Riassunti libri PDF

Title Riassunti libri
Author Martina Gandossi
Course Italiano per la comunicazione
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

riassunti di libri...


Description

La favola: storia antologica. Con la favola si raggiungono 3 obiettivi: 1 intrattenere 2 insegnare regole di comportamento 3 riflettere sulla vita. Il libro è diviso in 4 parti: 1 il mito 2 significato di favola 3 storia della favola 4 proposte didattiche 1 parte cap.1: il mito significa racconto, di solito di tipo sacro. Oggi il nostro mito è la religione, che si interroga sui perché. Esistono nei miti 3 tipi di eroi: 1 quelli dell’Antico Testamento che ricevono il potere da Dio 2 quelli greci (es. Ercole rappresenta l’umanità primitiva che lotta contro le forze della natura per sopravvivere) 3 quelli romani (Romolo e Remo) (Caio Fabrizio, propone un esempio concreto di quei valori che hanno reso famosa e grande nel mondo, Roma. Un eroe che, per onestà e lealtà, per rispetto ed onore, non si fa sedurre dalla prospettiva di vantaggi, ricchezza e successo) Cap.2: la leggenda significa cosa degna di essere letta. Oggi è un racconto reale con elementi trasformati dalla fantasia. Rispetto al mito è più legata a uno specifico posto. Nascono da esagerazioni di racconti di fatti che cercano di esaltare qualcuno o dare spiegazioni di un fatto oppure in risposta alla loro paura. La leggenda popolare: quella di Sant’Antonio (il santo ed il suo porcellino andarono all’Inferno per sottrarre al demonio del fuoco. L’animaletto ha il compito di distrarre i demoni mentre il santo mette il suo bastone all’interno di una pira.). La leggenda d’autore: Riportiamo una leggenda molto antica, rivisitata da Mario Soldati, che non mette in dubbio che Tellaro, paesino della Liguria, sia stato salvato da un’aggressione di pirati, ma è stato proprio un polipo a salvarlo. La leggenda metropolitana: acquista credibilità passando di bocca in bocca, per esempio si arriva a credere che un barboncino sia resuscitato. 2 parte Cap 1: la favola vuol dire narrazione. È un racconto fantastico breve, in prosa o versi. -è semplice anche come linguaggio e presenta monologhi e dialoghi, con pochi personaggi, con un solo episodio e una morale esplicita (un insegnamento). I protagonisti sono animali che simboleggiano vizi e virtù in modo fisso (la volpe è la furbizia). Tempo e spazio sono imprecisi. Dalla simbologia attribuita agli animali nascono anche gli animali disegnati sugli stendardi delle famiglie nobili che ne indicano la qualità principale. -la favola nasce oralmente, in contemporanea ai miti. 3 parte storia della favola. Dall’antichità al medioevo: 1 nascono nella tradizione egizia (a volte l’animale protagonista è il coccodrillo o lo scarabeo). 2 Arrivano al mondo greco (Esopo, Esiodo e Senofonte). Esopo fu uno schiavo, scrisse 400 favole, con una semplice morale. 3 Arrivano al mondo romano (Ennio, Catullo e Fedro). Fedro scrive la prima raccolta in poesia, racconti brevi con un fine etico. Fedro nacque intorno al 20 a.C. Rimangono soltanto 5 libri con 102 favole + 32 nell’appendice. È lui che ha reso la favola un genere letterario. Un po’ traduce fedelmente Esopo, un po’ lo interpreta liberamente. In Fedro gli animali agiscono come umani, è poetico e non reale come Esopo. Nella morale denuncia il male, ma lo considera inevitabile. 4 durante il Medioevo vengono tramandate e danno origine alla poesia didattica. Davanzati, Da Lentini e Petrarca utilizzano similitudini con gli animali. S. Bernardino da Siena scrive degli apologhi dove scrive di animali che sono umani travestiti. Gli animali tipici ora sono la volpe e il lupo. 5 nel Rinascimento vengono usate per l’esercizio stilistico e per la polemica sociale. Il maggiore favolista è Le Fontaine con favole uscite in 3 tempi. Il Settecento è il secolo delle favole e la corrente letteraria è quella

