Riassunto - Normativa in materia di rifiuti e discariche, classificazione tipologica dei rifiuti - Valutazione di impatto ambientale PDF

Title Riassunto - Normativa in materia di rifiuti e discariche, classificazione tipologica dei rifiuti - Valutazione di impatto ambientale
Course Valutazione di impatto ambientale
Institution Università degli Studi di Firenze
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Normativa in materia di rifiuti e discariche, classificazione tipologica dei rifiuti ...


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Corso: Valut. Impatto ambientale ! Docente: Chiara del Ventisette

anno accademico 2014 -15

! RIFIUTI!

NORMATIVA!

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- DPR 915/1982: attuazione delle direttive comunitarie n.75/442 (rifiuti pericolosi), n.

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76/403 (smaltimento dei policlorodifenili e policlorotrifenili), n. 78/319 (rifiuti). Definisce i principi generali da osservare, la classificazione dei rifiuti, le competenze (Stato: compiti di indirizzo e coordinamento degli enti minori nella gestione, Regioni: pianificazione, rilascio autorizzazioni, catasto rifiuti ed emozione di norme specifiche. Provincie: compiti di controllo, Comuni (smaltimento dei rifiuti solidi urbani e gestione dello smaltimento), criteri generali di regolamentazione dell’attività di smaltimento dei rifiuti, disposizioni fiscali, finanziarie e sanzionatorie.!

- Decreto 22/1997 - Decreto Ronchi: vieta a chiunque detenga rifiuti di abbandonarli,

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imponendo lo smaltimento o il recupero in forme previste dal decreto a seconda del tipo di detentore. La gestione dei rifiuti è una attività di interesse pubblico. Indica come priorità la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti e l’importanza del recupero, riutilizzo e riciclaggio rispetto al loro smaltimento. La fase di smaltimento rappresenta la parte residuale dalla gestione dei rifiuti. ! • Art.4 - Riduzione: la riduzione della quantità di rifiuti da avviare allo smaltimento finale avviene attraverso: Il reimpiego ed il riciclaggio, forme di recupero diversificate per ottenere materie prime da i rifiuti; adozione di misure economiche che prevedano l’utilizzo dei materiali recuperati al fine di favorirne il mercato; l’utilizzo dei rifiuti come combustibile o altro mezzo per produrre energia.! • Art. 5 - Smaltimento: le attività di smaltimento deve essere effettuata attraverso una rete integrata ed adeguata di impianti che utilizzi le tecnologie più avanzate a disposizione, non comportando però costi eccessivi. Attraverso il raggiungimento dell’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali, quindi smaltire in impianti appropriati e vicini, al fine di ridurre il movimento di rifiuti, ma sempre tenendo conto del contestò geografico e della necessità di impianti specializzati per dati rifiuti (lo smaltimento non deve avvenire in una regione diversa da quella di origine, in casi particolari o aspetti in cui si presiti una situazione territoriale critica, attraverso accordi interregionali è possibile smaltire fuori dalla regione). Infine utilizzare metodi ed tecnologie al fine di garantire protezione ambientale ed sicurezza per la salute pubblica.! • Art. 6 - Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell’allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi.!

- Modifiche ed integrazioni successive: D.lgs. 389/1997, L.93/2001 (art.10), D.lgs.

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22/2002 (convertito in legge n.82/2002), D.lgs. 36/2003, L.14/2003, D.M. 13 marzo 2003, D.P.R. 254 15 luglio 2003, D.lgs 152/2006, DMA 8 aprile 2008, DL 194/2009, DM 17 dicembre 2009, L.42 /2010. Dovute all’avanzamento tecnologico e dell’attenzione rispetto agli impatti sull’ambiente.!

Valentina Severi

Corso: Valut. Impatto ambientale ! Docente: Chiara del Ventisette

anno accademico 2014 -15

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- Decreto Legislativo 152/2006: Parte IV - Norme di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati. ! • Art. 178 - Gestione Rifiuti: rappresenta una attività di pubblico interesse, lo smaltimento ed il recupero devono avvenire in modo tale che si rechi danno all’ambiente ed alle sue componenti.! • Art. 181 - Indirizzi per la corretta gestione dei rifiuti: Riutilizzo, Reimpiego, Riciclo misure economiche che prescrivo l’impiego di rifiuti e facilitano il loro mercato.! • Art. 184 - Classificazione rifiuti: sostanza o oggetto che rientra nelle categorie dell’allegato A, di cui il detentore fisico vuole disfarsi. L’allegato distingue in RSU (rifiuti solidi urbani), pericolosi, non pericolosi e speciali.! Art. 186 - Terre e rocce da scavo: disponibilità di riutilizzo o smaltimento (verifica • della qualità e possibilità di inquinamento con garanzia del mantenimento dello stato attuale).!

