Riassunto - Microeconomia - Pindyck, Rubinfeld PDF

Title Riassunto - Microeconomia - Pindyck, Rubinfeld
Course Microeconomia
Institution Università degli Studi di Torino
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riassunto libro microeconomia università di torino...


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MICROECONOMIA (settima edizione) Robert S. Pindyck – Daniel L. Rubinfeld, ed italiana E. Bacchiega Riassunto di Virginia Bassano

Capitolo 1: concetti di base

Lo studio dell’economia si compone di due branchie principali: la microeconomia e la macroeconomia. La microeconomia si occupa del comportamento di singoli agenti economici: consumatori, lavoratori, investitori e spiega come e perché questi agenti compiano scelte economiche. Un altro importante campo di studio della microeconomia è il modo in cui gli agenti economici interagiscono per formare unità più grandi: mercati e industrie. La macroeconomia si occupa invece di grandezze economiche aggregate, quali il livello e il tasso di crescita del prodotto interno lordo, dei tassi di interesse, della disoccupazione e dell’inflazione. I temi della microeconomia Buona parte della microeconomia ha a che fare con dei limiti: i redditi limitati che i consumatori possono spendere in beni e servizi, il budget ed il know-how limitati che le imprese possono utilizzare per produrre. La microeconomia però, studia anche i modi per gestire al meglio questi limiti; più precisamente, si occupa dell’allocazione di risorse scarsa (ad esempio come i consumatori possono distribuire nel modo migliore i propri redditi limitati tra i diversi beni e servizi acquistabili). Nelle economie pianificate come quelle di Cuba, le decisioni relative all’allocazione di risorse sono prese principalmente dai governi e, di conseguenza, molti degli strumenti e dei concetti della microeconomia hanno scarsa rilevanza in questi paesi. La microeconomia descrive poi i trade off (scelte tra alternative) che i consumatori, i lavoratori e le imprese devono affrontare e mostra come individuare il trade off ottimale: 

Consumatori: percepiscono redditi limitati, che possono spendere in un’ampia gamma di beni e di servizi. La teoria del consumatore descrive il modo in cui i consumatori in base alle loro preferenze massimizzano il proprio benessere mediante un trade off tra l’acquisto di un maggiore quantità di alcuni beni e l’acquisto di una minore quantità di altri beni.



Lavoratori: le persone devono decidere se e quando entrare a fare parte della forza lavoro. Ognuno deve affrontare un trade off tra lavorare subito e proseguire gli studi; in secondo luogo i lavoratori devono affrontare un trade off nella scelta del posto di lavoro e infine quante ore a settimana lavorare.



Imprese: anche le imprese devono affrontare limitazioni relative ai tipi di beni che possono produrre e alle risorse disponibili per produrli.

Prezzi e mercati  un secondo importante tema della microeconomia è il ruolo dei prezzi. Tutti i trade off descritti in precedenza si basano sui prezzi che consumatori, lavoratori o imprese devono fronteggiare. La microeconomia descrive anche il modo in cui vengono determinati i prezzi. In un’economia pianificata, i prezzi sono stabiliti dal governo. In un’economia di mercato, i prezzi sono determinati dalle interazioni tra consumatori, lavoratori e imprese e queste interazioni hanno luogo nei mercati.

