Riassunto Amalia Signorelli PDF

Title Riassunto Amalia Signorelli
Author Emanuele Buo
Course Antropologia
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Antropologia Culturale Signorelli Lo studio delle Diversità 1 La specie Umana L’antropologia è la disciplina che studia le somiglianze e le diversità della specie umana. Glie esseri umani sono uguali ma non c’è n’è uno che sia almeno un po’ diverso da tutti gli altri. La valorizzazione delle somiglianze è un elemento importante che ha un ruolo nella costituzione dei gruppi e delle alleanze tra gruppi, mentre la valorizzazione delle diversità ha un ruolo importante nell’instaurarsi di rapporti ostili tra gruppi. Fare antropologia significa lavorare per rispondere alla domanda, siamo uguali o diversi?

1.1.La specie Umana Molti antropologi invece di parlare di specie umana parlano di uomo, ma l’antropologia nasce dalla constatazione che la specie umana è una specie sociale. L’antropologia non studia gli individui ma società umane e cioè le relazioni che intercorrono tra individui e che li tengono insieme, strutture sociali, sistemi stabili di relazioni tra individui, fatti sociali, funzionamento materiale e simbolico delle strutture di relazioni e le persistenze e i mutamenti che strutture e fatti sociali presentano. 1.1.2 Riconoscimento misconoscimento di appartenenza alla specie umana La nozione di specie umana è stata messa in discussione molte volte nel corso della storia umana e i punti di discussione sono stati 1) quali requisiti distinguono esseri umani da altri esseri viventi 2) se questi quesiti sono uniformemente distribuiti tra tutti it ruppi umani. Nella storia occidentale e meridionale un requisito considerato come essenziale per appartenere a pieno titolo alla specie umana era il possesso dell’anima, molte religione credono che tutti gli esseri umani abbiano un’anima immortale. All’interno di molte società si considerano meno umani di altri esseri umani, appartenenti a determinate categorie. In primo luogo le donne che sono considerate umane ma non ai livelli degli uomini, oppure sono considerati non del tutto umani i membri di una certa casta o classe sociale. Questi esempi ci obbligano a parlare di umanità ma anche di riconoscimento misconoscimento dell’umanità nel senso che i vari gruppi umani per escludere includere nella specie umana determinanti altri gruppi o individui, si appellano di volta in volta a criteri di somiglianza o di diversità che sono variati nel tempo e nello spazio. Tra gruppi di esseri umani in contatto tra loro si costruiscono poi forme di comunicazione e di scambio cioè relazioni. Spesso si tratta di scambi ineguali e asimmetrici uno dei gruppi uno dei gruppi riceve molto e dà poco, in questi casi il rapporto tra i gruppi è basato sulla forza e sulla volenza. Tuttavia il contatto tra gruppi diversi ha prodotto risultati vitali condivisi. L’appartenenza alla specie umana non può determinarsi sulla base della assenza o presenza di qualche requisito piuttosto sulla capacità di costruire relazioni con altri gruppi relazioni cooperative o antagonistiche basate sulla gestione delle diversità di volta in volta valorizzate e assolutizzate o de valorizzate in nome di somiglianze considerate più importanti. 1.2 Somiglianze e Diversità 1.2.1 Concezioni e indicatori delle diversità Gli indicatori delle diversità possono variare da società a società e nel tempo. In alcune società si è diversi poiché Si hanno caratteri fisici diversi, in altre la diversità principale è connessa alla religione che si professa,

