Religioni e filosofie dell\'asia orientale - MODULO GIAPPONE PDF

Title Religioni e filosofie dell\'asia orientale - MODULO GIAPPONE
Author Immacolata Borrelli
Course Religioni e filosofie dell'Asia orientale
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Modulo giappone: Parte di unmasking buddhism (in questo caso la prima)
Nanzan
Articoli...


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Borrelli Immacolata UNMASKING BUDDHISM (1° parte) La dottrina Buddhista si è sviluppata nel nord dell’India intorno al V secolo a.C. e si è diffuso in tutto il continente dopo che il re Ashoka, fondatore del primo impero indiano, durante il III secolo, si convertì. In questo periodo ci fu uno scisma tra i discepoli del Buddha che portò alla divisione delle due scuole: 1. Il grande veicolo, cioè il buddhismo Mahayana 2. Il piccolo veicolo, cioè il buddhismo Hinayana. Il nome piccolo veicolo venne dato alla scuola più conservatrice dai critici e rivali del grande veicolo. 3. Alcuni poi individuano una terza scuola, conosciuta come veicolo del diamante, cioè il buddhismo Vajrayana. La leggenda narra che il re Ashoka ordinò la costruzione di Stupa in tutta l’India, dove potrebbero essere depositate le reliquie del Buddha. La diffusione del Buddhismo ha portato alla creazione di scuole, o gruppi, i nikiya. I fattori che hanno contribuito alla diversificazione del buddhismo nei secoli successivi alla morte del Buddha includono la divisione dei monaci, e le grandi distanze tra i centri del Buddhismo. Quando ci fu il terzo concilio, avvenne il primo scisma tra il gruppo degli Antichi, che sostenevano la rigida interpretazione degli insegnamenti del Buddha, e la Grande Assemblea che provava ad adattare quest’insegnamento affidandosi al suo spirito. Questo scisma genera quello che viene definito buddhismo Mahayana, che controbilanci l’Hinayana. Tra il V e il VII secono nasce un terzo movimento, un Buddhismo esoterico, una forma nuova di Buddhismo, che è stato definito Buddhismo Vajrayana, che adotta molti concetti del Mahayana, estremizzandoli. L’identità tra Nirvana e Samsara (ciclo della vita e della morte) costituisce la base della dottrina e della pratica tantrica. I riti tatrici pongono grande enfasi sui simboli di tutti i tipi: 1. Invocazioni, come mantra, dharani; 2. Posizioni delle mani, i mudra; 3. Disegni geometrici, i mandala. Questa predominanza del rito è una delle caratteristiche che distingue il buddhismo tantrico dalle precedenti forme di buddhismo. Nello Sri Lanka, tra il III secolo a.C. e il V secolo d.C. si è sviluppato il Theravada, una forma moderna del buddhismo Hinayana, ed è più conservatore quindi più vicino al buddhismo autentico. Questo servì soprattutto come cultura e religione comune ai paesi indianizzati. In questi paesi il Buddha storico costituiva il principale oggetto di culto. Però il Theravada non è sempre stato puro e libero dagli elementi mistici ed esoterici; infatti, c’era un Theravada tantrico che è fortemente influenzato dalla speculazione esoterica. Siddharta Gautama, cioè quello che poi sarebbe diventato Buddha, è nato durante il V secolo a.C., ed era figlio di un re dell’India Settendrionale. La religione dominante era il Brahmanesimo, che subì una crisi a causa dell’insoddisfazione sulla struttura di casta, che risultava ingiusta, e per l’arbitrio dei sacerdoti, che avevano il potere minacciato dalle dinastie guerriere. Siddharta fu orfano di madre, la figura materna che si prese cura di lui, era la zia. Vista la dura realtà del periodo, il padre lo rinchiuse nel palazzo per proteggerlo, quindi non ebbe nessuna ricerca spirituale. Visse nel lusso e ricevette un’adeguata educazione, poi a 16 ani sposò Yashodhara, da cui ebbe un figlio. Secondo alcune fonti ebbe 3 moglio ed ha seguito la strada del monarca. Durante un’uscita fuori dal palazzo incontrò un anziano, un malato, un corteo funebre, che lo resero consapevole della natura transitoria dell’esistenza; e un asceta che aveva rifiutato ogni ricchezza e piacere della vita, che gli portò un senso di liberazione. Budda visse 7 anni nella foresta, si sottopose a digiuni, sofferenze, si privò di tutto per riuscire a trovare la pace interiore e la conoscenza della verità. Si rese conto che però fu inutile e scoprì la Via del Mezzo. Decise allora di ricercare la Via della Liberazione. Si scontrò, anche col diavolo, Mara. Durante questa fase, attraversa le 4 fasi della meditazione (la dhyana) venendo a conoscenza delle sue vite precedenti, e alla fine comprese le Quattro Nobili Verità. Raggiunse il Risveglio (o l’illuminazione), in questa fase riesce a trascendere il corpo fisico. La sua vita influenza le vite dei Santi Cristiani, infatti gli aspetti più importanti della vita del Buddha erano conosciuti da molto in Occidente, infiltrandosi nell’immaginazione

