Riassunti Promessi Sposi (CAP 1 - 14) PDF

Title Riassunti Promessi Sposi (CAP 1 - 14)
Author Nunzia Serino
Course Lettere Moderne
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
Pages 13
File Size 462.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 80
Total Views 131

Summary

Riassunti dei Promessi Sposi (capitoli dall'1 al 14)...


Description

Promessi Sposi Capitolo I

Alessandro Manzoni apre il suo romanzo presentando i luoghi che faranno da sfondo alle vicende principali dei Promessi Sposi: il lago di Lecco, i monti che lo circondano, i campi e le stradine, il fiume Adda, la città di Lecco ed i paesini circostanti. Lungo una di quelle stradine, il giorno 7 Novembre dell’anno 1628, Don Abbondio, al termine della sua passeggiata quotidiana, sta tornando verso casa leggendo il breviario. Ad un bivio il curato vede fermi due uomini e dai loro comportamenti capisce subito che sono lì per lui. L’aspetto dei due uomini indica chiaramente che si tratta di ‘bravi’: hanno capelli lunghi raccolti in una reticella, dalla quale esce solo un grande ciuffo che ricade loro sulla fronte, e sono equipaggiati con spadone, coltelli e pistole. A quel tempo personaggi simili erano molto comuni. Numerose grida (leggi) avevano tentato in ogni modo di porre fine allo loro esistenza, senza però avere alcun successo, tanto erano potenti i signori per cui tali individui operavano. I due malviventi si incamminano verso Don Abbondio, che prima valuta possibili vie di fuga, poi cerca di ricordare eventuali torti fatti a uomini potenti, infine accelera il passo correndo quasi loro incontro. Non potendo evitare il pericolo cerca almeno di ridurre l’angosciante attesa. I bravi non nascondono la loro missione e obbligano con minacce Don Abbondio a non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, con la frase questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai. Il curato è terrorizzato dai due uomini, ma ad incutere in lui una paura ancora maggiore è il nome del loro mandante: Don Rodrigo. Vivendo in una società spietata ed essendosi reso subito conto d’essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro, non essendo nato nobile, né ricco e né tantomeno coraggioso, Don Abbondio aveva da giovane ubbidito di buon grado ai parenti, che lo volevano prete. La sua non era stata pertanto una vocazione, ma solo la necessità di entrare a far parte di una classe forte e riverita. Durante tutta la sua vita aveva quindi cercato di tenersi fuori da ogni contesa, di cedere in quelle che doveva inevitabilmente affrontare, di non prendere mai posizione, se non al limite, quella del più forte, senza però esporsi troppo. Erano quindi grandi la disperazione e lo sconforto di Don Abbondio in quel momento, infatti inveisce prima contro Renzo e poi contro Don Rodrigo. Giunto infine a casa, il curato non riesce a nascondere il proprio stato d’animo alla sua serva, Perpetua, che subito cerca in ogni modo di conoscere il suo. La volontà di trovare conforto in una persona fidata è troppo grande nel curato e, dopo aver più volte fatto giurare la donna di non dire niente a nessuno, Don Abbondio finisce quindi per confessarle tutto. Perpetua suggerisce al suo padrone di chiedere l’intervento dell’arcivescovo, ma Don Abbondio non accetta il consiglio, temendo sempre più che il suo segreto diventi di dominio pubblico. Lascia la sua donna e si rifugia nella sua camera da letto, non prima di aver chiesto ancora una volta alla serva di mantenere il silenzio.