si è diversi perché qualcuno rileva quella caratteristica e la considera indicatore di diversità. Le diversità possono essere concepite come immutabili, mutabili, permanenti o transitorie. Le si concepisce come immutabili quando le si collega a qualche fattore causale ritenuto immutabile come nel caso in cui la diversità di un gruppo viene fatta derivare da un intervento divino. Un’altra spiegazione delle diversità ha un fondamento scientifico, anziché teologico ed è la spiegazione che fa derivare le diversità dalla trasmissione di caratteri ereditari da una generazione all’altra tramite filiazione. Un altro gruppo di teorie sulle origini e le cause delle diversità le riconduce a fattori ambientali, secondo un'altra ipotesi i tratti che marcano le diversità sarebbero da attribuire all’effetto dell’ambient sociale sugli individui. Alcuni antropologici hanno dato rilievo ai processi educativi e ai processi di inculturazione ai quali sarebbero da attribuire caratteri comuni degli appratenti ad un gruppo e non condivisi da membri di altri. Altri autori che si ispirano a Marx attribuiscono le diversità sociali e culturali ai diversi sistemi di rapporti sociali che si creano nel processo di produzione della vita sociale e della diversa possibilità di accedere ai beni materiali e non che i vari sistemi consentono alle diverse categorie di individui. 1.2.2 Importanza e significato attribuiti alle diversità L’Identificazione di un grippo altro come portatore di tratti e caratteristiche che lo rendono diverso implica, da parte il gruppo giudicante, la consapevolezza della propria diversità 1.2.3 Diversità e Differenze La diversità di una volta attribuita viene caricata di un giudizio di valore, attraverso il quale le diversità vengono trasformate in differenze. Distinguendo tra diversità e differenze si vuole operare una distinzione tra momento della percezione di una non somiglianza e il omento successivo in cui la non somiglianza viene giudicata buona oc attiva. SI costituisce il sistema delle differenze di un gruppo all’interno del quale ciascuna caratteristica diversa riscontrata in altri gruppi ha una sua collocazione in termini di valore e di pertinenza e di collegamento con altre caratteristiche. Il sistema delle differenze elaborato da un gruppo umano può concretamente operare in tre modi. Considerare una diversità non problematica Diversità di un grippo vengono viste come inferiori Gruppo che giudica attribuisce ad un altro un valore positivo che non si ha nel proprio In conclusione i sistemi delle diversità differenze dei vari gruppi umani i sono relazionali situazionali variabili e dinamici. 1.3 Esperienza delle diversità Non esiste percezione universalmente condivisa della diversità. Alcuni studiosi insistono sul carattere immaginario dei sistemi delle diversità e somiglianze, esse sarebbero costruzioni mentali, strumenti inventati dalla mente umana per pensare il mondo, convenzionali e strumentali. Alcuni autori sostengono invece che diversità e differenze sarebbero costruzioni ideologiche nel senso negativo del termine, interpretazioni della realtà arbitrarie e pervenute strumentali all’esercizio ne e alla legittimazione dei rapporti di forza. Le diversità percepite ed elaborate sul piano culturale rimandano a un dato di fatto e referente empirico, ad esempio le concezioni della morte e il fatto che partoriscono donne e non uomini. 1.3.1 Concetto antropologico di cultura

