Riassunto Introduzione alla topografia antica Quilici PDF

Title Riassunto Introduzione alla topografia antica Quilici
Author Lorenzo Rota
Course Topografia antica
Institution Università degli Studi di Milano
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Introduzione alla topografia antica - Quilici I. Introduzione allo studio della topografia antica 1. La topografia antica e le sue finalità Compito del topografo è riconoscere e interpretare i dati pervenuti dall'antichità; ricomporre in un quadro organico e stratificato per epoche la storia di un territorio, di una regione, di un ambito geografico, che può travalicare nazioni e continenti. Egli ricostruisce direttamente la storia dell'ambiente. L'opera dell'uomo nel territorio si riconosce dalla forma che gli ha voluto e saputo imprimere, nell'urbanistica, nell'organizzazione dello spazio; nell'evoluzione e nell'ordine dato, nell'architettura, nell'edilizia, nelle infrastrutture; nelle finalità e nei diversi ambiti economici, sociali, culturali e politici nei quali si è esplicata. L'attività umana nel territorio si evidenzia riconoscendo quando, dove, come e perchè sono state fondate città, borghi, ville e casali; sono state impiantate coltivazioni, condotte bonifiche agrarie e idrauliche, tracciate vie, perseguite attività artigianali e industriali, aperte cave e miniere; quali erano i confini catastali, politici, militari, gli ambiti culturali e commerciali, i movimenti degli uomini e delle merci. Per alcune forme di studio la disciplina si avvicina alla geografia per quanto riguarda la ricerca di elementi fisici, morfologici, ambientali, botanici di una regione, analizzando le modifiche naturali che hanno influenzato o condizionato gli interventi dell'uomo e come l'uomo sia intervenuto opponendovisi, demolendo e costruendo a sua volta. Gli avvenimenti del passato non vanno visti nel quadro ambientale odierno, ma è proprio l'ambiente antico che va ricostruito per quello che è stato il suo specifico aspetto morfologico, idrografico, botanico, climatico, che ha avuto una sua evoluzione nel tempo e quindi oggi è diverso. Gli antichi subivano molto più di noi i condizionamenti naturali e cercavano di trarre ogni vantaggio possibile dal contesto naturale. Lo studio della topografia antica si serve di una base documentaria molto allargata:  analisi comparata delle fonti letterarie antiche, fonti storiche, cartografiche, illustrative, toponomastiche (anche medievali e moderne).  Studi archeologici e bibliografia non solo specialistica.  Dati d'archivio.  Analisi monumento e suo rilevamento.  Raffinata metodologia di ricerca su campo per una completa lettura e interpretazione.  Ricerca subacquea.  Interpretazione di foto aerea. La ricerca abbraccia un arco cronologico ben più ampio dell'età antica in quanto, per la comprensione specifica della sua tematica, è necessaria l'analisi della stratificazione impressa nel territorio dall'intervento dell'uomo, dalla preistoria all'età contemporanea. L'indagine, pur focalizzandosi su un preciso periodo storico, necessita della conoscenza di quanto su quel terreno si è svolto sia precedentemente sia successivamente. Inoltre la disciplina riveste un ruolo importante per la gestione del territorio: la ricostruzione topografica incide sulla programmazione urbanistica, ai fini della tutela e valorizzazione.

