Riassunto le vie della seta PDF

Title Riassunto le vie della seta
Author Alessia Panzone
Course Storia medievale
Institution Università degli Studi di Torino
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Riassunto dettagliato del libro "Le vie della seta"...


Description

LE VIE DELLA SETA INTRODUZIONE IL CONTESTO ECOLOGICO: LA NASCITA DELLE VIE DELLA SETA EURASIATICHE  Nel II secolo a.C. i mercanti iniziarono a trasportare la seta dalla Cina verso occidente. Fino ad allora la Cina era isolata a causa delle montagne (Himalaya e Karakorum) e dai vari deserti; ostacoli geografici che vennero superati incrementando le interazioni con le altre civiltà agricole. Le strade, costruite e sviluppate sia dalle popolazioni urbane e agricole sia da popoli nomadi, che attraversavano questi ostacoli rappresentavano una novità nel II secolo a.C. A sud si estendevano i mari e gli oceani meridionali. Le navi che solcarono il mar Rosso e il mar Arabico diedero un contributo alla prima rotta marittima della seta, collegando i porti indiani con i territori orientali dell’impero romano. I marinai dal Sud-Est asiatico svilupparono rotta marittima che collegava lo Sri Lanka con la Cina, incrementando il traffico commerciale La seta  Queste reti commerciali vennero chiamate “vie della seta” poiché la seta era uno dei prodotti più importanti lungo tutti gli itinerari. La seta fu uno dei primi tessuti realizzati in Cina. Era un tessuto pregiato, utilizzato sia per l’abbigliamento del popolo sia per quello delle élite. (Il cotone era sconosciuto prima del II secolo a.C., venne importato in Cina dal subcontinente indiano. La pianta del cotone venne coltivata in Cina solo molti secoli dopo la nascita delle vie della seta)  La seta è di origine animale, deriva da un insetto chiamato “baco da seta” (una larva di una specie di farfalla); l’insolita lunghezza dei filamenti rende i fili di seta lisci, lucidi e resistenti. Il compito di raccogliere questi filamenti era difficile e svolto dalle donne: quando dalle uova uscivano i bachi, venivano nutriti giorno e notte fino a quando si fossero formati i bozzoli, che venivano attaccati a finti rami d’albero e lasciati sospesi, quando completati, i bozzoli venivano bolliti. Il filaticcio veniva ottenuto collocando i bachi su una superficie piana dando origine a batuffoli di seta, usati per imbottire tessuti trapuntati e poi trasformati in biancheria da letto, abiti e giacche. Tre zone ecologiche correlate  Tre civiltà sorsero in Eurasia: in Mesopotamia lungo il Tigri e l’Eufrate, lungo il fiume Indo e lungo il fiume Giallo. La civiltà egizia, sviluppata lungo il Nilo, quindi adiacente al continente eurasiatico, è anch’essa considerata parte integrante della cultura eurasiatica. In prossimità di ciascuna area di queste civiltà urbane si estendevano tre zone ecologiche: quella agricola, quella pastorale e quella boschiva La zona urbano-agricola  Gli abitanti delle aree urbane vivevano a stretto contatto gli uni con gli altri. Essi dovevano scambiare i propri servizi con le provviste delle aree agricole; necessitavano di prodotti importati da aree distanti, come il rame e lo stagno. Gli abitanti delle città e gli agricoltori dipendevano dai pastori che vivevano nella steppa eurasiatica, poiché fornivano animali e prodotti di origine animale (cuoio e carne). Gli abitanti delle foreste possedevano beni come oro, pellicce e ambra  Nonostante le catastrofi naturali (periodi di siccità, inondazioni, parassiti, carestie), gli agricoltori riuscivano a garantirsi la sopravvivenza. Il governo era ben organizzato, in grado di trasportare il cibo dalle regioni in cui il raccolto era stato abbondante verso le regioni colpite dalla carestia La zona pastorale  La steppa eurasiatica si estende a nord della zona urbano-agricola; dal nord della Cina, all’ Europa orientale. È un’enorme distesa di praterie. Sebbene i sistemi religiosi tra i vari gruppi erano analoghi, si parlavano lingue molto diverse tra loro. I popoli della steppa svilupparono una lingua scritta solo più tardi  I popoli della steppa che allevavano mandrie di animali erano nomadi, si spostavano per sfruttare i luoghi che offrivano i pascoli migliori e le sorgenti d’acqua più abbondanti. La steppa non era propriamente adatta all’agricoltura, le precipitazioni erano scarse, ma le praterie erano adatte ai pastori e alle loro mandrie di erbivori (i più diffusi erano i cammelli della Bactriana). La mobilità dei nomadi favorì gli scambi culturali fra le varie tribù; i singoli gruppi erano propensi al commercio