dell’Arcadia che usa le favole come mezzo per apprendere velocemente. In Italia suscita l’interesse dei maggiori studiosi come Muratori e Vico. 6 Nell’800 le favole diventano pesanti per la moralità, Fogazzaro è il tramite per le favole dall’800 al 900. Pascoli scrive favole e D’Annunzio scrive un vangelo alternativo con favole. Altri grandi furono Svevo e Saba. 7 Oggi raccontano di una società in crisi senza morale da trasmettere con Rodari o Tonino Guerra. Rodari usa una lingua media, con favole a metà tra la realtà e la fantasia, i topi diventano amici dei gatti, ecc.. 4parte Antologia. Gli animali nelle favole sono simboli. L’allegoria è diversa dal simbolo perché la si intuisce e non si capisce in maniera razionale e costituisce un legame relativo e culturale. Cap1 La prima favola è quella indiana (jataka) le vite del Buddha, hanno una struttura fissa, in queste favole gli animali pensano e hanno una morale come gli umani, sono altri modi di vivere. Il panchatantra richiama la struttura degli jataka, scritta per educare dei giovani principi nel 2 secolo d. C., sono favole che educano alla saggezza. Altra favola (siamo in Grecia) è la battaglia delle rane e dei topi, un poemetto in 300 versi, è un ribaltamento comico dei poemi omerici. È ricca di iperboli Poi esopo (l’asino e le cicale, i viandanti e l’orso, il ragazzo che rubava sua madre) Poi Quinto orazio Flacco, celebra la grandezza di Roma e di Augusto (il topo di campagna e di città) Fedro (il sorcio e la rana, la volpe e il capro, il leone e il sorcio) Chiaro davanzati-> animale e amore ( la salamandra, la pantera e la tigre) Petrarca-> la fenice del canzoniere L’Esopo Toscano, è un bestiario ossia un libro dove vengono registrati gli animali in maniera simbolica Il romanzo di renard favole francesi (la volpe, con l’astuzia, salva la vita) Cap 2 nel Rinascimento fino all’illuminismo Leon Battista Alberti 100 apologhi latini ( i piedi dell’oca) Colleniccio (lo specchio di Esopo) Da Vinci (nella buca della chiave) Agnolo Firenzuola scrive 24 favole prese dal Panchatantra Giovan Battista Gelli (Da la Circe, dialogo dieci) Anton Francesco Doni traduce il Panchatantra (malizia di una scimmia per dare impudentemente scacco matto al padrone) Salvator Rosa (le due rane) prima di agire bisogna pensare De la Fontaine (la cicala e la formica) Giovan Battista Casti, opera ‘animali parlanti’ (canto primo, la discussione) Giuseppe Parini ( la Vergin cuccia) Cap 3 tra Ottocento e Novecento si istituisce la scuola dell’obbligo e la favola serve come mezzo educativo. La favola sviluppa un intreccio più complesso, personaggi meglio descritti, linguaggio più complesso, morale implicita Leopardi (l’uccello) parla di libertà Tommaseo (la vendetta del cavallo) Giuseppe Giusti è ironico e fa caricature (il re Travicello che rivisita le rane chiesero un re) Ippolito Nievo (il micino) Antonio Fogazzaro (Apologo, il dovere fraterno e il dovere sociale) Pascoli (la gatta) Svevo (l’asino e il pappagallo) Trilussa (l’agnello infurbito che rivisita il lupo e l’agnello)

Ardengo Soffici (apologo) Giovanni Papini scrive le storielle tendenziose (il coniglio nero) un po’ come la pecora nera Federico Tozzi (la vipera della giustizia) chi la fa l’aspetti Saba (favoletta alla mia bambina) Aldo Palazzeschi (il pappagallo) Pietro Pancrazi (l’asino e il cane) ciascuno pensa solo a sé Carlo Emilio Gadda (favola 6) non aspettare che altri facciano per noi Arturo Loria (il porco e le perle) alcuni uomini non capiscono la bellezza Alberto Moravia, scrive favole moderne, lunghe e con tempi e luoghi precisati (quando la Ba Lena era tanto piccola) Marcello Camillucci (la farfalla posata sull’orecchio del cavallo) imprevedibilità del vivere Tonino Guerra (la favola) Gianni Rodari (alla volpe, che rivede la volpe e l’uva di fedro) incoraggia e stimola Mario Rigoni Stern (il piccolo capriolo) più una storia che una favola. Sciascia (favola) l’adulto deve essere tempestivo o ne paga le conseguenze. Giovanni Arpino (favola il coda) riparte da dove Fedro aveva concluso la volpe e il corvo Luigi Malerba accettare i propri limiti per non essere derisi ( il pelo del maiale) Sergio Quinzio riscrive alcune parabole (la parabola del figliol prodigo) Goffredo Parise (il baco da seta) favola del boom economico Giovanni Gandini (la favola del gatto collezionista) Raffaele Crovi (i fratelli peste) in rima baciata Stefano Benni (il gorilla Vai che sei) Roberto Piumini (la lucertola Gonzilla) IN VIAGGIO CON I POETI CAPRILE Tema del paesaggio nel 900. Il valore simbolico che gli è dato dal decadentismo, che cerca l’irrazionale. In questo periodo i poeti cominciano a nominare il luogo che descrivono, prima non veniva fatto-. Il paesaggio è 1 quello concreto 2 determinato dalle attività umane 3 ha un significato simbolico È un libro pensato per gli stranieri che vogliono apprendere l’italiano. Le parole sono usate dai poeti secondo i seguenti criteri: Sinonimia = organizzo il lessico per somiglianze