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Teorie e modelli  come ogni scienza, l’economia è interessata alle spiegazioni dei fenomeni osservati. Le spiegazioni e le previsioni si basano su teorie. La teoria dell’impresa, ad esempio, muove da un semplice postulato: le imprese puntano a massimizzare i profitti. Questo postulato è utilizzato per spiegare come le imprese scelgono le quantità di lavoro, di capitale e di materie prime da utilizzare per la produzione e la quantità di beni da produrre. La teoria, spiega come queste scelte dipendono dai prezzi dei fattori produttivi, quali il capitale, il lavoro e le materie prime e dai prezzi ai quali le imprese riescono a vendere i loro prodotti. La teorie economiche costituiscono la base per la formulazione di previsioni. Con l’applicazione di tecniche statistiche le teorie possono essere utilizzate per costruire modelli tramite i quali effettuare previsioni quantitative. Un modello è una rappresentazione matematica. Nessuna teoria è perfetta. L’utilità e la validità di una teoria dipendono dalla sua capacità di spiegare e prevedere i fenomeni che intende spiegare e prevedere; vengono spesso modificate o perfezionate, in alcuni casi abbandonate. Analisi positiva e analisi normativa  la microeconomia affronta questioni di natura positiva e di natura normativa. L’analisi positiva descrive le relazioni di causa ed effetto e riguarda spiegazioni e previsioni, mentre le questioni di natura normativa riguardano ciò che dovrebbe essere, è un’analisi volta a individuare le scelte migliori. Che cos’è un mercato? Possiamo suddividere i singoli agenti economici in due grandi gruppi, in base al loro ruolo: acquirenti e venditori. Il gruppo degli acquirenti comprendere i consumatori e le imprese. Il gruppo dei venditori comprende le imprese, i lavoratori e i proprietari di risorse. Acquirenti e venditori interagiscono tra di loro, dando luogo ai mercati. Un mercato è l’insieme degli acquirenti e dei venditori che, attraverso le loro interazioni effettive o potenziali, determinano il prezzo di un prodotto o di un gruppo di prodotti. Un mercato ha un confine più ampio di un’industria. Un’industria è un insieme di imprese che vendono lo stesso prodotto, o prodotti strettamente correlati. La definizione del mercato si occupa di determinare quali acquirenti e venditori debbano essere inclusi in un particolare mercato. Differenze significative nel prezzo di una merce creano opportunità di arbitraggio: acquistare a prezzo basso su una piazza e vendere a un prezzo più alto altrove. Mercati concorrenziali e non concorrenziali  in un mercato perfettamente concorrenziale gli acquirenti e i venditori sono talmente numerosi che nessuno di essi ha, singolarmente, un’influenza significativa sul prezzo (es. mercati agricoli). Alcuni mercati invece comprendono molti produttori ma sono non concorrenziali in quanto le singole imprese sono in grado, accordandosi tra loro, di influenzare il prezzo. Prezzo di mercato  i mercati rendono possibili le transizioni tra acquirenti e venditori. In un mercato perfettamente concorrenziale si impone normalmente un unico prezzo: il prezzo di mercato. Nei mercati non perfettamente concorrenziali le diverse imprese potrebbero praticare prezzi differenti per lo stesso prodotto, quando parliamo di prezzo di mercato intendiamo la media dei prezzi dei diversi marchi o dei prezzi proposti nei diversi negozi. I prezzi di mercato della maggior parte dei beni fluttuano nel tempo Definizione ed estensione del mercato  Prima di poter stabilire quali acquirenti e venditori includere nella definizione del mercato, occorre determinare l’estensione del mercato, i suoi confini, sia in termini geografici sia in termini della gamma dei prodotti da considerare. La definizione del mercato è importante per due ragioni: 1.

Le imprese devono capire quali sono i loro concorrenti effettivi e potenziali per i vari prodotti che sse vendono o potrebbero vendere in futuro. Devono inoltre conoscere i confini di prodotto e geografici dei loro mercati per fissare i prezzi.

2. La definizione del mercato può essere importante per le decisioni di politica pubblica.

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Prezzi reali e prezzi nominali Spesso è utile confrontare il prezzo odierno di un bene con quello passato, o con il probabile prezzo futuro; per rendere significativo un simile confronto, occorre esprimerlo in relazione a un livello generale dei prezzi. Quando si confrontano prezzi riferiti a tempi diversi, quindi, occorre tenere conto dell’inflazione; in altre parole, occorre misurare i prezzi in termini reali piuttosto che nominali. Il prezzo nominale di un bene è il suo prezzo assoluto (es. prezzo delle uova nel supermercato in un determinato anno). Il prezzo reale di un bene è il prezzo rapportato a una misura aggregata dei prezzi. In altre parole, è il prezzo rivalutato tenendo conto dell’inflazione. Per i beni di consumo la misura aggregata dei prezzi più utilizzata è l’indice dei prezzi al consumo (CPI), per le materie prime è l’indice dei prezzi alla produzione (PPI). Es. prezzo reale delle uova nel 1980 = ( CPI 1970 / CPI 1980 ) x prezzo nominale nel 1980 In questo libro ci occuperemo solitamente di prezzi reali.