PROMESSI SPOSI – CAPITOLO 2 Don Abbondio è sconvolto e trascorre una notte agitata. Ha paura per le minacce ricevute, per la confessione fatta a Perpetua, per la reazione di Renzo. Don Abbondio decide infine di usare a suo vantaggio la sua esperienza ed autorità per ritardare con una scusa il matrimonio di almeno cinque giorni, fino ad arrivare al periodo proibito per le nozze (dall’Avvento all’Epifania) che gli avrebbe dato quindi più ampio respiro. La mattina dopo, Renzo si reca da don Abbondio molto presto, per definire gli ultimi aspetti della cerimonia, che avrebbe dovuto svolgersi quello stesso giorno. Renzo però, parlando col curato, si accorge che c’è qualcosa che non va e si insospettisce. Don Abbondo finge inizialmente di non essersi ricordato della data, dice poi di non sentirsi tanto bene ed infine sostiene che manchino ancora delle formalità da sbrigare prima di poter celebrare le nozze. Per confondere il ragazzo l’uomo infarcisce il suo discorso di citazioni latine, infine dice di rimandare il matrimonio di almeno quindici giorni. Renzo accetta con amarezza la proposta, saluta e se ne va. Una volta all’aperto, Renzo, vista passare Perpetua, pensando che Don Abbondio gli stesse nascondendo qualcosa, si avvicina alla donna con l’intenzione di scoprire qualcosa di più. Le parole della donna confermano i sospetti di Renzo, che subito si precipita in casa del curato con l’intenzione di farlo parlare ad ogni costo. Renzo entra nel salotto dove si trova l’uomo e chiude la porta a chiave, mettendosela poi in tasca. L’atteggiamento minaccioso del ragazzo spinge il curato a confessare tutto ed a fare quindi il nome di Don Rodrigo. Una volta rimasto solo, Don Abbondio accusa Perpetua di aver parlato ma lei nega tutto. Le ordina poi di bloccare la porta, comunicando a tutti che il curato è ammalato, ed infine si ritira in camera da letto, con la febbre. Uscito dalla casa di Don Abbondio, Renzo cammina infuriato verso casa. Vorrebbe uccidere Don Rodrigo ma il ricordo di Lucia lo raddolcisce. Nasce in lui anche il dubbio che la ragazza sapesse di Don Rodrigo ma non avesse detto niente a lui. Con questi pensieri per la testa, il ragazzo si reca a casa dell’amata, la fa chiamare, e, nel mentre che aspetta, racconta tutte le vicende ad Agnese, madre di lei. Sentita la storia, Lucia subito si dispera, facendo capire che qualcosa con Don Rodrigo davvero sia successo.

PROMESSI SPOSI – CAPITOLO 3 Lucia confessa a Renzo ed alla madre di essere stata avvicinata un giorno da Don Rodrigo e aveva poi sentito i due uomini scommettere tra di loro. La scena si era ripetuta anche il giorno dopo e Lucia, capito di essere l’oggetto della scommessa, aveva deciso quindi di raccontare l’accaduto a fra Cristoforo, che le aveva suggerito di affrettare le nozze. Agnese convince Renzo ad andare a Lecco a chiedere aiuto al dottor Azzecca-garbugli e consegna quindi al giovane quattro capponi da portare in dono all’avvocato. Durante il viaggio i capponi, scossi dal giovane, si beccheranno tra loro, per simboleggiare la mancanza di solidarietà degli uomini nei momenti difficili. Giunto nello studio del dottore, Renzo riesce appena ad accennare al suo problema, tanta è la fretta dell’avvocato. Azzecca-garbugli pensa che sia stato Renzo a commettere il torto, lo scambia quindi per un bravo. Gli legge una grida che tratta il caso suo, così da fargli capire a quali pene può andare incontro. Terminata la lettura della grida, il dottore commenta anche il fatto che Renzo non porti il ciuffo. Si complimenta con il giovane per esserselo tagliato, gli dice però che non c’era bisogno di farlo, vantandosi così di aver tirato fuori dai guai malviventi responsabili di ben maggiori misfatti. Comunica infine apertamente come intende agire verso il prete e verso gli sposi che hanno subito il torto, mostrandogli il modo per togliere anche lui dai guai. Renzo rimane sbalordito dalle parole di Azzecca-garbugli e confessa di essere lui ad avere subito il torto, dal momento che Don Rodrigo gli ha di fatto impedito le nozze con la sua amata. A questo punto anche il dottore rimane sbalordito, accusa Renzo di dire bugue e lo caccia dal suo studio in malo modo, non prima di avergli restituito i capponi. Mentre Renzo è impegnato a Lecco, Agnese e Lucia decidono di chiedere aiuto a Padre Cristofaro. Ma mentre stanno per andare, bussa alla loro porta fra Galdino, incaricato dal convento di Pescarenico, lo stesso di fra Cristoforo, di raccogliere le noci offerte dai fedeli. Mentre Lucia ve a prendere le noci, Agnese, per evitare l’argomento nozze, chiede al frate come procede la raccolta, ed i due iniziano così a parlare di carestia. Il frate racconta alla donna un fatto miracoloso avvenuto nel passato, volendo mostrare che l’elemosina può far tornare l’abbondanza. Un frate cappuccino, padre Macario, convinse un giorno un uomo a non tagliare un noce incapace di produrre frutti, predicendo per quell’anno una formidabile produzione di noci, la metà delle quali avrebbe dovuto essere data in offerta al convento. Come predetto da Macario, l’albero diede frutti, ma il proprietario morì nel frattempo e suo figlio si rifiutò di rispettare il patto fatto dal padre. A causa di questo rifiuto, le noci raccolte si trasformarono in foglie secche. Lucia dona al frate un gran numero di noci, così che non debba andare alla ricerca di altre offerte ma possa invece tornare subito al convento, incaricando quindi l’uomo di chiedere a fra Cristoforo di recarsi il prima possibile da loro. Renzo torna da Agnese e Lucia e racconta quel che è successo con l’avvocato. Lucia dice di sperare nell’aiuto di padre Cristoforo.

