Le Religioni Antiche E Moderne PDF

Title Le Religioni Antiche E Moderne
Author Chiara Marraffa
Course Storia delle Religioni
Institution Università degli Studi di Messina
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Storia delle religioni antiche e moderne...


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LE RELIGIONI ANTICHE E MODERNE

Rilievo dell'Ara Pacis (13-9 a.C.) a Roma LA RELIGIONE ROMANA La religione romana è, per molti aspetti, debitrice alle forme della religione greca. Il motivo sta nel fatto che Greci e Romani erano entrambi popoli di ceppo indoeuropeo e quindi le loro religioni risentono di una comune origine. Inoltre i Romani importarono divinità elleniche e stabilirono corrispondenze fra i loro dèi e quelli greci. LE DIVINITÀ Nello strato più antico della religione romana era molto forte la credenza in poteri divini di tipo astratto, che venivano chiamati numina («potenze divine») e riguardavano soprattutto l’agricoltura e la vita familiare. Oltre a queste potenze, il PANTHEON ROMANO ARCAICO comprendeva anche divinità antropomorfe (cioè dall’aspetto umano), come Vesta, la dea del focolare, Giano, che sovrintendeva alle porte, Mater Matuta, la madre del mattino, Silvano e Fausto, dèi dei boschi, Libero e Libera, divinità delle funzioni generatrici. Le divinità principali della religione romana arcaica erano tre: Iuppiter o Giove (il Zeus greco), il padre degli dèi; Marte, originariamente dio dell’agricoltura, poi della guerra (il greco Ares); Quirino, più tardi identificato con Romolo. Questa triade fu poi sostituita da Giove, Giunone e Minerva, e chiamata «triade capitolina» perché venerata in un prestigioso tempio sul Campidoglio. Giunone corrispondeva alla greca Era; Minerva corrispondeva ad Atena.

Ercole è l’Eracle greco; Diana, la dea dei boschi, fu assimilata all’ Artemide greca; Mercurio a Ermes; Nettuno, dio delle acque, a Poseidone. RELIGIONE ROMANA: CONVINZIONI FONDAMENTALI Per i Romani la religione era associata con la vita pubblica, nel senso di un’identificazione tra religione e politica. La religione pubblica aveva lo scopo di stabilire rapporti giusti tra la città e gli dèi, in modo che gli dèi fossero sempre favorevoli. I Romani chiamavano questo rapporto “pace con gli dèi” (pax deorum). Somigliava a un contratto: bisognava tenere tranquilli gli dèi, ingraziarseli, evitare atti che facessero venire meno il loro appoggio. Tutto ciò si otteneva eseguendo con estrema accuratezza i riti e i sacrifici previsti per ogni specifica occasione. Infatti la parola “religione”, ha in latino il duplice significato di “osservanza scrupolosa” e di “impegnarsi di fronte agli dèi”. Così se, per esempio, una battaglia non andava a buon fine, se ne cercavano le ragioni anzitutto in un errore di procedura che poteva aver violato la pace con gli dèi e provocato la loro ira contro la città. RELIGIONE ROMANA: NORME DI COMPORTAMENTO La parola che meglio descrive l’atteggiamento religioso romano è pietas, che esprimeva il sentimento del dovere, del rispetto e anche dell’affetto dovuti anzitutto agli dèi, ma anche ai genitori e in particolare al padre. Una figura emblematica dell’uomo pio, cioè animato dalla pietas, è quella di Enea, il quale porta in salvo dalla distruzione di Troia il padre, Anchise. RELIGIONE ROMANA: CULTO E LUOGHI SACRI Agli dèi domestici si rendeva culto privatamente nella propria casa. Alle divinità nazionali erano invece dedicate cerimonie pubbliche e in loro onore si compivano sacrifici propiziatori ed espiatori. Alle origini il re si faceva carico anche delle funzioni sacerdotali. Poi si formò un collegio di pontefici che era presieduto dal PONTIFEX MAXIMUS , pontefice massimo, responsabile dell’osservanza delle leggi religiose e della prescrizione del culto. Ma erano I SENATORI a controllare il comportamento religioso dei cittadini. Nel IV secolo il Cristianesimo si afferma come religione ufficiale.

