Metodi e tecniche di conduzione dei gruppi PDF

Title Metodi e tecniche di conduzione dei gruppi
Author Chiara Borroni
Course Metodi e tecniche di conduzione dei gruppi
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 3
File Size 87.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 114
Total Views 147

Summary

Appunti in classe della Professoressa Bertoni...


Description

GRUPPI L’ osservatore modifica la vera attività. Tre aspetti che devi tenere in mente quando conduci un gruppo: contesto; gruppo; conduttore. Piccola sintesi: il gruppo è uno strumento che va curato. I gruppi possono accadere spontaneamente (famiglia, amici, palestra) però il gruppo deve essere curato perché si passi da aggregato di persone a qualcosa di funzionale. Gruppo = strumento delicato e potente. Ci sono sempre aspetti di contenuto e di processo. Il gruppo è un oggetto complesso.

CONDUZIONE CONTESTO DELLA CONDUZIONE La conduzione è una funzione, è una dinamica, non avviene mai nel vuoto. - spazio/tempo protetto, privo di giudizio - il gruppo facilita l’ espressione e la riflessione su di sé - l’ incontro con l’ altro è sempre incontro con la rappresentazione che io ho di lui - attraverso il confronto con gli altri e la condivisione delle difficoltà, si possono attivare risorse e avviare un processo di risignificazione dell’ esperienza. Il conduttore si muove sempre nel contesto/mandato Conduttore Gruppo Setting: dove ci troviamo (contesto) e come organizziamo lo spazio. Importante che sia stabilito, perché se è fisso riesco a vedere tutto quello che si muove. Non ce n’ è uno ideale ma è funzionale in base agli obiettivi. Ad esempio 1) con i banchi fissi intorno tipo riunione. Obiettivi che consente di raggiungere: produttività, strategie, c’ è il conduttore capotavola, il conduttore è nel gruppo ma c’ è qualcuno che è a capotavola dall’ altra parte. Il tavolo suggerisce produttività, ma anche qualcosa di difensivo. 2) Tipo le persone a semicerchio e il conduttore di fronte. Tutti porta conoscenza. Il conduttore è più distante rispetto al gruppo. Tutti vedono in faccia e tutti vedono il conduttore 3) Tutti in cerchio anche il conduttore. Setting funzionale all’ inclusione, essa è alta 4) Il conduttore da una parte e tutti gli altri lo guardano. Chi porta conoscenza? Il conduttore. I membri del gruppo non si possono nemmeno guardarsi. Le ultime file hanno una posizione difensiva. Cum + ducere = guidare, accompagnare. È una funzione svolta da un singolo membro, significa mettere in atto (o favorire la messa in atto) di funzione di: - manutenzione (orientamento dei processi) - sostegno (tutela e sostegno delle relazioni) - comunicazione con l’ esterno (cura dei confini) Per la psicologia sociale: la conduzione è un processo di gestione di un gruppo che passa attraverso l’ istituzione di setting democratici, in cui sia favorita la partecipazione attiva. Per la psicoanalisi: la conduzione è un processo di gestione di un gruppo che crea setting che mettano in sicurezza psicologica il gruppo e gli consentano di trovare una giusta sinergia tra registri di funzionamento razionali e pulsionali. Non inontriamo i gruppi in maniera neutrale. Esiste sempre una visione personale del gruppo che modulerà il mio modo di essere nel gruppo. Siamo parte del gruppo e di questo non intendiamo mai del tutto il funzionamento (quindi non possiamo mai essere del tutto responsabili di ciò che accade nel gruppo). 1