CAPITOLO 4 Il capitolo si apre con la descrizione del cammino di Fra Cristoforo dal convento del paese di Pescarenico alla casa di Lucia, che il giorno prima l’aveva mandato a chiamare tramite Fra Galdino. Il cammino del frate verso la casa è rattristato dalle immagini di miseria che si vedono ovunque: persone per la strada, animali magrissimi per la fame e poveri mendicanti senza riparo. Fra Cristoforo è un uomo di circa 60 anni, con una lunga barba bianca, umile ma fiero al tempo stesso e con due occhi vivacissimi. Figlio di un ricco mercante venne cresciuto in maniera aristocratica. Non essendo però accettato dalla cerchia dei nobili, inizia a difendere gli umili contro i signorotti prepotenti locali. In realtà Fra Cristoforo non si chiamava veramente così: infatti il suo vero nome era Lodovico. Un giorno, mentre percorreva un sentiero, scoppia un litigio tra lui e un signorotto locale che pretendeva, in quanto nobile, di avere la precedenza su di lui: fu questa la scintilla diede inizio allo scontro ed infatti Lodovico, per difendere Cristoforo (il suo più fedele servitore) uccise il signorotto ma morì anche Cristoforo. Si recò quindi subito al più vicino convento per rifugiarsi dalla vendetta dei familiari del signorotto; ed è proprio nel convento che Lodovico decide di diventare un frate cappuccino. Lodovico, ora Fra Cristoforo (in ricordo del suo servitore più fedele), decide di recarsi presso la famiglia del signorotto ucciso per chiedere perdono. Qui l’intera famiglia era stata riunita dal fratello per consumare la sua vendetta, cosa che non riuscì a fare proprio per l’umiltà di Fra Cristoforo, che ottenne il perdono di tutti i parenti. Il capitolo si chiude con l’arrivo di Fra Cristoforo alla casa di Lucia e Agnese, dove viene accolto con grande gioia dalle due. CAPITOLO 5 Padre Cristoforo trovò un’atmosfera triste quando arrivò a casa di Agnese e Lucia. Egli cercò di consolarle e si fece raccontare dalle donne che cosa era successo. Sentita la storia dice che non le avrebbe abbandonate e dovevano insieme cercare una soluzione. La soluzione che per lui parve migliore fu quella di affrontare don Rodrigo, per distoglierlo dalle sue malvagie idee. Andò quindi al palazzo di Don Rodrigo. Il palazzetto di don Rodrigo sorgeva sulla cima di un colle (in un paesino vicino a quello degli sposi). La gente che incontrò non gli disse nulla di buono, vide infatti bravi, donne e fanciulli giocare per la strada. Fra Cristoforo attraversò il villaggio e si trovò davanti alla porta. Il castello aveva un aspetto spaventoso, c'era un silenzio strano, si vedevano volare due grandi avvoltoi che stavano mangiando un teschio e infine vide due bravi sdraiati su due panche opposte che facevano la guardia. Un bravo accortosi del frate lo invitò ad entrare, bussò due colpi col martello sulla porta e dopo un po' venne ad aprire un vecchio servitore, introdusse l'ospite nel cortile e chiuse la porta. Quel vecchio mentre accompagnava il frate davanti la porta della sala da pranzo lo riconosce. Intanto sia il Conte Attilio che Don Rodrigo vedono Fra Cristoforo e lo invitano ad entrare. Don Rodrigo era a capotavola circondato da amici, alla sua destra sedeva il cugino Attilio, c'era tra tutti anche Azzecca-garbugli. Don Rodrigo lo fece accomodare su una sedia e lo invitò a unirsi al loro banchetto. Al padre fu offerto del vino e bevve con loro con disgusto, mentre ascoltava i loro discorsi incentrati su sfide, duelli, controversie, pregiudizi ecc. riguardo le questioni sociali del tempo e l'onore di ogni cavaliere. Mentre discutevano il padre espose il suo debole parere, i commensali si guardarono l'un con l'altro in faccia meravigliati. Infatti lo presero per pazzo perché essi non potevano vivere senza fare del male e se ne infischiavano delle sue sentenze. Mentre continuavano don Rodrigo fece servire al padre un altro bicchiere e tutti bevvero alla loro salute. Ad un tratto venne presa in considerazione la parola carestia e i commensali dicevano che per loro non sarebbe venuta perché con le loro minacce avrebbero potuto ottenere il grano. Tutti bevevano vino e chiacchieravano eccetto il padre e don Rodrigo osservò che era zitto e paziente e preferì affrontarlo da solo quando parte dei suoi ospiti erano stati mandati via.

