Microeconomia PDF

Title Microeconomia
Author Marilena Celozzi
Course Microeconomia
Institution Università degli Studi di Firenze
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Riassunti e appunti microeconomia...


Description

GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DEL MERCATO Un mercato è costituito da un gruppo di venditori e di compratori che acquistano e vendono un particolare tipo di beni e servizi: si realizzano dunque degli scambi che mettono in movimento flussi di moneta e flussi di merci e servizi tali da consentire ai singoli operatori economici di attuare le loro strategie. La relazione tra il prezzo di un prodotto e la quantità che i consumatori desiderano acquistare è ciò che viene definita curva di domanda. La curva di domanda descrive, per ciascun livello del prezzo, la quantità del bene che i consumatori desiderano acquistare. Generalmente, la quantità domandata sarà maggiore se minore è il prezzo: questa relazione inversa rappresenta la legge della domanda e fa sì che le curve di domanda siano inclinate negativamente: CURVA DI DOMANDA prezzo

0 quantità E’ possibile verificare l’esistenza di una relazione funzionale tra le due variabili prezzo e quantità: la variabile indipendente è il prezzo e la quantità domandata dai consumatori è la funzione: tra variabile indipendente e funzione si rileva un rapporto di causa ed effetto, essendo l’ammontare del prezzo vigente nel mercato la causa della quantità di merce domandata dai consumatori. E’ possibile dunque scrivere algebricamente che: D = f (p ), nel senso che ad ogni valore del prezzo si osserva uno ed un solo valore della quantità domandata dai consumatori. Una variazione della quantità domandata è una variazione dell’ammontare di un bene che i consumatori desiderano acquistare dovuta ad una variazione del prezzo di quel bene. Questo comporta uno spostamento lungo la curva di domanda mentre la curva resta fissa. Una variazione della domanda indica che la quantità che i consumatori desiderano acquistare è cambiata per ogni possibile prezzo del bene, a causa, ad esempio, della variazione del prezzo di altri beni: questo comporta una traslazione della curva di domanda, cioè uno spostamento della sua posizione. La curva di offerta dice qual è la quantità che i venditori desiderano offrire in corrispondenza di ogni livello di prezzo. Le curve di offerta sono generalmente inclinate positivamente, poiché più alto è il prezzo di un bene, più profittevole diviene la sua offerta: CURVA DI OFFERTA prezzo

0

quantità

La relazione tra la quantità offerta e il prezzo O = f (p), ci permette di affermare che stavolta tra le due grandezze esiste una relazione diretta (la quantità che gli offerenti sono disposti a vendere aumenta con l'aumentare del prezzo). Una variazione della quantità offerta è una variazione dell’ammontare di un bene che le imprese desiderano vendere a seguito di una variazione del suo prezzo. Ciò porta ad uno spostamento lungo la curva di offerta, che rimane fissa nella sua posizione iniziale. Una variazione dell’offerta significa che la quantità che le imprese desiderano vendere è cambiata, per ogni possibile prezzo, a causa di una variazione, ad esempio, del prezzo degli altri beni. Ciò porta ad una traslazione della curva di offerta. Un equilibrio di mercato è descritto da un prezzo P* e da una quantità Q* tali che al prezzo P* la quantità domandata eguaglia la quantità offerta ed entrambe sono uguali a Q*: si tratta di un punto di bilanciamento del mercato ed una volta raggiunto tale punto, non vi è tendenza a spostarsi da esso; la quantità domandata eguaglia la quantità offerta.