di significato Antonimia = collegamento perchè rappresentano significati tra loro opposti Iperonimia = collegamento perchè includono nel loro ampio significato quello di altre parole (fiore è iperonimo rispetto a rosa) Polisemia = collegamento perchè una parola racchiude in sé più di un significato In questo libro sono organizzate unità didattiche secondo fasi: 1 motivazione 2 analisi del testo 3 riflessione sulla lingua 4 fase conclusiva. Parte 1 La poesia è insieme necessaria (per conoscere il mondo) e inutile perché non produce denaro. È un atto sia individuale (del poeta) che sociale ( letta da altri) La poesia è eterna ed è un dono, inesauribile perché il significato di una poesia continua a cambiare in base al lettore e alla società che la legge. Ed è rigorosa associa forma e contenuto La poesia insegna la lingua e la cultura. La poesia e la letteratura fanno leva sulla personificazione per coinvolgere. Dire quanto è bello e importante studiare la poesia La poesia è importante perché da significati simbolici alle parole, quindi ci apre la mente.

Parole che sono sinonimi hanno la stessa denotazione (significato) ma diversa connotazione (sfumatura), nella poesia a volte la connotazione domina sulla denotazione. La poesia è polisemica (ha più significati), ha effetti visivi (andare a capo) e sonori (es. allitterazioni). Il modo con cui è costruita è detta metrica e dal 900 è libera non ha regole. Il lessico è libero grazie a Saba, prima si potevano usare solo alcune parole più raffinate. Da qui nasce lo scarto linguistico, ossia la poesia utilizza le parole della lingua comune con altri significati Solo dal 900 i luoghi delle poesie sono identificabili, ad eccezione della divina commedia. Cap 2 Le Alpi Distacco dalle montagne di Antonia Pozzi (1912-1938). Le montagne erano il suo rifugio, la natura era un ritorno all’infanzia. La montagna assume i tratti di una chiesa, un luogo spirituale dove curare il dolore. È costruita con versi liberi, presenta un enjambement. Barnabò delle montagne di Dino Buzzati, utilizza un climax ascendente per descrivere un paesaggio sempre più pericoloso. Cap 3 Gli Appennini, territorio sismico Leggiamo la poesia: Attraversando l’Appennino toscano nell’estate 1913 di Umberto Saba (Trieste 1883Gorizia 1957) (portala come argomento a scelta, rileggila) il cognome era Poli ma scelse Saba in onore della madre che lo crebbe da sola. Conobbe il padre solo a vent’anni e lo definì un assassino. Nel 19 rilevò una libreria dove lavorerà tutta la vita. scrisse ‘il Canzoniere’ e poi si commentò in anonimo in ‘storia e cronistoria del canzoniere’. Introduce figure si emarginati con lessico famigliare. Le poesie sono incentrate anche su Trieste, simbolo dell’esistenza e delle sue contraddizioni, a volte raccontandone le parti più affollate, altre quelle più isolate. Rumiz giornalista del piccolo del 2000 scrive di viaggi lungo l’appennino. Cap 4 Le isole. Salvatore Quasimodo (1901-68) scrive della Sicilia nella poesia Vento a Tindari, con nostalgia, paragonandola a un grembo materno. Fu un ermetista. La prosa: la CNN scrive nell’articolo ‘Da gioielli a colonie penali e ritorno’ si raccontano le storie dell’isola di Capraia e Pianosa che furono utilizzate come carceri. Sardegna: Cardarelli scrive ‘Sardegna’ raccontandola ai primi del novecento, quando era più selvaggia e incontaminata. Anche se nato a Roma, parla dell’isola con malinconia. Cap 5 I fiumi (corsi d’acqua che portano acqua tutto l’anno) Giuseppe Ungaretti scrive ‘I fiumi’. L’autore (1888-1970), legato al futurismo, combattè nel 1915 sull’Isonzo. Questa poesia appartiene alla sua prima raccolta ‘il porto sepolto’ del 1916. Esprime la crudeltà della guerra che si rispecchia nel paesaggio ridotto a maceria. In questa poesia le strofe sembrano frammenti intervallati da spazi (pause) bianche. In questa poesia il poeta rivive la sua vita collegandola ai quattro fiumi importanti per lui: l’Isonzo sul quale sta combattendo, il Serchio dove sono nati i suoi genitori, il Nilo dove è nato lui e la Senna (in Francia dove ha studiato) Il Po viene descritto in due particolari opere: un reportage enogastronomico di Mario Soldati e ‘’Verso la foce’’ di Gianni Celati (1986) in questa opera si parla di inquinamento, piene e mala gestione del fiume.

