Riassunto Le Scienze della comunicazione PDF

Title Riassunto Le Scienze della comunicazione
Course Theory Anf Tecnichniques Of Television
Institution Sapienza - Università di Roma
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LE SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE (M

ORCELLINI FATELLI)

CAPITOLO 1 Non esiste una scienza unitaria che sappia porre le questioni fondamentali delle discipline comunicative con coerenza. Difficoltà nella definizione del proprio oggetto di studio. Non esiste una sola "idea" di comunicazione, bensì tante idee quante sono le derivazioni scientifiche e culturali in vario modo implicate nell’analisi => difficoltà di inquadramento dell’oggetto empirico (confuso entro un arco assai variabile che spazia dalla "onnicomprensività" del paradigma informazionale, che comprende anche gli scambi tra macchine, alla "selettività" del paradigma relazionale, che considera pienamente comunicativo soltanto quel processo in cui si raggiunga la formulazione di un’unità sociale a partire dai singoli individui). Ostacoli al disegno di una "mappa scientifica" della comunicazione: 1. l’esasperante eclettismo (combinazione di teorie differenti) degli approcci scientifici 2. le particolari caratteristiche dell’oggetto-comunicazione 3. idiosincrasie cognitive radicate nell’evoluzione culturale del nostro secolo (che richiedono più fede che verifica scientifica) Competenza comunicativa: la capacità di produrre e comprendere messaggi nell’interazione comunicativa. Modifiche strutturali dei flussi comunicativi: 1. incremento straordinario della facilità di accesso all’azione comunicativa (= aumento della competenza comunicativa) 2. moltiplicazione dei canali comunicativi e la semplificazione e automazione del loro funzionamento 3. l’ampiezza inusitata del raggio di azione e d’influenza della comunicazione Il termine comunicazione deriva da verbi greci e latini: rendo comune, unisco, notifico, prostituisco. L’elaborazione di autonomi paradigmi scientifici per la comunicazione ha dovuto scontare contemporaneamente due circostanze traumatiche: 1. la moltiplicazione generalizzata delle possibilità comunicative 2. le cesure culturali del Novecento che - tramontate le certezze positiviste - hanno sottoposto a revisione e crisi profonda tutti i paradigmi scientifici => il tentativo di disegnare un profilo preciso per gli studi sulla comunicazione non è quindi segnato da un "normale" avvicendamento di paradigmi, ma piuttosto dalla brusca confluenza di riferimenti epistemologici diversi, stili conoscitivi difformi e opzioni ideologiche varie entro un alveo appena scavato. => due diversi atteggiamenti conoscitivi: 1. mantenimento di solide fondazioni, senza verificare del tutto le loro capacità di effettiva reazione al "nuovo mondo" e comunque precludendo all’analisi porzioni importanti della realtà, non afferrabili con una strumentazione "pesante" 2. edificazione di modelli originali, decisi a raccogliere la sfida dei tempi, ma perciò stesso in perenne difficoltà rispetto alla solidificazione di una base stabile => communication research