EQUILIBRIO DI MERCATO Prezzo

D

O

P*

0

Q*

Quantità

Se l’offerta supera la domanda, i venditori avranno della merce invenduta: ci si può quindi attendere che il prezzo diminuisca fino a far scomparire l’eccesso di offerta. Se la domanda supera l’offerta, il desiderio degli acquirenti di comprare più merce può spingere il prezzo a salire, fino a ridurre l’eccesso di domanda; al prezzo di equilibrio P* non ci sono beni invenduti e sia i venditori che gli acquirenti sono soddisfatti. La quantità domandata e quella offerta rispondono a variazioni del prezzo: la reattività di D e O alle variazioni di prezzo viene definita elasticità: essa è la variazione percentuale della quantità domandata o offerta causata da una variazione percentuale unitaria del prezzo. Relativamente alla funzione di domanda, esistono tre casi nei quali essa esprime un valore costante dell'elasticità: Elasticità infinita (curva di domanda orizzontale): corrisponde al caso delle merci a domanda infinitamente elastica; la variazione del prezzo ha una influenza infinita sulla quantità acquistata e basta una sua variazione minima per passare da un consumo illimitato ad un consumo pari a zero. Elasticità nulla (curva di domanda rigida): la variazione del prezzo non ha influenza sulla quantità acquistata, il che significa che il consumatore considera tali merci come indispensabili ed ineliminabili dall'assortimento di spesa.

Elasticità della domanda uguale a 1 (curva di domanda pari ad un ramo di iperbole equilatera): una variazione del prezzo non ha influenza sulla spesa per l'acquisto della merce, che rimane costante.

LE PREFERENZE DEL CONSUMATORE, L’UTILITA’ E LA RETTA DI BILANCIO Per comprendere il comportamento del consumatore razionale che agisce nel proprio interesse, è necessario costruire un modello che tenga conto delle preferenze di tale consumatore e dei vincoli alle scelte possibili. La rappresentazione grafica delle preferenze avviene tramite le cosiddette curve di indifferenza: una curva di indifferenza è un insieme di panieri di beni che sono tra loro indifferenti per il consumatore ( più precisamente, si definisce curva di indifferenza del consumatore il luogo geometrico dei punti costituiti dalle combinazioni quantitative di due beni che danno al consumatore uguale utilità). Perché l'utilità complessiva derivante dal consumo di due beni rimanga costante occorre che all'aumento della quantità consumata di un bene la quantità consumata dell'altro diminuisca, dal che si deduce che la curva di indifferenza è inclinata negativamente:

LA CURVA DI INDIFFERENZA quantità bene 2

 

0 quantità bene 1  = utilità maggiore  = utilità minore Nella figura sopra gli assi rappresentano le quantità di due tipi di beni, il bene 1 ed il bene 2. L’area a Nord-est della curva di indifferenza contiene punti che sono strettamente preferiti a quelli che giacciono sulla curva di indifferenza; tutti i punti lungo la curva di indifferenza sono tra loro equivalenti, quelli al di sopra sono strettamente preferiti e quelli al di sotto della curva sono meno preferiti. Il consumatore razionale cerca di raggiungere la curva di indifferenza più alta possibile. La pendenza della curva di indifferenza (il saggio a cui la curva decresce) dipende dal desiderio del consumatore di scambiare il bene 1 con il bene 2: il saggio marginale di sostituzione del bene 1 con il bene 2 (SMS 1, 2 ) è la quantità massima del bene 2 a cui il consumatore rinuncerebbe per ottenere un’unità addizionale del bene 1. Il SMS non è altro che il prezzo del bene 1 in termini del bene 2. Il SMS è decrescente: infatti, per panieri contenenti una bassa quantità del bene 1 il consumatore è disposto a rinunciare ad una quantità maggiore del bene 2 in cambio di una quantità aggiuntiva del bene 1.

