Riassunto Le lingue e il linguaggio PDF

Title Riassunto Le lingue e il linguaggio
Course Linguistica Generale Mod. 1 Classe 1
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Riassunto dei capitoli richiesti dalla Prof.ssa Giorgi...


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CHE COS'È IL LINGUAGGIO?

La linguistica, il linguaggio e i linguaggi Esistono tanti tipi di linguaggio: degli animali, del computer, umano, ecc. Tutti questi linguaggi hanno tuttavia molte differenze ma anche una cosa in comune: sono sistemi di comunicazione, ovvero trasmettono informazioni da un individuo (emittente) ad un altro (ricevente), quindi i linguaggi hanno tutti la stessa funzione (comunicazione) ma strutture diverse. La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano. Scientifico perché si basa sulla:

• formulazione di ipotesi generali che rendano ragione di una molteplicità di fatti particolari; • formulazione univoca con termini specifici e la possibilità di fondarsi su esperimenti ripetibili in modo da verificare la veridicità di tali ipotesi. Solo così si possono rendere validi i risultati. Dunque la linguistica deve formulare ipotesi generali sulla struttura del linguaggio ricorrendo ad una terminologia precisa ecc. La linguistica è una disciplina descrittiva e non normativa perché il suo compito non è dire come si deve parlare (questo è compito delle grammatiche, ad esempio), ma spiegare e descrivere i meccanismi che stanno alla base del comportamento linguistico degli esseri umani (ergo, non cosa si deve dire ma come viene detto). La linguistica, in tal senso, ha un fine conoscitivo. Ogni lingua ha una varietà d'uso, cioè cose che possono essere dette nel parlato ma non scritte.

Caratteristiche proprie del linguaggio umano (o naturale) Il linguaggio umano si distingue dagli altri tipi di linguaggio perché è: • discreto: i suoi elementi si distinguono gli uni dagli altri grazie a limiti ben definiti (ex patto-batto), mentre ad esempio il linguaggio degli animali è continuo, ovvero presenta una variazione graduale del segnale senza fratture nette; • articolato: le parole sono formate da entità più piccole, i fonemi, che ci permettono di formulare un numero altissimo di segni (entità che hanno un significante ed un significato.) nonostante essi siano pochi. I fonemi, pur non avendo significato da soli, in questo senso, ci permettono di distinguere i significati: ex: Batto – Patto – Ratto. Questo fenomeno si chiama doppia articolazione; • ricorsivo: il linguaggio umano può formulare una potenziale infinità di segni (mentre quello animale no), dunque una creazione continua non solo di parole ma anche di frasi. Questo fenomeno si chiama meccanismo della ricorsività. Da una frase semplice, volendo, si possono formare frasi sempre più lunghe e complesse (frase principale + una o più frasi subordinate), solo che per questioni di tempo e memoria, la capacità di formulare frasi infinite è possibile solo nella teoria; C'è un contrasto tra competenza ed esecuzione. Sembra che solo gli esseri umani abbiano la capacità di acquisire un sistema di comunicazione ricorsivo. Ergo il linguaggio umano è un sistema altamente specializzato e dotato di proprietà specifiche del sistema (possedute solo da esso) e della specie (possedute solo dall'uomo). • dipendente da struttura: gli umani comprendono le frasi attraverso le nozioni intuitive di grammaticalità e agrammaticalità (agrammaticale non significa sbagliato ma mal formato da un parlante nativo). Tale comprensione avviene anche se gli elementi sono molto distanti tra di loro ma concordati. In ogni caso è dipendente dalla struttura, non da unioni di parole casuali. Linguaggi come quello informatico invece si dicono indipendenti da struttura perché il valore di ogni elemento è determinato da quello immediatamente vicino. Dagli studi condotti con le scimmie hanno dimostrato l'assenza della ricorsività nei linguaggi animali. A parte le differenze fisico‐biologiche riguardanti gli organi fonatori e quindi l'incapacità degli animali di riprodurre i suoni umani, le scimmie non hanno inoltre la capacità di formulare frasi complesse, apprendendo solo se fortemente stimolate, a differenza degli umani, la cui capacità risulta innata. Il sistema di comunicazione usato tra le scimmie e i ricercatori dunque, è un altro tipo di linguaggio, non umano.

