Microeconomia PDF

Title Microeconomia
Course Microeconomia
Institution Università di Bologna
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Appunti di MICROECONOMIACAPITOLO 1: introduzione alla microeconomia L’economia è la scienza che si occupa dell’allocazione di risorse scarse al fine di soddisfare i bisogni infiniti degli esseri umani. Tali bisogni sono infiniti perché ciascuno pensa di poter sempre migliorare il proprio benessere, ...


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Appunti di MICROECONOMIA

CAPITOLO 1: introduzione alla microeconomia L’economia è la scienza che si occupa dell’allocazione di risorse scarse al fine di soddisfare i bisogni infiniti degli esseri umani. Tali bisogni sono infiniti perché ciascuno pensa di poter sempre migliorare il proprio benessere, ma i beni e i servizi sono limitati, quindi scarsi. La scelta di destinazione è, quindi, una scelta vincolata. La microeconomia e la macroeconomia sono le due branche dell’economia. La microeconomia studia le scelte degli individui e come queste sono rese mutualmente compatibili in una economia di mercato (consumatori, lavoratori, imprese, manager) e analizza il comportamento dei singoli istituti ( famiglie, imprese). “Mutualmente compatibili” significa che l’offerta è compatibile con la domanda (non sempre chi vuol comprare il bene lo trova e lo può comprare al prezzo che vuole: non sempre corrisponde a quello che chi vende ha o vuole vendere a quel prezzo). Di qui il ruolo dei prezzi nei beni. La macroeconomia studia l’andamento generale dell’economia di una nazione. Nello scenario microeconomico, un consumatore può decidere di dedicare più tempo al lavoro, ma in tal caso dovrà ridurre il numero di ore a disposizione da dedicare al tempo libero. Un consumatore può spendere una quota maggiore del reddito oggi, risparmiando una quota inferiore per il futuro. Ciascuna istituzione deve rispondere alle seguenti domande:  Quali beni e servizi produrre, e in quali quantità?  Chi produrrà i beni e servizi, e come?  Chi fruirà dei beni e servizi prodotti? La microeconomia cerca di rispondere a queste domande studiando il comprtamento dei singoli agenti economici. L’analisi microeconomica fornisce anche le fondamenta per esaminare il ruolo del governo nell’economia e gli effetti delle azioni governative. Prima di addentrarsi nello studio microeconomico, bisogna precisare il ruolo che in esso i prezzi rivestono, che è duplice:  Redistributivo: i prezzi determinano come le risorse vengono distribuite tra i vari agenti economici (ad es le tasse: lo Stato toglie i soldi a cittadini e/o imprese per perseguire - in potenza - fini sociali);  Allocativo: determinano come le risorse vengono allocate e distribuite tra i diversi possibili usi alternativi. GLI STRUMENTI DI ANALISI DELLA MICROECONOMIA Per studiare i fenomeni reali, gli economisti creano e analizzano modelli economici. Un modello è come una mappa stradale che prende una realtà fisica complessa (strade, ponti, terreni, appartamenti, negozi, viottoli etc) e la riduce allo stretto necessario: strade principali e autostrade, così da permettere di vedere dove ci si trova e come raggiungere il luogo di destinazione. Qualsiasi modello deve specificare quali variabili siano prese come date nell’ambiente e quali debbano essere determinate dal modello. Questo porta a distinguere:  Variabili esogene: il valore è dato da processi esterni al modello esaminato;  Variabili endogene: il valore è determinato internamente al modello.

