Riassunto Storia-della-resistenza-in-Italia di Santo Peli PDF

Title Riassunto Storia-della-resistenza-in-Italia di Santo Peli
Author A. Z.
Course Storia Contemporanea
Institution Università degli Studi di Milano
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LA RESISTENZA IN ITALIA La Resistenza non è riducibile ad una mera serie di avvenimenti, né a semplici stereotipi eroistici: si tratta di un fenomeno complesso, molteplice, non esente da fatti negativi e sicuramente non autorefenziale, ma anzi da inquadrare nel grande contesto della II Guerra Mondiale e dei postumi di 20 anni di regime fascista 8 SETTEMBRE 1943: annuncio dell’armistizio, dissoluzione dell’esercito italiano, occupazione tedesca e avanzata anglo-americana: l’Italia diventa terreno di uno scontro all’ultimo sangue, destinata ad essere bombardata fin nei borghi di provincia e a rifugiarsi nella lotta armata, a causa anche del tracollo del regime fascista, della monarchia e della classe dirigente. La resistenza si divide in obiettivi diversi:  resistenza politica, che mira creare una discontinuita irreversibile con il regime, la monarchia e i valori degli ultimi 20 anni  resistenza “stanca”, basata sul rifiuto della guerra, dello scontro e sulla resistenza alle chiamate alle armi e alla collaborazioni con i nuovi occupanti tedeschi => solo una piccola parte di questa si tradurrà in guerra partigiana vera e propria, volontaria e meditata; indispensabile, però, è anche il ruolo di intellettuali, studenti e ufficiali nell’alfabetizzare la massa di ragazzi e persone forgiati dalla sola scuola fascista (p.e. nelle universita), soprattutto nell’ambito della politica e del dibattito, dell’etica e dell’intraprendenza → a questo desiderio di trasformazione della societa fanno ostacolo due elementi: i tedeschi e il governo collaborazionista di Salo (fisicamente) e i risultati di 20 anni di cultura e indottrinamento fascista (ribellione antiretorica) Non bisogna dimenticare il punto di vista di chi è stato protagonista di queste vicende: non si sapeva come sarebbe andata a finire! 8 settembre 1943: alla radio si comunica la firma 5 giorni prima dell’armistizio con le forze alleate, ma Badoglio non comunica alcuna indicazione di comportamento contro l’ex alleato tedesco (che gia dall’arresto di Mussolini il 25 luglio sta spostando le truppe per occupare l’Italia) 9 settembre 1943: la famiglia reale, Badoglio, i capi dell’esercito e i ministri del governo fuggono a Pescara, in attesa di raggiungere la più sicura Bari, già in mano alleata – rendendo ancora più drammatica la situazione e lasciando allo sbando l’Italia → i soldati italiani, schierati tra Francia, Italia, Grecia e Jugoslavia vengono rastrellati dai tedeschi e internati in Germania come forza lavoro, quando scelgono di non collaborare con la RSI (fondata il 14 settembre da Mussolini liberato) oppure cerano di fuggire, confondendosi come civili => la guerra dell’Italia iniziata nel 1940 sembra finire qui, ma qualcuno ha subito chiaro che in realta sta iniziando una nuova fase, molto piu drammatica e soprattutto interna, di scontro con i tedeschi La popolazione italiana, soldati compresi, viene lasciata senza qualsiasi tipo di riferimento istituzionale: sia la RSI che il regno del Sud tenteranno di prendere questo ruolo, ma la maggior parte della popolazione vivra questi anni come un costante regime di occupazione, lontano da una qualsiasi organizzazione tradizionale – l’unica idea condivisa tra gli anti-fascisti era che per la monarchia non ci sarebbe stato più spazio e che la prima necessita sarebbe stata costruire una nuova classe dirigente democratica e liberale → la speranza dei cittadini è che l’avanzata anglo-americana attraversi in poco tempo, al massimo mesi, l’Italia fino a Nord, ma la mancanza di informazioni rende impossibile immaginare scenari futuri – infatti la resistenza tedesca blocchera per tutto l’inverno l’avanzata Non tutti i soldati sono, pero, stati catturati e non tutti i fuggiaschi sono riusciti a raggiungere le proprie case e famiglie: in migliaia vagano per il territorio nazionale, aggregandosi in zone isolate e riparate come