Riassunto Finale Storia del Pensiero Economico PDF

Title Riassunto Finale Storia del Pensiero Economico
Course Storia del pensiero economico
Institution Università degli Studi Guglielmo Marconi
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Riassunto scritto videolezioni virtual campus storia del pensiero economico prof. G.Montefusco - Università G.Marconi...


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BULLIONISMO e MERCANTILISMO A partire dal XVI secolo (1500) la leadership economica europea si sposta verso nord e iniziò un grande afflusso d'oro dalla conquista dei territori americani. L'evento storico di maggiore interesse fu l'affermazione dello STATO MODERNO caratterizzato da: 1. amministrazione accentrata; 2. esercito permanente; 3. sistema fiscale solido in grado di sostenere le ingenti spese necessarie per le politiche espansionistiche del colonialismo. I Bullionisti furono sostanzialmente consiglieri dei principi, per loro l'elemento determinante per la ricchezza e per la prosperità di una Nazione era il possesso di moneta, pertanto l'oro era l'unica ricchezza che valesse la pena accumulare. Per conseguire l'accumulazione di oro e metalli preziosi i Bullionisti sostenevano una serie di operazioni che dovevano ostacolare la fuoriuscita di metalli preziosi dal territorio nazionale: Proibizione di esportare oro e argento; Rialzo delle monete (si prediligeva pagare con merce piuttosto che non moneta); Bilancia dei contratti (il totale delle importazioni da uno Stato doveva essere inferiore al totale delle esportazioni verso lo stesso Stato); Deviazioni del tasso di cambio dalle parità determinate dal contenuto economico (si faceva avere maggior potere d'acquisto alle monete estere) a queste operazioni venivano anche affiancati degli illeciti monetari da parte dei sovrani attraverso: Tosatura (riduzione del contenuto metallico delle monete limando una parte di metallo prezioso); Alzamento (aumento dei prezzi). Proprio studiando l'illecito della tosatura Thomas Gresham enunciò l'omonima legge secondo la quale la moneta cattiva scaccia la buona. TEORIE e POLITICHE COMMERCIALI MERCANTILISTE Gerald de Malynes

Edward Misselden

Ricercava nelle alterazioni del cambio le cause di fondo di uno squilibrio della bilancia commerciale

È l'avanzo o il disavanzo della bilancia commerciale che fa variare il tasso di cambio.

TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA Un tasso di cambio più alto della parità metallica avrebbe portato ad una fuoriuscita di moneta dal paese. Diminuendo la moneta in circolazione sarebbero diminuiti i prezzi e peggiorate le ragioni di scambio: ciò avrebbe aumentato il deficit commerciale

Più che preoccuparsi del cambio, lo Stato avrebbe dovuto incoraggiare le esportazioni e scoraggiare le importazioni. Questo è il nocciolo delle teorie mercantiliste secondo le quali è il commercio estero attivo ad aumentare ricchezza.

Con l'esaurirsi delle miniere dell'America Latina inizia una seconda attività consistente nell'importare in Europa prodotti naturali: è l'inizio della seconda fase del Mercantilismo. Proprio per poter produrre queste merci sconosciute in Europa si aveva bisogno di manodopera... questa è la causa di una nuova attività, il commercio degli schiavi esercitata da privati o dalla Compagnia delle Indie.

THOMAS MUN

Era un funzionario della Compagnia delle Indie ed ha il merito economico di aver superato la concezione dominante circa il commercio estero. Egli sostiene che può essere conveniente avere una linea di commercio bilaterale (tra due Stati) passiva perché l'importante è che la bilancia commerciale complessiva sia attiva. Infatti le merci acquistate dall'Inghilterra con saldo negativo producevano un ricco profitto ed ingenti flussi di moneta quando venivano rivendute nel resto dell'Europa. Partendo dal pensiero sopra esposto Mun rivolge una critica alla teoria della prima fase del Mercantilismo affermando che la vera fonte di ricchezza non è il possesso di metalli preziosi ma il commercio. Pertanto nella teoria di Mun assumeva importanza il fatto che all'interno di una Nazione la produzione doveva essere il centro della ricchezza per poi esportare all'estero prodotti diversi.

