Riassunto storia del monachesimo medeievale PDF

Title Riassunto storia del monachesimo medeievale
Author Corn Flower
Course Storia Della Chiesa Medievale E Dei Movimenti Religiosi
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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STORIA DEL MONACHESIMO MEDIEVALE by anna rapetti DA ORIENTE A OCCIDENTE: FUGA DAL MONDO E MODELLI COMUNITARI Lessico per un fenomeno multiforme Monachesimo medievale divenne affare importante IV, monaci partecipavano a dibattiti. Sua comparsa in forme rintracciabili nei testi IV ma non era nuovo. Alcuni passi dei vangeli parlano di qualcosa di simile: Gesù che rimane 40 giorni nel deserto. Non fu fenomeno esclusivamente cristiano. Fu per molto un movimento spontaneo e poco codificato. Termine viene dal greco, indica individuo che vive in solitudine, non sposato. Abate: significa padre, è superiore di una comunità monastica di tipo cenobitico, in teoria doveva essere sottoposto al vescovo e ciò fu motivo di conflitti. Abati, come tutti gli altri monaci, erano laici non ecclesiastici. Rapporto tra abati e vescovi si precisò dal punto di vista giuridico in V: abate aveva esclusivo governo della comunità ma fu rafforzato controllo dei vescovi sui monasteri e aveva diritto di essere giudice. Ascesi-ascetismo: c’è antagonismo cristiano tra piano fisico e quello spirituale, ascesi=allenamento, sono le rinunce prolungate nel tempo che monaco impone al suo corpo (verginità, digiuno). In contesti orientali fu molto più dura: stiliti (più famoso fu Simeone, rimanevano per anni immobili in cima a colonne), acemeti (non dormivano per non interrompere preghiera). Cenobitismo: separazione dalla società per vivere in gruppo nel monastero, dove comunità ha residenza stabile e segue la regola sotto guida dell’abate. Prima esperienza è quella di Pacomio IV. Eremitismo: per bisogno di sentirsi liberi e soli, ha forza in diversi momenti del medioevo come reazione ai processi di normalizzazione della vita monastica o decadenza dei costumi. Fuga dal mondo: ascetismo più duro, distacco dalla famiglia e dalla società, viene esaltato celibato appunto per non avere legami, c’è disprezzo del mondo. Monaci invitavano ad abbandonare un mondo ormai vicino alla fine. Monaco e specie monastiche Ci furono monaci contemplativi (eremiti e benedettini) e monaci attivi impegnati nella società (ordini Mendicanti che usavano appellativo di frater per distinguersi dai monaci). Ciò che li accomunava era che si staccavano dagli altri uomini per perseguire il proprio perfezionamento. Regola Esplicita le forme concrete in cui si organizza la vita chiamata “vita regolare” in contrapposizione a quella del clero secolare. Produzione di testi normativi abbondante V-VII ma continuò per buona parte del medioevo, ci fu poi età delle consuetudini VIII-XII, età degli statuti XII-XIII in poi. Le prime esperienze monastiche 270 contadino egiziano Antonio si ritirò nel deserto da cui uscì 310, fu modello per epoche future. Fu famoso grazie a biografia scritta da Atanasio, vescovo di Alessandria e alle due traduzioni IV. Atanasio aveva in mente preciso modello eremitico da propagandare e potrebbe aver alterato le vicende. A morte di Antonio movimento monastico si era già diffuso in Basso Egitto. Strutture lì furono chiamate “laura” (=sentiero) durante IV. Successo della Vita Antonii creò turismo monastico perché aristocratici e intellettuali cristiani andavano a conoscere Padri del deserto egiziano. Monachesimo diventò per i cristiani stato più vicino alla perfezione.