le Alpi o gli Appennini – tra questi anche americani, russi e altri ex prigionieri alleati precedentemente sorvegliati dall’esercito del re, antifascisti, intellettuali e forze dell’ordine – in particolare in Piemonte (nel cuneese), in Lombardo, in Veneto e in Friuli → nelle testimonianze piu ottimiste si parla di 100.000 soldati, ma quasi sicuramente le cifre erano molto piu contenute, con una maggioranza in Piemonte e gruppi piu piccoli (intorno alle centinaia) nelle altre regioni → questi gruppi andranno allo sbando per i rallestramenti tedeschi, che non fanno particolare distinzione tra le persone che catturano e uccidono → l’esito catastrofico dei primi scontri deriva da due fattori principali: questi gruppi sono nati per caso, dalla paura e dallo spaesamento, da incontri durante la fuga, non hanno filtri di selezione e soprattutto non sono uniti da una qualche ideologia, ma sono tenuti insieme da pochi individui con salde motivazioni alla lotta; inoltre, questi gruppi composti da centinaia di persone sono un facile bersaglio per l’esercito regolare tedesco, perché hanno schemi difensivi e di attacco molto rigidi o vari

Tipologie di militari partigiani:  militari tout-court: quei militari che scelgono la continuità della propria lotta, mantenendo la loro fedelta al re e la propria identita di parte dell’esercito italiano e cambiando semplicemente i loro obiettivi, che ora sono la liberazione del territorio nazionale dai tedeschi e dagli alleati → questi considerano con diffidenza la resistenza e la guerriglia, perche convinti che la guerra sia affare esclusivamente dei

militari – un’illusione e un orgoglio che porteranno al rapido rovesciamento di questi gruppi, ma che in realta restano diffusi anche tra gli intellettuali antifascisti  ufficiali e sottufficiali: caratterizzati, invece, dalla discontinuità con la monarchia e il regime fascista e motivati dalla delusione, dal rigetto dell’esperienza fascista, dal disprezzo dell’ingiustizia e della prepotenza e dall’odio antitedesco/dal desiderio di vendetta, non da convinzioni politiche (guerra come movimento alla verita) → in molti casi si parla dei guasti portati nell’esercito dalla corruzione e dalla pura retorica del regime e della brutale esperienza diretta della guerra, in cui gli ex-alleati tedeschi si scoprirono i vari nemici, piu feroci degli Alleati La Resistenza acquisisce compattezza e un ruolo rilevante, ampia la propria zona di azione e le possibilita di sopravvivenza nell’estate ‘44, acquisendo anche una dimensione politica – come è evidente nell’opera di soccorso a gli ex prigionieri, che vengono aiutati a passare la frontiera o alloggiati con famiglie sicure o nelle bande (maggiore merito agli occhi alleati) → se nella prima fase le scelte individuali avevano maggiore rilievo, ora la prospettiva collettiva, organizzata e politica assume un ruolo sempre piu decisivo I partiti: l’azione politica di opposizioneinterna cessa di fatto con l’instaurazione del regime fascista (oppure si svolge dall’estero con un prezzo molto alto in termini di arresti), ma gli esiti disastrosi della guerra scavano un solco sempre piu profondo tra la retorica fascista e i cittadini, aprendo nuovo spazio alla propaganda e alla mobilitazione, soprattutto dell’organizzazione comunista (la piu organizzata e tempestiva) che risultano in scioperi operai → nonostante questo, la consistenza e l’attivita dei partiti (PCI, PdA, Psiup e DC) l’8 settembre è molto ridotta, ma il vuoto lasciato dalla fuga del governo rappresenta una grandissima occasione: il 9 settembre a Roma il Comitato nazionale delle opposizioni assume il nome di Comitato di liberazione nazionale e chiama gli italiani alla lotta antifascista e alla resistenza – organismi simili nascono nelle maggiori citta d’Italia, anche se al Nord ad “assumere” la direzione della lotta armata sara quello di Milano (Clnai) → una direzione vera e propria comincia, in realta, ad attuarsi solo dalla primavera -estate ‘44, mentre inizialmente i risultati nell’assistenza e nel coordinamento delle bande sono scarsi, a causa delle scarse e fragili risorse, della continua caccia dei