Microeconomia PDF

Title Microeconomia
Author Marta Toni
Course Microeconomia
Institution Università degli Studi di Firenze
Pages 114
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Summary

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE ALLA metafora tra medicina ed economia: il sistema economico comparabile al corpo bisogno di studiarlo ogni sua parte funzioni, importante studiarlo anche se non si professionisti (medici o la scienza che si occupa di risorse scarse al fine di soddisfare i bisogni umani (inf...


Description

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE ALLA MICROECONOMIA Una metafora tra medicina ed economia: il sistema economico è comparabile al corpo umano; non c’è bisogno di studiarlo affinché ogni sua parte funzioni, è importante studiarlo e informarsi anche se non si è professionisti (medici o economisti). L’economia è la scienza che si occupa dell’allocazione di risorse scarse (perché l’offerta è limitata) al fine di soddisfare i bisogni umani (infiniti). Quindi essa si occupa di cosa e quanto produrre, di come produrlo e di come allocarlo (un esempio è l’economia casalinga: per preparare una festa con gli amici, in cui la risorsa scarsa possono essere il tempo o i soldi). La scarsità delle risorse implica che noi siamo vincolati nelle scelte possibili circa i beni e servizi da produrre e le esigenze da soddisfare -> l’economia è spesso detta scienza della scelta vincolata. Una distinzione importante deve essere fatta tra: - MICROECONOMIA: ha come oggetto di analisi il comportamento dei singoli agenti al fine di capire il funzionamento dei mercati (singole famiglie, industrie, mercati, sindacati ecc.) - MACROECONOMIA: ha come oggetto di analisi il sistema economico nel suo complesso, occupandosi di grandezze aggregate (reddito, livello dei prezzi, dell’occupazione, del PIL ecc.). Per studiare i fenomeni reali in un mondo che è eccessivamente complesso, gli economisti creano e analizzano modelli economici dei problemi affrontati. Quindi una realtà economica complessa deve essere studiata mediante semplificazioni. Un MODELLO ECONOMICO prende una realtà fisica complessa e la riduce allo stretto necessario (es: mappa stradale completa di terreni, appartamenti, negozi, viottoli ecc. ridotta a una mappa di strade principali e autostrade). Quindi, per fornire una rappresentazione più chiara della realtà, trascura molti dettagli di valore (che, in questo caso, rendono la città unica ed affascinante). I vantaggi dell’utilizzo di modelli economici sono l’astrazione e la focalizzazione su aspetti rilevanti della realtà; il possibile svantaggio è la trattabilità analitica dei problemi (es: storia dell’uomo che cerca le chiavi cadute in un punto della stanza buia nella parte opposta della stanza perché è illuminata da un lampione). In qualsiasi modello possono essere distinte: - VARIABILI ESOGENE: variabili il cui valore è considerato come un dato nell’analisi di un sistema economico, ovvero il valore di esse è determinato da alcuni processi esterni al modello esaminato - VARIABILI ENDOGENE: variabili il cui valore è determinato all’interno del modello economico in esame. Quasi tutti i modelli microeconomici si basano su tre strumenti analitici chiave: • Ottimizzazione vincolata e analisi marginale • Analisi di equilibrio • Statica comparata.

OTTIMIZZAZIONE VINCOLATA: L’ottimizzazione vincolata è uno strumento d’analisi per attuare scelte migliori (scelte ottimali), prendendo in esame qualsiasi limitazione o restrizione nella scelta. Possiamo considerare il problema dell’ottimizzazione vincolata come formato da due parti: - una FUNZIONE OBIETTIVO: è la funzione che il soggetto decisore deve ottimizzare, cioè deve massimizzare o minimizzare. - un insieme di VINCOLI: rappresentano le restrizioni o i limiti imposti ai decisori. Le scelte che i decisori devono effettuare sono limitate, ciò riflette il fatto che le risorse sono scarse o che, per qualche ragione, possono essere fatte solo alcune scelte. (es. esercizio svolto 1.1 pagina 6: un pastore deve fare un recinto il cui perimetro deve essere di lunghezza L e ampiezza W metri; L e W devono essere scelte in modo da massimizzare l’area del recinto, assicurandosi, però, che la quantità totale di recinto non ecceda gli F metri)

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ANALISI DELL’EQUILIBRIO: L’equilibrio è uno stato o una condizione che permane indefinitamente finché un fattore esogeno al sistema rimane costante, ovvero fintanto che un agente esterno non sposta il sistema (es: l’equilibrio di una palla in una buca nel fondo della buca -> la palla può rimanere indefinitamente in quella posizione, a meno che qualcuno non spinge la palla). In un mercato competitivo, l’equilibrio è raggiunto a un prezzo in cui la quantità offerta in vendita eguaglia la quantità richiesta dai consumatori.

