L\'Attaccamento Teoria e Metodi di Valutazione (Riassunto) PDF

Title L\'Attaccamento Teoria e Metodi di Valutazione (Riassunto)
Author Mattew Jung
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Firenze
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Summary

riassunto dell'omonimo libro: L'attaccamento, teoria e metodi di valutazione...


Description

L’Attaccamento: Teoria e Metodi di Valutazione. Introduzione: La teoria dell’Attaccamento risulta essere un punto di convergenza tra differenti ambiti della teorizzazione e dell’indagine psicologica. È un’area di confine tra discipline diverse: la Psicologia dello Sviluppo, la Psicologia Clinica, la Psicologia Sociale, la Psicologia Cognitiva e la Psicopatologia. Essa si configura come un Framework nella quale la concettualizzazione della Relazione Adulto-Bambino e il Modello Evolutivo proposto vengono delineati a partire dall’elaborazione di differenti costrutti teorici mutuati principalmente dalla Psicoanalisi, dall’Etologia, dalla Teoria dei Sistemi, dalle Teorie del Comportamento e dalle Teorie Cognitive dei Modelli Mentali. È fondamentale questa integrazione di interessi sia per lo sviluppo del bambino che per il complessivo adattamento dell’individuo al contesto in cui si trova inserito, che consente nel tempo continui arricchimenti e cambiamenti di idee originarie. John Bowlby è stato l’iniziatore e il principale teorico di riferimento di questa teoria. È possibile identificare 3 periodi chiave di crescita e cambiamento di questa teoria: 1. La prima fase è rappresentata dal lavoro e dalle riflessioni di John Bowlby ([1969] 1982, 1973, 1980), il quale enfatizzò l’importanza, per lo sviluppo del bambino, di un legame intimo e duraturo con una persona specifica che si prenda cura di lui. Questo legame viene concepito come universale, ha lo scopo di assicurare protezione al piccolo della specie umana. Bowlby iniziò a considerare gli eventi di vita, realmente sperimentati dall’individuo fin dalla nascita, come elementi di fondamentale importanza nella costruzione del mondo interno della persona. Il legame di attaccamento è stato quindi concepito come una particolare relazione affettiva con una specifica figura di riferimento: questo rapporto fungerà da modello per le successive relazioni intime che il piccolo stabilirà con altri partner interattivi nel corso del suo sviluppo e fino all’età adulta. 2. La seconda fase è riconducibile ai lavori di Mary Ainsworth, che hanno individuato e descritto le differenze individuali che si riscontrano nelle relazioni di attaccamento. Secondo l’autrice, le relazioni di attaccamento non sono tutte uguali tra loro, perlomeno per quanto concerne la qualità del legame che si è instaurato con l’adulto. [Attaccamento di tipo Sicuro vs. Attaccamento di tipo Insicuro] [PROTEZIONE X ESPLORAZIONE] Da un punto di vista metodologico, i lavori dell’autrice sono legati all’ideazione della STRANGE SITUATION: una procedura di valutazione della qualità dell’attaccamento nella prima infanzia. È un metodo standardizzato con cui osservare e misurare le differenze individuali dei bambini nel loro legame con l’adulto. 3. La terza fase sposta l’attenzione sugli aspetti rappresentazionali che caratterizzano l’attaccamento, ossia i modi attraverso i quali i comportamenti diadici, sperimentati dal bambino nel corso dell’infanzia con la figura di riferimento, diventano modelli interni di organizzazione del Sé e delle modalità relazionali dell’individuo. Il concetto di Modello Operativo Interno del Sé e delle figure di attaccamento è stato introdotto dallo stesso John Bowlby (1973, 1980), aprendo la teoria ad un’interpretazione dello sviluppo lungo l’arco della vita. L’attaccamento può essere così ridefinito come un fenomeno globale che non interessa più soltanto la qualità delle relazioni nell’infanzia, ma che coinvolge il loro significato dalla prima infanzia all’età adulta, attraverso le fasi evolutive, passando dalla semplice osservazione del comportamento alla lettura degli stili rappresentazionali connessi al mantenimento dei sentimenti di sicurezza e protezione.

