Riassunto Johann Fichte PDF

Title Riassunto Johann Fichte
Author Serena Pistis
Course Filosofia
Institution Liceo (Italia)
Pages 2
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Summary

Riassunto Johann Fichte
Filosofia come dottrina della scienza F
Idealismo contro Dogmatismo
La Dottrina della scienza e i suoi 3 principi.
Rapporto Io e Non-Io F
Concezione politica...


Description

Fichte Filosofia come dottrina della scienza F Teoria del sapere scientifico: obiettivo definire la natura di questo sapere secondo caratteri necessari ed universali(pretesa della filosofia da Platone, doxa e episteme) attraverso una deduzione assoluta ripresa da Kant come forme a priori. Per Kant il sapere scientifico è un fatto(deve solo giustificarlo). Filosofia critica: esamina un sapere specifico per trovare le sue radici. Fichte non dà per scontato che tale sapere sia un fatto, vuole trovare una radice comune a tutti i saperi. Caratteristiche per essere necessario ed universale: 1. Totalità: non realizzata da saperi già esistenti. Tutte le preposizioni che indicano i saperi devono essere riconducibili ad un unico principio ultimo (indimostrabile e tutti i saperi sono derivabili). 2. Certezza: basata sull’intuizione. Bisogna che il principio ultimo sia vero (univ e necess). Problema concetto di verità (comanda oggetto o soggetto?)  Coincidenza tra sapere e realtà (dentro la conoscenza)idealismo già da Kant ha un limite  Corrispondenza tra sapere e realtà, dogmatismo (fuori dalla conoscenza) Non può dimostrare quale sistema sia vero. Ma sceglie l’idealismo per ragioni etiche. Il realista è passivo, accetta ciò che gli viene detto. L’idealista costruisce la realtà è attivo. Vantaggio teorico: al realista lo spirito rimane un mistero, partendo da un principio materiale non posso ricavarne un pensiero. L’idealista è soggetto che può rendere conto della materia. Idealismo contro Dogmatismo L’idealismo consiste nel partire dall’Io o dal soggetto per poi spiegare, su questa base, la cosa o l’oggetto. Viceversa il dogmatismo consiste nel partire dall’oggetto per poi spiegare, su questa base, l’io o il soggetto. La scelta tra le due filosofie deriva da una differenza di inclinazione. Il dogmatismo nega del tutto l’autonomia dell’Io, facendone un prodotto delle cose. Al contrario l’idealismo, facendo dell’Io un’attività autocreatrice, è una dottrina della libertà. A queste due filosofie corrispondono due tipi di umanità. Da un lato vi sono individui per cui tutto è deterministicamente dato e fatalisticamente predisposto. Dall’altro vi sono individui che avendo senso profondo della loro libertà, simpatizzano con l’idealismo, che insegna loro come esser uomini sia sforzo o conquista. La Dottrina della scienza e i suoi 3 principi. Fichte vuole costruire un sistema grazie al quale la filosofia divenga un sapere assoluto e perfetto. Il concetto della Dottrina della scienza è quello di una scienza della scienza, cioè di un sapere che metta in luce il principio su cui si fonda la validità di ogni scienza e che si fondi sullo stesso principio. Il principio è l’Io o l’autocoscienza. Noi possiamo dire che una cosa esiste solo rapportandola alla nostra coscienza, cioè facendone un essere-per-noi. La coscienza è tale solo in quanto coscienza di sé medesima, io è autocoscienza. L’essere per noi (l’oggetto) è possibile soltanto sotto la condizione della coscienza (del soggetto) e questa soltanto sotto la condizione dell’autocoscienza. La coscienza è il fondamento dell’essere, l’autocoscienza è il fondamento della coscienza.3 momenti fondamentali: 1. Legge d’identità: (A=A) la filosofia tradizionale aveva lo considerato come base del sapere. Tale legge non rappresenta il primo principio della scienza, poiché implica un principio ulteriore che è l’Io. Tale legge presuppone che se A è dato, deve essere formalmente uguale a sé stesso. Essa assume ipoteticamente la presenza di A. L’esistenza di A dipende dall’Io che la pone, poiché senza l’identità dell’Io (Io=Io) l’identità logica(A=A) non si giustifica. Il rapporto di identità è posto dall’Io, ma l’Io non lo può porre se non si pone esistente: l’esistenza dell’Io è necessaria. Il principio del sapere è l’Io, che si pone da sé, si autocrea (Io = attività autocreatrice e infinita) 2. l’Io pone il Non-Io: l’Io oppone a se stesso qualcosa che è un Non-Io (oggetto, mondo, natura). Il Non-Io è posto dall’Io ed è nell’Io;

