Riassunto libro \"Storia della Gran Bretagna\" di Giulia Guazzaloca PDF

Title Riassunto libro \"Storia della Gran Bretagna\" di Giulia Guazzaloca
Course Storia contemporanea
Institution Università per Stranieri di Siena
Pages 25
File Size 699.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 62
Total Views 143

Summary

Riassunto completo del libro "Storia della Gran Bretagna (1832-2014)" di Giulia Guazzaloca....


Description

STORIA DELLA GRAN BRETAGNA

1. L’ETA’ VITTORIANA

- Dal 1837 al 1901, Regina Vittoria.

Costituzione inglese  fondata su consuetudini e regole scritte che traevano origine dalla Gloriosa Rivoluzione del 1688-89, non codificata in un documento unico. Regime monarchico-parlamentare, equilibrata divisione del potere: Corona, Camera dei Lord e Camera dei Comuni rappresentano principio monarchico, quello aristocratico e quello democratico. Tra Corona e Parlamento compromesso che avrebbe lasciato al sovrano solo il diritto di essere consultato, quello di incoraggiare e mettere in guardia. Altrettanto bilanciati erano i ruoli delle due camere. Il balance del sistema inglese era data dai suoi meccanismi effettivi e dal perfetto equilibrio tra elementi tradizionali ed elementi razionali e pratici. I primi – dignified part - erano la monarchia e la Camera dei Lord, davano stabilità e continuità alle istituzioni, suscitavano nei cittadini rispetto verso le autorità. I secondi invece – efficient part – erano il governo di gabinetto e la Camera dei Comuni, garanti dell’efficienza del sistema e del suo adeguamento alle trasformazioni socio-economiche in corso.

Partiti politici  bipartitismo tendenzialmente perfetto, divisione chiara del Parlamento fra liberali e conservatori, eredi degli antichi gruppi whig e tory. Stabilità solo dopo delle riforme elettorali con allargamento della partecipazione politica; a fronte di questi due partiti principali, esistevano anche raggruppamenti minori, come ad esempio il Partito nazionalista irlandese. Nel corso del Settecento infatti non erano ben chiare le differenze fra essi. I tories rappresentavano la piccola nobiltà di provincia, e i whigs i grandi proprietari terrieri e il mondo degli affari e delle professioni: entrambi erano espressione di una unica élite. Il processo di aggregazione delle due formazioni politiche ebbe slancio nel XIX secolo. Con la riforma elettorale del 1832 venne introdotto l’obbligo di registrazione degli elettori e ciò indusse i partiti a dotarsi di organizzazioni locali. Negli anni Trenta si delineò il profilo dei due partiti, si accentuarono le divisioni interne tra whigs moderati, gruppo radicale e fautori dell’autonomia irlandese. L’intensa attività riformatrice di questi governi caratterizzò i liberali come sostenitori della causa del progresso e dell’innovazione politica. Il gruppo tory cominciò ad usare il nome di conservatore, il suo leader Robert Peel precisò i propositi del partito (favorevoli al rinnovamento degli organi civili ed ecclesiastici, accettavano riforma elettorale come soluzione di un grande problema costituzionale). Durante il governo Peel ci furono grandi successi ma anche forti contrasti interni. Quando nel 1846 abrogò i dazi sul grano, il partito conservatore si spaccò, e Peel si dimise: aprì una lunga fase di egemonia governativa dei liberali: i sostenitori di Peel entrarono nel partito liberale, tra essi Gladstone. I liberali costituivano un raggruppamento eterogeneo, si mescolavano esponenti della vecchia aristocrazia whig, ex conservatori del gruppo peelita e radicali. I radicali erano un gruppo coeso legato alle Chiese nonconformiste. Con il tempo il partito si avvicinò alle istanze radicali ma rimase sempre sfaccettato.

