Riassunto le terre della fantasia PDF

Title Riassunto le terre della fantasia
Course Letteratura per l'infanzia
Institution Università degli Studi Roma Tre
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LE TERRE DELLA FANTASIAMARNIE CAMPAGNAROLe forme della narrativaEPICANARRATIVA EMPIRICA NARRATIVA FANTASTICA(NOVEL) (ROMANCE)NARRATIVA STORICA NARRATIVA MIMETICANARRATIVA ROMATICA NARRATIVA DIDASCALICA(FAVOLA) (APOLOGHI) (SATIRA) (PARABOLA)ROMANCE (forma letteraria che più si avvicina alla rappresen...


Description

LE TERRE DELLA FANTASIA MARNIE CAMPAGNARO Le forme della narrativa EPICA

NARRATIVA EMPIRICA (NOVEL) NARRATIVA STORICA

NARRATIVA FANTASTICA (ROMANCE)

NARRATIVA MIMETICA

NARRATIVA ROMATICA RACCONTO AVVENTUROSO FIABA CLASSICA

NARRATIVA DIDASCALICA

FANTASCIENZA FIABA MODERNA

FANTASY

(FAVOLA) (APOLOGHI) (SATIRA) (PARABOLA)

ROMANCE (forma letteraria che più si avvicina alla rappresentazione del sogno)    

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A.G.

Le classi sociali proiettano nel romance i propri ideali, rappresentati da eroi virtuosi ed eroine bellissime. Tempo e spazio indefiniti (in un posto lontano..tanto tempo fa) Polarizzazione dei personaggi (buoni/cattivi, coraggiosi/vili, giusti/ingiusti) C’è sempre una netta divisione del bene e del male che solleva il lettore dalla difficoltà di dover esprimere giudizi. Questa è la forma del romance, che si basa su uno scontro dialettico protagonista/antagonista, bene/male La trama si pone in una prospettiva VERTICALE, della discontinuità e dei colpi di scena, delle azioni legate al “e poi..” La TRAMA è costituita da una serie di avventure, che il protagonista deve affrontare ricorrendo al suo ingegno, alla sua bravura,capacità, furbizia. Spesso aiutato da forze sovrannaturali, da magie o incantesimi. A differenza del mito, l’eroe è umano. Spesso il protagonista discende da un mondo superiore-idilliaco a uno inferioredemoniaco, con una perdita di stato e di identità (es:il neonato Harry Potter, Pelle d’Asino che scende dalla reggia del Re e va a fare la guardiana di oche e maiali, Alice che scivola nel pozzo..) Pagina 1

  

C’è sempre una sequenza di avventure minori che ci prepara all’avventura MAGGIORE L’avventura è data dalla ricerca, dalla QUEST, rappresentata dal viaggio pieno di pericoli e prove. La ricerca si conclude positivamente attraverso 3 fasi 1. Agon (conflitto, avventure preliminari) 2. Pathos (lotta cruciale) A questo punto spesso il protagonista attraverso un punto di morte rituale, una morte metaforica (La Bella Addormentata, Biancaneve) che procurerà in lui un profondo cambiamento 3. Anagnorisis (agnizione, riconoscimento, conferma dell’eroe in quanto tale)*

*triplice schema anche nel mito (morte-scomparsa-rinascita)  I protagonista è costretto a uscire fuori dalla sua casa/regno (Cappuccetto Rosso portare il cestino alla nonna; Cenerentola fuggire dalla matrigna…)  FORMA del romance è lo scontro dialettico

Tabella 1. ROMANCE, DIFFERENZE FAVOLA E FIABA

FAVOLA La favola ha un autore I protagonisti sono gli animali Lunghezza: breve Protagonista: un tipo senza spessore psicologico, spesso senza nome proprio, entrano nella storia assumendo un ruolo. ES. NELLA FAVOLA la figura del furbo (volpe), dell’ingenuo (agnello, corvo, rana) STRUTTURA FAVOLA: è una composizione breve, in versi o prosa, i personaggi sono animali.  premessa,  sviluppo sotto forma di esempio (valore simbolico)  commento finale (riflessione rivolta al lettore) -nella favola non c’è possibilità di scampo per chi sbaglia (es. la favola “la cicala e la formica”)