 Clima: l’altopiano mongolo era la regione più arida, procedendo verso ovest le precipitazioni aumentavano, dunque si tendeva a migrare in quella direzione. Le migrazioni potevano rivelarsi imprese rischiose: carne e latticini si conservavano solo per poco tempo, la siccità e le tempeste spesso decimavano le mandrie  I nomadi entrarono in relazione con due o più imperi agricoli, creando legami deboli ma significativi. Svolsero anche la funzione di intermediari tra nord e sud La zona della taiga  All’estremità settentrionale della steppa si estendevano le foreste della taiga, dove non era possibile praticare né l’agricoltura né la pastorizia. Gli abitanti di questa zona, che non possedevano un linguaggio scritto, ebbero numerosi contatti con i nomadi, favorendo gli scambi con prodotti come l’oro e l’ambra  Qualche tribù nomade sembra essere comparsa nella steppa come una forza temibile. Un possibile esempio è la confederazione mongola, che sembra provenire dalla zona delle foreste. Scambi tra le zone  Gli interscambi tra le diverse zone ecologiche favorirono la formazione di reti di commercio e comunicazione. I contatti non crearono buoni rapporti, poiché le usanze e le convinzioni religiose erano molto diverse tra gli abitanti delle zone L’importanza dei cavalli  Il cavallo forniva latte e carne, ma la sua funzione principale fu quella di mezzo di trasporto, soprattutto in ambito militare. Il carro trainato da cavalli determinò una rivoluzione militare: gli eserciti che ne erano in possesso riscuotevano sicuramente una netta superiorità militare  Intanto gli abitanti delle praterie iniziarono a creare delle strutture politiche chiamate confederazioni. Le confederazioni di popoli nomadi erano diverse dagli eserciti degli imperi stanziali: ad es. un leader dei popoli nomadi non poteva reclutare soldati, ma attirava i seguaci grazie alle sue abilità e ai suoi successi. Dopo una battaglia, il vincitore invitava (o meglio, obbligava) il leader sconfitto e i suoi seguaci a unirsi a lui. Un leader capace, quindi, poteva diventare il capo di una grande confederazione, con lingue, religioni e tradizioni differenti, anche se la fedeltà dei seguaci all’interno rimaneva instabile.  Un millennio dopo la comparsa del cocchio, nella steppa si diffusero le cavallerie; i guerrieri montavano direttamente a cavallo, tenendo arco e frecce. Gli abitanti della steppa conquistarono presto un formidabile potere militare  Le tensioni tra le zone aumentarono, i nomadi della steppa invasero le aree agricole stabilendovisi come governanti o sudditi e sconvolsero gli equilibri delle zone agricole eurasiatiche. Proprio in quest’epoca iniziò la storia del commercio e delle comunicazioni lungo la frontiera tra steppa e zona agricola. Emerse anche il commercio della seta in Eurasia: la vendita di sete cinesi ebbe un forte impatto su tutte le regioni e su tutte le popolazioni stanziate tra Cina e Mediterraneo. I popoli nomadi della steppa furono i principali responsabili della nascita delle vie della seta

CAPITOLO PRIMO LE ORIGINI DELLE VIE DELLA SETA: SETE E CAVALLI SULLA FRONTIERA CINESE Steppa e coltivazioni sulla frontiera cinese  Gli scambi interculturali erano piuttosto comuni tra la Cina urbano-agricola e la steppa pastorale, essendo non a grande distanza tra loro e essendo collegate da strade praticabili  I cinesi offrivano miglio, frumento e tessuti di seta in cambio di prodotti della steppa, quali i cavalli, asini, lana, cuoio e pietre preziose come la giada. Quando nel II secolo a.C. nacquero le vie della seta, questi scambi avevano già alle spalle millenni di storia.  Già nel V secolo a.C., in un contesto di tensioni, nacquero le prime vie della seta, dove venivano trasportate sete cinesi verso ovest e verso altri centri urbano-agricoli dell’Eurasia, ponendo fine all’isolamento della Cina. Fino a quando le rotte marittime divennero predominanti, sulle rotte terrestri transitava la maggior parte del traffico di sete cinesi. Xiongnu, yuezhi e cinesi