Riforme elettorali  Riforma del 1832  dimostrò che era possibile veicolare cambiamento senza scompaginare l’assetto costituito. Camera dei Comuni riforma sé stessa, sotto la guida di un governo whig: la necessità di legare la costituzione alle classi medie. Molti borghesi erano ancora esclusi dal diritto di voto. Nel 1831 il governo Grey presentò una riforma che proponeva di abolire 168 piccoli collegi ed estendere nei borghi il diritto di voto agli occupanti di una casa del valore di almeno 10 sterline annue. Contrastato dai tories, la Camera dei Comuni lo approvò; Grey convinse il sovrano a sciogliere la Camera e a indire le elezioni. Era sostenuta dai radicali popolari e dai gruppi industriali urbani. La riforma fu leggermente modificata, passò ai Comuni ma venne respinta dai Lord. Il terzo progetto infine, passò alla Camera dei Lord dietro una minaccia del governo. I Lord approvarono il Great Reform Act nell’aprile del 1832. La nuova legge aumentò la percentuale dei votanti dall’11% al 18% della popolazione maschile, produsse una razionalizzazione dei collegi e introdusse il registro elettorale. Non cambiò la composizione sociale della classe politica e non mise fine all’instabilità della Camera dei Comuni. Riforma del 1867  nel decennio successivo la figura politica di rilevanza fu il liberale Henry Temple, terzo visconte Palmerston, al governo dal 1855 al 1858 e dal 1859 al 1865, perfetta incarnazione dell’Inghilterra medio-vittoriana. Alla vigilia della seconda riforma elettorale il quadro era mutato: cresciute le iniziative e le organizzazioni dei radicali, ampie masse urbane si erano unite alla causa di dare un nuovo slancio alla vita politica. L’improvvisa morte di Palmerston nel 1865 portò alla ribalta la questione della riforma elettorale, sostenuta dal primo ministro liberale Russell e da Gladstone, cancelliere. Russell si trovò di fronte una frangia di liberali contrari alla riforma. Questo

1

STORIA DELLA GRAN BRETAGNA gruppo provocò la caduta del governo nel 1866. Dopo Russell ci fu un governo conservatore di minoranza guidato da lord Derby con Disraeli leader ai Comuni. Gladstone e Disraeli furono i veri protagonisti della riforma: il primo prese il controllo del partito mentre il secondo riuscì a tranquillizzare i conservatori sugli effetti della riforma. Trionfarono, e il Second Reform Act fu approvato nell’agosto del 1867. Fece aumentare l’elettorato complessivo di un milione di votanti. L’ottimismo di Disraeli e la sua fiducia nella tory democracy vacillarono alle elezioni del novembre ’68: il partito liberale ottenne una maggioranza schiacciante e Gladstone formò il suo primo governo.

“Pacificare l’Irlanda”  1886, crisi dell’Irish Home Rule Bill, problema dell’autonomia irlandese. Negli anni Quaranta in Irlanda riprese la campagna per l’annullamento dell’unione con Inghilterra, si cominciò a parlare di un Parlamento autonomo a Berlino. Nel 1945 il governo Peel tentò di riconciliarsi con i cattolici irlandesi. L’Irlanda precipitò in una grave carestia; ciò fermò le rivendicazioni momentaneamente. Obiettivo degli irlandesi era quello del disestablishment della Chiesa irlandese. Gladstone voleva riconciliare cattolici e protestanti d’Irlanda. Nel 1869 fece una legge che mise fine al sistema di privilegi per la Chiesa anglicana in Irlanda, l’anno dopo fu promulgato l’Irish Land Act, che cercava di proteggere i fittavoli irlandesi dalle minacce di sfratto e dagli affitti esorbitanti. Non bastò per riappacificare il paese, che era diviso fra maggioranza cattolica nazionalista e minoranza degli unionisti protestanti. Nel 1873 nacque l’Home Rule League, programma basato sull’autonomia amministrativa dell’Irlanda. Alle elezioni del 1874 ben 59 delle circoscrizioni irlandesi elessero rappresentanti della Home Rule League ed entrò in Parlamento Charles Stewart Parnell che si impose come leader del Partito nazionalista. Riuscì a conciliare il nazionalismo rivoluzionario con l’azione legale e parlamentare del suo partito. Per il governo di Londra era difficile controllare queste crisi. Gladstone nel 1881 adottò un nuovo Land Act che assicurava ai contadini irlandesi affitti equi e stabilità nell’occupazione delle terre, e i Coercion Acts che ampliavano i poteri di intervento e detenzione delle autorità. Parnell e i nazionalisti fondarono la Irish National League , prima moderna organizzazione degli autonomisti irlandesi. La nuova monarchia di Vittoria  negli anni del regno della Regina Vittoria si modellarono le moderne caratteristiche del sistema politico-istituzionale inglese. Riuscì a mettere fine alle velleità repubblicane e alle tentazioni rivoluzionarie. Poiché i suoi poteri erano molto limitati, il suo disappunto verso questo sistema era alto. Inizialmente cercò di intervenire su varie questioni, negli anni Settanta instaurò una collaborazione con Disraeli. Gli anni Ottanta-Novanta furono il periodo di massimo splendore per la British Greatness. Le nuove ambizioni imperialistiche e le tendenze nazionaliste favorirono il protagonismo della monarchia. Le sue interferenze però non modificarono più di tanto le decisioni prese a livello governativo. Il XIX vide il trionfo della borghesia e della gentry, piccola nobiltà terriera, ma non mancavano situazioni di povertà e disagio sociale e culturale. Gli operai “rispettabili” erano solo una minoranza dei lavoratori manuali, ossia quelli specializzati, meglio retribuiti e iscritti ai sindacati. Negli anni Settanta ebbero un ruolo importante le trade unions.