TEORIE DEMOGRAFICHE La politica doveva incentivare l'incremento demografico perché l'aumento di popolazione avrebbe costituito maggiore ricchezza del paese, in quanto si poteva avere un'offerta di lavoro (cioè persone abili al lavoro) molto alta. TEORIA DEI SALARI: Il massimo di offerta di lavoro si avrebbe in corrispondenza del salario

di sussistenza.

TEORIE MONETARIE TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA DI MALESTROICT

I prezzi aumentano in termini di unità di conto, ma poiché a causa della tosatura diminuisce il valore metallico delle monete, i prezzi non aumentano in termini di oro. TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA DI BODIN

I prezzi aumentano sia in termini di unità di conto sia in termini di oro. La causa di tale aumento è da ricercare nella maggiore quantità di oro in circolazione. Secondo i Mercantilisti l'aumento di quantità di moneta in circolazione avrebbe stimolato l'attività economica attivando due meccanismi: Diretto: Indiretto:

L'aumento dei redditi e dei consumi; La riduzione del tasso di interesse.

CRITICA DI HUME ai Mercantilisti

L'aumento dei prezzi porta ad una perdita di competitività nelle esportazioni, ciò avrebbe provocato un arresto nell'afflusso di oro dall'estero come conseguenza del riequilibrio della bilancia dei pagamenti (meccanismo noto come “prezzo-flusso monetario”). I Mercantilisti rispondono affermando che avverrebbe il contrario perché vi era bassa elasticità delle importazioni e delle esportazioni rispetto ai prezzi. Pertanto un aumento dei prezzi avrebbe provocato un aumento nella bilancia commerciale internazionale. Tale affermazione, seppur teoricamente valida, è tutta da verificare nella realtà. TEORIA DEL VALORE Lo scambio è la vera fonte di ricchezza e di profitto, il profitto è dato dalla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Tra le varie teorie del valore dei mercantilisti troviamo: TEORIA DEL VALORE-UTILITÀ (Davanzati): Il valore di una merce dipende da rarità e utilità Montanari riprende la teoria di Davanzati e sostiene che sono i desideri degli uomini la misura del valore delle cose e cioè che il valore delle merci dipende dalla rarità dei beni e dai desideri degli individui (pertanto apre le porte ad una utilità relativa piuttosto che ad un'utilità assoluta utilizzata dal Davanzati) LEGGE DEL LIVELLAMENTO DEI PREZZI (Barbon)

il valore naturale delle merci è il prezzo di mercato ANTONIO SERRA Studiando la situazione economica del Regno di Napoli individua che le caratteristiche economiche di un paese si distinguono in due componenti: 1. Risorse naturali (accidenti propri): Fertilità della terra, centralità della localizzazione dei traffici 2. Condizioni favorevoli (accidenti comuni): Queste sono le condizioni che uno stato può cercare di avere Per assicurare la ricchezza della Nazione sono necessarie entrambe le componenti.

PRECURSORI DEL CLASSICISMO Questi pensieri si svilupparono quando ancora esisteva il Mercantilismo da parte di economisti in contrasto con tali pensieri. L'accumulazione capitalistica diede vita a due cambiamenti importanti: 1. La diffusione dei commerci e la crescita della concorrenza comportava una riduzione dei profitti; 2. Questa riduzione dei profitti faceva si che aumentasse il controllo capitalistico sui processi di produzione. Al fianco della borghesia mercantile cominciava a crescere la borghesia artigiana. Tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700 alcuni economisti cominciarono a staccarsi dal pensiero mercantilista.

