Relazione di Didattica degli Sport individuali PDF

Title Relazione di Didattica degli Sport individuali
Author Stefano Olivieri
Course didattica degli sport individuali e di squadra
Institution Università telematica e-Campus
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Summary

Relazione finale di didattica degli sport individuali...


Description

Facoltà di Psicologia Corso di studi Scienze delle attività motorie e sportive Studente OLIVIERI MICHELE STEFANO matricola 004168495

DIDATTICA DEGLI SPORT DI INDIVIDUALI – Relazione

In data 21/22 Novembre 2020 si è svolto il laboratorio di “Didattica degli sport individuali” con l’obiettivo di dare una visione generale dello sport individuale partendo dall’età evolutiva, ma focalizzandosi su due discipline in particolare: GINNASTICA ARTISTICA – JUDO

Iniziamo definendo il concetto di sport individuale. Nelle discipline individuali gli atleti competono singolarmente, con i risultati conseguiti da considerarsi personali e non collettivi (a differenza di quanto avviene negli sport di squadra). Una variante alla disciplina solitaria è lo sport «di coppia», in cui due atleti gareggiano unitamente: ciò avviene per esempio in discipline con racchetta. La categoria comprende poi sport da combattimento e di corsa, sia ciclistica che motoristica, nonché discipline con palla e varie specialità di atletica, come il nuoto e la ginnastica.

GINNASTICA ARTISTICA Adatto anche ai più piccoli, la ginnastica artistica è uno sport molto seguito durante le gare internazionali. Distinto nelle categorie maschili e femminili, prevede la realizzazione di esercizi a corpo libero o con l’utilizzo di specifici attrezzi. La ginnastica artistica è una specialità della ginnastica e uno sport olimpico individuale. Può essere praticata sia da ginnasti che da ginnaste con alcune importanti differenze. Prevede la realizzazione di esercizi a corpo libero oppure con l’utilizzo gli appositi attrezzi. Richiede una notevole elasticità, forza muscolare e coordinazione. Per questo è necessario un intenso e lungo allenamento per chi la pratica a livello agonistico. Si tratta di uno sport particolarmente scenografico grazie a volteggi e acrobazie che vengono praticati dai ginnasti.

Attrezzature facilitanti L'attrezzatura facilitante è un ausilio non competitivo che svolge un ruolo molto importante nella formazione e nell'allenamento ed è fondamentale per lavorare su nuovi elementi tecnici. Essa si differenzia dall'attrezzatura di gara per una maggiore elasticità, nonché per i diversi materiali utilizzati nella fabbricazione. Infatti i materiali più morbidi aiutano nell'atterraggio, migliorando anche l'aspetto psicologico e il timore che può incutere un nuovo elemento tecnico nel ginnasta favorendo l’apprendimento in sicurezza. La maggiore elasticità consente aumentare i tempi di volo semplificando quindi l'apprendimento. Esempi di attrezzature facilitanti: • • • • • • • •

tappeti paracadute tumbling piani inclinati, piani rialzati trampolini elastici, mini trampolini buca paracadute pedana elastica air roll fungo

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parallele pari al suolo cinghiette staggio a terra, staggi singoli, la gabbia la trave a terra, trave bassa e modificata, panca svedese

Didattica Nelle prime fasi del lavoro sarà buona norma favorire lo sviluppo di tutte le capacità coordinative dei ragazzi, utilizzando esercizi vari che stimolino una preparazione di tipo generale e multilaterale. Verranno variate le tecniche e l'ordine esecutivo degli esercizi per evitare rischiosi automatismi che possono inibire il feedback sull'esercizio e la capacità di correzione degli errori. Solo successivamente, dopo una prima fase di preparazione generale, si potrà passare ad una preparazione specifica, mirata all'ottenimento dei risultati voluti. Il lavoro di preparazione generale dovrà conferire al ginnasta la capacità di eseguire grandi spinte con gli arti, aumentare la sua mobilità articolare, renderlo capace di eseguire esercizi dinamici in perfetta tenuta. Successivamente si lavorerà su esercizi specifici cominciando ad esigere l'esecuzione perfetta anche di quelli più semplici. Nelle varie sedute allenanti sarà utile, oltre all'insegnamento degli esercizi, effettuare una preparazione specifica per il tipo di lavoro verso cui ci si prepara, favorendo l'acquisizione ed il miglioramento delle capacità di forza , velocità, resistenza e destrezza. Sulla base di questi elementi sarà possibile procedere più rapidamente con il lavoro tecnico. Una sessione di allenamento tipica prevede tre fasi fondamentali: Il riscaldamento, la parte centrale e il defaticamento. Il riscaldamento prevede l'attivazione dei principali distretti corporei richiesti durante la fase centrale dell'allenamento, senza dimenticare mobilità articolare e flessibilità, attraverso esercizi dinamici come corsa o andature con elementi di coordinazione tra arti superiori e inferiori. Successivamente ci si focalizza sul potenziamento muscolare per rinforzare i maggiori gruppi muscolari attraverso esercizi pliometrici o con l'aggiunta di piccoli sovraccarichi come le cavigliere. La fase centrale è quella di durata maggiore dove si lavorerà in modo specifico sugli elementi tecnici, lavorando in modo globale, oppure analitico attraverso anche l'utilizzo dell'attrezzatura facilitante. Il defaticamento ha l'obiettivo di riportare gradualmente l'organismo allo stato di riposo e si compone di esercizi di mobilità articolare e allungamenti

