Riassunti Odontoiatria Preventiva PDF

Title Riassunti Odontoiatria Preventiva
Course C.I. Scienze Comportamentali e Metodologia Scientifica 2
Institution Università degli Studi di Salerno
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RIASSUNTI PARTE GENERALE ODONTOIATRIA ...


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RISK ASSESSMENT OUTLINE Epydemiology - Epidemiologic Indices - Risk assessment Valutazione del rischio: valutare in una comunità quanto questa rischia di ammalarsi di una malattia e quanto ciascun individuo rischia più di un altro. L’EPIDEMIOLOGIA E’ LA DISPICPLINA BIOMEDICA CHE STUDIA LA DISTRIBUZIONE E LA FREQUENZA DELLA MALATTIE IN UNA DATA POPOLAZIONE Cosa si propone di studiare la epidemiologia: - Eziologia di una malattia e fattori di rischio. - Entità di una malattia riscontrata in comunità. - Storia naturale della malattia. - Misure preventive e terapeutiche - Pone le basi per la regolamentazione delle problematiche dal punto di vista ambientale e comunitario. PREVALENZA: numero di casi si una malattia che può essere valutata in una popolazione in un dato momento. (fotografa un momento) INCIDENZA: numero di nuovi casi in un dato periodo di tempo. INDICI EPIDEMIOLOGICI: traduzione numerica di condizioni cliniche poste su scala graduata che facilita in confronto tra le popolazioni esaminate con stessi metodi e criteri. Devono essere per definizione caratterizzati da SEMPLICITA’, RIPRODUCIBILITA’, ADATTABILITA’ AD ANALISI STATISTICHE, OBIETTIVITA’. Il FATTORE DI RISCHIO è ambientale o biologico e se confermato paventa la maggiore possibilità di malattia; così come se assente o rimosso ne riduce la probabilità. INDICATORE DI RISCHIO è un presunto F.R. spesso rilevato negli studi TRASVERSALI. (Necessitano poi di essere confermati nel tempo.) CRITERI DI CAUSALITA’: forza di associazione tra fattore di rischio e insorgenza malattia, effetto dose dipendente, temporalità, coerenza dei risultati, plausibilità biologica e specificità di associazione. INDENTIFICAZIONE FATTORI DI RISCHIO, SVILUPPARE UN MODELLO DI RISCHIO + ASSESSMENT E TARGETING. ODONTOIATRIA PEDIATRICA BRANCA DELLA ODONTOSTOMATOLGIA CHE SI OCCUPA DI PREVENZIONE E TERAPIA DELLE PATOLOGIE DEL CAVO ORALE NEGLI INDIVIDUI IN ETA’ EVOLUTIVA. La prima visita odontoiatrica 18-24 MESI indipendentemente o meno dalle problematiche. Il bambino ha la opportunità di prendere confidenza sia con l’ambiente operativo sia con il personale odontoiatrico. Comunicare in funzione delle caratteristiche individuali, in particolare dal grado di maturazione del piccolo paziente. Costruire una ALLEANZA TERAPEUTICA. E’ consigliabile che l’ambiente operativo sia a misura di bambino. PRIMA VISITA: - Comunicare col bambino e conquistare la sua fiducia - Controllare lo stato di salute di bocca tessuti duri e molli e atm. - Controllare che la formula dentaria si corretta e compatibile con l’età. - Che i denti siano sani e in corretta occlusione. - Controllare la presenza di abitudini viziate. - Spiegare al piccolo paziente a alla sua famiglia i fondamentali per una corretta igiene orale.