Ci sono strumenti del parlare, modalità di strutturazione di una lingua che sono universali, propri di tutti gli esseri umani. Data la strettissima parentela che intercorre tra strumenti del parlare e del pensare si dovrebbe concludere che, così come possiamo imparare qualsiasi lingua possiamo imparare qualsiasi sistema di pensiero. Pensare e parlare sono capacità umane universali, ma tutte le lingue e tutti i pensieri differiscono in parte da tutti gli altri. La capacità di produrre concetti, parole e simboli comporta la produzione sociale di cultura. Questa è una capacità umana universale ma le culture sono diverse tra loro, tanto che la specie umana ha sviluppato molte capacità di adattamento a diversi ambienti. Anche altri fattori hanno giocato a favore delle diversificazioni interne alla specie, una delle caratteristiche umane comune ad altre specie viventi sociali è la divisione social del lavoro per la sopravvivenza del gruppo. A differenza degli animali che nel caso umano la divisione sociale non è guidata dagli stinti anzi mediata culturalmente. 1.4 Etnocentrismo e Relativismo Culturale Il termine etnocentrismo fu coniato da Summer, uno dei primi antropologi statunitensi che nel 1907 lo definisce come termine tecnico che designa una concezione per la quale il proprio gruppo è considerato il centro di ogni cosa e tutti gli altri sono classificato e valutati in base ad esso. Classificare gli altri in rapporto al proprio gruppo significa applicare agli altri connotazioni categorie criteri ricavati dalla propria esperienza e dal proprio modo di vita, senza chiedersi se siano appropriati per descrivere il modo di vita altrui. Valutare gli altri in rapporto al proprio gruppo significa applicare ad essi valori che orientano giudizi all’interno del proprio gruppo di appartenenza. Nessuna società può vivere se i suoi membri non rispettano un numero di regole condivise. Il rispetto delle regole deve essere interiorizzato da parte di ciascuno dei membri della società. Tutte le società umane si preoccupano di far apprendere e interiorizzare regole da parte dei propri membri, in primo luogo, nel corso del processo di inculturazione 1.4.1 Inculturazione. Parte cospicua di costumi regole e usanze di un gruppo che vengono apprese e messe in atto da singoli attraverso azioni concrete della vita quotidiana. 1.4.2 Etnocentrismo Attitudinale Si tratta di modi di fare le cose così interiorizzati da parte dei singoli esseri umani che ciascuno tende a considerare i propri come naturali come una qualunque altra attitudine umana. 1.4.3 Etnocentrismo Ideologico Identificarsi con stato nazione significa per sì oggetti umani valorizzare se stessi. Negli ultimi decenni si sono sviluppati processi che hanno rafforzato la diffusione dell’etnocentrismo a base etnica. L’etnocentrismo sotteso allo tato nazione e quello che alimenta le identità etniche appartengono a pieno titolo agli etnocentrismi ideologici. Queste forme dell’etnocentrismo sono radicate in sistemi di idee relativi alle somiglianze/diversità costruite ed elaborate consapevolmente. 1.4.4. Razzismi L’etnocentrismo è un costrutto culturale che può avere sviluppi pericolosi e può sfociare nel razzismo. 1.4.5 Relativismo Culturale Atteggiamento tollerante disposto a lasciare spazio a pratiche e usanze strane e a favorire la convivenza tra culture, multiculturalismo, le iniziative interculturali e così via. Il relativismo si articola in

Relativismo Cognitivo secondo il quale la cultura a cultura variano strutture del pensiero e categorie secondo le quali i pensieri vengono organizzati Relativismo Morale nel quale nessuna azione umana può essere giudicata al di fuori del contesto culturale in cui viene compiuta. 1.4.6 Razzismo differenziali sta Sostenitori del razzismo differenziali sta riconoscono che i sistemi conoscitivi e morali sono diversi e li considerano incompatibili e immodificabili. Ogni cultura può essere accettata purché resti circoscritta coloro che ad essa appartengono. 1.5 Fare antropologia ovvero lo studio delle diversità e delle somiglianze L’antropologia è un’attività di investigazione, ricerca, riflessione che ha in comune con le scienze della natura l’uso del metodo. Le distinzioni tra scienze della natura e scienze umane non sono rigide. La ricerca è metodo, ciò che caratterizza la conoscenza scientifica è il metodo, il rispetto di un insieme di regole, il cui scopo è di formalizzare il percorso conoscitivo e difenderlo comunicabile e ripetibile. La prima regola riguarda il lessico che si usa, bisogna usare gli stessi termini per indicare gli stessi fenomeni. La seconda regola riguarda il principio di non contraddizione, linguaggio che l’antropologo usa per analizzare le contraddizioni, non deve essere contradittorio. Altro percorso possibile è quello che parte da un enunciato di carattere generale e ne verifica l’applicabilità o meno a una determinata categoria di casi. Nel primo si procede dal particolare all’universale, nel secondo dall’universale al particolare. 1.5.1 La ricognizione delle diversità Il primo compito dell’antropologia come disciplina che studia le diversità della specie umana è la ricognizione delle diversità, osservare descrivere e catalogare le diversità umane secondo gli ambiti dell’esistenza umana in cui esse si manifestano. 1.5.2 Che cosa fanno gli antropologi? Con quali strumenti e accorgimenti? Fare ricerca antropologica è indispensabile una disposizione iniziale al relativismo, mettersi nei panni degli altri è operazione che incontra limiti considerevoli, oggettivi e morali. Un soggiorno sul terreno non può sostituirsi a una vita. L’obiettivo della conoscenza antropologica è la comprensione che si raggiunge tramite il confronto tra il modo di pensare altrui e il nostro. 1.5.3 Etnocentrismo Critico De Martino definiva la sua posizione di etnocentrismo critico intendendo l’impossibilità e inutilità di uscire dalla propria tradizione culturale, dal proprio etnocentrismo, che però si fa critico in quanto non dimentica la propria origine storica. Capitolo 2 La costruzione degli altri da Noi 2.1 Diversità sono antiche la preistoria della specie umana Le diversità tra gli esseri umani è storica relazionale e dinamica e le diversità e le loro identità sono i prodotti di relazioni storiche tra gruppi di esseri umani.