Capitolo 2: domanda e offerta, concetti di base

L’analisi domanda-offerta è uno strumento fondamentale e potente, applicabile a un’ampia varietà di problemi interessanti ed importanti tra cui per esempio: 

Comprendere e prevedere come le variazioni delle condizioni economiche mondiali influiscono sul prezzo di mercato e sulla produzione



Determinare gli effetti sui consumatori e sui produttori di tasse, sussidi, dazi doganali

Le curve di domanda e di offerta sono utilizzate per descrivere il meccanismo di mercato. In assenza di interventi pubblici(es. dazi) la domanda e l’offerta raggiungeranno un equilibrio che determina il prezzo di mercato di un bene e la quantità totale prodotta. Le variazioni del prezzo e della quantità nel tempo dipendono dal modo in cui la domanda e l’offerta reagiscono ad altre variabili economiche. Domanda e offerta Il modello di domanda e offerta è lo strumento fondamentale della microeconomia: questo modello unisce due importanti concetti: la curva di domanda e la curva di offerta La curva di offerta: mostra la quantità di un bene che i produttori sono disposti a vendere a un dato prezzo, tenendo costante ogni altro fattore che possa influire sulla quantità offerta. Sull’asse verticale del grafico è rappresentato il prezzo di un bene P, sull’asse orizzontale la quantità totale offerta Q. La curva rappresenta una relazione tra la quantità offerta e il prezzo.

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QO = QO (P) La curva di offerta della figura è crescente, quindi più in alto è il prezzo e più le imprese sono in grado e desiderano produrre e vendere. Altre variabili che influiscono sull’offerta: oltre al prezzo, ci sono altre variabili da cui può dipendere, come i costi di produzione, i salari, gli interessi passivi e il costo delle materie prime. Una variazione di uno o più questi fattori si traduce in uno spostamento della curva di offerta. Supponiamo che il costo delle materie prime diminuisca. Il minor costo delle materie prime rende la produzione più redditizia. Quando i costi di produzione diminuiscono, la produzione aumenta indipendentemente dal prezzo di mercato. L’intera curva di offerta si sposta quindi verso destra, diventando O’. Questi sono spostamenti lungo la curva di offerta. La reazione dell’offerta alle fluttuazioni di altre variabili che influiscono su di essa, invece, è rappresentabile graficamente con uno spostamento della curva di offerta stessa. La curva di domanda: mostra la quantità di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare al variare del prezzo unitario. QD = QD (P) La curva di domanda in figura è decrescente: di solito i consumatori sono inclini ad acquistare di più se il prezzo è basso. La quantità di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare può dipendere anche da altri fattori (es. reddito). Quando i livelli di reddito aumentano, se il prezzo di mercato si mantiene costante a P1, ci aspettiamo che la quantità domandata aumenti da Q1 a Q2. Dato che questo incremento avviene indipendentemente dal prezzo di mercato, il risultato è uno spostamento verso destra dell’intera curva di domanda Beni sostituti e beni complementi: la domanda è influenzata anche dalle variazioni dei prezzi di beni affini. Due beni si dicono sostituti quando l’aumento del prezzo dell’uno conduce all’aumento della quantità domandata dell’altro (es. rame-alluminio). Due beni si dicono complementi quando l’aumento del prezzo dell’uno determina la diminuzione della quantità domandata dell’altro (es. auto-benzina). Il meccanismo di mercato Il passo successivo consiste nel combinare le due curve. Equilibrio:

le

corrispondenza

due del

curve prezzo

si e

intersecano della

quantità

in di

equilibrio. A questo prezzo (P0 in figura) la quantità domandata e la quantità offerta di equivalgono al livello Q0. Il meccanismo di mercato è la tendenza di un mercato libero a spingere il prezzo verso il livello di equilibrio, ovvero verso il punto in cui la quantità offerta e la quantità domandata si equivalgono. Domanda e offerta non sono sempre in equilibrio