! ! RIFIUTI! !

qualsiasi sostanza e oggetto che rientra nella categoria riportata nell’allegato A di cui il detentore si disfi, o abbia intenzione e l’obbligo di disfarsi.! sono classificati in tre distinte categorie:!

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- Rifiuti solidi urbani (RSU): Rifiuti domestici provenienti da locali e luoghi adibiti a civile

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abitazione, provenienti da locali o luoghi adibiti ad usi diversi ai precedenti ma assimilabili per qualità e quantità, spaiamento delle strade, giacenti su strade ed aree pubbliche, rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, o provenienti da esumazioni o attività cimiteriali in genere. ! Rifiuti speciali (RS): rifiuti attività agricole, agro- industriali, attività di demolizione, costruzione, attività di scavo, derivanti da lavorazioni industriali, artigianali,commerciali, attività di servizio, recupero e smaltimento rifiuti, trattamenti di acque derivanti da abbattimento dei fumi e derivanti da attività sanitarie.! Rifiuti pericolosi (RP): derivanti dalla decisione 2000/532/CE e successive modifiche, distingue in due categorie:! • sull’origine: pericolosità insita nello stesso, presentano una o più caratteristiche di pericolo previste nell’allegato 1 parte IV d.lgs. 15272006 (H1-H4)! contenuto di sostanze pericolose: riferimento specifico o generico di sostanze • pericolose, solo le sostanze raggiungono un contrazione tale da conferire al rifiuto una delle caratteristiche di pericolo dell’allegato 1, parte IV, del Dlgs 152/2006.!

Classificazione! CER (elenco europeo rifiuti) : Classificazione europea dei rifiuti, entrata in vigore con la decisione 2000/532/CE e riprodotta nell’allegato D parte IV d.lgs. 152/06. Rappresenta una nomenclatura comune per tutta la comunità europea con lo scopo di coordinare e migliorare tutte le attività connesse con la gestione dei rifiuti. !

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Valentina Severi

Corso: Valut. Impatto ambientale ! anno accademico 2014 -15 Docente: Chiara del Ventisette I rifiuti sono classificati con codici da 6 cifre (viene assegnato ad ogni rifiuto) suddivisi in tre coppie da due cifre. ! Ciascuna coppia di numeri identifica:! - Classe: settore di attività da cui deriva il rifiuto! - Sottoclasse: processo produttivo di provenienza che genera il rifiuto! - Categoria: nome del rifiuto!

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03.03.01 (rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli,mobili,polpa,carta e cartone, sottoprocesso alla attività generatrice rifiuti della produzione e della lavorazione della polpa, carta e cartone, rifiuto generato: scarti di corteccia e legno).!

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Sono inclusi anche i rifiuti pericolosi nella classificazione, la classificazione tiene conto della origine, composizione dei rifiuti e dove necessario della concentrazione limite delle sostanze pericolose. Sono distinti nel catalogo con un asterisco * (02 01 08 * - rifiuti agrochimici contenuti sostanze pericolose)!

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Caratterizzazione! - Qualità merceologica: identificazione del materiale docendo la tipologia ed la tecnologia. Sono distinti in materiali cellulosi (carta,cartoni di vario tipo,materiali tessili e legno), materiali plastici, gomma, cuoio (film di plastica di varia natura, articoli di gomma, articoli di cuoio), materiali ferrosi; altri materiali; materiali organici umidi (residui alimentari, residui di giardinaggio); inerti vari (vetri, ceramiche,ceneri)! - Qualità chimico - fisica: ! • Densità: incide sulla stabilità del rifiuto sul pendio della discarica e sulla quantità di rifiuti. Per gli RSU valori distinti (all’origine 0,15 - 0,20 ton/mc, stoccati in fossa di accumulo 0,30-0,50 ton/mc, in discarica ben compattati 0,70 - 0,80 ton/mc), per solidi industriali la densità superiore a 1 ton/m3.! • distribuzione delle particelle: definisce i trattamenti futuri a cui dovrà essere sottoposto il percolato, per stabilire drenaggio ed produzione di percolato (calibrazione dei dreni)! • Umidità: Ricavata per essiccamento in un forno, il risultato viene espresso in percentuale. Umidità in peso (% peso)= 100 x (peso campione rifiuto - peso campione essiccato)/peso campione rifiuto. Facilità la circolazione di percolato e ne aumenta la quantità.! • Contenuto di ceneri e materiale combustibile: tipiche analisi di rifiuti destinati alla termodistruzione, ceneri (%peso), materiale combustibile (% peso). Caratteristica sfruttabile per la produzione di energia.! • Potere calorifero: analisi di rifiuti destinati alla termodistruzione. Il potere calorifero di un combustibile è la quantità di calore liberata della combustione di 1kg, a pressione costante di un 1 bar, con i reagenti (combustibile e comburente) a 25°C ed i prodotti residui della combustione sempre a 25°C. Distinto in PCS (potere calorifero superiore) PCI (potere calorifero inferiore), viene calcolato (psc x600x (U+9xH) con U: umidità del rifiuto kg H20/kg di rifiuto, e H: contenuto di idrogeno nel rifiuto (Kg H/kg rifiuto).!