Esempio: il mercato del mais statunitense La pendenza positiva della curva di offerta ci fa capire che l’aumento dei prezzi tende a stimolare la produzione. Si ha equilibrio quando la curva di domanda e quella di offerta si intersecano. Per $5 per bushel, nel mercato si avrebbe un eccesso di offerta di mais, quindi alcuni venditori non troverebbero compratori. Per $3 per bushel, si avrebbe eccesso di domanda, quindi alcuni acquirenti potrebbero non riuscire a vedere soddisfatta la propria richiesta.

STATICA COMPARATA: La statica comparata è un tipo di analisi utilizzata per esaminare come un cambiamento in qualche variabile esogena influisca sul valore assunto da alcune variabili endogene di un sistema economico. I metodi di analisi della statica comparata possono essere applicati ai problemi di ottimizzazione vincolata o di analisi dell’equilibrio. La statica comparata consente di effettuare un’analisi del prima e del dopo: la prima istantanea, dato un insieme di valori iniziali delle variabili esogene, ci dà i livelli delle variabili endogene, mentre la seconda istantanea ci dice come una variabile endogena che ci interessa sia cambiata, in risposta a una sollecitazione esogena, ovvero a un cambiamento nel livello di una variabile esogena. Nelle pagine finanziarie di un qualsiasi giornale possiamo trovarne esempi: i casi più tipici sono quelli degli eventi esogeni che influenzano il prezzo delle merci agricole (grano, soia, frumento, caffè ecc.), il bestiame e i metalli (rame, oro, argento) (es: il prezzo del grano aumenta con l’incremento della domanda dall’estero). (esempi pag. 14-16) ANALISI POSITIVA: è un’analisi che cerca di spiegare come funziona un sistema economico o di predire come cambierà nel tempo. Risponde a domande esplicative del tipo “cosa è successo?” o “cosa sta accadendo?” e può anche porre domande predittive come “cosa accadrà se alcune variabili esogene cambieranno?”. ANALISI NORMATIVA: è un’analisi che, in genere, si concentra su problemi legati al benessere sociale, esaminando ciò che può andare verso o contro il bene comune. Risponde a domande prescrittive quali “cosa va fatto?”, esaminando cosa possa andare verso o contro il bene comune. (è importante effettuare l’analisi positiva prima di quella normativa).

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CAPITOLO 2: DOMANDA E OFFERTA Il funzionamento dei mercati dipende dalla domanda e dell’offerta.

CURVA DELLA DOMANDA DI MERCATO: Indicata con D (Demand), la curva di domanda illustra la quantità di beni che i consumatori sono disposti ad acquistare a differenti livelli di prezzo. Si può distinguere tra: - DOMANDA DERIVATA: domanda di un bene derivante dalla produzione e vendita di altri beni (es: la domanda di sciroppo di cereali ad alto contenuto di fruttosio deriva dalla produzione di bevande analcoliche, nelle quali esso viene utilizzato come dolcificante) - DOMANDA DIRETTA: domanda di un bene derivante dal desiderio dei compratori di consumare direttamente il bene stesso. La scelta di acquisto di un bene e la quantità di prodotto richiesto può essere influenzata, oltre che dal prezzo, dal reddito, dal prezzo di altri beni, dai gusti e dalle loro variazioni e dalla pubblicità. Sulla base di alcuni di questi fattori si possono definire i: - BENI NORMALI: beni il cui consumo aumenta all’aumentare del reddito - BENI INFERIORI: beni il cui consumo diminuisce all’aumentare del reddito (es: margarina) - BENI SUCCEDANEI (o sostituti): se aumenta il loro prezzo aumenta il consumo del bene - BENI COMPLEMENTARI: se aumenta il loro prezzo diminuisce il consumo del bene. Quando disegniamo la curva di domanda, immaginiamo che tutti gli altri fattori che influenzano la quantità domandata siano fissi. La curva di domanda ha pendenza negativa se più basso è il prezzo del prodotto, più alta è la quantità domandata, e se più alto è il prezzo del prodotto, più bassa è la quantità domandata (se invece è il contrario, la curva di domanda ha pendenza positiva). La relazione inversa tra prezzo e quantità domandata, tenendo fissi tutti gli altri fattori che influenzano la domanda, è chiamata LEGGE DELLA DOMANDA DECRESCENTE. Tuttavia, per i beni di lusso (profumi, vestiti firmati, orologi di marca…) è provato che alcuni consumatori comprano una maggior quantità di questi beni quando i prezzi sono più elevati, perché maggior prezzo è indice di qualità superiore. Questo caso, però, non viola la legge perché tutti gli altri fattori che influenzano la domanda per questi beni non rimangono fissi al variare dei prezzi: cambia la percezione che il consumatore ha della qualità di questi prodotti. Se la percezione del consumatore circa la qualità del bene restasse costante, la legge della domanda decrescente sarebbe applicabile.