Tecniche  Capovolta avanti: È un rotolamento sull'asse trasversale da posizione eretta con appoggio del dorso a terra utilizzando come appoggi le mani, la nuca, il dorso, il tratto lombare, i glutei, i piedi. L'assistenza diretta avviene in ginocchio, con la mano più vicina al ginnasta, va dietro alla coscia e la mano più lontana dietro la nuca. In questa posizione si aiuta l'alunno ad effettuare il movimento. La progressione didattica prevede esercizi su piani inclinati per facilitare la rotazione, oppure utilizzando i tappetoni, posti parallelamente tra di loro lasciando uno spazio nel mezzo, dov'è possibile infilare la testa durante il rotolamento, scaricando sul tratto cervicale.  Capovolta indietro: Partendo da una posizione eretta, si piegano le gambe e appoggiandosi sui glutei, lombari, dorso, nuca e piedi, mani che spingono aiutando lo svincolo della testa. L'assistenza diretta avviene lateralmente al ginnasta e appena le gambe superano la linea delle mani si aiuta lo stesso a completare il rotolamento afferrandone le creste iliache.

La progressione didattica utilizza anche in questo caso il piano inclinato oppure una superficie rialzata morbida iniziando il rotolamento partendo inizialmente da seduti.

 La verticale: È un ribaltamento di 180 ° che parte da posizione eretta e attraverso l’appoggio delle mani al suolo e uno slancio di una gamba, seguita poi dall'altra verso l'alto, si raggiunge una posizione verticale ritta rovesciata sulle mani. L'assistenza diretta avviene lateralmente al ginnasta dal lato dell'arto di slancio, aiutando inizialmente l'arto di slancio a raggiungere la verticale con una presa anteriore della coscia e quindi impugnando la parte posteriore dell'arto di spinta per fermarlo in verticale, evitando il proseguimento del ribaltamento in avanti. La progressione didattica prevede l'utilizzo di parallele pari e dello staggio, quest'ultimo posto vicino a una parete verticale o ad un tappetone posto in verticale che permette all'alunno di fermarsi nella posizione verticale corretta senza il timore di perdere il controllo e cadere sulla schiena.

 La ruota: È un movimento che comprende due rotazioni, di 360° intorno all'asse trasversale e di 180 ° intorno all'asse sagittale con appoggio di piede, mano, mano e piede, partendo da posizione eretta attraverso lo slancio sequenziale delle gambe posteriore e laterale si raggiunge la posizione verticale e continuando con il movimento si ritorna in posizione eretta. L'assistenza avviene lateralmente all'alunno dalla parte in cui rivolgerà il dorso durante la verticale (per evitare di entrare in contatto con le sue gambe) tenendo i fianchi dell'alunno durante il passaggio sul piano verticale. La progressione didattica utilizza valicamenti su panche, travi o step, cerchi o semicerchi disegnati a terra o anche con partenze in ginocchio, per apprendere la spinta sulle spalle.

 La ribaltata: Una rotazione di 360° attorno all'asse trasversale, partendo da posizione eretta si eseguono gli stessi passaggi per raggiungere la verticale, e quindi con una spinta degli arti superiori si effettua una fase di volo il corpo ad arco e si ritorna nuovamente in posizione eretta. La progressione didattica prevede l'utilizzo di pedane e tappetoni, per effettuare delle verticali con caduta sul tappetone, oppure si utilizza la buca sempre per effettuare delle verticali con caduta, nonché l'utilizzo di pedane o mini trampolini elastici per enfatizzare l'azione di spinta degli arti superiori

 La rondata: Una rotazione di 360° intorno all'asse sagittale partendo da un rovesciamento simile all' esecuzione della ruota con spinta degli arti superiori e fase di volo e quindi atterraggio in posizione eretta con il corpo che guarda nella direzione opposta rispetto a quella di partenza. La progressione didattica utilizza dislivelli e piani inclinati dove effettuare delle ruote in discesa, delle pedane o mini trampolini elastici che aiutano nella spinta degli arti superiori, e la buca o il tappetoni dove effettuare delle cadute in sicurezza.