Che una variabile sia endogena o esogena dipende dal modello considerato (nella grande distribuzione il valore di un bene è una variabile endogena, perché i prezzi vengono contrattati; nella vendita al dettaglio il prezzo è “imposto”, quindi una variabile esogena). Tutti i modelli microeconomici si basano su tre strumenti analitici chiave:  Ottimizzazione vincolata;  Analisi dell’equilibrio;  Statica comparata. OTTIMIZZAZIONE VINCOLATA L’ottimizzazione vincolata si usa quando un individuo cerca di fare la scelta ottimale (miglior scelta) tenuto conto di ogni possibile limitazione o restrizione delle scelte. Il problema dell’ottimizzazione vincolata si forma di due parti:  Funzione obiettivo;  Insieme di vincoli La funzione obiettivo è la funzione che il soggetto decisore deve ottimizzare (ad es. un consumatore può voler acquistare alcuni beni con l’obiettivo di massimizzare il proprio benessere; la funzione sarà la relazione che descrive il grado di soddisfazione ottenuto dal consumatore acquistando determinate combinazioni di beni). Nei problemi di ottimizzazione vincolata, i vincoli rappresentano le restrizioni o i limiti imposti ai decisori (ad es. il tempo, il budget, le altre risorse, le capacità tecnologiche, le leggi e le regolamentazioni). Un esempio particolarmente significativo è quello del recinto del pastore. Un pastore dispone di F metri di steccato e non ne può acquistare altro: deve costruire un recinto rettangolare e vuole che ci entrino il maggior numero possibile di pecore. Il recinto avrà quindi lunghezza di L metri e ampiezza di W metri. Come massimizzare l’area del recinto? Massimizzando la funzione obiettivo:

Dove L e W saranno valori determinati all’interno del modello, mentre F è dato e fisso, quindi rappresenta una variabile esogena. L’analisi dell’ottimizzazione può rivelare che le risposte più ovvie possono essere sbagliate. I problemi che ad essa conseguono si risolvono mediante la valutazione marginale, la quale considera l’impatto marginale delle variabili decisionali sul valore della funzione obiettivo. Studiamo come un’industria della birra può allocare tra spot su TV e radio il suo budget annuale di 1.000.000€. La tabella indica come le nuove vendita di birra siano influenzate dagli investimenti pubblicitari. Si vuole investire in pubblicità televisiva e radiofonica in maniera tale che si massimizzi un obiettivo (il ritorno in nuove vendite), con la condizione che l’investimento totale non superi il milione. Per farlo, bisognerà massimizzare la funzione (espressa in notazione simile alla precedente max TR):

Dove B (T, R) rappresenta la quantità di nuove vendite di birra quando vengono spesi T euro in pubblicità televisiva e R euro in pubblicità radiofonica. Se investissimo tutti in spot

televisivi avremmo 25.000€ nuove vendite; se ne investissimo 900.000€ e i restanti 100.000€ in radio avremo 24.750+950=25.700, maggiore del precedente. Se fosse, infine, distribuito il budget in 800.000€ per le Tv e 200.000€ per la radio, avremmo nuove vendite per, rispettivamente, 24.000 unità e 1.800 unità, in totale pari a 25.800. In definitiva, dopo aver investito già 800.000€ in pubblicità televisiva, l’impatto marginale di ulteriori 100.000€ in TV è minore dell’impatto marginale che si avrebbe investendo in pubblicità radiofonica. Il tasso di variazione delle vendite è quindi maggiore investendo 200.000€ in radio e 800.000€ in TV piuttosto che 1.000.000 in TV.

La soluzione di un qualsiasi problema di ottimizzazione vincolata dipende da un impatto marginale delle variabili decisionali sul valore della funzione obiettivo. L’impatto marginale del denaro speso in pubblicità televisiva o radio consiste in quanto crescono le vendite di birra per ogni ulteriore euro speso in quel tipo di spot. In termini generali, l’ impatto marginale del cambiamento di una variabile è l’impatto incrementale dell’ultima unità della variabile sulla funzione obiettivo. In altre parole è cosa succede al valore della funzione obiettivo quando vari l’ultima unità della variabile (dalla quale dipende) L’aggettivo marginale indica come una variabile dipendente cambi come risultato di un incrementi unitario di una variabile indipendente (ad es. ci si aspetta che tanto più aumenti la quantità prodotta di un bene – variabile indipendente –, tanto più aumenti il suo costo – variabile dipendente) . Il costo marginale fornisce una misura dell’impatto incrementale dell’ultima unità di una variabile indipendente (output) sulla variabile dipendente (costo totale). Per studiare l’impatto marginale si fa ricorso al calcolo differenziale. Nell’eseguire il calcolo della derivata è bene tenere presente che la derivata della curva di livello (se esiste) è pari a (meno) il rapporto tra le derivate parziali, rispetto a x ed a y (teorema della funzione implicita o teorema di Dini). ANALISI DELL’EQUILIBRIO .Per illustrare il concetto di equilibrio in un mercato si può ricorrere all’analisi della domanda e dell’offerta. In un mercato competitivo, l’equilibrio è raggiunto a un prezzo in cui la quantità offerta in vendita(quantità offerta delle imprese) uguale alla quantità domandata dai consumatori(quantità che vogliono acquistare in corrispondenza di un dato prezzo del bene e per dati valori delle variabili esogene). In generale la situazione di equilibrio resta stabile finché non si introduce uno shock esterno, ossia fino a quando non c’è una variazione esogena di qualche variabile. Se si realizza un prezzo non di equilibrio si possono verificare eccessi di offerta (alcuni produttori non troverebbero compratori per il loro bene) ed eccessi di domanda (alcuni acquirenti potrebbero non riuscire a vedere soddisfatta la propria richiesta del bene e saranno costretti a pagare un prezzo maggiore).

