Capitolo 2, SAIDd - Riassunto Introduzione alla mitologia greca. Letture antiche e moderne PDF

Title Capitolo 2, SAIDd - Riassunto Introduzione alla mitologia greca. Letture antiche e moderne
Author Giorgia Rizzo
Course Introduzione Alla Cultura Classica I
Institution Università Ca' Foscari Venezia
Pages 14
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riassunto breve del capitolo...


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CAPITOLO 2

LE SCRITTURE DEL MITO: POETI E PROSATORI I miti greci sono noti soprattutto attraverso testi scritti. Sono di grandissima varietà, alludono a diversi contesti e sono scritti per pubblico assai vario.

POETI 1-

POESIA EPICA Ruolo centrale per creazione mitologia greca perché trasformò un insieme di leggende tradizionali orali e disordinate in un testo scritto e organizzato. Dal V a.C., Erodoto (storico) riconobbe Omero ed Esiodo fissatori delle genealogie divine e delle loro competenze, fissandoli con aspetto umano. Essi, però, sono preceduti da miti e tradizione epica che si è cercato di ricostruire: ILIADE E ODISSEA La poesia omerica (celebra gloria dei ed eroi) è poesia orale che “incanta”. ESEMPIO: quando si parla dell’aedo Demodoco, esso è ben cosciente di farsi eco di una tradizione ben prima esistente a lui. La riproduce con arte e tecnica attraverso racconto del passato che segna distanza mitopresente. Egli trae ispirazione delle muse e dalla tradizione. Iliade e Odissea si aprono con invocazione alle muse. Omero/poeta chiede alle muse (perché sanno tutto) di narrargli quale sarà soggetto del poema (Iliade = l’ira di Achille, Odissea = ritorno e vendetta di Odisseo).

Aedo riproduce tradizione ma non significa che riproduce fedelmente i fatti. Esso adatta le esigenze e gusti pubblico a ciò che canta => incessante lavoro di adattamento, rimodellamento del materiale tradizionale. Ciò che celebra Omero non è un passato storico. Solo cavallo di Achille ci dà un segno di realtà storica ma le Erinni (personificazioni mitologiche della violenza con cui può scatenarsi il male fisico o morale) annullano tutto => sia Iliade sia Odissea indulgono poco al fantastico, entrambe l’età degli eroi, quando gli uomini erano più forti e grandi. ESEMPIO: Ettore o Enea che potevano lanciare un masso tanto pesante che due uomini nel presente non avrebbero potuto nemmeno sollevare.

Ciò che contraddistingue Odissea e Iliade dalle altre epopee arcaiche è che Omero struttura racconto in un’unità d’azione (INIZIO>SVOLGIMENTO>FINE). ILIADE, 24 canti, momento dell guerra tra Achei e Troiani (4 giorni), assume come “mito” l’ira di Achille le cause e le conseguenze, si chiude con funerale di Ettore ucciso da Achille. ODISSEA, 24 canti, poema di Ulisse (Odysseus), Ulisse deve lasciare Calipso e vendetta sui pretendenti di sua moglie Penelope (con aiuto di Telemaco, figlio), dura 4 giorni, costruzione poema complessa. Nei due poemi, il senso di 4 giorni si intuisce dalle allusioni che fa il poeta: Nell’Iliade evoca tutto il passato della guerra (rapimento di Elena da parte di Paride, partenza eroi achei, ecc) ma anche passato più lontano di 8 generazioni e proietta anche nel futuro (post

fine opera, morte di Achille ecc.). Questo perché sfrutta genealogie (di Glauco, di Enea per riassumere storia di Toria), menziona oggetti preziosi (scettro di Agamennone, elmo prestato da Merione a Ulisse ) per evocare tutti ex possessori, evoca luoghi che invocano ricordi del passato. Omero dà parola ai suoi eroi, essi si ricordano spesso del loro passato da eroi (quando Ulisse va nell’isola dei Feaci e aedo canta le sue gesta). Evocazioni del passato hanno funzione di mettere in risalto gesta eroi, illustrare situazione con comparazione (Penelope, per spiegare il suo enorme dolore, si paragona alla figlia di Pandareo che, trasformata in usignolo, si lamenta della morte del figlio).