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Corso: Valut. Impatto ambientale ! anno accademico 2014 -15 Docente: Chiara del Ventisette • analisi chimica: tipica dei rifiuti industriali, in relazione alla loro classificazione, speciali o pericolosi, in tali casi vengono definite le concentrazioni di sostanze pericolose. Per i rifiuti più comuni per le analisi si utilizzano carbonio, idrogeno, azoto,fluoro, ceneri (bilancio di massa dei fumi). Vengono utilizzati anche gli alogeni (cloro e fluoro), metalli pesanti, influenzano la natura dei fumi quindi la scelta del processo di trattamento.! - Qualità biologica: utilizzo di tre determinazioni analitiche:! • SSV/SS (% in peso): per la misura del contenuto di sostanza organica (ssv) sul totale di sostanza secca (SS)! • Oxygen Uptake Rate (mg 02/ kg SSV h): velocità di respirazione, da parte di una flore batterica acclimatata al substrato (presente o inoculata).! • Misure di B0D5 e B0D20 attraverso la ricostruzione di tutta la curva di respirazione, utilizzando flore batteriche acclimatate.!

! NON RIFIUTO - SOTTOPRODOTTO! !

Un oggetto o sostanza utilizzata in un diverso ciclo produttivo! sostanza o oggetto che soddisfa le seguenti condizioni:! A. è originato da un processo di produzione, il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza o oggetto! B. sarà utilizzato nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione da parte del produttore o di terzi.! C. può essere utilizzato direttamente senza ulteriore trattamento diverso dal quello utilizzato! D. l’utilizzo è legale, soddisfano quindi i requisiti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e l’ambiente ed non portano ad impatti negativi sull’ambiente o sulla salute umana.!

! Cessazione qualifica di rifiuto! !

Un rifiuto cessa di essere tale quando viene sottoposto a un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, ed soddisfi criteri specifici da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni:! a) sostanza o oggetto viene utilizzato per scopi specifici! b) esiste un mercato con una domanda per la sostanza o oggetto! c) soddisfano i requisiti tecnici per gli scopi specifici, rispetta normativa ed standards auspicabili per i prodotti! d) l’utilizzo non porterà impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana.!

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la disciplina di gestione del rifiuto si applica finché non cessa la qualifica stessa.! ! ! ! ! !

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DISCARICHE!

!Costruzione della discarica: ! 1) localizzazione del sito: vagliatura dei siti, indagine a grande scala e in dettaglio, scala del sito, verifica della disponibilità, valutazione dell’impatto e richiesta concessione dei permessi.o valutando la realizzazione della discarica in presenza di faglie non attive e non capaci (via differenziale di scorrimento o sbarramento, tipologia di materiale oltre la faglia come barriera o elemento di facilitazione per lo scorrimento), o interazione tra le due tipologie (comprensione del grado d’interazione, trasferimento degli sforzi, permeabilità e possibilità di riattivazione)! 2) Caratterizzazione geotecnica di dettaglio: caratterizzazione di resistenza e deformabilità del terreno di fondazione, regime idraulico sotterraneo e caratteristiche di permeabilità microscopiche e macroscopiche: Capacità di portanza del substrato: verifica di possibili cedimenti all’interno della discarica sulla base delle tre tipologie principali (deposito all’interno di cavità esistente o realizzazione dello scavo - verifica di una falda superficiale, sicurezza durante la realizzazione della discarica a causa di un possibilità instabilità dei versanti, per i lavoratori e per avere un stabilità della impermeabilizzazione di fondo; accumulo sul substrato - analisi geotecnica della stabilità dei rifiuti in versante; Discariche di versante - lato di appoggio su substrato e lato libero, maggiori complicazioni e minimizzazione degli impatti, problematiche di entrambe le precedenti categorie di discariche, scelte per zone in prevalenza montuose)! 3) progettazione: definizione del tipo, volume, geometria della discarica, tipologie e numero di barriere, tipologia e dimensioni della copertura, presenza e caratteristiche del sistema di raccolta e rimozione del percolato, modalità di messa in opera dei materiali e particolari esecutivi. La maggior parte delle caratteristiche dipendono dalla zona di realizzazione e quantità di materiale in arrivo, in relazione a tale quantità possono essere calcolate il numero di celle ed barriere, previsione dei sistemi di raccolta del biogas e del particolato. ! 4) controlli in corso di realizzazione (campi di prova), durante la fase attiva della discarica e dopo la chiusura (sistemi di monitoraggio). ! 5) Ubicazione del sito: per una analisi idrogeologica!

