Riassunto trattato PDF

Title Riassunto trattato
Author Daniele Macchia
Course Storia delle religioni
Institution Libera Università di Bolzano
Pages 18
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Summary

Riassunto di alcuni capitoli di "piccolo trattato di storia delle religioni" di Lenoir, in preparazione all'esame di storia delle religioni con il professor Ceretti...


Description

Prima parte: alle origini religiose dell’umanità La religione originale

La prima sepoltura testimoniata storicamente è di circa 100.000 anni fa, vicino all’attuale stato di Israele e comprende una donna sulla ventina e un bambino di circa sei anni, che appaiono come facenti parte di un vero e proprio rituale funebre. Nelle zone circostanti vengono ritrovate altre tombe della stessa epoca (homo sapiens), con corpi distesi sul fianco coperti d’ocra. Questi ritrovamenti indicano i primi attimi di religiosità dell’uomo. La posizione raggomitolata dei corpi rappresenta una rinascita, e la testa è generalmente rivolta verso est, dove sorge il sole. Con il passare degli anni insieme ai corpi vengono lasciati oggetti sempre più sofisticati e cibo, forse per aiutarli nel viaggio della vita dopo la morte. Inoltre, vengono seppelliti lontani dai viventi, probabilmente per paura del cadavere. Per altri millenni non si hanno notizie delle credenze degli uomini, fino a quando l’uomo non scopre un nuovo mezzo espressivo: l’arte. Le più antiche pitture rupestri, ritrovate in Australia, appartengono a circa 45.000 anni fa. Nessuno sa bene cosa rappresentino ma ci sono varie teorie. Una di queste è quella sciamanica di Lommel, sviluppata poi da Clottes e Williams: gli animali corrispondono agli spiriti che scaturiscono dalla roccia, invocati dagli sciamani della preistoria per comunicare con loro durante trance rituali. Questa teoria è supportata dalla localizzazione dei siti di arte rupestre, lontani da zone di caccia e raccolta. Le pitture servono a comunicare con un altro mondo durante i riti. Il pensiero religioso del paleolitico viene chiamato sciamanismo. Lo sciamanismo è una religione della natura sviluppatasi in popolazioni che vivevano in simbiosi con l’ambiente. Gli uomini dell’epoca, vedendo tutti questi eventi naturali di fronte ai quali erano sprovveduti, li attribuivano a qualcosa di sovrannaturale. Per l’uomo, che non sa attribuire le cause dei fenomeni naturali, la natura sprigiona energia. Crea quindi un mondo invisibile, con spiriti con i quali alcune persone (futuri sacerdoti) possono trattare per farsi aiutare. Gli uomini del paleolitico hanno avuto sentimenti religiosi di una somiglianza sorprendente in tutto il mondo. Non si tratta di una religione modernamente intesa ma di un insieme di credenze che hanno un’origine comune: la sopravvivenza dell’anima, l’esistenza di spiriti naturali e cause soprannaturali che regolano gli avvenimenti naturali, la possibilità di entrare in contatto con tali forze e avviare scambi che riportano il mondo terreno alla normalità. Il colore predominante nelle rappresentazioni è il rosso, mentre ci sono spesso animali (tori, serpenti e cervi) ma raramente vegetali. Gli umani vengono rappresentati con le braccia in alto, non si sa se per pregare o se per sottomissione a una forza superiore. Questi tratti sono simili in tutto il mondo. Secondo alcuni studiosi le somiglianze sono dovute all’origine africana dell’umanità, dove si sarebbero teoricamente diffusi i fondamenti della religiosità prima della dispersione dell’Homo Sapiens. Secondo Schmidt gli uomini hanno conosciuto Dio fin dalle origini, per poi dimenticarsene e creare quindi divinità più accessibili e vicine. Dal monoteismo originario si passa quindi al politeismo.

