Riassunto PDF

Title Riassunto
Course Fondamenti di marketing
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Pages 2
File Size 93.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 80
Total Views 159

Summary

1111...


Description

Riassunto: La Patente, Pirandello di Luigi Pirandello Riassunto: E’ uno dei racconti più profondamente umani di Pirandello, anche se a una prima frettolosa lettura può sembrare una novella grottesca, con il gusto del paradossale. Il pessimismo dell’autore e la sua partecipazione alla triste sorte degli uomini, specialmente se umili o emarginati, ne La patente trovano una chiara manifestazione. Vi si narra di un povero scritturale di un monte di pegni, Rosario Chiarchiaro, un padre di famiglia che viene cacciato dall’impiego perché accusato di portare disgrazie, di essere cioè uno iettatore. Lo sventurato cade in preda alla disperazione, dato che la società lo sclude. Cosa potrà fare per guadagnarsi da vivere, dal momento che tutti evitano addirittura d’incontrarlo? Cita allora in tribunale due tra i tanti diffamatori, e non per farli condannare, ma per ricavare alla fine del processo, assieme alla loro sicura assoluzione, il riconoscimento ufficiale della sua fame di iettatore e la relativa patente. Con tanto di bollo legale! Ma per fare cosa? Per vivere. Con la patente Chiarchiaro si presenterà davanti alle fabbriche, alle botteghe, e tutti dovranno pagargli una tassa affinché vada via, in modo da allontanare il rischio di disgrazie. Lo sventurato Chiarchiaro invece di ribellarsi all’accusa di iettatore, ha pensato di sfruttare la situazione in cui, per la stoltezza dei suoi simili, si è trovato imprigionato. Cerca la salvezza in modo insolito, rinunciando al tentativo di svincolarsi dalla forma, anzi appropriandosene, per diventare iettatore non per superstizione ma… per regia patente, rilasciata da un tribunale, voluta da lui stesso. Analisi Nell’opera teatrale omonima, un atto unico arricchito di qualche nuovo particolare e d’un finale genialissimo, Chiarchiaro dà la prova immediata della sua terribile presenza: a un improvviso colpo di vento si spalanca la finestra della stanza del giudice D’Andrea, e l’amatissimo cardellino del magistrato istruttore precipita con la gabbia rovinosamente sul pavimento e vi rimane stecchito. Al momento accorrono gli altri giudici e, costatando con i propri occhi le doti del temuto iettatore, pagano la tassa che egli pretende per toglierselo immediatamente dai piedi. Quella di Chiarchiaro è una figura molto triste. Il suo ritratto a volte può sembrare grottesco e divertito, ma in esso risulta evidente la pietà dello scrittore. E’ uno dei personaggi più intensamente drammatici creati dal genio del narratore siciliano, che spesso con la sua arte riesce a far nascere nel lettore quella stessa pena di vivere, che tormenta i suoi dolenti esseri umani. La patente, scritta nel 1911, è da tutti considerata una tra le novelle più meritatamente famose di Pirandello. Qualche decennio fa è stata portata sullo schermo cinematografico, con il medesimo titolo, dal regista Luigi Zampa, con un grande Totò nei panni di Chiarchiaro. COMMENTO In questa novella si riflette il mondo pirandelliano, un mondo paradossale intriso di amaro umorismo. La figura del Chiarchiaro appare altamente drammatica. L'ignoranza e la superstizione hanno fatto di lui un disperato e perciò egli vuole ora rifarsi di tanti bocconi amari ingoiati in silenzio. La sua ribellione è comprensibile: è quella di un uomo che, ridotto alla disperazione, vuole gettare in faccia alla gente crudele e superstiziosa, la sua sofferenza, il suo odio, e trarre dalla sua disgrazia il massimo profitto. Ma (è questa la tesi del Pirandello) egli sarà costretto a portare sul volto la maschera grottesca e tragica dello iettatore, quella maschera che gli uomini gli hanno crudelmente imposto. Ecco che Chiarchiaro passa di colpo dal ruolo di macchietta a quello di eroe tragico e la sua situazione diventa emblematica della beffa della vita, delle menzogne in cui l'uomo si dibatte, incapace di sottrarsi alle grottesche regole che lo schiacciano, se non trova il modo di adattarsi. E Chiarchiaro si adatta: ormai ha accumulato tanta bile contro la schifosa umanità da poter compiere realmente gesti da iettatore. Commento breve La fama di iettatore ha ormai distrutto la vita di Chiarchiaro, che ha perso il lavoro e vive dell'elemosina del figlio, Egli decide allora di non ribellarsi più inutilmente al marchio infamante, con cui la società lo ha bollato, ma, ribaltando la situazione, cerca di sfruttarlo, portandolo alle estreme conseguenze: vuole un riconoscimento ufficiale, "la patente" di iettatore, convinto in questo modo di fare fortuna e ottenere la propria rivincita.