FIABA La fiaba non ha autore I protagonisti sono uomini È più lunga di una favola Protagonista: un tipo senza spessore psicologico, spesso senza nome proprio, entrano nella storia assumendo un ruolo. ES. NELLA FIABA la figura dell’orfano, dell’emarginato e dello stupido), STRUTTURA FIABA:  eroe maltrattato e disprezzato  prova da superare  lieto fine -Percorso metaforico, simbolico che fa credere al lettore, che anche lui, superando prove e sfide, potrà trionfare. -Trama fittizia con situazioni psicologicamente vere. -nella fiaba chi sbaglia può redimersi (la fiaba “Federico” di Leo Lionni) -la fiaba offre risposte al mostro che è dentro di noi, perché permette l’elaborazione delle passioni forti. -nella fiaba la vittoria non è sugli altri, ma su sé stessi, sulla propria malvagità proiettata sottoforma di antagonista.

Scopo della narrativa didascalica: istruire, educare.

Scopo della narrativa romantica: non impone modelli di comportamento a cui aderire, iI suo

A.G.

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messaggio non è mai esplicito, fa leva sulla dimensione affettiva del lettore. LA FIABA è convincente per il bambino perché è conforme alla mentalità infantile (ANIMISMO= attribuzione di vita autonoma e capacità di pensiero e parola a oggetti del mondo minerale, vegetale, marino, ecc..) La precedente tradizione orale della fiaba ha generato storie differenti: La gatta cenerentola di Basile (Cenerentola con l’aiuto della maestra uccide la moglie del padre e la maestra sposa il padre diventando lei la ,matrigna che maltratta Cenerentola), Cenerentola di Perrault (versione più conosciuta, buonista perché era una fiaba da leggere alla corte del re di Francia) e Cenerentola dei Fratelli Grimm (versione macabra e violenta, le sorellastre si tagliano le dita dei piedi per calzare la scarpetta, ma il sangue che esce dalla scarpetta le tradisce e vengono accecate dalle colombe)

NOVEL      

Tempo e spazio definiti (date e luoghi precisi) Struttura del racconto intorno alla causalità, motivazioni, scelte e azioni dei personaggi sono concatenate tra loro (vittoria sul nemico) La trama si pone in una prospettiva ORIZZONTALE, della continuità e causalità, delle azioni legate al “propter hoc” Protagonista: individuo con spessore psicologico e nome proprio. NELLA NARRATIVA MIMETICA si enfatizza il percorso interiore del protagonista, emozioni, relazioni intra e interpersonali La narrativa MIMETICA si esplica attraverso diari, autobiografie e confessioni

Lo smontaggio della narrazione All’interno della struttura del racconto troviamo la fabula e l’intreccio. FABULA (secondo il formalismo russo) Successione di eventi ordinati, narrativamente determinanti , secondo un ordine logico-temporale. Se racconto sinteticamente un testo letterario, attribuirò un ordine letterario all’esposizione, produco un’astrazione indicando dei nuclei narrativi funzionali.

A.G.

INTRECCIO (secondo il formalismo russo) Successione di eventi secondo l’ordine estetico voluto dall’autore. L’intreccio può presentare delle anacronie rispetto all’ordine naturale della narrazione: -analessi (flash-back) -prolessi (anticipazioni) -espansioni

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Vladimir Jakovlevič Propp, ha confrontato molte fiabe e ha scoperto che in tutte è presente un numero limitato di motivi o temi fissi. Sussistono cioè personaggi o situazioni che esercitano nel racconto funzioni precise. Queste sono l'impalcatura, la struttura di fondo su cui viene poi costruita tutta la storia e inoltre si susseguono in modo quasi sempre identico all'interno di fiabe anche molto diverse. Non in ogni fiaba, comunque, sono presenti tutte le funzioni: talvolta ne compaiono solo alcune. Analizzando 101 fiabe russe ha trovato questo schema: Situazione iniziale rappresentata dal segno convenzionale “i”. Qui si introduce il futuro eroe, o la sua famiglia.

31 funzioni, contrassegnate ciascuna da un simbolo (lettera alfabeto) o da altri segni convenzionali (frecce). Non sempre le 31 funzioni sono compresenti in ciascuna fiaba

La prima funzione è definita allontamento, la seconda funzione è il divieto…l’ultima funzione è data dalle nozze.

V.J.Propp ha espresso riserve sulla generaliz zazione del suo schema, ma ha affermato che una tipologia di azioni presenti nel racconto, come la lotta, l’inganno, la prova sono di per sé universali e riscontrabili in qualsivoglia narrazione.

