Riassunto dell\'Albania PDF

Title Riassunto dell\'Albania
Course Storia moderna
Institution Sapienza - Università di Roma
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PER L'ESAME DI STORIA DELL'EUROPA OCCIDENTALE, UNIVERSITA LA SAPIENZA...


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Storia dell’Albania contemporanea

Cap 1-Il popolo delle aquile tra leggenda e realtà La storia albanese è strettamente connessa alla sua posizione strategicamente rilevante. Gli Illiri furono la popolazione più importante sul territorio albanese, ma non riuscirono a creare uno stato unitario. Erano in difficili rapporti con la popolazione Ellenica già dal 600 a.C. Alessandro il grande occupa i territori illiri, seguito poi da Roma, che li occupa tra il 229 e il 168 a.C. Con la divisione dell’impero romano le terre passano sotto il controllo di Bisanzio. Il territorio albanese è da sempre punto d’incontro e scontro tra la civiltà greca e romana. In seguito gli illiri patiranno l’invasione di Goti, Bulgari, Unni e soprattutto degli Slavi. Le forze bizantine attuano un processo di riconquista, sconfiggendo anche i Normanni. Il problema è che le continue invasioni e guerre impediscono la nascita di processi unitari tra albanesi. In seguito al declino di Bisanzio, l’Albania è conquistata dal regno di Sicilia e Carlo I d’Angiò diviene re d’Albania nel 1272. I sudditi si ribellano e, appoggiandosi al re Serbo Dusan, mettono fine alla sovranità angioina. In assenza di un potere centrale, i nobili feudatari attuano politiche di espansione attraverso matrimoni e guerre. La vittoria Ottomana crea ulteriori divisioni tra i signori locali. Quelli che si oppongono subiscono un duro vassallaggio, mentre gli altri godono di una relativa autonomia. Nel ‘400 gli Ottomani sono presenti nell’Albania meridionale, mentre Venezia s’impossessa del nord, che apparteneva alla Serbia. Questo determinò molti conflitti tra Venezia e la Sublime Porta. In questo periodo l’economia albanese passa da un’agricoltura di sopravvivenza a una di scambio. Personaggio fondamentale nella cultura e nella storia albanese è Giorgio Castriota, sopranominato Scanderberg, grande condottiero capace di unificare le forze albanesi contro gli Ottomani. La guerra turco-ungherese del 1442 segna l’allontanamento di molte truppe turche dall’Albania, e un’occasione di ribellione. Nel 1443 Scanderberg proclama la restaurazione del Principato Libero dall’Albania e crea la Lega albanese. Scanderberg diventa il comandante di un esercito che preoccupa Venezia. Questa cerca di dividere i feudatari membri della Lega, perciò Scanderberg preferisce rimanere in pace con Venezia. Dopo le forze Ottomane cercano di conquistare Kruja, la capitale del principato, ma sonno costretti a ritirarsi. Scanderberg tenta di trasformare la Lega in uno stato. Molti tradiscono o abbandonano, ma nonostante ciò, egli ottiene altre vittorie con i turchi, e la devastazione accentua la povertà e la carestia. Scanderberg muore nel 1468, e con la sua morte molti suoi fedeli emigrano in Calabria. Dopo le truppe ottomane riconquistano Kruja, e il 1506 è l’anno della definitiva sconfitta deli albanesi.

Cap 2-La questione Albanese e i Balcani tra XIX e XX secolo Fra ‘700 e ‘800 l’Europa cambia, nascono Italia e Germania, si sviluppano le borghesie nazionali. I balcani divengono il banco di prova delle potenze europee. Nel congresso di Vienna del 1815 emerge il principio della legittimità, ma si occupa marginalmente dei balcani e delle dispute tra Russia, Austria e Turchia. Le popolazioni balcaniche tuttavia cominciano a scalpitare, i serbi ottengono un governo autonomo dopo aver sconfitto i turchi, e diventano esempio Moldavia e Grecia che ottengono l’autonomia. La Russia, sfruttando il caos, marcia verso Costantinopoli, ma viene fermata da Francia e Gran Bretagna. Fu firmato un accordo che sanciva la libertà di navigazione della Russia nel mar nero. La Russia ci riprova, ma francesi e inglesi portano la guerra in crimea, dove la Russia viene sconfitta. Al congresso di Parigi del 1856, la Russia sarà fortemente penalizzata, mentre viene assicurata l’integrità dell’impero ottomano. Negli anni ’70 tocca a Erzegovina, Bulgaria e Montenegro insorgere, e la dura reazione turca offre ai russi un pretesto per intervenire. Nel 1877 la Russia dichiara guerra al sultano. La Turchia chiede la pace e l’armistizio di Adrianopoli segna la fine della guerra. Col trattato di Santo Stefano, la Bulgaria ottiene l’autonomia, mentre Serbia e Montenegro l’indipendenza. Al congresso di Berlino, convocato da Bismarck nel ’78, la Romania ottiene l’indipendenza, la Macedonia resta turca, la Bosnia e Erzegovina vengono occupate dall’Austria e la Francia ottiene la Tunisia. Gli albanesi rimangono sostenitori dei turchi, perché capiscono di essere oggetto di desiderio per Austria e Italia. L’Albania diventa il banco di prova delle due potenze.