 Le origini delle vie della seta ricorrono ai rapporti tra la Cina urbano-agricola e due popoli di pastori della steppa: gli xiongnu e gli yuezhi. I primi, stabiliti nel nord della Cina, formavano una potente confederazione costituita da tribù che spesso non parlavano la stessa lingua, utilizzando la lingua della tribù del capo come lingua franca. I secondi, che vivevano nella Cina nordoccidentale, erano molto simili agli xiongnu: erano arcieri che si spostavano a cavallo e non possedevano una lingua scritta. Gli yuezhi vivevano lontano dalla Cina, ma erano noti ai cinesi perché commerciavano giada  Durante la fase storica nota come periodo degli stati combattenti, in cui sette grandi regni indipendenti si scontravano per cercare di imporre la propria supremazia, i commerci con i nomadi furono interrotti, permettendo a quest’ultimi di prendere d’assalto villaggi o città nei tre stati settentrionali (Qin, Zhao e Yan). Questi stati decisero di costruire solide mura, che dividevano la Cina agricola dalle regioni pastorali, rivelandosi molto utili per difendere i villaggi dalle razzie. I tre stati settentrionali ebbero però difficoltà nell’organizzazione e nella gestione della cavalleria cinese: l’esercito necessitava di cavalli, ma le loro riserve in Cina erano limitate; inoltre, per mantenere i cavalli era indispensabile un grande dispendio di denaro e lavoro, e i cinesi non erano esperti nell’allevare e addestrare cavalli. La steppa era l’unica regione con grandi praterie, ampia disponibilità di cavalli e con abitanti che possedevano una competenza nell’addestramento dei quadrupedi. La Cina fu costretta ad acquistare cavalli dai nomadi.  Nel 221 a.C. lo stato di Qin pose fine al periodo degli stati combattenti, creando un unico impero e fondando la nuova dinastia imperiale. Intanto gli xiongnu avevano creato una potente confederazione, diventando una vera e propria minaccia. Al fine di contrastarli, il sovrano avviò il progetto di costruire una Grande muraglia, unendo le fortificazioni realizzate dagli stati settentrionali. Gli scambi iniziarono a concentrarsi, quindi, solo in corrispondenza delle porte della Grande muraglia  Siccome l’imperatore aveva bisogno di cavalli, il capo yuezhi fece fortuna scambiando cavalli della steppa con sete cinesi, che vendeva ad altri leader della steppa in cambio di cavalli. Con tale commercio il capo yuezhi ricevette l’apprezzamento dall’imperatore, diventando un grande alleato contro gli xiongnu. Tuttavia, la dinastia Qin, a causa dei conflitti interni, venne sostituita dalla dinastia Han, che assunse da subito una posizione difensiva. La dinastia Han aveva gravi problemi finanziari, quindi l’imperatore cercò un compromesso con gli xiongnu: organizzare matrimoni tra principesse della corte Han e i capi xiongnu. Le spose cinesi portavano con sé sete e cereali e in cambio i capi xiongnu donavano cavalli. Dopo oltre 60 anni, l’impero Han decise di abbandonare quest’usanza e di sferrare un’offensiva contro gli avversari, riuscendo a respingerli nella steppa. I nomadi non si scoraggiarono e ripresero le incursioni nei villaggi e nelle città.  L’imperatore Wudi aveva dunque bisogno di alleati militari nella steppa, decise dunque di inviare un ambasciatore presso gli yuezhi per stringere un’alleanza contro gli xiongnu.  (Si offrì volontario Zhang Qiang, insieme ad altre cento persone. All’inizio del percorso, Zhang venne fatto prigioniero: per ben dieci anni dovette spostarsi assieme ai nemici, sposò una donna xiongnu, ma continuò a rimanere fedele alla patria. Purtroppo, quando riuscì a fuggire era troppo tardi: gli yuezhi, dopo l’uccisione del loro capo, si avventurarono verso ovest, stabilendosi nel territorio a sud del fiume Amudarja, zona agricola che conservava molte tradizioni ellenistiche e che offriva buoni pascoli e campi fertili. Intanto Zhang riuscì a trovare gli yuezhi, fallendo, però, nel tentativo di convincere il capo ad allearsi con la dinastia Han contro gli xiongnu. Decise di tornare in Cina, ma lungo il tragitto venne nuovamente catturato. Dopo un anno riuscì a fuggire e tornare in patria. Sebbene non avesse raggiunto il suo obiettivo, Zhang riuscì a riallacciare i contatti con gli yuezhi, facendo riprendere il commercio tra loro, e acquisì familiarità con le caratteristiche geografiche della steppa e con le usanze e l’organizzazione politica degli xiongnu. Descrisse luoghi, mai raggiunti prima da altri cinesi; grazie a lui si sa che all’epoca l’Iran era controllato dai parti, i quali erano stati nomadi della steppa. Originariamente vivevano a sud-est del mar Caspio, ma dopo il declino dell’impero seleucide, si impadronirono di quasi tutto l’Iran e si stabilirono sul fiume Tigri. I parti divennero uno dei principali partner commerciali degli yuezhi. In questi mercati, Zhang notò una specie di bambù e vari tessuti che provenivano dall’India, propose dunque all’imperatore di inviare una spedizione ella Cina sudoccidentale per cercare rotte che arrivassero all’India, utili per evitare i viaggi nel territorio degli xiongnu. L’imperatore

