Riassunto Trattato dell\'argomentazione. La nuova retorica PDF

Title Riassunto Trattato dell\'argomentazione. La nuova retorica
Author Giulia Corda
Course Poetica e retorica
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

Freeware sottolinea dispone max il mio store di WellsTrattato dell’argomentazione La “nuova retorica” di Perelman e Olbrechts-TytecaNel 1952 i due autori avevano già pubblicato in insieme un libro, composto di vari saggi scritti considerato come una vasta e articolata introduzione al Trattato. La te...


Description

Freeware sottolinea dispone max il mio store di WellsTrattato dell’argomentazione La “nuova retorica” di Perelman e Olbrechts-Tyteca Nel 1952 i due autori avevano già pubblicato in insieme un libro, composto di vari saggi scritti considerato come una vasta e articolata introduzione al Trattato.! La teoria dell’argomentazione come la teoria delle prove razionali non dimostrative, e in modo ancora più pregnante, come la logica delle scienze non dimostrative; vale a dire un’analisi della natura, della funzione e dei limiti del discorso persuasivo distinto da quello dimostrativo, volta a determinare e a delimitare il campo del ragionevole distinto tanto dal razionale puro quanto dall’irrazionale, a illustrare e a precisare il posto della ragione nel mondo dei valori. ! Chaim Perelman (Varsavia,"20 maggio"1912"–"Uccle,"22 gennaio"1984) è stato un"filosofo"polacco, da famiglia ebraica. Immigrato in Belgio nel 1925. Laureato in giurisprudenza nel 1934, dottore in filosofia nel 1938. Assistente universitario nel 1937, insegnamento della logica nel 1938 e della filosofia nel 1939 all’Università libera di Bruxelles.! Filosofo del diritto, si colloca tra i più importanti teorici dell'argomentazione"del"secolo XX. Il suo lavoro più significativo è il"Traité de l'argumentation - la nouvelle rhétorique"(1958), scritto con"Lucie Olbrechts-Tyteca, tradotto in inglese con il titolo"The New Rhetoric: A Treatise on Argumentation, a cura di John Wilkinson and Purcell Weaver (1969). La versione italiana del libro dal titolo"Trattato dell'argomentazione - La nuova retorica"(Einaudi, Torino, 1976) - porta la prefazione di"Norberto Bobbio.! Ha elaborato la cosiddetta"logica del preferibile"in contrapposizione alla logica formale"cartesiana.! Lucie Olbrechts-Tyteca (1899–1987) è stata un'accademica belga e collaboratrice di lunga data del filosofo"Chaïm Perelman. Proveniva da studi di scienze sociali ed economiche."Si offrì volontaria nel 1948 per sostenere il suo lavoro"e"negli anni successivi"sviluppò diversi aspetti della"Nuova Retorica in modo"indipendente.! Dai tempi di Cartesio, le scienze dimostrative sono ritenute il regno della razionalità, mentre tutto ciò che non è dimostrabile viene relegato nell'ambito dell'irrazionale. Così l'etica, la sociologia, il diritto, la psicologia, la retorica sono rimaste escluse dalla logica in senso stretto. ! La “nuova retorica” si propone di reintrodurre la razionalità nelle scienze dell'uomo che operano con mezzi di prova non dimostrativi. I problemi connessi con l'argomentazione interessano varie discipline: dalla letteratura alla sociologia, dal diritto e alla psicologia. La “nuova retorica” li affronta da un proprio punto di vista come logica delle scienze non dimostrative. ! La nuova retorica Contemporaneamente a Toulmin, il giurista belga Chaïm Perelman e la sua collaboratrice Lucie Olbrechts-Tyteca sviluppano una nuova tendenza nello studio dell’argomentazione. Essa è denominata “nuova retorica” (nouvelle rhétorique) e si impone alla fine degli anni '50. ! Perelman è studioso di logica matematica e di teoria del diritto, mentre Olbrechts-Tyteca è una psicologa sociale: insieme pubblicano la loro opera più famosa (La nouvelle rhétorique: traité de l’argumentation) nel 1958, proprio nello stesso anno in cui Toulmin pubblica The Uses of Argument. ! In questo capitolo analizziamo il contenuto del Trattato dell’argomentazione mettendo in luce i punti salienti della filosofia perelmaniana ed evidenziando il modo in cui quest’ultima è in relazione con la teoria della Scuola di Amsterdam. ! La “nuova retorica” fondata da Chaim Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca nel ‘900 e illustrata nel testo scritto a quattro mani, il Trattato dell'argomentazione. La nuova retorica (1958), vuole essere una prosecuzione della retorica antica così come l’aveva impostata Aristotele, che l’aveva connessa alla dialettica, cioè all’arte di convincere e dibattere intorno a materie di opinione. ! Questo richiamo alla terminologia aristotelica avrebbe giustificato un accostamento della teoria dell’argomentazione alla dialettica, concepita da Aristotele stesso come l’arte di ragionare partendo da opinioni generalmente accettate. Ma diverse ragioni ragioni hanno indotto loro a preferire l’accostamento alla retorica. Poiché se la parola dialettica ha servito, per secoli, a designare la logica stessa, più tardi, a partire da Hegel e sotto l’influsso delle dottrine che a lui si ispirano, essa ha acquistato un senso molto diverso da quello originario e ormai abbastanza generalmente accettato nella terminologia filosofica contemporanea. La parola retorica è invece caduta in disuso nell’ambito filosofico. !