tedeschi, dell’inesperienza generale (soprattutto durante l’inverno) e della difficolta di raggiungere un’unità tra i partiti, soprattutto tra la sinistra e i moderati: da una parte si progetta un moto di radicale rinnovamento sostenuto dall’attiva partecipazione cittadina e finalizzato all’indipendenza dall’occupazione nazista ma anche dai lasciti del fascismo; dall’altra un tentativo di conciliazione tra nazifascismo e futuro democratico – oltre che una componente repubblicana e una che non esclude la salvezza per la monarchia → tra i partiti scorre una diffidente concorrenza che non porterà mai allo scontro politico, ma nemmeno alla completa fusione, nonostante l’obiettivo comune → anche le strategie della lotta armata differiscono: le sinistre scelgono l’attacco continuo e sistematico, l’assalto, mentre i moderati si concentrano sulla ricostruzione e il potenziamento dell’esercito, con l’innesto di volontari civili, ma senza cambiamenti gerarchici Nonostante la mancanza di una reale consistenza politica e militare, l’esistenza delle bande presenta alcuni effetti:  Limitazione della credibilita e della raccolta di consenso della RSI la RSI nasce da una decisione di Hitler, manca quindi di autonomia ed è rassegnata ad un ruolo subalterno e fatto di aspirazioni e tensioni: per collaborare con i tedeschi e per ottenere un minimo di autonomia serve, pero, un esercito e, infatti, gia da novembre inizia il richiamo alle armi per i giovani del 1924/23/25 – che pero, come le successive, avra un importante insuccesso (uno stato che subisce disubbidienza di massa è uno stato dimezzato) → il boicottaggio riguarda anche la distribuzione stessa delle cartoline della leva e la distruzione degli elenchi delle anagrafi comunali, e trova un aiuto nelle bande (che, nonostante la loro debolezza, rappresentano una mina dell’autorita) → il numero dei renitenti alla leva e di coloro che poi si unirono effettivamente alle bande partigiane, nonche il numero delle bande stesse, è ancora oggi molto incerto, perche i rapporti sono spesso inesatti o esagerati  Messa in discussione del monopolio al potere del governo del Sud: a Brindisi il re e Badoglio dichiarano guerra alla Germania il 13 ottobre, ottenendo la qualifica di nazione co-belligerante (che avrebbe consentito la libera scelta di una forma di governo alla fine della guerra) e un ruolo di interlocutori da parte degli Alleati, ma sminuendo cosi i Cln e gli partiti che, al contrario, vogliono delegittimare il governo e rifiutano ogni collaborazione (sia da Roma che da Milano) → la richiesta di fondi e aiuti materiali non ebbe effetti significativi, in particolare per il fatto che la resistenza tedesca impediva la presa di Roma entro il ‘43 e disinteressava gli Alleati dal dare fiducia alla Resistenza, soprattutto al nord II FASE: GENNAIO-GIUGNO 1944 Dall’inizio dell’estate del ‘44 la Resistenza italiana ottiene consistenza, coesione e notevoli capacita operative, affrontando tappe fondamentali come la “svolta di Salerno” in Aprile e la costituzione del Comando generale del Corpo volontari della liberta (Cvl) Contesto:  nell’inverno sul fronte italiano sono due gli avvenimenti importanti per la guerra: la resistenza dei tedeschi sulla linea

Gustav, che blocca l’avanzata verso Roma e verso il Nord, accompagnata dalle piogge torrenziali e dal rigido inverno; lo sbarco alleato ad Anzio in gennaio, che sembra portare ad un’imminente presa di Roma (provocando anche ondate insurrezionali sui giornali), ma che in realta viene prontamente bloccato dai tedeschi creando una situazione di stallo che durera fino a maggio → le truppe partigiane si rivelano incapaci di coinvolgere la popolazione civile e la liberazione della citta rimane in mano ai soldati alleati – a Roma manca, infatti, la classe operaia, si propende per soluzione compromissorie (soprattutto da parte del Vaticano) e il Cln stesso è diviso internamente – per un maggiore protagonismo popolare bisognera aspettare la liberazione di Firenze in agosto  la situazione di stallo permette alle truppe tedesche di dedicarsi a rastrellamenti sistematici che coinvolgeranno gran parte delle forze