Curva di domanda(dei consumatori): curva(funzione) che associa i diversi prezzi di un bene le quantità domandata del bene stesso dati valori delle variabili esogene la curva di domanda mi dice dato un prezzo quanti beni consumatori vorrebbero comprare. Curva di offerta(delle imprese): curva che associa i diversi prezzi di un bene alle quantità offerte del bene stesso, dati i valori delle variabili esogene. Entrambe le curve sono ottenute ipotizzando che i consumatori e le imprese decidano il loro comportamento(quantità domandate ed offerte) sulla base di scelte volte a massimizzare il loro benessere(caso consumatori) e E i loro profitti(imprese).

Analizziamo l’equilibrio nel marcato del caffè

Nel grafico, la curva di domanda dice la quantità di caffè che

verrebbe comprata a ogni dato prezzo nel marcato; la curva di offerta, mostra la quantità di caffè che nel mercato sarebbe disponibile per la vendita a un dato prezzo. In che modo il concetto di equilibrio è legato alle curve? Nel punto di coordinate (Q3 , 2,00€) i produttori offriranno Q3 etti e i consumatori acquisteranno proprio questa quantità. Tutti i consumatori che sono disposto a pagare €2,00 per etto possono acquistare il caffè; tutti i produttori disposti a vendere a quel prezzo possono trovare compratori.

Ad un prezzo superiore, ad esempio a 2,50€, il mercato non sarebbe in equilibrio perché verrebbe a crearsi un eccesso di offerta (la quantità domandata Q 2 sarebbe inferiore a quella offerta Q5). possibile soluzione sconto

Analogamente, ad un prezzo inferiore, il mercato il prezzo non sarebbe in equilibrio perché si verrebbe a creare un eccesso di domanda (la quantità domandata Q 4 sarebbe maggiore di quella offerta Q 1). (un prezzo < aumenta la domanda)

1,50 €non è un prezzo di equilibrio perché cioè discrepanza fra la domanda e offerta e questo porta tra i venditori un possibile aumento del prezzo per cercare di aumentare le vendite o tra i compratori a fare un'offerta ad un prezzo superiore. STATICA COMPARATA La statica comparata serve per esaminare come un cambiamento in una variabile esogena possa influire sul livello di una variabile endogena di un modello economico. Nello studio della Statica Comparata, si assume come ipotesi guida l’ipotesi “ceteris paribus“: quando cambia una condizione, le altre restano invariate (ignori i collegamenti tra i vari mercati). La statica comparata permette di effettuare un’analisi del prima e del dopo shock, comparando due istantanee di un modello economico (sulla base dell'ipotesi che i prezzi le quantità scambiate si aggiustano con rapidità e si collocano in una situazione di equilibrio). La prima istantanea, dato un insieme e di valori iniziali delle variabili esogene, dà i livelli delle variabili endogene; la seconda spiega come una variabile endogena cambi in risposta a una sollecitazione esogena. Dietro gli esercizi statica comparata c'è l'idea che possiamo comprendere quanto avviene in un mercato facendo riferimento alle condizioni di equilibrio. i metodi di statica comparata possono essere utilizzati nei problemi di ottimizzazione vincolata e di analisi di equilibrio. la statica comparata importante per diverse ragioni: 1) prevedere l'impatto sui prezzi di equilibrio dei cambiamenti di variabili esogene. questa importante perché mi permette di vedere l’ aumento o la diminuzione del prezzo sulla base del cambiamento che si verifica. 2) prevedere l'impatto sui prezzi di equilibrio di cambiamenti di una tassa, di una normativa ecc.. questo è un esercizio di statica comparata