Communication research: Stati Uniti anni ‘20; punto d’incontro tra vari contributi e le più disparate risorse. Insieme agli incontri fecondi tra apporti complementari, non potevano mancare i contrasti tra le varie discipline (sociologia, semiotica, cibernetica, linguistica ecc.) intorno alle formule, le definizioni, le demarcazioni, che hanno confermato le incertezze del quadro complessivo. Merito indiscutibile di essere riuscita a stratificare con il tempo un settore scientifico con fisionomia propria. Attenzione ai fenomeni macrocomunicativi. Influenza neopositivista, della psicologia comportamentista => interpretazione generale della comunicazione come flusso massificato, come "fatto sociale" esterno all’uomo e quindi inquadrabile come processo astratto, riconducibile a formule fisico-matematiche ed applicabile ai più svariati ambiti. L’esplosione del sistema comunicativo ha contribuito quindi a creare uno spazio scientifico nuovo, ma anche a perpetuare i vizi della communication research: 1. sbilanciamento dell’attenzione verso i grandi apparati comunicativi - fenomeni macrocomunicativi 2. incapacità di separare la chiave specifica degli studi sulla comunicazione dalla sua dimensione di evento di massa L’evidente consonanza tra la formazione di un contesto specifico di ricerca e l’attenzione prevalente per le grandi comunicazioni ha favorito e rinsaldato l’idea che la comunicazione contemporanea coincida essenzialmente con la comunicazione di massa. => sbandamento ideologico che porta ad interpretare in chiave di presenza sociale essenzialmente invasiva e massiccia; radicalizzazione della discriminante tra micro e macrocomunicazione, che copre le contraddizioni analitiche anziché contribuire a risolverle. La crescita del sistema delle comunicazione di massa - soprattutto di quelle audiovisive - ha messo in risalto l’uso prevalentemente propagandistico che ne è stato fatto dai regimi dittatoriali => connotazione della comunicazione come processo essenzialmente strumentale e volontario => bullet theories => requisito della volontarietà insistentemente ed esclusivamente riferito al comunicatore. Comunicazione: 1. procedimento (entità fissa, processo sociale determinato attraverso cui attivare scambi al livello dell’azione sociale o veicolazione del pensiero) 2. costruzione di senso (entità mobile, luogo dell’azione sociale in cui lo scambio è più impegnativo e prevede la costruzione reciproca dei significati e un’attività di selezione attraverso i processi di rifiuto e condivisione dei contenuti) Per Statera: communication research = studio integrato, a livello sociale, culturale e psicologico, del processo della comunicazione e degli effetti dei mass media sul pubblico.

CAPITOLO 2 Linguaggio: un codice, o l’insieme di più codici - umani (verbali e non) o animali - che trasmettono, conservano ed elaborano informazioni. Se si considera il linguaggio come medium è possibile attribuire alla comunicazione lo status di processo generale in cui il linguaggio è manifestazione particolare, sotto l’aspetto della costruzione, regolazione ed interpretazione dei messaggi. Designando il linguaggio come l’insieme dei codici (e soprattutto riconducendovi anche fenomeni espressivi ipocodificati) si ripropone invece una tendenziale identificazione del linguaggio con la comunicazione => informazionalismo = ipostatizzazione del ruolo delle componenti informazionali nell’interazione dell’organismo con l’ambiente e con se stesso, facendolo coincidere con l’interazione stessa.

Umberto Eco - 1965 - decodifica aberrante: 1. Incomprensione o rifiuto del messaggio per assenza di codice (il messaggio è segnale fisico non decodificato o "rumore") 2. Incomprensione del messaggio per disparità di codici (il codice dell’emittente non è ben compreso dal destinatario) 3. Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali (il codice dell’emittente è compreso dal destinatario ma è modellato sul proprio "orizzonte di attesa") 4. Incomprensione per delegittimazione dell’emittente (il codice dell’emittente è compreso dal destinatario ma il senso viene stravolto per motivi ideologici) Guerriglia semiologica = decodifica intenzionalmente divergente. Eco subordina la comunicazione alla significazione, poiché la significazione è immanente a qualsiasi atto comunicativo. Goffman ritiene che il linguaggio costituisca essenzialmente un’attività: 1. 2. 3. 4.

il numero delle funzioni del linguaggio è pari alle situazioni che l’uomo può inventare; la comprensione dell’atto linguistico è determinata anche dalla cultura e dal contesto di riferimento; non esiste distinzione tra il significato di una frase e l’uso che ne fa il parlante; nozione di frame (schema interpretativo che dà senso ad un flusso di eventi).