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Il loro richiamo alla retorica dunque mira a sottolineare il fatto che ogni argomentazione si sviluppa in funzione di un uditorio.! Aristotele non sviluppò adeguatamente questo aspetto della retorica. Inoltre la ripresa della retorica aristotelica nel Rinascimento ci ha consegnato di essa un’immagine che la connette soltanto all’arte di abbellire il discorso, sganciandola dal suo carattere argomentativo. E’ questo carattere che interessa gli autori del Trattato, i quali si propongono di fondare una “nuova retorica” rispetto a quella consegnataci dalla tradizione, che riprenda e sviluppi il disegno originario di Aristotele e che li porti a comprendere il meccanismo del pensiero. ! Il prevalere della logica formale e l’emarginazione del verosimile dal campo della ragione si sono avute con il prevalere di Cartesio rispetto ad Aristotele. La teoria dell’argomentazione vuole studiare quelle che Aristotele chiamava le prove dialettiche e che esaminava nella sua retorica. La dialettica si occupa del verosimile e non del necessario, cioè di opinioni e non di prove logiche. A queste opinioni si può aderire in gradi differenti: la teoria dell’argomentazione studia appunto le tecniche mediante le quali si mira a provocare o ad accrescere l’adesione delle menti a certe opinioni (tesi che vengono proposte) piuttosto che ad altre. ! Poiché il prevalere del pensiero cartesiano, a partire dal 1600, ha determinato l’interruzione degli studi di questo tipo di prove dialettiche, verrà ripresa la tradizione della retorica antica e si parlerà di “nuova retorica”. Ci si concentrerà soprattutto sulla struttura delle argomentazioni (come farebbero i logici) piuttosto che sulle tecniche oratorie che invece erano al centro delle attenzioni della retorica antica. % Contro chi afferma che nel campo dei giudizi non logici, ovvero giudizi di valore o opinioni, prevale l’irrazionalità, Perelman e Olbrechts-Tyteca sostengono invece che esiste una logica dei giudizi di valore, ovvero delle tecniche argomentative, che permettono agli uomini di prendere le loro decisioni e di sostenere le proprie opinioni in maniera motivata e argomentata, non in maniera casuale. ! Si tratta di studiare queste tecniche e di mettere in luce come funzionano. Bisogna cioè di studiare l’argomentazione. ! Perelman e Olbrechts-Tyteca tentano di limitare la distanza tra dialettica e retorica e di rivalutare il ruolo di quest’ultima all’interno dell’argomentazione1. I due autori si contrappongono alla svalutazione della retorica quale disciplina irrazionale, e si propongono di rivalutarla sottolineandone la ragionevolezza. Essi non negano il ruolo della ragione quale tratto distintivo dell’essere umano, ma ridimensionano la posizione illuminista secondo cui tutto ciò che non è scientificamente provato è falso. In particolare, gli autori giustificano la loro vicinanza alla retorica attraverso: ! 1) "la volontà di far sopravvivere il “retorica”, sminuito dalla tradizione precedente; ! 2) "il rilievo dell’uditorio che, svalutato dalla dialettica, era rivalutato dalla retorica % antica. % Com’è fatta un’argomentazione?% a) Chi vuole argomentare deve anzitutto accertare quali sono i valori riconosciuti ! dall’uditorio. A differenza della dimostrazione logica (es. la dimostrazione del teorema ! di Pitagora), che è valida per chiunque (“la matematica non è un’opionine!”, si dice comunemente), l’argomentazione non può ignorare l’uditorio cui si indirizza: è essenziale che sia adattata all’uditorio perché abbia effetto persuasivo. Chi usa l’argomentazione deve perciò cercare di costruirla facendo leva su princìpi già accettati dalla maggior parte delle persone che lo ascoltano. ! Ad esempio, se mi propongo di convincere delle persone che attribuiscono molta importanza al valore della famiglia, non potrò costruire delle argomentazioni che tendano a sottovalutare questo valore. Così facendo rischierei di non raggiungere il mio obiettivo. ! Quando useremo i termini di discorso, oratore e uditorio, intenderemo rispettivamente l’argomentazione, colui che la presenta e coloro ai quali egli si rivolge, indipendentemente dal fatto che la presentazione avvenga oralmente o per iscritto, e senza distinguere tra discorso formale ed espressione frammentaria del pensiero. !