Capitolo 1: La Prospettiva dell’Attaccamento. Le Origini della Teoria: questa particolare forma di legame stabile che si instaura tra il bambino e la figura di riferimento ha la funzione di garantire il benessere dell’individuo, la protezione dai pericoli ambientali e dalle tensioni interne e di favorire la sopravvivenza grazie alla vicinanza del piccolo con una figura adulta competente in grado di fornire accudimento. Lo scopo protettivo è raggiunto tramite un insieme di comportamenti innati (detti Comportamenti di Attaccamento) che hanno la funzione (esito prevedibile) di facilitare e favorire la vicinanza fisica del bambino con la figura di riferimento: sia agendo come segnale per ottenere l’avvicinamento dell’adulto (pianto, sorriso vocalizzazione), sia determinando l’avvicinamento del piccolo all’adulto (comportamenti di accostamento e mantenimento del contatto). Secondo Bowlby, il comportamento del bambino è regolato da 4 sistemi di controllo (di attaccamento, di esplorazione, di affiliazione e di paura-attenzione), che possono agire in modo tra loro coordinato, oppure antitetico. I comportamenti di attaccamento vengono gradualmente organizzati in un Sistema di Attaccamento che, a partire dal sesto mese di vita del bambino, inizia ad agire in modo goal-corrected, ovvero coordinando l’esecuzione dei comportamenti di attaccamento in modo organizzato rispetto allo scopo. Lo scopo di questo sistema è la regolazione omeostatica della vicinanza con la figura di attaccamento in relazione a variazioni situazionali: il sistema di attaccamento può essere attivato da condizioni di disagio di diversa natura che possono essere endogene o esogene. Sono queste situazioni di pericolo che attivano il sistema, definibile come un meccanismo di controllo del comportamento organizzato. La convinzione che esista una disposizione innata a stringere legami con altre persone viene mutuata da Bowlby dall’Etologia. Il richiamo all’Etologia fa riferimento agli esperimenti dei coniugi Harlow condotti con piccoli di macaco Rhesus, allevati in diverse situazioni di accudimento. (madre artificiale morbida vs madre artificiale con cibo) Secondo Bowlby, la capacità dell’individuo di stabilire relazioni intime, significative e stabili con altri membri della propria specie si fonda sul bisogno fondamentale di contatto fisico e vicinanza ed è considerata una motivazione primaria. PERIODO SENSIBILE: J. Bowlby pensava esistesse un periodo privilegiato durante il quale l’individuo sembra maggiormente predisposto a costruire un legame di attaccamento. Per il bambino, il periodo sensibile è considerato il primo anno di vita. MONOTROPISMO: è l’assunto che l’attaccamento sia riferito ad una figura discriminata, preferita dal piccolo tra i diversi adulti che hanno una funzione di accudimento nei suoi confronti; è la definizione della tendenza del bambino ad avere un’unica figura di attaccamento. TUTTAVIA, la revisione teorica degli ultimi anni prende spunto proprio dalla critica al concetto di Monotropismo e dai risultati di diversi lavori empirici che hanno riscontrato come, durante la prima infanzia, il bambino sia in grado di costruire relazioni significative con varie figure adulte, purché legate a lui in modo continuativo e intimo. [ATTACCAMENTI MULTIPLI] Esiste un sistema comportamentale antagonista a quello dell’attaccamento, il Sistema Esplorativo, che costituisce una fonte importante di informazioni per lo sviluppo del piccolo e per la sua padronanza dell’ambiente circostante. L’alternarsi dei due sistemi è strettamente collegato al sentimento di sicurezza sperimentato dal bambino in un dato momento e in un determinato contesto. Quando la condizione di protezione fornita al bambino

dall’adulto è tale da farlo sentire al sicuro, egli non dovrà concentrare le proprie risorse nell’attivazione del sistema di attaccamento, a vantaggio dell’esplorazione dell’ambiente circostante. Definizioni: 





