Storia greca Bearzot - Riassunto completo del manuale PDF

Title Storia greca Bearzot - Riassunto completo del manuale
Course Storia Greca 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Riassunto completo del manuale...


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Storia greca - Bearzot INTRODUZIONE Quella della Grecia antica è una storia la cui documentazione dipende dai tempi e dai luoghi e ha inizio con l’arrivo di popoli di lingua greca nel 2000 a. C. nel sud della penisola balcanica. Essa si presenta suddivisa in cinque periodi: 1. ETA’ MICENEA, o tarda età del bronzo, 1600-1100 a.C. 2. ETA’ OSCURA, o secoli bui, periodo per il quale non esistono fonti scritte, 1100-800 a.C. 3. ETA’ ARCAICA, 800-479 a.C. (anno della fine delle guerre persiane) 4. ETA’ CLASSICA, 479-323 (anno della morte di Alessandro Magno) 5. ETA’ ELLENISTICA, 323-31 a.C. (anno della battaglia di Azio, con cui Ottaviano pose fine all’indipendenza dell’ultimo dei regni ellenistici, quello d’Egitto, sconfiggendo Antonio e Cleopatra). Rimane certamente una suddivisione convenzionale ed entro certi limiti arbitraria. L’età ellenistica e il termine ELLENISMO pongono i termini più spinosi quanto a definizione e periodizzazione. Il termine ellenismo, infatti, si afferma in un momento ben preciso della cultura occidentale: è nella prima metà dell’800 che lo studioso Droysen indica con questo termine il periodo (e quindi la civiltà) che va dalla morte di Alessandro Magno fino alla dominazione romana e alla caduta d’Egitto nelle mani del futuro Augusto. In senso culturale, dunque, il termine dell’età ellenistica può essere situato nel IV secolo d. C. per due eventi storici: gli editti di Costantino e di Teodosio che condannavano i riti pagani. Lo stesso Teodosio d’altra parte abolì anche le Olimpiadi, perché giudicate uno dei segni più appariscenti della cultura pagana. Quanto all’ETA’ CLASSICA, occorre soffermarsi sul perché dell’aggettivo classica: l’aggettivo latino classicus indicava gli autori degni di essere studiati dalle classi elevate. Quando però all’inizio del XIX nascono le università moderne si comincia a parlare di discipline classiche o di antichità classiche per indicare lo studio del mondo greco – romano nel suo complesso. Nel corso del tempo poi, all’interno di questo settore, fu ritagliato uno spazio sempre più ristretto per la Grecia di V – IV secolo a. C. Un passaggio questo che si verificò come derivato di una visione storico – artistica. Winckelmann nel 1700 è il primo a scrivere una storia dell’arte antica completa e concepita come storia organica, con una sua nascita, crescita, decadenza. Egli, concependo lo sviluppo dell’arte parallelo a quello della vita politica, collocò il punto più alto dell’arte proprio nell’età che chiamiamo classica. Da un punto di vista SPAZIALE le regioni interessate dalla storia greca variano nel corso del tempo. Il nucleo principale corrisponde all’attuale Grecia: si tratta del sud della penisola balcanica con quasi tutte le isole dell’Egeo; territorio dunque che si estende dalla Macedonia e dall’Epiro verso sud fino a Creta. Bisogna poi considerare una fetta di Asia Minore progressivamente colonizzata dal mondo greco. Attorno all’anno 1000, infatti, ci fu uno spostamento di popolazioni dalla Grecia verso l’Anatolia che portò all’occupazione di queste coste. Il mondo greco tende quindi ad allargarsi nel corso degli anni. Ma sarebbe certamente sbagliato limitare a ciò la storia greca. Attorno al 350 i Greci cominciarono infatti a spostarsi verso il Mediterraneo centrale e Occidentale: è la cosiddetta colonizzazione greca, grande fenomeno di migrazione che portò alla fondazione di città in molte zone del Mediterraneo e soprattutto nell’Italia meridionale, non a casa chiamata Magna Grecia, e nella Sicilia. I Greci si spinsero poi sino a fondare una città sulla costa meridionale della Francia, Marsiglia, e altre sulle coste del Mar Nero, con insediamenti già in età arcaica, che si spinsero poi fino all’Africa settentrionale e all’attuale Libia (qui viene fondata Cirene). Il Mediterraneo appare quindi circondato da colonie greche: non a torto Platone scrisse che i Greci si affacciavano sul Mediterraneo come rane in uno stagno. Da ciò poi anche la natura prevalentemente costiera degli insediamenti greci.

