Riassunto Storia Moderna, Carlo Capra, Edizione aggiornata PDF

Title Riassunto Storia Moderna, Carlo Capra, Edizione aggiornata
Course Storia moderna e contemporanea
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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STORIA edizione parte. LUNGA popolazione e le strutture e popolazione Europea storia della preindustriale. estensiva e risposta regime fondiario regime fondiario e gruppi e classi. La stratificazione sociale e e condizione forme di organizzazione del e Stato moderno: problemi di dei criteri di legit...


Description

STORIA MODERNA! 1492-1848!

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Carlo Capra! Terza edizione !

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Prima parte. ! LA LUNGA DURATA!

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CAPITOLO 1! La popolazione e le strutture famigliari.! 1.Fonti e metodi.! 2.La popolazione Europea nell’età Moderna.! 3.La storia della famiglia.!

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CAPITOLO 2! L’economia dell’Europa preindustriale. ! 1.L’agricoltura:risposta estensiva e risposta intensiva.! 2.Il regime fondiario dell’Europa centro-occidentale.! 3.Il regime fondiario dell’Europa orientale.! 4.L’economia urbana.! 5.Moneta, prezzi,mercato.!

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CAPITOLO 3! Ceti e gruppi sociali.! 1.Ordini,ceti e classi. La stratificazione sociale nell’Europa dell’Antico Regime.! 2.Nobili e “civili”.! 3.Poveri e marginali.! 4.La condizione femminile.!

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CAPITOLO 4! Le forme di organizzazione del potere.! 1.Stato e Stato moderno: problemi di definizione.! 2.L’evoluzione dei criteri di legittimazione: dalla monarchia di diritto divino allo Stato di diritto.! 3.Funzioni e articolazioni del potere statale.!

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CAPITOLO 5! Religione,mentalità,cultura.! 1.Religione e magia.! 2.Cultura orale e cultura scritta.! 3.Produzione e trasmissione del sapere.!

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CAPITOLO 6! La fine dell’antico regime.! 1.La rivoluzione culturale: Illuminismo, Romanticismo,idealismo.! 2.L’industrializzazione e la “questione sociale”.! 3.L’età delle rivoluzioni e le trasformazioni del quadro politico e giuridico.! 4.Il mondo extraeuropeo: un avvio alla globalizzazione?!

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CAPITOLO 1! La popolazione e le strutture familiari.!

! ! 1.Fonti e metodi.! !

Un tratto comune dei recenti studi di storiografia consiste nell’integrare le fonti descrittive con la documentazione di tipo quantitativo e seriale.! Parlando di una problematica importante, viene individuata da Thomas Malthus nel 1798, riguardante lo squilibri tra popolazione e risorse alimentari. Secondo lui a frenare l’aumento incontrollato della popolazione intervengono dei freni repressivi ovvero carestie, epidemie e guerre, che vanno a ristabilire temporaneamente un equilibrio. Malthus a questo problema suggerisce la soluzione dell’adozione di freni preventivi ovvero la limitazione di matrimoni e quindi di fecondità.!

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Nell’età moderna possiamo vedere che muovevano i primi passi la statistica e la nascita di “aritmetici politici” in Inghilterra nel Seicento (Petty e King). Mentre risalgono al XVIII secolo o agli inizi del XIX secolo i primi censimenti impostanti modernamente.! Nell’Europa preindustriale un’altra importante fonte di dati sono le fonti ecclesiastiche, relative: allo stato, e al movimento della popolazione. Le prime sono elenchi degli abitanti di una parrocchia. Nel secondo caso erano libri in cui erano redatti ebeti fondamentali dal punto di vista religioso. L’utilizzo di questo materiale ci permette sia di ricostruire l’andamento degli eventi come nascite e morti, e di studiare la stagionalità. Questi registi sono diventati una fonte privilegiata per lo studio della popolazione a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo con la tecnica della “ricostruzione nominativa delle famiglie”. Inconvenienti di questa tecnica riguardano il luogo lavoro richiesto per lo studio di un piccolo villaggio e il basso numero di schede famigliari che è possibile ricostruire completamente. Infatti queste famiglie “chiuse” sono sempre una minoranza.! Un processo tradizionale è la ricostruzione di tavole di mortalità che consente di calcolare la speranza di vita in qualsiasi età. Ad esempio la speranza di vita alla nascita possiamo calcolare, che nell’Antico Regime era molto inferiore rispetto a quella adolescenziale e adulta per l’alto tasso di mortalità infantile. E’ possibile anche calcolare l’età media dei matrimoni.!

