Metodi e Tecniche dei test Balzarotti PDF

Title Metodi e Tecniche dei test Balzarotti
Course Metodi e tecniche dei test
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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METODI E TECNICHE DEI TEST:Balzarotti fa teoria, i laboratori invece sono fatti da altri due docenti (Gammarano e Meinero). Le lezioni se tornassero in presenza sarebbero in Buonarroti. I webinar non dureranno tre ore ma tendenzialmente due.Lezioni: l’obiettivo è presentare i fondamenti psicometrici...


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METODI E TECNICHE DEI TEST: Balzarotti fa teoria, i laboratori invece sono fatti da altri due docenti (Gammarano e Meinero). Le lezioni se tornassero in presenza sarebbero in Buonarroti. I webinar non dureranno tre ore ma tendenzialmente due. Lezioni: l’obiettivo è presentare i fondamenti psicometrici per la costruzione, la somministrazione e lo scoring di un test. Conoscenze di base per test psicometrici. Avremo spezzoni di esercitazioni pratiche, calcolo, ecc. e un’esercitazione per simulare la costruzione di un test psicometrico. Laboratorio: esempi di test psicologici di uso comune in psicologia, uso di test e discussione di casi. Esso è diviso in due: - laboratorio di tipica performance (Gammarano) (ad es. personalità): MMPI-2, MMPI-A, Big Five; - laboratorio di massima performance (Meinero) (ad es. cognitivi): Scale Wechsler, ecc. Verremo divisi in due gruppi che si alterneranno nei due cicli di laboratorio (primo ciclo uno massima e uno tipica, secondo ciclo viceversa). Questa materia si rifà a due elementi del ciclo di ricerca: - definizione di costrutti e variabili; - fase di raccolta e produzione dei dati. CALENDARIO:

STRUTTURA DEL CORSO DI TEORIA A DISTANZA: 2 percorsi in parallelo: - percorso asincrono: videolezioni divise in moduli, esercitazioni e si interagisce con la docente attraverso un forum (percorso autonomo, no frequenza, ecc.); - percorso sincrono: lezioni ed esercitazioni in webinar, in diretta (obbligo frequenza). I due percorsi non sono di per sé distinti, possono essere seguiti entrambi (ad es. non capisco, ecc.). Hanno gli stessi contenuti. OBIETTIVI DEL CORSO: - fornire vasi per l’uso di test psicologici: • studio di un manuale di un qualsiasi test; • muoversi consapevolmente nella scelta di un test; • principali conoscenze su costruzione, somministrazione e scoring; - introdurre i fondamenti di lettura ed interpretazione dei punteggi del test; - familiarizzare coi principali reattivi psicologici; - lavorare trasversalmente nell’applicazione di test psicologici (che possiamo usare in molti contesti); LIBRI -

DI TESTO: Teorie e tecniche dei test (cap. 1-9); Dispensa; Materiali di bb/lezioni.

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ESAME SCRITTO: - teoria: 30 domande a scelta multipla (3 alternative): valutano le conoscenze teoriche delle lezioni e dei lab. È superata con minimo 9 (massimo punteggio è 15, mezzo punto a risposta). 20 MIN; - calcolo: 4 esercizi di calcolo da 2 punti ciascuno, il minimo è 5 punti. 30 MIN (se a distanza 40 MIN); - commento scritto ai casi: (laboratorio) si commenta un caso per laboratorio di tipica e un caso per laboratorio di massima (2 casi, ciascuno ha massimo 4 punti, totale massimo 8 e minimo 2 punti in ciascuno). Si farà nell’ultima lezione di laboratorio (50 MIN ciascun caso). Il risultato vale per un anno accademico, visto che si svolge al di fuori dell’appello. Teoria + calcolo = giorno appello. Commento scritto ai casi = ultimo giorno di laboratorio: se ho sufficienza e accetto il voto vado a fare solo il resto; se invece non accetto o non lo passo, rifaccio tutto il giorno dell’appello. Posso rifare le singole parti se non soddisfatta. Voto finale è somma di tutti i singoli voti. RICORDATI DI COMUNICARE SE VUOI RIFARE LA PROVA DI LABORATORIO QUANDO TI ISCRIVI ALL’APPELLO DI ESAME UFFICIALE!!!!