accettò, ma non ebbe successo. Intanto Zhang ricevette il ruolo di ambasciatore della Cina presso gli altri popoli della steppa)  Le razzie degli xiongnu non rappresentavano più una grave minaccia, l’imperatore, dunque, decise di rafforzare il corridoio che collegava la Cina nordoccidentale con il resto delle Regioni occidentali. Venne prolungata la Grande muraglia, creando un passaggio sicuro e capace di attirare mercanti provenienti da terre lontane. Merci esotiche iniziarono a passare verso la capitale dell’impero e i mercanti recavano con sé informazioni sulle terre straniere. Gli yuezhi-kushan nel Tokharistan (già Bactriana)  All’interno delle tribù yuezhi, quella dei kushan, se ne unificarono 5, in una regione chiamata Bactriana. Il regno kushan, popolo di cavalieri molto abili nel combattimento e nei commerci, introdusse una nuova cultura. Era privo di una vera struttura centralizzata: era per lo più formato da città-stato con un alto grado di autonomia e non possedeva un unico grande sovrano  La presenza degli yuezhi-kushan in Bactrania appare come un incontro e una fusione di due importanti popolazioni con culture diverse e sofisticate. Le città fornivano infatti un quadro esaustivo della vita in una polis dell’antica Grecia. Lo stile di vita ellenistico si mescolò alla cultura equestre: l’instaurazione del potere degli yuezhi-kushan non fu un fenomeno improvviso, ma un processo graduale. I nomadi arrivarono con l’intenzione di stabilirvisi in qualità di governanti e cittadini. Una volta arrivati, i kushan iniziarono ad apprezzare e commerciare il vino: fiorirono diversi mercati Significato politico, culturale e simbolico dei cavalli, dei carri e della seta  Il carro trainato da cavalli divenne un mezzo di trasporto, ma anche un simbolo di potere: era uno strumento comune per esibire uno status regale e divino nelle culture eurasiatiche. La razza dei cavalli divenne molto importante per lo status dei cavalieri: i destrieri più apprezzati divennero i “cavalli celesti”. I cavalli venivano scambiati con la vendita di seta.  Con gli scambi culturali giunsero l’erba medica e la vite. La prima era destinata ai cavalli, la seconda per abbellire palazzi e luoghi pubblici.  Il possesso di sete raffinate era simbolo di ricchezza. La seta era anche legata al potere militare, venduta al fine di procurarsi cavalli per l’esercito; ebbe un ruolo importante nelle trattative diplomatiche, come dono utilizzato per suggellare gli accordi conclusi nella steppa, ma anche un valore economico internazionale, perché venne usata per acquistare lussuosi beni esotici. Dopo l’emigrazione degli yuezhi in Afghanistan, la seta iniziò a essere richiesta sempre più a ovest, fino al mar Mediterraneo, fino alla costa egiziana.