Il Comportamento di Attaccamento: è definito come ogni forma di comportamento che tende ad ottenere o a mantenere la vicinanza con qualche altro individuo differenziato e preferito. [Sorriso, Vocalizzazione, Pianto o Comportamenti d’avvicinamento] Il Comportamento di Attaccamento è innescato dalla separazione o dalla minaccia di separazione dalla figura di attaccamento e varia in base alla natura della minaccia. Il Sistema Comportamentale di Attaccamento: è descritto da Bowlby come uno dei sistemi che motivano e regolano il comportamento del bambino; ha l’obiettivo esterno di spingerlo alla ricerca di vicinanza alla figura di attaccamento e l’obiettivo interno di indirizzarlo alla ricerca di sicurezza. A questo sistema si alterna l’altro fondamentale per lo sviluppo e la padronanza dell’ambiente circostante: Il Sistema Esplorativo, il quale è strettamente correlato alla fiducia del bambino nei confronti della stabilità e della disponibilità della figura di attaccamento, utilizzata come base sicura. Legame o Relazione di Attaccamento: è quell’aspetto specifico della relazione fra adulto e bambino connesso con il mantenimento e la regolazione della sicurezza e della protezione. Si può parlare di relazione di attaccamento quando vi è la presenza di 3 caratteristiche fondamentali:  RICERCA DI VICINANZA: il bisogno della vicinanza fisica varia in conformità a diversi fattori come l’età, il temperamento, le circostanze, la sensazione di essere stanco, ammalato o spaventato  RICERCA DI BASE SICURA: questo concetto rimanda alla certezza interna di poter trovare nella figura di attaccamento un punto di riferimento stabile, una sorta di porto sicuro in cui rifugiarsi nelle situazioni di pericolo e dal quale ripartire per esplorare il mondo circostante quando le condizioni lo consentono.  PROTESTA PER LA SEPARAZIONE: Bowlby considerava come migliore prova per valutare la presenza del legame di attaccamento l’osservazione delle reazioni alla separazione, e identificava la protesta come la risposta primaria dei bambini.

Lo Sviluppo del Legame di Attaccamento: per Bowlby esiste un Periodo Sensibile anche nel neonato umano, nel corso del quale egli sviluppa il legame di attaccamento nei confronti dell’adulto. Bisogna sottolineare che, a differenza delle specie animali, i piccoli dell’uomo possiedono un periodo di immaturità e di dipendenza dalle cure dell’adulto assai più prolungato, ma anche un’elevata capacità di apprendimento. Secondo Bowlby, la strutturazione del legame di attaccamento avviene in 4 fasi, durante il primo anno di vita: 1. PREATTACCAMENTO: orientamento e segnali senza discriminazione della persona. 2. FORMAZIONE: orientamento e segnali verso una o più persone discriminate. [Queste due prime fasi comprendono il periodo che va dalla nascita ai 6-8 mesi di vita del bambino] [L’angoscia del bambino in questa fase è relativa al fatto di essere lasciato solo, piuttosto che alla perdita della figura di attaccamento] [2 aspetti fondamentali dell’interazione adulto bambino in questo periodo: SGUARDO RECIPROCO e CAPACITÀ di HOLDING] 3. ATTACCAMENTO: verso il sesto-ottavo mese ha inizio la fase di attaccamento vera e propria, definita come “mantenimento della vicinanza ad una persona discriminata mediante la locomozione e mediante segnali”, che perdura fino al secondo-terzo anno di vita.