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anno accademico 2014 -15

! ! Tipi di discariche:! !

1- Avvallamento del terreno gradualmente riempito (cave in disuso): Le problematiche legate alla stabilità dei versanti o alla vicinanza di una falda.!

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2 - accumulando i rifiuti sopra il piano di campagna. L’altezza da raggiungere dipende dalla ampiezza della base. Utilizzabile quando la falda non molto profonda.!

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anno accademico 2014 -15

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3 - accumulo su versante di una collina, riempimento di materiali e piccole valli: Utilizzo in piccole aree collinari o montuose, dove le attività agricole occupano le aree pianeggianti. Problematiche relative alla stabilità dei versanti! !

! !Struttura Discarica (controllata):! !

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! ! !Substrato! Strato impermeabile: evita che le perdite contamino la falda! Sistema drenante del percolato! Strato drenante! Sovrastante avviene il deposito dei rifiuti, la massa viene attraversata da linee, ovvero sistemi di impermeabilizzazione interni e copertura e tubi di captazione del biogas (raccolta nel pozzetto di raccolta per lo stoccaggio o la futura combustione). Il percolato viene captato dal sistema di drenaggio di fondo, asportato e poi inserito in un serbatoio.!

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Terminologia:! Cella: elemento di spazio all’interno della discarica Dove viene racchiuso il materiale che arriva ogni giorno. possibile raccolta di celle che raccolgono materiale di più giorni.!

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Daley Cover: copertura giornaliera, materiali drenanti o semi drenanti, sabbia o compost, copre i materiali arrivati e pressati, per non avere asportazione a causa di eventi atmosferici.!

! Lift: Strato completo di celle! !

Bench (banco o terrazza - tipico delle discariche di accumulo): garante del equilibrio dei pendi in discarica garantire l’assenza del franamento del substrato ed elementi della discarica.!

! Canali di drenaggio: ! !

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Left Fil lanners: tipologia di materiale al di sotto della discarica, utili ad evitare la migrazione del biogas e del percolato.!

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Left Fil cover: strato finale della discarica, ultimazione di tutte le operazioni di completamento, sistema di copertura a più livelli di argilla compatta o membrane geosintetiche. ! L’utilizzo ha lo scopo di evitare l’infiltrazione all’interno della discarica di acqua con l’aumento della quantità di percolato da raccogliere, evitare la migrazione del gas verso l’atmosfera.!

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Barriere impermeabili: più tipologie di materiali geotessili (poliestere o in polietilene, fibre sintetiche assemblate in una trama incrociata, fibra lunga o corta), geogriglie (griglie e saldatura di fogli di plastica, struttura bidimensionale, estrusione di un foglio id plastica e saldando barre !

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perpendicolari, utili per il rinforzo dei terreni), georeti (estruzione di due fili, intersecati per formare una struttura tridimensionale, funzionamento di dreno), geocomposti. ! Aggregazione in due o più sistemi di barriere: geotessile + geo rete, geotessile+bentonite+ geotessile. utilizzate perché hanno miglior rapporto di costo e salvaguardia dell’ambiente.!

!Biogas: composto da prodotti derivati dalla decomposizione di rifiuti da parte dei batteri. !

due fasi di decomposizione : 1° fase aerobica: utilizzo di ossigeno presente da parte dei batteri, la percentuale decresce, in assenza dello stesso, le decomposizioni successivo sono di tipo anaerobio, con variazioni di tipologie di batteri. Il primo composto in formazione è la Co2, in formazione notevole alla fine della seconda fase, diminuzione successiva per il riutilizzo e formazione del metano. successive fasi con decomposizione anaerobica con possibilità di sviluppo di ossigeno ed attivazione di batteri aerobici. !

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Il metano si forma dopo un fase aerobica e una successiva fase anaerobica non metanigena. non è il prodotto che si forma, ma in un momento successivo.!

Ossigeno e anidride carbonica sono presenti in quantità notevole alla fine della seconda fase. La produzione di biogas raggiunge il picco nei primi 30 - 70 anni di immobilità dei rifiuti, dipende principalmente dalla quantità di materia organica.! L’arco temporale di produzione è utile per definire il sistema di monitoraggio ed il sistema di raccolta oltre alla possibilità di definire un modello di formazione dello stesso biogas.!

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! !Percolato: variazione del ph durante la formazione, incide sulla reazione chimica e sulla sua velocità durante la formazione di composti organici, influendo anche su composti inorganici.! La quantità di acqua incederà sulla facilità con cui il percolato tenderà fluire.!

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