ESERCITAZIONE 1: SONO INTROVERSO O ESTROVERSO? 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

1 1 2 1 1 2 1 1

= = = = = = = =

B B B A C B A A

Risultato: 4 x B; 3 x A; 1 x C Interpretazione (profilo di personalità): - Maggioranza di A = estroverso; - Maggioranza di B = equilibrato; - Maggioranza di C = introverso. In questo test sono presenti molte criticità: - Consegna; - Formato dei dati; - Interpretazione; - Ecc. Questo NON È un test psicometrico.

LEZIONE 1: COS’È UN TEST PSICOMETRICO? Perché si usano i test? Possiamo avere diversi atteggiamenti nei confronti di questi strumenti: - Diffidenza (negativo); - Pensiero magico (positivo); - Percezione di realtà: realismo, oggettività, ecc. Vanno conosciuti i pregi e i difetti, si colloca a metà tra gli altri due pensieri. A chi servono i test? Quali sono i contesti? - Educativo-scolastico: orientamento, diagnostico, ecc.; - Clinico-neuropsicologico: diagnosi, valutazione efficacia riabilitazione, ecc.; - Clinico-psicoterapeutico: diagnosi, valutazione efficacia terapie, ecc.; - Servizi sociosanitari: adozione, affido, ecc.; - Risorse umane: selezione, valutazione, stress, soddisfazione, adattamento, ecc.; - Legale: perizie, consulenze legali, ecc.; - Scientifico: ricerca, ecc. Quali usi? Gregory distingue 5 macrocategorie sugli utilizzi del test: - Classificazione/categorizzazione;

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Diagnosi e progettazione del trattamento; Autoconoscenza; Valutazione di un programma di intervento educativo o sociale; Ricerca.

Perché i test? In tutti gli ambiti lo psicologo ha la necessità di acquisire dati sulle caratteristiche psicologiche degli individui e ha tendenzialmente uno scopo valutativo, di assessment ed analisi, a fine di prendere decisioni che riguardano la persona valutata. È necessario un metodo di valutazione il più oggettivo possibile che protegga lo psicologo da distorsioni o errori di giudizio, legati alla soggettività di chi effettua la valutazione (ad es. valori, esperienze, ecc.). ridurre a 0 la soggettività è difficile, ma i test sono il più possibile oggettivi. È uno strumento valutativo che si compone di un insieme standard di prove, stimoli e domande uguali per tutti, che sono codificate e valutate a partire da criteri stabiliti a priori. Esso viene validato su un campione normativo di riferimento, dai quali si generano tabelle e valori di riferimento ai quali riferirsi per interpretare i risultati. Esso però: - Deve essere usato correttamente; - Deve essere affiancato ad altri strumenti come colloquio ed osservazione; - Non è esente da errori; - Non misura le persone ma solo alcuni loro attributi (attenzione al pensiero magico!) e non rende mai conto della complessità della vita psicologica dell’individuo che ho davanti. Il test deve avere un potere predittivo del comportamento del soggetto. ➔ es. infermieri e strategie di coping. I test psicometrici possono essere somministrati solo da psicologi iscritti all’albo professionale. Esso garantisce che: - conosce il significato delle variabili misure; - conosce le caratteristiche tecniche del test; - capacità di scelta in funzione dell’adeguatezza dello strumento ai bisogni e alle caratteristiche del soggetto; - capacità di interpretare i dati ed integrarli con altre informazioni; - capacità di effettuare una diagnosi.

Alla base dell’uso dei test c’è la psicometria dei tratti. Si pensa che il test misuri caratteristiche disposizionali (che si presume essere abbastanza stabili nel tempo). Il contrario è il situazionismo (situazione e contesto influenzano). Bisogna stare a metà tra i due essere equilibrati. Cos’è un test? È anche detto reattivo mentale (Inventory o Questionnaire). Esso ha queste caratteristiche: - uniformità contenuto e modalità di presentazione; - costanza nelle regole di codifica delle risposte; - interpretazione simile per risultati simili ottenuti dai soggetti. Ogni test ha un manuale. Se applicati correttamente, consentono di arrivare ad una interpretazione simile o uguale da parte di sperimentatori divers i. Un test è una procedura attraverso cui si pone il soggetto in una situazione standardizzata (uguale per tutti) nella quale gli si forniscono una serie di stimoli o item, in grado di andare ad elicitare delle risposte che costituiscono un campione delle risposte che il soggetto dà in condizioni simili e che sono valutabili in base a criteri quantitativi predefiniti e sono interpretabili come indicatori di un determinato costrutto psicologico.