Omero utilizza passato affinchè anche gli ascoltatori conoscano eroi d’un tempo, miti = valore paradigmatico (valore esemplare, da modello)> valore che si rivolge tanto al lettore quanto all’ascoltatore, valore che spiega eventuali distorsioni della versione originale del mito che il narratore fa per renderlo meglio applicable al presente. (molti esempi di trasformazioni di miti attraverso poesia omerica. ESEMPIO STORIA ASSASSINIO DI AGAMENNONE E VENDETTA DI ORESTE )

IL CICLO EPICO Iliade e Odissea raccontano solo parte degli avvenimenti legati alla guerra di Troia. Epopee completate tra VII e VI a.C. dai POEMI DEL CICLO TROIANO che trattato fatti precedenti alla guerra. Questi, oggi, sono perduti ma li conosciamo attraverso opera Crestomazia. =>attribuita a Proloco (bizantini lo identificarono come celebre filosofo neoplatonico ma probabilmente solo grammatico dei primi secoli dell’età imperiale), riassunta da patriarca di Costantinopoli nel IX d.C nella sua Biblioteca. Questo insieme (Ciclo troiano) comprendeva: CANTI CIPRII [chiamati così perché perlopiù attribuiti a poeti dall’isola di Cipro - in 12 canti raccontavano eventi anteriori Iliade (origini spedizione dalle nozze di Teti e Peleo, disputa dee, rapimento di Elena, descrizione organizzazione spedizione, fino cattura di Criseide ➔ Iliade inizia con sacerdote Crise che va a reclamare figlia da Agamennone, il quale accetta ma in cambio di Briseide, prigioniera di Achille ➔ ira di Achille)] ETIOPIDE [5 canti, partiva da funerali di Ettore e si collegava a tutte le vicende (arrivo Amazzone Pentesilea, uccisa da Achille) fino alla morte di Achille e disputa attorno le sue armi)]. PICCOLA ILIADE [4 canti, dal giudizio armi fino entrata cavallo di troia in città] DISTRUZIONE DI ILIO [2 canti, finisce con sgozzatura di Polissena (figlia di Priamo) sulla tomba di Achille e incendio Troia.] I RITORNI [completavano Odissea, narravano di altri eroi post conquista di Troia] TELEGONIA [seguito dell’Odissea] Esistono POEMI EPICI, anch’essi scomparsi, dedicati alle leggende di Tebe. [EDIPODIA, TEBAIDE (dopo Iliade e Odissea il miglior poema epico), EPIGONI (=SUCCESSORI). Poemi epici legati alla leggenda di Eracle . Ciò che si può affermare, è che questi poemi sono molto diversi da iliade e odissea. Raccontano molteplici avvenimenti (contrapposti alla concentrazione poemi omerici), fantastico ha uno spazio maggiore (➔ nei Canti Ciprii, Linceo ha occhi tanto penetranti da

abbracciare con sguardo tutto il Peloponneso, nell’Iliade Achille non eccede mai troppo i limiti umani).

INNI OMERICI Collezione di testi di lunghezza e datazione diversi composti tra il VII e V a.C. attribuiti ad Omero. Eseguiti da aedi che si facevano eco dalla tradizione, chiedevano ispirazione musa di celebrare/cantare determinato dio. Inni preziosi perché includono un mito che il poeta sceglie tra più e diversi. Gli inni hanno sempre parte epica che racconta episodi di storie degli dei, spesso trattano di teogonia, di episodi caratterizzanti di gesta divine (rapimento di Kore e ricerca di Demetra nell’Inno a Demetra, amore di Afrodite e Anchise nell’Inno ad Afrodite..), trattano legame mito e rituale facendo così del mito un culto (Inno di Apollo tratta fondazione oracolo di Delfi). Inni, quindi, concedono ampio spazio al meraviglioso; qui, gli dei non si presentano in forma umana (come accade più spesso nei poemi Omerici), essi appaiono in tutta la loro maestosità.

ESIODO La Teogonia è l’opera per eccellenza di Esiodo, una sorta di Inno. Si presenta come inno alle Muse, autore ispirato dagli Dei, domanda a loro le storie. Esiodo seguì filo delle genealogie interrompendole con elementi narrativi (miti, battaglie,episodi) = passa da miti (racconti isolati legati a determinate figure mitologiche) a una mitologia (un insieme organizzato). COSMOGONIE DI ESIODO: da Chaos nascono Erebo e Notte che fanno Etere e Giorno. Terra (Gaia) mette da sola al mondo il Cielo, montagne e spazio marino. Cielo e Terra si riproducono sessualmente generando Titani, Ciclopi e Centimani. Esiodo, poi, torna sui Titani sviluppando lista discendenti di Teti e Oceano [un sacco di pettini e nascite boh che cazzo è]. Nella Teogonia, la cosmogonia che esprime visione dualistica dell’universo (discendenza da Chaos e discendenza da Terra) è solo un preludio/intro. L’ordine principale che si sofferma poi a descrivere è quello di Zeus, ordine destinato a durare per sempre perché si fonda sulla forza pura (Zeus = tuono) e sull’intelligenza (Zeus ha fatto sua questa qualità mangiando dea intelligenza Metis). La Teogonia ci spiega non solo nascita cosmo, condizione umana e organizzazione mondo e dei, stabilisce anche legame tra divinità e umani annunciando la nascita degli eroi (dee con uomini mortali). Anche Le opere e i giorni iniziano con invocazione alle muse da parte del poeta che si presenta come portatore di verità. Ma questo poema concede spazio limitato ai miti e si concentra sull’universo umano.