 Il flic flac: Una rotazione di 360° attorno all'asse trasversale passando per la verticale, con una fase di volo prima della posa delle mani a terra e un'altra tra la posa delle mani a terra e il raggiungimento della posizione eretta, spingendo prima sugli arti inferiori e poi sugli arti superiori. La progressione didattica prevede l'utilizzo di tappetoni o pedane, per creare un dislivello tra le posizioni di partenza e arrivo, oppure di mini trampolini elastici per aiutare durante la fase di spinta degli arti inferiori o superiori.

JUDO Cosa sia il judo si apprende compiutamente dalle parole del suo creatore, Jigoro Kano, in un’intervista resa ad un cronista dell’Imperatore Francese nel corso di una manifestazione avvenuta il 7 luglio 1928 a Roma: “Il Judo è l’arte di utilizzare col massimo rendimento la forza umana: utilizzare la forza umana vuol dire farle assumere diverse forme e farle raggiungere diversi risultati. Combattere per la gioia di vincere, cercare la robustezza del proprio fisico, coltivare la forza senza perdere nulla in scienza e in intelligenza, migliorare l’uomo rispetto alla vita sociale: ecco i fini che deve avere uno sport che vuole rendersi utile nella vita di una razza e di una nazione. Ed ecco ciò che si propone il Judo, il quale non ha solo lo scopo di educare il corpo, ma vuole anche plasmare moralmente e intellettualmente l’individuo per formarne un ottimo cittadino [...]. Per questo il Judo in Giappone non viene considerato come un’arte, ma come una cultura, che oltre ad offrire un’utilità immediata con la difesa personale per la vita, rinvigorisce i sentimenti migliori dello sportivo e dell’uomo”. (M° Jigoro Kano in un’intervista del 7 luglio 1928)

Il judo è un’arte marziale giapponese, uno sport impregnato di importanti principi filosofici idonei alla formazione fisica e caratteriale del praticante. In particolare nei bambini il judo è capace di migliorare fantasia, intelligenza e capacità di movimenti complessi, in un contesto di serena disciplina in cui imparare a relazionarsi con gli altri e misurarsi con se stessi. Il fondatore del judo, Jigoro Kano, ha individuato, nel codice morale del judo, otto qualità essenziali che il judoka (praticante del judo) deve coltivare: Educazione – Coraggio – Sincertà – Onore – Modestia – Rispetto – Controllo di sé – Amicizia.

 Le tecniche di caduta La caduta indietro (Ushiro Ukemi) Si parte da posizione eretta si portano le braccia avanti e si effettua un piegamento delle gambe, il mento è chiuso tendente verso lo sterno, al momento del contatto della schiena col suolo viene eseguita la battuta con le braccia a 45 gradi e le gambe sollevate da terra. Didattica: Si parte dalla posizione supina e si fanno eseguire delle battute con entrambi gli arti superiori. Il secondo passo parte dalla posizione seduta, l'allievo si lascia cadere di schiena e contemporaneamente esegue la battuta ed eleva gli arti superiori. Il terzo passo parte da una posizione accosciata, mantenendo l'equilibrio sull'avampiede. In questa posizione è possibile il lavoro a coppie soprattutto in caso di allievi anziani (per un aiuto a livello muscolare) o bambini. La caduta completa indietro parte da posizione eretta, quindi un piegamento sulle gambe e gli arti superiori in avanti, quindi schiena e battuta.

La caduta laterale (Yoko Ukemi) migi(destra) hidari(sinistra) Si parte da situazione di schiena in cui si effettua la battuta solo un braccio. Il secondo passo parte da una posizione seduta frontale in cui avviene una traslazione del corpo verso il lato di battuta. Il terzo passo parte da una posizione accosciata quindi una rotazione sull' arto inferiore di appoggio mentre l'altro arto si stacca da terra quindi una caduta laterale e la battuta con l'arto superiore del lato non in appoggio. Nella caduta laterale destra completa l'arto superiore e inferiore destro vanno in avanti mentre si piega l'arto d'appoggio, si va in accosciata sull'arto sinistro, poi una rotazione e traslazione, caduta sul lato destro e quindi battuta dell'arto superiore destro.