Nel mercato del caffè, se i paesi fornitori (principalmente America Latina) subissero sollecitazioni tali da influenzare

il mercato mondiale (ad es. piogge, scioperi, freddo. Sono degli SHOCK) con una ricaduta sulla quantità prodotta, varierebbe la curva di offerta. Nella fattispecie, il decremento di quantità prodotta sposterebbe la curva dell’offerta verso l’alto (perché l’impatto è NEGATIVO sull’offerta); visto che la curva di domanda non viene influenzata, il prezzo aumenta, perché la nuova intercetta si trova ad una quota più alta.

Shock che riguarda il lato della domanda (D). C'è un aumento del reddito mondiale, esso si traduce in un aumento della quantità domandata di grano. Data la curva di offerta si verifica un spostamento della curva di domanda verso l'alto perché aumenta il reddito e l'ipotesi e che ad aumentare del reddito, dato un prezzo, aumenti la quantità domandata. Il reddito cambia e la gente compra di + quindi aumenta sia prezzo che quantità. Infatti la quantità di equilibrio salirà da Q1 a Q2 e il prezzo da P1 a P2. ANALISI POSITIVA E NORMATIVA L’analisi microeconomica può essere:  Positiva: cerca di spiegare come funziona un sistema economico e di predire come cambierà nel tempo. Risponde a domande esplicative del tipo “cosa è successo?” o “costa sta accadendo?” e può porre domande predittive come “cosa accadrà se alcune variabili esogene cambiano?”;  Normativa: si occupa, in genere, di problemi legati al benessere sociale e implica giudizi di valore. Risponde a domande prescrittive, quali “cosa va fatto?”. L’analisi economica è analisi positiva. Nel problema della scelta del consumatore, l’analisi positiva ci direbbe come gli acquisti di un bene da parte del consumatore siano dipendenti dai prezzi di ogni bene e dal livello del suo reddito. Al tempo stesso l’analisi positiva può aiutare il dirigente di un’azienda a raggiungere un qualsiasi livello di servizio al minor costo possibile. In entrambi i casi è evidente quanto sia importante per i consumatori e per i manager utilizzare i principi della microeconomia con finalità