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tuttavia vi è una tendenza del mercato verso l’equilibrio. Supponiamo che il prezzo sia inizialmente pari a P1, superiore al prezzo di equilibrio. I produttori tenteranno di produrre e vendere più di quanto i consumatori siano disposti ad acquistare, il risultato è un’eccedenza, situazione in cui la quantità offerta supera la quantità domandata. Per vendere tale quantità in eccesso, i produttori inizieranno a ridurre i prezzi, fino al raggiungimento di P0. La situazione opposta si verifica quando il prezzo è P 2, inferiore a P0. Si determina una situazione di scarsità, in cui la quantità domandata supera quella offerta. In quali casi si può usare il modello domanda-offerta? Questa ipotesi ha un senso solo nei mercati concorrenziali. Con ciò si intende che tanto i venditori quanto gli acquirenti hanno scarso potere di mercato, ovvero hanno individualmente scarse possibilità di influire sul prezzo di mercato. Se ci fosse un produttore monopolista questa ipotesi non avrebbe senso perché il comportamento del monopolista dipende dalla forma e dalla posizione della curva di domanda.

Variazioni dell’equilibrio di mercato Nella prima figura la curva di offerta si è spostata da O a O’ a seguito, per esempio, di una diminuzione del prezzo delle materie prime. Di conseguenza, il prezzo di mercato diminuisce da P1 a P3 e la quantità prodotta complessiva aumenta da Q1 a Q3. Il nuovo equilibrio tra domanda e offerta determina un nuovo prezzo e una nuova quantità. Nella maggior parte dei mercato, sia la curva di domanda sia la curva di offerta si spostano.

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Elasticità della domanda e dell’offerta Spesso si desidera sapere di quanto la quantità offerta o domandata diminuirà. Se il prezzo aumenta del 10%, di quanto varierà la quantità domandata? L’elasticità misura la sensibilità di una variabile alle fluttuazioni di un’altra. Si tratta di una

variazione

percentuale

di

una

variabile

prodotta dall’incremento di un punto percentuale di un’altra variabile. Elasticità della domanda rispetto al prezzo  Ep = (%Q) / (%P) Dove %Q è la variazione percentuale di Q. Un altro modo per scriverla è Ep = (P/Q) (Q/P) L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è, di solito un valore negativo. Quando il prezzo di un bene aumenta, la quantità domandata di solito diminuisce. L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è un numero, e sta ad indicare che se il prezzo del bene aumenta dell’1%, la quantità domandata si riduce del 3% (se ad esempio il valore dell’elasticità è -3). Quando l’elasticità rispetto al prezzo è > 1 in valore assoluto, si dice che la domanda è elastica rispetto al prezzo perché la diminuzione percentuale della quantità domandata è maggiore dell’incremento percentuale del prezzo. Se è < 1 in valore assoluto si dice anelastica Curva di domanda lineare 

es. Q = 8 – 2P

Q / P (uso derivata) è costante e uguale a -2. Tuttavia, la curva non ha elasticità costante. Quando ci si sposta lungo la curva il rapporto P/Q diminuisce e l’elasticità quindi diminuisce in valore assoluto. Per ogni combinazione di quantità e di prezzo, più inclinata è la curva, meno elastica è la domanda. Esiste una curva di domanda infinitamente elestica in cui i consumatori acquisteranno tutto ciò che possono ad un determinato prezzo P* e una domanda completamente anelastica in cui i consumatori acquisteranno una quantità fissa Q * indipendentemente dal prezzo.