Linguaggio e lingue Il linguaggio è la capacità comune agli esseri umani di sviluppare un sistema di comunicazione, mentre le

lingue naturali in generale, che sono tante quante le culture esistenti, sono tutte modi diversi di mettere in atto il linguaggio umano (cioè la forma specifica che questo sistema di comunicazione assume nelle diverse comunità). Le lingue sono diverse, ma sempre entro certi limiti (cioè quelli dettati dal linguaggio come capacità umana specifica) perché, in quanto varie espressioni dello stesso linguaggio, hanno elementi comuni, chiamati universali linguistici, mentre presentano differenze sia da lingua a lingua che tra gruppi di lingue riguardanti principalmente l'ordine delle parole (o gli elementi principali della frase) ed il sistema fonologico/fonetico. Esempio di universale linguistico: ricorsività e dipendenza dalla struttura. La variazione tra lingue è limitata da un ambito limitato di scelte possibili. CHE COS'È UNA LINGUA? La lingua è un sistema di sistemi, cioè articolato su più livelli linguistici: • fonologia: livello dei suoni; • morfologia: livello delle parole; • sintassi: livello della frase; • semantica: livello del significato. Le unità di ogni livello sono interdipendenti.

Scritto e parlato Secondo la linguistica la lingua parlata è più importante della scritta per alcune ragioni: 1. nessuna lingua nasce esclusivamente scritta, anzi, ci sono (state) lingue esclusivamente parlate, come ad esempio il Somalo, il cui alfabeto è stato creato negli anni '70; 2. il bambino impara a parlare senza bisogno di alcun insegnamento, mentre per imparare a scrivere ha bisogno di esercizio; 3. le lingue cambiano con il tempo e i cambiamenti avvengono sempre prima nel parlato e solo dopo, eventualmente, vengono registrati nello scritto. Le lingue prevalentemente scritte (ad esempio l'Italiano fino all'Unità o il latino) tengono a freno il naturale mutamento, dunque non progrediscono e tanto meno si arricchiscono. Gli alfabeti spesso nascono in ritardo rispetto alla lingua parlata e alla sua evoluzione, in più, anche in virtù di questa ragione, possono essere contraddittori rispetto alla lingua parlata (vedi l'Inglese: F= ph, f). Astratto & concreto A seconda del posizionamento degli organi fonatori, del tono, ecc, non possiamo riprodurre lo stesso suono nello stesso identico modo, perciò si ricorre alla distinzione tra due livelli: astratto ( è quello che ci interessa) e concreto (non fa parte della linguistica). Questi due livelli ci fanno identificare i livelli di pertinenza. Esempio: • astratto /a/ -→distinzione linguistica perchè da essa dipende la distinzione tra parole diverse → i fenomeni sono pertinenti. • concreto [a1] [a2] [a3] [an] (lo stesso suono riprodotto in modo diverso) Langue e parole de Saussure fa la distinzione tra: langue e parole, rapporti associativi e sintagmatici, significante e significato, sincronia e diacronia. La langue è un atto collettivo e astratto, mentre la parole è un esecuzione linguistica individuale e concreta. (A produce dei suoni concreti a cui B associa un significato). Il parlante quindi da solo può modificare la parole (livello concreto) ma non la langue (livello astratto). Gli esseri umani comunicano tramite atti di parole, ma il fondamento di questi atti è nella langue perchè essa è il sistema di riferimento collettivo. La parole è attuazione, la langue è potenzialità.

Codice e messaggio Jakobson fa una distinzione diversa, quella tra: • codice: inseme di unità che combinate danno messaggi ma anche dei non messaggi (livello astratto); • messaggio: frutto della combinazione delle unità del codice (livello concreto). Competenza ed esecuzione (Chomsky) La competenza rappresenta tutto ciò che il parlante sa della propria lingua, mentre l'esecuzione è tutto ciò che il parlante fa con la lingua. Saussure Jacobson Chomsky: • Astratto: langue, codice, competenza (diversa da langue! Perchè la competenza è indiv) • Concreto: parole, messaggio, esecuzione Mentre la langue e il codice sono collettivi, la competenza, pur essendo a livello astratto, è individuale. La competenza è di vari tipi: fonologica, morfologica, sintattica e semantica, ovvero calcata sui vari livelli della lingua.