Cap 6 I laghi. Vittorio Sereni (1913-83) visse tra Brescia e Milano. scrive ‘’Inverno a Luino’’. Luino è una sorta di rifugio, concentrandosi su luce e colori. Si sente comunque che il futuro è pessimistico e la poesia è ricca di inquietitudine. Nella prosa sempre luino viene descritto da Piero Chiara in ‘’La stanza del vescovo’’ sempre giocando sui colori. Cap 7 il mare Meriggiare pallido e assorto di Montale. Poesia arida, secca che fa venire sete, descrive bene la zona di mare, la vita è come il mare che toglie le forze, è inutile lottare contro il mare. L’uomo è come una formica piccola e insignificante come insignificante e non capibile da chi non è formica, il suo travaglio. E va verso un sole che abbaglia, sentendo il travaglio della vita, cioè quanto sia difficile vivere in questo mistero, quindi avvolti da una luce che non ci permette di vedere con chiarezza. Montale (1869-1981) scrive ‘’Ossi di seppia’’ e partecipa alla prima guerra mondiale. Prosa: Camillo Sbarbaro scrive di Verezzi, sul mar ligure, ponendosi come un suo corteggiatore. Cap 8 le spiagge delle vacanze Bruno Lauzi scrive ‘’Arma di Taggia’’ poesia che è incentrata sul contrasto e sulla nausea che danno le spiagge affollate come quando accosta il gelato agli involtini o quando riduce l’universo a nonne e nipotini (non parla certo di una bella ragazza ma dà questa immagine nauseante e che non invoglia a vivere) così in questa vita che spesso al poeta pare disgustosa arriverà la morte e li forse le cose si ribalteranno (il ponente diverrà levante). Lauzi (1937- 2006) si approcciò anche al mondo dello spettacolo con la musica. In prosa in un brano tratto da ‘Lessico famigliare’ Natalia Ginzburg racconta delle sue vacanze di bambina, segnate dall’autorevole padre che imponeva una rigida educazione. Cap 9 i borghi storici, si cominciarono a visitare con l’avvento dell’automobile. Adriano Guerrini scrive Badia di Tiglieto (1974) che esprime l’incanto del borgo antico paragonato a una favola, contrapposto alla fangosa quotidianità cosmopolita. Cap 10 la campagna: Sbarbaro scrive Autunno che parla della campagna in autunno, richiamando i mestieri tipici e la tranquillità che essa rappresenta. Sbarbaro scrive i Trucioli ed era un appassionato di licheni. Cap 11 la collina: Alfonso Gatto scrive nel silenzio del senese. Nella sua poesia ci sono rumore del vento sulla terra, sapore della frittata col pane e il tempo che scorre, tre elementi che rendono speciale quel giorno fra gli altri. Gatto era un ermetico quindi le poesie sono simboliche. Fenoglio scrive un brano in prosa sulle langhe, le colline riflettono lo squallore della guerra. Cap 12 la fuga dalle campagne: Lasciando Loco di Giorgio Caproni. Parla della campagna che viene lasciata deserta per dirigersi verso la città. Ginzburg scrive in prosa un brano intitolato io e lui che rappresenta la vita contemporanea. Cap 13 la periferia: Pier paolo pasolini dedica una poesia alla periferia romana. Descrive il dolore di vivere nella periferia e la cruda realtà della strada. Cap 14 le città di provincia: Marino Moretti scrive a Cesena e parla della sorella appena sposata e dei suoi pettegolezzi, della ordinaria vita di provincia che non ha né larghe vedute né vasta profondità, al quale lui non sente di appartenere. Cap 15 ritorno al paese: Cesare Pavese scrive i mari del sud. Parla del cugino che aveva inseguito la felicità altrove e non trovandola aveva perso in parte le sue origini. Mario Rigoni Stern scrive in prosa un brano del ritorno del migrante che cinquant anni dopo trova tutto cambiato e non riconosce neanche più il suo paese.