Borrelli Immacolata medievale attraverso la Leggenda d’oro della Cristianità. Infatti troviamo Una storia di Giosafat, figlio di un re indiano che perseguitò i cristiani, e visse da solo nel palazzo del padre finchè un giorno incontrò un lebbroso, un cieco, e un anziano. Questi incontri gli permisero di realizzare la natura evanescente dell’esistenza e si convertì al cristianesimo. La storia è praticamente uguale. Il primo buddhismo si concentra sul culto degli stupa, sono dei monumenti commemorativi che si focalizzano sui maggiori episodi della vita di Buddha. Visitando questi luoghi, i fedeli potevano rivivere ogni episodio glorioso della vita del loro maestro e riempire la loro immaginazione di quei luoghi. Secondo la dottrina buddhista del Karma, la vita presente del Buddha era il risultato di una serie di vite precedenti che vedevano il bodhisattva reincarnato come esseri differenti, sia animali che umani. Queste vite passate costituiscono il fulcro dei testi Jakata. Ci sono anche riferimenti al Buddha del futuro, Maitreya, che si dice apparirà tra qualche milione di anni. E sencondo la tradizione Mahayana ci sono numerosi Buddha metafisici che sono già presenti. In alcuni testi Mahayana, come nel Sutra del Loto, il Buddha mette in discussione la sua stessa autenticità storica. Durante una predica, il Buddha dichiara che ha già guidato molti esseri verso la salvezza; molti erano scettici, quindi invita questi esseri a mostrarsi, e dal terreno spuntano molti bodhisattva. La leggenda buddhista fa riferimento a molti eventi, più o meno storici. Sappiamo che Buddha rifiutava sia il sistema delle caste indiano sia il sacrificio Brahamanico. Molte pubblicazioni buddhiste si focalizzarono sulle radici indiane, e inseriscono la nuova religione nella causa del nazionalismo indiano. Gli storici ricercatori del buddhismo, lo hanno presentato come un buddhismo per eccellenza per la loro tendenza a far risalire tutto alle origini, col risultato che altre forme storiche tradizionali sono presentate come sottoprodotti. Ovviamente ci sono delle eccezioni: 1. Buddhismo Theravada, che presumibilmente preservava la purezza del buddhismo primitivo; 2. Buddhismo Tibetano, che afferma una discendenza spirituale dovuta al Dalai Lama; 3. Lo Zen Giapponese, che afferma di essere l’essenza dell’Illuminazione del Buddha. Se consideriamo la tradizione buddhista sulla base della sua espansione geografica, è evidente che ha sofferto di grandi pregiudizi nelle mani degli storici. Il buddhismo è emerso nel nord dell’India intorno al V secolo a.C e si è diffuso in tutta l’Asia. Ad eccezione del Buddhismo Zen, infatti la tradizione buddhista sino giapponese è stata molto trascurata. Fin all’inizio del secolo scorso, era considerato una dottrina nichilistica. Questa idea trae origine da una interpretazione sbagliata della nozione di Nirvana e fu sostenuta da chiunque abbia scritto sul buddhismo durante il XIX secolo. Un orientalismo negativo, che demonizzava il Budda, fu sostituito all’inizio del secolo scorso da un orientalismo positivo, che idealizza il Buddha. È diventato, quindi, più evidente che il buddhismo non è una dottrina armonica. Nirvana è una parola sanscrita che si riferisce all’ultimo stato raggiunto dal budda. È in contrasto con Samsara, il ciclo della vita e della morte. Il nirvana nel principio resta l’obiettivo ultimo del buddismo, ma ha perso la connotazione negativa che aveva durante il XIX secolo. Nella tradizione Hinayana, il nirvana era definito come l’estinzione di tutti i desideri, una pura assenza. La tradizione Mahayana è andata oltre, innescando una rivoluzione mentale: l’indefinibile nirvana ora è definito secondo quattro termini: permanenza, beatitudine, soggettività e purezza. Lo scopo finale è Illuminazione, lontano dal mondo, il risveglio diventa una forma di beatitudine suprema. Una delle persone che ha contribuito all’interpretazione nichilista del nirvana durante il XIX secolo fu il filosofo tedesco Hegel. Per lui, il nirvana buddista è il nulla, ma il nulla buddista non è l’opposto dell’essere, ma è l’assoluto, libero da ogni determinazione. Muoversi verso l’assoluto distrugge l’individualità relativa e condizionata. Il filosofo tedesco Schopenhauer ha dato un orientamento ancora più pessimista al buddismo. Considera i buddismo come una religione ateistica. Quindi il nirvana non è il nulla in se stesso; appare solo a noi in quel modo a causa dell’incapacità del linguaggio e del pensiero.