[2 manifestazioni principali in questo periodo: PROTESTA di SEPARAZIONE dalla figura di attaccamento e PAURA degli ESTRANEI] [Nuove abilità cognitive e motorie: COSTANZA dell’OGGETTO, la capacità del bambino di costruire e mantenere una rappresentazione mentale degli oggetti anche in loro assenza; Gattonamento e Deambulazione; Linguaggio] [In questa fase, il bambino e l’adulto riescono a prevedere i reciproci comportamenti e a sincronizzarsi all’interno di una struttura di attaccamento che consente loro di costruire delle aspettative nei riguardi del comportamento del partner, in cui la mancata risposta attesa genera angoscia] 4. RELAZIONE RECIPROCA: definita come “rapporto reciproco tra adulto e bambino diretto secondo uno scopo”. Grazie all’accrescimento delle competenze linguistiche e mnemoniche, aumenta nel bambino anche la capacità di rappresentare mentalmente gli eventi. Ciò porta a considerare l’adulto come indipendente da Sé e dotato di persistenza spazio-temporale; permette di comprendere i motivi dell’allontanamento del genitore e di prevedere i suoi comportamenti, influenzandoli con i propri. [In questa fase, l’acquisizione più importante per il bambino è la costruzione dei MODELLI OPERATIVI INTERNI, ossia rappresentazioni mentali di sé stesso e dell’altro che riflettono la storia relazionale del bambino con l’adulto di riferimento] TALI RAPPRESERNTAZIONI COSTITUISCONO L’ASPETTO INTERIORIZZATO DELL’ATTACCAMENTO e CONTRIBUISCONO A DETERMINARE IL COMPORTAMENTO DEL SOGGETTO E LA STRUTTURAZIONE DELLE SUCCESSIVE RELAZIONI DI TALE TIPO. La Teoria dell’Attaccamento e altre teorie a confronto: la teoria di riferimento fondamentale in questo percorso è la Psicoanalisi (formazione psicoanalitica di Bowlby e appartenenza alla Società Psicoanalitica Britannica), nei confronti della quale l’autore traccia linee comuni di pensiero e posizioni critiche: 





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La visione di un neonato dotato della capacità di entrare in relazione con il proprio ambiente circostante, contrapposta all’idea di un neonato passivo, incapace, privo per lunghi mesi di autonomia comportamentale e psicologica rispetto all’ambiente; La visione di un neonato spinto, non tanto dalle pulsioni e da bisogni fisiologici interni, quanto da una motivazione primaria a costruire relazioni significative con l’adulto o gli adulti che si prendono cura di lui; La predilezione del Metodo Longitudinale nello studio dello sviluppo, ovvero di un metodo che segua il percorso dell’individuo a partire dalla nascita. Tale scelta si contrappone al Metodo Retrospettivo e Ricostruttivo della Psicoanalisi; La predilezione dell’osservazione diretta del comportamento, piuttosto che il resoconto verbale e la ricostruzione effettuata nella seduta analitica; L’interesse per lo studio delle esperienze di vita reale, sperimentate dall’individuo nell’interazione con il proprio ambiente, e l’attenzione a comprendere il loro ruolo nell’influenzare i percorsi evolutivi della persona; L’interesse per l’impiego del Metodo Comparato, dove è implicato il confronto con dati derivati dallo studio dello sviluppo in altre specie animali; L’interesse alla comprensione dello sviluppo affettivo-relazionale “sano” accanto ai percorsi evolutivi segnati dalla presenza di fattori di rischio che possono avere un ruolo centrale nell’influenzare l’adattamento della persona.

Principali critiche al modello teorico: va superato il MONOTROPISMO, che spesso non viene confermato dai dati della ricerca…(attaccamento con il padre, o con le educatrici del nido)