Otto introduce il concetto di numinoso, per designare la sfera del sacro delle origini. Il numinoso scaturisce dall’esperienza del mysterium tremendum, un terrore pieno di un orrore interno, che nulla di creato, nemmeno la cosa più inquietante e più potente può ispirare. Questo terrore si manifesta di fronte al mistero. Da questo sentimento deriva tutta la religione. Quando dio era una donna

12.500 anni fa l’uomo comincia ad essere sedentario, la civiltà natufiana costituisce la cerniera tra paleolitico e neolitico. Questa popolazione viene poi sostituita da quella khiamiana. In questo periodo inizia una rivoluzione religiosa e compaiono le prime dee. Circa 9000 anni fa l’uomo comincia a dominare la natura e la religione si antropomorfizza. I primi dei sono femminili, legati alla fertilità. A queste dee vengono affiancate immagini dei tori, rappresentanti la virilità. Spesso sono rappresentate in immagini con figli, quasi come una sacra famiglia. Nel periodo dei cacciatori-raccoglitori gli spiriti della foresta sembrano la cosa migliore per rispondere alle loro esigenze. Con l’avvento dell’agricoltura, solo un’incarnazione della fecondità sembra poter assicurare la fertilità del terreno, quella del bestiame e delle donne. Iniziano anche i primi rituali, per proteggersi da possibili disastri naturali. Gli uomini hanno instaurato una gerarchia, sono superiori alla natura, e pensano che questa gerarchia prosegui, e che di conseguenza ci sia qualcuno di superiore a loro (gli dei). Come l’uomo aiuta la terra ad essere fertile, dio aiuta l’uomo. Dopo anni, l’uomo comincia a fare sacrifici con bestie della propria mandria, e cominciano anche i sacrifici umani. Violenza e sacrificio sono molto legati fra di loro. È un dono offerto a dio per placare la sua collera. In un gruppo in cui non esiste un sistema di prevenzione dalla violenza, dove un atto qualunque può scatenare un ciclo di vendette e controvendette, indirizzare la violenza su un capro espiatorio è essenziale per il mantenimento dell’ordine. In una società più avanzata con un sistema giudiziario il sacrificio perde la propria giustificazione, ma si perpetua quasi meccanicamente (Grecia e Roma), o simbolicamente (es. eucarestia cristiana). In ogni caso serve a mantenere la violenza al di fuori della comunità. Manca però un elemento essenziale, ossia il sentimento religioso, il numinoso, che ha subito un’evoluzione. Gli allevatori del Neolitico praticavano il culto degli antenati attraverso il culto dei crani. Sono state ritrovate sepolture di persone di epoche diverse nella stessa casa, sia in Medio Oriente che in Europa. I crani o gli scheletri venivano tenuti in casa e addobbati, erano una presenza viva capace di sprigionare energia, emozioni e concedevano un’intercessione privilegiata presso entità dell’altro mondo, in particolare la dea della vita. Il culto degli antenati modifica il rapporto che i viventi instaurano con l’altro mondo. Questo culto rende personali le relazioni dell’uomo con l’altro mondo. Questa relazione privilegiata instaura una nuova dimensione nella concezione della preghiera: l’antenato può sia elargire favori che castigare. Il male non è più considerata una fatalità ma sanzioni, colpe commesse contro gli antenati e gli dei.

Si iniziano quindi ad implorare queste entità. Vengono fatti rituali ma non con l’intenzione di ristabilire l’ordine delle cose come nei cacciatori-raccoglitori. Emerge la nozione di colpa o peccato. Si inizia ad instaurare una morale. Il culto comincia ad organizzarsi in maniera globale. A partire dal VII millennio, risalgono le prime tracce di spazi dedicati ai rituali: sono caratterizzati da due elementi: -

Lastra sul suolo per i sacrifici. Alta concentrazione di rappresentazioni della dea e del toro.

Questi sono i primi edifici pubblici della storia e vi si raduna l’intero villaggio per organizzare cerimonie espiatorie. Non ci sono sacerdoti ma sciamani che naturalmente sono in contatto con l’altro mondo. Gli dèi della città