2.1.1 Origini della specie Nell’ambito dell’antropologia si sono creati due modi di pensiero Creazionisti: attribuiscono le caratteristiche della specie umana all’originaria creazione divina Segregazionisti: le diversità riscontra ili nei vari gruppi umani sono in ogni caso forme di degenerazione corruzione e peggioramento La teoria evoluzionista riguarda le forme di vita vegetali e animali manifestatesi sul pianeta Terra, estinte e viventi. L’inizio del processo di ominazione viene collocato tra 8 e 5 milioni di anni fa, tra 2 milioni e un milione e mezzo si possono datare i resti di un tipo nuovo di essere vivente con caratteristiche tale da indurre gli studiosi a chiamarlo Homo. 2.1.2 Raccoglitori e Cacciatori L’evoluzione della specie umana è connessa con il processo di adattamento all’ambiente. Le prime forme di organizzazione sono stati piccoli gruppi che si sostenevano con la raccolta di alimenti vegetali e con la caccia e la pesca Nel corso di centinaia di miglia di anni la specie ha popolato il globo. La produzione di vegetali e animali ha dato via alla creazione di beni in cui si riorganizzano gradualmente la vita sociale. Conseguenza delle nuove forme fu l’introduzione della diversità culturale. 2.2 Prime Colonie, primo impero ed età greco romana I greci furono colonizzatori delle terre altrui, convinti della loro superiorità. Se i greci erano dei tolleranti differenzialisti i romani furono degli assimilazionisti decisi ma non razzisti, i romani riconobbero sempre il valore e l’abilità militare e davano per scontate la superiorità dei greci su di loro. Cristianesimo è una sintesi tra retaggi culturali diversi con un unico Dio concepito come al di là di ogni esperienza umana creatore onnipotente del mondo. Divenne religione tollerata dallo stato e la conversione al cristianesimo divenne uno dei percorsi della romanizzazione. Gli antenati degli scandinavi, vichinghi fanno parte della categoria dei barbari ma senza lo stigma negativo che riserviamo ai vandali o agli unni. I turchi tolsero agli arabi il potere delle terree conquistate. La legge coranica è al tempo stesso legge religiosa e legge civile. Le crociate sono guerre di religione e come tali sono totali che non ammettono soluzioni e negoziazioni. Marco Polo è l’eroe più noto di questi lunghi pericolosi affascinanti percorsi di esplorazione per via terra. 2.6 Una sistemazione Teorica I contatti culturali tra popoli diversi e la teoria dell’acculturazione Il contatto culturale tra popoli diversi è stato individuato come uno dei temi centrali dell’antropologia solo negli anni 30 del 900. Il termine acculturazione è stato criticato dagli antropologi inglesi e francesi rimproverandogli una sorta di implicito etnocentrismo. Termine acculturazione finisce con dare l’idea di un avvicinamento unilaterale di una cultura ad un'altra Capitolo 3 La ricognizione delle diversità Culture e parentele 3.1 Sistemi, strutture formazioni, le diversità umane nel flusso della storia Da un punto di vista antropologico è possibile distinguere nel flusso della storia: Sistemi distinti dell’attività umana. Strutture, relazioni tra le parti di un sistema che si mantengono costanti e che sono tali per cui la modificazione di uno di essi comporta la modificazione degli altri e dunque dell’intera struttura.