Mito di Prometeo è la spiegazione dei mali che affliggono terra [Il Titano Prometeo dona all'umanità il fuoco, strumento fondamentale per il progresso della civiltà, fino ad allora detenuto dal grande Zeus. Il dio, geloso e restio a mettere in comune con gli uomini una simile risorsa, si adira per l'inganno di Prometeo (che aveva astutamente sottratto il fuoco agli dei e lo aveva portato sulla terra nascosto in una canna), e lo condanna a essere legato giorno e notte ad una rupe dove un'aquila gli rode il fegato che perennemente gli ricresce.]. Il Catalogo delle Donne (o Ehoiai o Genealogia eroica) completa l’insieme formato da Teogonia e Le opere e i giorni, le quali trattano cosmo divino e cosmo umano raccontando origine eroi (il Catalogo delle donne attribuito a Esiodo perché tratta anch’esso tali tematiche). Ci sono giunti solo alcuni frammenti ma abbastanza per farci sapere di 5 libri che componevano poema. Il Catalogo delle donne è esempio più celebre che nell’epoca arcaica conobbe grande sviluppo.

2- LIRICA ARCAICA Utilizzo del mito importante anche nella lirica a partire da Pidaro (maggior esponente lirica corale greca). L’ epinicio (“poema sulla vittoria”) è poesia sull’attualità, non come poema epico che celebra il glorioso passato staccato dal presente. L’epinicio canta degli atleti che hanno trionfato nei giochi panellenici e utilizza le imprese deli eroi per illuminare differenti aspetti azione umana = stabilisce continuità tra passato e presente. Quindi scelta del mito dipende dalle circostanze della vittoria ➔[Prima Olimpica vittoria di Pelope su Enomao nella corsa di carri a Pisa = ricorda che mortali possono essere ricordati e non restare anonimi solo con il successo che si ottiene solo con sforzo umano e aiuto divino (Poseidone dà a Pelope un cocchio d’oro e instancabili corsieri)]. Talvolta scelta del mito determinata dalla natura della prova ➔ tutte le volte che si allude al mito di Peleo, si vuole celebrare tutti coloro che vincono in una lotta (mito di Peleo che dovette lottare contro Teti per sposarla: teti la più bella in assoluto tanto che Zeus tentò di prenderla in moglie ma lei rifiutò e Zeus si arrese ben presto perché le Moire gli avevano profetizzato che sarebbe nato un figlio più potente di lui. Così a Teti vennero combinate le nozze con un mortale, Peleo (spesso protagonista di sanguinose lotte). Durante una delle sue avventure, Peleo ebbe salva la vita grazie al centauro Chirone che gli profetizzò l'ardua conquista del cuore di Teti. Per facilitargli il compito dunque, Chirone consigliò a Peleo di trovare nascondiglio dietro un cespuglio nei pressi della grotta dove Teti era solita andare a riposare. Peleo così attese l'arrivo della splendida fanciulla e poi aspettò finché la donna non si addormentò. A quel punto Peleo le balzò addosso tentando di unirsi a lei ma Teti lo respinse in ogni modo possibile. Ella infatti, pur di liberarsi dalla stretta dell'uomo, si trasformò in fuoco, acqua, vento, albero, uccello, tigre, leone e serpente, infine in seppia schizzando un poderoso getto di inchiostro su Peleo che mai una volta aveva intanto mollato la presa. Con quell'ultima trasformazione poi i due si abbandonarono ad un portentoso amplesso).