Storia greca - Bearzot Quando a partire dal 335 Alessandro dà l’avvio alla sua grande spedizione in Oriente, si apre agli occhi dei Greci un’enorme distesa di terre, allora parte dell’impero persiano, che si estendevano fino all’Egitto e alla valle dell’Indo. I Greco-Macedoni fondano qui numerose città fin nell’attuale Afghanistan, regione che i Greci chiamavano Battriana. Certo in questo grande spazio i Greci non si sostituiscono alle popolazioni locali, pur costituendone la parte fondamentale quanto a lingua e cultura, ma dando vita ad importanti fenomeni di acculturazione.

1 - LA FORMAZIONE DELLA CIVILTA’ GRECA 1. PREISTORIA E PROTOSTORIA (40000-2000) Durante il Paleolitico, circa nel 40.000 a.C. tracce di occupazione umana si riscontrano in Grecia a partire dalle zone settentrionali. Gli abitanti sono cacciatori e raccoglitori e conducono una vita seminomade. Nel 7000-6000 inizia il processo di sedentarizzazione che conduce al Neolitico, periodo che in Grecia copre l’arco cronologico dal 6000 al 3000. Si formano comunità stabili, riunite in villaggi, dedite all’agricoltura e all’allevamento. Fin dalla preistoria il bacino dell’Egeo appare caratterizzato da intense relazioni, intrattenute dalle popolazioni che vi abitano con quelle di territori limitrofi o anche più distanti: esplorazioni e scambi sono favoriti da: - situazione geografica – grazie alla profonda compenetrazione di terra e di mare; - frazionamento insediativo – collegato con una struttura orografica che divide il territorio in distretti regionali; - necessità di reperire risorse primarie. Intorno al 3500-3000 la transizione dal Neolitico all’Età del Bronzo corrisponde ad un notevole ampliamento dei circuiti di scambio verso l’Egeo orientale e l’Europa centrale. I centri più importanti si spostano dalle zone settentrionali a quelle meridionali (Peloponneso, Cicladi, Creta): proprio dove si svilupperanno le più grandi civiltà di questo periodo, quella minoica a Creta e quella micenea nella Grecia peninsulare. Nel corso dell'Età del Bronzo (3000 c.a.- 1100/1000 c.a.) le relazioni e gli scambi si intensificano, grazie soprattutto alla metallurgia: essendo scarse le materie prime in area egea la ricerca del rame apre a maggiori rapporti con Cipro, Sardegna, Lazio e Spagna, mentre lo stagno porta fino all'Europa centro-settentrionale (isole britanniche, Bretagna, Boemia, Sassonia) e in Asia (Caucaso, Alto Eufrate). Questo portò a sviluppi analoghi in diverse comunità, che passarono da un'economia agropastorale di pura sussistenza all'uso di risorse non agricole e ad insediamenti in muratura diversificata, difesi da mura e insediati spesso su siti mai edificati in precedenza, classificati come “centri proto-urbani”. Si formano così diverse aree regionali, accomunate da elementi culturali di carattere “internazionale”; se ogni area mostra una produzione artigianale specifica, il ricorrere