WILLIAM PETTY (1623 – 1687) Tra questi, uno dei più importanti fu William Petty, il quale introdusse una serie di novità: la maggiore innovazione W. Petty riguarda la TEORIA DEL VALORE: VALORE NATURALE: il valore al quale i prezzi delle merci si aggiustano attraverso delle piccole oscillazioni. Tale valore viene determinato dai costi di produzione e cioè lavoro + terra, anche se secondo Petty il contributo della terra è marginale. PREZZO NATURALE DEL LAVORO: quanto è in media necessario al lavoratore per mantenersi in vita. Altri concetti importanti furono: DIVISIONE DEL LAVORO: ha il ruolo di accumulare i capitali e di ampliare ancora di più i mercati; (concetto poi ripreso da A. Smith nella sua teoria del ciclo virtuoso di sviluppo economico) SOVRAPPIÙ: il capitale calcolato sottraendo dal valore del prodotto ottenuto su un determinato terreno, sia la resa che si otterrebbe nel caso non vi fosse applicato lavoro, sia il salario pagato ai lavoratori impiegati; (per Marx che lo definì in un periodo industriale il plusvalore = valore prodotto ottenuto – salario pagato) TEORIA DELLA RENDITA DIFFERENZIALE: basata sulla localizzazione dei terreni era riferita ai mercati di sbocco e non alla fertilità della terra; TEORIA DEI CANONI DI IMPOSIZIONE: basata sulla finanza pubblica. Le imposte avevano il ruolo di distribuire il reddito tra la popolazione.

JOHN LOCKE (1632 – 1704) TEORIA DEL VALORE-LAVORO: La libertà individuale implica il diritto di disporre del proprio lavoro, ne consegue il diritto della proprietà del prodotto del proprio lavoro. Partendo da questa teoria, poiché la terra acquista valore solo se vi viene applicato il lavoro, anche la proprietà privata della terra trova la sua giustificazione. Sostiene che gli uomini hanno una capacità lavorativa sostanzialmente uguale, perciò questo dovrebbe garantire uniformità di ricchezza. La ragione della diseguaglianza di ricchezza è dovuta alla moneta ed alla sua capacità di conservare valore, pertanto è la società stessa a legittimare una situazione economica in cui la ricchezza è distribuita in maniera ineguale. Altri concetti importanti riguardano: Relazione tra tassi d'interesse e prosperità la prosperità di una nazione può far abbassare i tassi d'interesse, viceversa un abbassamento dei tassi di interesse provocherebbe destabilizzazione, scoraggerebbe il risparmio e la crescita economica, rallentando l'accumulazione (ovviamente quando studieremo Keynes vedremo che non è proprio così) Differenza tra valore d'uso e valore di scambio Per Locke gli interessi della Nazione non coincidevano con la sommatoria di quelli privati.

DUDLEY NORTH (1641 – 1691) Con North (e Mandeville) abbiamo il passaggio verso il LIBERISMO infatti il pensiero di North, contrariamente a quello di Locke, era che se l'interesse collettivo dipende da quello privato e gli individui sono i migliori giudici dei proprio interessi, allo Stato non rimaneva per prenderne atto e lasciarli fare. Pertanto la miglior politica era nessuna politica. North offre due contributi all'economia monetaria: 1. DETERMINAZIONE DEL GIUSTO LIVELLO DI SAGGIO DI INTERESSE sono le forze di mercato della domanda e dell'offerta di moneta che permettono di determinare il giusto livello del saggio di interesse e le autorità monetarie non devono intervenire; 2. TEORIA DELL'OFFERTA DI MONETA L'offerta di moneta non deve essere mai inadeguata ai bisogni del commercio e qui bisogna intervenire con il tesoreggiamento o con il detesoreggiamento a seconda dei casi.

PIERRE LE PESANT DE BOISGUILLEBERT (1646 – 1714) Reagì al Mercantilismo con proposte di protezionismo agrario. Sosteneva che lo Stato doveva proteggere l'agricoltura piuttosto che il commercio e l'industria, lasciando ampia libertà agli agricoltori. La proposta di politica economica che ne deriva si basa sulla semplificazione del regime fiscale e la liberarizzazione del commercio interno.

RICHARD CANTILLON (1680 – 1734) Irlandese Ha ripreso le teorie dei suoi contemporanei (Petty e Boisguillebert) aggiungendo alcuni contributi originali. Distinse tra: VALORE INTRINSECO (quello che per Petty era valore naturale) che dipende dalle condizioni di produzione, quindi quantità di terra e lavoro impiegate nella produzione VALORE DI MERCATO dipendente dalle forze della domanda e dell'offerta TEORIA MONETARIA (che prende il nome di “effetto Cantillon”) Il valore della moneta tende a fissarsi al costo di produzione dell'oro, pertanto se aumenta l'offerta di moneta si genera inflazione. Questa inflazione si diffonde verso tutti i settori economici cosicché gli effetti ultimi dell'immissione di liquidità varierebbero a seconda del tipo di immissione.