La conduzione del gruppo implica sempre un pensiero che PREFIGURA e uno RETROSPETTIVO. Kaneklin dice che il conduttore è sempre coinvolto emotivamente con il lavoro che si sta sviluppando in funzione di un obiettivo comune (il “con”, indice di compagnia, pluralità, confluenza). Al conduttore è richiesta consapevolezza della rilevanza della dimensione intrapsichica e interpersonale per poter modulare il proprio coinvolgimento e intervento in funzione del gruppo e dei suoi obiettivi. Ha sempre a che fare con la co-costruzione dell’ oggetto di lavoro (attenzione contemporaneamente al contenuto, alle dinamiche di gruppo, al setting, al contesto, ai contesti dei partecipanti). Fa parte del campo, in un processo di relazioni di simmetriche e ambivalenti (bello stare in gruppo ma che fatica). Se connette il suo sapere, esperto con la conoscenza che è nell’ azione, nell’ apprendimento dall’ esperienza, può condurre il gruppo in un processo di riappropriazione della realtà. Fine di quello che dice Kaneklin. Si sperimenta ambivalenza quando si provano emozioni ambivalenti, doppie e contrastanti verso uno stesso oggetto. Il conduttore prova ambivalenza quando tipo vuole esporsi ma non vuole, vuole partecipare ma anche che gli altri partecipino. Conduttore come: - istinto di morte  reprimerne, condurre significa moderare, reprimere il gruppo - istinto di vita  principio del piacere, condurre significa animare e esprimere il gruppo I conduttori devono essere capaci di parità, di tenere un criterio intermedio. Il conduttore è una persona che conduce, è un passaggio e un ragionamento ( un filo conduttore). È intenzionalmente in relazioni con relazioni Compito di favorire il determinarsi e poi mantenere e regolare un clima positivo di gruppo e di un’ adeguata capacità di funzionare in modo realistico. Ha il compito di creare le condizioni affinché ci sia un clima felice affinché si raggiunga meglio l’ obiettivo (diverso dalla leadership) La co-conduzione: la scelta deve essere sempre metodologicamente coerente con le caratteristiche del gruppo che riunisce. Ex: riunioni di gruppo di aiuto possono aiutare due competenza professionali, tra fatti che formano oggetto dell’ incontro e vissuti dei partecipanti e/o loro emozioni nel momento in cui fatti e vissuti diventano materiali di lavoro. Precauzioni per garantire sintonia: decidere prima chi fa cosa, concordare modalità di interazione, di osservazione del gruppo. Tra ricchezza e complessità. Non sono due persone nel gruppo ma due persone e la loro relazione nel gruppo. DINAMICHE DELLA CONDUZIONE Astensione intervento. Si è presenti e influenti anche con livelli di astensione. Role playin : una delle situazioni più attivanti. Le persone si espongono e ci mettono una parte di se stesse, non si può proporre all’ inizio. Il conduttore deve fare delle scelte e le deve fare in diretta. Il conduttore sceglie quanto “intromettersi”. Il conduttore sceglie quanto promuovere la convergenze e la divergenza ovvero il conformismo e quanto lasciare spazio alla divergenza. Importante lasciare spazio alla divergenza per lasciare esprimere ognuno (una delle più grandi responsabilità del conduttore è mantenere l’ unicità dei singoli individui) ci devono essere tuti in modo peculiare ed è importante per fare in modo che anche la nostra parte emotiva sia esprimibile in un gruppo. Senza il conflitto il gruppo non evolve!!

2

Un gruppo è caratterizzato da diversi fattori: contesto, compito, componenti, ruoli, setting (il contesto accade, precede la conduzione. Il setting è il modo in cui io organizzo lo spazio in funzione del mio gruppo, dei miei obiettivi e della fase del gruppo) Ci sono diversi gruppi: ogni gruppo è a se stante. Ci sono continuum entro i quali si posiziona l’ azione del conduttore. FASI E FUNZIONI Sono sempre attuabili 1. fase di progettazione e formazione del gruppo: funzioni della conduzione: valutazione exante: funzione diagnostica. Progettazione: funzione prognostica 2. costituzione del gruppo: i gruppi se non sono naturali non accadono. Bisogna lavorare perché un aggregato di persone diventi gruppo. Funzioni della conduzione = accoglienza del gruppo al suo riunirsi. Contenimento. Facilitazione della negoziazione (obiettivi, regole, progetto) 3. progetto realizzato. Funzioni della condizione: promozione della coesione. Governo delle dinamiche di gruppo 4. guida al processo relazionale e realizzativo deli obiettivi. Promozione dell’ empowerment di gruppo. Documentazione. Valutazione in itinere. 5. Conclusione. Funzione della conduzione = sostegno alla progressiva autonomia dei membri. Elaborazione della fine del gruppo. Valutazione ex-post, dopo la fine del gruppo a) Accogliere: fondamentale per fare in modo che in un gruppo unico ci siano spazi per le singole individualità. Ascolto empatico, accoglienza dell’ ambivalenza (accogliere una istanza di una persona, in questo modo si mette in sicurezza il gruppo. Se riconosci l’ ambivalenza dici è normale tipo ho voglia di parlare ma ho paura di essere giudicato, dobbiamo stare uniti ma non troppo), protezione dall’ esposizione (rispettare chi non vuole esporsi ma contenere chi vuole esporsi troppo), presentarsi e far presentare, chiarire gli obiettivi, connettere gli incontri, accogliere limiti parzialità (dire da subito che in un gruppo non si farà mai tutoto). Nell’ accogliere è importante l’ ascolto empatico: il saper porre domande che devono essere aperte lasciando la possibilità di ampliare la risposta di dire di emozioni. Messaggi in prima persona: iniziare con “io penso che” “secondo me” facilita la distinzione tra ciò che riguarda chi parla e chi ascolta e favorisce un clima non giudicante. Errori nell’ ascoltare: ci si distrae, si finge di ascoltare, dentro con un orecchio, fuori dall’ altro, aspetto l’ occasione per dire ciò che penso… b) Contenere: accoglie, riconosce, legittima, rompe la solitudine. Contenimento (comprensione e sostegno) di emozioni positive e negative (legate agli obiettivi, al proprio ruolo, ai propri bisogni). Accettare il silenzio (se passaggio elaborativo) c) facilitare la negoziazione: il gruppo negozia perché non è d’ accordo. Promuovere il confronto attraverso comunicazione reticolare (il setting!). aiutare il gruppo a esplorare i punti di vista compatibili o incompatibili. Supportare la condivisione di responsabilità. Importante promuovere la coesione (che non è l’ adesione) = quanto ciascuno di noi si vede nel gruppo, si sente appartenente, favorire partecipazione valorizzando differenze, riformulare messaggi poco chiari, accogliere un conflitto (può essere premessa di cambiamenti). Valutare:

3...


Similar Free PDFs