Le curve di indifferenza non sono l’unico sistema per rappresentare le preferenze del consumatore: ciò si può fare anche attraverso una funzione matematica, denominata funzione di utilità. E’ infatti possibile assegnare un numero a ciascuna curva di indifferenza tale da riflettere l’ordinamento dei panieri secondo le preferenze del consumatore: la funzione che assegna un numero a ciascun paniere di beni è definita funzione di utilità. Una variazione del benessere del consumatore può essere misurata dall’incremento dell’utilità, che si verifica quando unità aggiuntive di un bene sono introdotte nel paniere di consumo del consumatore. In questi casi si parla di utilità marginale: l’utilità marginale del bene x rappresenta l’incremento di utilità dovuto al consumo addizionale di un’unità del bene x. Se ci si limitasse alla sola considerazione della mappa di curve di indifferenza non si riuscirebbe a stabilire il punto di scelta strategica in corrispondenza della massimizzazione dell'utilità del consumatore, in quanto nella determinazione della combinazione ottima dei due beni egli è sì guidato dai propri gusti, ma è anche vincolato, come affermato in precedenza, sia dall'aumentare del reddito disponibile che dal livello dei prezzi che il mercato stabilisce per le merci che egli intende acquistare. Il consumatore dispone di un certo ammontare di reddito che limita la sua possibilità di azione; è necessario dunque effettuare alcune assunzioni: se indichiamo con n il numero di beni e con q 1 , q 2 , …q n e p 1 , p 2 , …p n rispettivamente le quantità ed i prezzi dei vari beni e con R il reddito disponibile per il consumatore, il cui ammontare non può essere superato per gli acquisti, è possibile affermare che, qualunque sia la scelta del consumatore, deve essere sempre rispettata la seguente condizione: oppure = R p 1 q 1 + p 2 q 2 +…+ p n q n < ossia le spese del consumatore non devono superare il reddito di questo. Questa condizione prende il nome di vincolo di bilancio del consumatore. Tale vincolo viene rappresentato con la seguente retta:

q2 L

0 M q1 Le intersezioni sull’asse delle ordinate e su quello delle ascisse rappresentano le quantità massime acquistabili dei due beni, mentre tutti i punti intermedi indicano ripartizione della spesa tra i due beni, fino ad esaurimento del reddito. In termini grafici, un aumento del reddito comporta uno spostamento parallelo verso l’alto della retta di bilancio, (al contrario per una riduzione di reddito). Al contrario, una variazione del prezzo di un solo bene comporta una variazione della pendenza della retta di bilancio.

Il triangolo OLM rappresenta tutti i panieri che rispettano i vincoli di spesa del reddito. Tra i punti del segmento LM il consumatore sceglierà quelli che assicurano il massimo della soddisfazione. Per scoprire come pervenire a tale situazione, basterà riportare sul diagramma delle curve di indifferenza:

Q2 L E C 0

B A M

Q1

Il punto E è quello da preferire, perché si trova sulla curva di indifferenza tangente al vincolo di bilancio, consentendo al consumatore di avere un maggior grado di soddisfazione (rispetto a curve più basse), ma anche di rispettare il vincolo di bilancio e dunque di non superare la sua disponibilità di reddito: dunque, il paniere prescelto dal consumatore è quello in cui si verifica la tangenza tra la retta di bilancio e la curva di indifferenza. Poiché la pendenza della retta di bilancio è rappresentata dal rapporto tra i prezzi dei due beni e la pendenza della curva di indifferenza, come visto, è data dal SMS, la condizione di equilibrio del consumatore è rappresentata dall’uguaglianza tra SMS e rapporto tra i prezzi dei due beni.

Dall’equilibrio del consumatore alla curva di domanda individuale E' evidente che il consumatore non ha alcuna convenienza a spostarsi dal suo punto di equilibrio a meno che non si verifichino separatamente o congiuntamente le situazioni seguenti: a) cambiamento dei prezzi di mercato dei beni che, graficamente, porti alla modifica dell’inclinazione della retta di bilancio; b) cambiamento del reddito disponibile, che, graficamente, provochi lo spostamento della retta di bilancio parallelamente a se stessa; E' possibile esaminare separatamente ciascuno di questi mutamenti per determinarne gli effetti sulle scelte del consumatore, fermo restando il principio che il punto di equilibrio si troverà sempre in corrispondenza del punto di tangenza tra retta di bilancio e curva di indifferenza. Caso del cambiamento dei prezzi di mercato: Si è sopra accennato al fatto che geometricamente tale cambiamento si deve tradurre in una variazione della inclinazione della linea di bilancio (espressa, come noto, dal rapporto tra i prezzi di mercato delle due merci); questa situazione si verifica: - se uno dei prezzi varia a parità dell'altro; - se entrambi i prezzi variano, ma non nella stessa proporzione: infatti, se entrambi i prezzi variassero nella stessa proporzione, l'effetto che si avrebbe sarebbe assimilabile a quello causato dal cambiamento del reddito a parità di prezzi.