I FISIOCRATICI e l'inizio della rivoluzione liberista Il periodo che va dal 1741 al 1776 fu un periodo di grandi guerre e dal 1751 al 1776 ci fu la rivoluzione liberista con la formazione delle prime scuole fisiocratiche. Queste nacquero nei vari stati, per esempio in Francia con Quesnay, in Italia con la scuola milanese e quella napoletana, in Gran Bretagna con i contributi di Hume e Steuart. Tutte nacquero in contrapposizione alle teorie mercantiliste ma una sintesi verrà effettuata solo successivamente da Adam Smith con la pubblicazione nel 1776 della sua più grande opera “La ricchezza delle Nazioni”.

SCUOLA FRANCESE FRANCOIS QUESNAY (1694 – 1774) È il maggior esponente della scuola francese ed i punti essenziali del suo pensiero sono 3: 1. Le nozioni di LAVORO PRODUTTIVO e LAVORO IMPRODUTTIVO; (concetto poi ripreso da A. Smith) 2. L'interdipendenza esistente tra i vari processi produttivi e la connessa idea di equilibrio macroeconomico; 3. Gli scambi rappresentati come flussi circolari di moneta e merci tra i vari settori economici. (1) Egli identifica 3 classi sociali, 3 operatori e 3 funzioni differenti: Classi sociali

Operatori economici

Funzione

Classe produttiva

Agricoltori

Producono ricchezza

Classe sterile

Addetti alle attività manufatturiere

Producono un output di valore pari a quello degli input

Classe distributiva

Proprietari fondiari

Distribuiscono il reddito tra i vari settori avendo il beneficio di consumare il surplus creato dalla classe produttiva e di dare nuovamente avvio al processo produttivo.

(1)

Rappresentazione degli scambi come flussi circolari di moneta e merci tra i vari settori produttivi Considerando che in un anno vengano prodotti 5 miliardi di livres. All'inizio la classe produttiva spende: 2 mld per rendite a favore della classe distributiva; 1 mld per manufatti; 2 mld per scambiare beni e mezzi di produzione all'interno della stessa classe produttiva; La classe distributiva spenderà 1 mld presso ciascuna delle due classi;

La classe sterile spenderà i 2 mld che ha ricevuto presso la classe produttiva. Questo ci porta ad un sostanziale equilibrio. Le conseguenze politiche del pensiero di Quesnay sono 2: 1. Naturale capacità del sistema di riprodursi e stare in equilibrio; 2. Eliminazione di tutto l'apparato fiscale, considerato complesso ed inefficiente, imponendo un'unica tassa sull'unico requisito produttivo: la terra. Il grande merito della scuola fisiocratica è quello della suddivisione in classi come prima grande analisi socioeconomica e la capacità di essere condizionata dalla realtà economica della Francia.

ANNE-ROBERT-JACQUES TURGOT Si colloca a metà tra i fisiocratici e Smith. Sviluppa una serie di concetti in merito a: Valore soggettivo delle merci dato dall'incontro tra la domanda e l'offerta Prezzo fondamentale = costo di produzione + moderato profitto questo rappresenta il limite soglia sotto il quale non c'è convenienza a produrre Teoria dei rendimenti decrescenti Teoria del saggio di profitto uniforme

SCUOLA ITALIANA FERDINANDO GALIANI (1728 – 1787) Il suo contributo più grande è relativo alla Teoria del Valore-Utilità che sviluppa ampliando le tesi dei suoi precedessori Davanzati e Montanari e sostenendo che: 1. il valore non è una proprietà intrinseca delle merci, ma una qualità attribuitagli dalle scelte dei soggetti economici; 2. sia l'utilità che la rarità dipendono dai bisogni degli individui; 3. introducendo il saggio di sostituzione studiando il comportamento degli individui nella scelta tra le quantità domandate di più merci. Altre teorie sviluppate riguardano: TEORIA DEL COSTO REALE DI PRODUZIONE è misurato in termini di fatica ad un prezzo che dipende dall'utilità e dalla scarsità delle dotazioni SAGGIO DI INTERESSE che sarebbe il prezzo che si deve pagare per eguagliare il valore del denaro presente al valore del denaro nel futuro TEORIA DELL'EQUILIBRIO l'economia tende spontaneamente all'equilibrio. Tale tendenza però sia ha solo nel lungo periodo, mentre nel breve potrebbero essere necessari interventi correttivi.