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Il test deve essere costruito, e dovrà presentare caratteristiche di attendibilità e validità, che vanno verificate con la taratura o validazione o standardizzazione (applicazione ad un campione normativo). Solo dopo potrà essere usato.

CENNI STORICI, ETÀ MENTALE E QI: LE ORIGINI STORICHE DEI TEST:

Le prime forme rudimentali possono essere ricondotte a: - 2200 a.C.: Impero cinese, tecniche di selezione di funzionari pubblici. - 460-377 a.C.: Ippocrate, studio della personalità in base a caratteristiche fisiche. Egli classific il carattere degli individui in base all’equilibrio di 4 fluidi organici (sangue = sanguigno, flegma = flemmatico, bile gialla = collerico, bile nera = melanconico). - Idea di associazione tra personalità/caratteristiche mentali e variabili fisiche proseguirà con: • C. Lombroso (1835-1909); • F. J. Gall (1758-1828) e frenologia: è famoso per aver inventato questa scienza. La sua teoria è quella che le abilità e i tratti sono collocati in diverse zone del cervello ed è possibile sviluppare questi tratti attraverso lo sviluppo delle rispettive aree. Attraverso la palpazione del cranio e a seconda di quelle che per lui erano particolari protuberanze, ne ricavava quali erano i tratti di personalità del soggetto. Le origini vere e proprie del testing e dell’utilizzo moderno e contemporaneo dei test possono essere fatte risalire a diverse correnti: - Clinica psichiatrica e neurologica: da metà Ottocento si cerca di creare strumenti standardizzati di valutazione e di classificazione di soggetti affetti da turbe intellettive e/o psicopatologiche; • distinzione “normalità” vs. “devianza” (o anormalità). • 1838 Esquirol: capacità verbale per determinare il ritardo mentale. • 1846 Sguin: prove non verbali (incastro forme geometriche). • 1885 H. von Grashey: batteria di memoria. • 1889 K. Von Rieger: batteria di prove per l’individuazione di “deficienze intellettuali” attraverso la valutazione di pi funzioni cognitive (es. simboli visivi, ripetizione di sequenze motorie, formazione di frasi). • 1895 Kraepelin: prove psicologiche per misurare la patologia psichiatrica (compiti di memoria, aritmetica, attenzione, ecc.) -

Psicologia sperimentale: • 1879 Primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia, W. Wundt: • Studio della discriminazione sensoriale, percezione, tempi di reazioni, differenze individuali; • Metodo sperimentale e “oggettività” della misurazione. • Psicofisica: affronta la sfida della misurazione dei processi psichici attraverso l’applicazione dei metodi delle scienze esatte.

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Studio dell’intelligenza (orientamento antropologico): si considera il padre della testistica Galton: • Orientamento antropologico, biologo darwiniano; • Idea di ereditarietà delle doti mentali; • Precursore dell’applicazione di scale di valutazione e di metodi statistici per l’analisi delle differenze individuali; • Costruzione di test mentali quali strumenti per selezionare gli individui con le maggiori capacità; • Esame di circa 17.000 soggetti, registrandone caratteristiche fisiche, tempi di reazione e discriminazione sensoriale. Gli allievi porteranno avanti i suoi studi e la sua ricerca e la costruzione di rpoove per la valutazione di abilità cognitive come l’intelligenza. In particolare Cattell che scrisse un articolo su Mind, nel quale compare per la prima volta la terminologia “mental test”. Con gli allievi di Galton per questo movimento va un po’ a morire perché si trovano risultati non significativi, a fronte di una vasta raccolta di dati dati per verificare l’esistenza di una relazione tra le performance ai “mental tests” e indicatori esterni (es. profitto scolastico, voti, giudizio insegnanti). La relazione risult non significativa e ci pose fine al programma di sviluppo di test iniziato da Galton.