La sequenza La sequenza è l’unità della storia narrata. Una concatenazione di sequenze forma l’intreccio. Nel testo narrativo ci sono vari tipi di sequenze:

Le diegetiche (includono i fatti e le azioni e rendono la storia dinamica). In questa sequenza troviamo anche il punto di vista del narratore

A.G.

Le non diegetiche (descrivono i luoghi o personaggi)

Le mimetiche (i dialoghi) qui scompare il punto di vista del narratore. Il passaggio da una sequenza a un’altra è segnalato da degli indicatori, come il cambio di scena, l’entrata in scena di un personaggio, o la sua uscita, le pause riflessive…

Le gnomiche (portano giudizi, riflessioni o commenti)

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Il punto di vista Il racconto può essere

Focalizzazione interna Il narratore ne sa quanto il personaggio

FOCALIZZATO

NON FOCALIZZATO

Focalizzazione esterna Il narratore ne sa meno del personaggio. Il risultato sarà una narrazione scientifica come nel verismo.

Narratore onnisciente Narratore sempre presente con la sua prospettiva e valutazione.

L’autore può intervenire nel racconto attraverso le metalessi: anacronie

espressioni deittiche valutazioni

Appelli al lettore descrizioni

Ragguagli extranarrativi

Lo spazio e il tempo Le espansioni descrittive della narrazione fanno parte dell’intreccio e rappresentano la parte statica del racconto. Sono definite, motivi liberi o sacche o informanti. Propp le definisce parti accessorie. Esse influiscono sul ritmo e fanno vedere un paesaggio dal punto di vista del narratore. Il tempo si distingue in: Tempo della realtà Esterno al testo

Tempo della finzione Interno al testo

comprende

comprende

Tempo dell’autore reale, cioè il tempo di ideazione /composizione

A.G.

Tempo del lettore reale, cioè il tempo di lettura e di successo di un’opera

Scrittura Tempo relativo al narratore

Lettura Riferito al destinatario interno alla narrazione a cui il narratore può appellarsi

Avventura Relativo ai fatti narrati

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Personaggi Ricordiamo la differenza tra tipo, della fiaba, con pochi tratti costanti e l’individuo del romanzo, con tratti psicologici suscettibili a evoluzione. Propp analizzando la fiaba popolare russa, individua 7 tipologie di personaggi-tipo: 1. Eroe 2. Antagonista 3. Falso eroe 4. Donatore 5. Mandante 6. Aiutante 7. Principessa e suo padre re Il narratore spesso ci presenta i personaggi attraverso i loro motivazioni, attraverso indizi diretti o indiretti Angelo Marchese invece propone 5 livelli antropologici per analizzare i personaggi: 1. Statuto anagrafico (familiare e socioeconomico) 2. Carattere e psicologia 3. Assiologia (visione della vita, valori) 4. Prassi (azioni) 5. Modalità

Leggere la letteratura:perché? Leggere è un intus leggere, ovvero leggere dentro. Entrare quindi nel testo e renderlo sempre più familiare. Leggere è u verbo trivalente, esso implica la presenza di almeno 3 attanti: 1. Chi racconta/legge 2. Chi ascolta 3. Un oggetto

A.G.

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Lo scudo di Perseo. Fiabe illustrate e metafora Marnie Campagnaro Breve storia della fiaba La fiaba è una narrazione fantastica, che ha accompagnato la storia dell’uomo, prima in forma orale, poi scritta.

 Gli studiosi hanno cercato di capire quale origine possano avere le fiabe, a quale esigenza, comune a tutti gli uomini, esse rispondano. Una teoria particolarmente affascinante è quella elaborata dallo studioso russo Vladimir PROPP (1895-1970) che ha individuato un legame tra la fiaba ed i riti di passaggio delle società primitive di cacciatori. In età preistorica questi riti simboleggiavano il passaggio dall'infanzia all'età adulta attraverso il superamento di alcune prove, proprio come accade ai protagonisti delle fiabe. Consideriamo ad esempio la partenza dell'eroe con cui solitamente iniziano le fiabe. Secondo Propp, questa funzione corrisponde presso i popoli primitivi allontanamento dei giovani dalla tribù durante il rito dell'iniziazione. Un altro studioso, Bruno BETTELHEIM (1903-1992), uno psichiatra austriaco vissuto negli Stati Uniti, ha individuato nel mondo delle fiabe uno specchio delle difficoltà psicologiche che ogni essere umano deve affrontare per crescere, diventare se stesso, affrontare problemi e dolori. Le fiabe ci comunicano, dice Bettelheim, «che una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, è una parte dell'esistenza umana e che soltanto chi non si ritrae intimorito, ma affronta risolutamente difficoltà inaspettate e spesso immeritate può superare tutti gli ostacoli e alla fine riuscire vittorioso. Le fiabe ci pongono di fronte ai principali problemi umani.»