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L'EBRAISMO L'Ebraismo è la religione degli ebrei, la più antica fra le fedi monoteistiche. La lingua italiana utilizza convenzionalmente il termine "ebraismo", benché la religione abbracciata dagli ebrei sin dall'epoca che seguì la fine dell'esilio a Babilonia (VI secolo a.C.) sia definita "GIUDAISMO". La tradizione ebraica considera la propria esperienza religiosa come osservanza della TORAH, la legge suprema che Dio ha donato al suo popolo, e come Halakah, una "via", un percorso di fede e di vita da seguire a livello personale e collettivo. Nato nella Palestina, l'ebraismo è oggi diffuso in tutto il mondo a causa della "diaspora", la dispersione degli ebrei durante le persecuzioni. LE VERITA’ DI FEDE Le verità di fede dell’Ebraismo possono essere così sintetizzate: 

Fede in un unico Dio, Creatore e Signore dell’Universo, che affida all’uomo il mondo, perché sia felice nella comunione con Lui.



Fede nel perdono di Dio, che toglie il peccato fonte e origine di ogni male



Fede nell’Alleanza di Dio con il suo popolo



Fede in tutto ciò che è scritto nella Torah



Fede in un futuro messianico nel quale regneranno pace, giustizia e abbondanza di ogni bene. LA RELIGIONE EBRAICA, IL RUOLO DEI RABBINI E LE FESTIVITA’

La religione ebraica crede in un solo Dio, quindi è una religione monoteista. Il popolo ebraico si considera il popolo eletto, vale a dire il prescelto da Dio . La volontà di Jahwèh è espressa nei dieci comandamenti dati a Mosè sul monte Sinai e nella Bibbia. Tra le feste religiose, la principale è quella settimanale del sabato, che ricorda il riposo di Dio. Le funzioni religiose sono guidate da il rabbino, il cantore e l’inserviente. Il ruolo dei rabbini consiste nel pregare, nel leggere alcune preghiere, fare predicazioni, celebrare matrimoni, funerali e intervenire in tutte le questioni che hanno a che fare con la religione o la morale. Tutti i rabbini hanno un ruolo importante, ma il loro capo ha l'incarico di leggere e custodire la TORAH. Per le festività e per lo SHABBAT, il sabato ebraico, giorno interamente consacrato al Signore, è prevista una liturgia particolare; la preghiera dello SHEMÀ (“Ascolta Israele il Signore tuo Dio”) deve essere invece recitata dagli ebrei due volte al giorno, al mattino e alla sera. Durante la preghiera, gli uomini devono coprirsi il capo con un cappelletto, detto KIPPÀ, che gli ebrei portano per segnare un limite fra sé e Dio, mentre durante l'orazione del mattino nei giorni festivi è d'obbligo indossare un mantello bianco frangiato di lana o di seta che copre le spalle, il tallèth, oltre ai caratteristici filatteri, in altre parole "custodie" cubiche di cuoio, in ebraico tefillin, contenenti piccoli rotoli di pergamena che recano scritti alcuni passi della Torah, fissati con cinghie alla parte superiore del braccio e sulla fronte. Il sabato, giorno di riposo assoluto da ogni attività lavorativa, è dedicato alla proclamazione solenne della Torah, letta integralmente nelle sinagoghe nel corso di un ciclo annuale che inizia in autunno con la celebrazione nota come Simhat Torah, che avviene alla fine della festa di Sukkot: la lettura pubblica del testo biblico costituisce il momento più significativo del culto che si svolge nella sinagoga e la funzione principale assegnata in origine all'istituzione della sinagoga. Fra le feste annuali previste dal calendario liturgico, le principali, legate in origine al ciclo delle stagioni e alle attività agricole, sono state in seguito reinterpretate come RICORDO DI MOMENTI SIGNIFICATIVI DELLA STORIA EBRAICA. Le tre feste bibliche maggiori, note come FESTE DI PELLEGRINAGGIO e con in comune il tema della gioia di fronte alla presenza di Dio, sono: la Pasqua, PESACH, "passaggio", festa di primavera che segnava l'inizio del raccolto, ha acquisito il ruolo di memoria dell'esodo del popolo d'Israele dall'Egitto, la festa di SHABUOT, celebrata 50 giorni dopo la Pasqua per sottolineare la fine del raccolto, richiama il momento in cui Dio donò al suo popolo la Torah sul monte Sinai e prevede la lettura solenne dei Dieci Comandamenti nelle sinagoghe; la festa di SUKKOT, "festa delle capanne",

anticamente connessa al raccolto d'autunno, rievoca gli anni trascorsi dal popolo eletto nel deserto prima di giungere alla terra promessa. LA SINAGOGA