Nel sesto millennio in Mesopotamia comincia l’età del bronzo. La prima grande città di cui abbiamo testimonianza è Eridù, nata verso il 4000 a.C. e conta di circa 4000 abitanti. Nasce la classe sociale dei commercianti, che vendono i prodotti della terra. Nasce un’aristocrazia fondiaria. Gli abitanti di Eridù credono che la prosperità sia dovuta agli dei, e quindi li onorano. Creano un tempio su una collina. Gli uomini prendono il potere, e concepiscono una divinità nuova, più virile. Venere comincia a scomparire, anche se il suo culto e quello del toro continuano ad essere praticati nelle case. Il dio più importante è Enki, dio delle acque dolci e delle lavorazioni del terreno. Anche in Mesopotamia si sviluppano città stato gerarchizzate. L’amministrazione della città è affidata a un consiglio di saggi e uno di guerrieri. Verso il 2450 compare un primo grande regno: Lagash. La modifica delle società terrene modifica gli dei. Nelle città si impone l’identità familiare, l’identità degli individui passa attraverso il nome. Così anche quella degli dei: il nome viene associato alla funzione. In Egitto in ogni borgo si impone un dio, imposto dalla famiglia dirigente, al quale viene dedicato un tempio. Ci sono alcuni dei che vengono venerati solo da alcune famiglie, altri, quelli venerati dai faraoni, si impongono invece in tutto il paese (Horus, Ra, Osiride e Iside). Anche il pantheon si organizza in forma gerarchica, con dei più importanti ed intermediari. Ci sono alcune tavolette sumeriche risalenti al 2600 che forniscono un elenco di 560 divinità, precisando legami familiari e la posizione ricoperta nella gerarchia celeste. Il culto degli antenati viene abbandonato. La religione permette coesione sociale intorno alle medesime pratiche, e i miti creano una legge morale universale di cui lo stato ha bisogno per consolidarsi. I morti continuano a ricevere onori ma vengono seppelliti lontani da casa. Gli dèì ora hanno le stesse esigenze degli uomini e anche qualità e difetti tipici degli umani, ma sono potentissimi e immortali. C’è una netta separazione fra uomo e dio. Si crede che ci sia un dio superiore di tutti (Anu nei sumeri, Assur negli assiri, Marduk a Babilonia, Amon in Egitto etc.). Questa credenza contiene il germe del monoteismo. In Mesopotamia gli uomini hanno preso nettamente le distanze dalla natura. Sono consapevoli della superiorità degli dei e ne hanno evidenziato la differenza costruendo loro dei templi, più sontuosi di quelli degli uomini ricchi. I primi templi hanno le stesse caratteristiche: tre stanze, una centrale in cui si trovano l’altare e la tavola delle offerte e due laterali.

I templi si ingrandiscono e diventano delle città dentro le città, con templi minori dedicati a diverse divinità e abitazioni per i sacerdoti. I cittadini perpetuano i riti dei loro antenati e li ampliano, continuando a fare sacrifici. La centralizzazione della religione crea una moralizzazione della vita sociale e pubblica. Si ritiene che le costrizioni e i divieti siano stati promulgati dagli dei, che indicano agli uomini la via da seguire. Nascono le liturgie espiatorie e i riti di confessione e perdono. La religione sostituisce il sentimento religioso e rafforza l’idea che gli dei sono buoni e puniscono i malvagi. L’individuo diventa responsabile delle proprie sventure. L’imperatore promulga delle leggi morali, le leggi degli dei e a volte annette pure metodi per espiare le proprie colpe. L’istituzione dei templi ha dato origine alla casta sociale dei sacerdoti, interamente votati a gestire i templi e compiere i riti dovuti agli dei. Sono differenti dagli sciamani delle religioni orali, che erano dei cacciatori-raccoglitori dotati di un dono particolare. Quando si ampliano i tempi cresce anche il numero di sacerdoti e si sviluppa una burocrazia. Il legame tra potere religioso e civile si stringe. I re costruiscono i templi e scelgono i sacerdoti, che possono influenzare e manovrare gli individui. Il re però deve piegarsi al volere dei sacerdoti, perché nessun potere politico può durare senza l’appoggio degli dei. Il ceto dei sacerdoti si distanzia anche grazie all’instaurazione di un sacerdozio ereditario. Il re deve chiedere il permesso all’oracolo prima di andare in guerra. Anche la religione diventa elitaria, può essere compresa solamente dalle classi aristocratiche. Nei templi secondari vengono inseriti sacerdoti di rango inferiore, che gestiscono il popolo. Emerge una nuova classe di chierici, a metà strada tra sciamani e sacerdoti: -

Esorcisti  Quando le soluzioni mediche non funzionano, loro utilizzano rituali ed amuleti per scacciare i demoni. Indovini  Vengono chiamati quando si deve prendere una decisione importante, come la vendita di un terreno o qualsiasi altra transazione.