Cenobitismo stemperò potenziale distruttivo dell’anacoretismo, creando forma di organizzazione sociale. Antonio fu modello dell’anacoretismo, Pacomio e Basilio di Cesarea furono creatori della vita cenobitica. Pacomio creò nell’Alto Egitto comunità maschili e femminili collegate, norme influenzarono monachesimo di altre aree, enfatizza responsabilità comune per creazione del cenobio, singolo doveva aiutare confratelli e lavorare per la comunità. C’erano turni di preghiera comunitaria, pasto comune, lavoro manuale che fece crescere economicamente gli insediamenti, doveva esserci obbedienza assoluta al superiore. Basilio divenne vescovo di Cesarea, lì creò cenobio e scrisse Regola di Basilio, non era vera e propria regola, erano più dei consigli. Stabiliva collegamento della comunità al proprio vescovo e sottomissione a sua autorità, aiutò a sciogliere conflitto tra monachesimo e episcopato, sottomissione a autorità episcopale fu poi adottata da cenobitismo. Da oriente a occidente Primi testi normativi furono scritti in oriente ma monachesimo orientale non fu strettamente governato dalle regole come in occidente. Traduttori trasformarono in parte i testi originali quindi monachesimo occidentale fu diverso. Egitto fu luogo del primo monachesimo perché era zona ricca e importante nell’impero. Monaci partecipavano a controversie dottrinali, dibattiti erano duri e generavano esuli, monachesimo trasse vitalità da scontri teologici che diedero origine a scambi culturali. 386 Agostino legge Vita di Antonio e scatena in lui crisi esistenziale che lo fa convertire. Testi famosi: Detti dei Padri, Collationes di Giovanni Cassiano. Gerolamo trasmette cultura monastica da oriente a occidente, fece prima esperienza anacoretica in Siria ma la abbandonò, a Roma fu legato di nobili vedove dedite a ascetismo, 385 assume guida di cenobio maschile fondato da Paola a Betlemme. Con lettere e biografie e traduzione di testi orientali definì caratteri occidentali del monachesimo, 404 traduce Regola di Pacomio, Rufino aveva tradotto quella di Basilio. Italia e Gallia furono più sensibili alle nuove idee. Definizione di primissimo monachesimo occidentale è problematica per varietà delle forme e fluidità, scelte di conversione erano individuali e spontanee. Elementi comuni: segregazione dal mondo, romitaggio in regioni solitarie, sopravvivenza per elemosina, ripudio della civiltà. Prime aree furono Italia e Gallia che in IV-V erano ricche, in questo periodo ci sono prime tracce documentarie. Entro 370 Ambrogio aveva introdotto monachesimo nella sua diocesi. Metà IV c’è scelta di vita ascetica di romane Marcella, Paola, Melania che con loro ricchezze sostengono monasteri a Roma e in oriente, ne fondano a Gerusalemme e Betlemme, trasformarono loro famiglie in comunità religiose senza una regola. Prima adesione al monachesimo in occidente nel ceto eminente fu femminile perché così potevano essere più libere. Gerolamo propugnò necessità di verginità femminile come condizione vicina alla perfezione, in lettera 384 a Eustochio figlia di Paola ne parla. In IV monachesimo rimase limitato a gruppi ristretti di intellettuali e funzionari, più che aristocratici infatti conversione della nobile Marcella lasciò stupiti. Si attenuarono interpretazioni più estreme dell’ascesi, cambiamenti resero accettabile la cosa anche per molti maschi del ceto dirigente. Uno dei più precoci casi di comunità maschile cenobitica fu quella di Martino di Tours, era ufficiale dell’esercito che si dedicò all’ascesi in diocesi di Poitiers, si spostò da una provincia all’altra stabilendosi vicino ad Albenga, dove creò piccola comunità eremitica. 360 tornò in Gallia dove creò comunità. Divenne vescovo di Tours 371 e avviò monastero a Marmoutier che accoglieva monaci laici e chierici.