Il topografo richiede un processo formativo e scientifico particolare, che contempla in gran parte una dimensione fisica, filologica e geografica. → processo ricostruttivo degli aspetti derivanti dalla presenza umana in un contesto territoriale e ricostruzione delle trasformazioni operate dall'uomo in un territorio attraverso il tempo. Gli studi topografici possono contribuire sostanzialmente alle ricerce di altre discipline:  all'archeologia per l'apporto alla contestualizzazione e interrelazione dei monumenti;  alla storia antica, per la concretezza che conferiscono a ogni ricostruzione degli eventi;  alla filologia in quanto consentono una lettura dei classici aderente alla realtà e possono recare decisivi contributi alla ricostruzione e comprensione dei testi. La topografia antica è una disciplina nata e sviluppatasi in un lunghissimo arco di tempo, fin dall'età umanistica nel '400, quando iniziò la ricerca dell'identificazione dei monumenti antichi e la ricostruzione della forma della città antica e del suo territorio. La disciplina si distingue così nettamente dall'archeologia classica, che nasce invece dall'antiquaria e si qualifica solo a partire dalla fine del '700 con Wincklemann, come storia dell'arte. Il topografo non usa solo fonti indirette come quelle letterarie ma anche i documenti diretti del passato. 2. Storia degli studi topografici Topografia deriva dal greco antico topos (luogo, sito, regione) e grafia (descrivo, disegno). É un termine usato nel suo significato gia in età antica, sia nel mondo greco che in quello romano: descrizione di ambiti geografici sia limitati che estesi. Il medioevo non si disinteressa del mondo antico, ma lo vede in genere come un mondo fantastico, dissociandosi dall'idea di una sua ricostruzione storica e lo rievoca come sogno di restaurazione politica (Cola di Rienzo, Petrarca ecc...). é con gli umanisti italiani, sul finire del '400, che si muovevano dalla filologia all'archeologia, che si giunse a capire come non si potessero intendere gli autori classici né capire le antiche rovine, se non si fosse studiato lo spazio entro il quale si erano mossi gli eventi o si disponevano i monumenti antichi. Gia questi studiosi capirono che la loro descrizione e comprensione poteva essere compiuta solo se espressa da rappresentazioni grafiche. Così, oltre che cercare e leggere testi antichi, esploravano architetture superstiti e svolgevano sopralluoghi. Roma ha richiamato per prima tali studi: Bracciolini, Ciriaco d'Ancona, Flavio Biondo, Alberti ecc... Flavio Biondo, oltre a essere uno dei maggiori esponenti dell'umanesimo fiorentino, si può considerare i fondatore della topografia e della geografia antica: muovendo dalla ricerca su Roma, passò poi a quella dell'Italia intera e persino dell'Europa. → scrive Roma instaurata e Italia illustrata. È nel pieno rinascimento che il termine topografia, riferito alla ricerca antica, compare per la prima volta con L'Urbis romae topographia, di Marliani, dove il termine è usato con consapevolezza, nel senso di insostituibilità del fattore geografico e spaziale per la

comprensione dei monumenti archeologici. Pirro Ligorio → Libro delle antichità di Roma. Tra la fine del XVI e inizio del XVII secolo si sviluppa l'opera di Cluverio (Sicilia antiqua, Italia antiqua ecc...) e Holstenio ( Annotationes in italiam antiquam). I due studiosi assommano le esperienze di tutto il rinascimento. Holstenio affermò l'insostituibilità della conoscenza e della ricognizione diretta del terreno per intendere criticamente gli eventi storici e le problematiche topografiche dell'antichità. Alla fine del '700 e soprattutto '800 la cultura archeologica si rinnova e raffina, con Wincklemann per l'archeologia classica e Muratori che apre le porte al medioevo. Crescita studi specialistici, pubblicazioni archeologiche. Inizio '800 Romanelli → Antica topografia istorica del regno di Napoli. Rosa delineò la Mappa topografia del Lazio, dettagliatissima. Cozza e Pasqui propugnarono per primi la Carta archeologica d'Italia. Nel '900 Lugli propose nella Forma Italiae la Carta archeologica nazionale, Fraccaro ha delineato carte topografiche dell'italia antica, Berard magna grecia ecc... 3. Cosa ha significato nei secoli il nome di Roma Roma è certamente la città più ricca di storia tra tutte: straordinaria stratificazione storica e sovrapposizione di epoche, continuativamente da 1600-1400 a.C. ad oggi. Assieme alle opere rimaste ancora oggi visibili nella città, moltissime altre sono quelle note da fonti scritte, sia antiche sia medievali, o accertate dalla moderna archeologia. Gia i romani antichi curavano le testimonianze del passato: spesso si trovano costruzioni arcaiche o repubblicare conservate nella città più recente. L'incendio neroniano sconvolse le coscienze per la consapevolezza della perdita di un patrimonio che non si poteva più ripetere (testimonianza Tacito). Anche con la fine dell'impero Roma rimase la città eterna: nel 1162 un atto del Senato raccomanda la tutela della colonna Traiana. Questo sentimento nei riguardi dei monumenti della città è continuato fino ad oggi. Diversi papi riuscirono a conservare gli antichi monumenti contro la loro distruzione nel corso dei secoli. Sono migliaia i disegni, le stampe e le pitture che hanno riprodotto nei secoli i monumenti di Roma. Tra fine '700 e '800 il fascino di Roma sugli stranieri era sempre maggiore: studiosi, artisti, scrittori e poeti veniva in Italia per scoprirne i tesori. Con gli inizi dell'800 inizia l'impostazione veramente scientifica della ricerca dell'antichità, del restauro architettonico e del valorizzazione urbanistica del monumento. Gli interventi si estesero poi in tutto il territorio suburbano: ostia, tuscolo, i colli albani ecc... Vi furono comunque anche diversi scempi con la costruzione di Roma per renderla la capitale del paese. Questa distruzione creò scalpore in tutta europa. Alla fine si è capito che il monumento, isolato dal suo contesto storico e topografico, non può rappresentare uno strumento né adeguato né culturalmente valido ed appropriato di tutela e di valorizzazione del bene culturale; si è imposta la necessità di preservare la situazione storico-topografica come bene culturale d'insieme, conservandola quale documento unitario dell'assetto storico e riconoscendole un ruolo culturale e formale determinante nell'assetto moderno. Il concetto di tutela del centro storico è un prodotto proprio della cultura contemporanea, che ha esteso al protezione del singolo monumento all'intero ambiente nel quale l'edifico è inserito. 1962 → piano regolatore.