 Nel 1500 appare la prima embrionale formalizzazione scritta a opera di Giovan Francesco Straparola. Nella sua raccolta “Le piacevoli notti” (1550-53) introdusse accanto a novelle realistiche , storie fantastiche della tradizione popolare. Nel 1600 il poeta e novelliere Giambattista Basile scrisse “Lo cunto de li cunti overo lo tratteniemento de’ peccerille” (1634-36), una raccolta di 50 fiabe di origine popolare, raccontate da 10 anziane in 5 giornate (da qui il nome Pentamerone). Linguaggio teatrale che attinge dalla tradizione popolare napoletana, metafore, modi di dire e dirompenti invenzioni lessicali. Lo cunto non era destinato ai bambini, ma ai piccoli principi e cortigiani del Regno di Napoli. Basile è il primo a trascrivere le storie che sentiva raccontare nelle corti borboniche di Napoli.

Ma la vera nascita della fiaba si attribuisce in Francia a Charles Perrault nei salotti aristocratici del XVII secolo. Egli scrisse “I racconti di mamma l’Oca” 1697, (12 fiabe, 3 in versi griselda, pelle d’asino, i desideri ridicoli e 9 in prosa  la bella addormentata nel bosco, cappuccetto rosso, barbablu, il gatto con gli stivali, le fate, cenerentola, Richetto dal ciuffo, Pollicino) attingendo da racconti orali della tradizione popolare, ne fece delle fiabe per cortigiani e cortigiane della corte di Luigi XIV. La scelta dell’oca come protagonista non è casuale, le oche sono protettive e questi racconti servivano alle madri per prendersi cura dei propri figli. Nel 1704 Antoine Galland tradusse in francese il manoscritto arabo “Le mille e una notte” e questo si diffuse in tutta Europa rapidamente. Dato storico importante: 1789 fine della Rivoluzione francese, nasce l’alfabeto.

A.G.

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Durante il Romanticismo, la fiaba divenne la voce della creatività popolare, con la sua possibilità di evocare un mondo misterioso, di dare voce alla fantasia e interpretare e rovesciare la realtà. In Germania i fratelli Grimm trascrissero le fiabe orali, il primo racconto fu pubblicato nel 1812 e conteneva 86 fiabe, il secondo nel 1815 con altre 70 fiabe. La versione definitiva fu pubblicata nel 1857 e conta 200 fiabe. Danno il suo contributo anche lo scrittore e compositore E.T. Amadeus Hoffman , Novalis, e Andersen con le sue popolarissime fiabe con rimandi autobiografici come La sirenetta, o L’intrepido soldatino di stagno. (tradizione popolare scandinava) Ci sono poi i romanzi fantastici con ibridazione fiabica come Alice nel paese delle meraviglie (1865) di Lewis Carroll e Pinocchio (1883) di Collodi con motivazioni socio-pedagogiche. Alice nel paese delle meraviglie è un forte segnale di modernità. In quegli anni non c’erano bambine che leggevano, qui invece abbiamo proprio all’inizio del racconto, 2 bambine che leggono. Segnale che qualcosa sta cambiando nel rapporto donna-cultura. In Italia invece la fiaba si rispecchiò nel lavoro di Giuseppe Pitrè, che pose le basi dello studio scientifico del folklore in Italia, indagando le tradizioni popolari siciliane, dando vita a Sessanta novelle popolari montalesi e Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani . Dopo la seconda Guerra Mondiale, in Occidente, il genere fiaba implode: c’è bisogno di realismo e attivismo socio-politico. Solo a partire dagli anni Settanta si assiste a una rinascita del genere fiabesco. In Italia vediamo la pubblicazione di Calvino con Fiabe italiane e di Rodari con Grammatica della fantasia (una pedagogia del fantastico, la fiaba diventa lo strumento per sollecitare l’immaginazione dei bambini e rinnovare la didattica in classe). Bruno Munari contribuì a una rilettura moderna della fiaba con Cappuccetto giallo e Cappuccetto verde uscite nel 1972. La studiosa belga Vanessa Josen in un suo saggio aggancia gli studi di critica sulla fiaba a teorie dei sistemi culturali, prendendo spunto da 3 saggi 1. Some Day My Prince Will Come di Marcia K. Lieberman in cui si contesta la tesi di Alis Lurie che vede nella fiaba un mezzo di riscatto della figura femminile. Lieberman si oppone e ritiene che la fiaba abbia continuato a proporre un modello femminile con ruolo passivo e sottomesso. 2. The uses of Enchantment. The meaning and Importanceof Fairy Tales di Bettelheim che sottolinea la funzione catartica delle fiabe per l’inconscio dei bambini. Il saggio scatenò molte critiche tra cui quella di Maria Tatar che riteneva che tali teorie psicoanalitiche enunciate da B. davano solo risposte rassicuranti per gli adulti anziché un sostegno ai bambini. 3. The Madwoman in the Attic di Gilbert and Gubar dove si denuncia l’uso continuo delle pratiche patriarcali nella fiaba. Dove la figura femminile è o donna angelo o donna diabolica. Lo studio della Joosen dimostra come lo studio della fiaba sia un mezzo letterario privilegiato a cui attingere per capire i cambiamenti socio-culturali del mondo Nel duemila si è visto molto interesse da parte delle neuroscienze per la fiaba. Dagli studi emerge che dalla fiaba  si possono desumere schemi narrativi utili all’uomo per interpretare la quotidianità.  Inoltre la fiaba è utile ai bambini per lo sviluppo del pensiero contro fattuale (che permette all’uomo di costruire dei mondi possibili ,di agire sulla realtà e modificarla)