Cap 3-L’Albania verso l’indipendenza Il biennio ’09-11 è un periodo di ribellione permanente contro i turchi e la loro dominazione. La sollevazione del 1909 assume un carattere nazionalista grazie alla propaganda di Isa Bolentini contro i giovani turchi. Il sultano è costretto a concedere privilegi ai ribelli, e il suo carisma viene intaccato. Nella prima fase della ribellione : la nuova rivolta inizia il 24 marzo 1911. A spingere i ribelli albanesi, è la stampa italiana. Nella seconda fase : sono le divisioni interne a indebolire i ribelli, mentre il governo turco risponde usando volontari albanesi musulmani.

Dopo la vittoria, la Sublime Porta invia un pascià con la missione di accordarsi con i capi albanesi, che si sottomettono. Di fatto l’Italia non vuole intervenire, ma ha offerto agli albanesi politico importante. La seconda fase si chiude con l’ingresso del generale Turgut pascià a Scutari. Nella terza fase : la guerriglia prosegue, gli albanesi ricevono rinforzi dal sud e nessuna delle due parti è disposta a cedere. Il primo maggio esce il manifesto del comitato centrale degli insorti albanesi che richiede che l’Albania sia unificata; gli ottomani hanno una reazione forte di fronte a questo documento, e il 10 maggio il pascià proclama che i ribelli cinque giorni per sottomettersi. Infine, nella quarta fase : il 15 maggio scade l’ultimatum e riprendono le operazioni contro i ribelli. Scutari viene assediata. L’Impero ottomano soffre però un periodo di crisi interna per il movimento dei giovani turchi ed esterna in quanto sono Montenegro, Italia, Austria e Russia a disapprovare le azioni svolte in Albania.

Cap 4-L’indipendenza nazionale albanese Prima della prima guerra mondiale, l’Albania era economicamente arretrato a causa della divisione interna tra tribù e clan, le infrastrutture erano assenti. L’economia si reggeva sull’agricoltura e sulla pastorizia. La struttura della proprietà era organizzata ancora da un sistema semi-feudale, il pagamento degli affitti avveniva in natura. Nelle montane il potere era nelle mani dei capi clan, e più particolata era la società nelle città più importanti. Valona è il maggiore porto d’Albania, un altro centro importante è Scutari. La questione sociale è notevolmente complicata dalla compresenza di confessioni religiose diverse e in contrasto fra loro. Nell’autunno del ’11 l’Italia dichiara guerra all’impero ottomano per definire il contenzioso sulla Libia, nel frattempo un gruppo di deputati albanesi con a capo Qemali chiede a Istanbul la concessione dell’autonomia amministrativa all’Albania. I giovani turchi sciolgono il parlamento, ma la campagna elettorale fornisce ai leader albanesi l’occasione per sostenere candidati nazionali e il tempo per organizzare una rivolta armata. La rivolta albanese ha successo e trova sostenitori anche in Turchia. Il 22 luglio del ’22 gli insorti albanesi entrano a Prishtina, realtà che favorisce la politica austriaca. 1° guerra balcanica : nel frattempo gli stati balcanici cominciano ad organizzare una rete di alleanze anti-turca, ma gli albanesi avrebbero pagato sulla loro pelle una completa disfatta turca. I capi albanesi proclamano l’indipendenza dell’Albania il 28 novembre 1912. A quel punto l’attenzione di Italia e Austria si sposta dalla guerra balcanica alle sorti albanesi. La triplice alleanza salvaguardia i confini albanesi, e il 1 dicembre la Turchia chiede l’armistizio. 2° guerra balcanica : nell’aprile del ’33 c’è la seconda guerra, ma è di nuovo un fallimento per la Turchia, che chiede la pace, firmata il 1 marzo. Riprende la conferenza degli ambasciatori a Londra, ancora una volta l’Albania viene difesa e la Turchia fortemente penalizzata. Un anno dopo la proclamazione dell’indipendenza, le grandi potenze nominano principe d’Albania Guglielmo Wied, che sale al trono nell’aprile del ’14.