Vi si radunarono uomini ricchi che volevano vestire abiti di lana di cammello che era importata con dispendio, lavori agricoli affidati a contadini e braccianti, monaci copiavano manoscritti. Fu primo monaco in occidente a essere nominato vescovo, fece opera missionaria tra i pagani. Sulpicio Severo scrisse 396 Vita Martini. Agostino vescovo di Ippona scrisse Confessiones, autobiografia del 400. Si convertì a cristianesimo e ascetismo intorno a 386, scrisse prima regola monastica occidentale in latino, comunità formata da chierici non completamente ritirati perché dovevano fornire servizio liturgico. Non sopravvisse ai vandali. Regola fu usata per vita comune del clero e poi frati Predicatori. Grazie a Martino e Agostino si saldò rapporto tra monachesimo e episcopato su piano ideologico e istituzionale, ad Agostino si deve idea che stile di vita più adatto a vescovo sia quello monastico. In questa prima fase monasteri sorsero nelle città o vicinanze quindi furono inseriti in vita urbana, mentre comunità in Gallia furono nelle campagne e fornirono missionari che evangelizzarono popolazioni. Un reclutamento aristocratico per un fenomeno pauperistico Monaci orientali erano di estrazione povera, a volte marginali, violenti e delinquenti (ex. scontri a Alessandria d’Egitto 415, Ipazia fu uccisa da parabalani, milizia privata del vescovo Cirillo che li aveva reclutati tra monaci del deserto, animati da odio sociale si sfogavano contro pagani e elite acculturate) (ex. 2 furono cacciati dalla città i novaziani, gruppo cristiano eretico le cui ricchezze passarono a Cirillo). In occidente fenomeno riguarda aristocrazia senatoria, prima le donne poi gli uomini per idea di vita libera dagli affanni del mondo. Soggiorno del vescovo Atanasio a Roma fu finanziato da casate romane, Gerolamo era di ricca famiglia. In fase iniziale questi gruppi furono internazionali, ebbero mobilità, Benedetto si lamenta di questo e impone stabilitas. Tutti i convertiti latini alla vita ascetica finirono per avere posizioni di eminenza nella chiesa. Cenobio di Lerins fondato V da Onorato, divenuto in seguito vescovo di Arles, ospitò monaci destinati ad ascendere all’episcopato. Monachesimo cambiava i corpi: capelli rasati, digiuno, umiltà nel portamento e nello sguardo, fu vivaio di vescovi per tutta la Provenza e sede di Arles, diventata centro amministrativo imperiale nella Gallia meridionale. Monastero di San Vittore di Marsiglia fondato da Giovanni Cassiano, rese accettabile l’ideologia monastica alla cultura delle elite occidentali, reti di informazione della chiesa cristiana facevano ancora da ponte tra Oriente e Occidente, tra Europa e barbari. Giovanni ebbe conoscenza diretta del monachesimo orientale e ne rielaborò i caratteri, scrive Istituzioni della vita monastica 415 e Discorsi. V monachesimo era ancora considerato ancora come fenomeno marginale, senza consenso del mondo secolare e gerarchie ecclesiastiche. Prefetto di Roma Rutilio Namaziano descrive monaci di isola di Capraia in modo spregiativo, giudizio rafforzato da ruolo duro svolto dai monaci nelle controversie teologiche, loro ruolo pubblico era percepito come minaccia. Secondo tradizione monaco avrebbe dovuto rifiutare lavoro manuale, Gerolamo e Sulpicio accusarono di cupidigia i monaci che si mantenevano lavorando, ammiravano Marmoutier perché monaci affidavano lavoro agricolo a contadini e braccianti. Anacoreti egiziani e siriani mantenevano loro e confratelli con il proprio lavoro. Studio visto come strumento di ascesi ebbe successo, 560 ex ministro di re goto Teoderico, Cassiodoro, fondò in Calabria il Vivarium, cenobio aperto agli studi con grande biblioteca che non sopravvisse. Cenobio di Montecassino distrutto 581 dai Longobardi.