CONOSCENZE LINGUISTICHE DI UN PARLANTE Competenza: insieme delle conoscenze linguistiche di un parlante. Competenza fonologica Il parlante sa: • quali sono i suoni della sua lingua e quali no; • quali sono le combinazioni di suoni che formano le parole della sua lingua; • se una parola inizia con 3 consonanti, la prima è per forza [s]; • quando cambia il suono di una parola (es: amico‐ amici); • quando cambia l'accento in una parola; • la divisione in sillabe. Competenza morfologica Il parlante sa: • il vocabolario della propria lingua; • che le parole in italiano di solito finiscono in vocale; • che le parole omografe ma con accenti diversi hanno significati diversi (es: àncora‐ancòra); • formare parole nuove: da parole o verbi semplici possono essere formati parole e verbi complessi (ex librone) • distingue tra parole esistenti e quelle possibili ma non esistenti; • che i composti non possono essere formati da parole a caso e che i termini del composto non possono essere invertiti a piacimento. Competenza sintattica Il parlante conosce la grammatica e sa che si possono formare diversi tipi di frase. Sa anche riconoscere la grammaticalità delle frasi. Competenza semantica Il parlante sa: • riconoscere il significato delle parole; • riconoscere la sinonimia e l'antonimia; • disambiguare frasi e distinguere diversi tipi di ambiguità sintattica; • i rapporti tra parole.

La grammatica dei parlanti Tutti i tipi di competenza fanno parte della grammatica dei parlanti. Questa grammatica comprende sia competenze innate che acquisite. La grammatica, fin dall'età neonatale, viene prima costruita sulla

base di “dati linguistici primari” e poi dalle regole grammaticali vere e proprie della lingua d'origine. Una lingua però non realizza tutte le possibilità. Infatti è costituita da due livelli: unità di base e le regole che combinano le unità. Sulla base di questi due livelli, ogni lingua compie delle scelte senza realizzare tutte le possibilità a livello lessicale, morfologico e sintattico (ex nasali francesi).

Sintagmatico e paradigmatico I suoni sono disposti in una sequenza lineare per creare una catena parlata, perdendo in questo modo la loro individualità. I suoni si influenzano a vicenda. I rapporti sintagmatici avvengono tra elementi copresenti (in presentia). Esempio: amico [amiko]‐ amici [amitʃi] [k]→ suono velare [tʃ ]→ suono palatale La vocale successiva influenza la realizzazione del suono. I suoni che compaiono solo in uno o alcuni contesti e posizioni piuttosto che in altri, hanno invece rapporti paradigmatici (in absentia: se realizzo il suono [t] non posso realizzarne altri). Esempio: il questo libro → agrammaticale Paradigma: forme che si possono aggiungere, una ad esclusione dell'altra, ad una stessa base.

Sincronia e diacronia Lo studio diacronico è lo studio di un fenomeno nel corso del tempo (in questo caso il cambiamento della lingua: sostituzione di un elemento con un altro nel corso del tempo), mentre quello sincronico è lo studio del rapporto tra elementi simultanei (o coesistenti, quindi senza prendere in considerazione l'aspetto temporale) come ad esempio lo studio dell'accordo tra nome e aggettivo senza ricorrere alla variabile diacronica. Sincronia e diacronia sono importanti aspetti delle lingue.

Il segno linguistico Il segno è l'unione tra il significante (la forma sonora o grafica) ed il significato (il concetto/la rappresentazione mentale del referente). Il segno ha alcune proprietà: • distintività: a seconda del fonema, il segno cambia forma e dunque anche significato (es: notte ≠ botte ≠ rotte); • linearità: il segno si estende nel tempo (se pronunciato) o nello spazio (se scritto); esiste una successione: al è diverso da la, rami è diverso da rima. • arbitrarietà: non c'è nessuna legge che imponga di associare un significante ad un particolare significato e viceversa. A più significanti può corrispondere un solo significato : ex Book, livre, libro. L'associazione significato-significante è una convenzione sociale. L'arbitrarietà però ha delle eccezioni di fronte alle forme onomatopeiche (nel corso del tempo la lingua può eliminare la motivazione iniziale del segno). Il segno inoltre può anche essere non linguistico, ad esempio, un vestito nero (significante) può avere “lutto” come significato. I segni non linguistici non sono lineari (non importa se in un cartello è stata colorata prima la parte blu o quella rossa).La disciplina che si occupa dello studio dei segni in generale è la semiotica (o semiologia).