SCUOLA INGLESE DAVID HUME (1711 – 1776) pose le basi del liberismo economico attraverso le sue 4 tesi: 1. Meccanismo prezzi-flusso monetario Questa è quella che abbiamo già definito come la critica ai Mercantilisti secondo la quale un aumento di quantità di moneta in circolazione, in un paese con avanzo commerciale positivo, avrebbe provocato un aumento dei prezzi e come ulteriore conseguenza si avrebbe avuto una perdita di competitività nelle esportazioni. 2. Teoria quantitativa della moneta Hume riconobbe che l'aumento dei prezzi provocato dall'aumento di moneta in circolazione, si trasmetterebbe da un settore all'altro man mano che questa moneta verrebbe spesa generando un'espansione della produzione e dell'occupazione. 3. Teoria della crescita del volume del commercio internazionale Negò che un paese potesse aumentare la propria ricchezza solo a spese di un altro e sostenne che l'aumento di ricchezza reale di un paese provocherebbe, attraverso le importazioni, anche un aumento di ricchezza anche negli altri paesi. 4. Spiegazione della diminuzione dell'interesse come fenomeno reale Sostenne che l'aumento dell'attività in un paese, incrementando la dotazione di capitale reale, farebbe diminuire il saggio di profitto ed il tasso di interesse. JAMES STEUART Pur non essendo un mercantilista era in contrasto con le idee di Hume Rifiutò la Teoria quantitativa della moneta era contrario al liberismo era un sostenitore del salario di sussistenza elaborò una teoria storicistica dello sviluppo economico secondo la quale lo sviluppo di una Nazione si svolge in 3 fasi: 1. Domanda effettiva e fase di lusso traina la crescita attraverso le spese voluttuarie delle classi ricche del paese 2. Fase di frugalità il paese è in grado di produrre surplus per le esportazioni e si riduce il volume dei consumi interni 3. Fase di lusso II Si verifica un aumento dei prezzi con una perdita di competitività. In tal caso la crescita dovrebbe tornare ad essere sostenuta dai consumi di lusso interni.

ADAM SMITH La teoria della gravitazione universale di Newton esercitò una grande influenza sul pensiero Illuminista: Dio avrebbe creato l’Universo insieme alle leggi che lo regolavano e poi si sarebbe fatto da parte. Non ci sarebbe bisogno di un suo continuo intervento per tenere insieme il mondo, il quale sarebbe capace di autoregolarsi completamente. Inoltre, dato che l’ordine naturale è razionale, la sua conoscenza è accessibile all’intelligenza umana (la conformazione della mente è uguale a quella della realtà). Il genio di SMITH inizia a portare l’impostazione empirista alle estreme conseguenze logiche. Il teorema della Mano invisibile (TMI) dimostra che gli individui servono l’interesse collettivo proprio in quanto sono guidati dall’interesse personale. 1. CICLO VIRTUOSO DI SVILUPPO ECONOMICO (SMITH). La divisione del lavoro (della quale aveva già parlato William Petty – precursore del classicismo) è il processo mediante il quale una particolare operazione produttiva viene suddivisa in un certo numero di operazioni separate, ognuna realizzata da individui diversi (lo spirito scientifico del taylorismo). Con la divisione del lavoro aumenta l’abilità del lavoratore, si riducono i tempi d’ozio connessi al trasferimento di un lavoratore da un’attività all’altra e, soprattutto, viene incentivata l’attività di ricerca tecnologica. La divisione del lavoro, però, è possibile solo se si produce per un mercato molto esteso. Smith osserva che nella società capitalistica (il suo esempio classico è quello della fabbrica degli spilli) si procede secondo questa sequenza: Divisione del lavoro => Crescita della produzione => Allargamento dei mercati => Intensificazione della divisione del lavoro => Aumento della produttività del lavoro e Crescita della produzione =>... Un vero e proprio circolo virtuoso di sviluppo. La divisione del lavoro, quindi, innesca il processo di crescita, l’accumulazione lo alimenta. 2. SUDDIVISIONE DEL ...


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