Movimento cognitivista: valorizzare il ruolo della comunicazione nella formazione della personalità, nella determinazione della condotta umana e nello svolgimento dei processi mentali e delle esperienze interiori. Ha focalizzato i principali filoni di ricerca sulla percezione, l’attenzione, la memoria, il ragionamento (problem solving) e soprattutto il linguaggio. Sotto l’influenza della teoria dell’informazione e della cibernetica, si ha un modello dell’organismo umano come sistema complesso, assimilando il funzionamento della mente umana ad un sistema comunicativo "informazionale" (servomeccanismi cibernetici). Sociologia: analisi dei sistemi comunicativi nel loro complesso e delle loro funzioni all’interno della società. Indaga soprattutto le condizioni sociali, economiche e culturali nelle quali hanno luogo soprattutto le operazioni di produzione, diffusione e ricezione dei messaggi. Lasswell: primo tentativo sistematico di analisi delle tecniche di persuasione nel 1927; adottò per primo la tecnica di rilevazione "content analysis"; studio dell’influenza politica, della comunicazione su questioni politiche e ideologiche e sui canali attraverso i quali i leader politici esercitano la loro influenza. Carl Hovland: affrontò i problemi legati alla comunicazione e alla persuasione durante la II guerra mondiale; "nuova retorica scientifica": una serie di precetti e di accorgimenti tesi a rendere più convincente il messaggio. Katz e Lazarsfeld: ricerche sull’influenza personale nelle comunicazioni di massa. Le categorie e i metodi di indagine sono propriamente sociologici: intervista con questionario, variabili di tipo demografico o socioeconomico. I risultati principali possono essere condensati nella scoperta del Two step flow ("flusso di comunicazione a due fasi") e nella valorizzazione del ruolo degli opinion leaders all’interno del processo comunicativo => diviene apprezzabile il ruolo dell’interazione sociale nella formazione delle opinioni e degli atteggiamenti, non più riferibili in maniera diretta alla semplice "esposizione" ai mass media. Fino agli anni Settanta la ricerca ha messo alla prova l’efficacia del ruolo dei media nella società; dopo rivalutazione del "potere dei media" (media power). In quest’atmosfera sono maturate alcune teorie "ecologiche" (= i media plasmerebbero l’ambiente cognitivo e simbolico nel quale vive l’individuo, costituendo così una preziosa risorsa per l’interazione sociale e per la "significatività" dell’agire): agenda setting - la spirale del silenzio - lo scarto di conoscenza (knowledge gap) - teoria della dipendenza. Questo clima ha anche stimolato riflessioni sul ruolo di "agente di socializzazione" svolto dai media: teoria della coltivazione - interazionismo di Goffman.

Cibernetica(timoniere): Wiener. Ha per oggetto le azioni volontarie nelle quali si presenta una situazione opposta: dalla conoscenza del futuro (l’obiettivo desiderabile, l’effetto) si deve dedurre il presente (la predisposizione delle cause che obblighi l’evoluzione nel senso voluto). In quest’ottica assume particolare valore il "ciclo di restituzione della risposta" (feedback), teso ad adeguare la "situazione attuale" allo scopo prefisso, di fronte al mutamento delle condizioni ambientali nel corso dell’azione.