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Studio dell’intelligenza e del ritardo mentale (in ambito scolastico, militare e migratorio): con Alfred Binet in Francia: • Primi 1900: nuova spinta in Francia proveniente dal campo educativo e scolastico; • Introduzione dell’obbligo scolastico, identificazione del ritardo mentale: discriminare i bambini con buone possibilit à di affrontare gli studi da quelli non in grado di farlo e che avrebbero dovuto frequentare le classi speciali; • 1895 A. Binet sostiene la necessit à di prove di valutazione di funzioni pi propriamente cognitive (processi mentali “superiori”); • 1905 Binet e T. Simon sviluppano la prima scala di intelligenza per l’infanzia, detta Scala Binet-Simon, 30 item per la valutazione di comprensione e ragionamento selezionando una serie di compiti che tipicamente venivano superati dalla maggioranza dei bambini di una certa età e disponendoli in ordine di difficolt à crescente; • 1908 Revisione (circa 300 bambini tra i 3 e 13 anni) della scala con una successione precisa delle prove per ogni età e definizione di “et mentale” (se si supera il 50-75% delle prove x quella fascia di età); • Binet aveva osservato che vi è un normale incremento delle capacit à mentali associato all’età: un bambino di 5 anni “medio” sarà in grado di risolvere problemi idonei a quella fascia d’età, ma non quelli adeguati ad un bambino di 7 anni. Se il bambino ha un’EM superiore a quella cronologica sarà pi intelligente dei bambini della sua stessa et à, se l’EM è inferiore avrà dei deficit intellettivi; • 1911 Revisione con estensione agli adulti; • Diffusione in Europa.

L’ETÀ MENTALE: PROBLEMI E LIMITI:

La formulazione del concetto di età mentale pone subito dei limiti e dei problemi. Ci si pone ad es. queste domande: - Bambino di 5 anni con EM = 4 è uguale a bambino di anni 7 con EM = 4?

- Bambino di 3 anni con EM = 2 è uguale a bambino di anni 10 con EM = 9? Secondo la prima formulazione del concetto di età mentale, la risposta sarebbe sì, ma nella realtà non è così: - nel primo caso infatti lo scarto è maggiore nel secondo bambino, ed è fondamentale per fare una considerazione riguardo al suo ritardo: non sono comparabili o uguali; - nel secondo caso anche se lo scarto tra età cronologica e mentale è uguale, i casi non sono uguali o comparabili. IL QUOZIENTE INTELLETTIVO (QI): Per superare i limiti del concetto di età mentale: - 1912 W. L. Stern coni il termine I.Q. (Intelligence Quotient) : • QI = età mentale/età cronologica x 100: lo teorizza sottoforma di rapporto; • due bambini di EC diversa che risultano entrambi con una intelligenza pari alla media, otterranno entrambi lo stesso punteggio di 100; - 1916 L. M. Terman (negli US): • rielabora la scala, dando vita alla Scala Stanford-Binet; • per la prima volta il punteggio complessivo è espresso come QI; • Il QI viene introdotto per superare i limiti dell’EM: L’EM ha sempre lo stesso significato, cioè è possibile che bambini di età diverse abbiano la stessa EM; - 1937 rielaborazione della scala in due forme parallele, L e M, allo scopo di limitare l’effetto apprendimento dato da somministrazioni multiple del test.

IL QI DI RAPPORTO: Con la formulazione del QI rapporto, abbiamo risolto tutti i problemi dell’età mentale? Sembrerebbe di si, e vediamo infatti che: - Bambino di 5 anni con EM = 4 (QI = 4/5*100 = 80) è uguale a bambino di anni 7 con EM = 4 (QI = 57) ? - Bambino di 3 anni con EM = 2 (QI=67) è uguale a bambino di anni 10con EM = 9 (QI = 90)? Il QI di rapporto non risolve però tutti i problemi completamente e in particolare non ne risolve 2: 1. Per ottenere lo stesso QI di 125: • A 4 anni devo avere EM = 5 (scarto tra età mentale e cronologica di 1 punto)

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• A 8 anni devo avere EM = 10 (scarto di 2) • A 12 anni devo avere EM = 15 (scatto di 3) non c’è quindi uniformità nell’attribuzione del QI rapporto per fasce cronologiche di età; 2. Per gli adulti, cosa accade?