Trama « ...Rosario Chiarchiaro s'è combinata una faccia da jettatore che è una meraviglia a vedere. S'è lasciato crescere su le cave gote gialle una barbaccia ispida e cespugliuta; s'è insellato sul naso un pajo di grossi occhiali cerchiati d'osso che gli danno l'aspetto di un barbagianni; ha poi indossato un abito lustro, sorcigno, che gli sgonfia da tutte le parti, e tiene una canna d'India in mano col manico di corno. » È con questa maschera da menagramo che Chiarchiaro[1] si presenta in tribunale, poiché è così che lo vedono tutti quelli che terrorizzati lo incontrano facendo nel contempo gesti scaramantici; e dunque, se così deve essere, è meglio corrispondere a quello che gli altri credono che tu sia come tutti credono.Se tu mi vedi come uno jettatore per quanto io faccia non riuscirò a cambiare la tua opinione e dunque sarò come tu mi vuoi ma che almeno possa trarne un vantaggio.Il giudice D'Andrea, seriamente convinto che la jella non esista, vuole rendere giustizia al pover'uomo così ingiustamente messo al bando dalla società per una sciocca superstizione ed è quindi disposto a condannare il figlio del sindaco e un assessore, contro i quali s'è querelato per diffamazione Chiarchiaro a seguito degli scongiuri che quelli hanno pubblicamente e sfacciatamente fatti al suo passaggio. Ma il giudice viene a sapere dallo stesso querelante che questi è andato a fornire prove e testimonianze certe della sua capacità jettatoria agli stessi avvocati dei querelati. Dunque sarebbe lui che vuole essere condannato.Eppure Chiarchiaro ha diversi motivi per chiedere giustizia: a causa della cattiva fama costruita su di lui la sua famiglia s'è rinchiusa in casa, le sue belle figliole non trovano più nessuno che voglia sposarle, lui stesso ha perduto il lavoro e fa la fame. Ma proprio per questo il presunto jettatore vuole che non ci siano più dubbi sulle sue doti di autore di malefici: chi li teme dovrà pagare una piccola somma per evitarli e perché questo non appaia come un'estorsione egli pretende che il giudice gli dia, condannandolo, un attestato, una patente per esercitare legalmente la sua professione di jettatore. Come il giudice con la sua laurea può esercitare la sua professione così Chiarchiaro potrà scrivere sul suo biglietto da visita: "di professione jettatore" e così, apertamente, potrà far pagare una tassa anti-jella ai superstiziosi.Il giudice naturalmente si rifiuta, quando, proprio mentre Chiarchiaro pretende al alta voce la sua patente di jettatore, un colpo di vento fa cadere la gabbia dove, ormai morto per la caduta, cantava un cardellino unico ricordo della defunta cara mamma del giudice.I giudici del collegio giudicante hanno assistito muti e sbigottiti all'accaduto: pagano in silenzio il loro obolo a Chiarchiaro che lo accetta sghignazzando: da adesso potrà ufficialmente esercitare la sua professione. I temi dell'opera Emergono alcune tematiche care a Pirandello come gli intrecci relazionali fra gli uomini, resi alterati, inquinati dai pregiudizi e dai preconcetti e soprattutto dalle proiezioni che vengono applicate sui soggetti bersaglio in base alle apparenze, alle esteriorità, ai giudizi superficiali e di convenienza. L'uomo per sopravvivere è costretto a crearsi delle apparenze, sia su se stesso sia sugli altri, in parte per deresponsabilizzarsi, per tranquillizzarsi e per esorcizzare i misteri della vita, della morte e dell'uomo. L'etichetta, la maschera, il ruolo plasmati dagli altri sono talmente penetranti da risultare incancellabili e talvolta pure inalterabili. Una delle tragedie dell'uomo è proprio quella di doversi aggrappare, per sopravvivere, proprio a queste maschere fino al punto da immedesimarsi completamente in esse, da restarne assorbito fino alla scarnificazione della propria personalità. Ed ecco che il protagonista della Patente si ricuce su misura gli abiti dello iettatore, e non contento ancora delle nuove sembianze, rivendica il diritto di rifondare, come un nuovo Noè, le basi dei tessuti sociali, troppo orribili per essere conservate. L'insoddisfazione del protagonista si può accomunare a tutti gli uomini morti, viventi un'epoca di svolte, di incertezze e privi di un doveroso e profondo senso della vita....


Similar Free PDFs