Storia greca - Bearzot di forme comuni in diverse aree fa pensare ad un'ampia circolazione tanto di oggetti quanto di tecniche e persone. 2. LA CIVILTA’ MINOICA (2000-1450) Veso il 2000 a.c. l'equilibrio caratteristico del Bronzo Antico si sfalda, dando luogo a profondi cambiamenti. L'area egea si scinde in due sottoaree che, nel corso del Bronzo Medio, conosceranno sviluppi inversi: l'area “continentale”, costituita dal Peloponneso e dalla Grecia centrale e settentrionale, va incontro ad una significativa regressione culturale; al contrario, l'area “insulare”, costituita dalle Cicladi e Creta, vedranno l'espansione delle città e adotteranno il sistema palaziale. L’esistenza della civiltà minoica fu scoperta solo agli inizi del XX secolo grazie agli scavi di Arthur Evans nell’area dell’antica Cnosso. Tra il 2000 e il 1450 ca. l’isola di Creta svolge un ruolo di primo piano, sia durante il periodo dei primi palazzi (20001700), sia durante quello dei secondi palazzi (1700-1450), che rappresenta l’apogeo della civiltà minoica. Durante la seconda fase i palazzi già esistenti, dopo una grave distruzione attribuibile a cause naturali oppure alle conseguenza di lotte interne, vengono ricostruiti in forme più complesse. Tale fase è caratterizzata dall’egemonia di CNOSSO, la cui denominazione deriva dal mitico re cnossio Minosse, ricordato da Tucidide come il più antico possessore di una flotta e thalassokrator (dominatore del mare) in area egea. Il SISTEMA PALAZIALE, già presente nel Vicino Oriente, è un sistema di organizzazione politico-sociale fortemente centralizzato, basato appunto sul palazzo e sulle sue diverse funzioni: sede del potere politico, esso svolge anche funzioni economiche (organizzazione della produzione agricola e artigianale, raccolta delle materie prime, dei prodotti della terra e dei manufatti, di ridistribuzione degli strumenti di lavoro e delle risorse disponibili, ecc.), nonché religiose e culturali. L’adozione del sistema palaziale a Creta è stata collegata, oltre che all’influenza orientale, anche a un’evoluzione interna legata a fattori diversi, come l’introduzione delle colture della cosiddetta triade mediterranea (vite, ulivo, cereali), che avrebbe creato la necessità di organizzare la produzione, la raccolta delle eccedenze e la loro ridistribuzione, e lo sviluppo di un artigianato altamente specializzato. Dal punto di vista architettonico, il palazzo ha una STRUTTURA complessa, che è alla base della tradizione cretese sul Labirinto. Intorno ad un grande cortile centrale, di forma rettangolare, si raggruppano stanze di servizio, d’abitazione e di ricevimento, sale di culto, magazzini, uffici, laboratori; un ampio cortile lastricato introduce alla facciata monumentale, collocata sul lato occidentale. Il palazzo è aperto sull’ambiente circostante e sull’abitato che lo circonda. La mancanza di fortificazioni sembra indicare una certa sicurezza rispetto alle aggressioni esterne. Particolare attenzione è rivolta anche all’aerazione e all’illuminazione. Creta in questo periodo è densamente popolata e gli affreschi rinvenuti colpiscono per freschezza e vitalità con immagini tratte soprattutto dalla natura. Tutto sembra pertanto suggerire pace e BENESSERE. Principali fonti della ricchezza di Creta furono la metallurgia, l'oreficeria, l'artigianato tessile e della ceramica. La RELIGIONE è un aspetto importante della vita del palazzo, che riservava al culto ambienti specifici e dedicava ad aspetti cultuali parte della decorazione; diversi oggetti hanno una specifica destinazione cultuale, tra i quali la labrys, l’ascia bipenne destinata al sacrificio. Anche la religione sembra avere una forte impronta naturalistica; le figurine interpretabili come divinità sono femminili e rappresentano una Potnia (signora) affiancata da animali. Un elemento fondamentale nello sviluppo della civiltà minoica è poi costituito dai progressi dei sistemi di notazione, dall’uso dei sigilli a quello della SCRITTURA. Essa,