Lo “splendido isolamento”  sviluppi economici e commerciali del periodo permisero alla GB di rafforzare i possedimenti coloniali. Si consolidò il possesso dell’India, sciolta la Compagnia britannica delle Indie Orientali, i suoi poteri di governo vennero assunti dalla Corona inglese. L’India continuò ad essere devastata da carestie ed epidemie e i costi del suo mantenimento gravarono sulle entrate locali. A partire dal 1970 conobbe rapido sviluppo, le permise di diventare uno dei principali esportatori di materie prime per la madrepatria e importante mercato per prodotti inglesi. GB non si impegnò in alleanze ufficiali con altre potenze europee e ritenne di attraversare un periodo di sostanziale pace, definendola con l’espressione “splendido isolamento”. Belgio neutrale, integrità e indipendenza dell’Impero ottomano, stabilità nella penisola iberica e Mediterraneo rappresentavano gli interessi vitali dell’Inghilterra vittoriana, messi in discussione dai moti del ’48 e ’70, la primavera dei popoli. Per Palmerston l’obiettivo era evitare che la rivoluzione divenisse guerra internazionale. In questa fase le azioni britanniche sul continente erano molto vulnerabili. La partecipazione alla Guerra di Crimea mise in evidenza le debolezze della posizione militare della GB: l’intervento a fianco della Turchia si rivelò molto costoso. Il conflitto rivelò la scarsa efficienza dell’apparato militare inglese. Problema della riorganizzazione militare. Gladstone decise di mettere mano ad un vasto piano di riforme dell’esercito.

2. LE SFIDE DEGLI ANNI OTTANTA

2

STORIA DELLA GRAN BRETAGNA

Il “nuovo” sul fronte liberale: Gladstone, Chamberlain e il caucus  Gladstone avviò un intenso programma di riforme che comprendevano, oltre alla legislazione su Irlanda e sull’esercito, vari aspetti della società. Cercava di soddisfare le aspettative del liberalismo popolare, in sintonia con la filosofia liberale gladstoniana. Cominciò ad imporsi come leader moderno, instaurò legame diretto con i suoi sostenitori. Testimoniava cambiamento nella politica, che stava cominciando ad arricchirsi di una componente carismatica, emozionale, spettacolare. Contribuì a forgiare nuovo modello di comunicazione politica grazie al linguaggio semplice ma efficace, ricco di riferimenti biblici. Il trionfo di Gladstone come “tribuno della plebe” si ebbe dopo il suo primo governo; sconfitto alle elezioni del gennaio 1874, meditò di ritirarsi, ma tornò sulla scena nel 1867 quando in GB si diffusero notizie sulle atrocità commesse dai turchi sui contadini cristiani in Bulgaria. Governo Disraeli cercò di minimizzare l’accaduto, ma Gladstone si unì all’ondata di indignazione collettiva, consolidando il suo legame coi nonconformisti. Quindi riuscì a fornire al liberalismo vittoriano gli strumenti per affrontare la nascente democrazia di massa; fu in grado di salvaguardare il precario equilibro fra tradizione e progresso, e fece consolidare associazioni di partito, nuove “macchine politiche”. Classe politica si convinse del fatto che ci fosse bisogno di strutturare azioni dei militanti e dei gruppi di pressione all’interno di una org. centralizzata. Uno dei primi a rivendicare la necessità di “fondare un partito” fu Joseph Chamberlain, sindaco di Birmingham. Solo un partito organizzato con un programma condiviso poteva funzionare. Si distinse per la sua intensa attività riformatrice e per organizzare Birminghan Liberal Association, che venne sciolta per fondare la National Liberal Federation. Lo scopo del caucus (termine usato per indicare le macchine politiche) era essenzialmente democratico, dare piena rappresentanza alla volontà della maggioranza. Il marchese di Hartington criticò fortemente l’associazione, ma dovette accettare il fatto che essa avrebbe potuto giovare al partito nelle future campagne elettorali. E così fu: il partito di Gladstone ottenne una vittoria nel marzo 1880.