II. La ricerca topografica: fonti e contributi 1. Introduzione La ricerca topografica si avvale di diverse fonti. Nell'affrontare lo studio di un territorio, di un complesso, di una città, di un monumento, base di partenza sarà la raccolta e valutazione critica di tutti gli studi pregressi e una ricerca d'archivio per inquadrare l'argomento e comprendere lo stato delle conoscenze.   

Fonti letterarie: essenziali, in particolar modo quelle geografiche. Fonti epigrafiche: fondamentali per la localizzazione di città, pagi, siti, strade, fornire elementi per la restituzione di confini territoriali, urbani, di divisioni agrarie, proprietà pubbliche e private, offrire dati sulla centuriazione. Fonti iconografiche e cartografia: con la fotografia aerea costituiscono la base informativa necessaria per ricostruire l'ambiente e il paesaggio e il segno dell'attività dell'uomo su di esso (ad es. studio toponimi).

2. L'apporto delle fonti geografiche e iconografiche di epoca classica Già in età faraonica la figurazione del territorio e la rappresentazione geometrica catastale era grandemente sviluppata: Papiro delle Miniere di Ramses IV, si può considerare la più antica carta geologica del mondo. Erodoto attribuisce agli egizi l'invenzione della geometria, intesa come misurazione della terra, per via delle variazioni nell'estensione del Nilo. I faraoni spinsero spedizioni militari e di esplorazione in tutti i territori intorno al Nilo. Famosa è la circumnavigazione dell'africa sotto il regno di Neco da parte di una nave fenicia, partita dal mar rosso per ritornare dallo stretto di gibilterra. I Fenici gia nel X secolo raggiunsero territori oltre lo stretto, fino in normandia e isole azzorre. I cartaginesi affrontarono l'atlantico, impresa di Annone che raggiunse l'africa equatoriale via mare per fondare colonie. Anche l'impero persiano sviluppò per il controllo del suo vasto territorio un'attenta cartografia. Testimonianze di Scilace, ammiraglio di Dario, incaricodi rilevare le coste dall'indo al golfo persico e Setaspe, al tempo di serse, che avrebbe dovuto circumnavigare l'africa. Cretesi e micenei alla fine del II millennio avevano gia percorso l'intero mediterraneo. Nel mondo greco si considera il padre della geografia scientifica Anassimandro di Mileto, che verso il 570 a.C. Delineò un pinax (carta geografica) del mondo noto. Ecateo di Mileto viaggiò a lungo e scrisse una periegèsis (giro della terra) delineando una carta geografica della terra concepita come un disco circondato dall'oceano. La scuola ionica di asia minore del VI secolo ebbe precisi interessei negli studi geografici. Aristagora, tiranno di mileto, si recò in grecia verso il 500 a chiedere aiuto contro la persia, presentandosi con una tavola di bronzo dove erano raffigurato l'orbe terracqueo e la dislocazione dei popoli che l'abitavano.