Talvolta la scelta è determinata da scenario vittoria o funzionale all’occasione, secondo la necessità dell’ode, Pindaro sceglie di evocare determinati momenti della leggenda. Non rinuncia ad apportare ritocchi alla tradizione ed esplicitarli. ➔ nella I Olimpica Pindaro menziona la versione tradizionale del mito di Tantalo e trasforma un banchetto cannibalico in una bella festa allegra. MITO: Tantalo,discendenza divina, si rese responsabile di diverse offese nei loro confronti e violò senza riguardo le regole della xenia, cercando di rapire Ganimede (il più bello tra i mortali) , rubando dell'ambrosia (il nettare divino dell’immortalità) che in seguito distribuì ai suoi sudditi ed organizzando il furto di un cane d'oro creato da Efesto che custodiva un tempio di Zeus situato a Creta. Di tale furto però, l'artefice materiale fu Pandareo ma Tantalo giurò il falso ad Hermes che fu inviato dagli dei per recuperare l'animale. Secondo un'altra versione, il cane rubato era in realtà Rea trasformata in quel modo da Efesto.

Tantalo infine, organizzò un banchetto a cui invitò gli dei stessi e per mettere alla prova la loro onniscienza, uccise suo figlio Pelope e lo fece servire agli dei come pasto. Demetra, disperata per la perdita di Persefone, non si accorse e consumò parte di un spalla del ragazzo, ma gli altri dei notarono immediatamente l'atrocità e gettarono i pezzi di Pelope ucciso in un calderone. La legge dell’ode decide il ritmo stesso del racconto. Il poeta epico racconta lungamente la sua storia e rispetta cronologia eventi, Pindaro abbrevia e stravolge ordine cronologico ➔ nella VIII Olimpica evoca 3 momenti dell’esistenza di Rodi non in ordine cronologico (colonizzazione di Rodi da parte di Tlepolemo (che sarebbe l’ultima fase), pioggia d’oro per nascita di Atena, apparizione dell’isola mentre gli Dei si dividevano l’universo). L’epinicio quindi nasce dalla collaborazione tra Muse e poeta e ciò non fa cogliere lo stato puro della tradizione orale mitica preesistente. Esso è quello che dimostra al meglio il ruolo del mito in Grecia arcaica ➔ se il mito resta vivo è proprio perché è plastico ed è continuamente rimodellato e reinterpretato per adattarsi alle circostanze.

3- LA TRAGEDIA Utilizzo del mito offre possibilità di dibattere problemi dell’attualità senza sollevare reazioni esagerate dal pubblico. Tragedia permette una presa di distanza dal mito e nello stesso momento conferisce presenza fisica del mito nel presente (che non aveva in precedenza) (esempio: contrapposizione tra Omero, che ha “raccontato favolosamente” le contese e guerre dei semi-dei, e poeti tragici che “hanno trasformato miti in azioni tanto che noi oltre ad essere uditori siamo spettatori”).

Poeti tragici danno prova della loro libertà davanti alla tradizione (come i loro predecessori). Tragici tenuti a rispettare certo numero e andamento di “fatti” ma possono scegliere di far ruotare azione su svariati argomenti, trasformare circostanze. [esempio 3 tragedie del sacrificio: nell’ Agamennone di Eschilo sacrificio reso necessario da tempesta che impedisce navigazione flotta greca e compiuto in modo che la vittima sapesse della sua vicina morte; nell’Elettra di Sofocle non c’è tempesta e collera di Artemide dovuta a precedente di Agamennone (si vantò troppo dopo aver ucciso un cervo; nell’Elettra di Euripide messo in evidenza inganno di Agamennone che aveva fatto arrivare sua figlia con pretesto di darla in sposa ad Achille ma uccise per compiacere Menelao].