Le funzioni della lingua Per Jakobson, l'atto di comunicazione è caratterizzato da 6 elementi a cui poi associa una precisa funzione del linguaggio: ELEMENTO

FUNZIONE LINGUISTICA

CARATTERISTICHE

Parlante

Emotiva (espressiva)

Quando il parlante comunica qualcosa di sé. Più che comunicare è esprimere.

Referente – ciò di cui si parla, ciò Referenziale cui l'atto linguistico rimanda

Informativa e neutra. Relativa al contesto spazio-temporale

Messaggio

Poetica

Quando il msg è costruito in modo tale da riportare chi ascolta a contemplare il modo in cui è stato formato

Canale tramite cui passa la comunicazione (aria, linea telefonica ecc..)

'Fatica

Quando si vuole verificare che il canale sia aperto e funzioni bene (ex: mi senti?)

Codice

Metalinguistica

Quando si usa il codice x parlare del codice stesso (ex usiamo la lingua per parlare della lingua stessa)

Ascoltatore

Conativa (o direttiva)

Quando si vuole indurre l'ascoltatore a modificare il suo comportamento con un comando o un'esortazione

Questo modello si usa per caratterizzare i vari testi letterari, ma attenzione, ogni tipo di testo può contenere più di una funzione o anche tutte, ma è sempre una a prevalere.

Lingua e dialetti L'Italia ha l'Italiano (standard) come lingua ufficiale ed è affiancato dai vari dialetti, ma l'Italiano non è unico ed uniforme, infatti i parlanti si portano dietro una patina che ne denuncia la provenienza. Esistono dunque gli italiani regionali, scanditi in 3 grandi categorie: nord, centro e sud. Sostanzialmente l'Italiano regionale fa da intermedio tra l'Italiano standard e i dialetti locali. Le lingue però sono più stratificate a livello sociale e geografico, quindi avremo:  Italiano ➢ scritto→ forma austera della lingua; ➢ parlato formale→ parlato a velocità moderata ed in modo corretto; ➢ parlato informale→ rapido e un po' trascurato (può contenere molti regionalismi); ➢ regionale→ influenzato dal dialetto.  Dialetto ➢ di koinè→ identifica una regione dialettale; ➢ del capoluogo di provincia; ➢ locale→ parlato nei quartieri In uno stesso luogo coesistono diversi registri e i parlanti passano da uno all'altro a seconda della situazione (code switching). Esistono codici e sottocodici che definiscono i vari gruppi sociali. Una lingua è articolata in codici e sottocodici, che a loro volta identificano determinati gruppi sociali. I dialetti sono sistemi linguistici a tutti gli effetti. La differenza tra lingua e dialetto non è linguistica, bensì socioculturale. Pregiudizi linguistici Le lingue sono soggette a pregiudizi: 1)l'idea che esistano lingue primitive (poco sviluppate in certi sistemi). In realtà tutte le lingue hanno sistemi complessi; 2) l'dea che ci siano lingue più logiche di altre, ma tutte le lingue invece hanno una logica interna perché devono essere imparate e tramandate; 3) l'idea che la lingua sia superiore al dialetto. I dialetti sono più carenti a livello lessicale, ma fonologicamente e sintatticamente al pari delle lingue; 4) l'idea che