L’”incognita” del partito  si erano sviluppati in campo tory associazioni e club operai volti a mobilitare i simpatizzanti e ad assicurarsene l’iscrizione sul registro elettorale. Disraeli era convinto che bisognasse creare un popular conservatism, combinando novità con elementi tradizionali. Cercò di fare della tory democracy una piattaforma condivisa che tranquillizzasse i ceti superiori e favorisse il benessere dei lavoratori e i bisogni della middle class. Promosse importanti riforme sociali ma incrementò l’attività organizzativa delle associazioni conservatici. Nel 1867 era nata la National Union of Conservative and Constitutional Association che divenne la più importante espressione extraparlamentare del conservatorismo inglese. Nel 1883 sorse la Primrose Leauge che divenne un’importante struttura del partito. Si dedicava all’attività propagandistico-elettorale. Gladstone nel 1884, promosse il Third Reform Act, estendendo alle contee i requisiti introdotti nel 1867. Anno successivo fu varato il Redistribution Act: stabiliva adozione di circoscrizioni elettorali uninominali, rendeva più difficile le tradizionali pratiche di spartizione. Fu decisa dall’esecutivo. L’affermarsi del party system appariva come sintomo di trasformazione che rischiava di compromettere la tradizionale autorità del Parlamento e la dialettica tra le due Camere. Il 1886 in Irlanda  problema dell’Irlanda tornò alla ribalta nel 1885 quando Gladstone si rese conto che anche per l’Irlanda il self-government avrebbe favorito stabilità politica ed efficienza dell’amministrazione. Per lui non era un periodo facile, in quanto la partigianeria della sovrana a favore dei conservatori stava diventando sempre più palese, il partito era diviso in fazioni e la causa dell ’Home Rule sembrava non interessare. Venne aperta da Chamberlain una sfida alla linea gladstoniana: serie di articoli che proponevano per il Partito liberale una “nuova partenza” basata su ideali e programmi radicali. Tentativo coerente di promuovere accelerazione della decisione politica attraverso riformismo sociale. Fronte irlandese, il governo entrò in crisi sulla questione del rinnovo del Crimes Act del 1882. Nel maggio 1885 Gladstone si dimise lasciando il posto ad un governo guidato da lord Salisbury, che decise di non ripristinare la legge sulla coercizione in Irlanda, e mantenne un atteggiamento non troppo conciliante verso i nazionalisti. Il partito di Parnell fu l’ago della bilancia della Camera dei Comuni dopo le elezioni del 1885: il loro successo in tutte le circoscrizioni irlandesi divennero una sorta di referendum nazionale a favore dell’ Home Rule. Gladstone nel 1886 formò il suo terzo governo: capì che per pacificare l’Irlanda serviva un Parlamento autonomo a Dublino. Trascurava l’esistenza della “questione Ulster”, che si sarebbe aggravata negli anni successivi. Gladstone presentò due disegni di legge per la creazione di questo Parlamento. Buona parte dell’ala radicale del Partito sostenne la proposta. Anche la NLF si schierò con lui. Oppositori temevano che potesse condurre alla disgregazione del Regno Unito. 3

STORIA DELLA GRAN BRETAGNA Chamberlain (contrario) fece notare che questa situazione non era diversa da quelle presenti in altre nazionalità del Regno Unito (come il Galles). Emerse il disprezzo per i cattolici irlandesi. Quando l ’Home Rule Bill fu presentato alla Camera dei Comuni, 93 liberali votarono a fianco dei conservatori contro il governo. Il disegno di legge fu battuto, segnando una crisi per il Partito liberale.