Nella sinagoga si tengono lezioni, si trovano gli uffici comunitari e i servizi per la comunità. Gli edifici sono costruiti rivolti verso Gerusalemme. Il punto più importante della sinagoga è un armadio a muro sulla parete più lontana rispetto all’ingresso e contiene i rotoli della legge (in pergamena e scritti a mano), Nelle sinagoghe non ci sono statue o quadri. Nell’ebraismo gli uomini e le donne pregano divisi e gli uomini devono pregare a capo coperto. KADDISH Sia magnificato e santificato il Suo grande nome, nel mondo che Egli ha creato conforme alla Sua volontà, venga il Suo Regno durante la vostra vita, la vostra esistenza e quella di tutto il popolo d'Israele, presto e nel più breve tempo. Sia il Suo grande nome benedetto per tutta l'eternità.

Sia

lodato,

glorificato,

innalzato,

elevato, magnificato, celebrato, encomiato, il nome del Santo Benedetto. Egli sia, al di sopra di ogni benedizione, canto, celebrazione, e consolazione che noi pronunciamo in questo mondo. [Su Israele e sui nostri Maestri, sui loro allievi e sugli allievi dei loro allievi, che si occupano della santa Torà, che si trovano in questo luogo e che si trovano in qualsiasi altro luogo, vi sia, per noi e per voi, pace e grazia e pietà e misericordia e alimento in larghezza da parte del nostro Dio, Signore del cielo e della terra e dite, Amen.][1] Scenda dal cielo un'abbondante pace ed una vita felice su di noi e su tutto il popolo d'Israele. Colui che fa regnare la pace nell'alto dei cieli, nella Sua infinita misericordia la accordi anche a noi e a tutto il popolo d'Israele. E così sia.[2]

Il Qaddish o Kaddish è una delle più antiche preghiere ebraiche, del cui testo si trovano risonanze nel Padre Nostro. Esalta la grandezza di Dio ed esprime la speranza di un rapido avvento del Messia. È la più celebre preghiera della liturgia ebraica, è usata, nella liturgia ebraica, per la chiusura di riunioni di preghiera e di studio della Torah o alla fine di un servizio funebre. ALLE RADICI DEL PADRE NOSTRO Varie espressioni del Qaddish risuonano in altrettante invocazioni del Padre Nostro: Qaddish

Padre Nostro

Che le preghiere e le suppliche di tutto Israele Padre nostro che sei nei cieli. siano accolte dal loro Padre che è nei cieli. Sia magnificato e santificato il suo Nome grande Sia santificato il tuo nome. nel mondo che egli ha creato secondo la sua volontà. Egli stabilisca il suo regno nella vostra vita e nei Venga il tuo regno. vostri giorni, e nella vita di tutta la stirpe d'Israele, ora e sempre. RICORRENZE IMPORTANTI La vita dei fedeli è segnata da alcuni momenti fondamentali, a cominciare dal rito della CIRCONCISIONE, attraverso il quale i bambini di sesso maschile entrano a far parte della comunità: Dio fece un patto con Abramo, proponendogli di fare la Milha a se stesso e ai suoi discendenti. All'età di tredici anni, poi, il ragazzo raggiunge la maggiore età e festeggia il suo BAR MITZVAH, "figlio del comandamento"; con l'impegno di osservare i precetti della legge, è accolto fra gli adulti che guidano a turno la lettura della Torah nella sinagoga, incarico affidato nelle comunità più progressiste anche alle ragazze al compimento del dodicesimo anno. La cerimonia delle nozze, detta KIDDUSHIN, "SANTIFICAZIONE", è concepita come momento particolarmente solenne per sottolineare il valore di comandamento divino attribuito al matrimonio. LA CASA Per l'ebreo la casa è l'approdo sicuro. Prima di uscire da casa, l'ebreo pone la mano sulla MEZUZÀ che è affissa sullo stipite della porta. La mezuzà è un piccolo astuccio in cui è scritto tra l'altro lo Shemà. Nel momento in cui sta per uscire da casa, l'ebreo richiama così alla memoria il progetto di vita che è chiamato a realizzare quando entra in contatto con il mondo esterno.