PROMESSI SPOSI, CAPITOLO 6

Padre Cristoforo viene condotto da Don Rodrigo in una sala appartata ed inizia quindi il dialogo tra i due uomini. Don Rodrigo si mostra subito arrogante ed interrompe spesso ed in maniera aggressiva Padre Cristoforo. Il frate cappuccino si sforza di mantenere la calma e di essere il più diplomatico possibile nel chiedere cortesemente all’altro di smettere di perseguitare Lucia e di permettere il matrimonio tra lei e Renzo. Ad un certo punto, però, Don Rodrigo accusa il frate di nutrire un equivoco interesse per la ragazza e addirittura propone di prenderla con sé a palazzo proprio per proteggerla da Padre Cristoforo. A questo punto Fra Cristoforo si infervora e dichiara di non temere più per Lucia perché è ora certo che la giustizia divina la proteggerà. Ed intona una predizione dicendo: “Verrà un giorno”…, così Don Rodrigo, si spaventa, si infuria e caccia padre Cristoforo in malo modo dalla sua abitazione. Mentre sta uscendo dal palazzo, il frate viene avvicinato da un vecchio servitore, già servitore del padre di Don Rodrigo, il quale ha ascoltato di nascosto il dialogo tra i due uomini, e si dichiara intenzionato ad aiutare il religioso: promette di raccogliere informazioni sui piani del padrone e di recarsi il giorno dopo al convento per informare il cappuccino. L’aiuto inaspettato del servitore rende molto meno amaro il fallimento della missione di padre Cristoforo che, con l’animo un po’ più sollevato, si dirige verso la casa delle donne per informarle dei fatti. Nel frattempo Agnese ha elaborato un piano, ossia propone ai due giovani di presentarsi di sorpresa a casa di Don Abbondio con due testimoni e, di fronte a lui, autodichiararsi marito e moglie. Il matrimonio così celebrato, anche se contro la volontà del parroco, avrebbe valore a tutti gli effetti, e i due giovani potrebbero poi lasciare insieme il paese in regola. Renzo è subito d’accordo e propone Tonio, un amico, come uno dei possibili testimoni, Lucia è invece contraria e afferma che se è un’azione corretta allora perché non parlarne a Padre Cristoforo? Se invece non lo è allora non va fatta. Renzo invita l’amico Tonio a pranzo nell’osteria del paese e gli espone il suo piano, proponendogli di fargli da testimone e offrendogli in cambio il denaro che l’uomo deve al curato. Tonio è contento di accettare e propone suo fratello Gervaso come secondo testimone. I due si accordano per la sera del giorno dopo e Renzo fa infine ritorno dalle donne. Tornato dalle donne, si pone il problema di distrarre Perpetua e Agnese afferma che ci avrebbe pensato lei. Mentre Renzo ed Agnese stanno ancora cercando invano di convincere Lucia ad accettare il loro piano, dei rumori all’esterno della casa annunciano il ritorno di Padre Cristoforo.