partigiane, soprattutto le bande autonome (mentre quelle piu politicamente schierate resisteranno, nonostante la differenza derivi dalla semplice presenza di organizzatori di partito e non di migliori rifornimenti o di aiuti) e alla distruzione di villaggi, stalle, di qualsiasi potenziale sostegno ai partigiani (che, però, non verrà mai meno da parte delle popolazioni locali, anche se tenuto segreto) → il fenomeno partigiano e ribellista, però, non riesce ad essere sradicato completamente e coloro che resistono, pur essendo pochi, hanno sviluppato esperienza, organizzazione e capacità che guideranno la formazione dei nuovi  marzo 1944 = riprende la “parola dal basso”, ovvero gli scioperi e le manifestazioni popolari, questa volta racchiusi in uno Sciopero Generale condotto dal PC, che confermano il ruolo trainante del partito e la saldatura tra lotte sociali e lotta armata (anche se in realta il flusso di operai alle formazioni armate non fu grandissimo) → per questo sciopero, inoltre, opera il Comitato segreto di agitazione per Piemonte, Lombardia e Liguria → per molti la partecipazione allo sciopero rappresenta un’inedita esperienza di disobbedienza di massa, di identita collettiva, ma per alcune centinaia significa anche arresto, deportazione e morte: nelle grandi citta e nelle grandi industrie la mobilitazione funziona alla perfezione, mentre nelle aree minori si vedono comportamenti molto diseguali → le cifre dei partecipanti sono sconosciute (da 200mila+ a 1mln), ma indipendentemente da questo il successo politico dello sciopero è enorme, portando alla Resistenza (e al PCI) slancio e legittimazione e alla RSI perdita di credibilita  per la RSI è ormai impossibile recuperare il consenso operaio, mai la distanza tra le retoriche promesse di giustizia sociale e la misera realta è stata cosi grande; inoltre l’impossibilita di placare lo sciopero, noto alle autorita, trasmette l’inefficienza e l’inefficacia dell’apparato repressivo (che deve fare riferimento agli aiuti tedeschi per sostenersi, anche nel caso del diffondersi della fame e del mercato nero) → il fallimento dell’RSI è generale – da qui l’accentuarsi degli sforzi per creare un nuovo eser cito (mentre in realta molti giovani in eta di leva si dirigono verso le bande partigiane), con la decisione di rendere obbligatorio il reclutamento, pena la morte per i renitenti e i disertori e l’offerta dell’esenzione dalla pena di morte per i pentiti (a cui le popolazioni rispondono con rifiuti e autodifese comunitarie, con arruolamento nelll’industria o nella polizia ausiliaria – anche se piu basati sulla paura, che sull’intimo convincimento) → nelle caserme comunque mancano i materiali necessari per equipaggiare le reclute, fatto che provoca diverse fughe, individuali e di massa – che a loro volta fanno inasprire i provvedimenti della RSI, portando a fucilazioni e morti  le cifre relative al numero di partigiani sono anch’esse incerte, partendo da un minimo di 9000 ad un massimo di 40.000 in marzo e di 70/80.000 in agosto – con un trend di crescita costante, ma al tempo stesso precaria per la presenza di giovani tentennanti o decisi a sottrarsi alla guerra da entrambe le parti → l’afflusso dei nuovi è accolto dai dirigenti nazionali come il compimento di un passo indispensabile per confermare il peso della Resistenza, ma la maggior parte dei capi locali ha forte diffidenza verso di loro, per l’impossibilita di operare una selezione, per la mancanza del necessario ad equipaggiarli e ad approvvigionarli, per la mancanza di esperienza  momento di svolta per i rapporti tra i partiti e le istituzioni della Resistenza è la “ Svolta di Salerno”, ovvero la scelta di Togliatti, tornato in Italia nel marzo, di proclamare irrealistica la pregiudiziale antimonarchica che divideva il Cln dal governo del Sud: la questione istituzionale puo attendere la fine della guerra, ma per arrivarci è necessario collaborare al massimo delle risorse e con obiettivi comuni → questa svolta vede la resistenza del PdA che accetta la collaborazione con la monarchia solo di fronte all’opzione, dannosissima, di una rottura interna e dei partigiani del Nord