Erodoto viaggiò molto in Ellade, Egitto, Cirenaica, Siria, Persia, Tracia. Periplo del mediterraneo nel IV secolo ad opera dello pseudo-scilace. Uno straordinario contributo alle conoscenze geografiche occidentali venne dall'impresa di Alessandro Magno, con al suo seguito storici e addetti a registrare i luoghi conquistati. Nearco, suo ammiraglio, tornò dall'india al golfo persico costeggiando il continente. Eratostene di Cirene, direttore della biblioteca di alessandria, scrisse una geografia in tre libri e disegnò la prima carta scientifica del mondo conosciuto, che si estendeva da gibilterra all'india, dalla somalia al circolo polare artico. Le cognizioni geografiche dei romani valsero a costituire una conoscenza unica, estesa, organica, in sostituzione di tante conoscenze spesso disordinate e parziali, patrimonio di popoli divisi e diversi. Roma mirò soprattutto alla conoscenza pratica del mondo e rivolse la sua attenzione alla sola considerazione della parte abitata che formava il mondo romano o che aveva rapporti con esso. Il governo romano si sforzò, per ragioni di ordine militare e economico, di procurarsi le più complete conoscenze possibili circa la terra che andava conquistando. Ogni spedizione militare era accompagnata da topografi incaricati di migliorare la cartografia. (dopo la conquista di cartagine polibio ebbe l'incarico di studiare il litorale africano dell'atlantico occupato dai cartaginesi). Storici come Erodoto, Tucidide, Senofonte, Polibio , Livio, Tacito descrivono gli avvenimenti nel constesto geografico del loro tempo. Cesare, nel De bello gallico, ha lasciato tante attente descrizioni di questo paese. Di grande importanza sono anche gli scritti tecnici dei gromatici, soprattutto quelli raccolti nel Liber Coloniarum, che accennano ai modi e alle forme di assegnazione delle colonie romane. La Forma Coloniarum trattava sia la forma urbana che quella del territorio, esponenone il reticolo della centuriazione e per ognuno la forma della lottizzazione, le misure del singolo appezzamento, il nome del singolo proprietario, i terreni non assegnati, quelli di proprietà collettiva, i fiumi, monti, selve. Pianta della colonia di Arasium (Orange) in Provenza, con segnati la divisione dei terreni, i monti e i fiumi. Tabula Alimentaria rinvenuta presso il Foro di Velleia: grande tavola di bronzo iscritta, che costituisce un vero e proprio registro catastale ipotecario dei fondi agricoli dell'appennino tra piacenza e lucca e dallo scrivia al taro. I fondi erano stati incrementati dalla conessione di prestiti da parte di Traiano. Accurata menzione che vi appare di pagi, vici, fundi , saltus è preziosissima per gli studi topografici, onomastici, etnici ed economici di questo territorio. Il monumento planimetrico più spettacolare è la Forma Urbis marmorea, una pianta di Roma, redatta al tempo di Settimio Severo, affissa in un'aula del Foro della pace a Roma, vicino all'odierna chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Su una superficie di 18x13 m. era una rappresentazione molto dettagliata di tutti gli edifici che la componevano (fori, palazzi, case, templi, portici, magazzini, strade, acquedotti ecc...) con un dettaglio incredibile: spessore dei muri, raffigurazione colonne, uso di segni convenzionali (triangoli per le scale ecc...). Oggi ne restano solo pochi frammenti. Altri frammenti marmorei con piante di edifici sono state recuperate occasionalmente. Famosi sono due rilievi planimetrici provenienti da Roma che rappresentano monumenti funerari: pianta di mausoleo a tre piani e sepolcro, tutti con attente proporzioni in scala metrica. La più importante e famosa rappresentazione del mondo in età romana è stata la Carta di agrippa, posta nel campo marzio, interamente perduta. Un'opera di grande importanza è la Geographica di Strabone, scritta in età augustea, che è

