Riassunto “Rintracciando Donato de’ Bardi” di Federico Zeri PDF

Title Riassunto “Rintracciando Donato de’ Bardi” di Federico Zeri
Course Storia dell'Arte Medioevale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Riassunto “Rintracciando Donato de’ Bardi” di Federico Zeri...


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Di quali opere si parla Trittico del MET, della Madonna dell’Umiltà. Firmato opus Donati. Longhi l’aveva attribuito a Donato Bragadin, veneziano. Zeri qui lo attribuisce a Donato de’ Bardi. 1430 - 1440 -------------Due grandi miniature a piena pagina francesi con il Duca de Berry sotto la protezione di Andrea e Giovanni Battista; la Vergine in trono e il bambino allattato.

San Filippo e Sant’Agnese sugli sportelli e la Madonna dell’Umiltà al centro

Zeri lo vede come probabile modello, seguendo il quale Bardi ha cambiato stile fra le tavole di Genova e il trittico del MET. Tela del Palazzo Ducale a Venezia, con Girolamo sulla sx e Agostino sulla dx. Di Donato Bragadin, veneziano. Firmata da Donatus venetus  del 1459. Molto gotico e antichizzante. Molto probabilmente risale alla fase finale della carriera del pittore, quando ha uno spirito involutivo. Senza dubbio è di Bragadin. Quattro tavole di un disperso polittico all’Accademia Ligustica di Genova Zeri lo attribuisce qui a Bardi. Lieva patetismo, non ben sviluppato.

Caterina, Evangelista, Battista, Benedetto

Presentazione di Gesù al Tempio in collez. privata a Milano. Prima era a Bergamo. Zeri lo attribuisce a Bardi.

 ggi Probabile modello Madonna dell’Idea o al Duomo di Milano. Gestualità. Dettagli linguri: conci e stemma.

Crocifissione della pinacoteca di Savona. Da sempre attribuita a Bardi. Era l’unica opera attribuita a Bardi, prima di questo articolo. Unisce naturalismo Lombardo, luce fiamminga, gestualità francese. Patetismo forte di Heyck e Christus. Angelo di sx riprende Maria della presentazione.









Il trittico del Metropolitan, firmato Opus Donati , è stato attribuito da Longhi a Donato Bragadin → il dipinto passa per un caposaldo della pittura veneziana del 400. Ma è stata una delle più madornali sviste della storiografia artistica ○ Vicenda critica del trittico del Metropolitan. Sambon, all’inizio del 900, l’ex proprietario, lo rende noto attribuendolo a Bragadin. Longhi poi approva l’attribuzione insieme a un altro altarolo sicuramente di Bragadin. La sua opinione venne presa per definitiva, perché era l’epoca in cui questi pareri venivano considerati teofanie inconfutabili. Opera certa di Bragadin. ○ Tela del Palazzo Ducale a Venezia, con Girolamo sulla sx e Agostino sulla dx. Di Donato Bragadin, veneziano. Firmata da Donatus venetus  del 1459. Molto gotico e antichizzante. Molto probabilmente risale alla fase finale della carriera del pittore, quando ha uno spirito involutivo. ■ → il trittico del MET non può essere di Bragadin, e NON può essere veneziano. ○ Motivi per cui il trittico del MET non può essere del Bragadin. ■ È privo di ornati, e in Veneto si ornavano sempre i trittici. ■ Dati interni. Le figure alludono all’Italia settentrionale, perché percorse da una sottile vena di calore umano. Le scelte tipologiche comunque non aiutano molto a collocare. Le figure (soprattutto Agnese) sono molto plastiche e rammentano la scultura.→ il pittore NON è un secondario, perché ha ricevuto un’educazione in senso lineare e ritmico. ■ Datazione. Zeri dice fra il 1430 e il 1440. ■ Dati tecnici ricordano le Quattro tavole di un polittico disperso della Ligustica di Genova. ● Stessi tipi fisionomici, stessa pennellata, precisione quasi miniaturistica. ○ C’è qualche accenno lombardo nelle tavole? La Caterina, nel suo insolito gesto della mano ostentatamente alzata, è un riflesso di Giusto nell’ancona di Isotta Terzaghi del 1363. ○ MA le tavole di Genova sono più antiche. V. dopo. ○ Confronto con trittico del MET v. dopo. Presentazione di Gesù al tempio di Bardi. ○ Longhi, sbagliata la prima attribuzione, sbaglia anche questa: NON è Bragadin ma è Bardi. ○ Era a Bergamo ora è a Milano, in privata. ○ NON può essere veneziano (e dunque di Bragadin) per l’architettura del tempio. Gli archi a conci alternati bianchi e neri, le pareti nude, la volta ornata di stelle su fondo scuro portano alla Liguria. Crocifissione di Savona. ○ Il confronto con la Presentazione al tempio è difficile per via grafica. Tuttavia c’è una precisa corrispondenza di sintassi formale, di timbro narrativo, sostenuto. Dettaglio delle mani.