q2 L

E’ E

0

M

M’

q1

Nella figura sopra, una riduzione del prezzo del bene 1 comporta una variazione della quantità acquistata di tale bene (da M ad M’), mentre nessuna variazione avviene per la quantità del bene 2. Per effetto della riduzione del prezzo, è come se il consumatore fosse diventato più ricco, in termini tecnici si parla di effetto reddito (ossia, a parità di reddito nominale, il potere di acquisto del reddito del consumatore è aumentato rispetto alla situazione precedente). Inoltre, il cambiamento del prezzo del bene 1 modifica il prezzo relativo dei due beni, nel senso che adesso il primo bene è diventato più conveniente rispetto all’altro, e verrà probabilmente acquistato di più. Tale effetto si chiama effetto sostituzione. Ritornando all’equilibrio del consumatore, avremo un nuovo punto di tangenza (E’ nella figura sopra). Rifacendo lo stesso discorso ed ipotizzando ulteriori riduzioni del prezzo del bene 1, otteniamo tanti punti di equilibrio diversi, che uniti danno luogo ala linea PC, linea prezzo consumo. Tale linea ci indica come varia il consumo di due beni al variare del prezzo di uno dei due: q2 PC

0

M

M 1 M 2 M 3 q1

A partire dal grafico sopra, è possibile derivare la curva di domanda Marshalliana del bene 1, in maniera molto semplice: infatti, i vari punti della linea PC indicano coppie di prezzo p 1 e quantità domandate del bene 1 (trascuriamo il bene 2) che riportiamo nel seguente grafico:

p1 D

0 q1 È questa la curva di domanda Marshalliana, la curva che lega cioè quantità domandata di un bene con il proprio prezzo. Caso del cambiamento del reddito Nel caso in cui non fossero i prezzi, ma il reddito a variare, ad esempio in aumento, si determinerebbe, come accennato, uno spostamento verso l’alto della linea di bilancio (figura sotto): q2 L’ L E’ E 0

M

M’

q1

Il consumatore, avendo maggiore disponibilità di reddito, potrà accedere a panieri prima a lui preclusi, che gli garantiscono una soddisfazione maggiore, e la nuova posizione di equilibrio si realizzerà nel punto E’, punto di tangenza tra la nuova retta di bilancio e la curva di indifferenza. Nel nuovo punto di equilibrio, la quantità acquistata di entrambi i beni sarà superiore. Ripetendo l’operazione, avremo una serie di punti di equilibrio che, congiunti con una curva, la curva reddito consumo (RC), ci indicherà tutti i punti di equilibrio del consumatore al variare del reddito, fermi restando i prezzi dei beni: q2

RC

0 q1 Dalla figura sopra si può derivare la relazione tra quantità domandata e livello di reddito (curva di Engel), riportando sull’asse delle ascisse la quantità domandata del bene 1 e sull’asse delle ordinate il livello del reddito. Per ogni punto della RC conosciamo il livello

del reddito e la quantità domandata del bene 1, riportando tali coppie di valori nel grafico successivo ed unendoli con una curva, otteniamo la curva di Engel per il primo bene: R

0 q1 Al variare del reddito il consumatore accrescerà dunque la quantità domandata del bene 1; ma questo fino ad un certo punto, poi tale quantità rimane costante anche se il reddito cresce; ciò avviene quando si sia raggiunta la saturazione del consumatore per quanto riguarda la soddisfazione del primo bene. Dopo un certo punto, la quantità domandata dal consumatore decresce al crescere del reddito.