Questi siedono all’esterno dei templi o si recano presso i singoli individui che lo richiedono dai quali vengono retribuiti dietro prestazione. Possono fare qualsiasi cosa. Fra gli uomini nasce la convinzione che le potenze soprannaturali conoscano la sorte alla quale sono destinati, e che si possano evitare cose negative se avvisati per tempo tramite alcuni riti. Gli esorcismi possono annullare il male. Si sviluppa anche l’astrologia. Tutto ciò che succede è voluto dagli dei. Alla fine del terzo millennio compaiono i primi testi religiosi, incisi sui muri della tomba-piramide del faraone Unas. I sacerdoti vivono delle offerte dei fedeli e non devono lavorare, si occupano quindi della riflessione e delle arti, della matematica, della teologia e delle scienze. I sacerdoti studiano i movimenti delle stelle e le interiora degli animali. Dividono il cielo in 12 parti e creano i segni dello zodiaco. In Cina l’astrologia viene rivisitata tenendo conto delle credenze locali, in Grecia arriva verso il IV secolo. Viene creato un racconto di un diluvio universale, dal quale poi la bibbia prenderà spunto, che per la prima volta spiega il mistero della vita e della morte e dell’origine dei mali. Gli dei del mondo

Gli indoeuropei possiedono una tripartizione funzionale che figura nei loro discendenti. In particolare, esistono tre grandi classi sociali: il clero, la nobiltà e il terzo stato. Anche in India si identifica il culto della dea della fertilità e del toro. Il vedismo, religione pre-induista dell’India, si sviluppa in seguito alla scomparsa dell’antica civiltà dell’Indo. I Veda vennero scritti tra il 1800 e il 1500, nel momento in cui Hammurabi in Mesopotamia fa promulgare e incidere il codice che porta il suo nome. In realtà è una raccolta di 4 libri e opere annesse, ed è l’unica testimonianza del vedismo, una religione e una civiltà che, in assenza di città (saranno costruite solo a partire dal IX secolo), hanno lasciato pochi resti archeologici. Secondo la traduzione induista, I Veda contenevano tutta la saggezza divina ed esistono fin dalla creazione del mondo. Sarebbero stati rivelati da alcuni veggenti, i rishi. La religione vedica è ritualista e i suoi culti sono stabiliti nei minimi dettagli. Si dedica al mantenimento e prolungamento del dharma originale (ordine delle cose), ogni generazione se ne occupa attraverso dei riti. Con questi riti i sacerdoti ristabiliscono l’ordine. Molti riti sono riservati ai sacerdoti ma ce ne sono anche di domestici. La colonizzazione dell’Indo distrugge la cultura autoctona e la lingua. L’unica cosa che rimane sono i veda e l’Avesta, non ci sono molti elementi archeologici. Non esistevano templi perché tutto si svolgeva intorno a un fuoco. In questo fuoco si fanno anche i sacrifici. Vi sono molti punti in comune tra le religioni dell’India e dell’Iran del II millennio, per esempio lo haoma, il succo d’oro, equivalente del soma vedico che viene perduto quando le riforme religiose eliminano le cerimonie sacrificali. Gli Indoeuropei che arrivano in Europa non azzerano la civiltà esistente come in India ma integrano i propri schemi con la cultura, la lingua e le religioni presenti a formare il futuro pantheon greco dominato da Zeus, un dio indoeuropeo tuttavia figlio di Crono, fondatore degli dei cretesi. La civiltà achea (micenea) è organizzata intorno a un potente re dotato di virtù divine, simile ai faraoni in Egitto. Conservano gli dei antropomorfi dei cretesi. I loro testi menzionano gran parte degli dei che poi si uniranno a Zeus. Nasce il culto del guerriero. Non si sa per quale motivo sia scomparso il regno miceneo. Per circa 300 anni la Grecia vive un periodo oscuro, poco conosciuto per mancanza di tracce. Si passa dall’agricoltura all’allevamento e si cremano i morti. Dopo anni le città si riprendono, il sacerdozio non è più ereditario e viene formato il primo alfabeto fonetico, creato dai fenici nel XII secolo al quale i greci aggiungono alcune vocali. La religione greca si forma intorno alle 12 divinità maschili e femminili dell’Olimpo, personalità molto umane ma che possiedono l’immortalità e potei sovrumani. Non si sa ancora se si credesse che gli dei potessero intervenire nel destino degli uomini, perché secondo i greci ognuno aveva il proprio destino, la moira, contro il quale niente e nessuno poteva intervenire, nemmeno Zeus che non riesce a salvare il proprio figlio. I greci sono convinti che devono tutto agli dei. Ogni corporazione si pone sotto la protezione di un dio particolare (Atena per gli artigiani, Poseidone per i marinai, Ares per i soldati etc.). Accanto al culto degli dei si organizza il culto degli eroi, mortali eretti a semidei grazie alle loro imprese.