PARODONTOLOGIA DISCIPLINA DI AREA ODONTOIATRICA CHE SI OCCUPA DELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELL’INDIVISUO ATTRAVERSO LA PREVENZIONE L DIAGNOSI E LA TERAPIA DELLE PATOLOGIE CHE COLPISCONO I TESSUTI DI SUPPORTO DEI DENTI E DEGLI IMPIANTI. SUPPORTO DENTI: GENGIVA, LEGAMENTO PARODONTALE, CEMENTO RADICOLARE, OSSO ALVEOLARE. SUPPORTO IMPIANTI: MUCOSA PERIMPLANTARE, OSSO ALVEOLARE, OSSO BASALE. GENGIVITI E MUCOSITI COSI’ COME PERIMPLANTITI E MUCOSITI PERIMPLANTARI SONO DI NATURA INFETTIVA E SONO CAUSATE DAI BATTERI PROVENIENTI DAL BIOFILM DENTALE. Alcuni batteri associati: aggregatibacter actinomycetemcomitans, parphyromonas gingivalis, Tannarella forsythia. GENGIVITI Interessano gengiva marginale, talvolta quella aderente. Sono caratterizzate da eritema margine gengivale, edema, sanguinamento al sondaggio, e aumenti di volume. Sono incasellabili in patologie lievi e affrontabili, creano delle problematiche assolutamente reversibili; possono tuttavia evolvere in parodontiti. MUCOSITI PERIMPLANTARI Lesioni infiammatorie limitate alla mucosa che circornda un impianto caratterizzare da sanguinamento al sondaggio ma SENZA perdita di osso. PARODONTITI Distruzione dell’apparato di supporto dei denti che si manifestano con perdita di attacco clinico e osso, formazione di tasche e talvolta recessione.E’ nella maggior parte dei casi IRREVERSIBILE. 8Esiste la terapia rigenerativa ma non sempre è possibile e di successo). Studi clinici dimostrano che una gran parte dei pz affetti da parodontite mantiene i propri denti tutta la vita se sottoposti ad adeguata terapia. E’ possibile infatti effettuare una efficace ed efficiente prevenzione della malattia parodontale. (FUNZIONI ELEMENTO : parlare, masticare e sorridere.) PERIMPLANTITI Sono definiti come lesioni infiammatorie della mucosa perimplantare che iteressano l’osso con la perdita del tessuto osseo marginale. Presenza di sondaggio >5mm, sanguinamento al sondaggio, suppurazione, riassorbimento osseo. DIAGNOSI PARODONTALE ANAMNESI volta alla ricerca di quei fattori di rischio che possono promuoverne l’insorgenza: - Scarsa igiene orale - Familiarità - Farmaci: nifedipina, difenilidatoina, ciclosporina. - Diabete - Fumo - Deficit immunitari congeniti o acquisiti/ malattie sistemiche rare (ehlers oppure papillon-lefevre). ESAME OBIETTIVO Formula dentaria e numero di elementi dentari persi in relazione all’età; morfologia volume colore e consistenza delle gengive e delle mucose; presenza di placca; presenza di fattori ritenitivi di placca (malposizioni dentarie) eventuali migrazioni dentarie, mobilità dentale (spesso da trauma occlusale). SONDAGGIO

PARODONTALE: mediante sonda parodontale, applicando forza leggera, lungo tutta la circonferenza di ogni elemento dentale fra dente e gengiva, permette di rilevare: la profondità di penetrazione della sonda all’interno di solchi gengivali e/o tasche parodontali, il livello di attacco clinico, le lesioni delle forcazioni, il sanguinamento al sondaggio, la presenza di tartaro subgengivale e/o di restauri incongrui. FORCAZIONE- SONDA DI NABERS: GRADO1: Perdita orizzontale dei tessuti di sostegno che non supera di 1/3 l’ampiezza del dente. GRADO2: perdita orizzontale dei tessuti di sostegno oltre 1/3 dell’ampiezza del dente ma non interessa forcazione GRADO3: forcazione passante. MOBILITA’ (si valuta sempre con strumenti rigidi) CLASSE0 fisiologica  CLASSE 3 mobilità notevole con impedimento funzionale, spostamenti anche in senso verticale. Ogni medico odontoiatra può annotare i dati di salute, malattia parodontale o perimplantare, utilizzando le modalità che ritiene più opportune (charting parodontale completo, psr- periodontal scrrening and recording) in formato cartaceo o informatizzato. ESAME RADIOGRAFICO PERIAPICALE: si rende necessario nei settori in cui sono stati evidenziati segni clinici di malattia parodontale o perimplantare. ESAMI DI LABORATORIO: parodontiti molto gravi (forme aggressive o associate a patologie sistemiche): esami microbiologici possono risultare utili per orientare la terapia antimicrobica + esami immunologici con numero di pmn e tasso anticorpale. L’attenta raccolta dei dati anamnestici di concerrto con e.o. integrato da esami rx e laboratorio, consente corretta valutazione dello stato parodontale del pz.E’ opportuno che questa diagnosi dello stato di salute preceda e accompagni qualsiasi trattamento odontoiatrico. TERAPIA - NON CHIRURGICA Informazione, istruzione e motivazione del paziente al controllo di placca in sede domiciliare e dei fattori di rischio per le patologie orali parodontali + trattamento meccanico della superficie + eliminazione degli elementi ritenitivi di placca. COLREXIDINA: agente antiplacca più efficace e trova indicazione di supporto o quando il paziente non è in gradi di eseguire efficacemente le manovre di igiene orale. DETARTRASI (scaling) sopragengivale. Levigaturea radicolare ROOT PLANING (sottogengivale). L’utilizzo di strumenti manuali o ad ultrasuoni si è dimostrata sovrapponibile. Lucidatura e rifinitura delle superfici dentali. Vari protocolli. Full mouth disinfection in una o due sedute distanziate nell’arco di 24/48h. (Non si fa più la procedura che prevedeva 4 appuntamenti per i 4 quadranti. Si cerca di risolvere tutto