Verso un “partito nazionale di centro”  Chamberlain propose di creare un grande “partito di centro”, rivendicando necessità di razionalizzare la vita pubblica e accelerare il momento della decisione attraverso azione più energica degli esecutivi e costituzione di un “partito nazionale”. Tale prospettiva nasceva dall’idea che bisognasse rafforzare le competenze del governo e dalla percezione che si stessero esaurendo le differenze fra i partiti. Anche Churchill affermò che la tory democracy fosse una democrazia che abbraccia i principi del partito tory e che avrebbe seguito la via delle riforme amministrative e sociali. Alcuni settori del mondo liberale e conservatore vollero proporre ricompattamento parlamentare di tipo centrista, prospettiva che intendeva promuovere un processo di modernizzazione dall’alto, con obiettivo la neutralizzazione dei possibili agenti di conflitto. Questo progetto, fallito, era emblematico di un’esigenza comune ai paesi che avevano conosciuto un allargamento dell’elettorato. Stavano emergendo due opposte prospettive politiche: quella incarnata da Gladstone e Salisbury (fondata su centralità parlamentare, bipartitismo e valore delle gerarchie sociali) e quella di Chamberlain e Churchill, che però si arenò. Infatti Chamberlain si trovava subalterno al gruppo conservatore, Churchill si dimise alla fine del 1886. Salisbury riuscì a ridimensionare le istanze della democrazia tory, volendo fare del partito tory un grande partito della “resistenza”. L’Impero  a Vittoria fu assegnato il ruolo di imperatrice dell’India, per legare i conservatori alla causa dell’impero e del patriottismo. Disraeli voleva dimostrare che erano importanti difesa degli interessi britannici nel mondo e adempimento delle responsabilità comportate da un impero così grande. Ciò fu un successo trionfale per il leader conservatore e per la monarchia. Disraeli però ebbe anche alcuni rovesci in politica estera, ma agli occhi dei britannici era visto come il trionfatore del Congresso di Berlino. Ottenne da esso infatti molti vantaggi, nonostante non avesse partecipato attivamente alla guerra russo-turca. Gladstone cercò di improntare sua politica coloniale su autogoverno e conciliazione, e quella europea sulla massima tutela del “concerto di Europa”. Annunciò linea che si opponeva a quella disraeliana, prevedeva rafforzamento dell’impero e altro. Per il suo secondo governo dichiarò che voleva purificare il paese dagli attacchi del “jingoismo delirante”. Il governo liberale si trovò costretto a seguire la linea del predecessore, arrivando poi all’occupazione dell’Egitto nel 1882. Aveva un’importanza cruciale per gli investimenti europei nell’area afroasiatica e ruolo strategico come via di accesso all’Oriente. Gladstone arrivò alla decisione di occupare il paese a causa di una rivolta di stampo nazionalista. Il loro fu intervento unilaterale che si concluse nel settembre 1882. GB sfruttò i territori già acquisiti per avanzare in quasi tutte le direzioni con uno slancio inarrestabile, a causa del dibattito sull’imperialismo che si era aperto negli anni Ottanta. Cominciarono a subentrare timore del declino economico, rivalità con gli altri paesi, fattori interni di malcontento, si cominciò ad avere paura della minaccia d’intervento delle altre potenze e della minaccia dell’adozione di misure protezionistiche da parte di altri paesi. Il predominio dei conservatori  dopo la crisi dell’Home Rule i conservatori governarono fino al 1905. Per Salisbury era necessario rafforzare il sodalizio del partito con le upper classes in nome della vecchia identità conservatrice, tenendola distinta sia dai radicali alla Churchill sia dagli unionisti del Partito liberale. Salisbury realizzò due importanti riforme: il Local Government Bill del 1888 e la gratuità dell’istruzione elementare nel 1891. Riuscì a consolidare l’alleanza con i liberali unionisti Nel Partito liberale comparso nuovo gruppo dirigente sensibile alle problematiche sociali e aperto ai tempi del patriottismo e dell’imperi...


Similar Free PDFs