La caduta in avanti (Mae Ukemi) Prevede un’iperestensione del capo, per non sbattere il viso a terra, con mano e avambraccio in linea per proteggere il polso. La caduta in avanti è importante perché in gara è l'unica caduta che non dà punto all'avversario e nella vita quotidiana è una caduta frequente e traumatica. Si parte da una posizione in ginocchio e si effettua una caduta avanti su entrambi gli avambracci e mani in linea con il gomito flesso e il capo iperesteso. Il secondo passo parte da una posizione accosciata, le gambe si aprono e vanno indietro puntando i piedi, e si effettua la battuta con gli avambracci. La caduta completa parte da una posizione in piedi

La caduta in avanti rotolata (Mae Maware Ukemi) Si parte insegnando la capovolta in avanti. Il secondo passo parte da una posizione accosciata, si fa un passo avanti, si porta il braccio omolaterale avanti, si effettua una capovolta e si effettua la battuta con il braccio controlaterale. La caduta in avanti rotolata completa parte da una posizione eretta.

La caduta indietro rotolata (Ushiro Guruma Ukemi) Si parte insegnando la capovolta indietro. importante è la battuta.

 Tecniche di proiezione (Nage Waza) Le tecniche di proiezione possono essere di anca gamba o braccia. Ogni tecnica ha tre fasi: una fase di squilibrio(kuzushi), una fase di adattamento(tsukuri) è una fase di proiezione(kake). Lo squilibrio può avvenire in svariate direzioni, per semplificazione consideriamo le direzioni della rosa dei venti. La terminologia del Judo definisce Tori colui che esegue la tecnica e Uke colui che riceve la tecnica.

Tecniche di gamba (Ashi Waza) Grande Falciata Esterna (O Soto Gari) Squilibrio: diagonale dx indietro, piede sx Tori vicino a gamba dx Uke Adattamento: Spalla dx Tori in contatto con spalla dx Uke, gamba destra Tori scavalca gamba dx Uke  Proiezione: Tori falcia con gamba dx la gamba dx di Uke Grande Falciata Interna (O Uchi Gari)  Squilibrio: diagonale sx dietro  Adattamento: Tori si avvicina a Uke e porta la testa verso la spalla dx Di Uke  Proiezione: Movimento circolare gamba dx Tori (semicerchio sul tatami) e falciata Piccola falciata interna (Ko Uchi Gari)  Squilibrio: diagonale dx indietro  Adattamento: avvicinamento con gamba lontana con piede a cucchiaio  Proiezione: falciata della gamba dx si Uke  

Tecniche di anca (Koshi Waza) Grande ancata (O Goshi)   

Squilibrio: diagonale avanti dx Adattamento: contatto mano dx di Tori con cintura Uke e rotazione 180° Proiezione: Tori solleva e lancia Uke

Tecniche di braccia (Te Waze) Proiezione attraverso un punto con caricamento sul dorso (Ippon Seoi Nage)   

Squilibrio: frontale Adattamento: avambraccio dx di Tori sotto ascella dx Uke (ippon) e rotazione 180° Proiezione: Tori solleva e lancia Uke

Precipitazione del corpo (Tai Otoshi)   

Squilibrio: diagonale avanti Dx Adattamento: rotazione 180° di Tori, polpaccio dx di Tori in contatto con tibia dx di Uke Proiezione: Tori solleva e lancia Uke

 Tecniche di controllo (Katame Waza) Immobilizzazioni (Osae Waza) Immobilizzazione di base (Hon kesa gatame) 3 punti di appoggio. Braccio Dx di Tori cinge testa di Uke, il corpo di Tori fascia il busto di UKe con le gambe in sforbiciata. Variante dell'immobilizzazione a fascia (Kuzure Kesa Gatame): simile alla precedente, ma il braccio dx di Tori non avvolge la testa di Uke. Immobilizzazione laterale su 4 punti (Yoko Shiho Gatame). Tri porta la mano dx alla cintura di Uke e la Sx avvolge il capo di Uke. Quest’ultimo cercherà di liberarsi e rotolando sul lato sx o dx oppure utilizzando sankaku o strangolamento. Se l'immobilizzazione sta fallendo Tori può provare a cambiare dai 3 ai 4 punti di appoggio o viceversa.

Rovesciamenti (Hairi Kata) Movimenti di Tori per passare da una posizione di uke prona a una sul dorso per poi eseguire un’immobilizzazione.

Leve articolari (Kansetzu Waza) sono tutte leve di primo grado. possono essere applicate nel judo agonistico solo all'articolazione del gomito per iperestensione. ude juji gatame

Strangolamenti (Shime Waza) con mani incrociate: nami juji jime (mani incrociate palmi verso basso) strangolamento sanguigno. gyaky juji jime (palmi verso alto) braccia lavorano 50 e 50 strangolamenti sanguigni. kata juji jime (un palmo verso alto e uno verso alto) mano con palmo verso il basso fa più forza, strangolamento respiratorio. kata ha jime, strangolamento con il braccio ad ala.

La ringrazio per l’attenzione. Michele Stefano Olivieri...


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