nel giro di max 1 settimana per non rischiare una reinfezione delle zone disinfettate. Terapia col clorexidina collutorio mattina e sera 0,2% + gel clorexidina per superficie linguale. + spray per fosse tonsillari. X15gg + 1ciclo di augmentin). C’è anche la possibilità di sedute con getti di aria e polvere con airflow e air polishing con polvere bicarbonato. L’utilizzo di laser utile sì ma non risolutivo. La maggior parte dei pz affetti da gengivite e parodontite può essere trattata ottenendo una condizione di salute orale stabile nel tempo mediante terapia non chirurgica associata ad una efficace terapia di supporto MANTENIMENTO E’ FONDAMENTALE. Il paziente per la terapia chirurgica deve essere molto motivato e selezionato: diventa una terapia invasiva ed efficace solo se il paziente è collaborante nel mantenimento. Gli obiettivi della non chirurgica è: riduzione quantità di placca, riduzione del sanguinamento al sondaggio parodontale e riduzione della profondità di sondaggio max 4 mm.Infine si progetta col paziente la terapia di supporto INDIVIDUALIZZATA. (Man mano si diradano gli appuntamenti. Infine almeno 1 ogni 6 mesi ). In caso di mancato raggiungimento de risultati si può ripetere il ciclo

di terapia non chirurgica e si spera che migliori la situazione che il più delle volte è legata alle scarse condizioni igieniche del paziente. - CHIRURGICA Va valutata tenendo conto dei seguenti parametri: tasche con profondità uguale o maggiore a 5mm, alterazione della architettura gengivale ed ossea, presenza di lesioni delle forcazioni di II e III classe, necessità di ricostruire o rigenerare il supporto parodontale, necessità di modificare la posizione e/o il volume della gengiva, presenza di elementi dentali irrecuperabili che richiedono un trattamento implantoprotesico. La terapia chirurgica presuppone che il paziente si amotivati a mantenere un adeguato controllo di placca e che abbia condizioni generali di salute tali da non controindicare l’intervento. Lo scopo primario della chirurgia è ridurre il rischio di RECIDIV PARODONTALE e RIPRISTINARE una morfologia gengivale, ossea e dentale che favorisca l’igiene orale domiciliare. Altri obiettivi: Possono essere l’incremento del supporto parodontale e/o riduzione, quando possibile, del danno estetico conseguente alla recessione dei tessuti. LEMBO DI ACCESSO: i risultati attesi sono la riduzione o la assenza del sanguinamento al sondaggio, la riduzione della profondità di sondaggio, il guadagno del livello di attacco clinico, la recessione del tessuto marginale. CHIRURGIA RESETTIVA: è indicata nel trattamento degli aumenti di volume gengivale e di volume osseo delle lesioni intraossee minori di 3 mm e delle lesioni delle forcazioni II e III classe. Può anche essere utilizzata per ripristinare la dimensione biologica e l’esecuzione di restauri conservativi protesici. CHIRURGIA RIGENERATIVA: serve per ottenere rigenerazione dei tessuti di supporto. CHIRURGIA MUCOGENGIVALE: insieme procedure atte a correzione di difetti di morfologia posizione o quantità dei tessuti ossei parodontali molli. (interventi a lembo, innesti, o tramite biomateriali) Le indicazioni principali sono la copertura delle superfici radicolari esposte o l’incremento di altezza e spessore del tessuto gengivale per esigenze funzionali, estetiche, protesiche o ortodontiche. Nelle diverse fasi del trattamento può essere opportuno l’impiego di farmaci sistemici o locali a supporto o integrazione della terapia meccanica: ANTISETTICI e ANTIBIOTICI. ANTIOBITICI SISTEMICI: tetracicline, metronidazolo, ciprofloxacina, amoxicillina + acido clavulanico, clindamicina, metronidazolo + amoxicillina, metronidazolo + ciprofloxacina. (MAI senza terapia meccanica prima) ANTIBIOTICI TOPICI: metronidazolo, tetraciclina, doxicliclina hcl, minociclina hcl, piperalicillina ANTISETTICI TOPICI: clorexidina. Sempre AUSILI e NON SOSTITUTI della terapia meccanica convenzionale. INDICI PARODONTALI Gli studi sulle malattie parodontali di quali indici si servono? - Gingival index: valuta la gravità e la distribuzione della gengivite. Il valore include la papilla distovestibolare, il margine vestibolare e la papilla mesiovestibolare e poi la superficie linguale centralmente. 0= gengiva normale fino a 3 = infiammazione severa con marcato eritema e sanguinamento spontaneo. Per ogni paziente si ricava la media del g.i. facneod la somma del g.i. di ciascun dente diviso il numero di denti. - Indice di placca: valuta la gravità e la distribuzione delll’accumulo di placca. Il valore include papilla distovestibolare, margine vestibolare e mesiovestibolare e infine linguale. Lo si fa con specchietto e sonda parodontale. Da 0=assenza di placca fino a 3=pesanti accumuli. - Indice di tartaro: VOLPE-MENHOLD: valuta accumulo di tartaro SOPRAGENGIVALE. Con sonda parodontale su superficile linguale dei denti centrali inferiori. Per ogni persona (anche qui) somma di tutti i punteggi diviso il numero di denti. - Indice di malattia parodontale: si includono ottavo superiore di dx che è 1 fino all’ottavo controlaterale che è 16. (numerazione completamente diversa dal solito). DENTI DI RAMFJORD. Esamina tutte e quattro le superfici dei denti. Per ogni persona (anche qui) somma di tutti i punteggi diviso il numero di denti.