che consideravano il re un fascista e il nuovo capo dell’esercito un estraneo, che “non si era mai fatto vivo” con alcun tipo di aiuto → il 22 aprile la svolta è compiuta, Togliatti, Sforza e Croce entrano a fare parte del nuovo governo Badoglio come ministri – un governo di poco peso e “a scadenza” → per la realta partigiana, in realta, questa svolta è poco significativa: la politicizzazione delle bande è scarsa e i conflitti non si fermano – l’unica novita sta nella ricerca di forme efficaci di coordinamento, con la successiva creazione del Comando generale del Corpo volontari della liberta con sede a Milano => la situazione sembra finalmente favorevole, alla luce della liberazione di Roma il 4 giugno, dello sbarco in Normandia il 6 giugno e della possibilita di creare un vero esercito partigiano III FASE: GIUGNO AGOSTO 1944

Come l’inverno era stato un formidabile ostacolo per le bande partigiane, cosi ora l’estate diventa un grande alleato: è la stagione dell’ottimismo, vista la positiva evoluzione della guerra soprattutto in Francia e sul fronte russo (due anni prima l’Europa sembrava completamente in mano ad Hitler) e la ritirata dei tedeschi verso la linea Gotica (a piedi e su carri trainati da buoi/asini, mostrando la crisi delle risorse del regime – anche se sfortunatamente accompagnata da enormi massacri di civili) → in molti pensano che la guerra possa concludersi in autunno e la Resistenza agisce di conseguenza  da Giugno (50.000) si verifica un costante aumento delle bande, fino agli 80/100.000 partecipanti registrati in Settembre  l’evoluzione è anche qualitativa: la resistenza armata spontanea (e il banditismo) cede il posto a forme organizzate, inquadrate, omogenee e centralizzate (e in teoria anche istituzionalizzate, anche se con scarsi risultati) e alla maggiore autorevolezza del Clnai: si sta creando un vero e proprio esercito partigiano, con una stampa, dei distintivi e delle divise, con rapporti regolari con il Comando generale finalizzati al coordinamento di territori e gruppi sempre piu ampi  l’evoluzione è anche politica: con il nuovo governo Bonomi, nato dopo la liberazione di Roma, emerge la volonta dei partiti antifascisti di controllare la lotta armata e il superamento dei contrasti tra il governo del Sud e i partiti – e dall’altra parte una maturazione politica dei gruppi partigiani (che non significa, però, adesione)  2 Settembre 1944: liberazione di Firenze, non piu passiva come quella di Roma, ma gestita dal Cln toscano dall’inizio dell’insurrezione l’11 Agosto e sfociata nell’attribuizione delle cariche di potere a uomini di fiducia del Cln – un ruolo rivendicato davanti agli Alleati come il primo successo di un coinvolgimento di massa, diverso da quanto era avvenuto a luglio a Siena, dove i fascisti avevano consegnato in maniera in dolore la citta ad un Cln avulso alla lotta partigiana e gli Alleati avevano deciso i ruoli del potere Dopo Firenze, liberazione = insurrezione  Le forze armate della Rsi, le cosidette “Brigate Nere”, nonostante la leva obbligatoria, non risultano sufficienti al controllo dell’intero territorio del Nord Italia e in alcune zone, soprattutto rurali e montane, da giugno prende il via una progressiva ritirata, preventiva o causata dalle pressioni partigiane, quando non una conversione alla Resistenza → anche i gruppi partigiani di citta crescono in efficienza ed audacia, con assalti ai carceri → solo la pianura padana rimane esclusa dalla zona libera, a causa dell’ambiente sfavorevole alla guerra partigiana → spesso come sinonimo a “zone libere” si parla erroneamente di “repubbliche partigiane”, che si distinguono invece per una duratura occupazione partigiana che permetta la nascita di nuove istituzioni politiche, di solito democratiche: buona parte dell’energia di queste nuove forme di potere viene assorbita dall’organizzazione della vita materiale, da questioni annonarie e fiscali, con prevalenza di soluzioni politiche o militari oppure con una collaborazione tra i due (anche se spesso non si va oltre l’enunciazione di principio) → p.e. la repubblica di ...


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