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CURVA DELL’OFFERTA DI MERCATO: Indicata con S (Supply), la curva di offerta illustra la quantità di beni che i produttori sono disposti a offrire a differenti livelli di prezzo. Tale curva è inclinata verso l’alto e ciò sta a indicare che a prezzi più elevati i fornitori del prodotto saranno disposti a offrire un maggior quantitativo di esso. Questa relazione positiva/crescente tra prezzo e quantità fornita, quando tutti gli altri fattori che influenzano l’offerta sono tenuti costanti, è conosciuta come LEGGE DELL’OFFERTA. Come nel caso della domanda, altri fattori oltre al prezzo influenzano le scelte di produzione e la quantità di bene che i produttori forniranno sul mercato: il prezzo degli input (dei fattori di produzione), ovvero di risorse come la manodopera e le materie prime utilizzate per produrre il bene (poiché maggiori sono questi costi, minore è la produzione a parità di prezzo di vendita del bene), la tecnologia (se è possibile produrre la stessa quantità di beni in modo più efficiente, ovvero con minori input, allora a prezzo di vendita invariato si produrrà di più) e il prezzo degli altri beni prodotti (es: quando il petrolio aumenta di prezzo, prezzi più elevati spingono a incrementarne la produzione, così anche il gas naturale segue il suo andamento, dato che è un suo sottoprodotto).

L’EQUILIBRIO DI MERCATO (Market Equilibrium): In corrispondenza del punto di intersezione delle curve di domanda e offerta, il punto E, il mercato è in EQUILIBRIO (la quantità domandata eguaglia quella offerta, in tal modo il mercato si compensa). È il punto in cui il prezzo di mercato non ha la tendenza a cambiare finché non variano le variabili esogene (es: la piovosità, il reddito nazionale…). Per ogni prezzo diverso da quello di equilibrio, esistono delle forze che spingono il prezzo a variare. Quando c’è eccesso di offerta (situazione in cui la quantità offerta a un determinato prezzo supera la quantità domandata), il fatto che i venditori di un prodotto non possano vendere tanto quanto vogliono crea una pressione al ribasso dei prezzi. Quando il prezzo diminuisce. Aumenta la quantità domandata, la quantità offerta si riduce e il mercato si sposta verso il 4