La prevalenza della parodontite aggressiva (quella problematica clinicamente) è l’1% della popolazione in aree industrializzate. La prevalenza della parodontite cronica è circa 44 (arriva fino all’80% della popolazione). Prevalenza di parodontite cronica severa 10-15%. Circa 20milioni di individui hanno parodontite severa negli USA. FATTORI DI RISCHIO: diabete, fumo (maggiore incidenza di perdita di attacco e osso, e soprattutto maggiore refrattarietà alle terapie proposte quindi insuccessi anche terapeutici), presenza dei sopracitati batteri + rischi ‘presunti’ quali età sesso, predisposizione genetica, stress, obesità e malnutrizione. CARIE La carie è un processo degenerativo dei tessuti duri del dente da parte degli acidi prodotti dal metabolismo batterico. Il processo patologico progredisce dalla periferia al centro ed inizia sempre dalla superficie esterna del dente; determina una cavità che è il risultato della perdita sia dei componenti minerali dei tessuti che della trama organica. E’ la principale causa responsabile del dolore e della perdita degli elementi dentari negli USA. Interessa 60-90% dei pz in età scolare e la maggioranza degli adulti. In accordo con l’indice di fmt il livello di malattia è alto sia in America sia in parecchi stati dell’asia e dell’Europa a differenza dell’Africa dove è basso (a differenza della malattia parodontale). L’incidenza incrementa in paesi in via di sviluppo, come risultato della crescita del consumo di zuccheri non corrisposto da adeguata fluoroprofilassi. Fattori eziologici che concorrono a sviluppare la carie: La malattia si sviluppa attraverso interazione nel tempo tra BATTERI ACIDOGENI e carboidrati fermentabili con la DIETA e fattori legati all’OSPITE quali la saliva o la quantità dei tessuti dentari. Il BIOFILM è un conglomerato di microrganismi che si circondano di una matrice polimerica complessa contente proteine polisaccaridi e materiale genetico. Nell’ambito del biofilm quando cresce in predominanza specie cariogene si crea requisito fondamentale per carie. Streptocco mutans , salivarius, lattobacillo casei e acidofilo e actinomices naeslundi. Hanno un metabolismo che prevede formazione di acido lattico che abbassa ph ambientale con facilitazione della demineralizzazione della superficie del tessuto dentario e d’altra parte gli stessi batteri sono capaci di sintetizzare polisaccaridi quali destrani che facilitano l’adesione dei batteri stessi (formazione del biofilm) e proteggono quest’ambiente facendo in modo che non venga aggredito dai fluidi salivari. Zuccheri semplici in ordine di cariogenicità: saccarosio, glucosio, maltosio, fruttosio, lattosio. Sembra che gli zuccheri complessi giochino un ruolo marginale nella cariogenesi (amilacei). Dieta e batteri interagiscono tra loro con una forte dipendenza di tempo e concentrazione di questi fattori applicati alle superfici dentarie. BATTERI + zuccheri: GLICOLISI ANAEROBIA – PRODUZIONE ACIDI – DEMINERALIZZAZIONE + PRODUZIONE GLUCANI – MIGLIORE ADESIONE E AGGREGAZIONE BATTERICA – AUMENTO CONCENTRAZIONE BATTERICA = CARIE. Il ph ha valore soglia 5.5, sotto la quale i tessuti minerali iniziano a disgregarsi, allo stesso tempo interviene la saliva con i suoi sistemi tampone e in un tempo di circa 30’ ha il tempo di recuperare e riportare il ph a soglie superiori che consentono remineralizzazione della superficie. Altrimenti iniziano le prime lesioni cariose - WHITE SPOT: demineralizzazione della superficie. Ancora perfettamente rversibili con restitutio ad integrum completa naturale. - Lesione cavitaria: irreversibile. Fattori ospite dipendenti: - Saliva: detersione e lubrificazione, lattoferrina lisozima e lattoperossidasi, capacità tampone con sistema bicarbonato e fosfato, remineralizzazione delle superfici dentali grazie al suo contenuto in minerali come ioni calcio e fosfato. - Qualità dei tessuti dentari - Anomalie di posizione dei denti - Apparecchi ortodontici Calcolo del rischio di carie: comporta una valutazione di diversi fattori