La Presentazione è precedente ma ambedue ripetono lo stesso schema sintattico perché la figura femminile che si scorge fra Giuseppe e Maria nella Presentazione ripete il corrispondente dettaglio del secondo Angelo a sx della Crocifissione: uguale è lo schema di torsione prospettica, la stesura semplificata del volto tondeggiante modellato dalla sorgente luminosa a sinistra e dal progressivo diradare nell’ombra nelle parti più distanti, descritte con lo sfuggire del tre quarti. Dettagli vita Donato de Bardi. Nato da una nobile famiglia di conti di Pavia, esule va a Genova dal 1426 (viene definito da quella data pictor). Risulta morto fra il 1450 e il 1451. Probabilmente l’esordio è precedente e ancora in terra lombarda. Confronto fra tavole di Genova e trittico del MET. Il trittico pare un’evoluzione dello stile anche se repertorio tipologico. Al fatto ritmico, monocorde e arcaico, si sostituisce un’altra varietà della lingua gotica, cioè quella che insiste sulla linea di contorno e sul suo snodarsi flessibile. I santi di Genova sono solo lievemente patetici). ○ Come mai le tavole di Genova sembrano così precedenti? Siamo in un’epoca in cui la diffusione dei fermenti rinascimentali, accanto alla varietà dell’ultimo capitolo gotico, si andava svolgendo secondo una trama complessa, sempre più ampia. I pittori del 400 viaggiavano molto e si tenevano aggiornati. ○ Probabile spiegazione per cui il trittico sembra così innovativo. Bardi magari aveva sotto mano sue grandi miniature del Très belle Heures du Duc de Berry, manoscritto miniato della Biblioteca Reale di Bruxelles. Due grandi miniature a piena pagina: 1) Duca de Berry sotto la protezione di Andrea e Battista; 2) la Vergine in trono con il Bambino, mostrato nell’atto di suggere il latte. Attribuzione difficile, MA costituiscono il più plausibile testo verso cui indirizzare la conversione di modi e di cultura leggibile nel trittico del MET. NON c’è necessariamente un aggancio diretto, ma un legame ci deve pur essere. C’è in comune la dose di sfumato e la mimica dei gesti e delle mani. ■ Sicuramente ci sono gli apporti di origine francese. Forse si dovrebbe postulare un soggiorno di Donato in Francia oppure la presenza in Liguria di un artista o di un manoscritto francese. Fonte per Presentazione di Gesù al tempio è la Madonna dell’Idea. Bardi aveva una cultura figurativa sempre in evoluzione: la scelta tipologica della presentazione è immutata, ma la composizione si rifà alla Madonna dell’Idea oggi al duomo di Milano. Composizione, senso arcaico, tradizionale, di sapore persino giottesco sono in comune, MA lui dà un senso ligure con gli archetti a conci alternati bianchi e neri, l’abside spoglia. A suggellare la liguricità del pannello, mette il simbolo della città di genova. ○ Presentazione al tempio ha costruzione geometrica ragionata e la luce batte in modo uniforme sulla sinistra scalando in rapporto con le distanze dei diversi piani, sottolinea le relazioni tra le figure e l’ambiente, sino ad oggettivare la penombra. Altre problematiche della Presentazione di Gesù al tempio.





La realtà visibile è descritta in un modo che deve far supporre fonti lombarde o fiorentine. Ma il dato luministico evade dalle fonti fiorentine. ○ Singolare somiglianza fra un particolare secondario del San Pietro battezza i neofiti di Masaccio (v. immagini). ○ MA, secondo Zeri, il sapore della presentazione al tempio ha qualcosa di nordico e di fiammingo. Per la luce e il tono di felice, viva dignità umana richiama il mondo di Jan van Eyck e di Petrus Christus. Le sue prime scelte francesi ora si sono rinnovate → Bardi evolve sempre La Crocifissione. Anche la crocifissione ha fonti fiamminghe: gli angeli addolorati, stretti nel viluppo delle vesti, seguono Petrus Christus e Van der Weyden. La tendenza lombarda subisce influssi fiorentini, fiamminghi → artista che si arricchisce sempre....


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