Formazione storico sociali, sistemi di relazioni che hanno una stabilità, civiltà o culture. La ricostruzione del passato come storia della civiltà e delle culture permetti di praticare il confronto sistematico tra queste ultime, ovvero la ricognizione delle diversità e somiglianze che si articolare su 2 assi, temporale diacronico, e spaziale sincronico. 3.2 Concetto di Cultura 3.2.1 Concezioni tradizionali di cultura Per Molto tempo in Italia, il termine cultura ha avuto un senso ristretto, riferito al patrimonio di conoscenze possedute da persone dotate di istruzione superiore che coltivavano il proprio spirito. I Francia matura l’idea di una cultura come risultato di una crescita spirituale di un progresso in termini individuali che rimandava al concetto di civilizzazione, intesa come progresso collettivo di interi gruppi, che avrebbero così raggiunto il traguardo della civiltà. In Germania tra 700 e 800 il termine cultura lo si riferisce a un patrimonio spirituale che non è più inteso in termini individuali ma collettivi come appartenente a un intero popolo. La Cultura è concepita come un patrimonio comune condiviso e trasmesso da una generazione all’altra, u patrimonio spirituale che identifica ciascun popolo e lo rende diverso dagli altri. 3.2.2 Tylor e la prima definizione antropologica di cultura Tylor è uno dei fondatori della moderna antropologia scientifica e nel suo libro Primitive Culture, la cultura viene definita come l’insieme complesso che include conoscenze credenze arte morale diritto costume e qualsiasi altra capacità e abitudine che l’uomo acquisisce come membro di una società. In primo luogo la definizione di Tylor è descrittiva e non prescrittiva, la cultura è un prodotto dell’attività umana in società non un ideale da realizzare ma un insieme di prodotti umani che distingue tutte le società umane. Infatti per Tylor la cultura è Universale Appresa Sociale Le culture sono soggette alla legge dell’evoluzione ed è proprio per il situarsi a diversi livelli del percorso evolutivo che spiega le diversità delle culture. Resta quindi il problema se si debba parlare di cultura singolare o plurale. Considerando ciascuna cultura in qualche modo distinta rispetto alle altre. Il termine cultura ha continuato ad essere usato con ambiguità. Fino alla metà del 900 molti studiosi hanno usato il termine cultura in opposizione a civiltà volendo distinguere società evolute da quelle meno evolute. 3.2.3 Concezione mentalistica della cultura. Dopo gli anni 20 del 900 ha preso forma un indirizzo di pensiero antropologico che si è sviluppato negli Usa. Fondatore di questo indirizzo è Franz Boas, considerato uno dei maggiori antropologi non solo Americani. Per i suoi allievi le culture, sono le forme specifiche particolari, storicamente determinate di una modalità di essere, di un sistema o livello o dimensione della vita sociale che p di tute le società , il sistema della cultura. La cultura viene definita come concezione del mondo e della vita, una realtà mentale, un modo di concepire, vedere, giudicare il mondo e se stessi nel mondo, insieme di concetti, valori collegati a un linguaggio e organizzati secondo uno stile. Prodotta storicamente e socialmente, appresa dagli individui nel processo di inculturazione, le varie culture sono al tempo stesso realtà mentale e realtà esterna sociale. Cultura sono le conoscenze e valori che , insieme , costituiscono una realtà mentale elaborata e condivisa all’interno dei vari gruppi umani, e al tempo stesso, cultura è ciò che dà forma ai comportamenti umani ed è incorporata in essi, è una realtà sociale. Questa concezione concorda con quella di Tylor sui caratteri principali della cultura, universale nel senso che tutte le società hanno una propria cultura, ed è appresa.

L’analisi degli antropologi di scuola bossiana si distacca dall’impostazione evoluzionista e considera ogni cultura un fattore sociale specifico. In questa p...


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