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b) Occorre poi rafforzare il consenso rispetto a questi valori. Dopo essere partito da tesi accettate dal suo uditorio, l’oratore dovrà cercare di rafforzare l’adesione dell’uditorio a queste tesi mediante delle tecniche di presentazione, le stesse incluse nelle strategie letterarie. ! Ad es., mediante la strategia retorica della ripetizione di certi termini nel suo discorso (“famiglia”, “parenti”, “legami affettivi”, ecc.), chi parla farà in modo che in chi lo ascolti riaffiori l’adesione al valore “famiglia” su cui vuole fare leva per condurre le proprie argomentazioni. ! c) Bisogna infine utilizzare schemi argomentativi efficaci che facciano leva su questi valori. Assicuratosi delle basi su cui fondare il proprio discorso, l’oratore potrà utilizzare svariati argomenti che sono riconducibili a precise tipologie (ad es., l’argomentazione attraverso l’esempio o l’analogia, l’argomento a pari, l’argomento a fortiori, ecc.), che i due studiosi ritengono tutti riconducibili a due grandi categorie generali: ! • 1) argomenti associativi, che si basano su delle associazioni tra fatti; es.: se un atto è coraggioso, anche la persona che lo ha compiuto è coraggiosa ! • 2) argomenti dissociativi (complementari ai precedenti), che, al contrario, fanno leva sulla dissociazione, in modo da mostrare che tra due nozioni tra le quali viene istituito un collegamento in realtà non vi è che un legame apparente evitando così le conseguenze che possono derivare da esso; es. non è detto che un atto coraggioso sia sintomo di un carattere coraggioso ! Il Trattato dell’argomentazione è una vera miniera perché offre la descrizione di moltissimi schemi argomentativi desumendoli da discorsi politici, opere letterarie, testi filosofici, ecc. Fornisce così al lettore un repertorio di schemi cui fare riferimento per costruire argomentazioni efficaci, per capire come funzionano ed utilizzarle ai propri scopi. In questo senso, si può dire davvero che il Trattato riprenda e sviluppi le intenzioni di Aristotele. ! ! Il contenuto dell’intero Trattato si riassume in queste tre parti: ! - "Parte I: I quadri dell’argomentazione. Che cosa significa argomentare e quali sono le differenze rispetto al dimostrare logicamente (importanza dell’uditorio). Connessione necessaria tra il discorso argomentativo e la presenza di un uditorio: ciò che caratterizza la prova argomentativa rispetto alla prova razionale è il riferimento ad un uditorio, di cui il soggetto argomentante deve tener conto e da cui quindi la scelta e il modo dell’argomentare sono condizionati. Gli autori trattano gli elementi che fanno da cornice all’intera pratica argomentativa: la differenza tra dimostrazione e argomentazione, l’importanza dell’uditorio e la distinzione tra diversi tipi di uditorio (uditorio universale, uditorio composto da un singolo individuo e quello formato dal soggetto argomentante stesso), la differenza tra persuasione e convinzione, gli effetti causati dall’argomentazione, il genere epidittico, il rapporto tra argomentazione, educazione, propaganda, violenza e impegno% - "Parte II: La base dell’argomentazione. Quali sono le basi su cui si fonda ogni argomentazione (occorre partire da premesse che siano oggetto di accordo; occorre saperle scegliere e saperle presentare). La seconda parte illustra ciò che permette al soggetto argomentante di cominciare e di concludere un’argomentazione con successo. In questa sezione vengono trattati gli elementi che consentono di creare empatia tra soggetto argomentante e pubblico (i fatti e le verità, le presunzioni, i valori astratti e concreti, le gerarchie, i luoghi di quantità e qualità, gli accordi, l’argomentazione ad hominem e la petizione di principio), la scelta degli argomenti più efficaci (selezione e interpretazione dei dati, interpretazione del discorso, scelta e uso di nozioni), la presentazione degli argomenti e la forma del discorso (che comprendono l’ordine di presentazione dei dati, le forme verbali, la forma del discorso, le figure retoriche); % - "Parte III: Le tecniche argomentative. Come si costruiscono le singole argomentazioni. Vi sono fondamentalmente due tecniche: di associazione (che consistono nel mettere in relazione tra loro dei dati) e di dissociazione (separano dati che altri considerano connessi). La terza parte tratta gli argomenti quasi logici (contraddizione e incompatibilità, il ridicolo, identità e definizione, argomenti di reciprocità e di transitività, inclusione della parte nel tutto e divisione del tutto nelle sue parti, argomenti di paragone, argomentazione basata sul sacrificio, probabilità), gli argomenti basati sulla struttura della realtà (il nesso causale, i fini e i mezzi, l’argomento dello spreco e di direzione, la persona e le sue azioni, l’argomento di autorità, il discorso come atto dell’oratore, le tecniche di rottura e frenatura, le differenze di grado e ordine), i legami su cui è fondata la struttura del reale (esempio, illustrazione, modello e antimodello, analogia e metafora), la dissociazione delle nozioni (dissociazione, coppie filosofiche, definizioni dissociative, ruolo della retorica), e l’azione fra argomenti (azione reciproca fra argomenti, ampiezza dell’argomentazione, ordine del discorso). !