3. l’Io, avendo posto il Non-Io, si trova limitato da esso. Con questo principio perveniamo alla situazione concreta del mondo, nel quale abbiamo un molteplicità di io finito che sono limitati da non-io finiti. Fichte usa l’aggettivo “divisibile” per denominare il molteplice e il finito: “L’Io oppone nell’Io all’io divisibile un non-io divisibile”. Rapporto Io e Non-Io F Può essere visto da due punti di vista: 1. Teoretico(conoscenza): come funziona la conoscenza del singolo oggetto da parte del singolo. Fichte rielabora Kant. Tutta la realtà è costruzione dell’io infinito. L’io infinito produce le cose in un atto che è inconscio per l’io finito, poi deve conoscerlo tramite sensi e intelletto. La risposta a questo problema è ravvisata da Fichte nella nozione di immaginazione produttiva. Per Kant l' immaginazione produttiva si limitava a unificare empiricamente una molteplicità di dati sensibili, che non erano prodotti dal soggetto conoscente, ma provenivano dalla cosa in sé. l' Io, in base alle sue stesse leggi costitutive, produce inconsciamente un Non-io, che si contrappone all' Io empirico come un oggetto esterno, sebbene questo processo produttivo sia tutto interno all' Io. In questo modo Fichte eliminava definitivamente il problema della cosa in sé e risolveva l' intera conoscenza nell' attività del soggetto conoscente. 2. Pratico (morale):come si rapporta il singolo soggetto dal punto di vista morale. L’io inmpone la sualibertà all’inerzia del non-io. L’io è parte dell’io infinito(strebensforzo a tendere a qualcosa). L’Io ha bisogno

del Non-Io perchè per realizzare sé stesso, l’Io, che è libertà, deve agire moralmente. Ma, come aveva detto Kant, non c’è attività morale senza sforzo, e non c’è sforzo dove non c’è un ostacolo. Tale ostacolo è la materia, il non-io. Il non-io è indispensabile perchè l’Io si realizzi come attività morale, tramite un processo di autoliberazione dell’Io dai proprio ostacoli. Processo tramite cui l’Io mira a farsi infinito. Il fine del nostro comportamento: è garantire una libertà collettiva affinchè ognuno sia libero, da un’epoca di egoismi ad un’epoca in cui persegue la libertà collettiva. Importanza dell’educazione per educare gli uomini alla libertà, prospettiva anche sulla religione. Non esiste un Dio personale, esiste solo un ordine morale da perseguire e costruire. Concezione politica 1. Diritto: se la libertà è collettiva bisogna avere delle leggi e uno stato che le garantiscano importanza del dotto (colui che educa con esempio). Dottrina liberale dei diritti: aggiunge un quarto diritto fondamentale, diritto al lavoro per tutti, avendo un lavoro tutti possono avere una proprietà. 2. Commercio: Fichte lo giudica una guerra tra venditori e compratori egoisti. Stato commerciale chiuso: limiti a scambi e commercio per tutelare lo stato. 3. Discorsi alla nazione tedesca (sono in atto le guerre di Napoleone): Fichte vede Napoleone come la negazione della libertà, sbagliano coloro che credono che la libertà sia data da un invasore straniero, deve essere conquistata. Libertà =/ respingere gli eserciti. Libertà spirituale, unita del popolo tedesco. Teoria che verrà usata con aggressività per affermare la superiorità della nazione....


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