predittive. L’analisi positiva è anche utile nello studio delle politiche pubbliche (ad es. il legislatore potrebbe essere interessato a conoscere l’effetto di nuove tasse sul mercato). L’analisi normativa studia il modo in cui raggiungere un obiettivo che la gente può considerare importante. Se un legislatore vuole realizzare delle politiche per la casa che favoriscano le famiglie con basso reddito potrebbe:  Fornire dei buoni acquisto alle famiglie in modo che li acquistino nel mercato delle case;  Implementare dei controlli sugli affitti per evitare che i padroni di casa chiedano più di quanto preveda la legge. Per valutare se l’una o l’altra misura sia più conveniente è necessario effettuare l’analisi positiva, che viene quindi condotta prima rispetto a quella normativa. L’analisi positiva spiegherebbe chi è interessato dalle due politiche e in che modo. Sul quaderno trovi parti in più lezione 23/02/2021 (sono le slide dedicate alle derivate) CAPITOLO 2: domanda e offerta DOMANDA, OFFERTA ED EQUILIBRIO DI MERCATO Nelle analisi di mercato si assumono come modelli i mercati perfettamente competitivi, ovvero quei mercati caratterizzati da un vasto numero di acquirenti e venditori, dove le transazioni effettuate dai singoli sono piccole rispetto al volume complessivo di beni o servizi scambiati sul mercato in modo da far si che quando ciascun acquirente o venditore fa le sue scelte “prenda” come dato il prezzo di mercato. Per tale motivo, il modello di concorrenza perfetta è anche noto come modello price-taking. Un mercato può essere descritto lungo tre dimensioni: il bene, lo spazio geografico e il tempo. I PREZZI Quando si parla di “prezzi”, è bene fare una distinzione tra:  Prezzo relativo: è il rapporto tra il prezzo monetario del bene ed il prezzo monetario di qualche altro bene usato come numerario. Il numerario (usato come unità di misura) è un paniere composto di beni. In generale noi abbiamo variazioni nel tempo dei prezzi relativi. Prezzi cambiano per il variare del valore della moneta. Alcuni prezzi aumentano altri diminuiscono.  Prezzo monetario: è il prezzo espresso in unità monetarie (ad es. in dollari). Numero in unità monetaria richiesto per acquistare un unità del bene espressa in €. L’analisi microeconomica è concentrata su livelli relativi e variazioni relative dei prezzi dei beni; l’analisi macroeconomica analizza le variazioni dei prezzi monetari (ad es. l’inflazione). LE VARIAZIONI DEI PREZZI RELATIVI: COSA SUCCEDE AL PREZZO DEL MAIS? Il prezzo storico del mais è di 2,5 dollari per bushel. Dopo un aumento tra il ‘95 e il ‘96, il prezzo è tornato a 2,00 per bushel. Le ragioni della nuova diminuzione stanno principalmente nella crisi finanziaria che colpì alcuni paesi asiatici e la Russia (con conseguente carenza nella domanda di mais) e nell’autosufficienza della Cina (prima comprava dal resto del mondo, poi raggiunge l’autosufficienza aumentando la produzione interna). Dal 2005 al 2008 si assiste ad un nuovo aumento (dovuto dall’aumento della domanda proveniente dall’estremo oriente, come l’India), che ha portato i prezzi da meno di 2 dollari a più di 7. Per effetto della crisi del 2008 è poi nuovamente diminuita la domanda e quindi anche il prezzo. I fattori che spiegano le variazioni dei prezzi relativi vanno ricercate nelle variazioni che generano cambiamenti nella domanda e nell’offerta.

Cos’è un mercato? I mercati oggetto dell’analisi economica sono quelli perfettamente competitivi (ai quali andremo ad applicare il concetto di equilibrio analisi di statica comparata): ci sono tanti venditori e tanti compratori e il prezzo di mercato viene preso come “dato” (perciò questo modello è detto modello di price-taking). L’effetto dei singoli scambi non ha ripercussioni sul mercato o sui prezzi. Nella rappresentazione grafica del modello base di un mercato competitivo: -sull’asse orizzontale (x) c’è la quantità totale offerta e domandata di un determinato mercato (Q) -sull’asse y si descrive il prezzo di vendita del bene (P) Un mercato, genericamente, può essere descritto lungo tre dimensioni:  Bene fisico, comprato o venduto;  spazio geografico luogo in cui avviene la compravendita;  tempo, in cui avvengono le transazioni. Il mercato perfettamente competitivo è centralizzato ed è assimilabile ai mercati finanziari, dove tutti i potenziali compratori e tutti i potenziali venditori interagiscono in un luogo fisico. Il prezzo di un bene di un mercato può essere studiato considerando curva di offerta e di domanda. La curva di domanda La curva di domanda di mercato (Demand) indica la quantità aggregata di un bene che i compratori sono disposti ad acquistare a diversi livelli di prezzo, tenendo fissi tutti gli altri fattori che influenzano la domanda stessa. Le forniture del bene vengono comprate da imprese che spesso trasformano il bene stesso in prodotti intermedi, a loro volta utilizzati per produrre prodotti finali. A tal merito, è utile distinguere:  Domanda derivata: domanda che deriva dalla produzione e vendita di altri beni tramite l’acquisto di quel bene, oggetto del mercato osservato. (ad es. la domanda di sciroppo di cereali ad alto contenuto di fruttosio deriva dalla domanda di bevande analcoliche nelle quali esso viene utilizzato come dolcificante); (In altre parole coloro che acquistano un bene per la produzione e la vendita di altri beni derivanti dal primo)  Domanda diretta: domanda del bene stesso. La parte di domanda di un bene derivante dal desiderio dei compratori di consumare direttamente il bene stesso. Per rappresentare la curva di domanda si usa una curva di domanda aggregata, ovvero che tiene conto di tutti gli acquirenti del bene nel mercato, comprensiva delle suddette parti. In questo caso ci si avvale di grafici che, di norma, vedono posti per questione d...


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