APPUNTI PER IL MIO 900

il libro si chiama cosi perché nessuna materia di studio può essere oggettiva. Scrivere di qualcosa significa averne competenza ma anche esperienza e quindi averla vissuta da un punto di vista soggettivo. Nel 900 grazie alle rivoluzionarie scoperte, per esempio di freud e einstein, l’intellettuale si trova a ridisegnare l’universo. La periodizzazione non è rigida ma riguarda il movimento del periodo inteso culturalmente. Il 900 è caratterizzato dal decadentismo e da alcuni punti fermi: ASSENZA DI FEDE NELLA RAGIONE, da qui deriva il simbolismo, la forte soggettività e il senso di smarrimento. Il 900 da origine AL MITO DEL SUPERUOMO, AL MITO DELL’INFANZIA, ALL’ESPLORAZIONE DELL’INCONSCIO E ALLA TRACIGITà DELLA VITA. Il decadentismo si sviluppa dalla fine dell 800 alle due guerre ed è caratterizzato appunto dall’irrazionalità. Si contrappone a romanticismo e positivismo. L’Io non è quello ragione-sentimento del romanticismo ma è un Io-senso, istinto e subconscio. Il decadentismo nasce con poeti ribelli rispetto al classicismo che si esprimono in modi che non erano tollerati. Anche in italia ci sono diversi tentativi di rompere gli schemi: la Scapigliatura e poi Pascoli, col mito dell’infanzia, D’annunzio, i crepuscolari, i vociani, i futuristi e le riviste del 900. La presa di coscienza del decadentismo condurrà alle opere di Svevo e Pirandello e degli ermetici. GIOVANNI PASCOLI Nato il 31 dicembre 1855, in Emilia-Romagna. Erano in otto fratelli. Il padre morì misteriosamente assassinato e poco dopo morirono la madre e 3 fratelli. Riuscì a studiare all’università grazie a Giuseppe Carducci che gli diede una borsa di studio. Diviene insegnante di liceo. Pubblica Myricae (legata alla vita della campagna) e Veianius che sono le sue prime opere. Diviene insegnante universitario e pubblica: - Poemi conviviali (1895) sulla rivista convito; - Minerva oscura (1898), un lavoro di critica dantesca; - La prosa, il fanciullino (1897) sul Marzocco; - Poemetti (1897) e Canti di Castelvecchio (1897), che sono due discorsi leopardiani; - Poemi conviviali (1904); - Odi e Inni (1906), in cui Pascoli esprimeva il suo ''socialismo patriottico''; - Poemi italici (1911); - Le canzoni di Re Enzo (1911). Dopo la morte - Poemi del Risorgimento (1913); - Carmina (1914) La poetica: in ciascuno di noi c’è un bambino. La poesia è quindi pura e fatta di incanto. La famiglia è un nido, rifugio dal caos e comfort zone. Cos’ si riesce ad evadere dai problemi del mondo moderno e questo lo rende decadente. Vede simboli nel reale: il verso dell’uccellino può significare un richiamo di morte. Compaiono elementi socialisti, (egli fu comunista). In X agosto egli parla della morte sconfinando nell’irrazionale che teme. Per lui il poeta è uno che riflette e scopre l’incanto delle cose, al contrario di Carducci per cui il poeta doveva essere un esempio e di D’annunzio per cui il poeta doveva essere un incantatore. GABRIELE D’ANNUNZIO Nato a Pescara nel 1863 entrò a far parte dell’ambiente aristocratico. Scrisse: Poesie: Primo vere (1879), Canto novo (1882), Intermezzo di rime (1884), Isotteo-Chimera (1890), Elegie romane (1892), Poema paradisiaco (1893) e Odi navali (1893); 1. 2. Romanzi: Il Piacere (1889), Giovanni Episcopo (1892) e L'innocente (1892).

Viveva la sua vita come un’opera d’arte, con molte donne e sfarzi, per i quali si indebitò e dovette fuggire per un periodo. “Le vergini delle rocce” è il suo manifesto del superomismo. Durante la prima guerra mondiale ci furono le sue imprese e la fallimentare presa di Fiume. Scrive: - Il Notturno (1916); -Il compagno dagli occhi senza cigli nelle nuvole e Faville del maglio (1920), due prose di memoria; - Asterope (1916); - E l'ultimo libro delle Laudi (1916) Morì il 1 marzo del 38 dopo che il fasc...


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