! 2.La popolazione europea nell’età moderna.! !

Possiamo trovare delle stime attendibili riguardo alla popolazione mondiale divisa per continenti nel periodo che va dal tardo Quattrocento agli inizi dell’Ottocento. Le cifre infatti evidenziano la catastrofe che colpì il continente americano all’inizio della colonizzazione europea e l’arresto dello sviluppo in Africa collegato allo stesso evento. Tra il 1400 e il 1800 la popolazione europea cresce allo stesso ritmo di quella asiatica. ! Nei secoli dell’età moderna nel nostro continente si delibano tre fasi:! ° crescita demografica tra metà del 1400 e gli inizi del 1600.! ° rallentamento nel XVII secolo.! ° tendenza espansiva nel Settecento che si rafforza nel XIX secolo. !

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Possiamo sapere che i tassi medi d’incremento annui raramente toccano o superano comunque lo 0,5% fino alla seconda metà del Settecento a causa dell’alta mortalità. Inseguito, passata la carestia o la pestilenza tutti gli indici si invertono vedendo un aumento di nuzialità e natalità. Bisogna ricordare comunque che questi due aspetti sono collegati in quanto nell’età moderna erano sconosciuti i metodi contraccettivi e cominciavano a diffondersi solo in Francia nel tardo Settecento. In questo caso si parla di fecondità naturale (quando non erano presenti contraccettivi) e ci si aspetta che ogni coppia di coniugi mettesse al mondo numerosi figli ma ciò non avveniva per tre motivi:!

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° le donne si sposavano molto tardi in Europa.! ° gli intervalli tra i parti dopo il primo tendevano ad allungarsi a causa dell’allattamento prolungato.! ° frequente era la rottura dell’unione coniugale prima della fine del periodo fecondo per la morte di uno dei coniugi o di tutti e due.!

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Un altro importante motivo riguarda il fatto che un quarto dei nati moriva nel primo anno di vita e un altro quarto prima di aver raggiunto l’età adulta. ! Invece un aumento della natalità e una diminuzione della mortalità furono le cause della crescita demografica del 1700. !

! ! 3.La storia della famiglia.! !

Con composizione e dimensione egli aggregati domestici intendiamo l’insieme dell persone che convivono sullo stesso tetto. Laslett distingue 5 tipi di aggregati:!

!° famiglia nucleare. Composta da coniugi e dai loro figli. !

° famiglia estesa. Dove si aggiunge almeno un convivente.! ° famiglia multipla. Compresenza di almeno due nuclei famigliari. ! ° famiglie senza struttura. Alla cui base non vi è un rapporto matrimoniale. ! ° solitari. !

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Nell’Antico Regime era predominate la famiglia di tipo nucleare. Ma il quadro si fece sempre più complesso e Laslett assieme a Hajnal distinse altri due tipi di modelli matrimoniali: !

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° Il primo tipico dei paesi dell’Europa nord-occidentale aveva tre regole: ci si sposava abbastanza tardi, vi era una quota elevata di ci non si sposava per niente. Gli sposi prendevano una residenza neolocale dopo le nozze formando una famiglia nucleare e infine prima delle nozze molti giovani passavano alcuni anni fuori casa.!

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° Il secondo modello tipico di Paesi dell’Europa meridionale e orientale era distinto da un precoce matrimonio e dalla residenza patriarcale ed escludeva il servizio prenunziale presso altre famiglie. !