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Elasticità della domanda rispetto al reddito è la variazione percentuale della quantità domandata prodotta da un incremento di un punto percentuale del reddito RD. ERD = (RD/Q) (Q/RD) La domanda di alcuni beni è influenzata anche dai prezzi di altri beni (vd. Burro e margarina). L’elasticità incrociata della domanda è la variazione percentuale della quantità domandata di un bene dovuta all’aumento di un punto percentuale del prezzo di un altro bene EQbPm = ( Pm / Qb ) ( Qb / Pm ) Dove Qb è la quantità di burro e Pm è il prezzo della margarina. In questo esempio le elasticità incrociate sono positive perché i beni sono sostituti. Alcuni beni sono tra loro complementi: poiché tendono ad essere utilizzati insieme, un incremento del prezzo dell’uno tende a spingere verso il basso il consumo dell’altro Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo è la variazione percentuale della quantità offerta prodotta da un incremento di un punto percentuale del prezzo. Questa elasticità di solito è positiva, perché il maggior prezzo costituisce un incentivo all’aumento della produzione. Elasticità di breve e lungo periodo Se ci si chiede quanto cambino la domanda o l’offerta in risposta a una variazione del prezzo, occorre stabilire quanto tempo deve intercorrere tra la variazione del prezzo e la misurazione della variazione della quantità domandata offerta. I beni di consumo hanno una curva elastica nel lungo periodo e poco elastica nel breve periodo; ad esempio nel breve periodo un aumento del prezzo ha effetti modesti sulla quantità di benzina domandata. Gli automobilisti guidano meno, ma non cambiano rapidamente tipo di auto. Nel lungo periodo invece passeranno ad auto più piccole ed efficienti e l’effetto dell’aumento del prezzo sarà maggiore. Per i beni durevoli è il contrario. Gli effetti dell’intervento pubblico La figura illustra gli effetti del controllo dei prezzi. In questo caso P0 e Q0 sono il prezzo e la quantità di equilibrio che si imporrebbero in assenza di interventi pubblici. Il governo, tuttavia, ha stabilito che P0 è troppo alto e che il prezzo non può superare un massimo indicato con Pmax. A questo prezzo più basso, i produttori, producono meno, e la quantità offerta si riduce a Q1. I consumatori, dall’altro lato, a questo prezzo aumentano la domanda e desiderano acquistarne la quantità Q2. La domanda di

conseguenza supera

l’offerta e si sviluppa una situazione di scarsità, ovvero un eccesso di domanda di entità pari a Q2 – Q1.

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Capitolo 3: il comportamento del consumatore

In che modo un consumatore che dispone di un reddito limitato può decidere quali beni e servizi acquistare? Per meglio comprendere il comportamento del consumatore si procederà in 3 passaggi: 

Preferenze del consumatore: definire un modo pratico con il quale descrivere le ragioni per cui le



persone preferiscono un beni a un altro Vincoli di bilancio: ovviamente i consumatori valutano anche i prezzi. Prenderemo quindi in considerazione il fatto che i consumatori dispongono di redditi limitati



Scelte del consumatore: date le loro preferenze e i loro redditi limitati, i consumatori scelgono di acquistare combinazioni di beni che massimizzano la loro soddisfazione e queste combinazioni dipendono dai prezzi dei diversi beni

Le preferenze del consumatore: Panieri di mercato  per riferirci a simili insiemi di beni utilizziamo il termine paniere di mercato. Più specificamente, un paniere di mercato è un elenco di determinate quantità di uno o più beni. In che modo i consumatori selezionano panieri di mercato? Di solito i consumatori scelgono i panieri che li soddisfano maggiormente. La tabella mostra una serie di panieri costituiti da diverse quantità mensili di cibo e vestiario. Paniere A B D E G H

Unità di cibo (C) 20 10 40 30 10 10

Unità di vestiti (V) 30 50 20 40 20 40

La teoria del comportamento del consumatore si sviluppa da tre ipotesi fondamentali: 1.

Completezza: si ipotizza che le preferenze siano complete, ovvero che i consumatori siano in grado di confrontare e valu...


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