Borrelli Immacolata Molti hanno evitato di usare termini come religione oppure filosofia, usando la parola spiritualità o saggezza. Quando si parla degli aspetti filosofici del buddismo, spesso si dice che la realtà è imperscrutabile. Al momento del risveglio, si dice che il budda abbia raggiunto l’onniscienza, una conoscenza di tutti i dharma o elementi che costituiscono la realtà. C’è comunque un dominio inconcepibile (achintya) che il pensiero non può raggiungere. Il termine achintya indicava le formulate male, poi è venuto ad indicare la vera natura della realtà e la percezione paradossale dea natura all’interno del Risveglio. Numerosi testi dicono che ci sono due tipi di ostacoli al Risveglio – passione e conoscenza. Tutta la conoscenza empirica, reca l’impronta dell’illusione. In quanto elemento della personalità, la coscienza (vijnana) è transitoria e dolorosa. Dai primi secoli del buddismo certi testi hanno considerato il pensiero più stabile, descrivendolo come luminoso e come il dharma che abbraccia tutto. Durante lo sviluppo del Mahayana, questa conoscenza venne definita come un tipo di gnosi (prajna), questa idea fa emergere che la conoscenza dell’assoluto è raggiunta attraverso una particolare forma di conoscenza conosciuta come prajnaparamita o Perfezione del Saggio. L’approccio negativo, vede il Risveglio come inconcepibile, e irraggiungibile. SHINTOISMO Si tratta di una religione politeista e animista nativa del Giappone. Il termine Shinto viene usto per differenziare la religione autoctona da quelle staniere, come il buddhismo. C’è un’espressione giapponese che viene usata per indicare lo Shintoismo, Kami no michi, cioè La via degli Dei. Non ha un fondatore, né un anno di nascita, nono offre una legge rivelata, non ha concetti come creazione o peccato originale (cioè non conosce il senso della colpa o del peccato). Però, nonostante non ci siano dei testi rivelati, esistono degli scritti che racchiudono l’eredità della sapienza nipponica, una sorta di complesso di culti logali, integrati nella mitologia, per stabilire la supremazia dell’Imperatore discendente da Amaterasu. Lo Shinto, nel suo dominio, racchiude varie realtà: 1. La dimensio religiosa in ambito familiare, in cui ci si riferisce agli antenati della propria famiglia; 2. Una dimensione di respiro che riguarada i santualri, dove ci si riferisce a Divinità di varia natura chiamati kami. I Kami sono esseri soprannaturali, spiriti della natura, antenati, Dei, uomini che hanno compiuto gesta straordinari. Tutti hanno una relazione con la dimensione spirituale, infatti lo stesso imperatore viene considerato un kami già dalla vita terrena perché discende da una stirpe divinia; e questo determina l’assenza di una separazione netta fra dimensione terrena ed una spirituale. Lo Shinto non ha un Codice morale, però ci tiene alla purezza rituale: infatti l’impurità rituale doveva essere risanata con esorcismi, con riti di purificazione; e, probabilmete, l’amore per la pulizia dei giapponesi sembra risalire proprio da questa concezione di purezza rituale. KOJIKI E NIHON SHOKI Si tratta di due testi fondamentali della tradizione religiosa del Giappone. Entrambi narrano la storia della discendenza della stirpe degli imperatori e delle principali casate, che discendono dal cielo per governare in modo armonioso le isole del Giappone. Il Kojiki fu compilato Ono Yasumaro nel 712 d.C. su richiesta dell’imperatore Tenmu, che voleva legittimare la posizione della sua casata. Quindi si tratta di un testo che porta in sé la legittimità di governo attraverso una narrazione dell’origine divina. In questo testi troviamo Due miti fondamentali: 1. Izanagi e Izanami, un mito che racconta di come diano vita all’arcipelago giapponese infilzando una lancia nelle profondità oceaniche. Le due divinità si accoppiano girando attorno un pilastro, dando vita ad altri kami celesti; 2. Il secondo mito riguarada l’Apertura della caverna, dove si rifugiò Amaterasu in seguitro ad un’offesa subita da Susanoo, per farla uscire e riportare il sole a splendere; La dea dell’allegria, AmeNo-Uzume, si veste di fiori e inizia a esibirsi fuori dalla caverna in una danza erotica. Mentre i fiori cadono dal suo corpo, gli dèi maschi ridono a crepapelle. Le risate incuriosiscono Amaterasu, che si sporge dalla caverna per guardare cosa succede. Approfittando dell’esposizione della dea, il dio Ameno-tejikarao la tira fuori dalla caverna e la luce ritorna nel mondo.