- Microflora cariogena - Dieta - Livello di igiene - Esposizione a fluoruri - Suscettibilità dell’ospite - Varietà di fattori sociali, culturali e comportamentali Non esiste un unico indicatore del rischio di carie dimostratosi valido e affidabile; tuttavia l’esperienza di carie (lesioni in atto o esiti delle stesse) rappresenta il singolo indicatore di rischio ancora oggi considerato affidabile. DMFT =theet decayed missed filled  INDICATORE EPIDEMIOLOGICO QUANTIFICATORE DEL RISCHIO DI CARIE A LIVELLO INTERNAZIONALE. ESPRIME LA STORIA IN CARIE DI UN INDIVIDUO CHE ABBIA GiA’ CURATO, CHE ABBIA UNA CARIE O CHE ABBIA PERSO UN ELEMNTO DENTARIO PER CARIE. Più recentemente SELWITZ ha stilato un grading rispetto al rischio di carie: BASSO/MEDIO - Bambini 6aa anche se presenza di una lesione clinicamente evidente o carie secondaria negli ultimi 3aa. ELEVATO - Bambini 6aa più di due lesioni clinicamente evidenti…(come sopra) CARIOGRAM metodo computerizzato che prendendo 10 parametri correlati al rischio di carie calcola il livello di rischi odel paziente. (2012) PROFILASSI DELLA CARIE - CONTROLLO DELLA ALIMENTAZIONE: l’assunzione di bevenade e cibi contenti carboidrati semplici è sconsigliata FUORI DAI PASTI PRINCIPALI in particolare l’uso del CIUCCIOTTO EDULCOLORATO e l’uso non nutrizionale del BIBERON CONTENTE BEVANDE ZUCCHERINE devono essere fortemente sconsigliati. CONTROLLO DI FREQUENZA DI ASSUNZIONE DI ZUCCHERI. - CORRETTA IGIENE ORALE: CONTROLLO DELLA PLACCA NEI BAMBINI prima dell’eruzione dei denti con garza sterile inumidita (magari con fisiologica sterile) e massaggiare le gengive la lingua e l’interno delle guance. Dai 4 mesi si inizia con spazzolino piccolo a setole molto morbide con un ‘poco poco’ di dentifricio al fluoro (pea size). Dai 3 anni gli si guida la mano per illustrare movimenti corretti ripetere l’operazione 2 volte al giorno senza mai rinunciare dopo i pasti. Dai sei anni spazzolino medio. - FLUOROPROFILASSI: il fluoro agisce rinforzando la struttura cristallina dello smalto con la formazione di FLUORAPATITE, favorendo la REMINERALIZZAZIONE e svolgendo un effetto ANTIMICROBICO soprattutto sullo streptococco mutans (ne diminuisce la capacità di adesione ai tessuti orali e i tempi di moltiplicazione). Nei bambini dai 6mesi ai 6 aa fluoroprofilassi topica con dentifricio x2/die con un attento controllo da parte degli adulti. Per individui ad alto rischio di carie anche integratori (6m-3aa zimafluor da 0,25 mg 1/die) Dopo i sei anni dentifricio al fluoro 2/die e in caso di rischio medio alto implementazione con gel o vernici. Ad oggi è considerata più efficace la fluoroprofilassi topica. La sistemca ha il limite di essere ‘incontrollabile’ perché bisognerebbe avere uno stretto controllo su contenuti di fluoro delle acque! In Campania ad esempio vi è una diversissima composizione di fluoro. Non è inoltre raccomandata in gravidanza. - SIGILLATURA DEI SOLCHI E FOSSETTE: chiusura meccanica delle irregolarità dello smalto dentario presenti sulla porzione masticante dei molari, dei premolari e, in alcuni casi, sulla superficie pal...


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