un vasto e generale trattato geografico in 17 libri. L'età imperiale romana diede grande impulso agli studi topografici e geografici. Esplorazioni del nord europa e dell'africa. Plinio il vecchio scrive l'Historia naturalis in 37 libri, che tratta di ogni aspetto dello scibile umano, con una importante parte geografica. Pausiania, nel II secolo d.C. , scrisse la Periegèsis della grecia in 10 libri, attendibile guida. La più importante opera geografica pervenuta è l'apparato cartografico degli otto libri della Geografia di Tolomeo: si tratta del mondo abitato, presenta un esagerato sviluppo delle terre emerse in senso est-ovest, e di numerose carte regionali. Tolomeo è esponente della geografia matematica (come Eratostene). Hanno un fine squisitamente pratico gli itinerari, sorta di guide per i viaggiatori che fornivano indicazioni sulle principali strade dell'impero, le distanze tra i vari centri e le indicazioni su questi ultimi e sulle stazioni del cursus publicus, sia mansiones (con alloggio) che mutationes (per il cambio dei cavalli). Potevano essere di due tipi: adnotata (formati da elenchi scritti o picta (figure cartografiche). Il più notevole degli itineraria picta è la Tabula peutingeriana, copia medievale di una carta del mondo antico redatta tra III e IV secolo d.C. 12 fogli di pergamena da sviluppare in lunghezza. La raffigurazione è sviluppata nella direzione della longitudine e ridotta al massimo nel senso della latitudine. Lo scopo non è la proporzione geografica, ma quella itineraria, più spazio alle zone abitate. Attenzione alla rete stradale: strade indicate da linea rossa, con indicazioni per stazioni. L'unità di misura varia a seconda dei territori. Indicati anche porti collegati a percorsi marittimi. Le indicazioni fisiche sono più sommarie. Tra gli itineraria adnotata il pricipale è l'Itinerarium antonini augusti, probabilmente raccolta dati per uso privato. Elenca 372 strade per 50000 miglia complessive, scandendo città stazioni e accampamenti, distanze indicate con unità di misura diverse a seconda della zona. In appendice un itinerario maritimum. L'itinerarium burdigalense è un rendiconto di un viaggio del 334. d.C. : un gruppo di pellegrii partirono da Bordeaux per visitare i luoghi santi della palestina. Evidenziate tappe con distanze, notazioni di geografia. La Cosmografia dell'anonimo ravennate una sorta di commento simile alla tabula peutingeriana. Un mercante alessandrino in una topografia dedica alcune pagine all'india. Infine bisogna ricordare opere di altri letterati, come gli stessi poeti, dalle quali si possono ricavare importanti notizie geografiche (ad es. viaggio Orazio da roma a brindisi lungo via appia / strabone descrive capo marzio rinnovato da augusto ecc...). Altre raffigurazioni su monete, affreschi, mosaici ecc... 3. La cartografia di età medievale e moderna Tra le più importanti fonti d'informazioni per lo studio di un territorio vanno annoverate le descrizioni geografiche e cartografiche che lo rappresentano, redatte in un più o meno lontano passato: dalle più antiche a quelle medievali fino a quelle di ieri, quali le vecchie edizioni delle tavolette dell'Istituto geografico militare (IGM). Anche il medioevo può fornire fonti primarie, come i documenti catastali di proprietà o di tassazione. Buone descrizioni e anche rappresentazioni cartografiche dell'Italia si hanno in geografi arabi, come Idrisi, al servizio dei re del sud. Il maggiore dei viaggiatori arabi fu Ibn

Battuta, vissuto nel XIV secolo, che visitò moltissime parti de mondo. Cartografia nautica dal XIV secolo. Anche le miniature e i dipinti offrono spesso spunti per ricostruire la forma di una città o di un monumento. É con l'umanesimo che si ha un salto di qualità, negli scopi e nei mezzi di rappresentazione. Tra le carte di settori regionali o di singoli luoghi ricordiamo la pianta di Imola, quella di più parti della toscana e delle paludi pontine di Da Vinci. La produzione cartografica è com...


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