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Come si evince da questa breve presentazione, l’opera perelmaniana è molto ampia e articolata. Tra i vari argomenti trattati troviamo un elemento che è costantemente al centro dell’attenzione di Perelman e Olbrechts-Tyteca: l’uditorio. Per gli autori esso è infatti il filo conduttore del processo argomentativo. ! Prima che sul pubblico, tuttavia, gli autori si focalizzano sulla conciliazione tra dialettica e retorica, come spiegheremo nel prossimo paragrafo. ! Parte I:! I quadri dell’argomentazione: che cos’è un’argomentazione e che cosa la distingue da una dimostrazione (importanza dell’uditorio).! Ogni argomentazione mira all’adesione delle menti e presuppone perciò l’esistenza di un contatto intellettuale. Perché esista argomentazione, occorre che a un dato momento si realizzi un’effettiva comunanza spirituale. Occorre essere d’accordo previamente e in via di principio sulla formazione di questa comunità intellettuale, e in seguito sul fatto di discutere insieme una questione determinata: ciò non avviene affatto spontaneamente. ! La formazione di una effettiva comunità delle menti esige un insieme di condizioni. ! Il minimo indispensabile all’argomentazione sembra sia l’esistenza di un linguaggio comune, di una tecnica che permetta la comunicazione. La partecipazione a uno stesso ambiente, la possibilità di frequentarsi, di intrattenere relazioni sociali, sono tutte condizioni che facilitano il formarsi delle condizioni preliminari al contratto delle menti. ! Argomentare = “influire per mezzo del discorso sull’intensità dell’adesione di un uditorio a determinate tesi”. ! Illusione in alcuni autori di comunicazioni scientifiche di poter parlare con i fatti e lasciare così una indelebile impronta su ogni spirito umano.! Nel caso dell’argomentazione non è possibile trascurare il senso delle espressioni e da dove provengono i principi e i valori che costituiscono l’attività argomentativa stessa. In caso contrario, infatti, non si realizza quello che per Perelman e Olbrechts-Tyteca è un fattore determinante per il successo dell’argomentazione, ossia l’ “adesione delle menti”, la “comunanza spirituale”. ! Il concetto di comunione e comunanza ricorre spesso nella teoria dell’argomentazione di Perelman e della sua collaboratrice: essi ritengono che esistono delle condizioni fondamentali per costruire la comunione spirituale tra soggetto argomentante e uditorio. ! Dimostrare significa mostrare la conformità di una proposizione a certe regole, ricondurre un’affermazione a princìpi assiomatici assunti come validi senza alcuna prova. Posto che una retta è un insieme di punti, ne deduco che... Non importa che io sia convinto che una retta sia un insieme di punti: basta che sia chiaro che la premessa da cui parto è quella e la dimostrazione si sviluppa di conseguenza. Gli studiosi decidono quali sono gli assiomi da cui derivare conclusioni valide e necessarie.% Con l’argomentazione invece le cose vanno diversamente, perché essa mira a provocare o accrescere l’adesione a certe tesi. L’argomentazione mira a fare accettare una certa opinione partendo da ciò che è già accettato. Viene in primo piano il problema dell’uditorio.! Il contatto tra l’oratore e il suo uditorio non riguarda soltanto le condizioni preliminari all’argomentazione, ma è essenziale anche per l’intero sviluppo di questa. In realtà, giacché mira ad ottenere l’adesione di coloro ai quali si rivolge, l’argomentazione è, nel suo insieme, relativa all’uditorio sul quale vuole influire.! 4. CONDIZIONI DI COMUNIONE SPIRITUALE ! Perelman e Olbrechts-Tyteca ritengono che esistono cinque condizioni fondamentali per creare una comunione con l’uditorio: ! 1) "la presenza di un linguaggio comune a soggetto argomentante e uditorio; ! 2) "il desiderio del parlante di conversare; ! 3) "l’attribuzione di valore all’adesione dell’interlocutore; ! 4) "la modestia del soggetto argomentante, il quale deve prendersi cura della persona che % intende persuadere e farsi partecipe del suo stato d’animo, e la modestia dell’uditorio, che deve essere disposto ad ascoltare con umiltà anche una tesi completamente opposta alle proprie convinzioni; ! 5) "la partecipazione di soggetto argomentante e uditorio allo stesso ambiente. % Queste sono le condizioni fondamentali per creare il contatto tra le menti.% Gli autori individuano anche due condizioni per cui un’argomentazione viene portata avanti: !