CAPITOLO 3 Dance e Larson: 126 definizioni del termine comunicazione => la comunicazione si presenta essenzialmente come un processo.  comunicazione come trasferimento di risorse: trasferimento di una proprietà, di una risorsa o di uno stato da un soggetto ad un altro; neoempirismo (ricerca di protocolli scientifici incondizionatamente validi per tutti gli ambiti); comportamentismo (meccanicità del processo). Piace alla cibernetica ed alla semiologia perché de-contestualizza la comunicazione, almeno rispetto alle sue caratteristiche propriamente umane e sociali, rendendo più semplice la costruzione di modelli generali; comunicazioneomnibus = rientrano aspetti del mondo sia fisico che sociale, circostanze umane e non umane; frame = definizione-quadro.  comunicazione come influenza: comportamento di un essere vivente che ne influenza un altro oppure qualunque emissione di un segnale da parte di un organismo che influenzi un altro organismo; restringe l’ambito di pertinenza: al semplice trasferimento di risorse, si deve accompagnare una modificazione osservabile nell’elemento destinatario come conseguenza del rapporto comunicativo; introduce un elemento di variabilità nella finalizzazione dell’atto comunicativo; matrice biologica; esclusione degli aspetti "interiori" della comunicazione (motivazione, effetto cognitivo).  comunicazione come scambio di valori: scambio di valori sociali, condotto secondo determinate regole; Lévi-Strauss concilia il positivismo durkheimiano (esistenza di leggi "universali" per la società umana) e il particolarismo storico (irriducibilità di una cultura umana all’altra): le regolarità delle società umane non vanno cercato in ciò che le varie culture possiedono in comune, ma nella sistematicità delle relazioni tra le loro differenze. Gli uomini non comunicano solo attraverso il sistema linguistico, ma anche mediante aspetti della cultura che funzionano esattamente come "sistemi simbolici": il crudo e il cotto sono ad esempio le "parole" della cucina.  comunicazione come trasmissione: trasferimento di informazioni da un soggetto ad un altro per mezzo di veicoli di varia natura; è il modello comunicativo della teoria dell’informazione; sostituzione delle risorse con l’informazione (informo = plasmare; viene presupposta l’uniformità dei codici); i veicoli di varia natura evocano la comunicazione mediata da supporti tecnologici; limitando la sostanza della comunicazione alla trasmissione di un messaggio da un soggetto ad un altro, il procedimento comunicativo subisce una notevole semplificazione e ciò consente, da un lato, di controllare più efficacemente il funzionamento e prevederne l’esito, e dall’altro, di garantire una vasta generalizzabilità del paradigma (applicato poi allo studio teorico del linguaggio, della percezione, dell’apprendimento e della memoria egemonia culturale negli anni Cinquanta); eccessiva linearità dello schema: l’influsso del contesto sociale e culturale non può essere ridotto solo a rumore o decodifica aberrante (= l’interpretazione dei messaggi non corrisponde all’intenzione dell’emittente e al modo in cui egli si aspetta avvenga la decodifica).  comunicazione come condivisione: condivisione, tra due o più soggetti, di un medesimo significato; si passa dalla considerazione del procedimento - cioè dell’agire comunicativo come agire motivato da strutture e circostanze - alla tensione verso il suo risultato - cioè all’agire dotato di senso - recuperando il carattere teleologico del termine.  comunicazione come relazione sociale: formazione di un’unità sociale a partire da individui singoli, mediante l’uso di un linguaggio o di segni; aggiunge alla "condivisione di un significato" la comunione di modelli comportamentali e stili di vita, basata su insiemi di regole (visione chiaramente sociale e antropologica).

Quindi due macroparadigmi: quello informazionale (imperniato sul processo di diffusione delle informazioni e sulla trasmissione dei significati: concetto dell’uomo come essere agito dalla struttura sociale, secondo un corredo psicologico o biologico necessario ed eterno) e quello relazionale (incardinato sulla metafora del legame).

CAPITOLO 4 Harold Lasswell: schema descrittivo dell’atto comunicativo molto semplice ed allo stesso tempo di grande utilità pratica:

1) Chi dice

analisi degli emittenti

2) Che cosa

analisi del contenuto dei messaggi (content analysis)

3) Attraverso quale canale

analisi dei mezzi tecnici

4) A chi

analisi dell’audience

5) Con quale effetto

studio degli effetti della comunicazione

E’ assente la nozione di feedback => è implicita la convinzione che la parte attiva sia il comunicatore e quella passiva il pubblico. Manca anche ogni fattore che si interponga tra la trasmissione e la ricezione dei messaggi (variabili intervenienti). Presupposto dell’intenzionalità del processo comunicativo e previsione di un effetto immediato e diretto; assenza del contesto. Denis McQuail: versione rinnovata dello schema di Lasswell

1) Chi comunica con chi

(emittenti e riceventi)