IL CIBO Anche le prescrizioni che riguardano il CIBO TROVANO IL LORO FONDAMENTO NELLA BIBBIA. Si possono mangiare soltanto gli animali puri, cioè quelli che ruminano e che hanno il piede biforcuto, se vivono sulla terra, o quelli che hanno pinne e squame, se vivono nell'acqua. La lepre ed il cammello, che non hanno il piede biforcuto, sono animali impuri così come il maiale, che non rumina, ed i crostacei, che vivono nell'acqua, ma non hanno pinne e squame. Inoltre, per essere KASHER ("LECITI") gli animali devono essere abbattuti ritualmente, da una persona autorizzata, con un coltello speciale, e devono essere svuotati completamente del sangue, che non deve essere consumato, ma ritornare alla terra. LA SIMBOLOGIA

IL CANDELABRO A SETTE BRACCI E LA STELLA DI DAVIDE A SEI PUNTE - diventata, purtroppo, segno distintivo del feroce antisemitismo nazista dal 1938 fino al termine dell'ultima guerra mondiale - sono i simboli della religione ebraica. IL CANDELABRO è il più diffuso simbolo del GIUDAISMO nell'iconografia tombale e sinagogale. Rappresenta il Signore onniveggente, "quei sette là, gli occhi di Jhwh che percorrono tutta la terra" LA STELLA A SEI PUNTE, CHIAMATA ANCHE "SCUDO DI DAVIDE" O "SIGILLO DI SALOMONE", si ritrova come simbolo del Giudaismo fin dai tempi più antichi. Era usata come elemento decorativo nelle sinagoghe. TESTI SACRI EBRAICI I testi sacri ebraici sono i testi sacri dell'ebraismo e della fede ebraica. Il più importante è il Pentateuco, che fa parte della raccolta nota sotto il nome di TANAKH, che costituisce nella tradizione ebraica la TORAH SCRITTA. Nella TORAH ORALE (TALMUD) sono presenti tutte le discussioni in cui non mancano anche le regole che un ebreo deve seguire nella sua vita. PERGAMENE I rotoli su cui viene trascritta la Torah vengono identificati con il termine Sefer Torah. I SEFARIM vengono solitamente custoditi all'interno dell'Haron HaKodesh, un particolare

armadio che si trova in tutte le sinagoghe. Dato il carattere sacro del contenuto dei rotoli, esso viene scritto a mano da rabbini o soferim. Quando una lettera sbiadisce il Sefer Torah deve essere corretto. La Torah svolge un ruolo centrale all’interno della vita di Israele. Ogni norma o tradizione rabbinica nasce intorno alla Torah. La fede ebraica è prima di tutto una sottomissione a Dio che comanda, che promette, che salva, che consola. IL TALMUD Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti e i maestri dentro e fuori il Sinedrio. IL MIDRASH ll Midrash è un metodo di interpretazione della Scrittura che, andando al di là del senso letterale scruta il testo in profondità per cercare di trarne applicazioni pratiche e significati nuovi. Esistono decine di raccolte di Midrashim. IL PROBLEMA DELL’ANTISEMITISMO Il termine ANTISEMITISMO SIGNIFICA LETTERALMENTE PREGIUDIZIO O ODIO NEI CONFRONTI DEL POPOLO EBRAICO. L’Olocausto rappresenta l’esempio più estremo di antisemitismo nella Storia: attuato tra il 1933 e il 1945, sostenuto dalla Germania, l’Olocausto consistette nella persecuzione e l’assassinio di tutti gli Ebrei Europei da parte dei Nazisti e dei loro collaboratori. Tra le più comuni manifestazioni di antisemitismo nella Storia vi furono i pogrom, violente sommosse popolari scatenate contro gli ebrei, spesso con l’appoggio delle autorità. I pogrom venivano inoltre spesso provocati da violente campagne diffamatorie, con la diffusione di false voci sull’uso, da parte degli Ebrei, di sangue di bambini cristiani a scopo rituale. Nell’era moderna, alla componente d’odio che caratterizzava la loro ideologia, gli antisemiti aggiunsero quella politica. Nell’ultima parte del Diciannovesimo secolo, partiti politici antisemiti vennero fondati in Germania, Francia e in Austria . Una forte componente dell’antisemitismo politico fu il NAZIONALISMO, i cui seguaci spesso accusavano falsamente gli Ebrei di non essere fedeli alla nazione. Il PARTITO NAZISTA, fondato nel 1919 da Adolf Hitler, diede infine espressione politica alle teorie del razzismo. In parte, il partito Nazista basò la propria popolarità proprio sulla diffusione della propaganda anti-ebraica. Le leggi razziali nel 1935-38 in Germania e in Italia vietavano agli ebrei di esercitare funzioni amministrative negli enti pubblici, di esercitare la professione di insegnante, di sposare persone di un’altra razza.