MONACHESIMO INSULARE E CONTINENTALE La lenta affermazione del monachesimo delle regole V e VI in Occidente nasce monachesimo originale rispetto al passato, regola è centrale, circolano regole di Agostino e Giovanni Cassiano, traduzioni di Basilio e Pacomio. Iniziative erano ancora in maggioranza individuali o di piccoli gruppi autonomi, eremitismo era ancora forma prevalente anche se poco documentabile, prevedeva peregrinazioni, povertà, preghiera, predicazione. Suscitarono preoccupazione dei vescovi perché attiravano ricchezze dei potentes. Gruppi cenobitici erano ancora più legati a rapporto con l’abate che alla regola. Codici di comportamento furono necessari per successo del fenomeno, vescovi intervennero imponendo lavoro manuale e la stabilità ma non fu sufficiente. C’erano problemi di disciplina e autorevolezza degli abati, soprattutto a morte dei carismatici fondatori o quando parte consistente della comunità era formata da oblati (bambini donati) privi di seria vocazione. Fu necessaria normativa scritta. VI-VII monachesimo occidentale diventò regolare, introdotta tonsura monastica per distinguere monaco dai laici, consacrazione e umiliazione sotto regola e abate, si continuò a discutere su cosa distinguesse il monaco dal chierico. Successo del monachesimo indusse gerarchie ecclesiastiche a adottare alcuni modelli per adattarli al clero. Nacque in questo periodo idea che legava purezza sacerdotale al celibato. Monachesimo fornì strumenti intellettuali a monarchie romano-barbariche per loro consolidamento, VI re franchi si fecero protettori dei monaci. Cesario 510 crea cenobio femminile di San Giovanni, grazie a prestigio e appoggio di regina Radegonda, moglie di Clotario I, quel monachesimo si estese fino a Poitiers. La regola di Benedetto In occidente fu la regola più seguita, in realtà di Benedetto non abbiamo molte notizie, unica fonte biografica è agiografia contenuta in Dialoghi di papa Gregorio Magno 593. Creò comunità cenobitica a Montecassino. Notizie sono incerte perché Gregorio voleva presentare la vita di un modello di santità adatto ai tempi difficili dell’Italia uscita da guerra greco-gotica e invasione longobarda. In regola di benedetto comunità viveva in serie di edifici sotto guida di un abate eletto dai confratelli, regola, comunità e abate erano i pilastri. Agli aspiranti veniva imposto noviziato di un anno, poi presi voti definitivi fino alla morte. Condanna di monaci erranti. Dovevano rinunciare a proprietà personali ma non a possesso collettivo, avevano doveri di ospitalità. Monaci dovevano avere umiltà e obbedienza, insieme a silenzio erano virtù benedettine. Dovevano leggere spesso regola ad alta voce ai confratelli. Benedetto la scrisse in epoca in cui venne emanato Codex iuris civilis di Giustiniano, a essa doveva sottomettersi anche abate che era governante assoluto, suo potere autoritario era stemperato da invito a consultare spesso i confratelli. Regola non impedì che abati ricoprissero funzioni e incarichi pubblici che li tenevano lontani dal monastero, questo fu all’origine di disordini. VI due regole di Cesario di Arles per monache di San Giovanni e monastero maschile. Queste regole riflettevano fragilità istituzionale e disciplinare dei cenobi del tempo, cui cercavano di porre rimedio. Cesario nelle prescrizioni per le monache riflette crisi di crescita innescata dal successo del fenomeno, pratica sempre più diffusa del donare bambini fece crescere gli abbandoni, quindi Cesario prescrisse chiusura del monastero. Regula Magistri (anonima) ha influenzato quella di Montecassino. Testo benedettino però è importante perché prodotto di un clima e di un ambiente spirituale particolare, ebbe diffusione continentale grazie a propaganda di Gregorio Magno. Vita monastica

Per Benedetto la vita del monaco è simile a quella del soldato, combatte per avere completo dominio di sé. Sua regola era comunque destinata ai principianti, gli esperti potevano fare eremiti con permesso dell’abate. Preghiera in comune era chiamata Opus dei da Benedetto, altre attività erano secondarie, 8 uffici, lavori manuali e lettura individuale. Il monachesimo nella società Convinzione di santità dei monaci fecero di loro preghiere garanzia di salvezza, fu chiesto loro di pregare per il regno e il sovrano e benefattori che offrivano terre e protezione. Monaci non potevano diventare preti perché non potevano uscire dal chiostro. Si riteneva che monachesimo fosse incompatibile con ruolo sacerdotale, Francesco d’Assisi vedeva con diffidenza preti che volevano unirsi a suo gruppo. In alto medioevo monaci ebbero ruolo di evangelizzazione di regioni pagane (Irlanda, regni anglosassoni, Germania pagana). Ruolo di trasmissione del sapere: ex. Vivarium di Cassiodoro, si studiavano classici insieme a autori cristiani infatti monasteri avevano scriptorium. Fino