Storia greca - Bearzot necessaria per la contabilità palaziale, era già nota in Mesopotamia ed Egitto, ma i Cretesi approntarono un sistema autonomo: prima una scrittura ideogrammatica (definita da Evans “geroglifica”); poi la cosiddetta Lineare A. si tratta di scritture sillabiche, che esprimono una lingua non greca che non è stato possibile decifrare. Nel 1450 ca. invece compare a Creta la Lineare B, elaborata dagli abitanti della Grecia continentale. La sua presenza a Creta è ritenuta testimonianza della conquista dell’isola da parte dei Micenei. La documentazione archeologica, in sostanziale accordo con la tradizione Tucididea della talassocrazia di Minosse, attesta i rapporti con Cipro, Egitto, con le coste dell'Asia Minore e le isole dell'Egeo; i Cretesi possono essere identificati con i Keftiu dei testi egiziani e con i Kaftara dei testi asiatici. 3. LA CIVILTA’ MICENEA (1600-1100) L'area egea continentale subì una regressione notevole nel passaggio dal Bronso Antico al Bronzo Medio, intorno al 1200: molti villaggi vengono distrutti, i più abbandonati, scompaiono le recinzioni murarie, la casa ad abside circolare sostituisce le piante a struttura complessa, scompaiono i magazzini e si generalizza la tomba “a cista”, i corredi spariscono, viene introdotto il cavallo domestico. Tali cambiamenti sono probabilmente dovuti in parte all'arrivo di popolazioni parlanti lingue indoeuropee, tra cui un proto-greco; tuttavia non si può parlare di una vera e propria invasione, ma di “un'infiltrazione” che, insieme a rivolgimenti interni ed evoluzione locali, ha dato luogo a processi evolutivi che videro la sovrapposizione di una lingua greca ad un sostrato etnico e linguistico precedente in un momento e con modalità difficili da stabilire: ciò darebbe conferma alla tradizione che mostra la coscienza che la civiltà greca sia nata da una commistione di elementi autoctoni ed elementi sopraggiunti in seguito grazie alle migrazioni. Lo sviluppo della civiltà micenea muove dall’Argolide e dalla Messenia, per poi investire altre aree regionali come la Laconia, l’Attica e la Beozia. In Argolide in particolare sorgono tra il 1800 e il 1700 diversi centri nuovi, tra cui Micene che assume un’importanza eccezionale a partire dal 1700-1600 ca. come risulta dai ricchissimi corredi ritrovati nelle tombe cosiddette a pozzo, proprie di una élite aristocratica di guerrieri che sembra volersi distinguere dal resto della popolazione, cui sono state riservate tombe più povere. Particolarmente importanti sono a Micene le tombe a pozzo, i cosiddetti CIRCOLI A e B. Il primo, scoperto da Schliemann e comprendente sei grandi tombe (databili tra 1570 e 1500) giustifica pienamente, con i suoi corredi comprendenti la famosa maschera di Agamennone, la definizione omerica di Micene come “ricca d’oro”. Il secondo circolo è invece più antico e comprende 24 tombe a fossa, databili tra il 1650 e il 1550. I corredi funebri ritrovati all’interno delle tombe sono testimonianza di grande ricchezza e frutto di intensi TRAFFICI COMMERCIALI con zone poste anche molto lontane, come Egitto e Oriente. La grande presenza di oggetti d’ambra testimonia inoltre scambi con l’Europa settentrionale; lo stesso vale per l’utilizzo del bronzo, frutto di una lega metallica, i cui materiali (rame e stagno) non si trovano in Grecia, se non in modeste quantità. A partire dal 1600 si sviluppa l’organizzazione di comunità micenee in vaste aree della Grecia meridionale e centrale. Si è discusso se si trattasse di comunità a conduzione monarchica oppure oligarchica, come sembra piuttosto far pensare l’alto numero di tombe monumentali. L’influenza minoica appare notevole, soprattutto in ambito RELIGIOSO: molte divinità del futuro Olimpo greco, come Zeus, Atena, Artemide, Ares, Dioniso, sono già note presso i Micenei; fra esse hanno un ruolo particolare le divinità femminili (Potniai) e Posidone.