2) Perché si comunica

(funzioni e scopi)

3) Come avviene la comunicazione

(canali, linguaggi e codici)

4) Su quali temi

(contenuti, oggetti informazione)

5) Quali sono le comunicazione

conseguenze

di

riferimento,

tipi

di

delle (intenzionali e no)

L’unidirezionalità del vecchio schema è definitivamente dissolta ( diade = unità minima della comunicazione interpersonale - due persone). Dell Hymes: acronimo speaking: (Schema processuale dinamico e problematico)  Setting  Partecipants  Ends  Art characteristics  Key  Instruments  Norms of interaction and of interpretation  Genres. La communication research preferisce considerare le componenti della comunicazione come soggetti semplici che vengono "attivati" dalla comunicazione (cornice statica):

fonte o emittente: individuo, gruppo o istituzione che produce un messaggio - si preferisce mettere sullo stesso piano emittente e ricevente come diade, altrimenti si finisce per attribuire l’intenzionalità all’emittente - sarebbe preferibile parlarne a proposito del ricevente.  messaggio: tutto ciò che costituisce l’oggetto "di scambio" in una pratica comunicativa - lo studio delle comunicazioni di massa postula che l’intero significato di un messaggio è comprensibile sono nel complesso degli elementi che sono collegati ed interagiscono nel processo comunicativo. La semplice identificazione del segnale da parte del ricevente non implica l’automatica interpretazione corretta del messaggio; il messaggio può essere influenzato dalla natura del mezzo col quale viene emesso; il messaggio può essere alterato da un’interferenza fisica o psicologica (rumore) che "disturba" il segnale, influenzando la percezione del significato e l’efficacia; anche nella fase finale può essere modificato dal feedback. L’attenzione che si presta è regolata dalle nostre motivazioni e dalla loro intensità relativa. L’efficacia dipende essenzialmente dall’importanza che esso assume in relazione ad altri segnali e messaggi oltre che dal valore intrinseco attribuitogli dal ricevente, a sua volta collegabile alla predisposizione e/o alla competenza. L’interpretazione dipende anche dal contesto nel quale viene ricevuto il messaggio.  canale comunicativo: mezzo fisico attraverso il quale si svolge l’atto comunicativo . Può essere strutturato in particelle oppure in onde; principale(viene codificata l’idea che si vuol trasmettere) o accessorio(incrementa o attenua l’efficace dell’idea principale); quello che serve da sfondo si chiama canalequadro; quello che si attiva solo in momenti particolare è ausiliario (es. linguaggio quotidiano); vocale o cinesico. L’immediatezza è la rapidità nel passaggio dell’informazione; la capacità è la quantità di informazioni trasmesse in un certo tempo.  codice: un sistema generalmente condiviso per l’organizzazione di segni . E’ caratterizzato dalla convenzionalità; la dimensione sociale dei codici comunicativi paga inevitabilmente un prezzo di pluralismo e confusione rispetto all’architettura razionale dei codici numerici, rimandando a codici di comportamento, etici, estetici e linguistici, che possiedono gradi di libertà più o meno ampi. Bernstein: codici elaborati (linguaggio della scuola e dell’istruzione ufficiale) e codici ristretti (quota elevata di significati condivisi; rapporti sociali più stretti).



Il potenziamento delle capacità interpretative degli schemi richiede un inevitabile aumento della loro complessità. Distinzione degli atti comunicativi secondo la loro frequenza (intensità diacronica): 1. 2. 3.

comunicazione discreta (o discontinua) - puntiforme, episodica comunicazione seriale - reiterata, abituale comunicazione continua - routinizzata, propria dei media radiotelevisivi

Distinzione a seconda del numero e della qualità dei soggetti coinvolti (intensità sincronica): 1. comunicazione extrapersonale - (generica, non c’è l’uomo) 2. comunicazione intrapersonale - (ciò che avviene “all’interno” del soggetto) monologhi interiori 3. comunicazione interpersonale - ...


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