Come i mesopotamici i greci sono appassionati di magia e divinazione. Quasi tutto è un segno degli dei che provano a comunicare con gli uomini, dal volo degli uccelli alle interiora degli animali al movimento delle stelle. La divinazione è ovunque. Tutte le civiltà presentate finora hanno una comune origine indoeuropea, e sono quindi simili su molti aspetti. Le popolazioni non influenzate dall’influsso ario si sono sviluppate in maniera differente. In Cina le prime comunità agrarie risalgono al VI millennio. I racconti storici cominciano con la dinastia Xia all’inizio del II millennio. A quei tempi esistevano già le prime città ed era sviluppata una dicotomia tra gli abitanti delle campagne e quelli delle città. Ognuno si prende carico in un certo modo di una parte della religione: le città fanno riti agli dei, le campagne pratiche di tipo sciamanico per celebrare l’armonia con la natura. Queste due forme di religiosità erano considerate complementari. In ambito indoeuropeo è inconcepibile una religione sena sacerdoti e probabilmente senza dei. Inoltre, non esiste alcuna traccia di culto domestico. Sacerdoti e divinità sono riservati alle città, ognuna sotto la tutela di un re. Il primo dio è Hao, il cielo, regolatore delle stagioni e dell’ordine naturale. Il sovrano è figlio del cielo. Vengono poi accolti i culti indirizzati ad altre divinità, gli dei del sole e delle messi, del fiume e delle montagne. Il terzo elemento del pantheon urbano è costituito dagli antenati della stirpe. Il sovrano determina la lunghezza della stirpe ancestrale in funzione della nobiltà della famiglia, autorizza l’edificazione di templi e altari e ne ordina la distruzione, annientando così l’anima di un avo. Ogni famiglia nobile ha i propri antenati protettori che proteggono anche i soggetti che dipendono dalla famiglia. Nelle città esistono anche i sacerdoti, che sono funzionari e non mediatori privilegiati con gli dei. Il sacrificio serve a supportare le pratiche divinatorie: in cambio del nutrimento gli dei forniscono consigli ai sacrificatori, a condizione che siano rispettate alcune regole. Si sviluppa anche la divinazione, anche se quella cinese in termini di risposte attese è più sommaria di quella mesopotamica: cerca di determinare il carattere fasto o nefasto di un momento o di un’azione, senza perdersi nei dettagli celebri degli indovini. La religione della Cina antica è fortemente ritualizzata e dà poco spazio alle speculazioni teologiche. I sacrifici sono fonte di invenzioni culturali, non di elaborazione di un pensiero religioso. Non ci si interroga sull’origine del mondo, ma ci si attiva per mantenere l’ordine sulla terra. Il popolo delle campagne conosce l’importanza di questi riti ufficiali nel perpetuare l’ordine stabilito. In Sudamerica la civiltà Olmeca si sviluppa velocemente all’inizio del primo millennio e lascia spazio ai Maya. Le tracce di questa civiltà sono poche perché distrutte dai conquistadores. I Maya costruivano le città in maniera da riprodurre il mondo com’era al momento della sua creazione da parte degli dei. Costruirono piramidi dipinte di rosso, simbolo delle montagne, tombe regali e templi in cui i re e i sacerdoti entravano in contatto con divinità a cui era immolato il sangue dei sacrifici umani. I riti erano pubblici. Il re veniva trasformato in dio attraverso l’ipnosi per annunciare le profezie degli altri dei, subito interpretate dall’assemblea dei sacerdoti a uso del popolo. I sacerdoti Maya erano astronomi molto esperti, e utilizzavano m...


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