prezzo di equilibrio. Quando c’è eccesso di domanda (situazione in cui la quantità domandata a un determinato prezzo supera la quantità offerta), il fatto che gli acquirenti ottengano un quantitativo di prodotto inferiore a quanto vorrebbero determina una spinta verso l’alto dei prezzi. All’aumentare dei prezzi anche la quantità di prodotto offerta aumenta, la quantità domandata si riduce e il mercatosi muove verso il prezzo di equilibrio. (Rivedere esempio mercato del mais sopra a pag. 2) Se ci fosse l’intervento pubblico dei mercati si avrebbero tetti ai prezzi (equo canone), e prezzi minimi (salario minimo). SPOSTAMENTI DELL’OFFERTA O DELLA DOMANDA: Finora abbiamo supposto che tutti i fattori che influenzano la quantità domandata e offerta, ad esclusione del prezzo, fossero fissi. Di fatto, però, non sono fissi e le curve di domanda e di offerta così come quella dell’equilibrio di mercato sono influenzate dai loro valori. La variazione di una di queste variabili esogene (es: reddito dei consumatori, salari) cambia il valore delle variabili endogene (prezzo e quantità). Questi cambiamenti si rappresentano mediante lo spostamento della curva di domanda, di offerta o entrambe (questi fattori sono quelli elencati nell’immagine sopra e nell’immagine a pagina 3). Le 4 leggi alla base dell’offerta e della domanda sono: - Aumento della domanda + curva dell’offerta invariata = prezzo di equilibrio più alto e maggiore quantità d’equilibrio - Diminuzione dell’offerta + curva della domanda invariata = prezzo di equilibrio più alto e minore quantità d’equilibrio - Diminuzione della domanda + curva dell’offerta invariata = prezzo di equilibrio più basso e minore quantità d’equilib. - Aumento dell’offerta + curva della domanda invariata = prezzo di equilibrio più basso e maggiore quantità d’equilib.

SPOSTAMENTI DELL’OFFERTA E DELLA DOMANDA: Ritornando all’esempio del mercato del mais statunitense, sappiamo che dal 2006 al 2008 si ha un aumento della domanda (dovuto alla crescita del mercato dell’etanolo, prodotto con il mais) e una diminuzione dell’offerta (dovuta al maltempo). L’effetto combinato di questi due ha portato all’aumento del prezzo di equilibrio. Mentre, l’effetto sulla quantità di equilibrio non è chiaro: l’aumento della domanda tende a spingere verso l’alto la quantità di equilibrio, mentre la diminuzione dell’offerta tende a spingerla verso il basso. L’impatto netto sulla quantità di equilibrio dipenderà dalla grandezza di questi effetti e dalla forma delle curve di domanda e offerta: in realtà c’è stato un netto incremento della quantità di equilibrio. (Figura pag. 31)

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L’ELASTICITA’: Con la statica comparata abbiamo visto «la direzione» in cui mutano le scelte di un consumatore al variare di qualcuno dei parametri della sua scelta, ceteris paribus. Per avere informazioni sull’entità di tali «mutamenti» occorre introdurre il concetto di elasticità L’elasticità esprime il «grado di sensibilità» di una variabile (la quantità domandata di un bene) a mutamenti nei valori di un parametro del problema di scelta: - il prezzo del bene, - il prezzo di altri beni, - il reddito.

ELASTICITA’ DELLA DOMANDA AL PREZZO: In termini discorsivi, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo indica di quale percentuale varia la domanda di un bene al variare dell’1% del suo prezzo (definizione slide professore) (a parità di tutti gli altri fattori che incidono sulla domanda). [Def. libro: L’elasticità della domanda al prezzo misura la sensibilità della quantità domandata al prezzo. L’elasticità della domanda al prezzo è la variazione percentuale della quantità domandata Q (o X) determinata dalla variazione del prezzo P di un punto percentuale] -> quindi la misura dell’elasticità può cambiare lungo la curva di domanda perché dipende dal «punto» considerato.

Formalmente essa corrisponde al rapporto tra la variazione relativa della quantità domandata e la variazione relativa del prezzo:

∆X X ∆X p ε= = ∆p ∆ p X p

(formula libro)

Data la pendenza negativa della curva di domanda, a causa della relazione inversa esistente tra prezzo (p) e quantità (X), quando il prezzo aumenta la quantità diminuisce e viceversa e, poiché una variazione sarà positiva e l’altra negativa, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo sarà sempre NEGATIVA. È prassi tralasciare il segno, quindi, considerare i valori assoluti.