ISLAMISMO

Il nome di Allāh in lingua araba

Una mezzaluna e stella che si trova su bandiere musulmane

L'islam è una religione monoteista manifestatasi per la prima volta nella penisola araba, nella cittadina della Mecca, nel VII secolo dell'era cristiana ad opera di Maometto (in arabo Muḥammad), ḥ considerato dai musulmani l'ultimo profeta portatore di legge inviato da Dio al mondo per ribadire LA RIVELAZIONE, annunciata per la prima volta ad Adamo, il primo uomo e il primo profeta. L'islam è la seconda religione del mondo. ETIMOLOGIA E SIGNIFICATO Islam è un sostantivo verbale traducibile con « sottomissione, abbandono, consegna totale [di sé a Dio]» ed è collegato a salām («pace»). Nel linguaggio religioso, il concetto è traducibile con la parafrasi: «entrare in uno stato di pace e sicurezza con Dio attraverso la sottomissione e la resa a Lui». LA FEDE MUSULMANA Le verità di fede islamica sono 6:     

Credere in Allah, uno e unico Credere nell’origine divina del Corano Credere nella missione affidata a Maometto Credere nell’esistenza di una vita futura nella quale ogni uomo sarà introdotto nel luogo dell’eterna beatitudine o nel luogo dell’eterno tormento Credere nella provenienza divina sia del male che del bene. Nulla accade per caso, m atutto deriva dalla volontà di Allah. I 5 PILASTRI DELL'ISLAM

Quadro di Jean-Léon Gérôme sulla preghiera su un tetto al Cairo, Egitto, 1865 I Pilastri dell'islam sono i cinque doveri per ogni musulmano osservante per potersi definire tale. Essi sono: 

La "testimonianza" di fede

"Testimonio che non c'è divinità se non Dio (Allàh) e testimonio che Muh ḥammad è il Suo Messaggero". Per essere valida, la preghiera deve essere recitata con piena comprensione del suo significato e in totale sincerità di intenti. Essa è sufficiente, da sola, a sancire l'adesione all'islam di chi la pronuncia  la preghiera da effettuare 5 volte al giorno , in precisi momenti che sono scanditi dal richiamo dei muezzin, che operano nelle moschee (oggi sostituiti da registrazioni diffuse con altoparlanti);

 Il versamento in denaro - obbligatorio per ogni musulmano che possa permetterselo, da devolvere nei confronti di poveri e bisognosi, opere di carità.  Il digiuno - dal sorgere al tramonto del sole - durante il mese lunare di RAMADAN per chi sia in grado di sostenerlo senza concrete conseguenze negative per la propria salute;  Il pellegrinaggio canonico alla Mecca, che è considerata la città santa, almeno una volta nella vita

UNIVERSALISMO ISLAMICO L'islam è considerato dai suoi fedeli come l'insieme delle rivelazioni elargite da Allah all'umanità fin dall'epoca del suo primo profeta, Adamo. E’ corretto definire MAOMETTO "SIGILLO DEI PROFETI". Nell'islam non vengono negati l' Antico e il Nuovo Testamento, riconoscendo alcunii profeti antico-testamentari (da Adamo a Noè, da Abramo a Mosè), come pure Gesù. Secondo i musulmani, il Corano è l'unica affermazione della volontà divina, destinata a perdurare inalterata fino al Giorno del giudizio. LA CONCEZIONE DI DIO Nel Corano c’è la definizione che Dio dà di sé: «Egli, Dio, è uno, Dio, l'Eterno. Non generò né fu generato e nessuno Gli è pari» L'islam rigetta la Trinità e la visione divina di Gesù, ma ne attende il ritorno alla fine dei tempi. Dio è insostanziale, incorporeo, non definibile e non raffigurabile. Tutto l'esistente, di cui è il Creatore, non è altro che una Sua manifestazione attraverso cui Egli si rende conoscibile: “Io ero un tesoro nascosto e volevo essere conosciuto. Ho creato le creature per essere conosciuto.” Ed è dunque abbandonandosi con fiducia a Dio che il musulmano guadagna la guida del suo Signore: Dio guida la vita degli uomini senza che questi possano vederlo, ma è pronto ad aiutarli qualora ne avessero bisogno ed è all'uomo " più vicino della vena giugulare". L'islam rifiuta l'idea che Dio assomigli in qualche modo all’uomo. Dio è l'Eterno, la Verità, l'Esistente di per sé, ...


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