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Ma si è comunque incapaci a spiegare esaustivamente la varietà delle situazioni reali. ! Comunque la famiglia rappresentava si un’unità di consumo ma sopratutto un’unità di produzione ad esempio relativamente alle aziende contadine. Infatti le famiglie contadine potevano avere una diversa struttura famigliare a seconda dei meccanismi ereditari: la divisione in parti uguali del patrimonio ereditario tra figli maschi favoriva la nascita di famiglie nucleari , mentre la successione al podere di un solo figli portava alla convivenza in una famiglia ceppo, ovvero la convivenza dell’erede con la moglie assieme ai genitori. Nell’analisi delle famiglie dei mezzadri dell’Italia centro-settentrionali possiamo incontrare invece famiglie molto più ramificate e numerose di quelle dei braccianti privi di terra e i vari nuclei coniugali erano sottoposti all’autorità dispotica di un “reggitore”. !

! I condizionamenti economici e giuridici toccavano anche le elites che avevano come scopo la

conservazione delle ricchezze ed era infatti la preoccupazione più importante delle famiglie europee tra il XVI e il XVIII secolo. Vennero adottati quindi degli strumenti giuridici come fedecommessi e primogeniture. Nel primo caso si tratta di una disposizione mediante la quale chi fa il testamento vincola l’erede o gli eredi a trasmettere una serie di beni sottoposti a vincoli agli ulteriori chiamati, mentre nel secondo caso si tendeva a concentrare nel primogenito il grosso dell’eredità.! L’eredità femminile consisteva nella dote, come eredità anticipata, ma comunque solo una figlia era destinata alle nozze, le altre o prendevano la via del chiostro o restavano a vivere da nubili nella famiglia. "

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Era riservata molta importanza alle strategiche unioni matrimoniali e alle reti allargate di parentele agnatizia (discendenti dello stesso padre) e cognitizia (parentela acquisita con matrimoni). !

! Anderson delinea la tesi “dell’approccio di sentimenti” dove l’amore coniugale e la

considerazione dell’infanzia come una fase della vita non esistevano prima dell’età moderna. ! Stone delinea inoltre tre tipi di aggregato domestico: ! ° famiglia a lignaggio aperto. Con formalismo e freddezza dei rapporti tra coniugi e parentele. ! ° famiglia patriarcale nucleare ristretta. Accentrazione dell’autorità del pater familias dove si sviluppa il legame affettivo tra i coniugi e il grande risalto dato dall’educazione cristiana.! ° famiglia nucleare domestica chiusa. Caratterizzata dall’individualismo affettivo e dall’attenuarsi del divario gerarchico. !

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Tra il tardo Settecento e l’Ottocento con gli sviluppi dell’industrializzazione possiamo vedere l’erotizzazione del rapporto di coppia e la crescita dell’amore materno anche se sono tesi difficili da dimostrare. !

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CAPITOLO 2 ! L’economia dell’Europa preindustriale.!

! 1.L’agricoltura: risposta estensiva e risposta intensiva.! !

I secoli che seguono l’anno Mille vedranno numerose innovazioni in campo agricolo: l’aratro pesate, la ferratura degli zoccoli dei cavalli e la loro bardatura e la rotazione triennale.Tutto ciò permetteva di estendere le colture anche a terreni umidi e argillosi prima incolti. Nei Paesi mediterranei era comunque ancora rimasta la rotazione biennale, l’aratro leggero e di maggiore rilievo erano le colture arboree. ! La domanda alimentare aumentò durante il “lungo Cinquecento” e ad essere maggiormente richiesti duroni i cereali mentre la carne scomparve dalla dieta degli strati più bassi della società che fino al Novecento si nutrirono di pane, dei deviati delle farinate e di verdure e legumi. ! Ciò che ci si chiede è come come l’agricoltura possa aver sfamato una popolazione in costante crescita. Troviamo due risposte:! Risposta estensiva ovvero l’allargamento della superficie coltivata.! Risposta intensiva ovvero l’utilizzo di tecniche atte per accrescere la produttività. !

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Nel Cinquecento prevale la prima soluzione dove furono anche bonificati e privatizzati dei campi che comunque non erano di un terreno di prima qualità. Un altro problema relativo all’estensione della superficie coltivata era la contrazione delle aree adibite al pascolo oltre al clima che influiva negativamente sui raccolti. ! La fertilità dei campi è funzione di due fattori: della disponibilità di acqua e del concime. Bisogna dire comunque che le piante foraggere come l’erba medica oltre a restituire alla terra l’azoto che le viene sottratto dalla coltura di cereali rendono possibile il mantenimento all’interno delle aziende agricole di tenere anche abbondate bestiame bovino. !