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1) "l’attenzione dell’uditorio verso ciò che viene detto dal soggetto argomentante; ! 2) "il possesso, da parte del soggetto argomentante, di determinate qualità per ottenere % credito dagli ascoltatori. % Dopo aver trattato le condizioni per realizzare la comunanza spirituale, Perelman e OlbrechtsTyteca si occupano dell’uditorio e della classificazione delle sue tipologie. ! La conoscenza dell’uditorio che si vuole convincere è una condizione preliminare di ogni argomentazione efficace. ! Per gli autori l’uditorio è l’elemento attorno a cui ruota l’argomentazione; essi lo definiscono come “l’insieme di coloro sui quali l’oratore vuole influire per mezzo della sua argomentazione”. L’uditorio è dunque un insieme di persone: nella maggior parte dei casi, infatti, esso non è costituito da un singolo individuo ma da più soggetti che possono avere diversi valori, credenze ed esigenze. Esso è un insieme eterogeneo, e per questo l’oratore trova spesso difficile organizzare l’argomentazione in modo da accontentare in ugual misura tutti i suoi componenti. ! L’uditorio è composto da individui che agiscono nella realtà quotidiana, e i cui problemi spesso corrispondono ai problemi e alle esigenze del parlante stesso. Per gli autori è fondamentale la conoscenza dell’uditorio, a cui si affianca anche quella dei mezzi comunicativi per far presa sui suoi sentimenti. Il soggetto argomentante deve essere quindi disposto a conoscere l’uditorio e ad adattarsi alle esigenze di quest’ultimo; per Perelman e Olbrechts-Tyteca l’adattamento è un processo importantissimo in cui il parlante deve conoscere i valori e le credenze dell’uditorio, adattarsi ad essi e modificare il proprio atteggiamento al modificarsi delle credenze dell’uditorio. ! Davanti ad un’assemblea l’oratore può tentare di classificare l’uditorio in base ai gruppi social...


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