Storia greca - Bearzot Nel 1500 inizia l’espansione micenea nell’Egeo testimoniata dal ritrovamento di TAVOLETTE scritte in lineare B. La documentazione che esse offrono è però limitata perché le tavolette che sono stata conservate rappresentano solo una piccola parte degli archivi e riguardano una documentazione mensile o al massimo annuale. Si tratta di registrazioni amministrative, relative a: persone legate al palazzo, razioni di grano o olio, affitti di terre, tributi, offerte, ecc. La scrittura, la LINEARE B proviene certamente da Creta in quanto costituisce un adattamento della Lineare A a un dialetto greco; essa venne decifrata a metà del ‘900 da Ventris e Chadwick. Tra 1400 e 1200 la cultura micenea, con lo sviluppo dell'architettura palaziale, è al suo apogeo a Micene, Tirinto, Pilo, Atene, Tebe, Orcomeno. Con la conquista di Creta, la cui civiltà declina dopo la distruzione del tempio di Cnosso nel 1380 circa, i Micenei subentrano nel controllo delle rotte commerciali del Mediterraneo orientale. È questo il momento della massima espansione della ceramica micenea in Oriente, che prelude alla sua diffusione anche nel Mediterraneo occidentale. Rispetto ai modelli minoici, si nota la tendenza a collocare gli insediamenti in luoghi ben difendibili e a fortificarli: il timore di attacchi esterni è dunque maggiore. Il cuore del palazzo, il megaron, in cui si trova il focolare, è la struttura di rappresentanza del signore, il wanax. Una struttura analoga, ma secondaria, è riservata al lawagetas, un capo militare. La SOCIETA’ micenea appare molto gerarchizzata. Il wanax e il lawagetas sono assegnatari di una porzione di terra, il temenos; sotto di loro vi sono altri funzionari assegnatari di terre, i telestài; la base produttiva è garantita da personale dipendente, che comprende il damos (popolazione che paga le tasse, dotata di una certa autonomia) e i servi. La produzione agricola e l’allevamento sono controllati rigidamente dal PALAZZO, così come l’industria tessile e metallurgica. Il palazzo funge da centro di un sistema economico di tipo ridistributivo, che controlla un territorio statale ampio, in cui sono integrati principati e regni più piccoli. Il controllo esercitato sul territorio ha un'estensione maggiore rispetto ai palazzi minoici, ci troviamo di fronte al primo esempio di una politica a vasto raggio in Grecia, dimostra di saperlo anche Tucidide quando nella cosiddetta “archeologia” parla di un accrescimento della potenza greca sotto il dominio di Agamennone, segnalato dalla capacità di operare interventi comuni fuori dalla Grecia vera e propria, come la guerra di Troia. Nel XIV-XIII secolo, l'epoca di massimo sviluppo della civiltà micenea, i Micenei si proiettano verso l'esterno, creando progressivamente relazioni commerciali e culturali complesse e sistematiche, fino a raggiungere un'area geografica vastissima. É la necessità di reperire materiali preziosi e metalli che spinge i Micenei sul mare, noncè tessuti pregiati e legname per le navi, in cambio dei quali offrono i prodotti della triade mediterranea, lino, ceramica e manufatti di bronzo. E’ in definitiva un mondo complesso che presenta tratti tipici del primo mondo greco. Tale civiltà viene tuttavia lentamente a declinare e scomparire. Un fenomeno questo non puntuale, perché non avviene in un momento preciso: si riconosce infatti una prima fase di decadenza nel 1200 e una seconda attorno al 1100, che vede la scomparsa degli ultimi palazzi ancora abitati. La FINE del mondo miceneo è difficile da capire, ed è stata oggetto di svariate ipotesi. Non sono da escludere fattori endogeni quali calamità naturali, siccità, terremoti. Bisogna tuttavia collegare la scomparsa di questo mondo alle problematiche che percorrono anche il Vicino Oriente, dove si verificano fenomeni analoghi di crisi e scomparsa di altri regni, come quello degli Ittiti. Anche l’Egitto vive un momento di crisi a causa delle invasioni dei cosiddetti “popoli del mare”; e fenomeni simili si verificano anche in Siria e Palestina. Così anche le cause della scomparsa del mondo miceneo potrebbero essere attribuite a fenomeni di migrazioni consistenti.

Storia greca - Bearzot 4. L’ETA’ OSCURA (1100-800) Le conseguenze della caduta dei palazzi micenei sono molto gravi per il sistema politico, sociale ed economico che faceva perno su essi: l’unità culturale caratteristica del periodo minoico-miceneo va incontro ad una grave frattura. A partire dal 1100 ca. la maggior parte del continente greco e delle isole è caratterizzata dall’abbandono dei siti e dallo SPOPOLAMENTO. La distruzione arrivò in due ondate, la prima nel corso del XIII secolo, cui seguì una ricostruzione, e la seconda intorno al 1200: di quel periodo l'archeologia e le tavolette testimoniano una serie di opere difensive di emergenza che sembrano appunto far pensare alla percezione di un pericolo proveniente dal mare. Le conseguenze sono molto gravi per il sistema politico, economico e sociale che fa perno sui palazzi: l'unità culturale caratteristica del periodo minoico-miceneo subisce una frantumazione, l'abbandono dei siti e lo spopolamento caratterizzano la maggior parte del continente greco e delle isole. Di questa fase, comunemente chiamata età oscura, ci manca una documentazione scritta. Per cui ci si appoggia a due tipi di FONTI: i documenti archeologici e i poemi omerici, che raccolgono però una tradizione trasmessa oralmente e furono redatti solo intorno al 700 (all’inizio dell’età arcaica). L’ETA’ OSCURA è un periodo privo di fenomeni di accentramento del potere e di stratific...


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