Capitolo 2: La Valutazione dell’Attaccamento nella Prima Infanzia. L’oggetto della Valutazione: da un punto di vista comportamentale, la Relazione di Attaccamento può essere descritta come un “dispositivo” che regola costantemente e dinamicamente l’equilibrio e il bilanciamento tra Attaccamento ed Esplorazione. Anche se tutti i bambini tendono a stabilire una relazione di attaccamento con la figura che si prende cura di loro, la qualità di questa relazione dipende dalle caratteristiche e dalla storia interattiva dei due partner, e tende a mantenersi stabile e a manifestarsi in diversi momenti e contesti. Quando si valuta l’attaccamento, viene valutata una caratteristica di qualità di tale relazione che va al di là dello scambio interattivo osservato; una qualità strutturale della relazione che fa riferimento alla modalità con cui viene gestito l’equilibrio dinamico fra attaccamento ed esplorazione, fra autonomia e dipendenza, e alle strategie impiegate a tal fine. La Strange Situation: la prima e principale studiosa delle differenze individuali nell’attaccamento è Mary Ainsworth. L’autrice con i suoi collaboratori crea questa procedura osservativa, chiamata Strange Situation, che da allora è diventata il metodo principale per valutare l’attaccamento nella prima infanzia a partire dai 12 mesi di vita. La metodologia adottata prevedeva l’osservazione, in longitudinale, dell’interazione di madre e figlio da parte di un ricercatore, che si recava a casa dei partecipanti a intervalli regolari per rilevare diversi aspetti del comportamento della diade. Intorno all’anno di vita del bambino, le madri furono invitate a portare i loro piccoli nel laboratorio dell’autrice con lo scopo di effettuare un’osservazione maggiormente standardizzata che permettesse di evidenziare i comportamenti di attaccamento dei bambini. Attachment Q-Sort di Waters e Deane (1985): consiste in una procedura di ordinamento che utilizza una serie di item descrittivi per valutare il soggetto da parte di osservatori esterni. Un vantaggio dell’AQS è quello di poter essere utilizzato anche dopo il primo anno di vita, fino a 36 mesi di età, e di permettere la valutazione della relazione di attaccamento anche rispetto ad altre figure rilevanti per il bambino. Altri pregi dello strumento sono:  La sua utilizzabilità in ambito clinico;  Il fatto di poter effettuare rilevazioni dell’attaccamento ripetute nel tempo, anche con brevi intervalli tra l’una e l’altra;  La possibilità di condurre osservazioni negli ambienti naturali frequentati dal bambino e non, necessariamente, in situazione di laboratorio. Descrizione della Procedura: è una procedura standardizzata che ha l’obiettivo di attivare e intensificare i comportamenti di attaccamento del bambino nei confronti del genitore, sottoponendolo ad una situazione di stress moderato, ma crescente nel tempo. La procedura si svolge in un contesto non familiare per il bambino e prevede la presenza di un adulto estraneo, nonché una serie di separazioni e ricongiungimenti con la madre.

La Strange Situation è suddivisa in 8 brevi episodi, della durata di circa tre minuti ciascuno: 1. Nel Primo Episodio, la madre e il bambino vengono introdotti nella stanza di osservazione, nella quale ci sono due sedie e numerosi giocattoli adatti all’età del piccolo. La prima fase è considerata preparatoria: lo scopo è di mettere il bambino in un ruolo di primo piano, lasciandolo libero di coinvolgere il genitore se lo desidera, ma anche di esplorare liberamente e autonomamente l’ambiente circostante. Al genitore viene affidato un ruolo di supporto al

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bambino, ma viene esplicitamente richiesto di lasciare che sia il bambino ad iniziare le eventuali interazioni con l’adulto. Con il Secondo Episodio ha inizio la vera e propria procedura: genitore e bambino sono soli nella stanza… Dopo tre minuti, nel Terzo Episodio, fa il suo ingresso nella stanza una sperimentatrice, che svolge il ruolo di estranea. L’estranea saluta il genitore e si siede sull’altra sedia disponibile, rimanendo in attesa per circa un minuto. Dopodiché inizia ad interagire con il genitore e dopo un altro minuto, sposta la sua attenzione direttamente sul bambino, interagendo con lui. Nel Quarto Episodio, la madre esce dalla stanza lasciando il piccolo da solo con l’estranea. Si ha così la prima separazione dal caregiver: è possibile osservare le risorse, le abilità e i comportamenti che il bambino mette in atto per affrontare il potenziale disagio. Nel Quinto Episodio, il genitore rientra nella stanza e riamane da solo con il bambino per i successivi tre minuti. Se il piccolo ha manifestato disagio durante la separazione e ricerca contatto o conforto, al genitore viene chiesto di consolarlo e rassicurarlo così come fa normalmente nella vita di tutti i giorni e poi riprendere l’interazione, avendo cura di lasciare a lui l’iniziativa. Se il bambino non mostra disagio o desiderio di interagire con il genitore, a quest’ultimo viene richiesto di lasciargli autonomia nelle attività che sta svolgendo. [PRIME REAZIONI COMPORTAMENTALI DI ATTACCAMENTO dopo il reingresso della madre] Dopo tre minuti, nel Sesto Episodio, il genitore esce nuovamente dalla stanza, lasciando il bambino completamente solo. [Seconda Separazione proposta dalla procedura, che rappresenta il momento più critico per molti bambini] I bambini solitamente iniziano a piangere e a manifestare chiaro disagio per l’uscita del genitore. In altri casi, il piccolo sembra avere risorse sufficienti per affrontare e gestire adeguatamente la situazione di disagio. [Questo episodio permette l’osser...


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