IL QI DI DEVIAZIONE: Per far fronte alle criticità del QI di rapporto viene introdotto il QI deviazione. - 1960 nuova rielaborazione in un’unica forma, denominata scala Terman-Merrill (forma L-M), con introduzione del QI di deviazione, in seguito utilizzato nelle scale Wechsler; - QI di deviazione = a differenza del QI rapporto, viene espresso in termini di deviazione standard dalla media dei punteggi del proprio gruppo di età; - Punteggio ponderato riferito a una distribuzione standardizzata con M = 100 e DS = 16 (15 nelle scale Wechsler). Il QI di rapporto per superare o limiti dell’età mentale fa una ponderazione dell’età mentale sulla base dell’età cronologica del soggetto (creando un rapporto tra le due). Col QI di deviazione cambia totalmente la prospettiva: per ottenere il QI devo avere un campione di standardizzazione suddiviso per fasce di età (stratificata). Il test deve essere preventivamente somministrato ad un campione rappresentativo della popolazione, che è suddiviso in fasce di età e per ogni fascia si calcolano Media (M) e Deviazione Standard (DS) ottenuta nel punteggio alle diverse prove e quindi al test totale. Questi punteggi vengono poi traslati su una distribuzione standardizzata in punti z e poi su una distribuzione che ha M = 100 e DS = 15 (distribuzione del QI). Quando io soministrerò la scala avrò delle tabelle di conversione rispettive alle fasce di età e trasformerò il suo punteggio, andando a vedere il QI corrispondente. Il Qi deviazione è una trasformazione matematica del punteggio grezzo che va a basare la posizione del punteggio sulla performance di un campione di standardizzazione. Questa trasformazione avviene la base di tabelle di conversione che sono divise per fascia di età. Quindi in qualsiasi fascia io mi trovi ad operare, avrò punteggi uniformi: per tutti gli individui un QI di 115 è quello di un soggetto che si colloca ad 1 DS sopra alla media (M = 100 + DS = 15); - Introdotto per superare i limiti del QI di rapporto; - 1973 nuova ri-standardizzazione su un campione normativo pi ampio, 4 aree e 15 subtest (ragionamento verbale, ragionamento astratto-visivo, memoria a breve termine, ragionamento quantitativo). SCALE WECHSLER: Il QI di deviazione viene poi preso e usato dalle Scale Wechsler: - 1939 Wechsler Bellevue Intelligence Scale, costituta da 2 scale, una verbale e una di performance; - Definizione di intelligenza: «l’intelligenza è la capacità generale di un soggetto di capire e far fronte al mondo circostante»; - 1949 Wechsler Intelligence Scale for Children, WISC (lo vedremo nel lab. approfonditamente); - 1967 Wechsler Preschool and Primary Intelligence Scale, WIPPSI; - 1955 Wechsler Adult Intelligence Scale, WAIS. TEST DI GRUPPO: - In America diffusione dei test in altri campi, come la valutazione del ritardo mentale negli immigrati e nelle reclute (test di gruppo); - Primo test di gruppo, in due forme: Army Alpha Test (cultura generale) e Army Beta Test (logica simbolica per analfabeti); - Anni ‘20 sviluppo esplosivo dell’uso dei test; - 1930 primi ripensamenti critici: • esigenza di misure libere da influenze culturali; • ci si accorse che i test di intelligenza misuravano in realtà abilit à richieste in ambito scolastico!

INTELLIGENZA MULTIFATTORIALE: Nuove teorie sull’intelligenza: - Teoria bifattoriale di Spearman: • La performance a un dato test è data da = un fattore generale g interviene in tutte le pi diverse prestazioni cognitive + un fattore specifico s, specifico di una particolare abilit à cognitiva;

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Teoria multifattoriale di Thurstone (Primary Mental Abilities, PMA): la prestazione ad un test dipende da 7 abilit à primarie che si combinano tra loro e generano le pi differenti attivit à di pensiero. Le 7 abilità primarie sono indipendenti e non riconducibili ad una dimensione unitaria; Sviluppo di nuove tecniche statistiche: l’analisi fattoriale permette di individuare un certo numero di fattori, o abilità. Vanno diffondendosi batterie multifattoriali.

TRATTI DI PERSONALITÀ: Parallelamente allo sviuluppo dei test di intelligenza, si sviluppano quelli per misurare aree psicologiche quali l’adattamento emotivo, la motivazione, i rapporti interpersonali, gli atteggiamenti. - Progressi pi lenti a causa delle difficoltà nel misurare queste variabili. - 1895 Kraepelin: uso delle libere associazioni (anche Jung) - 1919 Woodworth: Personal Data Sheet. 116 item per individuare soggetti nevrotici nell’esercito USA. - 1930 Thurstone Personal Schedule: primo test ad usare il metodo della coerenza interna per valutare attendibilit ...


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