CAPITOLO SECONDO UNA VIA DELLA SETA D’OLTREMARE: I MERCANTI DELL’IMPERO ROMANO IN INDIA, IL REGNO YUEZHI-KUSHAN E LO SVILUPPO DEL BUDDHISMO MAHAYANA  Gli yuezhi-kushan si spinsero verso sud-est, controllando gran parte del subcontinente indiano. Intanto, i mercanti marittimi dell’estremità orientale del Mediterraneo si diressero verso l’India via mare. I popoli si incontrarono: da quel momento, l’impero kushan (culla del buddhismo mahayana) divenne il principale distributore di sete cinesi e si garantì l’accesso a rotte marittime che portavano al golfo Persico, alle sponde meridionali della penisola arabica e al mar Rosso: tutte aree collegate all’impero romano. I mercanti dell’impero romano  Anche i mercanti del Mediterraneo provenivano da un’antica tradizione marittima, grazie a fenici, greci e egizi. Ma la stretta fascia di terra tra il mar Mediterraneo e il mar Rosso impedì loro di entrare nel mar Rosso e quindi di accedere agli oceani a sud dell’Asia. Dopo le conquiste terrestri di Alessandro Magno e dopo che l’impero romano assunse il controllo del Mediterraneo orientale e trasformato l’Egitto in una provincia romana, nacque la passione per le merci orientali associate a uno stile di vita lussuoso  I mercanti dell’impero romano erano per lo più greci, egiziani ellenizzati o arabi caduti sotto il dominio romano, che avevano familiarità con i mercati del Mediterraneo orientale. Essi conoscevano due diverse rotte che raggiungevano l’Asia: la rotta marittima che collegava il mar Rosso con il subcontinente indiano e la rotta

terrestre che dalla Siria arrivava verso l’altipiano iraniano, questa veniva poco utilizzata poiché in Iran regnava il regno partico con cui si tenevano relazioni ostili. La penisola arabica e i primi commerci di resine aromatiche  Il vasto deserto nella penisola arabica rendeva impossibile l’agricoltura, ma vicino alla costa meridionale si producevano il franchincenso e la mirra, resine aromatiche.  A quei tempi quasi tutti i marinai si mantenevano vicini alla costa, i marinai arabi, invece, sfruttavano le caratteristiche dei venti per essere trasportati in mare aperto, andando e tornando dall’India nel giro di un anno. Intorno alla metà del I secolo d.C. anche i mercanti romani iniziarono ad avventurarsi in mare aperto sfruttando i venti, per procurarsi spezie, pietre preziose, minerali, seta cinese e altri tessuti. Alessandria divenne la base di questo commercio di prodotti asiatici. Il trattato Periplus Maris Erythraei (scritto in greco) ci fornisce informazione su questi commerci, ma fu utile anche ai mercanti dell’impero romano, che commerciavano il prodotto più tradizionale del Mediterraneo, il vino contenuto nelle anfore, scambiato, assieme a oggetti in vetro, corallo rosso e anche grandi quantitativi di monete d’oro e d’argento, con lussuose merci orientali. Il Periplus descriveva anche i mercati. Il primo porto dell’itinerario seguito dai marinai era quello indiano di Barbaricon, dove si vendeva lapislazzuli e anche indaco, pigmento ricavato da una pianta. A Barbaricon, le merci venivano caricate su navi che avrebbero raggiunto la grande capitale dell’impero kushan. La tappa successiva era il porto di Barygaza, che creava un collegamento tra i mercanti romani e la capitale meridionale dell’impero kushan, in cui si vendevano merci come l’agata e la corniola. Il porto più distante frequentato dai marinai romani fu quello di Poduca, dove si commerciavano perle.  Altre spezie e fragranze ambite dai mercanti romani erano il legno di sandalo, la canfora, la cannella, la cassia e i chiodi di garofano Gan Ying e il tentativo cinese di individuare i mercati marittimi  A quell’epoca, quasi tutto il commercio internazionale della Cina passava attraverso la frontiera dell’entroterra; i mercanti cinesi non avevano mai incontrato nessun abitante dell’impero romano, anche se ne avevano sentito parlare. L’inviato Gan Ying fu scelto per la ricerca degli scali marittimi, anche se scelse di abbandonare poco dopo, cercando un contatto diretto con l’impero romano e i suoi mercanti. Sembra che questi ultimi abbiano tentato di raggiungere la Cina dall’India, ma anche via mare passando per il Sud-Est asiatico. Tuttavia, né la Cina degli Han né l’impero romano riuscirono a...


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