Borrelli Immacolata Oltre a questi due, sono sopravvissute delle cronache dei governi provinciali, chiamate fudoki. Narrano la storia della discendenza divina della famiglia governante sulla provincia. VISIONI DEL MONDO Secondo la dottrina Shintoista le visioni del mondo tradizionali possono suddividersi verticalmente e orizzontalmente. La Visione del mondo verticale, secondo cui il mondo sarebbe diviso in inferiore, di mezzo, superiore: La residenza dei Kami è Tagamahara, e rappresenta il mondo superiore; al contrario, lo Yomi è il mondo sotterraneo; mentre il mondo di mezzo è Ashiara no nakatsumi che è il mondo degli uomini. Questi tre mondi sono uniti dall’Asse universale che si trova ad Onokoro ed è legato ai miti della cosmogonia giapponese. La Visione del mondo orizzontale si concentra sul movimento del sole da est ad ovest; infatti, nella regione di Nara ci sono molti santuali dedicati all’Alba ed al tramonto. Questi luoghi sacri sono collegati al rito della dea del sole Amaterasu, l’asse Est-Ovest è chiamata: La via del Sole, ma in contemporanea con la trasformazione del Giappone sul modello cinese, e tale visione fu sostituita dall’asse Nord-Sud. Nella dottrina Shintoista le visioni di questo mondo e dell’altro mondo sono divise in due parti: temporale e spaziale. La Visione temporale ritiene che esistano una vita passata, una presente ed una futura. Però nello Shintoismo non ci sono chiari concetti di vite passate e future; quindi, la nozione di ricompensa in una prossima vita secondo un principio di causa effetto e di un giudizio dopo la morte non ha molta importanza. La Visione spaziale ritiene che lo spazio è diviso in questo mondo e nell’altro mondo. Si presumeva che l’altro mondo sopra la terra, e l’altro mondo sotto la terra fossero disposti secondo una struttura verticale; l’altro mondo nelle montagne e l’altro mondo nei mari fossero orizzontale, solo gli esseri umani vivevano in questo mondo, mentre gli altri esseri e kami in questi altri. PERIODO JOMON Durante il periodo Jomon, siamo intorno all’età della pietra (XII secolo a.C.) le case erano costruite in cerchio ed era usanza seppellire le persone intorno al villaggio. In questo periodo si usavano oggetti per i riti religiosi, come ad esempio le Statuine in argilla, che spesso raffiguravano figure femminili, a volte incinte, probabilmente legate al culto di qualche divinità. Tutte le statuine sono rinvenute a pezzi, si presume che i pezzi venissero seppelliti con la speranza che una volta sotterrate sarebbero nati germogli di cereali. Questa ipotesi è accompagnata da due teorie: 1. Sencondo un mito, la divinità Ukemochi viene uccisa e dal corpo fiorisce poi del grano; 2. Oppure sono collegate ad altre statuine nelle coltivazioni di tubero nella Malanesia, che rappresentano sempre l’uccisione di una divinità. Si crede che queste statuine venissero appositamente rotte simboleggiando, appunto, un’uccisione di una divinità. Ovviamente queste ipotesi sono molto criticate perché sono solo supposizioni. Tra gli strumenti in terracotta, abbiamo dei vasi con volti femminili, ed hanno la figura di donne in gravidanza. Probabilmente sono stati utilizzate come lampade simbolo di una dea che aveva un fuoco nel suo corpo, perché così facendo potrebbe essere collegato al mito di Izanami che diede vita al Dio delle fiamme Kagutsuchi. Le maschere sono state ritrovate poche, forse perché il materiale si deteriorava facilmente o poco usate. Sono state trovate rotte, come per le figure in argilla, per questo si pensa siano rotte di proposito. Venivano usate nei riti per simboleggiare la morte e la rinascita delle divinità. I pilastri di pietra che avevano una forma falliche. Quindi se le statuine simboleggiavano le donne, questi simboleggiano gli uomini. Probabilmente rappresentano il principio di armonia e cooperazione tra uomini e donne.