PROMESSI SPOSI – CAPITOLO 7 Fra Cristoforo dice ad Agnese, a Renzo e a Lucia di non essere riuscito a convincere Don Rodrigo ma di avere forse un aiuto, anche se non svela altro. Il religioso chiede poi a Renzo di presentarsi di persona o di mandare il giorno successivo una persona fidata al convento per ricevere notizie, ed infine lascia l’abitazione. Il giovane, irritato dalla notizia di un ennesimo fallimento e dall’opposizione di Lucia al piano proposto da Agnese, perde il controllo di sé: giura di vendicarsi di Don Rodrigo ed arriva anche a minacciare l’amata. Lucia è terrorizzata ed alla fine, pur di riuscire a fare tornare tranquillo l’amato, promette di presentarsi dal curato per mettere in opera il piano del matrimonio a sorpresa. Dal momento che Renzo preferisce non andare di persona al convento, temendo che il piano venga smascherato da padre Cristoforo, dopo che il ragazzo se ne è andato, Agnese esce di casa per trovare Menico, un ragazzino suo parente, ed incaricarlo della missione. Per tutta la restante mattina, delle persone sospette travestite da viandanti e da pellegrini si aggirano nelle vicinanze della casa di Lucia ed Agnese. In pratica, Don Rodrigo, furibondo per aver lasciato che il frate cappuccino lo aggredisse verbalmente ed ancora turbato dalla maledizione, decide di passare all’azione, raddoppia la somma della scommessa con il Conte Attilio, fa chiamare il Griso, capo dei suoi bravi, e gli chiede di organizzare tutto quanto necessario per rapire Lucia. Per questo il Griso e i bravi, travestiti da pellegrini e viandanti, si aggirano intorno alla la casa di Agnese e Lucia, così da farsi un’idea del luogo dove avrebbero dovuto agire. Tre uomini vengono anche inviati all’osteria con l’obiettivo di tenere d’occhio la situazione in paese. Renzo, assieme a Tonio e a Gervaso, si reca all’osteria ed incontra qui i tre bravi di Don Rodrigo, che non esitano a squadrarlo dalla testa ai piedi e a mostrarsi minacciosi. Il ragazzo cerca di ottenere informazioni sui tre uomini chiedendole all’oste, ma costui finge di non conoscerli e rimane molto vago nella risposta. Usciti dall’osteria, Renzo, Tonio e Gervaso passano a chiamare Agnese e Lucia, e insieme si recano alla canonica. Tonio bussa alla porta e chiede a Perpetua di poter incontrare il curato per saldare il vecchio debito.

Perpetua informa Don Abbondio dell’arrivo di Tonio, così il curato abbandona la lettura in cui era immerso e accoglie Tonio con suo fratello Gervaso. Perpetua, sulla porta di casa, incontra anche Agnese che, fingendo di passare di lì per caso di ritorno da un paese vicino, la coinvolge in una conversazione a proposito di alcune maldicenze sul suo conto, in particolare su due suoi matrimoni mancati, portandola così lontana da casa. Tonio e Gervaso entrano nello studio dove si trova Don Abbondio. Anche Renzo e Lucia, approfittando della distrazione di Perpetua, entrano nell’abitazione e si appostano subito fuori dalla porta dello studio, in attesa del segnale concordato con i due fratelli. Mentre Don Abbondio è concentrato a scrivere la ricevuta per i soldi restituiti da Tonio, i due promessi sposi, ricevuto il dovuto segnale, entrano nella stanza e si mostrano a Don Abbondio. Renzo riesce a pronunciare l’intera formula, Lucia viene invece interrotta violentemente dal curato, che riesce anche a scappare, si rinchiude a chiave in un’altra stanza, si affaccia ad una finestra e chiede aiuto urlando. Il suo grido disperato fa svegliare il sacrestano, che inizia a suonare le campane della chiesa per richiamare gente dal paese in soccorso del curato. Intanto, i tre bravi comandati dal Griso travestito da pellegrino, vanno verso la casa di Lucia ed Agnese, che trovano però vuota. Il Griso inzia quindi a pensare ad un tradimento, alla presenza di una spia all’interno del gruppo. Mentre i bravi sono impegnati a mettere sottosopra l’abitazione, Menico, di ritorno dal convento con le indicazioni ricevute da padre Cristoforo, entra nel giardino della casa delle donne, viene subito afferrato dai due bravi posti a guardia e non può fare a meno di trattenere un urlo. I rintocchi delle campane però fanno scappare i bravi che lasciano andare il ragazzino. Menico si mette subito a correre verso la chiesa. Sentite le grida di don Abbondio, l’urlo di Menico ed i rintocchi delle campane, Agnese e Perpetua tornano a casa del curato. Renzo e Lucia escono di corsa da quella casa e si allontanano con Agnese. Menico li incontra e gli comunica l...


Similar Free PDFs