! ! 2.Il regime fondiario dell’Europa centro-occidentale. ! !

La feudalità non scomparve nel corso di tutta l’età moderna pur conoscendo una diversa ampiezza e consistenza a seconda del grado di sviluppo economico delle varie zone. In alcune zone rimaneva l’obbligo per i proprietari terrieri compresi in un feudo di pagare al signore un censo annuo in denaro di modesta entità per effetto della svalutazione. Localmente al censo si aggiungeva la decima feudale o champart mentre altri diritti o laudesi spettavano al signore in caso della vendita. riscuoteva pedaggi vari dove poi si aggiungevano gli “abusi” feudali ovvero pretese ed estorsioni. ! All’inizio dell’età moderna dove ancora sopravvivevano le corvees erano limitate a pochissime giornate annue nell’Europa occidentale, dedicate sopratutto per carreggi e manutenzione delle strade. ! In Francia e Germania era diffusa la proprietà contadina e in età moderna si calcola che almeno la metà del suolo coltivabile era posseduto dai contadini. ! In Inghilterra esistevano invece i copyholders appezzamenti di terra che volevano essere trasformati in affittuari a breve scadenza. La piccola proprietà coltivatrice era ridotta nel XVII secolo a un quinto o un quarto del suolo.! In Italia la tendenza della contrazione della proprietà contadina fu effetto di diversi processi, dall’espansione aggressiva della proprietà urbana, alle vicende climatiche, al prestito usuraio. !

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Il forte aumento della popolazione registrato ovunque nel XVI e nel XVIII secolo si accompagnò a processi di proletarizzazione, alla moltiplicazione dei contadini poveri o nullatenenti. In Francia i contadini autosufficienti (laboureus) non superavano il 13% nel 1778. ! Inoltre i proprietari del suolo erano soggetti anche alla decima ecclesiastica percepita in natura con il raccolto, alle imposte statali e comunitarie e quando non erano proprietari anche alla rendita fondiaria. Sommandole potevano costituire dal 20 al 60-70% del prodotto lordo. !

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I medi e i grandi fondiari inoltre trovavano più facile e conveniente comprare nuove terre e accrescere il prelievo sui coloni e tutto ciò spiega perché solo in aree particolarmente fornite dal punto di vista ambientale fu possibile nell’età moderna adottare quelle pratiche agricole e quelle tecniche che ebbero l’effetto di accrescere in modo sensibile la produttività dei terreni. !

! ! 3.Il regime fondiario nell’Europa orientale.! ! Le regioni situate nell’est Europa presentano due caratteristiche che le differenziano: ! ! 1- enormi estensioni di terreno pianeggiante e potenzialmente fertile;! 2- scarsa densità della popolazione. !

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Al tempo stesso si presentava il problema della scarsità della forza lavoro, le città erano rispetto a quelle occidentali più deboli, meno sviluppate e le istituzioni statali che dovevano fare da contrappeso con l’aristocrazia fondiaria. ! tutto ciò portò a un rafforzamento della coercizione extra-economica nei confronti dei contadini, in un paese dove la servitù della gleba venne aggravata a partire dal XV secolo e come processo venne favorito e diretto dai poteri statali che appoggiavano il proprio potere nell’aristocrazia. !

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Tipicamente, il terreno agricolo di un villaggio era diviso tra una o due grandi tenute signorili e un certo numero di piccoli poderi rustici. Le famiglie insediate traevano dai propri campi il necessario per vivere e il servizio domestico nella casa del nobile inoltre era assicurato dai figli e dalle figlie dei contadini. Questo sfruttamento indiscriminato era reso possibile dalla totale soggezione dei contadini servi all’autorità signorile.! Tra il XVI e il XVII secolo le loro condizioni di vita si andarono deteriorando. ! Nella monarchia austriaca dell’Europa centrale e orientale nel 1679-1680 venne per legge stabilito che le corvee non potevano superare i 12 giorni annui mentre in Boemia erano addirittura 156.! Senza parlare della Russia dove vigeva la schiavitù personale, i contadini potevano essere comprati e venduti.! Solo con le riforme della seconda metà del Settecento le pretese dei signori fondiari cominciarono ad essere limitate dalla legge e solo nel XIX secolo la servitù della gleba fu gradualmente abolita. !