Borrelli Immacolata PERIODO YAYOI Si tratta di una cultura caratterizzata dalle risaie e dalla cultura del bronzo e del ferro. Con la crescita della produzione di riso, si intensificarono le guerre fra i clan, per questo si racconta della regina Himiko, che governava Yamatai e prese il potere, così potè sedare i dissidi interni. Gli avvenimenti vennero raccontati nella storia della dinastia Wei, il Wei Zhi. Inizialmente il pese ra governato da un uomo, poi il popolo si era stancato delle guerre e scelse una donna, Himiko, che si occupava di riti sciamanici e del benessere delle persone. Himiko non si sposò mai e non appariva nemmeno in pubblico; infatti, tutti i discorsi erano organizzati da suo fratello. Quello dello Yamatai fu un regno tribale, caratterizzato da una società di stampo matriarcale, e la figura di spicco fu, per l’appunto, Himiko. Originariamente lo sciamanesimo indicava un tipo di pratica estatica condotta da uomoni in Siberia. In Giappone si tratta di una pratica associata alle donne. PERIODO KOFUN Coincide con la crazione del regno di Yamato e fa riferimento alla sostituzione della sepoltura in fossati con quella in grandi tumuli di pietra , in quanto, si credeva che la pratica funeraria precedente bloccasse il collegamento con l’altro mondo. Il nome deriva dalle caratteristiche delle tombe a tumulo (kofun) che andarono diffondendosi. Le tombe potevano essere di diverse dimensioni e forme a seconda dello status sociale del defunto. La più imponente è quella dell’imperatore Nintoku. Inoltre erano costruite su tre livelli e all’interno, cioè attorno al corpo del defunto venivano posti oggetti a lui cari, per bloccare l’entrata del male. Durante questo periodo le famiglie più importanti erano chiamate Uji e possedevano tombe mestose. La regione di Yamato ebbe un ruolo preponderante dall’inizio e la supremazioa del capo del clan era indiscussa. Per legittimare il suo potere imperiale, l’imperatore Tenmu del clan Yamato commissionò la stesura del Kojiki e del Nihon shoki a Ono Yasumaro. Il Kojiki fu pubblicato nel 712, il Nihon shoki nel 720, e sono i documenti più importanti sulle origini del Giappone e sulla formazione dello Stato giapponese, in cui viene attestata la discendenza dei sovrani Yamato da Amaterasu, dea del sole progenitrice della casata imperiale. Si narra dei fondatori Izanami e Izanagi, della Dea Amaterasu, si delinea il concetto di Kami. Di questi Kami però non si ha idea di come venissero percepiti; si pensa fosse un credo semplice, senza dottrine o strutture religiose. Il kojiki e il Nihon Shoki Sono due testi che narrano mitologia e leggende, spesso in contraddizione fra loro ed il Nihon Shoki offre piu varianti di uno stesso mito. Quelli sulla creazione del Giappone riguardano la discesa sulla terra della coppia di fratelli divina Izanami e Izanagi, i quali generarono le isole giapponesi e numerose altre divinita. Izanami mori dando alla luce il dio del fuoco Kagutsuchi, e discese agli inferi, nello Yomi, La dea si nutri con il cibo infernale e si trasformò in un demone. zanagi scese al paese dei morti con l'intento di riportare la sua compagna sulla Terra e ne vide l'aspetto terrificante. La dea, senten...


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