Cap 5-L’Albania, la I guerra mondiale e la conferenza di pace L’ascesa di Wied al trono conclude il governo provvisorio di Qemali, che, essendosi opposto è costretto alle dimissioni e all’esilio. La scelta di un principe straniero e protestante è finalizzata ad avere un costante controllo della politica interna albanese e di garantire la stabilità. Però i sostenitori di Qemali non demordono e appoggiano l’ex ministro Toptani, Wied cede e affida a Toptani due ministeri. Inoltre a governare è anche la commissione internazionale. 1° guerra mondiale : a minacciare l’Europa sono le nazionalità oppresse. L’attentato a Francesco Ferdinando del 28 giugno del ’14 dà il via alla guerra. Il 23 luglio l’Austria lancia l’ultimatum alla Serbia che, appoggiata dalla Russia, resiste. Il 28 luglio l’Austria dichiara guerra alla Russia, sostenuta invece dalla Francia. La Gran Bretagna interviene dopo l’invasione tedesca del Belgio. L’Austria preme su Wied affinché partecipi, ma egli rifiuta. La ritorsione di Vienna costringe Wied ad abbandonare l’Albania. Toptani rientra in patria. Il patto di Londra dell’aprile 1915 tra Italia, Francia, Gran Bretagna e Russia sancisce la fine della neutralità italiana e prevede lo smembramento dell’Albania. Alla fine della guerra in Albania sono presenti serbi, montenegrini, italiani, francesi e greci. La conferenza di Versailles inizia nel gennaio del 1919. Bisogna organizzare l’Europa in modo tale da evitare l’espansionismo tedesco. L’Albania non trova paladini dei propri interessi, si oppone assieme all’Italia sulla creazione di uno stato jugoslavo. Nel ’20 molti albanesi si riuniscono sotto la presidenza di Elbasani e approvano un nuovo statuto, creano un senato e proclamano la volontà di ottenere l’indipendenza nazionale. La capitale viene trasferita a Tirana. Sempre nel ’20 l’Italia sigla un trattato in cui si impegna a tutelare l’indipendenza albanese e a ritirare le truppe dal territorio. In seguito l’Albania entra nella società delle nazioni.

Cap 6-L’Albania tra le due guerre. Il protettorato italiano ( 1921-1939 ) Nelle elezioni del ’21 emergono due raggruppamenti politici : il partito progressista dei proprietari terrieri e il partito popolare. Oltre a questi, emerge la fazione di Ahmed bey zogu; ad esso si oppone la fazione del vescovo di Durazzo, Fan stilian noli. Il progetto di Noli è di liberare l’Albania dall’influenza delle grandi potenze. A suo favore USA, Italia e URSS che non li forniscono gli aiuti necessari. Noli ricorre alle elezioni per legittimare il suo potere, ma zog ne approfitta per entrare con i suoi uomini a Tirana e prendere il potere. Il 19 gennaio 1925 Zog proclama la nascita della repubblica d’Albania. Il nuovo sistema si regge su un fortissimo potere esecutivo che sconfina nell’autoritarismo. Zog si avvicina all’Italia, siglando con il governo fascista accordi economici e di assistenza militare. Nel ’26 l’Italia diviene garante dell’indipendenza albanese. Il progetto di Mussolini è di creare un’intesa collettiva tra gli stati balcanici e di avere in questa intesa un ruolo centrale. Tuttavia il progetto fallisce a causa dell’opposizione francese. Il 27 novembre del ‘26 Italia e Albania siglano il Patto di amicizia e sicurezza, o Patto di Tirana, che prevede la tutela reciproca in caso di attacco da parte di uno stato balcanico. In seguito il trattato di Tirana consente a Zog di proclamarsi re d’Albania, trasformando il paese in una monarchia costituzionale e la reciproca tutela è ogni tipo di attacco. Il regno di Zog si basa su una serie di riforme finalizzate a europeizzare l’Albania : viene abolito il kanun, la poligamia, viene introdotto il divorzio. Zog riconosce tutte le confessioni, che sono però controllate dallo stato. Non potendo tassare i più ricchi, Zog ricorre a prestiti internazionali, e in particolare italiani. Nel ’31 l’Italia offre un prestito in cambio della realizzazione di un’unione doganale che, di fatto, avrebbe subordinato l’economia albanese a quella italiana. In Albania c’è una forte opposizione, che induce Zog a cambiare atteggiamento. 70 ufficiali italiani vengono espulsi. La dura reazione italiana induce Zog a ricucire i rapporti, ma a questo punto l’Italia pretende il completo controllo sugli accordi commerciali albanesi. Zog tenta invano di avvicinarsi alla Francia. La borghesia albanese non appoggia più il suo re, che subisce ben due complotti. Nel ’35 Zog conferisce la carica di primo ministro al liberale Frasheri, che concede più libertà di stampa, la nascita dei sindacati ed elimina ogni ostacolo alla penetrazione economica italiana. Risolti questi problemi, Zog destituisce Frasheri e lo sostituisce con un suo fedelissimo, che conduce una politica autoritaria. Nel corso della conferenza di Monaco, convocata per il problema dei sudati e Hitler, Mussolini si conquista la nomea di “ salvatore della pace “. Galeazzo Ciano preme Mussolini per un’occupazione dell’Albania, e tra il 6 e 7 aprile del ’39 le truppe italiane sbarcano a Durazzo e Valona, ponendo fine all’indipendenza albanese e al regno di Zog. Non c’è alcuna reazione a livello internazionale. Vittorio Emanuelle III accetta la corona d’Albania, che diventa provincia italiana.