∆X −∆ X p X = ε= ∆p X ∆p p −

(formula slide professore)

Gli economisti classificano il possibile range di valori dell’elasticità della domanda al prezzo in questo modo: - DOMANDA PERFETTAMENTE ANELASTICA: L’elasticità della domanda al prezzo è uguale a 0 (significa che la quantità domandata è completamente insensibile al prezzo) - DOMANDA ANELASTICA: L’elasticità della domanda al prezzo è tra 0 e -1 (o tra 0 e 1, in base alla formula utilizzata) (significa che la quantità domandata è relativamente insensibile al prezzo - DOMANDA CON ELASTICITA’ UNITARIA o ISO-ELASTICA: l’elasticità della domanda al prezzo è uguale a -1 (o 1) (significa che l’aumento percentuale della quantità domandata è uguale al decremento percentuale del prezzo) - DOMANDA ELASTICA: l’elasticità della domanda al prezzo è tra -1 e -∞ (o 1 e +∞) (significa che la quantità domandata è relativamente sensibile al prezzo) - DOMANDA PERFETTAMENTE ELASTICA: l’elasticità della domanda al prezzo è uguale a -∞ (o +∞) (significa che ogni incremento si traduce in una riduzione della quantità domandata fino a zero, ed ogni decremento del prezzo si traduce in un aumento fino all’infinito della quantità domandata).

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In generale, date due curve di domanda che si intersecano in un particolare punto, l’elasticità in quel punto è maggiore per la curva più piatta (considerando la formula delle slide con il meno).

Il grafico della domanda iso-elastica è un ramo di iperbole. Nella formula I è il reddito.

L’elasticità della domanda al prezzo può fornire informazioni utili a imprenditori, istituzioni noprofit e altre organizzazioni per stabilire il prezzo di vendita dei propri prodotti o servizi. Inoltre, essa è determinante nella valutazione dell’effetto di diversi tipi di politiche governative, come per esempio l’impostazione di un tetto massimo ai prezzi, l’applicazione di tariffe e quote d’importazione. (es. 2.5 pag.33)

CURVE DI DOMANDA LINEARI: La curva di domanda lineare è una curva di domanda del tipo Q = a – bP, dove a e b sono costanti positive. La costante a esprime gli effetti di tutti i fattori diversi dal prezzo, il coefficiente b riflette la misura in cui il prezzo di un bene influenza la quantità domandata. Ogni curva di domanda con pendenza verso il basso ha una corrispondente curva di domanda inversa che esprime il prezzo in funzione della quantità. Possiamo trovarne l’equazione prendendo l’equazione della curva di domanda e risolvendola per P in termini di Q -> P = a/b – Q/b. Il termine a/b è il prezzo al quale la quantità domandata scende a 0 (Q = a – bP -> Q = a – b(a/b) = a – a = 0). (figura 2.12 pag.34)

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L’elasticità della domanda al prezzo per la curva di domanda lineare è data dalla formula:

ε=

P ∆Q P =−b (usando laformula del libro ) Q ∆P Q

oppure ε=

−∆ Q P P =b (usando formula slide) Q ∆P Q

Tale formula dice che l’elasticità della domanda al prezzo lungo una curva di domanda lineare varia nei diversi punti: nel tratto di curva che va dal prezzo a/b al prezzo a/2b l’elasticità della domanda al prezzo varia tra -∞ e -1 (curva di domanda elastica), per livelli di prezzo tra a/2b e 0, l’elasticità varia tra -1 e 0 (curva anelastica). La pendenza -b misura la variazione assoluta della quantità domandata (espressa in unità) determinata da una variazione unitaria del prezzo mentre, al contrario, l’elasticità della domanda al prezzo misura la variazione percentuale della quantità domandata determinata da una variazione dell’1% del prezzo. Quindi, mentre la variazione assoluta dipende dalle unità utilizzate per misurare il prezzo e la quantità, la variazione percentuale esprime i cambiamenti dei prezzi e delle quantità in termini identici. Ciò permette di confrontare la sensibilità della quantità domandata al prezzo tra differenti merci o diversi Paesi. (curva di domanda con elasticità costante pag. 35)

ELASTICITA’ DELLA DOMANDA AL PREZZO E SPESA: L’elasticità della domanda al prezzo è una informazione importante per sapere come varia la spesa totale per un bene al variare del suo prezzo. Quando il prezzo aumenta, la quantità consumata diminuisce e l’effetto sulla spesa totale è ambiguo se non sappiamo confrontare queste due variazioni (prezzo più alto ma minore quantità domandata o comprata).

(Il valore discriminante dell’elasticità è �=1) Se l’elasticità è minore di 1 la domanda è detta anelastica al prezzo in quel punto; in tal caso un aumento del prezzo farà aumentare la spesa poiché la quantità diminuirà poco in rela...


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