a XII intellettuali furono quasi tutti monaci, presenza di bambini oblati imponeva di dare loro istruzione e quindi presenza di scuole. Regola benedettina imponeva che bambini non potessero tornare nel secolo (a differenza di quella di Basilio), si ridussero da XII quando alcuni ordini ne impedirono l’accesso e poi diritto canonico vietò donazione infantile. Regola definiva spazio monastico autosufficiente, isolamento era più teorico che effettivo, obbligo per i Benedettini di svolgere qualche attività manuale, condannava otium e apprezzava negotium per proteggere monaco da accidia, comunque non erano attività intense. Lavorare nei campi era solo per emergenza. Il monachesimo irlandese Fu caratterizzato da impegno missionario, probabilmente monachesimo vi fu portato da missionari della Gallia e Britannia, testimonianza di prime comunità legate a nome di Patrizio, britannico-romano del V, poi entrato in culto nazionale. Da VI si sviluppano comunità monastiche fondate da aristocratici devoti, lì non c’era dominio del vescovo su una diocesi, organizzazione ecclesiastica si era formata su ex amministrazione romana secondo cu vescovo aveva sede in una civitas. In occidente i monasteri erano nelle città o dintorni, in Irlanda non c’erano città quindi erano edifici isolati circondati da mura e torri di guardia con funzioni urbane. Paruchiae erano centri per cura dei fedeli che mantenevano però conformazione cenobitica, vescovi avevano comunque ruolo essenziale. Sovrapposizione tra cenobio e paruchia, monasteri furono più importanti di episcopato. Chiesa incentrata sul monachesimo fu solida, regole non ebbero ruolo importante, si fondavano sull’esempio, avevano originale sistema penitenziale. Sul Continente peccatori facevano confessione pubblica+ sanzione sociale e condizione di penitente era irreversibile, confessione dei laici era sporadica, nei cenobi era frequente. In quelli irlandesi veniva imposta disciplina della penitenza basata su principio dell’arbitrato e della composizione ossia penitenze ripetibili e commisurate al peccato. C’erano libri penitenziali che si diffusero anche nel continente da VII con punizioni corporali come la frusta. Importante era peregrinare per amore di Cristo, furono artefici di cristianizzazione di popolazioni pagane della Britannia, soprattutto quelli da Iona. Ci fu ritrovamento e ricopiatura di antichi codici. Copiatura diffuse scrittura insulare, usata nei codici lussuosi, con iniziali miniate. Una nuova geografia monastica: la Gallia, Colombano e la Regola benedettina

Secondo visione tradizionale regola di benedetto è portata a Roma da monaci fuggiti da Montecassino distrutta 577 da longobardi. Gregorio I l’avrebbe adottata per il suo monastero e sarebbe poi stata portata in isole britanniche con monaci mandati da lui per evangelizzare regni anglosassoni. In realtà rimase sconosciuta fino a VIII e lettere di Gregorio Magno non la nominano, X divenne dominante grazie al prestigio di cui godeva in Europa e affermarsi del monachesimo franco-carolingio, prima c’erano varie regole. Colombano, monaco irlandese formatosi in monastero di Bangor, giunse in Gallia 590, ottenne sostegno di famiglia reale merovingia, ostili i rapporti con i vescovi che lo vedevano come minaccia. Nuovo monastero di Luxeuil fondato da lui ebbe prosperità, fu vivaio di monaci vescovi che generò altri cenobi. Successo per organizzazione interna su modello di quella irlandese e rapporti con aristocrazia merovingia. Monachesimo sotto merovingi cambiò: da fenomeno riguardante famiglia reale, episcopato e ceto senatorio da VII riguardò intero ceto dirigente. Con monasteri famiglie aristocratiche definirono proprio predominio su un territorio, sottrassero parte del patrimonio a confische regie rendendole inalienabili, accrebbero loro prestigio. Colombano 609 venne bandito dal regno per ostilità di Teoderico, andò da alamanni e fondò monastero a Costanza, poi andò dai longobardi e ottenne aiuto di re Agilulfo, fondò comunità a Bobbio. Suo monachesimo ebbe influenza su Europa VII, molti altri monasteri presero modello di Luxeuil consolidando autonomia dei cenobi da controllo episcopale. Ci fu ondata di fondazioni cenobitiche tra Loira e Reno che dovette successo a nobiltà franca. Luxeuil aveva adottato regola dei monaci che aveva istruzioni su regime alimentare e liturgia ma pochi altri elementi, priva di riferimenti a governo. Colombano scrisse anche Regola comune dove parlava di punizioni. A morte del fondatore monaci si ribellarono contro abate Attala, messo lì da Colombano, se ne andarono e fondarono altre comunità. Quando guida carismatica moriva solo norme scritte garantivano subordinazione del gruppo a un nuovo superiore, Regola di Benedetto era attenta a questo. In monasteri col...


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