--I poeti tragici modificano rapporti tra fratelli ( nei Sette contro Tebe, Eteocle e Polinice a volte sono gemelli, Euripide fa Polinice fratello minore e Sofocle fa di lui il maggiore). --Sconvolgono genealogie --Imprimono nella cronologia dei fatti distorsioni importanti (nell Fenicie, Giocasta non si suicida subito dopo aver scoperto l’incesto come accade nell’Edipo re, ma si uccide sul corpo dei suoi figli). --Spostano scenario dell’azione --Inventano nuovi personaggi o introducono caratteri che nel mito non venivano esaltati, riempiono i “vuoti” del mito [Euripide si inventa processo di Oreste ad Argo per colmare passaggio da Coefore (Oreste lascia Argo) alle Eumenidi (Oreste va a Delfi e poi ad Atene)] --Trasformano la storia dei fatti ma salvaguardano la storia della tradizione ➔ Aristotele nella Poetica “non è lecito trasformare totalmente le trame dei miti della tradizione o cambiarne il senso” (esempio: Oreste per Omero era un eroe senza macchina, un modello; i tragici, invece, mettevano in risalto il problema del matricidio ecc). -- Cambiano stato sociale o carattere eroi della tradizione (esempio tragedia Elettra di Euripide: Elettra=colei che non conosce nozze, nell’Elettra ha un marito). -- Non esitano a dare immagini opposte ai personaggi Come trattato mito nell’epica e come è trattato nella tragedia, colpiti dalle continuità e dalle rotture della forma e della sostanza. Come epica, la tragedia mantiene intatta la distanza tra mito e realtà, impone rottura dell’illusione tragica e mostra eroi che si distinguono dagli uomini ordinari. Tragedia spinge all’estremo unità d’azione concentrando intreccio in una giornata. Come l’epica, rinvia a insieme di miti per un’azione. Evocazione del passato per arricchire il senso. Presente dell’azione si staglia su sfondo di passato mitico tenuto fortemente a distanza tramite espressioni quali “mi è stato detto” ➔ esemplarità eroi amplificata. Tragedia fa eroe mitico un esempio della condizione umana ma, a differenza di poeti come Omero che mettono in rilievo virtù, tragedia sviluppa i suoi limiti e le sue colpe. Pubblico diverso, non più nobili riuniti a palazzo di Alcinoo o di Ulisse ma cittadini dell’Atene democratica ➔ tragedia è il mito guardato dagli occhi del cittadino . Ciò significa che tragedia influenzata da problemi politici, esalta istituzioni e sovrani, presenta negativamente avversari di Atene. Tragedia problematizza azione eroica e la misura sotto il punto di vista dei valori civici. Al centro tragedie spesso rapporti tra singolo e comunità (come Sette contro Tebe). Le immagini dei miti (guerra di Troia) si modificano al pari passo dell’evoluzione politica. (per Eschilo, contemporaneo alle guerre persiane, guerra di troia=giusta; per Euripide, vissuto durante guerra del Peloponneso, evidenzia carattere assurdo della guerra e delle conseguenze disastrose) Bisogna considerare a parte Euripide che in qualche modo prefigurò poesia ellenistica. Con lui, distanza tra mito e realtà tende al sottile. Eroi somigliano a uomini ordinari anche fisicamente.

Al medesimo tempo si scava abisso tra splendore eroico del mito e grezzume/lercio dei dialoghi. Euripide arriva a mettere in questione il mito che è la materia stessa della tragedia. Euripide è colui che ha dato grande spazio a miti eziologici (Un mito eziologico è un mito nato intorno alla spiegazione del perché di un nome, di un rito, di una tradizione. Per esempio, il nome della località Delfi è spiegato negli Inni omerici) ➔ conferma allontanamento dall’universo mitologico.

4- LA COMMEDIA D ARISTOFANE La commedia antica, come altri generi, tratta miti e temi mitici ma ispirazione carnevalesca impone trattamento parodistico dell’immaginario mitico, quindi analisi mito in senso comico. Commedia prende mito rovesciandolo e degradandolo (esempio 1 nelle Vespe: Filocene, per scappare da figlio che lo tiene prigioniero, usa tattica di Odisseo ma invece dei nobili montoni usa asino e fallisce ; esempio 2 (contrario) Pace: Trigeo si ispira a Bellerofonte con Pegaso e tenta di raggiungere zeus, ci riesce al contrario dell’eroe ma grazie al suo scarabeo, animale considerato merda perché mangia merda).

= eroe comico parodia trattamento magico miti. Commedia caricaturizza personaggi mitici e li trasforma in umani con i loro difetti ➔ mitologia è un bric-a-brac (roba vecchia, cianfrusaglie) che contribuisce alla creazione di un mondo fantastico.

5- LA POESIA ELLENISTICA (III-II sec. a.C.) Con poesia ellenistica si apre nuova fase scrittura miti. Poeti (Apollonio Rodio, Callimaco, Teocrito e poeti bucolici (poesia di sfondo campagnolo), Licofrone, Arato, Nicandro). Si rivolgevano a elite colta, si dedicavano a collezione sistematica e messa a punto critica della miscela disordinata di miti. Poesia ellenistica si distingue per uso miti rari e leggende locali, sviluppano aspetti secondari delle gesta degli eroi, usano racconti eziologici, si rifanno alla tradizione orale più anonima.

Aitia di Callimaco Raccolta di miti eziologici che spiegano origine rituali, costumi o nomi...


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