L’impresa e la produzione L’obiettivo dell’impresa è la massimizzazione del profitto, dato dalla differenza tra ricavi e costi. Il calcolo dei costi richiede tuttavia la conoscenza della quantità di fattori di produzione necessari a produrre un certo livello di prodotto. Questa informazione può essere ottenuta attraverso la funzione di produzione. La funzione di produzione descrive l’ammontare massimo di produzione (output) ottenibile impiegando un determinato insieme di fattori di produzione (input). Supponendo per semplicità che i fattori produttivi impiegati siano due, ad esempio il capitale – K - (che comprende l'insieme dei mezzi di produzione diversi dal lavoro) e il lavoro – L -, la funzione di produzione assume la forma semplificata : Q = f (K, L) Si parla di prodotto marginale del fattore di produzione, riferendosi all’incremento dell’output conseguente all’impiego di un’unità addizionale di quel fattore, mantenendo costante l’impiego degli altri input. La legge dei rendimenti marginali decrescenti afferma che, aggiungendo quantità addizionali di un input nel processo di produzione e mantenendo costanti le quantità degli altri input, il prodotto marginale del fattore dovrà ad un certo punto diminuire. Tutte le combinazioni di input che producono un determinato ammontare di output sono definiti isoquanti: un isoquanto è l’insieme dei panieri di input (K,L) che producono lo stesso ammontare di output, q 0 . Matematicamente, un isoquanto descrive tutte le combinazioni di K ed L che soddisfano l’equazione q 0 = F (K, L) dove F (K,L) rappresenta la funzione di produzione.

ISOQUANTI K

0 L Gli isoquanti hanno essenzialmente le stesse caratteristiche delle curve di indifferenza, eccetto per il fatto che si applicano agli input ed al prodotto, invece che ai beni di consumo ed all’utilità. Gli isoquanti sono inclinati negativamente perché la riduzione di un input richiede l’aumento dell’altro input, affinché la quantità prodotta venga mantenuta costante. La ricerca del punto di equilibrio, inteso come impiego della combinazione dei fattori produttivi che permette di ottenere la quantità massima di prodotto, si studia su una mappa di isoquanti e può essere considerata come soluzione di un problema di massimo vincolato, per giungere alla quale è necessario, in analogia con quanto già realizzato nell’ambito dell’analisi dei problemi del consumo, determinare geometricamente, oltre agli isoquanti, l'espressione del vincolo. Come infatti per il consumatore la mappa di curve di indifferenza esprimeva le sue propensioni, ma per la determinazione del punto di massima utilità era necessario conoscere i limiti espressi dal reddito disponibile per l’acquisto dei beni di consumo, così in questo caso è necessario riferirsi al vincolo espresso dalla quantità di risorse finanziare disponili per acquisire i fattori produttivi e dai prezzi dei fattori produttivi stessi, data la mappa degli isoquanti di produzione. Noti questi dati, in analogia a quanto si è visto nel caso del consumo, si determinano lungo una linea le combinazioni quantitative dei due fattori che è possibile acquistare spendendo l'intero ammontare di mezzi finanziari disponibili, che rappresenta il costo di produzione. La linea, retta in quanto la sua inclinazione esprime il rapporto costante tra i prezzi dei fattori, può dunque essere definita come linea di isocosto e il punto in cui l'isocosto è tangente (punto E) ad un isoquanto di produzione costituisce un punto di equilibrio nel quale si raggiunge la massima quantità producibile a parità di costo, e quindi minimizzando di conseguenza il costo medio di produzione: K

E

0

L

L’impresa produrrà dunque ciascuna quantità di output nel modo meno costoso possibile, vale a dire, in corrispondenza della più bassa retta di isocosto sufficiente a raggiungere l’isoquanto desiderato. I costi di produzione Con l’espressione di costo di produzione in economia si intende l’esborso che l’impresa deve sostenere per ottenere un certo livello di produzione, nel rispetto delle conoscenze tecnologiche disponibili. Le nozioni di costo a cui si fa largo riferimento sono: - costo totale (CT): è il numero di unità di moneta necessario per produrre una certa quantità di merce divisibile o ...


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