esistano lingue belle e brutte; 5) l'idea che esistano lingue facili e lingue difficili LE LINGUE DEL MONDO Per stabilire quali siano le lingue con più parlanti si fa ricordo ai dati raccolti e poi si stabilisce un ordine di grandezza (Linguasphere). In base a questi dati, il Mandarino e l'Inglese hanno il primato. Ma classificare le lingue a seconda del numero di parlanti o a seconda del continente in cui son parlate non è sufficiente da un punto di vista linguistico. Allora si fa ricorso a 3 tipi di classificazione: (anche se tra di loro evidenziano diversi aspetti) A) genealogica: quando le lingue derivano dalla stessa lingua madre; ex lingue romanze o neolatine, che a loro volta sono lingue indoeuropee, che costituiscono una famiglia linguistica. B) tipologica: se hanno uno o più elementi comuni. L'affinità tipologica non esclude la parentela genealogica; C) areale: lingue non imparentate genealogicamente oppure lontane parenti che hanno strutture comuni ‐› lega linguistica Unità genealogica: • famiglia linguistica→ unità più grande/massima; (se due lingue non appartengono alla stessa fam linguistica, non sono apparentate) • gruppo/classe→ unità inferiore; • sottogruppo/ramo→ unità ancora più piccola; • ecc Lega linguistica: gruppo di lingue che pur non essendo imparentate genealogicamente sono parlate nella stessa area geografica ‐› possono avere tratti comuni.

Classificazione genealogica: le famiglie linguistiche indoeuropea ‐› italiano, spagnolo, tedesco, francese, ecc afro‐asiatica/camito‐semitica ‐› egiziano antico, arabo (oggi molto parlato a causa delle migrazioni ed ebraico uralica ‐› finlandese, estone, ungherese sino‐tibetana ‐› cinese mandarino, tibetano, lolo‐birmano nigerkordofaniana ‐› swahili, Sud Sahara altaica ‐› mongolo, turco, Asia Centrale/minore dravitica ‐› tamil, telugu austro‐asiatica ‐› vietnamita, khmer austronesiana ‐› malgascio (lingua del Madagascar), bahasa indonesia ameridiana (fam. ling. minore) ‐› lingue degli indiani d'America e aborigeni d'Australia Le lingue isolate, ossia quelle di cui non si può dimostrare la parentela con altre sono: il basco in Europa, il giapponese e il coreano in Asia. Si pensa che queste ultime due siano imparentate con le lingue altaiche. Esistono anche altre proposte di classificazione: a) lingue sino‐tibetane, autro‐asiatiche a austronesiane farebbero tutte parte della stessa famiglia; b) khmer e vietnamita farebbero parte di due famiglie diverse; c) per Edward Sapir le famiglie dell'America settentrionale devono essere ridotte a specie; d) per J. Greenberg le lingue delle Americhe vanno divise in 3 grandi famiglie; e) c'è una presunta parentela tra famiglia indoeuropea e afro‐asiatica; f) H. Pedersen crede che ci sia parentela tra la famiglia nigerkordofaniana e uraliaca e formerebbero insieme la famiglia nostratica. L.Hjemslev: è possibile dimostrare che due lingue sono genealogicamente parenti ma non che non lo sono.

La famiglia linguistica indoeuropea (a.k.a arioeuropea o indogermanica) si divide in gruppi, sottogruppi e rami:  gruppo indo‐iranico  indiano→sanscrito, vedico, dialetti pracriti, hindi e urdu;  iranico: • occidentale→ persiano, avestico, curdo; • orientale→ pashto e afgano (moderni);  gruppo tocario→ tocario A e tocario B; estinte.  gruppo anatolico→ ittita  gruppo armeno→ armeno;  gruppo albanese→ albanese e dialetti albanesi;  gruppo slavo  orientale→russo, bielorusso e ucraino;

 occidentale→ polacco, ceco, slovacco;  meridionale→ bulgaro, macedone, serbo‐croato, sloveno, slavo ecclesiastico (prima attestazione delle lingue slave);  gruppo baltico→lingue estinte (es: prussiano antico), lituano e lettone;  gruppo ellenico→ greco (prime attestazioni nel miceno);  gruppo italico  orientale→ osco, umbro, sannita;  occidentale→ latino • lingue romanze (o neolatine): italiano, francese, spagnolo, romeno, gallego (Galizia), catalano, ladino, provenzale, ecc;  gruppo germanico  orientale→ gotico (estinto);  occidentale • ramo anglo‐frisone→ inglese e frisone (regione olandese); • ramo neerlando‐tedesco→ Úúrolandese, tedesco, afrikaans e yiddish;  settentrionale→ svedese, danese, norvegese, island...


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