Cap 7-Dalla repubblica popolare albanese all’economia di mercato L’08 settembre del ’43 l’Italia è divisa tra regno del sud e repubblica di Salò, i tedeschi si propongono come liberatori dell’Albania, sostenuti dal Balli e dai sostenitori di Zog. I tedeschi cercano di penetrare nelle zone occupate dai comunisti, ma sono forzati a ritirarsi a Tirana, dove Hoxha costituisce il primo governo provvisorio, riconosciuto da URSS e USA. Nelle elezioni del ’45 il fronte democratico ( ex Lufta ) è partito unico. Viene varata una costituzione sul modello sovietico. I rapporti con la Jugoslavia comunista sono molto stretti, ma nel ’48 avviene la rottura tra Belgrado e Mosca, e l’Albania si allea con Mosca. Tra Albania e Jugoslavia il problema principale è quello delle minoranze, che viene affrontato da Tito. Anche i rapporti tra Grecia ( sostenuta da Francia e Gran Bretagna ) e Albania sono tesi. Dopo la morte di Stalin, Hoxha cede la presidenza del consiglio al suo fedele Shelu e aderisce al Patto di Varsavia ( ’55 ). Il socialismo di Hoxha è detto “ comunismo nazionale “. Nel ’56, Hoxha prosegue la sua campagna anti-titoista, a causa della quale vengono condannati molti dirigenti. Tirana si avvicina sempre alla Cina di Mao, in rotta di collisione con l’URSS. Nel XXII del PCUS, si condannano le politiche staliniste di Hoxha, e Mosca sospende i finanziamenti verso l’Albania. Questi sono sostituti da finanziamenti cinesi, che non bastano. La caduta di Cruscev non porta a un riavvicinamento, anzi l’Albania seguirà la Cina anche nella rivoluzione culturale. Nel ’76 Xiao Ping subentra dopo la morte di Mao, Tirana disapprova le svolte capitalistiche cinesi e la Cina smette di erogare aiuti. Per reazione Hoxha appoggia il Vietnam. Hoxha muore nel ’86. Dopo la morte di Hoxha va al potere Alia, che porta segnali di apertura ed è attento alla questione del Kossovo. Egli promette maggiore libertà politica e permette ai movimenti politici di opposizione di uscire dalla clandestinità. Nelle elezioni del ’91, i comunisti restano al potere, ma nel ’92 Alia è costretto a cedere il potere a Berisha, leader del partito democratico. Dai primi anni novanta una grande maggioranza di albanesi fuggono cercando di entrare in Italia, ma spesso costretti a tornare in patria. Il problema principale è l’economia. Alle elezioni del ’96 Berisha ottiene l’87% dei seggi, ma le polemiche sono tante, ciò nonostante il governo di Tirana ottiene l’ingresso nell’OMC ( organizzazione mondiale del commercio ) e nel consiglio d’Europa. Nel ’97 tornano disordini a causa delle polemiche sulle elezioni, Valona diviene dominio di bande, il paese si divide e il governo Meski proclama lo stato di emergenza che conferisce i pieni poteri al presidente. Questo non basta, perché i rivoltosi assaltano le caserme e liberano i detenuti Alia e Nano dalle carceri. Meski si dimette ed è il socialista Fino a prendere la presidenza del consiglio. Le elezioni del ’97 sono migliori, e portano alla presidenza il socialista Fedjani, mentre Nano torna alla presidenza del consiglio. La cosa tragica è che gli anni ’90 hanno visto in Albania, il ritorno di pratiche tribali, quali ribellioni e rivolte armate. Dal punto di vista economico l’Albania è

impegnata nella transizione verso un’economia di mercato, e può contare sulla Grecia e l’Italia. Infine possiamo dire che nel processo di transizione albanese un ruolo importante e positivo è stato giocato dall’Italia....


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