, dei teatri di posa e del divismo, ma rappresentano la realtà nuda e cruda. I film neorealisti sono sia una denuncia politica e sociale sia una rottura e una novità che porta ad un cinema originale che porta, per la prima volta in Italia, la consapevolezza della nozione di regia e del ruolo di regista (ruolo che viene affermato con il Neorealismo). In questo periodo parlando di registi abbiamo sua (1) un regista tecnico, professionista e divo e il regista-autore.

LA FRANCIA

cioè di creatore e di artista ai registi, sia ripescando i vecchi maestri di Hollywood sia i grandi francesi (Renoir per esempio), per i futuri registi-autori della Nouvelle Vogue essere registi moderni significa, prima di tutto, conoscere e capire i registi del passato; (2) esaltazione della libertà della mise en scene contro la tradizione dell’adattamenti e quindi il disinteresse ad una sceneggiatura forte e ben costruita; (3) le riprese viste come momento di costruzione di un film; (4) la messa in valore dell’imprevisto, dell’improvvisazione dell’avventura del set contro le regole e le ricette degli sceneggiatori francesi; (5) il rifiuto dell’apprendistato del mestiere e dell’abilità tecnica per porre l’accenno sulla figura del regista come personalità forte e autonoma che si esprime attraverso il cinema. La nascita di questa nuova industria cinematografica dei Cahiers du Cinema ha portato sia all’affossamento del cinema vecchio sia del cinema (che presenta ottimi artisti) commerciale e spettacolare, costretto ora a sottostare al nuovo modo di produzione.

fare film con nulla (nessuna preparazione professionale, nessun soldo, nessuna struttura produttiva, nessuna star, etc.). Dopo i primi successi della Nouvelle Vague c’è stata un’ondata di esordi: tra il 1959 e il 1963 moltissimi registi hanno girato il loro film, e molti ancora dopo non hanno continuato e questo perché ormai era stabilita l’idea che tutti possono fare il regista. La Nouvelle Vogue nella seconda metà degli anni 50 coesiste con un cinema francese “tipico”: un cinema per pochi eletti, con regole rigide e molto costoso che veniva penalizzato dall’arrivo in massa dei film francesi e che costrinse, nel 1948, la nascita di una legge a difesa dello sfruttamento del cinema nazionale il quale, nel mentre, era costretto a delle coproduzioni con l’estero per rientrare nei costi. I Cahiers du Cinéma I Cahiers du Cinéma portano alla nascita di moltissime novità: (1) la principale è la politique des auteurs (nata in seguito ad un articolo d Truffaut del 1960) che si impegna a ribaltare la prospettiva e dare statuto di autore,

I NUOVI CINEMA GLOBALMENTE Ciò è reso possibile anche da un’accessibilità e alleggerimento delle nuove attrezzature visive e sonore e lo stretto scambio tra lungometraggio di finzione, il documentario e il cinema sperimentale, permettendo al nuovo cineasta di accedere facilmente alla realizzazione di film han-made con pochi mezzi e in modo indipendente. Dogma 95 Dogma 95 è un manifesto (l’ultimo) di Vinterberg e Trier e cerca di andare contro la tendenza del cinema a favore di un concetto di autore che imponga al regista di: realizzare le riprese solo in ambienti veri; non registrare il suono indipendentemente dalle immagini;...


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