A.G.

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Attraverso la metafora l’uomo può mettere a fuoco e concettualizzare le emozioni attraverso l’esperienza corporea. La metafora è un processo cognitivo autonomo. Gli studi dimostrano che il processo cognitivo della metafora passa attraverso 3 fasi:  Novità  Familiarità  Assopimento Gli studi sulle neuroscienze hanno dimostrato che solo le metafore creative e innovative producono un’attivazione neuronale nell’emisfero destro. (produce piacere )

Di cosa parla la fiaba? Parla di desideri irrealizzabili che si realizzano Fiabia di magia Inizia con privazioni o abbandono, c’è un viaggio utopico verso un mondo ostile con mostri e difficili prove da superare, ci sono però aiutanti e oggetti magici che aiutano a superare le prove. Alla fine torna a casa vincitore. La fiaba nasce per meravigliare il lettore,l’incipit “c’era una volta” demarca la distanza tra il mondo che si sta raccontando e quello reale, parla di rovesciamenti e consegna al lettore un messaggio immortale. L’ottimismo sta alla base della fiaba e anche la vendetta (nessuna pietà per i cattivi). Quale è la relazione tra fiaba e metafora?  la metafora ha 3 funzioni: 1. Sostiene il processo di comprensione del bambino ( illumina di senso, concetti astratti e sconosciuti, dà forma a ciò che è senza forma, es. amore=avere le farfalle nello stomaco, amicizia= un’anima in 2 corpi..) 2. Stimola la rappresentazione mentale del bambino 3. Protegge il bambino dalla visione diretta di immagini cruente (il lupo taglia la pancia della nonna di Cappuccetto Rosso, ma non c’è sangue) La ricerca osservativa È stata svolta un’indagine internazionale usando la tecnica Delphi da 28 esperti, indagando il potere educativo delle fiabe illustrate con bambini di 6-8-10 anni. 21 versioni delle fiabe di Cappuccetto Rosso (7), Hansel e Gretel(7) e Barbablù (7). 62 bambini, diviso in 3 sottogruppi in base alle classi scolastiche di appartenenza. Fasi della ricerca: fase 1 per 5 settimane sono stati osservati i bambini nella lettura e nell’analisi di fiabe illustrate. Lettura ad alta voce, poi divisione in piccoli gruppi per lettura analisi, interpretazione e confronto. I bambini si sono interrogati tra le incongruenze tra immagini e testo Fase 2prestito delle fiabe illustrate ai bambini, 1 mese. Si voleva vedere quali libri i bambini volevano rileggere. È stat...


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