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Non sempre ovunque le masse rurali accattavano con fatalistica rassegnazione la loro condizione infatti davano vita a manifestazioni di protesta che potevano tradursi nel ricorso alle vie legali ma anche in sommosse e rivolte estese a intere regioni. ! Le rivolte contadine iniziano nella seconda metà del XIV secolo fino ai primi decenni del Cinquecento. Da ricordare:! ° 1514 = la grande rivolta ungherese, capeggiata da Dòsza.! ° 1520-21 = rivolta dei comuneros in Castiglia.! ° 1524-25= la guerra dei contadini in Germania. !

! Nelle aree del secondo servaggio rimase predominante l’indirizzo antisignorile. ! !° 1648 = rivolta dei cosacchi ucraini, guidati da Razin.! ° 1775 e 1784 = rivolta dei contadini beomi e valacchi, Pugacev.!

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Con la Rivoluzione Francese e con i moti controrivoluzionari scoppiati in Francia e in altri Paesi raggiunti dagli eserciti francesi i moti contadini acquistarono una posizione politica che si sovrappose alle forme arcaiche di protesta.!

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4.L’economia urbana.!

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Accanto alle produzioni dirette a uso famigliare si afferma in molte zone un’industria rurale anche di notevole importanza favorita sia dal basso costo della manodopera, sia dalla presenza di corsi d’acqua o di giacimenti minerari. Molte città ospitavano un numero rilevante di agricoltori e orticoltori, che lavoravano le terre dei dintorni o anche gli spazi liberi all’interno delle mura. ! Bisogna ricordare che lo status di città non richiedeva nell’epoca dell’Antico Regime grandi agglomerati urbani ma potevano essere centri di 2000-3000 persone. L’essenza della città risiedeva nella stratificazione sociale nella “autocoscienza dei suoi abitanti”. ! Gran parte degli oggetti di uso quotidiano continuavano ad essere prodotti dagli artigiani e il rapporto con la clientela era diretto (es. il sarto cciv a su misura il vestito). I settori predominanti erano: la lavorazione del legno, dei metalli, del cuoio e del pellame , i diversi rami del tessile, la confezione di indumenti, l’alimentazione e l’edilizia i cui componenti continuavano ad essere organizzati in corporazioni . Il maestro artigiano poteva reclutare i propri collaboratori esternamente oppure in ambito famigliare e nei mestieri più prestigiosi e lucrativi era più difficile accedere al grado di maestro. ! La concentrazione di decine o centinaia di operai era rara e si incontravano più che altro nelle miniere , nei lavori pubblici di maggiore rilievo e nelle costruzioni navali. La fatica fisica e l’attività manuale avevano la prevalenza sull’impiego delle macchine. !

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Maggiore novità riguardo il periodo del 1400-1700 , era la costruzione della cosiddetta “protoindustria” ovvero la cosiddetta industria a domicilio incentrata sulla figura del mercanteimprenditore. ! Nell’industria europea rimase dominante a lungo il settore tessile dove vedeva i suoi poli nelle Fiandre e nell’Italia centro-settentrionale che registrarono una notevole ripresa dopo le difficoltà del primi decenni del 1500. Molta importanza avevano i tessuti di lino (Francia settentrionale) e di seta. Come tipo di industria inoltre conobbe una notevole meccanizzazione grazie ai mulinelli “alla bolognese”.!

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Nell’epoca che va dal 1500 al 1750 si può parlare di sviluppo tecnico ma non di rivoluzioni anche se nel campo meccanico si ebbero notevoli miglioramenti e anche nel campo dell’orologeria. La produzione dell’Inghilterra relativa alla produzione di carbone salì da 200000 tonnellate a 3 milioni dal 1550 al 1700 e rappresentava i 4/5 di tutta la produzione europea. ! Anche la produzione di ferro aumentò raddoppiando nel corso del XVI secolo...


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